Monthly Archives: aprile 2022

BASTA GUERRE! BASTA ARMI! BASTA ALLA PREDAZIONE DELLA TERRA!

marcia-9-04-22MARCIA PER LA PACE E IL DISARMO
9 APRILE ORE 15

ITINERARIO: STAZIONE DI DECIMOMANNU-PARCHEGGIO AEROPORTO MILITARE
Di fronte all’orrore della guerra in Ucraina, sanguinosa e spietata come tutte le guerre, siamo chiamati a mobilitarci per il raggiungimento della pace tra i popoli. Sappiamo che questa guerra, scatenata materialmente da Putin, è il risultato di decenni di riarmo e di tensioni tra NATO E Russia e delle mire economiche e di predominio politico degli Stati Uniti e della Russia. [segue]

Che succede e succederà?

c3dem_banner_04MOSCA ISOLATA O UN’INEDITA ALLEANZA ANTI-OCCIDENTALE?
3 Aprile 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem.
(Segue)

Oggi giovedì 7 marzo 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni——————————-
Fermare la guerra per riprenderci il futuro
7 Aprile 2022
Alfiero Grandi su Democraziaoggi.
La guerra in Ucraina sta modificando orientamenti, spinge a scelte dolorose, alimenta derive estreme, influisce negativamente su scenari che erano già preoccupanti: pandemia, costi energia, aumento prezzi, difficoltà occupazione, sviluppo incerto e sua qualità in arretramento. Il coordinamento mondiale della lotta al cambiamento climatico rischia di essere la prima vittima delle conseguenze politiche dell’aggressione […]
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marcia-9-04-22MARCIA PER LA PACE E IL DISARMO
9 APRILE ORE 15

ITINERARIO: STAZIONE DI DECIMOMANNU-PARCHEGGIO AEROPORTO MILITARE
[segue]

Pace in Ucraina e nel Mondo

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Newsletter n. 73 del 6 aprile 2022

UCCIDETE IL SOLDATO PUTIN

Cari Amici,
quando gli uomini erano alle prime armi si interrogavano per capire cosa fosse la giustizia. E Socrate, come racconta Platone nella “Repubblica”, parlando con Glaucone, che dello stesso Platone era fratello, disse che la giustizia consiste nel fatto che “ciascuno faccia la cosa propria”, cioè, in un senso più filosofico, che ciascuno sia se stesso, che le cose si svolgano secondo la loro natura. Il cinema rappresenta. ma non cambia le cose. La Televisione invece ha oggi il potere di cambiare la natura delle cose e assegnare a suo piacere agli uomini i ruoli che vuole. In ciò sta un grande pericolo. Si pensi ad esempio che cosa sarebbe stato se il “grande dittatore” impersonato da Charlot, come era chiamato Charlie Chaplin, fosse diventato davvero il Fuhrer dei Tedeschi, o se il dottor Stranamore dal suo ufficio al Pentagono avesse davvero preso in mano i destini del mondo. Oggi viviamo un incubo. C’è un attore-Presidente che diventa Presidente-attore che chiede lo scioglimento dell’ONU, per il caso che ancora si opponga al rischio di una guerra nucleare, e abbiamo il mondo intero trasformato in un immenso studio televisivo in cui avvengono le cose più estreme, se non più incredibili.
Il racconto è che la Russia, dopo essersi seduta al tavolo dei negoziati a Istanbul, per allentare la tensione decide di ritirarsi da Bucha. Però organizza una clamorosa prova della propria crudeltà, con una strage efferata che cosparge le strade di vittime non solo uccise ma in tutti i modi straziate. Il sindaco di Bucha, tutto contento per la liberazione della città, rilascia un’intervista in cui appare sorridente e orgoglioso per la vittoria ottenuta, e il giorno dopo dei filmati della polizia ucraina mostrano le strade devastate come sono in ogni dopoguerra ma senza tracce di massacri. Intanto però si sta preparando un gigantesco set satellitare e quattro giorni dopo tutto il mondo, attonito, vede una strada dove una quantità di cadaveri sono disposti a intervalli regolari, con la stessa postura, la faccia in giù, con i più fantasiosi segni di violenza e di sfregio. Putin nel racconto viene denunciato al tribunale dell’Aja, perché si pensa che come Re soldato abbia direttamente dato ai suoi soldati gli ordini del genocidio (che è come dire: uccidete il soldato Putin) e così il capo russo non solo fa la figura di un dittatore sanguinario, criminale e assassino, ma anche incredibilmente stupido, autolesionista e utile idiota a vantaggio dei suoi nemici, e tuttavia responsabile di una grande Nazione della Terra e di centinaia di milioni di persone.
Il racconto prosegue con la esecrazione universale, e come potrebbe non essere così se si tratta di un racconto vero? Ma se vero, in che mondo saremmo, con quale uomo, con quali fratelli, con quale Dio?
Noi non abbiamo parole. Solo un lieve sospetto che la realtà adattata a spettacolo, e lo spettacolo fatto esso stesso realtà, ci porti, sotto la spinta della visione a distanza detta Televisione, alla fine del mondo.
Chi scrive ricorda quando nei suoi giovani anni lavorava in Televisione per un programma giornalistico che si chiamava TV 7. Eravamo con Barbato, Furio Colombo, Giuseppe Fiori, Fabiani, Mimmo Scarano e altri grandi giornalisti, tutti desiderosi di dare al giovane Servizio pubblico che era la RAI un’informazione avvincente, fedele, non obbediente a censure. Un giorno arrivò dal Brasile un filmato che raccontava di una manifestazione di operai su cui la polizia aveva sparato – come purtroppo talvolta accadeva anche da noi – e aveva fatto un morto. E quel corteo di meravigliosi operai aveva preso il cadavere e in processione lo aveva portato fin sulla soglia del Parlamento a Rio de Janeiro (che era allora la capitale) e l’aveva lasciato lì, come a restituirlo al potere che l’aveva ucciso. Stavamo per mandarlo in onda ma Ettore Bernabei, che aveva capito prima di noi l’ambivalente onnipotenza del mezzo, ce lo impedì, pensando che in quel modo alla prossima tragedia avremmo dato l’idea di scaricare il morto sulla porta di Montecitorio. Era una censura. Ma adesso penso che avesse ragione. Allora però si trattava solo del piccolo teatro italiano. Adesso la scena è tutto il mondo, e anche le bugie che la ragion di Stato suggerisce ai potenti, hanno un effetto diverso se il mondo è cambiato. Il falso incidente del golfo del Tonchino, poi ammesso dai “Pentagon Papers”, servì solo a legittimare la guerra del Vietnam, la falsa fialetta dello sterminio agitata all’ONU da Colin Powell, di cui lui stesso poi si pentì, servì solo a fare la guerra all’Iraq e a mandare a morte Saddam Hussein, della discussa strage di Račak fu fatto uso solo per motivare la guerra della NATO per il Kosovo punire la Serbia e far morire in carcere Milosovic: ma oggi lo spettacolo è universale, una propaganda servile può servire a dilaniare il mondo, oggi gli attori protagonisti compaiono in diretta su tutti gli schermi di casa e in molte aule parlamentari del pianeta, possono eccitare all’odio e alla vendetta, far credere che non ci sia più niente da fare, che la guerra sia un fatto di natura e la pace un artificio, far cadere il tabù della bomba, sopprimere, insieme con l’ONU, il diritto e la sua giustizia, comunque fosse definita da Socrate o da Platone.
Ma in realtà non c’è in ballo la Televisione. In causa è il cuore, il “chi è dell’uomo”.
Nel sito pubblichiamo un articolo di Enrico Peyretti che ripropone il valore della nonviolenza per il disarmo dell’odio, un articolo di Domenico Gallo sul raddoppio delle spese militari, un parere del costituzionalista Mario Dogliani sull’accettazione del rischio della guerra nucleare e un’intervista del presidente di Pax Christi sul superamento del modello della Nato.
Con i più cordiali saluti

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Chiesa di tutti Chiesa dei poveri
Newsletter n. 257 del 6 aprile 2022

E’ online Rocca numero otto del 15 aprile duemilaventidue

rocca-08-2022-aprileNoi e la guerra
L’editoriale di Mariano Borgognoni.
Un buon numero di lettori ci hanno fatto conoscere il loro punto di vista sul modo in cui Rocca ha affrontato l’argomento guerra. Li ringraziamo tutti. E cogliamo l’occasione per ribadire che la nostra rivista ha ospitato opinioni diverse, pur partendo da una sensibilità comune. Su alcune questioni è bene tornare: [segue]

Oggi mercoledì 6 marzo 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni———————
Ucraina sarà la tomba della Russia? Dove la democrazia non è voluta, oggi non ha alcuna chance
6 Aprile 2022
Pietro Casula, Movimento per la Sardegna – Sardi nel mondo
Su Democraziaoggi.
Le immagini degli orrori che arrivano dall’Ucraina sono e rimangono oggetto di divisioni nel dibattito politico e nei programmi televisivi che offrono diverse chiavi di lettura e diversi punti di riflessione con ospiti che, puntualmente, non trovano un accordo sulle interpretazioni e ragionamenti del conflitto militare in […]
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Siamo con l’ANPI, sotto attacco dei “bellicosi” vecchi e nuovi. Ma la maggior parte degli italiani la pensa come Pagliarulo
6 Aprile 2022
Red su Democraziaoggi.
L’ANPI è sottoattacco per le sue ragionevoli parole di pace. Dà fastidio che un’associazione gloriosa e autorevole con 130.000 iscritti e sezioni in tutto il territorio nazionale non si accodi alla politica del governo e ai diktat degli USA e della Nato. Ma proprio per questo l’ANPI va difesa e sostenuta.
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rocca-08-2022-aprileNoi e la guerra
6 Aprile 2022 su Democraziaoggi,
Leggiamo su aladinpensiero e volentieri rilanciamo come contributo alla riflessione
Rocca n. 8 del 15 aprile duemilaventidue
Noi e la guerra
L’editoriale di Mariano Borgognoni.
Un buon numero di lettori ci hanno fatto conoscere il loro punto di vista sul modo in cui Rocca ha affrontato l’argomento guerra. Li ringraziamo tutti. E cogliamo l’occasione per ribadire […]
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Oggi martedì 5 aprile 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni————-
Il massacro di Bucha conferma l’urgenza di porre fine alla guerra
5 Aprile 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
.
Di fronte alle terribili immagini di Bucha cosa possiamo dire e fare noi cittadini? Non possiamo dire e fare nulla di diverso di quanto dice e fa l’ANPI che in una nota stampa “condanna fermamente il massacro di Bucha”, e soggiunge: “questa terribile vicenda conferma l’urgenza di porre fine all’orrore della guerra e […]
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La sconfitta del Vangelo
La Repubblica – 04 aprile 2022, ripreso sul blog di E.B.
di Enzo Bianchi
Quello che abbiamo più volte sottolineato riguardo alla conflittualità che come fuoco sotto la cenere covava tra le chiese nelle terre dell’Ucraina si è ormai manifestato in modo incontestabile. Questa ignobile guerra iniziata con un’aggressione del nuovo zar verso un popolo che ha stretti legami fraterni con il popolo dell’occupante è diventata una guerra anche religiosa. [segue]

Contro la guerra. Qui e ora. Il compito di noi disarmati.

31164aa3-d269-4cda-afb3-2aa0142c9843Tonino Dessì su fb.
Disgusto, disgusto, disgusto.
Ci tengo a ricordare una cosa.
Che salvo cancellarci dal consorzio web, tutte le cose che scriviamo resteranno a lungo agli atti.
Ci sarà sempre qualcuno che ce le ricorderà.
Io non ho alcuna remora a scrivere qui, ora, che credo fermamente, sulla scorta di quello che tutti i servizi giornalistici indipendenti stanno via via documentando, che siano i militari e le truppe speciali russe che stanno massacrando il popolo ucraino, da quaranta giorni.
Non l’hanno voluta chiamare “guerra”, la chiamano “operazione militare speciale”. [segue]

Pace in Ucraina e nel Mondo

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Newsletter n. 72 del 4 aprile 2022

L’UCRAINA NON HA BISOGNO DI ARMI

Cari Amici,
nel suo discorso del 2 marzo a Malta papa Francesco ha citato la voce “controcorrente” di Giorgio La Pira, che in un mondo minacciato dalla distruzione oppose alla “ferrea logica degli schieramenti” un sussulto profetico in nome della fraternità universale. Un’altra voce ancora più pertinente nel culmine della tragedia attuale, è quella di Giuseppe Dossetti che dal cimitero di Casaglia (Marzabotto), dove è sepolto, ci rivolge un ineludibile monito contro la guerra e la perversa idea che l’unico modo per uscirne sia armarsi, propagarla e vincerla. Anche, aggiungiamo, per recuperare la Crimea. Lo ripropone dalla Giordania, dove ora si trova, Paolo Barabino attuale superiore della famiglia monastica di Monteveglio, da Dossetti fondata, con la lettera che qui vi trasmettiamo:

Carissimi tutti,
la notizia della marcia a Monte Sole con termine al Cimitero di Casaglia, così simbolico e portatore di tanti moniti, mi interpella sulla posizione da prendere di fronte a fatti così gravi.
Per la natura degli organizzatori della marcia, cioè i comuni dove vivo e le organizzazioni a me care e sorte attorno alla memoria della strage, intendo queste righe come condivisione di una riflessione e di una preoccupazione che credo presente anche in voi. Si tratta soprattutto del ricordo di don Giuseppe Dossetti e di alcune sue convinzioni profonde per cui ha speso la vita.

Il dramma che si compie. Alla fine del 1990, mentre la Prima guerra del Golfo era imminente e lo schieramento occidentale stava preparando un’avventura che avrebbe segnato in modo funesto gli anni a venire, don Giuseppe Dossetti riuscì a venire qui in Giordania, per essere nel luogo a lui più vicino possibile al dramma che si consumava e per sottrarsi all’aria mediatica irrespirabile di quei giorni occidentali. Dossetti contrastò con tutte le forze, fisiche e spirituali, quella guerra in cui anche l’Italia si schierò.
Il ricordo di quei suoi mesi mediorientali mi è molto caro ma anche mi accusa perché, a differenza sua, la guerra mi è lontana e tutto perciò è più ipocrita.
Inoltre questo ricordo mi rende evidente il grande errore dopo la caduta del Muro: che la superpotenza sopravvissuta si sia creduta la vincitrice e arbitra del mondo. Come abbiamo potuto perdere in questi decenni l’opportunità di ricostruire un rapporto pacifico con la Russia?
A titolo personale, con il ricordo di don Giuseppe, vorrei aggiungermi alle voci che, di fronte
all’invasione russa della Ucraina e a tutte le preoccupazioni conseguenti, vogliono contrastare il clima militante e bellicista per fare leva su alcuni punti fermi e sperare, dal moltiplicarsi delle voci popolari, di premere sui governi per una via alternativa all’innalzamento della tensione e del conflitto.

Da dove viene l’art. 11.
Dossetti, ha chiesto di riposare in questo cimitero per onorare le vittime dell’eccidio del ‘44. Era un legame antico. La coscienza del dramma della guerra lo aveva portato a volere fortemente l’art. 11 della nostra Costituzione. Questo è il primo punto che voglio affermare: l’art. 11 non è un testo superabile per la nostra democrazia.
“L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di
risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati,
alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le
Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo”
.
Dossetti ha tante volte protestato per come si è eluso questo articolo importantissimo, mentre esso
costituisce un programma per impostare un’ azione di politica nazionale e internazionale.

Finché c’è tempo.
Per essere effettivo, questo articolo esige soprattutto una politica preventiva e, come è scritto
nell’Introduzione a “Le querce di Monte sole”, di operare “finché c’è tempo”.
Tempo ne abbiamo perso senza misura e la guerra è molto avanti ma non si può sperare di frenare ed
evitare ulteriori conseguenze rovinose se non si ammette una corresponsabilità, oltre che denunciare
l’iniziativa pure colpevole dell’altro.
Come molti ricordano in questi giorni, ci si deve riferire all’allargamento della NATO ai Paesi della ex Unione Sovietica e al dispiegamento militare. Russia e blocco occidentale si sono contesi anche l’Ucraina per averla nei rispettivi campi di influenza anziché accompagnarla in un’autonomia nazionale indipendente dai due blocchi. Ci sono due imperialismi militari, economici e culturali da fermare, non uno solo impazzito. E anche altri vogliono visibilmente imporsi. Ma anche le Chiese cristiane nella loro divisione e lontananza dal Vangelo sono corresponsabili.
Questo è il secondo punto a cui do voce anch’io: solo dal riconoscimento di una corresponsabilità possono venire un dialogo e delle trattative.

Anziché inviare armi
Occorre escludere la guerra dai mezzi di risoluzione delle contese. L’articolo 11 della Costituzione ci impone di escludere la guerra come strumento di soluzione e per questo dovremmo cercare il blocco immediato di ogni escalation militare, sostenere le forme di difesa non violenta degli ucraini e dare spazio alle crescenti realtà russe di protesta e dissociazione, anziché mandare armi.
So bene che su questi monti si è combattuto e si sono aspettati invano rifornimenti di armi e munizioni, ma proprio nella riflessione uscita dal conflitto mondiale è nata la certezza costituzionale che bisogna seguire una via tutta nuova. Invece poi abbiamo dilapidato le risorse del pianeta nella costruzione di armi e nella corsa agli armamenti, per non dire che abbiamo visto tante volte come le armi vendute si siano ritorte contro.

Gli organismi sovranazionali. Dossetti si sdegnò, nella Prima guerra del Golfo, anche per il colpo mortale che fu inferto all’ONU in quei primi anni dalla caduta del Muro. In questa nuova ora drammatica della storia dobbiamo chiedere ancora che si restituisca dignità ed efficienza alle organizzazioni sovranazionali per limitare i nazionalismi e non smettere di sperare nell’integrazione fraterna e paritaria dei popoli. Come dice papa Francesco, sognare un cammino sinodale dei popoli in cui ognuno riconoscendo il proprio limite e la parità con gli altri sia accolto col suo contributo e desideri offrire la sua responsabilità e possibilità di bene.
Serve un grande sforzo esteriore e ancor più interiore e spirituale per perseguire la pace e sperare nel futuro. Ho pregato nei giorni scorsi per la pace con dei bambini e ho ascoltato di recente drammatiche testimonianze della condizione degli adolescenti e giovani intrappolati tra due anni di Covid e una guerra così minacciosa. Guardando all’indietro ai morti di questi monti e in avanti alle nuove generazioni con la loro fatica devastante, mi dico che dobbiamo soprattutto a loro uno sforzo interiore rinnovato e determinato, che faccia uscire ognuno dall’indifferenza e dallo sconforto e rinnovare l’impegno per la pace.

Anche i migliori non sanno vedere che la guerra. Per finire, riprendo ancora una parola di Dossetti:
“Ma è nell’anima che si sente, soprattutto nel cuore, questo grande dramma, purtroppo sempre più senza possibilità di soluzione sul piano umano. Ogni giorno si hanno nuove, dolorosissime prove che gli uomini – tutti, anche i migliori – non sanno vedere altro mezzo che questo, la guerra, mentre dovrebbe apparire chiarissimo a ognuno che questo mezzo è, al contrario, il solo che non risolve e non risolverà mai nulla e che lascerà tutto non come prima, ma infinitamente peggio di prima, con mali ancora più esasperati e con difficoltà ancora più insormontabili. Questa è una cosa tremendamente triste, che veramente pone un enorme peso sul cuore, quando ad ogni passo ci si incontra, anche nelle persone più rette e generose, in questa nefanda superstizione…” (don Giuseppe Dossetti, Lettere dalla Terra Santa, 10 Ottobre 1973, pochi giorni dopo lo scoppio della guerra dello Yom Kippur).

Paolo Barabino

Ma’in (Giordania), 6 marzo 2022.

Vi ringraziamo dell’attenzione e inviamo i più cordiali saluti

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Newsletter n. 256 del 4 aprile 2022

Oggi lunedì 4 aprile 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni————-
Chi chiama “macellaio” Putin è per la ingerenza in Russia? Con quali conseguenze?
4 Aprile 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.

Biden, il presidente stelle-strisce, non l’ultimo dei cittadini al bar, dice che Putin è un macellaio e un criminale di guerra. Molti lo hanno deriso, mettendo in luce la poca lucidità di queste affermazioni. A ruota l’ex procuratrice capo del Tribunale penale internazionale per l’ex Jugoslavia Carla Del Ponte ha chiesto alla Corte penale […]
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Che succede?

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LA PACE COME?
2 Aprile 2022 su C3dem.
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LA DIFESA E LA DEMOCRAZIA
1 Aprile 2022 su C3dem.
[segue]

Oggi domenica 3 aprile 2022

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Carbonia. Velio Spano nuovo Segretario, “per proteggere la Camera del lavoro di Carbonia da denunce e arresti, grazie alla sua immunità di senatore”. Eppure, nel comizio del 1° settembre, il commissario di PS pretende di trattenerlo in stato di fermo
3 Aprile 2022
Gianna Lai su Democraziaoggi.

La domenica un post sulla storia di Carbonia dal 1° Settembre 2019.
Dice Antonello Mattone nella sua Introduzione a Riscossa Sardista, “Lo scelbismo si manifesta a Carbonia, città che più di altre esprime le tensioni di classe e la forza organizzata dei partiti di sinistra, come un attacco frontale al […]
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Oggi sabato 2 aprile 2022

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costat-logo-stef-p-c_2Ora è il momento della lotta per la trattativa e il disarmo. No al riarmo e alle spesemilitari
2 Aprile 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.

C’è il momento del dibattito e c’è quello della lotta. Così facemmo, ad esempio, nel 2016 al referendum contro la proposta renziana di sconquasso della Costituzione. Costituimmo il Comitato per il NO e ci impegnammo in una campagna senza risparmio per il rifiuto della proposta di stravolgimento della nostra Carta. Non abbiamo perso tempo […]
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Se la guerra annulla l’Europa
2 Aprile 2022
Domenico Gallo su Democraziaoggi.

L’Europa ha bisogno che si ponga fine alla guerra in Ucraina. Gli Stati Uniti hanno interesse a che la guerra continui per isolare la Russia e mantenere l’Europa nella loro sfera d’influenza. La presenza di Biden al Consiglio europeo del 24-25 marzo è un segnale univoco della rinuncia dell’Europa, sempre più schiacciata sulla NATO, […]
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Le idee di Marco Ligas nel Convegno promosso dal manifesto sardo

d482b9db-5297-4db2-8ef5-7767da9b7718cc71893c-9766-4bb8-8f28-1bd7aae1271bSu il manifesto sardo la registrazione audio-video del Convegno odierno per ricordare Marco Ligas di cui sentiamo la mancanza, confortati per nostra fortuna dall’attualità delle sue idee di cui sentiamo l’utilità anche nella drammatica fase di guerra che attraversiamo: https://www.manifestosardo.org/le-idee-di-marco-ligas/
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Punta de billete – Save the date – Arregordari’ –

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