Monthly Archives: febbraio 2022

Oggi venerdì 11 febbraio 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni————-
Ieri 10 febbraio Giornata del ricordo. Un altro volto dell’attacco fascista alla Jugoslavia
Antonello Murgia, presidente provinciale Anpi di Cagliari, su Democraziaoggi , ci ha inviato una nota (già pubblicata ieri) in cui prende posizione sulla Giornata del ricordo, respingendo la narrazione che tende a porla come contraltare al 25 aprile, e al tentativo di farne la giornata dell’orgoglio fascista. In realtà, i fatti avvenuti al confine jugoslavo […]
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Mattarella bis: un passaggio delicato
11 Febbraio 2022
Domenico Gallo su Democraziaoggi.
Con il giuramento del nuovo Presidente della Repubblica, che succede a sé stesso, si è concluso nel modo migliore un passaggio istituzionale molto delicato, gravido di conseguenze per la vita della Repubblica. Da molti questo esito è stato avvertito come frutto della crisi politica del sistema che avrebbe portato all’impossibilità […]
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Che succede?

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un popolo
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Newsletter n. 63 del 9 febbraio 2022

LA DIGNITÀ

Care Amiche ed Amici,
Nel discorso inaugurale del suo secondo mandato il presidente Mattarella ha voluto ricordare il significato etico e culturale della dignità che esprime “il valore delle persone e chiama in causa l’intera società”, e per diciotto volte ha invocato la dignità di diverse figure umane che tocca alla politica riconoscere e salvaguardare, dalla dignità dei lavoratori che muoiono sul lavoro, alla dignità delle vittime del razzismo e dell’antisemitismo, dalla dignità delle donne che subiscono violenza e non devono essere costrette a scegliere tra il lavoro e la maternità, a quella dei migranti, dalla dignità che ci impone di combattere la tratta e la schiavitù degli esseri umani, a quella degli anziani, dei disabili, dei carcerati, dei poveri. È per questo richiamo alla dignità che Mattarella è stato oggetto ingiustamente del sarcasmo di chi lo ha sbeffeggiato come “papa laico”, mentre non aveva fatto che appellarsi alla Costituzione.
Ma la Costituzione non è solo la Carta che rivendica la dignità delle persone, essa postula la dignità della stessa Repubblica. E se c’è una cosa che oggi soprattutto deturpa la dignità della Repubblica, una cosa turpe che è esplicitamente causata e voluta dai suoi governanti e che è immediatamente necessario rimuovere è il “memorandum d’intesa” tra l’Italia e la Libia, di cui è caduto nei giorni scorsi, il 2 febbraio, il quinto anniversario, e che un appello levatosi dalla società civile, da decine di organizzazioni italiane, libiche, ed europee chiede che sia revocato. Si tratta del patto con cui l’Italia ha concordato con la Libia di “contenere” con ogni mezzo il flusso dei migranti che prendono il mare per raggiungere le nostre coste, e ciò sia impedendone la partenza e trattenendoli nei centri di detenzione libici, sia riconsegnandoli in mare alla Guardia costiera libica sia, quando sono salvati, se non riconosciuti meritevoli di asilo, rispediti ai lager da cui sono fuggiti. Ma “la Libia è un inferno in terra”, ha scritto Mattia Ferrari, un prete che opera con la ONG Mediterranea Saving Humans, il quale ha raccontato del grido di soccorso ricevuto da una folla di migranti che in Libia si erano auto-organizzati dando luogo a un presidio chiamato “Refugees in Libya”, avevano cercato di ottenere una protezione internazionale, avevano ricevuto il conforto della preghiera e della solidarietà invocata per loro dal papa nell’ “Angelus” del 24 ottobre scorso e nella conversazione con Fazio a “Il tempo che fa”, avevano avuto l’aiuto di molti attivisti ed associazioni europee e il sostegno di Carola Rackete (definitivamente prosciolta il 23 dicembre dalla giudice – “il gip” – del tribunale di Agrigento dall’accusa di aver portato a Lampedusa i naufraghi salvati nel Mediterraneo e speronato una nave da guerra italiana (!) per farli sbarcare); e ancora Mattia Ferrari ha raccontato come nel corso delle settimane ci siano state al presidio tre vittime, tre giovani ragazzi uccisi, uno da uomini armati riconducibili alle milizie libiche e due investiti in circostanze misteriose da automobili che in corsa dinnanzi al presidio li hanno travolti. Poi, la notte del 10 gennaio i migranti che vi erano raccolti sono stati catturati dalle forze del Dipartimento per il Controllo dell’Immigrazione illegale del governo libico, i loro accampamenti sono statik distrutti, le persone deportate nella prigione di Ain Zara, restituite alle torture e agli stupri, e quelle sfuggite ricercate dalle milizie e minacciate di morte. “Così è finito il presidio di Refugees in Libya, la prima esperienza di autorganizzazione dal basso delle persone migranti in Libia, il primo caso nella storia in cui le persone migranti si sono rese soggetto e hanno cercato di essere riconosciute come veri fratelli e sorelle” dal resto del mondo, ha scritto Mattia Ferrari; ma anche ultima prova di una tragedia per cui quando i migranti riescono a scappare “vengono catturati e riportati nei lager dagli stessi aguzzini con i finanziamenti di Italia e Malta e spesso su coordinamento di Frontex” (l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) mentre l’ENI e i ministri vanno e vengono per fare affari in base al principio “business as usual”.
.Queste sono le ragioni dell’appello per la revoca del memorandum che è stato rivolto al governo ma anche all’UNCHR (l’agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e all’OIM (l’Organizzazione internazionale per i migranti). I rifugiati chiedono il trasferimento in un Paese sicuro, non necessariamente in Europa, ma anche in Africa, e che sia garantita la loro sicurezza; l’UNHCR a Tripoli dice di adoperarsi per la riapertura dei voli di evacuazione verso il Niger e il Ruanda ma che occorre trovare soluzioni per la protezione dei cittadini stranieri all’interno del Paese, attraverso l’interlocuzione con lo stesso governo libico; ma nelle attuali condizioni tale strategia non può considerarsi in alcun modo adeguata quando diverse diramazioni del governo sono attivamente coinvolte nella catena di abusi e sfruttamento delle persone migranti, come hanno spiegato i Rifugiati auto-organizzati nel loro manifesto. Perciò il patto tra Italia e Libia va revocato, e in ogni caso l’Italia dovrebbe pretendere che la Libia sottoponga a controllo internazionale i suoi campi di detenzione dei profughi, per impedirvi torture, stupri e sofferenze.
È facile infatti parlare di dignità: ma per realizzarla ci vogliono scelte di cui evidentemente non siamo capaci. Mentre i buoni propositi, e anche le idee e le risorse ci sarebbero, se lo volessimo, per scongiurare la fine.
Nel sito pubblichiamo un articolo di Gustavo Buster che mostra la pretestuosità dell’argomento del “diritto alla sicurezza” dell’Ucraina per giustificare le provocazioni NATO alla Russia, quando invece la norma di civiltà e delle Costituzioni è quella della sicurezza collettiva.

www.costituenteterra.it
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Newsletter n. 248 del 9 febbraio 2022

LA DIGNITÀ

Cari Amici,
Per il Concilio la dignità dell’uomo, ciò che lo fa un essere unico e diverso da tutte le altre creature viventi, è la libertà, cioè l’essere portato dalla sua stessa natura razionale ad assumere la responsabilità del proprio operare, ed è proprio questo che sta scritto nel testo conciliare fondativo della libertà religiosa, la “Dignitatis humanae”.
Nel discorso inaugurale del suo secondo mandato il presidente Mattarella ha voluto ricordare il significato etico e culturale della dignità che esprime “il valore delle persone e chiama in causa l’intera società”, e per diciotto volte ha invocato la dignità di diverse figure umane che tocca alla politica riconoscere e salvaguardare, dalla dignità dei lavoratori che muoiono sul lavoro, alla dignità delle vittime del razzismo e dell’antisemitismo, dalla dignità delle donne che subiscono violenza e non devono essere costrette a scegliere tra il lavoro e la maternità, a quella dei migranti, dalla dignità che ci impone di combattere la tratta e la schiavitù degli esseri umani, a quella degli anziani, dei disabili, dei carcerati, dei poveri. È per questo richiamo alla dignità che Mattarella è stato oggetto ingiustamente del sarcasmo di chi lo ha sbeffeggiato come “papa laico”, mentre non aveva fatto che appellarsi alla Costituzione.
Ma la Costituzione non è solo la Carta che rivendica la dignità delle persone, essa postula la dignità della stessa Repubblica. E se c’è una cosa che oggi soprattutto deturpa la dignità della Repubblica, una cosa turpe che è esplicitamente causata e voluta dai suoi governanti e che è immediatamente necessario rimuovere è il “memorandum d’intesa” tra l’Italia e la Libia, di cui è caduto nei giorni scorsi, il 2 febbraio, il quinto anniversario, e che un appello levatosi dalla società civile, da decine di organizzazioni italiane, libiche, ed europee chiede che sia revocato. Si tratta del patto con cui l’Italia ha concordato con la Libia di “contenere” con ogni mezzo il flusso dei migranti che prendono il mare per raggiungere le nostre coste, e ciò sia impedendone la partenza e trattenendoli nei centri di detenzione libici, sia riconsegnandoli in mare alla Guardia costiera libica sia, quando sono salvati, se non riconosciuti meritevoli di asilo, rispediti ai lager da cui sono fuggiti. Ma “la Libia è un inferno in terra”, ha scritto Mattia Ferrari, un prete che opera con la ONG Mediterranea Saving Humans, il quale ha raccontato del grido di soccorso ricevuto da una folla di migranti che in Libia si erano auto-organizzati dando luogo a un presidio chiamato “Refugees in Libya”, avevano cercato di ottenere una protezione internazionale, avevano ricevuto il conforto della preghiera e della solidarietà invocata per loro dal papa nell’ “Angelus” del 24 ottobre scorso e nella conversazione con Fazio a “Il tempo che fa”, avevano avuto l’aiuto di molti attivisti ed associazioni europee e il sostegno di Carola Rackete (definitivamente prosciolta il 23 dicembre dalla giudice – “il gip” – del tribunale di Agrigento dall’accusa di aver portato a Lampedusa i naufraghi salvati nel Mediterraneo e speronato una nave da guerra italiana (!) per farli sbarcare); e ancora Mattia Ferrari ha raccontato come nel corso delle settimane ci siano state al presidio tre vittime, tre giovani ragazzi uccisi, uno da uomini armati riconducibili alle milizie libiche e due investiti in circostanze misteriose da automobili che in corsa dinnanzi al presidio li hanno travolti. Poi, la notte del 10 gennaio i migranti che vi erano raccolti sono stati catturati dalle forze del Dipartimento per il Controllo dell’Immigrazione illegale del governo libico, i loro accampamenti sono stati distrutti, le persone deportate nella prigione di Ain Zara, restituite alle torture e agli stupri, e quelle sfuggite ricercate dalle milizie e minacciate di morte. “Così è finito il presidio di Refugees in Libya, la prima esperienza di autorganizzazione dal basso delle persone migranti in Libia, il primo caso nella storia in cui le persone migranti si sono rese soggetto e hanno cercato di essere riconosciute come veri fratelli e sorelle” dal resto del mondo, ha scritto Mattia Ferrari; ma anche ultima prova di una tragedia per cui quando i migranti riescono a scappare “vengono catturati e riportati nei lager dagli stessi aguzzini con i finanziamenti di Italia e Malta e spesso su coordinamento di Frontex” (l’Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera) mentre l’ENI e i ministri vanno e vengono per fare affari in base al principio “business as usual”.
Queste sono le ragioni dell’appello per la revoca del memorandum che è stato rivolto al governo ma anche all’UNCHR (l’agenzia delle Nazioni Unite per i Rifugiati) e all’OIM (l’Organizzazione internazionale per i migranti). I rifugiati chiedono il trasferimento in un Paese sicuro, non necessariamente in Europa, ma anche in Africa, e che sia garantita la loro sicurezza; l’UNHCR a Tripoli dice di adoperarsi per la riapertura dei voli di evacuazione verso il Niger e il Ruanda ma che occorre trovare soluzioni per la protezione dei cittadini stranieri all’interno del Paese, attraverso l’interlocuzione con lo stesso governo libico; ma nelle attuali condizioni tale strategia non può considerarsi in alcun modo adeguata quando diverse diramazioni del governo sono attivamente coinvolte nella catena di abusi e sfruttamento delle persone migranti, come hanno spiegato i Rifugiati auto-organizzati nel loro manifesto. Perciò il patto tra Italia e Libia va revocato, e in ogni caso l’Italia dovrebbe pretendere che la Libia sottoponga a controllo internazionale i suoi campi di detenzione dei profughi, per impedirvi torture, stupri e sofferenze inumane.
È facile infatti parlare di dignità: ma per realizzarla ci vogliono scelte di cui evidentemente non siamo capaci. Mentre i buoni propositi, e anche le idee e le risorse ci sarebbero, se lo volessimo, per scongiurare la fine.
Nel sito pubblichiamo un estratto delle risposte di papa Francesco nella conversazione con Fazio (“i lager in Libia”!) e un articolo di Gustavo Buster che mostra la pretestuosità dell’argomento del “diritto alla sicurezza” dell’Ucraina per giustificare le provocazioni NATO alla Russia, quando invece la norma di civiltà e delle Costituzioni è quella della sicurezza collettiva.

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Oggi giovedì 10 febbraio 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni————-
Giornata del ricordo. Un altro volto dell’attacco fascista alla Jugoslavia
Antonello Murgia, presidente provinciale Anpi di Cagliari, su Democraziaoggi
c’invia una nota in cui prende posizione sulla Giornata del ricordo, respingendo la narrazione che tende a porla come contraltare al 25 aprile, e al tentativo di farne la giornata dell’orgoglio fascista. In realtà, i fatti avvenuti al confine jugoslavo […]
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Considerazioni sul Giorno del Ricordo
10 Febbraio 2022
[Marco Sini su il manifesto sardo]
Nessuna negazione delle foibe e dell’esodo di italiani istriani, fiumani e dalmati da quelle terre. Il dissenso non è su questo punto, ma su come questi fatti drammatici di fine guerra e dell’immediato dopoguerra nei territori di confine orientali del nord-est vengono raccontati rispettivamente dalla pluridecennale propaganda della destra neofascista e, da una trentina d’anni, anche dal centrodestra italiano, e su come è raccontato dagli storici specialisti che quelle vicende hanno studiate e, aggiungo, dal peso specifico, dalla valenza e dalla collocazione storica che a quelle vicende viene data.
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Che succede?

c3dem_banner_04CRISI UCRAINA. PNRR, CARO ENERGIA E TENTAZIONI POPULISTE. CAOS 5 STELLE, APPELLO “NO AL PROPORZIONALE”
CRISI UCRAINA. PNRR, CARO ENERGIA E TENTAZIONI POPULISTE. CAOS 5 STELLE, APPELLO per la legge elettorale.

8 Febbraio 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem.
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Oggi mercoledì 9 febbraio 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni————-
Tra Mattarella bis e festival di Sanremo una cuccagna, mentre il Paese affonda nella confusione e nell’immobilismo.
9 Febbraio 2022
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.

Non so a voi, a me succede d’essere frastornato dalla gran cuccagna che mi circonda e che la TV e i media mi fanno quasi toccar con mano. Entusiastica elezione di Mattarella con profusione di sentimenti di gioia e di applausi, fa il pendant col festival di Sanremo con elogi entusiastici e applausi irrefrenabili. […]
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Politiche per l’immigrazione, sostegno alla natalità e lavoro povero

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Oggi martedì 8 febbraio 2022

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Mattarella bis. Vincono i peones, s’indebolisce il governo: il sistema semi-comatoso dei partiti sceglie la continuità nell’immobilismo
8 Febbraio 2022 su Democraziaoggi.
Massimo Villone – da Il Manifesto
Questa volta hanno vinto i peones. Non si può dubitare che i voti “spontanei” per un Mattarella-bis, cresciuti progressivamente fino a 387 nella settima votazione, abbiano dato una indicazione resa irresistibile dal confuso affannarsi dei leader in candidature incaute, come quella della Casellati, e indicazioni velleitarie o di bandiera. Alla fine, […]
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Che succede?

c3dem_banner_04IL PNRR E LE ELEZIONI 2023: LA STRADA ACCIDENTATA
7 Febbraio 2022 su C3dem.
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Oggi lunedì 7 febbraio 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni————-
Non basta la proporzionalità. Occorre ristabilire un rapporto diretto eletto/elettori per ricreare fiducia e credibilità
7 Febbraio 2022
Alfiero Grandi su Democraziaoggi.
I voti per Mattarella sono cresciuti parallelamente all’incapacità dei leaders di indicare una nuova candidatura per la Presidenza della Repubblica. Certo, c’è chi ha dato l’indicazione di Mattarella, ma la novità è che ha convinto i parlamentari e i voti sono cresciuti fino ad indicare ai leaders la via d’uscita dal tracollo istituzionale che […]
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Papa Francesco: che tempo fa nella Chiesa e nel Mondo

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“Francesco: “La guerra è un controsenso” – Vatican News” https://www.vaticannews.va/it/papa/news/2022-02/papa-francesco-che-tempo-che-fa.html
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È online Rocca quattro/2022

a68b49bf-66d9-4fef-89d4-6e9958d5e82a Rocca. L’editoriale del direttore.
Il richiamo della responsabilità
di Mariano Borgognoni
Dunque si è scelto il richiamo, il booster, un potenziamento degli anticorpi della buona politica per sopperire ai disastri di molti leader politici e all’indecente recita a cui hanno dato vita nel teatrino stucchevole della «politique politicienne». [segue]

La tragedia di via Cadello. Oggi manifestazione perché la città sia a misura delle persone

Comunicato stampa impegnati per la massima condivisione.
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⚫️ Oggi, domenica 6 febbraio alle ore 9:30, presso l’ingresso del Parco di Monte Claro in via Cadello a Cagliari, diverse associazioni si ritroveranno per chiedere maggiore sicurezza nelle strade cittadine per gli utenti deboli della strada.
Questa iniziativa arriva in seguito alla tragica morte del bambino di quindici mesi investito e ucciso sulle strisce pedonali in via Cadello.
L’invito a tutti i partecipanti è di indossare indumenti di colore bianco, nella memoria e nel ricordo di tutte le vittime innocenti della strada.
La tragedia di via Cadello rappresenta solo l’ultimo di una lunga serie di episodi drammatici a danno di pedoni sulle strisce pedonali, accaduti a Cagliari nel corso degli ultimi anni.
Quanto accaduto martedì 1° febbraio ci invita a prendere una posizione netta rispetto a due problematiche annose che caratterizzano molte strade della nostra città: quello dell’eccesso di velocità da parte di troppi automobilisti incauti e quello della presenza di strade urbane che sono strutturalmente insicure e pericolose per tutti gli utenti deboli della strada (pedoni, ciclisti, persone in monopattino, portatori di handicap, famiglie con carrozzine).
Si tratta di due facce della stessa medaglia.
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Oggi domenica 6 febbraio 2022

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Carbonia. “Vile attentato a Togliatti”, sciopero generale nel Paese. Presidii operai in tutto il territorio. Velio Spano a Genova.
6 Febbraio 2022
Gianna Lai su Democraziaoggi.
La storia a puntate domenicali di Carbonia prosegue ininterrotta dal 1° settembre 2019.
“I toni si fanno più truculenti col 1948”, scrive lo storico Paolo Spriano in Le passioni di un ventennio. “Si vuole incutere terrore nei timorati di Dio puntando sulla ferocia del capo comunista, sulle sue intenzioni di vendetta, di strage”. […]
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Appello per la Pace

c8871629-a903-4a11-b6cb-bb9941d7f0bdIMPEDIRE IL RITORNO DELLA GUERRA IN EUROPA
Sono già oltre 400 le firme all’appello promosso dal Cdc, appello evidentemente largamente condiviso da uomini e donne del nostro paese che temono l’esplodere di un nuovo conflitto in Europa.
Per aderire inviare una mail a coord.dem.costituzionale@gmail.com
A questo link il testo dell’appello e le firme in continuo aggiornamento
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http://www.coordinamentodemocraziacostituzionale.it/2022/02/02/impedire-il-ritorno-della-guerra-in-europa-decine-di-intellettuali-firmano-un-appello-perche-la-ue-non-si-faccia-trascinare-dalla-nato-nel-suo-espansionismo-a-est-perche-litalia-si-opponga/
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1d92bd43-936d-44ae-8540-6e66b5b78e28Appello

Impedire il ritorno della guerra in Europa

Nel secolo scorso l’Europa è stata dilaniata per ben due volte, nel corso di una generazione, dal flagello della guerra che ha causato sofferenze indicibili ai suoi popoli e una degradazione inconcepibile dell’umanità fino al male assoluto della Shoah.

La profonda aspirazione alla pace, a rendere impossibile di nuovo la guerra fra le nazioni europee è stata a fondamento della nascita della Comunità europea e del percorso che l’ha portata a trasformarsi in Unione Europea.

La caduta del muro di Berlino e lo scioglimento del Patto di Varsavia hanno fatto venire meno le ultime conseguenze della guerra fredda in Europa e creato la possibilità della convivenza pacifica di tutti i suoi popoli, dall’Atlantico agli Urali.

Purtroppo la distensione resa possibile dalla fine della guerra fredda non è stata coltivata; non è bastata la dissoluzione dell’Unione Sovietica per far venir meno lo spirito di contrapposizione dei due blocchi militari, come poteva fare prevedere l’allargamento del G7 alla Russia, capitolo che è stato frettolosamente chiuso.

L’allargamento ad est della NATO, che ha inglobato paesi che facevano parte della ex Unione Sovietica, ha comportato il dispiegamento di un dispositivo militare ostile ai confini della Russia; ciò costituisce obiettivamente una minaccia e come tale è stata percepita.

Questa situazione ha generato una nuova corsa agli armamenti, compreso il riarmo nucleare.

Si sono create, così, le condizioni per un nuovo tipo di guerra fredda molto più pericolosa della precedente, perché non più fondata su una contrapposizione ideologica ma su pulsioni nazionalistiche ancora meno controllabili.

L’esercizio del diritto all’autodeterminazione del popolo ucraino è stato fortemente condizionato dal tentativo della Russia, da un lato, e del blocco occidentale a guida USA, dall’altro, di trascinare questo Paese ognuno nel proprio campo di influenza.

Se la Russia ha occupato la Crimea e in seguito alimentato il conflitto del Donbass, la NATO ha assunto una posizione vissuta come provocazione politica e militare dalla Russia quando si è dichiarata disponibile ad accogliere Ucraina e Georgia nell’alleanza atlantica.

Adesso la tensione politica e militare fra i due schieramenti è arrivata a livelli insostenibili.

Una provocazione può arrivare da qualunque parte sul terreno e fare da detonatore ad un conflitto armato non più controllabile.

E’ assolutamente urgente mobilitarsi per impedire il ritorno della guerra in Europa.

Un conflitto potrebbe avere conseguenze inimmaginabili.

Si deve operare immediatamente per un raffreddamento della tensione politico-militare e l’unica strada percorribile è quella del blocco immediato di ogni escalation militare.

L’Unione Europea non deve farsi trascinare dalla NATO in una insensata corsa all’incremento delle minacce sul campo e ad un rilancio delle spese militari. L’Italia deve dissociarsi da questa politica e deve mandare un segnale chiaro a favore della distensione, che non ha alternative, opponendosi – com’è in suo potere – all’estensione nel territorio dell’Ucraina del dispositivo militare della NATO e al dispiegamento in Europa di nuovi missili e armi nucleari americane. E’ interesse dell’Italia e dell’Unione Europea avviare una trattativa per arrivare a condizioni che garantiscano la Russia dalla preoccupazione di un accerchiamento e consentano all’Ucraina di sviluppare la propria autonomia nazionale, in condizioni di indipendenza dai due blocchi, com’è avvenuto per la Finlandia durante la guerra fredda. Partendo dall’attuazione dell’accordo di Minsk, occorre negoziare una posizione di neutralità per l’Ucraina, non più avamposto militare della NATO ma terra d’incontro fra la civiltà russa e quella occidentale.

Occorre agire adesso prima che sia troppo tardi.

Per aderire coord.dem.costituzionale@gmail.com

Domenico Gallo, Pietro Adami, Mario Agostinelli, Paola Altrui, Cesare Antetomaso, Pietro Antonuccio, Franco Argada, Franco Astengo, Gaetano Azzariti, Donata Bacci, Vittorio Bardi, Fausto Bertinotti, Mauro Beschi, Maria Luisa Boccia, Sergio Caserta, Enrico Calamai, Duccio Campagnoli, Giuseppe Cassini, Aurora D’Agostino, Roberto De Angelis, Claudio De Fiores, Tommaso Di Francesco, Piero Di Siena, Anna Falcone, Luigi Ferrajoli, Chiara Gabrielli, Fausto Gianelli, Alfonso Gianni, Rossella Guadagnini, Elisabetta Grande, Alfiero Grandi, Roberto Lamacchia, Sergio Labate, Raniero La Valle, Alberto Leiss, Citto Leotta, Lidia Lo Schiavo, Federico Losurdo, Silvia Manderino, Antonio Mazzeo, Alberta Milone, Rossella Muroni, Gian Giacomo Migone, Tomaso Montanari, Alberto Negri, Daniela Padoan, Francesco Pallante, Pierluigi Panici, Valentina Pazè, Claudia Pedrotti, Livio Pepino, Giancarlo Piccinni, Carmelo Picciotto, Antonio Pileggi, Bianca Pomeranzi, Jacopo Ricci, Rodolfo Ricci, Marco Romani, Giovanni Russo Spena, Giuseppe Salmè, Lucia Salto, Gianluca Schiavon, Massimo Serafini, Paolo Solimeno, Gianni Tognoni, Fabrizio Tonello, Enrico Tonolo, Aldo Tortorella, Giulio Toscano, Grazia Tuzi, Stefania Tuzi, Nadia Urbinati, Angelo Viglianisi Ferraro, Massimo Villone, Vincenzo Vita, Gianluca Vitale, Mauro Volpi, Antonia Sani, Umberto Franchi, Giuseppe Tadolini, Michelangelo Pietrobuono, Geni Sardo, Maurizio Francesco Giacobbe, Emilio Rossi, Alarico Mariani Marini, Luciano Kovacs, Maria Grazia Minelli, Giuseppe Gallelli, Lucy Pole, Patrizia Gallo, Elena Rampello, Tiziana Migliore, Gianni Alioti, Francesco Di Matteo, Laura Tussi , Alessandro Marescotti, Antonietta Salerno, Maurizio Acerbo, Maria Ricciardi Giannoni, Gianni Castellan, Hans Spinnler, Frida Spinnler, Raffaele Tecce, Francesco Montorio, Gaetano Bucci, Francesco Tanzarella , Haidi Gaggio Giuliani, Flavio Bedini, Silvio Gambino, Augusto Cacopardo, Angelo Cifatte, Giuseppe Bruzzone, Loredana Fasciolo, Caterina Di Francesco, Maria Pia Porta, Stefano Perri, Pietro Cocco, Maria Teresa Fiocchi, Carmen Campesi, Paola Agnello Modica, Consiglia Imputato, Marco Cinque, Daniele Barbieri, Giuliano Campo, Guido Falsirollo, Vittorio Agnoletto, Giovanni Consoletti, Leila Lisa d’Angelo, Silvana Rizzo, Mauro Mergoni, V. Michele Abrusci, Anna Di Sapio, Umberto Franchi, Loris Caldana, Rosario Russo, Adriana Giuliobello, Silvestro Profico, Dora Chiara Leonzio, Clemente Santillo, Mara Valentini, Mariangela Villa, Claudia Baldoli, Milena Confalonieri, Giuseppe Ventura, Luigi Mosca, Maurizio Ferron, Luciano Oliveri, Ester Prestini, Giorgia Ballarani, Marina Premoli, Lele Noferi, Danilo Bruno Storico, Adriana Buffardi, Adriano Querci, Gianluigi Trianni, Pierangelo Monti, Pasqualina Andro, Silvio Colloca, Vittoria Longoni, Gabriel Baravalle, Eleonora Cirant, Luisa Morgantini, Luciano Zambelli, Donatella Esposti, Marco De Luca, Andrea Buiatti, Armando Spataro, Beppe Casales, Gabriella Severino, Giacomo Meloni, Marco Mameli, Crotti Claudio, Cherchi Rita, Caterina Dolcher, Sonia Soldani, Pierluigi Tega, Rosario Grillo, Dante Bedini, Roberto Giuliani, Luisa Albini, Marialuisa Breda, Rina Zardetto, Giuseppe Murolo, Giuliano Albertini, Claudio Bella, Adriano Bracone, Beniamino Ginatempo, Maurizio Maurizi, Alma Biglieri, Giovanna D’Ambrosio, Francesco Lovison, Flavio Pajer, Claudio Natoli, Antonio Peratoner, Laura Cima, Bruno Abati, Serenella Muratori, Rosamaria Maggio, Angelo Grungo, Vincenzo Monaco, Augusto Bianco, Salvatore Consolente, Rossella Guadagnini, Fabrizio Caniglia, Donato Caporalini; Davide Bertok, Eliana Disabella, Alessandra Basilio, Mario Neri, Giovanna Corchia, Lucia Perrone, Isabella Bet, Alessandro Manfridi, Claudio Debetto, Monica Kleinefeld, Giulia Venia, Alessandro Capuzzo, Luigi La Delfa, Carlo Borriello, Tommaso Esposito, Furio Trezzi, Valentina Dovigo, Gabriella Santini, Enzo Beccaceci, Ivo Mattozzi, Luisa Albini, Pierluigi Albini, Maddalena Capezzera, Angelo Gaccione, Andrea Domenici, Giuseppe Barnato, Gianfranco Cammarata, Fausto Del Bene, Bruno Guglieri, Gianmaria Toffi, Fabio Amodio, Eugenia Marchesi, Giacomo De Lorentis, Alessandra Ferraresi, Rita Didomenica, Giancarlo Onor, Loretta Mussi, Rosario Giuè, Antonio Stupiggia, Paolo Fumagalli, Fanio Giannetto, Adriana Giussani, Bruno Vanetti Carlo, Maurizio Portaluri, Maria Rita Grazioso, Pietro Pertici, Emilio Vanoni, Roberto Collodel, Rita Angelastri, Massimo Iurino, Graziano Sampò, Maria Rosaria Bortolone, Agnese Priante, Angela Dogliotti, Fiora Pezzoli, Moreno Biagioni, Mariuccia Larocchia, Domenico Cifù, Valeria Volpe, Claudia Mazzilli, Rita Campioni, Nino Ferraiuolo, Giuseppe Natale, Clementina Mazzucco, Giuseppe Vitiello, Gianfranco Gamberini, Eleonora Zamboni, Bruno Zilio, Paolo Bertinat, Adele Pontiroli, Gianni Tasselli, Anna Maria Rizzi, Cinzia Spaolonzi, Lucia Gallo, Mario Albrigoni, Graziella Bassani, Donato Perreca, Mauro Conti, Germano Zanzi, Sergio Falcone, Ivan Morini, Renato Sala, Ivan Morini, Maria Paola Patuelli, Maria Conversano, Stefano Kegljevic, Fiorella Ercoli, Enzo Jorfida, Vito Capano, Piergiorgio Bortolotti, Giovanni Mottura, Massimiliano Galanti, Antonia Bufano, Freweini Bortolan, Franco Argada, Piera Nobili, Simone Del Corno, Maria Teresa Pietrantoni, Ilaria Cioffo, Alessia Di Grazia, Rosanna Carrera, Mirella Cerasa, Antonella Trocino, Marina Mannucci, Alberto Rebucci, Melania Rigon, Antonella Baccarini, Adelaide Castellucci, Pierpaolo Loi, Amelia Narciso, Gianni Manco, Renzo Laporta, Enzo Cabiddu, Angela Manna, Silvia Serra, Luciano Vecchi, Luisa Muston, Lucia Formenti, Maria Fraccaroli, Bruno Formenti, Ilaria Cioffo, Anna Cristina Meinardi, Gaetano Maculan, Alda Rizzo, Walter Tucci, Giulia Mariani, Augusto Cacopardo, Rosario Patane, Claudia Lazzaro, Marco Modena, Carmelo Labate, Aldo Sbrana, Luigia Oberrauch Madella, Mariella Urzì, Luciana Scognamiglio, Mariarosa Cami, Rosina Tallarico, Sergio Mondoni, Tiberio Tanzini, Alfredo Scognamiglio, Massimo Gallina, Eros Cozzari, Mauro Valiani, Marta Ghezzi, Laura Barile, Francesco Lucat, Rosanna Patrizi, Giulia Schiavo, Corrado Aprile, Carmelina Aprile, Maria Chiara Alba, Alvise Alba, Piero Murineddu, Daniela Nesi, Aurora Frigerio, Felice Scalia, Vania Valoriani, Stanislao Natali, Giuliano Valeriani, Giuseppe Longo, Manuela Galli, Licia Godeassi, Marzenka Matas, Mariagrazia Campari, Vanna Trevisan, Marinella Martucci, Gigi Lecci, Santino Marchiselli, Augusta Rossi, Anna Somenzi, Antonio Locoteta, Daniela Caramel, Martina Camarda, Giovanni Tarditi, Giuliana Martirani, Giancarlo Penazzi, Paolo Modesti, Silvana Pisa, Alberto Cacopardo, Filippo Lunesu, Claudio Morciano, Mario Martini, Cristina Quintavalla, Vittorio Pallotti, Lucia Davico, Augusto Dalmasso, Saverio Di Bella, Gabriele Serio, Paola Blasucci, Giuliano Muolo, Anna Tripoli Signore, Simone Del Corno, Giovanni Maniscalco, Maurizio Palmieri, Eleonora Fornai, Alberto Gandini, Paolo Pieroni, Silvia Lelli, Leonardo Grassi, Pietro Doneddu, Andrea Pubusa, Carlo Gubitosa, Maurizio Mastrogiovanni, Luciano Corradini, Dario Guastini, V. Cannici, Franco Meloni, Carlo Boi …
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Iniziativa della CSS Le tensioni politico militari sulla questione UCRAINA sono ormai arrivate a livelli insostenibili. È urgente mobilitarsi per PREPARARE LA PACE. Martedì 15 febbraio 2022 alle ore 18,00, presso la sede della Confederazione Sindacale Sarda in Via Marche, 9 a Cagliari si terrà un incontro per concordare una giornata di mobilitazione alla quale sei invitato ad intervenire. I primi promotori, Giacomo Meloni, Marco Mameli, Roberto Congia, Riccardo Piras, Mauro Zedda, Antonello Pranteddu. Siete invitati se concordate di aggiungere i vostri nomi tra i promotori. Saluti.
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