Monthly Archives: febbraio 2022

Pace. Invito per la Giornata nazionale di confronto e di riflessione sui temi della pace

c20dc673-d708-45f3-892b-f96947d1144dRiceviamo e pubblichiamo. Carissimi,
come ben ricordate, nella scorsa primavera, a nome dell’associazione che presiede, ha sottoscritto un documento contro le armi nucleari di cui al seguente link:
https://www.focolaritalia.it/2021/05/26/appello-dei-presidenti-nazionali-di-asso-ciazioni-e-realta-del-mondo-cattolico/
Nei giorni scorsi i Presidenti nazionali di Acli, Azione cattolica, Movimento dei Focolari, Comunità Papa Giovanni XXIII e Pax Christi hanno ripreso e rilanciato tale presa di posizione e hanno promosso una giornata di riflessione e confronto che si terrà:
sabato 26 febbraio 2022 ore 10-13 presso la Domus Mariae (Via Aurelia 481 – Roma) [segue]

Che succede.?

c3dem_banner_04FINLANDIZZARE L’UCRAINA? I PARTITI E LA DEMOCRAZIA. LA SANITA’ PUBBLICA
16 Febbraio 2022 by Giampiero Forcesi | su c3dem
(SEGUE)

Oggi mercoledì 16 febbraio 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni————-
Energia e ambiente. La Costituzione non può essere una tigre di carta
16 Febbraio 2022
Alfiero Grandi su Democraziaoggi
Nei giorni scorsi ci sono stati eventi in direzioni fortemente contrastanti. Da un lato il parlamento italiano ha approvato a larga maggioranza […]
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Iniziative per la Pace. Aderiamo e ci impegnamo!

99a1225f-6747-4bc6-8e48-f39dcaf99022 Manifestazione Sabato 26 febbraio 2022 – in coincidenza della Giornata Nazionale – A Cagliari la manifestazione si terrà dalle ore 10 con corteo da P.zza Garibaldi a Piazza Yenne, passando per via Manno.
Comunicazione della CSS: “abbiamo terminato in questo momento la riunione a cui erano presenti venti associazioni laiche più un pope ortodossi impegnate per la Pace. Si è deciso di costruire un Coordinamento che si riunirà giovedì 17 febbraio alle ore 17 nella sede CSS in via Marche 9 a Cagliari per preparare la Manifestazione di Sabato 26 febbraio 2022 – in coincidenza della Giornata Nazionale. A Cagliari la manifestazione si terrà dalle ore 10 con corteo da P.zza Garibaldi a Piazza Yenne, passando per via Manno, coinvolgendo le scuole e le varie associazioni pacifiste laiche e religiose (cattoliche, ortodosse, protestanti, buddiste). Alla base ci saranno i due Appelli Nazionali, caraterizzandoli con volantini specifici contro gli armamenti e le basi militari in Sardegna“.
Alleghiamo gli Appelli
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Gli Appelli sono riportati da Aladinpensiero sulla sezione Editoriali.

Vogliamo la Pace!

d3911d09-dd01-4454-a2d3-efb758c333af Campagna Ucraina, promossa da PeaceLink
Campagna di mobilitazione contro le minacce di guerra in Ucraina e per la costituzione di comitati per la pace a livello locale.

La crisi in Ucraina e le tensioni fra Russia e Nato rischiano di sfociare in una guerra dagli esiti imprevedibili, che potrebbe degenerare in un confronto nucleare.

Contro l’escalation militare è importante mobilitarsi perché l’Italia e l’ONU svolgano un ruolo di distensione in questo difficile momento.

Voglio sostenere le iniziative di pace che facciano sentire la voce di chi ripudia la guerra, così come recita l’articolo 11 della Costituzione Italiana.

Con questa adesione esprimo la volontà di collaborare alle attività contro la guerra e di partecipare alla costituzione di un comitato per la pace a livello locale.

Hanno già aderito: Punto Pace PaxChristi Pistoia , Comitato provinciale Anpi Catania , Presidio Libera Don Peppe Diana , Movimento per la Decrescita Felice – Circolo di Ca , WarFree – Liberu dae sa gherra , Coordinamento LIBERA a Siena , Circolo Legambiente Pistoia , Presidio di Libera Lucca , Coordinamento LIBERA Pistoia , Comitato per la Pace di Bari , Anpi Zavattarello , A.S.C.E. Associazione Sarda Contro l’Emarginazione , PPPT PARTIRE CON I PIEDI PER TERRA , Circolo ACLI S. Polo , Chiesa di S. Andrea Gruppo Brasile ONLUS , Donne in Nero Reggio Emilia , CasaDelleDonne Viareggio , Associazione Reggiana per la Costituzione , CREIS Centro Ricerca Europea per l’Innovazione Sos , Ecologia e diritti , Rete Radiè Resch Associazione di solidarietà inter , Legambiente Versilia , Rete Donne in Nero – Italia , COMITATO RICONVERSIONE RWM , Punto Pace Napoli Pax Christi , Pax Christi Salerno , Il femminile è politico: potere alle donne , Rifondazione Comunista – Sinistra Europea , Anpi 7 martiri di Venezia , Sezione Anpi Erminio Ferretto di Mestre , Esodo associazione , Il richiamo del Jobél odv , Comitato Pace e Cooprezione Internazionale Comune , Arcisolidarieta’ Siracusa , Stonewall , Pax Christi Venezia Mestre , Gruppo Educhiamoci alla Pace – ODV , Centro di Pastorale Sociale e del Lavoro diocesi M , Casa degli Italiani , Sindacato Europeo dei Lavoratori , Mir Palermo , Donne per la Solidarietà , Gruppo di Democrazia Partecipata , Stella Maris Apostolato del mare , Associazione Genitori tarantini , Costruttori di Pace odv , Mani Rosse antirazziste. , Amici Silvestro Montanaro , Comitato Fermiamo la Guerra firenze , Rete Radie’Resch gruppo di Salerno , Associazione kyrios , Ennio Cabiddu, Circolo Legambiente Amerino , Comitato Ass. per la Pace Diritti Umani Rovereto , Associazione per la Pace , ASSOCIAZIONE CULTURA DELLA PACE , Francesco Lo Cascio, Centro Gandhi , Libera Taranto , Agenzia per la pace , Casa per la pace Grottaglie , Associazione Umanista Culture in Movimento onlus , PeaceLink , Comitato Intercomunale per la Pace del magentino , Aladinpensiero, Adriana De Mitri, Alberto Cacopardo, Alessandra Mecozzi, alessandro capuzzo, Alessandro Marescotti, Angelo Baracca, Angelo Cifatte, Anna Ferruzzo , Annamaria Bonifazi, Annamaria Moschetti, Antonello Rustico, antonio bruno, Antonio Ghibellini, Antonio Mazzeo, Cinzia Zaninelli, Dale Zaccaria, Domenico Gallo, Domenico Palermo, don Antonio Panico, don Marco Tenderini, Elio Pagani, Emanuele De Gasperis, Enrico Peyretti, Francesco Iannuzzelli, Fulvia Gravame, Gaia Pedrolli, Gianni Alioti, Giovanni Matichecchia, Giovanni Pugliese, giovanni scotto, Giuliana Dettori, Giustino Melchionne, gregorio piccin, Jason Nardi, Laura Tussi, loredana Flore, Luisa Morgantini, Marco Dalbosco, Marco D’Auria, Marco Trotta, Mariaclaudia Salvaggio , Massimo Wertmuller , Massimo Castellana, Mauro Biani, Michele Boato, nanè giuseppina, paolo candelari, Paolo Crosignani , Paolo Moro, paxchristi_paronetto@yahoo.com , Pierangelo Monti, Raffaello Zordan, Riccardo Iacona, rossana de simone, Suor patrizia Pasini, tiziano cardosi, turi palidda, Vittorio Agnoletto, Franco Meloni

Aderisci:
Come persona
Come associazione

https://www.peacelink.it/campagne/index.php?id=104&id_topic=3

Adesioni dal 4 febbraio 2022: 1386 persone , 114 associazioni.
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Appello per la Pace:

https://www.aladinpensiero.it/?p=130700

Oggi martedì 15 febbraio 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni————-
Draghi è nervoso…e preoccupati lo siamo anche noi
15 Febbraio 2022

Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Lo hanno rilevato tutti i media ed ha colpito anche me. Draghi, nella prima conferenza stampa dopo la rielezione di Mattarella, ha dato segni di evidente nervosismo e ha anche parlato del suo futuro, disgiungendolo dal percorso politico-istituzionale. “Un lavoro me lo so cercare da solo“. Come dire: “non ho bisogno di voi, posso […]
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Che succede?

c3dem_banner_04PRODI PREOCCUPATO PER LA TRANSIZIONE ECOLOGICA. L’IPOCRISIA SULL’IMMIGRAZIONE. UN PATTO ANTI-INFLAZIONE
13 Febbraio 2022 su C3dem.
(SEGUE)

Oggi lunedì 14 febbraio 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni————-
Revisione della Costituzione, articoli 9 e 41. Far vivere la riforma nell’attuazione del Pnrr
14 Febbraio 2022 su Democraziaoggi.

Ambiente. Cosa cambia e cosa deve cambiare con la riforma degli articoli 9 e 41 della Costituzione, volta a introdurre formalmente nel testo la tutela ambientale

Massimo Villone – Il Manifesto
Dopo le polemiche sulla inclusione del nucleare e del gas nella tassonomia Ue delle fonti green, si apre un fronte caldissimo […]
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Riflessioni vitali. Il messaggio di Roberto, vescovo di Oristano. Per i giovani e per tutti.

0698e394-0fe2-4a39-a26a-9d944532c17dSANT’ARCHELAO Patrono di Oristano, 13 febbraio 2022
Eccellenza, confratelli nel sacerdozio, distinte Autorità Civili e Militari, Signor Sindaco di Oristano, fratelli e sorelle,
la celebrazione liturgica del martire Archelao, Patrono della nostra città di Oristano, è occasione privilegiata per incontrarci come comunità ecclesiale e civile, rappresentata in modo significativo dalle Autorità presenti e dai tanti cittadini, uomini e donne qui convenuti. Essere cristiani non significa occuparsi di sacrestie o di devozioni, ma essere attivamente presenti nella società illuminandola con la propria fede e l’impegno ispirato al Vangelo. [segue]

Ricordando. Il mio amico Pietro Puddu

0a5e28cc-290a-4f2a-a27f-b903479157a0 Pietro non era crepuscolare
di Gianni Loy

Anni fa, Serge Latouche, a Cagliari in occasione di un seminario, mi confidò che dalle sue parti, in Bretagna, per poter diventare amici occorre aver consumato assieme almeno un chilo di sale. L’informazione mi terrorizzò, al momento, perché avrei dovuto fargli compagnia per l’intero fine settimana; mi chiedevo se sarei stato in grado di mantenere con lui una conversazione adeguata e incominciavo la conta alla rovescia del momento della sua partenza. Ed invece, tra una passeggiata sulla spiaggia di Chia e le lusinghe di un isolato ristorante invernale, lungo la litoranea di capo Teulada, il bretone incominciò a confidarsi, sino a confessarmi con quale stato d’animo si avvicinava al momento della pensione e a confrontarsi sui progetti che andava maturando per il futuro.
Finì che, per godere ancora della compagnia di quel vecchio bretone introverso e diffidente alla fine avrei sabotato l’aereo che l’avrebbe dovuto riportar via.
Che dire di Pietro, con il quale, nell’attraversamento di due secoli, ho condiviso appena pochi grammi di sale. Eppure non ho mai dubitato del fatto che amici siamo stati, seppure nei ritagli del tempo, e che amici ancora saremo. Il vantaggio ora è mio, visto che non potrà smentirmi.
Un’amicizia consumata prima nelle adiacenze del suo posto di lavoro e, poi, lungo i viottoli della Marina e di Casteddu ‘e susu. [segue]

Che fare?

52b43339-0ac6-4766-a5a5-e980ef19c90aIl noi mancante e la domanda di politica
di Filippo Barbera, su Volerelaluna

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Il sociologo americano Erik Klinenberg in Palaces for the people. How social infrastructure can help fight inequality, polarization and the declin of civic life (Penguin Random House, 2018) sostiene che il futuro delle società democratiche si costruisce non solo, o non tanto, in base a valori comuni, quanto a partire dalla presenza di spazi condivisi. Biblioteche, centri per l’infanzia, librerie, chiese, moschee, sinagoghe, fablab, spazi di coworking, cooperative di comunità e parchi possono costituire contesti in cui le persone interagiscono in modi che hanno conseguenze dirimenti per la qualità democratica della società e, quindi, della politica che questa riesce a esprimere. Sono spazi, questi, in cui le persone si riuniscono per soddisfare contemporaneamente – tramite azioni pratiche – un obiettivo privato e un progetto pubblico. Klinenberg definisce questi luoghi come tasselli cruciali per la nascita e la crescita della “infrastruttura sociale” delle società.

Quando tale infrastruttura è robusta, la qualità democratica delle società è ben salvaguardata; quando è debole, gli individui perdono la capacità di aspirare collettivamente a un progetto comune. La filosofa analitica Margaret Gilbert ne Il noi collettivo (Cortina, 2015) avverte che senza un progetto congiunto non può esistere un attore plurale: senza un orientamento collettivo a un futuro condiviso, cioè senza un impegno comune, non c’è un vero noi, ma solo una somma di “io”. E da una somma di “io”, come dai diamanti, non nasce niente. La classe dirigente della sinistra italiana – con poche eccezioni – si è dimenticata che senza un “noi” orientato al futuro in modo aperto e inclusivo vengono a mancare le basi sociali della democrazia e, di conseguenza, i presupposti per la costruzione di una domanda di politica e, a fortiori, di una domanda di sinistra. Non ogni tipo di società è ugualmente adatta a esprimere una domanda di politica (e un orientamento di sinistra), così come non lo è ogni tipo di organizzazione dell’economia.

Questi temi sono stati dimenticati a favore dell’idea che il controllo – effimero – dell’opinione pubblica sarebbe stato un elemento sufficiente per guidare un’azione politica progressista. Ma l’opinione pubblica non esaurisce la rilevanza della sfera pubblica, dei suoi spazi vivi, dei suoi luoghi concreti, delle sue ramificazioni territoriali. E della loro insostituibile capacità – come evocato in apertura dal richiamo al libro di Klinenberg – di generare progetti comuni e orientati al futuro.

Oggi, ciò che è drammaticamente assente – e che dovrebbe informare le strategie politiche di una classe dirigente di sinistra all’altezza dei tempi – è proprio la diffusa e pervasiva mancanza di meccanismi di costruzione del “noi”, oggi alle corde a favore di un “noi” nativista e impaurito che lascia spazio solo a ripiegamenti sulla propria individualità disperata, facile preda di una politica della nostalgia. Osservazione, questa, corroborata anche dalla ricerca di Bertuzzi, Caciagli e Caruso (Popolo chi? Ediesse, 2019) svolta su un campione di residenti nei quartieri periferici di alcune medio-grandi città italiane. In questo lavoro si legge infatti che il sentimento secondo il quale io partecipo di una condizione comune a quella di altri, cooperando e lottando per cambiarla, sembra ormai assente. Non si individuano né le possibilità, né gli strumenti per farlo. Un vero e proprio “noi mancante”, incapace di costituirsi come soggetto plurale, base sociale per una politica della speranza collettiva. Ciò che è urgente ricostruire è, come la definisce l’antropologo Arjun Appadurai, la capacità di aspirare a un futuro comune dove i bisogni individuali si intrecciano senza soluzione di continuità a concezioni del buon vivere, a modelli di società e a dimensioni collettive. Un “noi” siffatto non può non essere prioritario, oggi, per la classe dirigente che ha ereditato una delle più gloriose tradizioni politiche della sinistra europea.

Un “noi” di questo tipo richiede la presenza di opportunità quotidiane per sperimentarsi come persone in ruoli di cittadinanza, di spazi e luoghi for the people. Ci sentiamo parte di qualcosa di collettivo solo se, in uno spazio dedicato, ci mettiamo alla prova come cittadini. Solo se esistono luoghi terzi dove i problemi e i bisogni individuali qui e ora diventano soluzioni collettive proiettate nel futuro. In quali occasioni, oggi, abbiamo questa possibilità? Quante “opportunità di cittadinanza” ci offre lo spazio pubblico? Quanto spesso abbiamo occasione di sperimentarci, insieme ad altri, in azioni pratiche dove i nostri bisogni trovano soluzioni che chiamano in causa gli assetti sociali più generali? Dove, cioè, un legittimo problema privato – occupazionale, di abitazione, di salute, di qualità della vita – si traduce in una soluzione futura che coinvolge idee, valori e meccanismi di funzionamento collettivi? Pensiamoci: quante volte nell’ultima settimana siamo concretamente stati dei cittadini?

La battaglia per difendere e costruire tali spazi – dalle piccole biblioteche di quartiere aperte fino a sera, ai community center, agli spazi per la gestione dei beni comuni – permettono alle persone di vivere i tempi e gli eventi del “mio”, dell’acquisizione di comfort nella “mia” casa, della salute “mia”, della crescita dei “miei” figli, vivendo nel contempo i tempi e gli eventi della “adesione al noi”. Anche l’apparentemente prosaico atto di fruizione di un bosco, di un giardino o di un cortile in modo condiviso acquista valore simbolico e stabilisce un nesso emotivo-cognitivo con l’ideale della solidarietà collettiva. La battaglia del Labour di Jeremy Corbin per “altri modelli di proprietà” e per “un’economia della vita quotidiana” o la prospettiva dell’economia fondamentale (Economia fondamentale, Einaudi, 2019) trova anche qui la sua ragion d’essere.

Con l’erosione dei pilastri della cittadinanza industriale e con la crisi del capitalismo organizzato non sono venuti meno solo o tanto i corpi intermedi, ma sono venuti a mancare soprattutto i luoghi intermedi, gli spazi della socievolezza quotidiana dove bisogni privati e progetti pubblici si intrecciano senza soluzione di continuità. La sfera privata del consumo e della riproduzione si è schiacciata sulla competizione di status, il cui valore sociale, al di là di quello strumentale, è la distanza guadagnata rispetto agli altri. I vissuti di successo sono gravidi di mitemi che rimandano alle capacità personali, del tutto sganciate dalla collettività di appartenenza rispetto cui non sente alcuna gratitudine e responsabilità. I fallimenti e le deprivazioni sono, al contrario, vissute con rabbia e frustrazione. Donne e uomini che vivono la loro individualità in negativo, come impossibilità di essere riconosciuti come persone e perciò esposti a crisi di autostima, perdita di capacità di aspirare e di inserire “il futuro nel quotidiano” (Il futuro nel quotidiano, a cura di O. de Leonardis e M. Deriu, Egea, 2012). La dicotomia secca vincente-perdente fornisce il criterio sociale di classificazione predominante e la regola di “riconoscimento” è quella sprezzante del winners-take-all. Quale domanda di politica può nascere da una società con una sfera pubblica di questo tipo? Quale rilevanza può avere l’opinione pubblica se gli spazi e i meccanismi di formazione del “noi” sono ridotti a narrative centrate sulle qualità individuali o sulla loro mancanza?

La priorità per una classe dirigente all’altezza dei tempi dovrebbe essere questa. Impegnarsi per ricostruire spazi, luoghi e modalità per sperimentare in modo pratico la capacità di aspirare a un futuro condiviso. Luoghi intermedi, una volta tipici delle fabbriche e della solidarietà di classe, oggi diffusi e radicati nei territori, dalle periferie alle aree interne, nei luoghi dello sfruttamento e in quelli dell’innovazione sociale, dalle nuove forme associative a ciò che resta di quelle tradizionali, ma anche nei luoghi della produzione della riproduzione. Luoghi intermedi capaci di intercettare la domanda di cittadinanza e il policentrismo territoriale, normativo ed esperienziale, caratterizzato da bisogni in parte simili e in parte unici. Un lavoro lungo e faticoso di costruzione politica e istituzionale che non si risolve con una cena tra amici, i cui effetti benefici si potranno vedere solo nel tempo e che, se mai ci saranno, potranno in futuro costituire le basi sociali per una nuova domanda di politica.

Basi che, per essere generative di una domanda di politica emancipativa e di sinistra (F. Barca, Diseguaglianze, Conflitto, Sviluppo, Donzelli, 2021), dovrebbero nascere vicino a conflitti sociali ed economici, a ridosso di controversie sull’uso degli spazi e delle risorse, intorno ad asimmetrie di potere tra “chi ha” e “chi non ha”, vicino alle persone e nei luoghi di vita, lavoro e consumo, accanto alla possibili relazioni tra diritti economici e civili. Tessendo reti di significati tra bisogni quotidiani e soluzioni collettive. Senza però invocare valori pre-costituiti, le cui condizioni di efficacia richiedono condizioni strutturali e organizzative lontanissime dagli assetti socio-politici in cui siamo oggi immersi.

Bibliografia

Collettivo per l’economia fondamentale, Economia fondamentale, Einaudi, 2019

E. Klinenberg, Costruzioni per le persone, Ledizioni, 2019

K. Rawhorth, L’economia della ciambella, Edizioni Ambiente, 2017

È il testo della lezione svolta il 3 febbraio 2022 a Torino nel liceo Gioberti occupato.
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sbilanciamoci
Sulla strada
di Giulio Marcon, su Sbilanciamoci

12 Febbraio 2022 | Sezione: Editoriale, Società
In un momento in cui la transizione ecologica rappresenta una sfida immensa per il lavoro e le produzioni del passato, il dialogo tra ambientalisti e lavoratori è assolutamente fondamentale. E anche l’associazionismo e il terzo settore hanno bisogno di passare dalla verticalità all’orizzontalità, dal professionismo progettante a pratiche dal basso effettivamente partecipate.

Nei mesi preparatori la conferenza d’organizzazione della CGIL, il segretario generale Maurizio Landini ha evocato in più di una occasione la necessità di un “sindacato di strada”. Nell’era della frammentazione e della precarizzazione del mercato del lavoro, una visione verticale e per categorie dell’organizzazione sindacale non funziona più. E’ necessario – e rapidamente – tornare ad una dimensione orizzontale e confederale, si potrebbe dire. In sostanza andrebbe riscoperta la natura sociale e territoriale delle camere del lavoro, o dei lavori, come luogo di organizzazione della mobilitazione e della conflittualità sociale, in cui includere anche soggetti diversi: gli studenti, gli ambientalisti, gli attivisti sociali.

Includere significa fare delle cose insieme e più semplicemente ospitare nei luoghi del sindacato queste organizzazioni o – come hanno fatto alcune categorie in Germania – cooptare come osservatori indipendenti negli organismi sindacali anche rappresentanti delle associazioni ambientaliste. In un momento in cui la transizione ecologica rappresenta una sfida immensa per il lavoro e le produzioni del passato, il dialogo tra ambientalisti e lavoratori è assolutamente fondamentale. Senza questo salto, il sindacato rischia di diventare un’organizzazione di pensionati, di dipendenti pubblici e di poche grandi categorie produttive. In un paese in cui oltre il 95% del nostro tessuto produttivo è di piccole e piccolissime imprese e il lavoro parcellizzato, autonomo e precario arriva alla soglia del 40%, partire dai luoghi di lavoro non è efficace più tanto come una volta; una gran parte di lavoratori non li raggiungi. C’è parecchio cammino da fare, e forse non è neanche veramente cominciato.

Tornare sulla strada è un invito che vale anche per l’associazionismo (quello più organizzato e grande), e non solo per il sindacato. Anche il mondo del terzo settore ha subito nel corso degli anni una involuzione burocratica, corporativa e autoreferenziale, all’insegna di progetti spesso studiati e realizzati a tavolino. Questo ha trasformato – anche in questo mondo – i cittadini in utenti e beneficiari dentro una retorica e un professionismo della partecipazione spesso calata dall’alto, o veicolata dai social.

Anche l’associazionismo ed il terzo settore hanno bisogno di passare dalla verticalità all’orizzontalità, dal professionismo progettante a pratiche dal basso ed effettivamente partecipate. Hanno bisogno di tornare a confrontarsi con l’organizzazione attiva dei cittadini, con i conflitti, con il rammendo di un tessuto sociale che in questi anni è stato devastato. Va ricordato che gran parte del mondo del terzo settore è fatto di piccoli gruppi, composti solo da volontari: si tratta di una realta molto parcellizzata, che non si fa soggettività politica e non ha rappresentanza generale.

Sindacato e associazionismo si trovano dunque a fonteggiare sfide analoghe nell’epoca della disintermediazione e delle sirene del corporativismo e dell’autoreferenzialità: tornare ad essere soggetti capaci di rappresentare l’interesse collettivo e il bene comune di lavoratori e cittadini ammaliati dalla scorciatoia del populismo e di un tornaconto individuale e di corporazione.

Tornare sulla strada è il modo con il quale si riacquista la legittimità in nome della quale si può aspirare ad essere soggetti del cambiamento.
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Oggi domenica 13 febbraio 2022

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Carbonia. Alle ore 12 del 16 luglio “la CGIL aveva proclamato la cessazione dello sciopero, imponendo questa sua decisione a una base piuttosto riottosa”. Il racconto del sindaco Mistroni, il parere del prefetto
13 Febbraio 2022
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Oggi post domenicale sulla storia di Carbonia dal 1° settembre 2019.
Ma il fatto più rilevante dello sciopero fu, a Carbonia, il disarmo non violento e generalizzato, della forza pubblica da parte dei manifestanti, come racconta Renato Mistroni, molti di loro persuasi che l’attentato a Togliatti fosse una provocazione per ricacciare il movimento nella […]
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Che succede?

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11 Febbraio 2022 by Giampiero Forcesi | su C3dem. [segue]

Oggi sabato 12 febbraio 2022

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni————-
O si fa una buona legge elettorale o la competizione democratica è a rischio
12 Febbraio 2022 su Democraziaoggi.
La legge elettorale è indispensabile prima delle prossime elezioni politiche. Abbiamo rischiato due volte di precipitare verso elezioni […]
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Pandemia e generatività. Bambini e adolescenti ai tempi del Covid

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Alla rete dei comunicatori degli Aderenti e degli Associati all’Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile (Aladinpensiero aderisce alla rete).

Pandemia e generatività. Bambini e adolescenti ai tempi del Covid

Carissime e carissimi,
Con piacere vi segnaliamo che venerdì 18 febbraio 2022, si terrà l’evento online “Pandemia e generatività. Bambini e adolescenti ai tempi del Covid”, organizzato dall’ASviS insieme alla Consulta scientifica del Cortile dei Gentili. L’incontro rappresenta un’occasione per discutere di come affrontare le ripercussioni sociali e psicologiche su bambini, bambine e adolescenti, causate dalla pandemia. [segue]