Monthly Archives: novembre 2021

America America

a7ea09a4-ec8a-4164-b80f-caf0b9240243BIDEN SUL CIGLIO DEL BURRONE MA FIDUCIOSO
di Marino de Medici
Joe Biden e il partito democratico procedono sul ciglio del burrone ad un anno dalle esplosive elezioni di midterm, nelle quali la perdita di un seggio senatoriale e di tre seggi democratici alla Camera dei Rappresentanti consegnerebbero il potere nelle mani dei repubblicani. La pandemia non accenna ad affievolirsi: ogni giorno muoiono mille americani e le vaccinazioni vanno a rilento. Ma l’orizzonte non è completamente buio per Biden: gli ultimi dati sull’occupazione e sulla spesa dei consumatori lasciano sperare sul ritorno alla normalità. In sostanza, l’esito della prossima consultazione non dipende da alcun effetto dirompente del predominio che l’ex presidente Trump esercita sul partito e i suoi candidati ma dalla crescita dell’economia americana di pari passo con la crescita dei posti di lavoro.
[segue]

Oggi venerdì 19 novembre 2021

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni———————-
DDL Concorrenza. La concorrenza non può essere un pretesto per negare diritti fondamentali delle persone, né per smantellare i servizi pubblici. Non è questo che chiede l’Europa
19 Novembre 2021
Red su Democraziaoggi.

La Presidenza del Coordinamento per la democrazia costituzionale ci invia questa presa di posiione, che condividiamo e pubblichiamo.
Il 4 novembre il Consiglio dei Ministri ha varato il tanto atteso ddl sulla concorrenza ed il mercato. Il testo interviene sulla rimozione delle barriere all’entrata dei mercati, sui servizi pubblici locali, su energia e sostenibilità ambientale, […]
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Oggi giovedì 18 novembre 2021

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“Pane e ciliegie”, libro per bambini e non solo
18 Novembre 2021
Rosamaria Maggio su Democraziaoggi.
Ho letto il libro per bambini e ragazzi “Pane e ciliegie”, ed. Mondadori, ed ho scoperto un bel lavoro, per adulti e maestri oltre che per i bambini, destinatari scontati.
Con questo racconto romanzato, che attinge alle fonti storiche, primo fra tutti l’archivio storico del Centro di documentazione Ebraica di Milano, dove è custodito il […]
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News Costituente Terra e Chiesadituttichiesadeipoveri

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Newsletter n. 54 del 17 novembre 2021

BUSSATE E VI COSTRUIREMO UN MURO

Care Amiche ed Amici,
“Bussate e vi sarà aperto”, il ben noto versetto del Vangelo di Luca nella cattolicissima Polonia viene interpretato a contrario: bussate quanto vi pare, mai vi sarà aperto. Anzi non solo non vi sarà aperto ma alzeremo un muro, proprio come è avvenuto a Berlino nell’agosto del 1961, per impedire a chiunque l’attraversamento della frontiera. E’ questo l’annuncio dato il 15 novembre dal premier polacco Mateusz Morawiecki, che ha precisato che la costruzione inizierà già nel mese di dicembre. Nella stessa giornata in un’intervista concessa all’Agenzia Pap, il premier polacco ha ventilato l’intervento della NATO: “Stiamo discutendo con la Lettonia ma soprattutto con la Lituania se non mettere in funzione l’articolo 4 della Nato; ci sembra che ne abbiamo sempre più bisogno (..) Ormai sappiamo che per fermare il regime bielorusso non bastano solo le parole”. L’art. 4 del Trattato Nato riguarda la difesa esterna.
Ormai è evidente che ci troviamo di fronte allo scatenarsi di una nuova guerra fredda, alla nascita di una nuova cortina di ferro, spostata un po’ più a est della precedente ma ugualmente contrassegnata da muri, distese di cavalli di frisia, eserciti che si confrontano, armi che si accumulano. C’è da chiedersi allora, dov’è il casus belli, qual è l’oggetto della controversia che ci ha fatto precipitare in una crisi così profonda e grave? Dove sono le truppe che minacciano la frontiera polacca e con quali armi?
E’ paradossale, ma l’armata che minaccia la Polonia ed i confini orientali dell’Unione Europea è uno sparuto nucleo di uomini, donne e bambini, accampati in un bosco al freddo e al gelo, armati solo dalla speranza di una vita migliore, sottratta agli insulti della violenza e della fame da cui sono fuggiti.
Certamente queste persone sono state portate alla frontiera nel quadro di una politica cinica che sfrutta la loro disperazione come merce di scambio politico o come rivalsa verso le sanzioni che la UE ha adottato nei confronti della Bielorussia, ma questo non cambia la sostanza del problema: il rifiuto di ogni forma di umana solidarietà e di accoglienza nei confronti dei profughi che percorre tutta l’Unione Europea ed assume caratteri di vera paranoia in Polonia e Ungheria.
Parlando del dramma dei migranti all’inaugurazione dell’anno accademico a Siena, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato: “E’ sconcertante quanto avviene ai confini dell’UE, c’è un divario con i principi proclamati (..) Sorprendente il divario tra i grandi principi proclamati e non tenere conto della fame e del freddo a cui sono esposti esseri umani ai confini dell’Unione”.
Anche se non ne ha tratto le conclusioni politiche, Mattarella ha rotto il tabù dell’indifferenza qualificando i profughi accalcati alla frontiera, non come invasori, non come alieni, ma come “esseri umani”.
E’ proprio questo il punto, le politiche di respingimento dei flussi migratori adottate dall’Unione Europea sono sostenibili solo al prezzo di disumanizzare la folla dei profughi, di considerarli merce indesiderata da bloccare ai confini, ancor meglio prima che arrivino ai confini dell’UE.
C’è un divario sconcertante fra i grandi principi proclamati solennemente nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e quello che sta accadendo sotto i nostri occhi. Che senso ha dichiarare che la dignità umana è inviolabile (art.1), che ogni persona ha diritto alla vita (art. 2), che ogni persona ha diritto alla propria integrità fisica e psichica (art. 3), se poi si lasciano morire di fame e di freddo le persone accampate alla frontiera, che senso ha riconoscere il diritto di asilo (art. 18) secondo la Convenzione di Ginevra del 1951, se poi si impedisce ai profughi di presentarsi alla frontiera per richiedere asilo?
Persino Putin si è potuto permettere di bacchettare l’Unione Europea osservando che non rispetta i suoi stessi principi umanitari.
E’ veramente assurdo che si schieri un’armata in assetto di guerra per proteggere la frontiera dall’assalto di 4.000 persone disarmate che chiedono solo di poter vivere. Nell’Unione Europea vivono circa 400 milioni di persone; i profughi accampati alla frontiera polacca, percepiti come una minaccia dai leaders sovranisti, non rappresentano neppure lo 0,01% della popolazione europea. In Italia negli ultimi dieci anni sono sbarcate 876.000 persone giunte dal mare; una piccola parte sono state rimpatriate, tutti gli altri sono stati assorbili senza drammi dall’Italia e dagli altri Paesi europei. E’ singolare che il Consiglio dei Ministri degli esteri abbia varato nuove sanzioni contro la Bielorussia, senza muovere un dito per consentire che le persone accampate nella foresta potessero essere accolte da qualche Paese europeo.
E’ singolare che un continente in crisi demografica in cui cresce l’invecchiamento della popolazione, respinga i bambini accampati al freddo nella foresta, privandosi dei loro sogni, della loro gioia di vivere, della loro energia vitale, e si cinga di filo spinato alle frontiere.
E’ urgente una rivolta morale ed un’azione politica coerente: dobbiamo pretendere che siano salvati i profughi alla frontiera per salvare l’onore e l’anima dell’Europa.
Con i più cordiali saluti

www.costituenteterra.it (Domenico Gallo)

P.S. Si riunirà mercoledì 24 novembre alle ore 16 alla Biblioteca Vallicelliana in piazza della Chiesa Nuova 18 con la partecipazione di Paola Paesano Raul Mordenti e Luigi Narducci il gruppo di lavoro Costituente Terra/Scuola. A tema dell’incontro il progetto avviato con il liceo romano Keplero per una riflessione nella prospettiva di un costituzionalismo globale sui temi posti da Costituente Terra, quali il cambiamento climatico, l’ambiente, guerre e produzione delle armi, fame e diritto alla salute, migrazioni. Gli associati a Costituente Terra presenti a Roma che vi siano interessati, sono invitati a partecipare.

P.S. Un appello diffuso dalla “Società della cura” esprime perplessità e preoccupazione per l’ormai prossima assunzione italiana del comando della missione della Nato in Iraq lamentando che non vi sia stata un’adeguata discussione pubblica in proposito. La missione verrebbe ampliata da 500 a 4.000 uomini trasformandosi di fatto in missione di combattimento rispetto a quella che, almeno sulla carta, era solamente funzionale all’addestramento dell’esercito iracheno. La recente decisione di dotare le Forze Armate italiane di una flotta di Hero-30, i cosiddetti droni Kamikaze finalizzati all’utilizzo nel “mutato scenario operativo in Iraq”, come scritto nella relazione del Ministero della Difesa riportata dall’osservatorio Milex, non può che aggravare – dice l’appello – questa preoccupazione. L’Iraq è uno dei Paesi nel quale si combatte da tempo il conflitto che oppone Stati Uniti e Iran. Il rischio è che l’Italia rimanga invischiata nella lotta per il controllo dell’Iraq, per conto di potenze che, come si è visto in Afghanistan, non sono in grado di favorire lo sviluppo della democrazia e dei diritti umani; anche con la conseguenza di nuovi rischi più gravi per la sicurezza delle organizzazioni umanitarie italiane che operano in Iraq. Chi intende aderire a questo appello lo può fare scrivendo a societadellacura@gmail.com
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Chiesadituttichiesadeipoveri
Newsletter n. 239 del 17 novembre 2021

UNA GUERRA OCCULTA

Care Amiche ed Amici,
abbiamo il piacere di condividere la newsletter scritta da Domenico Gallo per i destinatari di “Costituente Terra”:

“Bussate e vi sarà aperto”, il ben noto versetto del Vangelo di Luca nella cattolicissima Polonia viene interpretato a contrario: bussate quanto vi pare, mai vi sarà aperto. Anzi non solo non vi sarà aperto ma alzeremo un muro, proprio come è avvenuto a Berlino nell’agosto del 1961, per impedire a chiunque l’attraversamento della frontiera. E’ questo l’annuncio dato il 15 novembre dal premier polacco Mateusz Morawiecki, che ha precisato che la costruzione inizierà già nel mese di dicembre. Nella stessa giornata in un’intervista concessa all’Agenzia Pap, il premier polacco ha ventilato l’intervento della NATO: “Stiamo discutendo con la Lettonia ma soprattutto con la Lituania se non mettere in funzione l’articolo 4 della Nato; ci sembra che ne abbiamo sempre più bisogno (..) Ormai sappiamo che per fermare il regime bielorusso non bastano solo le parole”. L’art. 4 del Trattato Nato riguarda la difesa esterna.
Ormai è evidente che ci troviamo di fronte allo scatenarsi di una nuova guerra fredda, una guerra occulta, alla nascita di una nuova cortina di ferro, spostata un po’ più a est della precedente ma ugualmente contrassegnata da muri, distese di cavalli di frisia, eserciti che si confrontano, armi che si accumulano. C’è da chiedersi allora, dov’è il casus belli, qual è l’oggetto della controversia che ci ha fatto precipitare in una crisi così profonda e grave? Dove sono le truppe che minacciano la frontiera polacca e con quali armi?
E’ paradossale, ma l’armata che minaccia la Polonia ed i confini orientali dell’Unione Europea è uno sparuto nucleo di uomini, donne e bambini, accampati in un bosco al freddo e al gelo, armati solo dalla speranza di una vita migliore, sottratta agli insulti della violenza e della fame da cui sono fuggiti.
Certamente queste persone sono state portate alla frontiera nel quadro di una politica cinica che sfrutta la loro disperazione come merce di scambio politico o come rivalsa verso le sanzioni che la UE ha adottato nei confronti della Bielorussia, ma questo non cambia la sostanza del problema: il rifiuto di ogni forma di umana solidarietà e di accoglienza nei confronti dei profughi che percorre tutta l’Unione Europea ed assume caratteri di vera paranoia in Polonia e Ungheria.
Parlando del dramma dei migranti all’inaugurazione dell’anno accademico a Siena, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha dichiarato: “E’ sconcertante quanto avviene ai confini dell’UE, c’è un divario con i principi proclamati (..) Sorprendente il divario tra i grandi principi proclamati e non tenere conto della fame e del freddo a cui sono esposti esseri umani ai confini dell’Unione”.
Anche se non ne ha tratto le conclusioni politiche, Mattarella ha rotto il tabù dell’indifferenza qualificando i profughi accalcati alla frontiera, non come invasori, non come alieni, ma come “esseri umani”.
E’ proprio questo il punto, le politiche di respingimento dei flussi migratori adottate dall’Unione Europea sono sostenibili solo al prezzo di disumanizzare la folla dei profughi, di considerarli merce indesiderata da bloccare ai confini, ancor meglio prima che arrivino ai confini dell’UE.
C’è un divario sconcertante fra i grandi principi proclamati solennemente nella Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea e quello che sta accadendo sotto i nostri occhi. Che senso ha dichiarare che la dignità umana è inviolabile (art.1), che ogni persona ha diritto alla vita (art. 2), che ogni persona ha diritto alla propria integrità fisica e psichica (art. 3), se poi si lasciano morire di fame e di freddo le persone accampate alla frontiera, che senso ha riconoscere il diritto di asilo (art. 18) secondo la Convenzione di Ginevra del 1951, se poi si impedisce ai profughi di presentarsi alla frontiera per richiedere asilo?
Persino Putin si è potuto permettere di bacchettare l’Unione Europea osservando che non rispetta i suoi stessi principi umanitari.
E’ veramente assurdo che si schieri un’armata in assetto di guerra per proteggere la frontiera dall’assalto di 4.000 persone disarmate che chiedono solo di poter vivere. Nell’Unione Europea vivono circa 400 milioni di persone; i profughi accampati alla frontiera polacca, percepiti come una minaccia dai leaders sovranisti, non rappresentano neppure lo 0,01% della popolazione europea. In Italia negli ultimi dieci anni sono sbarcate 876.000 persone giunte dal mare; una piccola parte sono state rimpatriate, tutti gli altri sono stati assorbili senza drammi dall’Italia e dagli altri Paesi europei. E’ singolare che il Consiglio dei Ministri degli esteri abbia varato nuove sanzioni contro la Bielorussia, senza muovere un dito per consentire che le persone accampate nella foresta potessero essere accolte da qualche Paese europeo.
E’ singolare che un continente in crisi demografica in cui cresce l’invecchiamento della popolazione, respinga i bambini accampati al freddo nella foresta, privandosi dei loro sogni, della loro gioia di vivere, della loro energia vitale, e si cinga di filo spinato alle frontiere.
E’ urgente una rivolta morale ed un’azione politica coerente: dobbiamo pretendere che siano salvati i profughi alla frontiera per salvare l’onore e l’anima dell’Europa.
Con i più cordiali saluti

www.chiesadituttichiesadeipoveri.it
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Per un’educazione sinodale

sinodo-pcc-01Tonio Dell’Olio su Rocca 19/2021.
Nonostante il tema del Sinodo continui ad essere dibattuto e «frequentato» in seno alle chiese locali e ad alcune associazioni e nonostante il Consiglio permanente della Conferenza episcopale italiana si affanni a produrre linee guida, tappe e itinerari, si comprende bene come quella del Sinodo sia una mentalità estranea alla cultura ecclesiale italiana e che ci trovi tutti abbastanza impreparati. [segue]

WARFREE – LIBERU DAE SA GHERRA Una proposta economica alternativa per la Sardegna, dentro la Transizione Ecologica

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Associazione di categoria
“Warfree – Rete Imprenditori, Commercianti e Professionisti
per la Pace e la Transizione Ecologica”
Via Firenze, 9 – 09016 – Iglesias (SU)
tel. 346 1275482 – 327 8194752 – 393 9868774
www.warfree.it – www.warfree.net – presidenza@warfree.net

Iglesias, 17/11/2021

WARFREE – LIBERU DAE SA GHERRA
Una proposta economica alternativa per la Sardegna, dentro la Transizione Ecologica

Sabato 20 novembre, dalle 9:15 alle 13:15, presso l’Aula A della Facoltà di Economia, Giurisprudenza e Scienze Politiche di Cagliari, in Via Sant’Ignazio da Laconi, n.76, si terrà il Convegno “WARFREE – LIBERU DAE SA GHERRA – Una proposta economica alternativa per la Sardegna, dentro la Transizione Ecologica”.

Organizza la RETE WARFREE con il supporto scientifico di alcuni docenti dell’Università di Cagliari e l’intervento del Prof. Raul Caruso, docente di Politica Economica all’Università Cattolica di Milano.
Sono state invitate a partecipare tutte le più alte cariche istituzionali della Sardegna, gli amministratori locali, i rappresentanti delle organizzazioni datoriali, sindacali, economiche, culturali e religiose della regione.
Oltre ai relatori Caruso, Esu, Bullegas e Melis, interverranno alla Tavola Rotonda moderata dal giornalista Roberto Loddo, le deputate Ehm e Suriano, la Consigliera regionale e Sindaca di Elmas Orrù, il giornalista Cefaloni di Città Nuova, nonché altri in attesa di conferma.
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E’ online il manifesto sardo trecentotrentotto.

pintor il manifesto sardoIl numero 338
Il sommario

Che succede?

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PATTO DI MAGGIORANZA: PER LA FINANZIARIA E/O PER IL COLLE?
16 Novembre 2021 su C3dem.
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I PROFUGHI E IL FILO SPINATO: LO SCONCERTO DI MATTARELLA (E NOSTRO)
16 Novembre 2021 su C3dem.
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CL, LE DIMISSIONI DI CARRÓN. OMBRE NELLA CHIESA ITALIANA
16 Novembre 2021 su C3dem.
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Oggi mercoledì 17 novembre 2021

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni———————-
min_copertina-mario-antonino-e-gli-altri-i“Mario Antonino e gli altri. 1938, Monserrato: le carte dell’Ovra raccontano come 80 anni fa un gruppo di giovani sfidò il regime fascista”
17 Novembre 2021
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Presentazione, con l’Autore, Giovedì 18 novembre a CAGLIARI, dalle 18 alle 20, presso la Sala Renzo Laconi della Fondazione Berlinguer in Via Emilia 39.
Dall’Introduzione: “Quando nel 1936 ha inizio la vicenda che ha come protagonisti un gruppo di giovani monserratini che si opposero alla dittatura fascista, i loro “leaders” Mario Corona, noto “Fidellinu”, e Antonino Tinti, noto “Sceriffo”, avevano rispettivamente 20 anni e 17 anni, più o meno questa era anche l’età degli altri ragazzi “sovversivi” monserratini che erano stati accusati di voler “attentare all’unità nazionale” e deferiti al Tribunale Speciale… Questa non è ‘una storia minima’ e neanche una storia locale, o non è solo una storia locale monserratina” […]
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Ordine dei giornalisti della Sardegna: le nuove cariche.

odg-sEletti: il presidente, il vice presidente, il segretario e il tesoriere.
Il Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna ha eletto oggi, a maggioranza, il giornalista professionista Francesco Birocchi, giornalista professionista, presidente regionale dell’Ordine per il triennio 2021-2024. Vice presidente è stata eletta Daniela Paba, giornalista pubblicista. Segretario è stato eletto il professionista Luigi Almiento e tesoriere il professionista Paolo Mastino.
Si è riunito anche il neoeletto Collegio dei revisori dei conti che ha eletto suo presidente il giornalista professionista Rosario Cecaro.
Da Aladinpensiero a tutti gli eletti Auguri di buon lavoro.

Oggi martedì 16 novembre 2021

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Presentazione, con l’Autore Marco Sini, Giovedì 18 novembre a CAGLIARI, dalle 18 alle 20, presso la Sala Renzo Laconi della Fondazione Berlinguer in Via Emilia 39.
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Quirra, nessuna elasticità. Solo la rigidità cieca della legge
16 Novembre 2021
Fernando Codonesu su Democraziaoggi.
In generale l’acume proverbiale di Amsicora mi trova quasi sempre d’accordo. In questo caso credo opportuno fare qualche piccola precisazione, perché nel processo di Lanusei, come in tutti i processi a dire il vero, era in discussione solo la verità processuale […]
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coordinamentoLa concorrenza non può essere un pretesto per negare diritti fondamentali delle persone, né per smantellare i servizi pubblici. Non è questo che chiede l’Europa
Il 4 novembre il Consiglio dei Ministri ha varato il tanto atteso ddl sulla concorrenza ed il mercato. Il testo interviene sulla rimozione delle barriere all’entrata dei mercati, sui servizi pubblici locali, su energia e sostenibilità ambientale, sulla tutela della salute, sullo sviluppo delle infrastrutture digitali e sulla rimozione degli oneri e la parità di trattamento tra gli operatori. [segue]

Oggi lunedì 15 novembre 2021

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——————-Opinioni, Commenti e Riflessioni———————-
Il diritto è elastico come la pelle dei coglioni. Una prova? Quirra e RVM
15 Novembre 2021
Amsicora su Democraziaoggi.
”Jus, sicut pellem coleorun, flexibilis est“, diceva uno che se ne intendeva, Gustiniano, e niente lo prova di più delle due sentenze rese quasi in contemporanea dal Tribunale di Lanusei sui veleni di Quirra e del Consiglio di Stato sul raddoppio dello stabilimento della RWM tra Domunovas e Iglesias. Nella prima assoluzione per le gerarchie […]
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Per un diverso sviluppo economico

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Mariana Mazzucato per un nuovo patto sociale
Posted by Redazione Sviluppo felice.
Mariana Mazzucato su Social Europe del 14 ott. 2021 lancia un manifesto per un nuovo patto sociale. Lo riassumiamo, sottoscrivendolo dalla prima all’ultima parola.
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Che succede?

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DILEMMA DEL CENTROSINISTRA. E DILEMMA DELLA CRISI CLIMATICA
14 Novembre 2021 su C3dem.
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Coop 26. Accordo al ribasso, delusione, ma anche qualcosa di buono.

b6eff9ff-59ec-43a2-8d76-ec3c3933db7bCop26, passa l’accordo con il ricatto fossile
Terra terra. A Glasgow scontro fino all’ultimo: India e Cina impongono la modifica del documento finale sull’eliminazione del carbone

Lavori della Cop 26
Anna Maria Merlo
il manifesto, EDIZIONE DEL 14.11.2021
PUBBLICATO 13.11.2021, 23:59

Suspence fino all’ultimo alla Cop26 di Glasgow. A un passo dal voto finale, blitz di India e Cina, che hanno imposto un cambiamento: sul carbone, sostituire «phasing-out» (eliminazione progressiva) con «phasing-down» (diminuzione). «Nuova delusione» per la Ue, «grande disappunto» delle piccole isole e di molti paesi.
[segue]