Monthly Archives: aprile 2021

Oggi lunedì 12 aprile 2021

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Appello delle “Madri Contro la repressione-Contro l’operazione Lince” della Sardegna
12 Aprile 2021
Antonella Piras su Democraziaoggi.
Antonella Piras del comitato “Madri Contro la repressione Contro Lince” della Sardegna ci invia un Appello pubblico con invito a firmare. Ogni Giovedì le Madri si ritrovano davanti al Palazzo di Giustizia di Cagliari per testimoniare la necessità di opporsi alla repressione della libertà di pensiero e contro l’Operazione […]
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Don Primo Mazzolari

66ef21d8-2c17-428f-b829-61ef287b10adIL 12 APRILE 1959 MORIVA DON PRIMO MAZZOLARI. Ha lasciato “una traccia scomoda ma luminosa” per preti e laici, come disse papa Francesco il 20 giugno 2017 a Bozzolo in pellegrinaggio sulla tomba del prete dei lontani e dei poveri, vero anticipatore della “chiesa in uscita”.
Chi è impegnato nel sociale e cerca nuove vie e modi per rendere sempre più attuale, visibile e credibile la propria fede ha bisogno di questi punti di riferimento.
Ciascuno, come me e più di me, conosce la vita, le lotte, gli scritti e i dispiaceri di don Primo per le censure subite (ben 11) dal S.Ufficio. “È il destino dei profeti” cercò di spiegare una volta Paolo Vl ai pellegrini di Bozzolo “lui camminava avanti con passo troppo lungo e noi non gli si poteva tener dietro”. Ma Montini lo amava e stimava, infatti lo ha UFFICIALMENTE ANNOVERATO TRA I PROFETI.
Rispondendo al suo Vescovo che gli chiedeva conto per iscritto della sua presa di posizione contro il Concordato del 1929 e perché non avesse cantato il Te Deum nella sua parrocchia come richiesto dai gerarchi fascisti rispose: “Agendo in tal modo ho creduto di seguire un dettame chiaro e preciso della mia coscienza e di interpretare un pensiero di dignità e di libertà che nella chiesa è SACRO ED ETERNO!”. [Armando Mura].
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Parliamo di Scuola.

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di Lucio Garofalo
La legge n. 107 del 2015, altrimenti nota come la “Buona scuola”, varata dal governo Renzi, ha rappresentato la classica “ciliegina sulla torta” di un processo storico ultradecennale (avviato da circa trent’anni, ossia dall’inizio degli anni ’90) di aziendalizzazione e di fascistizzazione della scuola pubblica italiana. [segue]

Oggi domenica 11 aprile 2021

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Carbonia. Il contratto collettivo degli operai dell’industria mineraria dopo la Liberazione
11 Aprile 2021
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Non c’è domenica senza post sulla storia di Carbonia a partire dal 1°settembre 2019.
Il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro degli operai addetti all’industria mineraria viene firmato il 16 ottobre del 1946, uno dei primi rinnovi, nella appena nata Italia repubblicana. Durante quelle agitazioni, il sindacato chiese, su tutto il territorio nazionale, la riduzione […]
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Che succede?

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DRAGHI, TRACCE DI POLITICA ESTERA. IL PD SECONDO GOFFREDO BETTINI
10 Aprile 2021 su C3dem.
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Largo ai giovani. La Chiesa sarda dà il buon esempio. Occorre una forte alleanza intergenerazionale per superare la crisi.

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lampadadialadmicromicro13Plaudiamo alla decisione del Vescovo Mura non solo per la scelta in sé che premia la professionalità della persona, Valentina Pani, rispetto all’importante compito affidatole, ma anche per il significato simbolico che assume [segue]

America America

dec8962f-f217-44e7-b5f6-669daa3cef85LE ARMI E LE STRAGI SENZA FINE IN AMERICA
di Marino de Medici

Le stragi quasi quotidiane in America hanno molte cause, prima fra tutte il fatto che nella nazione esistono più armi da fuoco che abitanti (per la precisione, questi sono 330 milioni). Ma c’è una radice storica che spiega l’accanimento degli americani nel possedere armi da fuoco e nel farne uso in circostanze che variano dalle alterazioni mentali alle vendette, dai suicidi al cosiddetto “road rage”, che scatena gli automobilisti inferociti dalla condotta di altri sulla strade. Quello che fa notizia sono le stragi, designazione riservata all’uccisione di almeno quattro persone, un genere di delitto plurimo predominante nelle scuole e nei luoghi di intrattenimento. E’ una fattispecie criminale in cui gli Stati Uniti eccellono, perpretata da individui armati di AR-15, un fucile semiautomatico originalmente in dotazione all’esercito statunitense.
[segue]

Oggi sabato 10 aprile 2021

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Nel ricordo di Francesco Cocco e Marco Ligas, riflessioni sulla sinistra sarda
di Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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Nel giro di poco tempo, ratione aetatis, per ragioni anagrafiche, stanno pian piano scomparendo i protagonisti degli ultimi 50/60 anni della sinistra sarda. Nell’area critica e di movimento spiccano due figure: Francesco Cocco, deceduto tre anni or sono, e Marco Ligas che ci ha lasciato nei giorni scorsi. [segue]

Recovery Plan

coordinamento
OSSERVAZIONI GENERALI E ALCUNI CONTRIBUTI SUL PNRR
Video conferenza sabato 17 aprile, ore 17.15/20.00
Sabato 17 aprile 2021, dalle 17.15 alle 20.00, verranno discusse in videoconferenza le osservazioni e le proposte al PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) contenute nel documento promosso dalle associazioni CDC, Laudato si’ e NOstra!, che riportiamo sinteticamente di seguito.
Coordinerà i lavori Alfiero Grandi, vicepresidente vicario del Coordinamento per la democrazia costituzionale. Introdurranno Massimo Villone, presidente del CDC, Mario Agostinelli, presidente di Laudato sì’, Jacopo Ricci, presidente di Nostra!.
Hanno assicurato il loro intervento Claudio De Fiores, Alex Sorokin, Rossella Muroni, Loredana De Petris, Maria Grazia Midullà, Daniela Padoan, Giuseppe Onufrio, MassimoGirotto, Laura Vallaro, Andrea Orlando, Gianna Fracassi, Massimo Scalia.
La riunione sarà trasmessa sulla nostra pagina facebook del CDC (https://www.facebook.com/referendumiovotono/).
[segue]

Senza una buona Pubblica Amministrazione il Paese non si riprende.

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Come uscire dalla crisi? Assumere nella pubblica amministrazione
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Volerelaluna – Aladinpensiero online
Il totale turn-over nella pubblica amministrazione, assumendo un giovane per ogni dipendente che va in pensione è senz’altro necessario, ma è lungi dall’essere sufficiente. Se si vuole attuare una seria riforma della Pubblica Amministrazione è necessario che l’organico aumenti, e di molto. I nostri studi suggeriscono che un aumento di circa un milione di unità è ragionevole e può essere finanziato agevolmente. Non c’è qui lo spazio per riportare tutti i dati, gli argomenti e le elaborazioni che suffragano questa proposta (già in parte illustrata sulle pagine di Volerelaluna: https://volerelaluna.it/economie/2018/03/15/una-proposta-per-affrontare-la-crisi-assumere-un-milione-di-addetti-nella-pubblica-amministrazione/); il lettore interessato potrà scaricare un documento più ampio dal sito www.centrostudiargo.it.

Un piano straordinario di assunzioni è necessario in quanto gli occupati nel settore pubblico in Italia sono eccezionalmente pochi se confrontati ai paesi coi quali amiamo confrontarci, come la Francia, la Germania e il Regno Unito; in effetti sono assai più vicini al dato di paesi con cui non amiamo confrontarci, come la Grecia. Consideriamo gli addetti totali, pubblici e privati, nell’insieme dei settori tipicamente pubblici, in cui cioè è prevalente l’occupazione pubblica: la pubblica amministrazione stessa, la sanità, l’istruzione, l’assistenza sociale e la fornitura di gas, acqua ed elettricità. Questi dati sono più significativi di quelli relativi al settore pubblico in senso stretto (che comunque compaiono nel documento citato e danno le stesse indicazioni) in quanto non sono influenzati dai diversi livelli di esternalizzazione. Nel Regno Unito ci sono 155 addetti ogni 1.000 abitanti, in Germania 147, in Francia 134, in Grecia 90 e in Italia 84. Questi dati possono essere letti in modo più drammatico osservando che i tassi di disoccupazione di Francia, Regno Unito e Germania sarebbero molto più alti di quello italiano (che oggi – o meglio, ieri, prima del Covid – è del 10,3%, il più alto fra i quattro) se il rapporto fra numero di abitanti e numero di addetti ai settori tipicamente pubblici fosse lo stesso dell’Italia: il tasso di disoccupazione della Francia passerebbe dall’8,7% al 20,4%, quello del Regno Unito dal 4,8% al 19,1% e quello della Germania dal 3,3% al 15,8%. Il discorso non cambia se si fa riferimento agli addetti amministrativi in senso stretto, quelli troppo spesso ritenuti “travet” poco produttivi. In Germania ce ne sono 35 ogni 1.000 abitanti, in Francia 37 e nel Regno Unito 32; in Italia 20. Appare chiaro allora che il problema della bassa produttività della Pubblica Amministrazione (cioè quanto ciascun addetto “produce”) non è separabile da quello della bassa produzione (cioè quanto la Pubblica Amministrazione nel suo complesso produce).

Che il numero di addetti alla Pubblica Amministrazione sia anormalmente basso è dimostrato anche da altri due dati, molto noti: rispetto alla media dei paesi sviluppati in Italia ci sono pochissimi laureati, ma la percentuale di laureati disoccupati è altissima. Questo paradosso viene di solito disinvoltamente spiegato con l’ipotesi che gli italiani “si laureano nelle materie sbagliate”. Come risulta dai dati, ciò spiega ben poco: il motivo più importante è proprio il sottodimensionamento della Pubblica Amministrazione, che per sua natura in un paese sviluppato occupa un alto numero di laureati, dal momento che è competente per la salute, l’istruzione, l’assistenza sociale e, ovviamente, per l’amministrazione stessa.

Quanto costerebbe assumere un milione di nuovi addetti? Secondo le nostre stime, circa 26,5 miliardi all’anno. Questi possono essere reperiti in vari modi; qui indichiamo quello che a nostro avviso è il più semplice, ed è quello che ha più effetti positivi e meno effetti negativi. Sono comunque plausibili anche altre modalità. La nostra proposta è che si ricorra ad una imposta di solidarietà sulla ricchezza finanziaria (quindi non sugli immobili). Tale ricchezza è molto elevata (4.445 miliardi, quasi tre volte il PIL di un anno) e molto concentrata, quindi 26,5 miliardi possono essere ottenuti con aliquote molto basse. È importante notare che la trasformazione di 26,5 miliardi di ricchezza (che non fa parte del PIL)in reddito farebbe crescere automaticamente il PIL di circa l’1,7%, e che gli effetti moltiplicativi consentirebbero l’abolizione dell’imposta straordinaria entro pochi anni, probabilmente quattro. Né va dimenticato che l’esborso per i contribuenti sarebbe inferiore al rendimento normale della ricchezza finanziaria, e quindi che lo stock iniziale di capitale non verrebbe ridotto. Infine, questa modalità è anche, a nostro avviso, quella più etica: in un’emergenza è giusto che chi ha di più aiuti chi ha di meno.

Questo per quanto riguarda i benefici. I costi – peraltro molto modesti ‒ sarebbero sopportati quasi esclusivamente dai due decimi più ricchi delle famiglie. Nel nostro scenario-base, quello con aliquota e quota esente più basse (rispettivamente 1% e 100.000€), il 60% meno abbiente della popolazione non pagherebbero nulla, e il settimo e l’ottavo decimo quasi nulla; l’aliquota effettiva, data l’esenzione, sarebbe minore dell’1% anche per il decimo più ricco. Naturalmente operando sulla quota esente e sull’aliquota si possono ottenere diversi scenari: per esempio, con una quota esente di 200.000€ e un’aliquota dell’1,33% sarebbe l’80% delle famiglie a non pagare nulla, e il decimo più ricco pagherebbe poco più dell’1%, mentre, con una quota esente di 300.000€ e un’aliquota dell’1,73% solo il decimo più ricco sarebbe tassato, pagando l’1,16%. La futura disponibilità di dati più aggiornati potrebbe rendere necessario modificare queste cifre, ma solo di molto poco.

Ci sentiamo di affermare che anche molti tra coloro che dovranno sostenere l’onere di questa imposta di solidarietà non sarebbero pregiudizialmente contrari, come risulta da un sondaggio condotto qualche anno fa (scaricabile da https://econpapers.repec.org/paper/ucaucapdv/185.htm) e anche da alcune recenti interviste di qualche arci-miliardario americano. Dopo tutto in tal modo non solo si darebbe un valido contributo alla crescita dell’economia sia dal lato della domanda sia da quello dell’offerta, ma si darebbe anche lavoro a un milione di giovani, ora disoccupati o sotto-occupati, e certamente la maggior parte delle famiglie conosce qualcuno di essi. Infine, è bene ricordare che i costi di esazione sarebbero praticamente nulli per lo Stato e del tutto nulli per il contribuente, come già è il caso per l’imposta di bollo.

Dove, come, e chi assumere deve essere oggetto di valutazioni tecniche accurate. Pensiamo però che sia possibile avanzare fin d’ora qualche suggerimento riguardo ai criteri cui ci si dovrebbe attenere. In particolare, bisognerà tenere conto dei costi in aggiunta allo stipendio connessi all’attivazione di un posto di lavoro e dell’offerta potenziale di giovani con qualifiche tali da potere essere facilmente addestrati on the job, e operare su quei settori che offrano le maggiori attivazioni sull’economia nel suo complesso. È evidente che tutto ciò – così come la fissazione dell’aliquota e della quota esente – ha anche un aspetto politico. Tuttavia il nostro è e vuole essere un contributo tecnico. Riteniamo quindi di non doverci occupare di questa problematica.

La proposta qui illustrata è stata elaborata da: Filippo Barbera, Università di Torino; Maria Luisa Bianco, Università del Piemonte Orientale; Giancarlo Cerruti, Università di Torino; Bruno Contini, Università di Torino; Ugo Mattei, Università di Torino; Guido Ortona1, Università del Piemonte Orientale; Francesco Scacciati1, Università di Torino; Pietro Terna, Università di Torino; Dario Togati, Università di Torino; Willem Tousijn, Università di Torino.
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PER CORRELAZIONE
FPA, Forum DD e Movimenta presentano “Il Fattore Umano”: Rapporto per la Pubblica Amministrazione.
forum-ddCONCORSI, 105 GIORNI PER ASSUMERE PRESTO E BENE
Pubblicato il 7 Aprile, 2021 in Amministrazioni pubbliche rinnovate, Comunicati.
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FPA, Forum DD e Movimenta presentano “Il Fattore Umano”: Rapporto per la Pubblica Amministrazione
SCARICA IL VADEMECUM
Roma, 7 aprile 2021 – Quarantotto riferimenti legislativi, 13 Decreti legislativi, 8 Decreti legge, 7 Leggi, 4 Decreti del Presidente della Repubblica, 4 Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, 4 Decreti Ministeriali, 1 regolamento europeo, 1 contratto collettivo e 6 adempimenti dell’Ente che istituisce il Concorso. Per non parlare delle Linee guida per il piano di fabbisogno di personale e la direttiva del Ministro della PA sui concorsi. È questo il dedalo normativo in un cui si incappa leggendo un bando “tipo” del Dipartimento della Funzione pubblica. Allora non c’è speranza di assumere presto e bene? No, è possibile. E succede. Può e deve diventare pratica di sistema.

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Una forte intesa intergenerazionale per superare la crisi.
Da Aladinpensiero online (10 aprile 2021)
(…) E dunque per quanto accade oggi c’è certo da preoccuparci, partendo però da un dato: non è vero che i giovani non ci sono. E’ che occorre dar loro fiducia e responsabilità, in tutti i campi, ma per la gran massa innanzitutto occorre assicurare lavoro, lavoro degno, qualificato e congruamente remunerato. E quando le qualifiche non si sono occorre crearle attraverso l’istruzione, in tutti i gradi, e la formazione professionale e permanente. Si investa quindi su questi versanti, prioritariamente. Un grosso contributo potrà darlo la Pubblica Amministrazione, che per funzionare bene ha in primo luogo la necessità di un massiccio inserimento di giovani (il dato delle esigenze per tutta Italia è valutato da credibili esperti in 1 milione di assunzioni). Alcune organizzazioni culturali, di cui nutriamo massima fiducia, ci dicono che queste assunzioni possono essere fatte in tempi rapidi, nel rispetto delle normative vigenti, precisamente in 105 giorni. Non c’è nulla da inventare, ci dicono gli esperti: “Basta copiare dai migliori”, cioè dalle migliori pratiche realizzate. Certo, oltre tali assunzioni occorre fare tante altre cose, come investire in occupazione negli altri settori (imprese e terzo settore), sostenendo l’impresa (profit e non) esistente e creandone di nuova, in primis le start up. Le assunzioni nelle Pubbliche Amministrazioni sono una componente fondamentale e per certi versi preliminare di quanto possiamo e dobbiamo fare. Al riguardo il Next Generation Eu costituisce in questa fase il più importante programma e terreno d’impegno, in Italia come in Sardegna. In particolare, riferendoci alla Sardegna: blocchiamo l’emorragia di giovani verso l’estero e il settentrione e favoriamo il ritorno di quanti lo vogliano, creando occasioni di lavoro adeguate alle diverse professionalità. Questa è sicuramente una priorità. I giovani amministratori impegnati in molti comuni sardi, che pur hanno scelto di stare (a volte di tornare) in Sardegna sono convinti assertori di queste politiche (allo stato solo marginalmente in attuazione) ed essi stessi ne rappresentano un esempio positivo (rammento al riguardo i loro interventi negli webinar promossi dall’associazione Nino Carrus), che ci da speranza e motivazione per oggi e domani.
[segue]

Oggi venerdì 9 aprile 2021

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Conte: il carattere di una politica
9 Aprile 2021
Recensione di Rosamaria Maggio, su Democraziaoggi.
Rita Bruschi e Gregorio De Paola non sono politici ne’ iscritti a partiti, bensì una psicoanalista e filosofa ed un filosofo con un curriculum di tutto rispetto.
Hanno scritto questo affascinante libro alla fine del secondo mandato di Giuseppe Conte, attratti da quest’uomo che ha incarnato un modo di fare politica in un […]
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FPA, Forum DD e Movimenta presentano “Il Fattore Umano”: Rapporto per la Pubblica Amministrazione

forum-ddCONCORSI, 105 GIORNI PER ASSUMERE PRESTO E BENE
Pubblicato il 7 Aprile, 2021 in Amministrazioni pubbliche rinnovate, Comunicati.
Forum Disuguaglianze e Diversità, FPA e Movimenta
FPA, Forum DD e Movimenta presentano “Il Fattore Umano”: Rapporto per la Pubblica Amministrazione
SCARICA IL VADEMECUM
Roma, 7 aprile 2021 – Quarantotto riferimenti legislativi, 13 Decreti legislativi, 8 Decreti legge, 7 Leggi, 4 Decreti del Presidente della Repubblica, 4 Decreti del Presidente del Consiglio dei Ministri, 4 Decreti Ministeriali, 1 regolamento europeo, 1 contratto collettivo e 6 adempimenti dell’Ente che istituisce il Concorso. Per non parlare delle Linee guida per il piano di fabbisogno di personale e la direttiva del Ministro della PA sui concorsi. È questo il dedalo normativo in un cui si incappa leggendo un bando “tipo” del Dipartimento della Funzione pubblica. Allora non c’è speranza di assumere presto e bene? No, è possibile. E succede. Può e deve diventare pratica di sistema.
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Beni comuni: la legge regionale del Lazio da riproporre anche in Sardegna

lr-lazio-10-2019
- Legge regionale del Lazio 26 giugno 2019 n. 10 Promozione dell’amministrazione condivisa dei beni comuni.

Oggi giovedì 8 aprile 2021

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Draghi in Libia a difesa della presenza italiana, anche dei diritti?
8 Aprile 2021
Red su Democraziaoggi.
Fratoianni è lapidario. “Draghi esprime soddisfazione per il lavoro della Libia sui salvataggi? Evidentemente gli sfugge la differenza tra salvataggio e cattura”. Così il segretario nazionale di Sinistra Italiana, replicando alle parole del presidente del consiglio dei ministri da Tripoli.“In Libia – prosegue l’esponente dell’opposizione di sinistra – i […]
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Maxi staff, ecco il dl 107 dello spreco: 60 nomine politiche per 6 milioni annui
8 Aprile 2021 Politica – Su SardiniaPost. Firme raccolte a oggi (mattina)
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PER FIRMARE: http://chng.it/YJXXbdrn
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VERSO UN RIDIMENSIONAMENTO?
Da SardiniaPost: Slitta a martedì 13 aprile, alle 10, la discussione degli articoli del ddl 107 (…). La commissione Autonomia non ha ancora terminato l’esame dei 1.100 emendamenti presentati, la gran parte dalle opposizioni. Quelli della maggioranza sono una cinquantina e tra questi anche uno che dovrebbe abbassare la spesa (…). Secondo il capogruppo del Psd’Az Franco Mula basterebbero due milioni di euro.
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Online il nuovo Rapporto EuroMemorandum 2021

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Online il nuovo Rapporto EuroMemorandum 2021

Su Sbilanciamoci! – 6 Aprile 2021 | Sezione: Apertura, Economia e finanza.
È online, scaricabile gratuitamente, la traduzione di Sbilanciamoci! del Rapporto EuroMemorandum 2021 “Un’agenda per la trasformazione socio-ecologica dell’Europa dopo la pandemia”: l’analisi della situazione economico-politica e le ricette per uscire dalla crisi Covid con un’Unione giusta e sostenibile.

Scarica il Rapporto EuroMemorandum 2021
Come ogni anno, anche nel 2021 Sbilanciamoci! propone al pubblico la traduzione, scaricabile gratuitamente, del Rapporto EuroMemorandum realizzato dall’EuroMemo Group, nutrita rete europea di economisti da sempre impegnata sul fronte dell’analisi e della proposta per imprimere all’Unione europea una svolta verso traguardi di giustizia economica e sociale e di sostenibilità ambientale. Il Rapporto EuroMemorandum 2021, intitolato “Un’agenda per la trasformazione socio-ecologica dell’Europa dopo la pandemia”, deriva come di consueto dai dibattiti e dalle relazioni presentate alla conferenza annuale (il “Workshop on Alternative Economic Policy in Europe”) organizzata dall’EuroMemo Group, la cui ventiseiesima edizione – a cui anche Sbilanciamoci! ha preso parte – si è tenuta online, causa Covid, dall’8 al 25 settembre 2020.

Al centro del Rapporto EuroMemorandum 2021, la pandemia e i suoi devastanti effetti sul tessuto sociale, economico e produttivo dei paesi europei, le politiche e le misure intraprese dalla Ue per farvi fronte, la necessità e l’urgenza di mettere in campo approcci e strumenti radicalmente alternativi che mettano al centro – nell’ottica di un ambizioso Patto Verde e per la Cura in Europa – il welfare e il diritto alla salute e all’assistenza, un modello di sviluppo capace di rispettare gli equilibri ecologici del pianeta, nuove relazioni politiche e diplomatiche sia nella Ue sia a livello globale improntate alla cooperazione e alla solidarietà. Qui di seguito riportiamo il testo dell’introduzione del Rapporto.

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I fallimenti del capitalismo neoliberista (che la pandemia ha mostrato ancora una volta)

La pandemia di Coronavirus ha provocato più di 400.000 morti in Europa nel 2020, ha aperto una grave crisi economica e ha tragicamente messo a nudo i gravi difetti del modello economico predominante, sia nell’Unione Europea che altrove. Il modello neoliberista dei passati decenni consisteva nella costruzione di un mercato integrato globalmente con regole armonizzate, a loro volta garantite da organizzazioni internazionali come l’Organizzazione mondiale del commercio. La crisi finanziaria globale, la crisi climatica, così come l’emergere del populismo autoritario su scala globale e, più recentemente, la pandemia di Covid-19, hanno reso chiarissimo che il capitalismo neoliberista è in profonda crisi.

Il commercio internazionale e gli investimenti hanno subìto un rallentamento dal 2009. Inoltre, l’attività economica internazionale, paradigmaticamente incarnata nelle catene globali del valore, è stata esposta a diversi tipi di shock, come evidenziato dal Covid-19. La quantità di tali shock è in aumento da anni e il loro impatto economico e sociale è diventato sempre più grave.[1] Se si considera il numero crescente di eventi climatici avversi (inondazioni, siccità, eccetera), crisi sanitarie, attacchi informatici e conflitti politici, è probabile che tanto la frequenza quanto l’ampiezza del rallentamento economico e produttivo siano destinate ad aumentare nel prossimo futuro.

Meno cooperazione internazionale, ma più integrazione europea?

A seguito della pandemia abbiamo assistito al ritorno dello Stato come agente economico di ultima istanza. Ciò ha prodotto risultati ambivalenti. In primo luogo, al fine di garantire la fornitura di beni essenziali, in particolare prodotti e forniture mediche e farmaceutiche, i governi di 90 paesi hanno scelto di imporre circa 230 restrizioni all’esportazione.[2] Tra questi sono inclusi i protagonisti del cosiddetto “ordine internazionale basato sulle regole” (“Rules-based International Order”), come la Commissione europea, la Germania e il Giappone. Analogamente, i paesi ricchi del centro capitalistico hanno ingaggiato una lotta per assicurarsi un accesso preferenziale ai vaccini sviluppati dai laboratori di ricerca e dalle aziende farmaceutiche, a discapito di un approccio coordinato che tenesse conto delle esigenze dei paesi della periferia.[3] La mancanza di solidarietà internazionale, almeno durante la prima fase della crisi Covid-19, ha costituito un elemento di grave problematicità; ma questo non dovrebbe sorprenderci dato che sono gli Stati nazionali ad avere la responsabilità primaria della gestione delle situazioni di crisi, mentre l’UE non dispone ancora di rilevanti competenze al riguardo. Il Covid-19 ha quindi avuto l’effetto iniziale di indebolire ulteriormente la cooperazione europea e internazionale.

In secondo luogo, i governi di tutta l’UE hanno introdotto ampi programmi fiscali per mitigare l’impatto economico e sociale della profonda contrazione economica dovuta al Covid-19. La sospensione delle regole fiscali e sugli aiuti di Stato da parte della Commissione europea, così come le ingenti iniezioni di liquidità della Banca Centrale Europea, hanno portato al varo di imponenti piani di spesa da parte dei singoli Stati membri. Le politiche di austerità degli ultimi dodici anni si sono rivelate al grande pubblico per quello che sono sempre state: dogmatiche e slegate da solidi ancoraggi teorici, dall’esperienza storica e soprattutto dal loro costo in termini umani e sociali. Inoltre, l’impatto economico marcatamente asimmetrico del Covid-19 tra gli Stati membri dell’UE, con paesi dell’Europa meridionale come Italia e Spagna colpiti più duramente rispetto a quelli che ruotano attorno all’orbita della Germania, ha portato a compiere un ulteriore passo, sebbene timido, verso l’integrazione economica, vale a dire la decisione di introdurre forme mutualistiche di debito europeo con il Next Generation EU Program. Il programma da 750 miliardi di euro comprende sia prestiti che sovvenzioni, queste ultime per un totale di 390 miliardi di euro. Pur trattandosi di una novità importante, non sappiamo se la portata di questa iniziativa e la velocità della sua attuazione saranno sufficienti a dare un contributo significativo alla ripresa dell’economia europea, né tantomeno a un processo di convergenza economica all’interno dell’Eurozona.

La crisi climatica e la necessità di una profonda trasformazione socio-ecologica

Sebbene un annunciato 30% dei fondi del Next Generation EU sarà destinato a finanziare investimenti verdi, nondimeno il Green Deal europeo (European Green Deal, d’ora in avanti EGD), progetto chiave della nuova Commissione guidata da Ursula von der Leyen, appare sotto pressione a causa della profonda crisi economica generata dalla pandemia. Le proposte per concretizzare programmi specifici nell’ambito dell’EGD sono state rinviate o indebolite. Nell’ottobre 2020, ad esempio, le posizioni concordate sia dal Consiglio che dal Parlamento europeo sugli orientamenti per la Politica agricola comune (PAC) per il periodo 2021-2027 sono state ampiamente criticate per la mancanza di ambizione in materia di obiettivi sulla protezione dell’ambiente e del clima.[4]

È fin troppo ovvio che i gruppi e gli interessi più forti stiano usando l’attuale crisi economica come pretesto per respingere non solo gli elementi più ambiziosi dell’EGD, ma anche le proposte più radicali di trasformazione socio-ecologica. Il processo decisionale nelle istituzioni europee è diventato via via più tortuoso, con l’emergere di nuovi paesi che oppongono il diritto di veto su argomenti specifici come i quattro “paesi frugali” (Austria, Danimarca, Paesi Bassi, Svezia, supportati dalla Finlandia) sulla politica fiscale, o come l’Ungheria e la Polonia sulla politica climatica, lo Stato di diritto e altri temi. Sfortunatamente, le discussioni sulla traiettoria futura dell’integrazione europea sono oggi più controverse che mai. Recenti – e importanti – eventi quali la Brexit, il cambiamento della linea di politica estera statunitense rispetto alla Cina o la diffusione della pandemia di Covid non sono stati finora in grado di cambiare la prospettiva strategica dei responsabili politici dell’UE, i quali appaiono capaci di fare solo lo stretto necessario per evitare il crollo dell’Eurozona o eventi di simile, disastrosa portata.

Durante l’autunno del 2020, la maggior parte dei paesi europei è stata attraversata da una seconda ondata di Covid-19, in conseguenza della quale il processo decisionale dell’UE ha avuto una nuova accelerazione. Sebbene sia impossibile prevedere quando la pandemia sarà definitivamente contenuta, deve essere nondimeno chiaro che, dati gli obiettivi climatici dell’UE, le decisioni di politica economica che saranno prese nel corso dei prossimi anni peseranno in modo decisivo sulla traiettoria dell’economia europea da qui alla fine del decennio. Saranno quindi, i prossimi, anni decisivi, sia se ci muoveremo verso la sostituzione dei nostri attuali modelli di produzione e consumo socialmente e ambientalmente insostenibili, sia se le forze dello status quo prevarranno, infliggendoci crisi sociali e ambientali sempre più intense.

Come già sottolineato nel Rapporto EuroMemorandum 2020, il Gruppo EuroMemo crede fermamente che sia fondamentale adottare un programma puntuale e radicale di trasformazione socio-ecologica al fine di realizzare la necessaria transizione verso un futuro sostenibile. Nel Rapporto di quest’anno, oltre a offrire una panoramica sulla situazione economica e politica corrente e una critica al Green Deal europeo e alla sua implementazione, ci concentriamo su una serie di ambiti che sono rimasti troppo spesso fuori dalle discussioni circa la trasformazione socio-ecologica, ma che meritano tuttavia grande attenzione: in primo luogo, la necessità di adottare una prospettiva femminista e di rimarcare l’importanza della riproduzione sociale e della cura all’interno di qualsiasi articolazione di una proposta progressista sul Green New Deal e la trasformazione socio-ecologica. In secondo luogo, alla luce dei nostri obiettivi e impegni sul fronte dell’ambiente e delle urgenze dettate dal Covid-19, serve un programma ambizioso per ricostruire la nostra economia produttiva.

In terzo luogo, la dimensione internazionale e la politica estera e di sicurezza dell’UE devono essere affrontate in modo molto più esplicito. Alla luce delle crescenti rivalità geopolitiche, in particolare tra gli Stati Uniti e la Cina, occorre contrastare con forza i piani volti a espandere le capacità militari dell’UE e la sua politica esterna di sicurezza – così come la sua politica commerciale – al fine di poter assumere un approccio ancora più aggressivo negli affari internazionali. L’UE deve al contrario basare la propria politica estera sui principi del peace-building, della mediazione dei conflitti e del disarmo, insieme a quelli di cooperazione e solidarietà internazionale.

Note

[1] Cfr., ad esempio, Swiss Re Institute (2020) “Natural catastrophes in times of economic accumulation and climate change”. Sigma No. 2/2020. Disponibile su: https://www.swissre.com/dam/jcr:85598d6e-b5b5-4d4b-971e-5fc9eee143fb/sigma-2-2020-en.pdf (accesso: 15 dicembre 2020).

[2] Si veda il sito del WTO: https://www.wto.org/ (30 agosto 2020).

[3] L’iniziativa Gavi COVAC con il supporto dell’Organizzazione mondiale della sanità, della Commissione europea e della Francia è un’eccezione, ma probabilmente troppo debole e sottofinanziata per fornire ai paesi meno sviluppati un accesso onnicomprensivo a una vaccinazione efficace, una volta disponibile. Per maggiori informazioni si veda www.gavi.org.

[4] Cfr. https://www.politico.eu/article/europes-green-ambitions-run-into-an-old-foe-farmers/

Scarica il Rapporto EuroMemorandum 2021
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L’indice del Rapporto EuroMemorandum 2020

Sommario
Introduzione
1. L’economia Europea nell’era della pandemiac di Coronavirus
2. Una prospettiva critica sul Gree Deal europeo
3. Un approccio femminista per un Patto Verde e per la Cura
4. Ricostruire l’economia europea: politica industriale, transizione ecologica e sistema sanitario
5. La dimensione internazionale della trasformazione socio-ecologica