Monthly Archives: gennaio 2021
Difendiamo la salute, difendiamo l’Asarp.
No allo sfratto dell’Asarp
23 Gennaio 2021
di Gisella Trincas [su il manifesto sardo]
L’America che vorremo, che vogliamo.
La collina su cui saliamo
di Amanda Gorman
Viene il giorno in cui ci domandiamo: dove troveremo la luce in questa tenebra infinita?
Il lutto dentro di noi. Un mare da attraversare.
Abbiamo sfidato il ventre della bestia.
Abbiamo imparato che la tranquillità non sempre è pace, e che le norme e le nozioni di ciò che è “giusto” non sempre sono giustizia.
E tuttavia l’alba è sorta prima che ce ne accorgessimo.
In un modo o nell’altro, eccoci qui.
In un modo o nell’altro sosteniamo e testimoniamo una nazione che non è spezzata, ma soltanto incompleta.
Noi, gli eredi di un paese e di un tempo in cui una minuta ragazzina nera, discendenti di schiavi e cresciuta dalla sola madre, può sognare di diventare presidente e intanto ritrovarsi a recitare davanti a un altro presidente.
E sì, siamo tutt’altro che rifiniti, tutt’altro che intatti, ma questo non significa che stiamo stiamo anelando a un’unione che sia perfetta.
Aneliamo forgiare la nostra unione dandole uno scopo.
Per dare vita a un paese che abbia a cuore ogni cultura, ogni colore, ogni carattere e condizione umani.
Ed è così che alziamo lo sguardo, per guardare non ciò che si frappone tra noi, ma ciò che sta di fronte a noi.
Superiamo le divisioni perché sappiamo che, per mettere il futuro al primo posto, dobbiamo anzitutto mettere da parte le nostre differenze.
Deponiamo le armi per poterci abbracciare.
Non vogliamo agonia per nessuno, ma armonia per tutti.
Facciamo in modo che il mondo, se non altro, dica che è vero.
Che abbiamo pianto, ma siamo cresciuti.
Che abbiamo sofferto, ma abbiamo sperato.
Che siamo stati stanchi, ma ci abbiamo provato.
Che saremo sempre uniti tra noi, vittoriosi.
Non perché non conosceremo più la sconfitta, ma perché non semineremo più discordia.
Le Scritture ci dicono di sognare un mondo in cui ciascuno possa sedere all’ombra della vigna e del fico, senza più avere paura.
Se vogliamo essere all’altezza del nostro tempo, allora dobbiamo fare in modo che la vittoria non venga dalla spada, ma dai ponti che costruiamo.
Questa è la promessa da celebrare, è la collina su cui saliamo, se solo ne abbiamo il coraggio.
Perché essere americani è molto più dell’orgoglio che abbiamo ereditati.
È il passato che attraversiamo, è il modo in cui ce ne prendiamo cura.
Abbiamo visto una forza capace di mandare in pezzi la nostra nazione, anziché permetterci di condividerla.
Capace di distruggere il nostro paese se adoperata per ostacolare la democrazia.
E poco è mancato che questo tentativo riuscisse.
La democrazia può essere ostacolata, di tanto in tanto, ma non può essere sconfitta per sempre.
In questa verità, in questa fede che ci sostiene, adesso volgiamo gli occhi verso il futuro, mentre la storia tiene gli occhi fissi su di noi.
Questa è l’era del giusto riscatto.
Ne abbiamo temuto l’avvento.
Non ci sentiamo pronti a essere gli eredi di un’ora così terribile.
Ma è qui che troviamo il potere per scrivere un nuovo capitolo, per offrire speranza e risate a noi stessi.
Dunque, se una volta ci domandavano come saremmo sopravvissuti alla catastrofe, ora dichiariamo che in nessun modo la catastrofe avrebbe potuto prevalere su di noi.
Non retrocederemo a quel che è stato, ma procederemo verso quel che sarà: un paese ammaccato ma intero, benevolente ma prode, fiero e libero.
Non ci lasceremo distogliere o intralciare dalle intimidazioni.
Ci faremo carico dei nostri errori.
Ma una cosa è certa.
Se uniremo la misericordia alla forza, e la forza alla giustizia, allora l’amore sarà il nostro lascito e darà ai nostri figli un nuovo diritto di nascita.
Su, lasciamo dietro di noi un paese migliore di quello che ci è stato lasciato.
Con ogni respiro del mio petto scolpito nel bronzo, trasformeremo questo mondo ferito in un mondo felice.
Sorgeremo dalle colline dorate dell’Ovest.
Sorgeremo dal Nordest sferzato dal vento, dove i nostri antenati per primi misero a segno la rivoluzione.
Sorgeremo dalle città del Midwest, affacciate sui laghi.
Sorgeremo dal Sud inondato di sole.
Ricostruiremo, ci riconcilieremo, guariremo insieme.
E da ogni angolo della nazione, da ogni parte del paese, il nostro popolo così magnifico e vario riemergerà, malconcio e magnifico.
Viene il giorno in cui usciamo dall’ombra e dal fuoco, ne usciamo senza paura.
L’alba nuova è come un pallone che sale mentre lo lasciamo libero.
Perché c’è sempre luce, se solo abbiamo il coraggio di vederla.
Se solo abbiamo il coraggio di essere luce.
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I consigli del Papa: leggere ogni giorno un brano del Vangelo. E noi ci permettiamo aggiungere: e anche qualche articolo della nostra Costituzione (seguendo l’insegnamento di don Andrea Gallo).
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Dall’omelia di domenica mattina, 24 gennaio 2021 (in conclusione).
(…) Mettiamo il Vangelo in un luogo dove ci ricordiamo di aprirlo quotidianamente, magari all’inizio e alla fine della giornata, così che tra tante parole che arrivano alle nostre orecchie giunga al cuore qualche versetto della Parola di Dio.
La proposta di “spegnere la televisione e di aprire la Bibbia; di chiudere il cellulare e di aprire il Vangelo” contiene una promessa:
Ci farà sentire il Signore vicino e ci infonderà coraggio nel cammino della vita.
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Oggi domenica 24 gennaio 2021
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Carbonia. Dall’analisi del voto al programma dei comunisti. Togliatti lancia la rivendicazione dell’autonomia
24 Gennaio 2021
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Ogni domenica dal 1° settembre del 2019 pubblichiamo un post sulla storia di Carbonia. Eccolo!
‘Carbonia era un’isola nell’isola’, dice Nadia Gallico Spano durante l’intervista rilasciata all’autrice, nel maggio del 1988: lo stesso esito elettorale ne denunciava infatti la separatezza, così forte l’affermazione delle sinistre, rispetto al contesto regionale […]
La Caritas a sostegno dei migranti della rotta balcanica
La Caritas diocesana di Cagliari promuove una raccolta fondi a sostegno dei migranti della rotta balcanica
Di fronte all’aggravarsi dell’emergenza umanitaria lungo la rotta balcanica la Caritas diocesana di Cagliari, su indicazione dell’arcivescovo mons. Giuseppe Baturi, promuove una raccolta fondi per sostenere l’intervento portato avanti da Caritas Italiana a favore dei migranti bloccati nel campo di Lipa, nel nord-ovest della Bosnia ed Erzegovina: circa 900 persone che vivono in una situazione di estrema precarietà, aggravata dalle difficili condizioni metereologiche. [segue]
È morto Gianni Sarais
La Confederazione Sindacale Sarda (Css) comunica che questa mattina è morto Gianni Sarais, componente del direttivo nazionale dello stesso Sindacato. Persona di grande generosità e impegnata militanza. Condoglianze e vicinanza alla famiglia, alla Css e a tutti gli amici che lo hanno conosciuto e apprezzato.
Oggi sabato 23 gennaio 2021
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Il cruccio di Bellanova: odio e complotti contro il trombettiere? O rabbia popolare spontanea?
23 Gennaio 2021
Amsicora su Democraziaoggi.
Forse non v’interessa, ma sapete quale è il cruccio della Bellanova? Si sta scatenando un linciaggio contro Renzi. Bah, io non lo vedo, anzi registro molti consensi, sopratutto da destra, alla sua azione scassatoria a 360 gradi. C’è più d’uno che lo vede come asse per mettere all’angolo i tanto odiati musi gialli.[...]
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La sanità tra ospedale e territorio
11 Gennaio 2021
di Salvatore Vento su C3dem.
Due modelli da imitare e sviluppare: le “Case della salute”, sorte soprattutto in Toscana, e gli “Ospedali di comunità”, sperimentati in Emilia Romagna. E le strade ancora da tracciare. Dopo questa epidemia è tempo di darsi da fare. […]
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Oggi venerdì 22 gennaio 2021
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Ricordi di bambino. Il Partito comunista una scuola di cittadinanza per masse di sfruttati
22 Gennaio 2021
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Altri con conoscenza e sapienza storica e flosofica hanno ricordato il centenario del Partito comunista italiano. In questo blog lo ha fatto, con passione e desiderio di verità, Gianni Fresu, autorevole studioso di Antonio Gramsci, tornato fortunatamente nel nostro Ateneo, dopo avere per anni insegnto in Brasile. Io voglio solo dare una modesta testimonianza […]
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Cara Costituzione Ti scrivo…
Cara Costituzione,
Sento proprio il bisogno di scriverti una lettera, anzitutto per ringraziarti di quello che rappresenti da tanto tempo per tutti noi. Hai quasi 75 anni, ma li porti benissimo! Ti voglio chiedere aiuto, perché siamo in un momento difficile e quando l’Italia, la nostra patria, ha problemi, sento che abbiamo bisogno di te per ricordare da dove veniamo e per scegliere da che parte andare. E poi che cosa ci serve litigare quando si deve costruire? [segue]
America America
BIDEN E UN NUOVO MODO DI GOVERNARE
di Marino de Medici
L’amministrazione democratica di Joseph Biden è partita con il piede giusto, quello dei rinnovamento e dell’unità, ma il compito di governare l’America resta in parte compromesso da Donald Trump. Governare il Paese in una congiuntura politica per molti versi drammatica sarà arduo, per molti versi paragonabile al mandato di Abraham Lincoln agli albori della guerra civile e di Franklin Delano Roosevelt alle prese con la Grande Depressione. Con tutta la buona volontà e il senso di equilibrio di Joe Biden, ci vorrà tempo e una fortunato dinamismo per governare una nazione disastrata da un pandemia che ha fatto 400.000 morti e sconvolta dalle violenze scatenate da una presidenza che ha fatto scempio di norme costituzionali e tradizioni politiche di lunga data.
[segue]
Oggi giovedì 21 gennaio 2021
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Livorno 21 gennaio 1921. Nasce il Partito comunista, un partito che combatte per una nuova società
21 Gennaio 2021
Gianni Fresu, docente di Filosofia politica nell’Università di Cagliari, su Democraziaoggi.
Il centesimo anniversario del PCI si sta rivelando l’ennesima occasione persa, vanificata dalla volontà di regolare i conti del passato che soverchia la necessità di capire. “Il Corriere della Sera”, “La Stampa”, “La Repubblica”, tutte le grandi testate nazionali si uniscono in una nuova Santa Alleanza, […]
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Il giorno di Biden e di Harris
USA, un sospiro di solĺievo fra bibbie, prediche e buoni propositi
20 Gennaio 2021
Amsicora su Democraziaoggi.
Non so come è sembrato a voi, a me il giuramento di Biden è parso un rito d’altri tempi: preghiere, bibbie, prediche di preti e pastori. Certo ci sono state anche canzoni e poesie, ma la laicità , nelle istituzioni a stelle e strisce, è di la’ da venire. Sarebbe stato tutto banale, se non aleggiasse […]
Lettere di speranza. Invito a sostenere Costituente Terra
una Terra
un popolo
una Costituzione
una scuola
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Newsletter n.29 del 20 gennaio 2021
INVITO AL FUTURO
Care amiche ed amici,
mentre i più lungimiranti sperano che l’uscita dal Covid sia l’occasione di un grande cambiamento delle vigenti politiche e culture che sono causa di gravi danni e pericoli per i singoli e l’umanità, un segnale positivo giunge dagli Stati Uniti dopo lo scempio della presidenza Trump e dei modi della sua conclusione. La prima decisione del presidente Biden è stata infatti quella di giungere a vaccinare 100 milioni di persone nei prossimi cento giorni, il che vuol dire una mobilitazione di energie e di risorse quale finora si è verificata solo in ragione di una guerra. Infatti il presidente americano intende fare ricorso al Defence Production Act che è una legge emanata nel settembre 1950 all’inizio della guerra di Corea e richiamata in servizio nelle guerre successive ed è volta a stabilire una tavola di priorità subordinando tutto il privatissimo sistema dei servizi e delle industrie americane alla produzione delle forniture e all’erogazione delle risorse necessarie per lo sforzo bellico. A questa priorità della guerra si sostituisce ora la priorità della cura. Naturalmente è una cosa di tutta ragione, se si pensa che la pandemia ha già causato 400.000 morti americani come solo la II guerra mondiale era stata capace di fare; ma è una cosa straordinaria che la guerra esca dalla ragione (“alienum a ratione!) e vi entri la cura.
Questo passaggio, che potrebbe essere banalizzato e ridotto a un caso di emergenza, contiene invece in se stesso un grande potenziale di cambiamento per l’identità stessa degli Stati Uniti. Basta pensare che in un Paese che fin qui aveva rifiutato la sanità pubblica non solo alla generalità dei cittadini ma anche ai poveri più poveri, diviene ora una priorità conservare in vita ogni singola persona senza distinzioni. Per quanto infatti possano sopravvivere le nefaste pulsioni al razzismo, alle discriminazioni e agli scarti, saranno infatti vaccinati neri, bianchi, portoricani, ispano-americani, cittadini e stranieri. Insieme a questa misura è stato annunciato che sarà arrestata la costruzione del muro ai confini col Messico, saranno ricongiunte le famiglie, integrati gli immigrati, abolito il divieto di ingresso in America dai Paesi a maggioranza musulmana.
Naturalmente è solo un segnale, una promessa. Vedremo come si attuerà e come sarà l’America dopo questa conversione. Ma certo è anche un auspicio e una indicazione di ciò che deve avvenire in tutto il mondo; se un indizio di cambiamento viene dall’America, vuol dire che il cambiamento è possibile ovunque, e non deve trattarsi di un piccolo aggiustamento ma di un grande rovesciamento; i 100 milioni di vaccini americani devono essere tra le prime pietre (si stanno mettendo anche in Italia e in Europa) di un sistema sanitario mondiale, e la lotta per realizzarlo è il primo passo nella lotta per un sistema di diritti umani universali e di garanzie planetarie per renderli effettivi. Insomma, una Costituzione della Terra.
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Noi siamo a questo, a questo siamo interessati e chiamati, e questo invito rivolgiamo a tutti quelli che vorranno associarsi all’impresa, un invito al futuro. Costituente Terra inaugura il proprio secondo anno di vita e apre la campagna di iscrizioni per chi voglia partecipare alle attività dell’Associazione, sostenerne gli sforzi, usufruire del materiale pubblicato nei siti, ivi compresa la “Biblioteca di Alessandria”, e soprattutto coinvolgersi in questa impresa collettiva volta a realizzare un costituzionalismo mondiale. L’invito è rivolto sia ai già iscritti del 2019 e 2020, sia a quanti altri, soprattutto tra i destinatari di questa newsletter, vorranno unirsi a noi. Per la quota di iscrizione dobbiamo ripetere quanto abbiamo scritto nell’appello-proposta per la creazione dell’Associazione e della Scuola, “Perché la storia continui”: “La quota annua di iscrizione, all’Associazione e alla Scuola, è libera, e sarà comunque gradita. Per i meno poveri, per quanti vogliano e possano contribuire a finanziare la Scuola, eventuali borse di studio e il processo costituente, la quota è stata fissata nella misura significativa di 100 euro, con l’intenzione di sottolineare che la politica, sia a pensarla che a farla, è cosa tanto degna da meritare da chi vi si impegna che ne sostenga i costi, contro ogni tornaconto e corruzione, ciò che per molti del resto è giunto fino all’offerta della vita. Naturalmente però è inteso che ognuno, a cominciare dai giovani, sia libero di pagare la quota che crede, minore o maggiore che sia, con modalità diverse, secondo le possibilità e le decisioni di ciascuno”. Le domande di iscrizione possono essere inviate rispondendo a questo indirizzo; per i versamenti occorre fare attenzione che rispetto all’anno scorso abbiamo cambiato nome e ragione sociale, per cui mentre l’IBAN è rimasto lo stesso: IT94X0100503206000000002788 (dall’estero BIC BNLIITRR), il nome a cui corrisponde non è più “Comitato promotore partito della Terra”, ma semplicemente “Costituente Terra”, a cui pertanto va intestato il bonifico, ciò di cui vi ringraziamo fin d’ora.
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Confermiamo il Seminario del 27 gennaio alle ore 16 su “Geopolitica della conoscenza digitale” in video-conferenza. Quanti vogliano parteciparvi e non ne abbiano ancora dato notizia, devono chiedere il relativo link rispondendo a questa newsletter o scrivendo a paolosordi@pm.me. In preparazione pubblichiamo una nota di Luigi Narducci su un premonitore monito di Stefano Rodotà.
Nel sito pubblichiamo anche l’ultima parte delle storie di ordinario sfruttamento dei lavoratori agricoli immigrati vittime del caporalato e delle mafie, e un prezioso appello lanciato dall’ANPI insieme a molti partiti associazioni e sindacati per un’alleanza democratica e antifascista per la salvezza dell’Italia.
Unendoci a questo augurio, per l’Italia appena uscita da una difficile crisi di governo, e per il mondo, vi inviamo i più cordiali saluti
www.costituenteterra.it
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TRUMP E FRANCESCO
di Raniero La Valle.
Care Amiche ed Amici,
ora che Trump se n’è andato e Francesco invece è rimasto, si può valutare la portata della simultanea presenza di questi due grandi leader sulla scena mondiale. Sotto il velo di un rapporto politicamente corretto (non tanto però se Bannon è venuto a insidiare la Chiesa fin sotto il soglio di Pietro) si è trattato di un grande conflitto tra un potere temporale e un potere spirituale, come ai bei tempi delle Investiture. La differenza rispetto a quel precedente era che l’uno non era capo dell’Impero e l’altro non aveva una “Cristianità” di cui pretendesse di essere il capo.
Ci sono stati dei momenti e delle partite in cui il conflitto si è manifestato con particolare potenza. Uno è stato il conflitto sul Medio Oriente e sulla Siria, che il papa ha difeso con particolare calore (fin dal momento, nel settembre 2013, in cui impedì con la forza della grande veglia in piazza san Pietro la guerra alla Siria) e che Trump voleva invece assoggettare e insanguinare fino a ordinare, come lui stesso ha rivelato nel settembre scorso, di uccidere Assad.
Un’altra contrapposizione frontale c’è stata sulla cura della Terra e del clima, quando Trump ha scelto il business e l’abuso di risorse ed ha ritirato la firma dagli accordi di Parigi, e Francesco con la Laudato Sì ha fatto appello a tutti gli abitanti del pianeta perché si facessero responsabili della Terra e non la facessero depredare.
L’altra epocale rappresentazione del contrasto si è avuta con la reazione alla pandemia, quando Trump ha preso la guida dei negazionisti, causando 400.000 morti solo in America, tanti quanti sono stati gli americani morti nella II guerra mondiale, mentre papa Francesco ha preso su di sé tutto il dolore del mondo nella solitudine di piazza san Pietro, e ha legittimato le restrizioni anche più severe e i comandi delle autorità civili, obbedendo ad essi per primo, e con lui tutta la Chiesa.
Ancora il conflitto si è manifestato sull’immigrazione, quando papa Francesco è salito a predicare fin sul muro che separa gli Stati Uniti dal Sud dell’America e del mondo, prima che Trump lo alzasse fino al cielo.
Su tutti i fronti le cause di Trump sono state sconfitte. Il Medio Oriente martoriato è ancora in cerca d’autore, e ora il papa va in Iraq fino a Ninive, la proverbiale città che Dio salvò dalla distruzione annunciata, per consegnare al mondo un messaggio antiapocalittico. Gli Stati Uniti rientrano nell’accordo sul clima. La costruzione del muro al confine col Messico è bloccata, è avviato il ricongiungimento delle famiglie, promessa l’integrazione degli immigrati, abolito il divieto di ingresso in America dai Paesi a maggioranza musulmana.
Ma soprattutto ha vinto la grande parola d’ordine della cura, la cura del creato, la cura del prossimo come fratello, che papa Francesco ha messo nel cuore delle sue due encicliche e del suo ministero, e che ha rilanciato al sorgere di questo nuovo anno: “tutto comincia da qui, dal prendersi cura degli altri, del mondo, del creato. Oltre al vaccino del corpo serve il vaccino per il cuore: e questo vaccino è la cura. Sarà un buon anno se ci prenderemo cura degli altri…” Ed ecco che negli Stati Uniti, il Paese in cui la sanità pubblica era osteggiata dai ricchi e scartava i poveri, vengono ora pianificati entro i prossimi 100 giorni 100 milioni di vaccini, il che vuol dire che conservare in vita ogni singola persona diventa una priorità della politica; ci vorrà una mobilitazione e una pianificazione della produzione pari a quelle richieste da una guerra, tanto che si farà ricorso al Defence Production Act, la legge varata per la guerra di Corea; si scambia la guerra con la cura. E per quanto possano sopravvivere le nefaste pulsioni al razzismo, alle discriminazioni e agli scarti è chiaro che saranno vaccinati i neri come i bianchi, nonché portoricani, ispano-americani, immigrati, stranieri e cittadini, senza distinzioni.
Sarebbe sciocco attribuire a papa Francesco ogni merito di tutto ciò, e di ciò che di positivo si va affacciando nel mondo. Ma quanti, anche tra i cattolici scontenti e desiderosi di riforme, hanno raggiunto Ernesto Galli della Loggia nel giudizio sulla irrilevanza cui sarebbe pervenuta la Chiesa e sul diversivo che sarebbe rappresentato dall’impegno universalistico del papa per il mondo, dovrebbero guardare a quello che sta succedendo, interrogare i segni dei tempi e vedere come invece proprio questa parola inerme che giudica il mondo, sta vincendo il mondo. Anzi proprio qui sta la vera riforma della Chiesa. E dovremmo prepararci a resistere; perché di sicuro è in agguato la controriforma, c’è chi non sopporta la Chiesa che annunzia il Vangelo ed esorcizza l’apocalisse, la Chiesa ripartita da Bangui, invisa ai signori del centro del mondo. La vera partita per impedire che la Chiesa cada nell’irrilevanza sarà giocata su questa capacità di resistenza, sulla forza di questo “katékon” opposto ai dottori della legge che ne vogliono la restaurazione. E perché non ci faccia difetto la memoria, pubblichiamo un documento delle organizzazioni cattoliche americane di base in cui si deplora l’appoggio che una parte della Chiesa cattolica americana, “controriformista”, appunto, ha dato alle politiche di Trump.
Nel nostro sito www.chiesaditittichiesadeipoveri.it pubblichiamo anche la seconda parte delle storie di ordinario sfruttamento dei lavoratori agricoli immigrati vittime del caporalato e delle mafie, registrate questa volta in Toscana e in Campania e una nota sul calvario dei profughi sulla rotta balcanica.
Con i più cordiali saluti.
www.chiesadituttichiesadeipoveri.it
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TERRITORIO Le armonie della bellezza, presentazione dell’accordo sul terreno di Claudio Abbado
Appuntamento domani, 21 gennaio, alle ore 11.00 sulle pagine Facebook di Legambiente e della Nuova Ecologia e sul sito della Nuova Ecologia
Presentazione dell’accordo tra la famiglia Abbado e Legambiente per la gestione ambientale del terreno di Claudio Abbado nel comune di Alghero.
INTERVENGONO [segue]