Monthly Archives: agosto 2020

Referendum. Campagna per il NO

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Referendum: un po’ di ripasso e qualche conto.
di Tonino Dessì.

Questo è il testo originario degli articoli 56 e 57 della Costituzione promulgata nel 1948.
“Art. 56.
La Camera dei deputati è eletta a suffragio universale e diretto, in ragione di un deputato per ottantamila abitanti o per frazione superiore a quarantamila.
Sono eleggibili a deputati tutti gli elettori che nel giorno delle elezioni hanno compiuto i venticinque anni di età.
Art. 57.
Il Senato della Repubblica è eletto a base regionale.
A ciascuna Regione è attribuito un senatore per duecentomila abitanti o per frazione superiore a centomila.
Nessuna Regione può avere un numero di senatori inferiore a sei. La Valle d’Aosta ha un solo senatore.”.

L’Assemblea Costituente svolse sul tema della rappresentanza parlamentare una discussione specifica, nella quale prevalse, sia sulla base di considerazioni empiriche ed esperienziali, sia sulla base del raffronto comparativo con ordinamenti di altre democrazie contemporanee, il criterio volto ad assicurare a una determinata quota di elettori i propri rappresentanti.

Il testo attuale, che fissa in seicentotrenta i deputati e in trecentoquindici i senatori (più i cinque a vita di nomina presidenziale previsti dall’articolo 60), deriva da una modifica costituzionale apportata al testo originario nel 1963 (l. cost. 9 febbraio 1963, n. 2). Una successiva modifica è stata introdotta con la revisione del 2001 (l. cost. 23 gennaio 2001, n. 1), che ha riservato alla circoscrizione Estero l’elezione di sei senatori.

La legge costituzionale del 1963 intervenne a boom demografico in pieno svolgimento, per bloccare una crescita continuativa della rappresentanza che appariva in prospettiva controproducente, sia in quanto, potendo dar luogo a un numero di parlamentari pletorico, avrebbe indebolito il Parlamento, anzitutto rispetto al Governo, sia in quanto la variabilità del numero dei seggi in occasione di ogni tornata avrebbe reso meno governabile la vita interna dei partiti e più indeterminate le reciproche relazioni, i rapporti di forza, le stesse maggioranze parlamentari.
Bloccare il numero ai livelli ormai raggiunti costituiva un fattore di stabilizzazione del sistema.

Restava tuttavia un numero di rappresentanti conforme all’esigenza di rispecchiare in Parlamento tanto il pluralismo politico quanto la complessità sociale e persino territoriale della realtà italiana.
Non deve sfuggire che più alto è il numero di elettori necessario per eleggere un parlamentare, più si allarga la distanza del parlamentare stesso dai propri elettori e più bassa è la varietà delle istanze, anche territoriali, che potrà personalmente e direttamente interpretare.
Il Parlamento non è infatti una semplice macchina per la produzione di norme, ma è il principale strumento per la rappresentazione, la conoscenza, la messa a confronto, la ragionevole mediazione nelle rispettive soluzioni, dei problemi del Paese: la rappresentanza elettiva in democrazia a questo serve.

Oggi in Italia ci sono 1 deputato ogni 96.006 abitanti e 1 senatore ogni 188.424 abitanti.
Se venisse confermata la legge costituzionale oggetto di referendum (che riduce da seicentotrenta a quattrocento i deputati e da trecentoquindici a duecento i senatori), si arriverebbe a 1 deputato per ogni 151.210 abitanti e a 1 senatore per ogni 302.420 abitanti, con una drastica riduzione della rappresentanza popolare e quindi con un divario enormemente accresciuto nel rapporto tra elettori ed eletti.

Tutto ciò a fronte dell’unico obiettivo che sarebbe conseguito: una riduzione della spesa pari a 57 milioni di euro annui, cioè allo 0,007 per cento dell’intera spesa pubblica, risultato che potrebbe essere ottenuto alternativamente, se li si ritiene un costo da abbattere, con una riduzione degli emolumenti, oppure riconsiderando alcune altre decisioni di spesa. Un caccia F35 dei novanta che l’Italia ha deciso di acquistare per l’ammodernamento dell’Aeronautica militare costa attualmente fra i 90 e i 106 milioni di euro, per dire.

Ecco: questa è in sintesi la partita in gioco col referendum.
I favorevoli alla revisione costituzionale oligarchica non hanno un solo ragionevole argomento da spendere.
I NO sono il più ragionevole strumento per difendere una soglia decente di democrazia e per mantenere aperte differenti possibilità di un suo miglioramento anche qualitativo.
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- Ulteriori informazioni. Su affaritaliani.it.
- Su Money.
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Da un’idea di Tonino Dessì
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Un appello di costituzionalisti per il no al taglio dei parlamentari
[Andrea Fabozzi*]

C’è un appello di un’ottantina di costituzionalisti del No (ma altre firme si stanno ancora raccogliendo) pronto a fare il suo ingresso – nei prossimi giorni – nella campagna referendaria sul taglio dei parlamentari. In prevalenza le firme sono di professori giovani, associati e ricercatori, ma non mancano docenti autorevoli e di esperienza.

Alcuni avevano sostenuto nel 2016 la riforma costituzionale Renzi-Boschi, in qualche caso anche firmando appelli di segno opposto, dunque per il sì. Come Pasquale Costanzo, emerito a Genova, Antonio Ruggeri, emerito a Messina, Marco Plutino, associato a Cassino. Tra le firme anche quella di Massimo Villone, emerito a Napoli e oggi presidente del Comitato nazionale per il No, ruolo che aveva già ricoperto contro la riforma del 2016. Tra le firme in calce al nuovo appello, nato in partenza per rispondere a un asserito «silenzio dei costituzionalisti» (sul manifesto lo ha già fatto l’11 agosto Gaetano Azzariti) quelle di Carlo Amirante, Roberto Borrello, Omar Chessa, Angela Di Gregorio, Michele Della Morte, Silvio Gambino, Enrico Grosso, Laura Lorello, Alberto Lucarelli, Alessandro Morelli, Laura Ronchetti, Laura Trucco, Luigi Ventura. Non ci sono, a parte Villone, le firme che nel 2015 lanciarono, proprio sul manifesto, la campagna per il no al referendum Renzi (Carlassare, Azzariti, Ferrara e ovviamente Rodotà che è venuto a mancare nel 2017).

L’appello mette in testa alle sue critiche gli aspetti economici tanto propagandati dai 5 Stelle – e invece «l’entità dei tagli è irrisoria», «gli strumenti democratici basilari non possono essere sacrificati o depotenziati in base a mere esigenze di risparmio» – e si concentra sulle questioni funzionali – «la riforma riduce in misura sproporzionata e irragionevole la rappresentanza di interi territori», «finirebbe con l’aggravare anziché ridurre i problemi del bicameralismo perfetto» -, ma non trascura che «la riforma appare ispirata da una logica “punitiva” nei confronti dei parlamentari, confondendo la qualità dei rappresentanti con il ruolo stesso dell’istituzione rappresentativa».

Intanto ieri L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha giudicato «ancora insufficiente» lo spazio complessivamente dedicato dall’informazione al referendum. Di conseguenza ha emanato un «ordine» a tutti i fornitori di media audiovisivi, affinché assicurino «un’informazione completa che illustri il merito del quesito referendario e garantisca il bilanciamento delle posizioni favorevoli e contrarie. E ciò sia nei notiziari sia nei programmi di approfondimento». Il consiglio dell’Agcom ha approvato il provvedimento con il voto contrario del consigliere Morcellini e con una settima di anticipo rispetto alla disponibilità dei dati sul periodo 16-22 agosto – e «pur apprezzando il leggero aumento del tempo dedicato al referendum costituzionale» – proprio per l’importanza che nei prossimi giorni sia assicurata la giusta informazione.

Ieri il capo politico reggente dei 5 Stelle Vito Crimi ha voluto fare il suo appello al sì, iniziandolo con l’argomento che il taglio dei parlamentari «È un’occasione straordinaria per ridurre i costi della politica e per rendere più efficiente il nostro parlamento». Malgrado tutte le smentite e i calcoli corretti che sono stati nel frattempo pubblicati, Crimi ha riproposto il conteggio dei risparmi fatto dai 5 Stelle un anno fa, secondo il quale «il taglio ci consentirà di risparmiare 100 milioni di euro l’anno fino ad 1 miliardo in 10 anni, e di poterli restituire ai cittadini investendo in nuovi servizi e attività essenziali». La cifra vera si avvicina alla metà e rappresenta comunque lo 0,007% della spesa pubblica annuale.

Ma soprattutto Crimi ha detto che «il referendum è quel meraviglioso momento di partecipazione, democrazia diretta e libera scelta che può dare ancora più valore e pregio a questo importante cambiamento». Peccato che a gennaio il Movimento abbia attaccato duramente i senatori che si sono fatti promotori del referendum costituzionale. Definendo la loro iniziativa non «un meraviglioso momento di partecipazione» ma «un’ignobile questione di poltrone». Intanto Andrea Colletti non è più l’unico deputato 5S ad essersi espresso apertamente per il no. Anche Elisa Siragusa, eletta all’estero, ha fatto lo stesso.

[*da il manifesto del 21 agosto 2020]

Oggi venerdì 21 agosto 2020

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Silvio Serra, un partigiano sardo caduto per la libertà
21 Agosto 2020
Pubblicato il 7 Agosto 2015
Onore a Silvio Serra. Su Democraziaoggi.

Silvio Serra (Cagliari, 20 novembre 1923 – Alfonsine, 11 aprile 1945) è stato un partigiano italiano. Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria. Ultimo degli undici figli del notaio Efisio Serra – uno dei pochi notai della provincia di Cagliari che nelle elezioni […]
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9129035b-cfaf-49c3-827b-d28947b5a95aReferendum: siamo per il NO!
[Da fb] Quando è iniziata la campagna referendaria il No era dato per spacciato con numeri plebiscitari per il Sì, dato ad oltre il 90%. Ma piano piano, grazie alo sforzo di tutti noi, sui social ma anche fuori, il No sta crescendo e adesso è dato al 30 per cento dagli ultimi sondaggi. I promotori del Sì cominciano ad essere nervosi e incerti sull’esito finale. E’ possibile una rimonta che porti il no a prevalere come è accaduto nel 2016. Impegniamoci tutti e vinceremo questa battaglia!
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Che succede?

DRAGHI E IL “DEBITO CATTIVO”. NOTE SUL REFERENDUM
19
Agosto 2020 by Giampiero Forcesi | su C3dem.
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Coronavirus. Facciamo il punto.
Tonino Dessì su fb.
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Oggi giovedì 20 agosto 2020 [20082020]

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Mario Corona, monserratino, antifascista, partigiano, sindaco comunista di Fucecchio
20 Agosto 2020
Marco Sini su Democraziaoggi.
Pubblicato con lievi modificazioni il 29.11.2017
Fucecchio è una cittadina in provincia di Firenze di 24.000 abitanti. In questa città il 24 e 25 novembre del 2017 su iniziativa dell’Amministrazione comunale e della locale Sezione dell’ANPI, sono state promosse una serie di iniziative per ricordare Mario Corona, che era stato sindaco della città dal 1975 […]
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«Amo è la parola più pericolosa per il pesce. E anche per l’uomo…».
Il pesce creativo. Alberto Caprotti su Avvenire.
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America, America

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TRUMP E L’ASSALTO ALLA DILIGENZA POSTALE.
di Marino de Medici

I cultori del Western non possono non eccitarsi dinanzi alle memorabili sequenze dell’assalto alla diligenza con passeggeri e valori postali. Un assalto paragonabile è in atto oggi negli Stati Uniti ad opera del presidente Trump che ha dato ordine al suo lacchè a capo del servizio postale di fare tutto il possibile per ostacolare la consegna dei voti postali con l’infondata motivazione che il suffragio per posta da’ luogo ad una valanga di frodi elettorali. La domanda che molti americani si pongono non può che essere questa: si tratta di malversazioni – dovute alla decisione di sottrarre alle poste i finanziamenti necessari per assicurare il servizio di consegna dei plichi contenenti le schede elettorali – oppure siamo in presenza di un’azione decisamente illegale che ad elezioni concluse giustificherà il rinvio a giudizio del presidente repubblicano? Tutto depone a favore dell’accusa che Donald Trump ha lanciato l’assalto alle diligenza nel timore di essere rovesciato da una valanga, non già di frodi elettorali (che di fatto non si verificano, eccetto che in casi estremamente rari) ma di voti postali deposti a favore del candidato democratico.

In sostanza, Trump ingigantisce in misura perversa l’opposizione repubblicana basata sull’argomento che il servizio postale è inefficiente. Parte integrante di tale opposizione è il mandato congressuale che impone al servizio postale di assicurare a tutti i dependenti benefici di copertura sanitaria per una durata superiore ai 75 anni. I repubblicani, come noto, vogliono abolire i programmi nazionali di assistenza medica, primo fra tutti l’Obamacare. Quel che i repubblicani non vogliono capire è che sin dai tempi di Benjamin Franklin, il primo Postmaster General nominato dal secondo Congresso Continentale nel Luglio 1775, il Postal System è l’emanazione di precisi statuti e non risponde alle esigenze di mercato. Di fatto, fa molto di più perché raggiunge zone che non sono servite dai colossi della distribuzione come UPS e Fed Ex. In particolare assicura l’assistenza medica ai suoi impiegati.

Per queste ed altre ragioni commerciali, il Postal System attraversa da tempo una crisi finanziaria ma il Congresso non ha alzato un dito per aiutarlo. Il problema è sorto nel 1970 quando il Postal Reorganization Act ha fatto del sistema una “corporation” di proprietà governativa. In pratica, costituisce un’entità pubblica ibrida, con elementi amministrativi privati, che risponde comunque al Congresso. I democratici si battono disperatamente per garantire i finanziamenti necessari al sistema postale ma i repubblicani non collaborano. I fondi previsti dallo Heroes Act approvato dalla Camera sono ostaggio dell’ostruzionismo della leadership repubblicana del Senato che nel bel mezzo della controversia ha sospeso i lavori ed è andato a casa. Lo Speaker della Camera, Nancy Pelosi, ha richiamato i deputati per una sessione di emergenza al fine di risolvere la crisi finanziaria che molti
temono finirà con l’influenzare lo svolgimento delle elezioni. Il che è esattamente quello che si propone il presidente nel disperato tentativo di delegittimare la consultazione elettorale rimandando alle calende greche la proclamazione ufficiale del vincitore.

Con un’impudenza che non ha precedenti nella storia americana, Donald Trump ha dichiarato ad un gruppo di sostenitori: “L’unico modo in cui perderemo le elezioni sarà se queste saranno truccate”. Dinanzi a questa sfida, i democratici hanno preso di mira il Postmaster, Louis DeJoy, un servile esponente della macchina elettorale repubblicana, miliardario e donatore del presidente. E per giunta, azionista dei concorrenti privati delle poste. Non appena nominato, il Postmaster si è messo subito all’opera di sabotaggio del normale svolgimento del voto postale. Accampando la giustificazione di voler risparmiare, ha ordinato la rimozione di macchine selezionatrici ed ha ridotto gli orari di servizio al pubblico. In aggiunta, ha licenziato un gran numero di dipendenti. Il risultato è stato immediato, un forte rallentamento dei servizi di distribuzione della posta, che ha colpito in particolare coloro che ricevono medicinali per posta.
Tra questi, in particulare, gli abitanti delle zone rurali, dove vive un americano anziano su cinque, hanno accusato le conseguenze dei ritardi. Il coro di forti proteste di un gran numero di americani, e l’annuncio di un “hearing” presso la Camera, che avrebbe messo il Postmaster su una graticola di duro biasimo parlamentare, sembrano aver arrestato per il momento l’assalto di Trump alla diligenza postale.

Alcune cifre testimoniano l’irresponsabilità del presidente nei confronti del sistema postale, che conta 600.000 dipendenti, 97.000 dei quali sono reduci. Ed ancora, il 40 per cento della forza lavoratrice appartiene a minoranze. Ma il dato di fatto più rilevante è che il Postal Service non riceve fondi federali, ma si regge con la vendita di francobolli, prodotti e servizi postali. Nello scorso anno, è precipitato in rosso per 9 miliardi di dollari. Il coronavirus ha aggravato la situazione, riducendo di un terzo la movimentazione. Con una mossa ansiosa, gli amministratori hanno chiesto al Congresso un sussidio di emergenza di 89
miliardi di dollari. L’amministrazione Trump ha risposto picche. L’irresponsabilità dell’amministrazione è tanto più eclatante in quanto il presidente non fa che ripetere che il servizio postale dovrebbe aumentare sensibilmente il costo della distribuzione di pacchi per i venditori online tra cui Amazon. Il fondatore e padrone di Amazon, Jeff Bezos, è uno degli uomini più odiati da Trump, anche perché Bezos è proprietario della Washington Post, il quotidiano di forte opposizione all’amministrazione repubblicana. Ed ancora, Amazon ha citato in giudizio Trump accusandolo di aver personalmente bocciato un progetto di programmazione per il Pentagono dal valore di dieci miliardi di dollari. Se i magistrati dovessero accogliere la richiesta di Amazon, il presidente sarebbe chiamato a comparire in giudizio.

Non vi è dubbio che la campagna di restrizione del servizio postale perseguita da Trump sta già avendo avversi effetti. Il Segretario di Stato dell’Ohio Frank LaRose ha avvertito gli elettori del suo stato che una tardiva richiesta delle schede postali potrebbe impedire il conteggio dei loro voti. Con una sfrontatezza che riflette i suoi istinti distruttivi Trump ha ridicolizzato gli sforzi dei democratici di sbloccare un fondo straordinario per il servizio postale. Ha detto Trump: “se non giungiamo ad un accordo (su un nuovo stanziamento federale anti-covid 19 alle condizioni imposte dai repubblicani), vuol dire che non avranno i soldi. Questo significa che non potranno ottenere il voto universale per posta. Non lo avranno”.
Sotto un diluvio di accuse e critiche, il presidente si è in parte rimangiato quella dichiarazione comunicando che firmerà una legge che finanzi il servizio postale, ma ha reiterato che si opporrà all’espansione del voto per posta. L’ironia è che il presidente e la moglie hanno già votato per posta nella Florida, dove sono residenti.

Lo stesso Postmaster ha dovuto fare marcia indietro sospendendo le misure che compromettevano il normale funzionamento delle poste, a cominciare da una sporca iniziativa con cui permetteva ai postini sovraccarichi di lavoro di rimandare la consegna dell’eccesso dei carichi postali. Il ricco donatore di Trump preposto alle poste senza il minimo di esperienza in materia insisteva che le modifiche introdotte avevano il solo scopo di “stabilizzare” il disavanzo postale mentre appariva evidente che tali modifiche e il persistente incubo della pandemia minacciavano di ridurre fortemente la consegna e lo spoglio delle schede inviate per posta. La strategia repubblicana di sopprimere il maggior numero possibile di voti per posta ha una sua logica, legata alla recente previsione che il 30 per cento degli elettori voteranno per posta. Tra i democratici, si prevede che il 47 per cento voterà in tal modo. Saranno molti infatti a richiedere e spedire con notevole anticipo le loro schede per assicurarsi che
vengano conteggiate. La conclusione autorizzata dagli ultimi sviluppi è che la feroce reazione alla strategia di Trump di ridurre il più possibile il voto per posta (gli Attorney General di vari stati hanno giù fatto ricorso alla magistratura contro le manovre del Postmaster) ma soprattutto la decisione di un’alta percentuale di democratici di ricorrere al voto postale rappresentano il carico da novanta che seppellirà le speranze di rielezione di Donald Trump.
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Prudenza e ¡adelante con juicio!

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Omaggio a Federico Garçia Lorca

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x15014131- Sette anni fa su Aladinpensiero: https://www.aladinpensiero.it/?p=14083. ASSASSINIO DI UN POETA
Il 19 agosto 1936 viene ucciso dai fascisti spagnoli a Viznar (Granada) il grande poeta Federico Garçia Lorca, omosessuale e di sinistra. Fucilato per strada, il suo corpo non è mai stato ritrovato. Di lui abbiamo parlato nell’anniversario della nascita (vedi Aladin Pensiero, 5 giugno, FEDERICO GARCIA LORCA).
Nella poesia di Violeta Parra.
Así el mundo quedó en duelo
Y está llorando a porfía
Por Federico García
Con un doliente pañuelo
No pueden hallar consuelo
Las almas con tal hazaña
Qué luto para la españa
Qué vergüenza en el planeta
De haber matado un poeta
Nacido de sus entrañas.

(Da Un Río de Sangre, Violeta Parra)
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Oggi mercoledì 19 agosto 2020

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Disuguaglianze distributive e crisi della democrazia
19 Agosto 2020
Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi.
E’ ormai un fatto accertato che nei Paesi di antica democrazia ad economia di mercato le crescenti disuguaglianze distributive del prodotto sociale procedano parallelamente con la crescente affermazione dei movimenti populisti. L’aumento del consenso a tali movimenti è stato interpretato in vario modo: a volte, come reazione alla globalizzazione; oppure come conseguenza del diffondersi […]
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Che succede?

c3dem_banner_04L’ITALIA DI DE GASPERI E DI OGGI. INTERPRETAZIONI DELL’ALLEANZA PD-M5S
18 Agosto 2020 by Giampiero Forcesi | su C3dem.

I racconti di Gianni Loy. Di Gulp, di campeggi alpini, di impegni sociali, culturali, politici. E di spensieratezza giovanile.

4fc549cb-7e42-4f5d-987a-86a6f332d2a6Su aladinpensiero ******* Anche su Giornalia.

Che succede?

c3dem_banner_04L’EVOLUZIONE DEI 5STELLE E GLI EFFETTI SULL’ALLEANZA COL PD
17 Agosto 2020 su c3dem
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COME SI TORNA A CRESCERE?
17 Agosto 2020 su C3dem.
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[segue]

Cari sardi vi scrivo.

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di Vanni Tola
Ipotetica lettera del Presidente Solinas ai Sardi.
Cari corregionali, come ben sapete io di questioni epidemiologiche non capisco quasi nulla, fortuna che ho Nieddu, un bravo Assessore alla sanità, che ci pensa lui a organizzare tutto. Io l’11 agosto, prima di andare in ferie, ho emanato una ordinanza con la quale prorogavo fino al 7 settembre i balli nei locali notturni, le feste e le sagre quando il governo nazionale aveva già manifestato l’intenzione di limitarli drasticamente. Chi mi conosce sa che io sono per Autonomia quindi, come mi consiglia spesso Salvini, faccio l’autonomo fino in fondo. Mi sono però arrivati subito molti vostri messaggi in limba con i quali mi domandavate, con educazione e cortesia: “ ma ite cazzu sese fatende, mira chi su contagiu este aumentende”. Allora ho riflettuto e ho subito emesso una nuova ordinanza dove dispongo lo stop ai balli in discoteca anche in Sardegna, come indicato dal governo e la revoca della mia precedente ordinanza di pochi giorni fa (11 Agosto) con la quale disponevo esattamente il contrario di quanto dispongo ora. Lo stop riguarda non solo le discoteche e sale da ballo, ma anche i locali assimilati destinati all’intrattenimento, e gli eventi che ” si svolgono in lidi, stabilimenti balneari, spiagge attrezzate, spiagge libere, spazi comuni delle strutture ricettive o in altri luoghi aperti al pubblico”. Ho pure stabilito l’utilizzo obbligatorio della mascherina (per tutti tranne che per Salvini) recependo le norme nazionali. Da oggi, se non cambierò ancora idea, su tutto il territorio regionale è obbligatorio dalle 18 alle 6 l’uso di mascherine “anche all’aperto, negli spazi di pertinenza dei luoghi e locali aperti al pubblico nonché negli spazi pubblici – come piazze, slarghi, vie, lungomari e ovunque per le caratteristiche fisiche sia più agevole il formarsi di assembramenti anche di natura spontanea o occasionale”. [segue]

Oggi martedì 18 agosto 2020

solecoibafficheridesoffiaManifesto. Ricostruire l’Italia. Con il Sud.
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Mio padre, schiavo di Hitler
18 Agosto 2020
Già pubblicato il 26 Aprile 2020
Gianfranco Meleddu su Democraziaoggi.
Mio padre Ignazio Meleddu, nato il 22 febbraio 1923, ha scritto un libro sulla sua vita per regalarlo a tutti noi figli e nipoti. Di seguito riporto alcuni estratti riguardanti la prigionia
Partì nell’agosto del 1940 a 17 anni, tornò nel luglio del 1945 a 22 anni. Mio padre […]

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Prudenza e ¡adelante con juicio!

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Conta di più la limitazione della libertà o la tutela della vita?
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“La varicella è un virus. Molte persone l’hanno avuto, e probabilmente non ci pensano molto una volta che la malattia iniziale è passata. Ma rimane nel tuo corpo e vive lì per sempre, e forse quando sei più grande, si potranno avere episodi dolorosamente debilitanti di fuoco di Sant’Antonio. Non riesci a superare questo virus in poche settimane, senza avere un altro effetto sulla salute.
Lo sappiamo perché è in circolazione da anni ed è stato studiato a livello medico per anni.
Anche l’herpes è un virus. E una volta che lo contrai rimane nel tuo corpo e vive lì per sempre, e ogni volta che sei stanco o stressato avrai una ricaduta. Anche per un semplice evento (foto di scuola, colloquio di lavoro, grande appuntamento) potrai sviluppare i sintomi.
Per il resto della tua vita.
Non lo supererai in poche settimane.
Lo sappiamo perché esiste da anni ed è stato studiato a livello medico per anni.
L’HIV è un virus. Attacca il sistema immunitario e rende il contagiato molto più vulnerabile ad altre malattie. Ha un elenco di sintomi e impatti negativi sulla salute che continuano all’infinito. Ci sono voluti decenni prima che fossero sviluppati trattamenti praticabili tali da permettere alle persone di sopravvivere con una ragionevole qualità della vita. Una volta che lo hai, vive nel tuo corpo per sempre e non c’è cura. Nel corso del tempo, ciò provoca un impatto sul corpo, mettendo le persone che vivono con l’HIV a maggior rischio di patologie come malattie cardiovascolari, malattie renali, diabete, malattie ossee, malattie del fegato, disturbi cognitivi e alcuni tipi di cancro.
Lo sappiamo perché esiste da anni ed è stato studiato a livello medico per anni.
Ora con il COVID-19, abbiamo un nuovo virus che si diffonde rapidamente e facilmente. L’intero spettro di sintomi ed effetti sulla salute sta appena iniziando a essere catalogato, molto meno compreso.
Finora i sintomi includono:
Febbre
fatica
tosse
polmonite
Brividi / tremori
Disturbo respiratorio acuto
Danno polmonare (potenzialmente permanente)
Perdita di gusto (un sintomo neurologico)
Gola infiammata
Mal di testa
Respirazione difficoltosa
Confusione mentale
Diarrea
Nausea o vomito
Perdita di appetito
Ictus
Occhi gonfi
Coaguli di sangue
Convulsioni
Danni al fegato
Danni ai reni
Eruzione cutanea
Le persone che risultano positive al test per Covid-19 sono state classicate come malate anche dopo 60 giorni. Molte persone si ammalano per settimane, migliorano, quindi subiscono una rapida e improvvisa riacutizzazione e si ammalano di nuovo. Un uomo a Seattle è stato ricoverato in ospedale per 62 giorni e, sebbene abbastanza in forma da essere dimesso, ha ancora una lunga strada da percorrere. Per non parlare di una fattura medica da $ 1,1 milioni di dollari.
E poi tra i sintomi, c’è la MIS-C. La sindrome infiammatoria multisistemica nei bambini, una condizione in cui diverse parti del corpo possono infiammarsi, tra cui cuore, polmoni, reni, cervello, pelle, occhi o organi gastrointestinali. I bambini con MIS-C possono avere febbre e vari sintomi, tra cui dolore addominale, vomito, diarrea, dolore al collo, eruzione cutanea, occhi iniettati di sangue o sensazione di stanchezza.
Sebbene rara, ha causato anche dei giovanissimi morti.
Ecco, il Covid-19 non esiste da anni. Sono trascorsi praticamente solo 6 mesi. Nessuno sa ancora gli effetti a lungo termine sulla salute, o come potrebbe presentarsi anni dopo il percorso di vita per le persone che sono state esposte. Letteralmente non sappiamo ciò che non sappiamo.
Per quelli nella nostra società che suggeriscono che le persone prudenti sono solo dei codardi, per le persone che rifiutano di prendere anche le più semplici precauzioni per proteggere se stesse e coloro che le circondano, voglio chiedere, senza iperbole e in tutta sincerità:
Come osate?
Come osate rischiare la vita degli altri in modo così sprezzante?
Come osate decidere per gli altri che secondo voi dovrebbero accettare l’esposizione al virus così da “superarla e via” quando letteralmente nessuno sa chi sarà il caso fortunato dai “sintomi lievi” e chi invece si ammalerà e morirà?
Perché mentre sappiamo che alcune persone sono più suscettibili alla sofferenza del caso più grave, sappiamo anche che giovani di 20 e 30 anni sono morti, corridori di maratona e campioni di fitness sono morti, bambini e neonati sono morti.
Come osate comportarvi come se ne sapeste più di medici e ricercatori esperti, quando quegli stessi medici e ricercatori riconoscono che c’è così tanto che non sappiamo ancora, ma con quello che sappiamo, sono abbastanza intelligenti da avere paura di quanto facilmente si diffonda, e raccomandare precauzioni di base.
Lavaggio frequente delle mani
Distanziamento fisico
Ridotto contatto o interazione sociale / pubblica
Indossare una maschera
Tosse o starnuti nel gomito
Evitare di toccarti il ​​viso
Sanificazione di superfici frequentemente toccate
Più cose possiamo fare per mitigare il rischio di esposizione, meglio stiamo tutti, secondo me. Non solo appiattisce la curva e consente agli operatori sanitari di mantenere livelli di servizio che non sono immediatamente e catastroficamente sopraffatti; riduce anche le sofferenze e le morti inutili e guadagna tempo affinché la comunità scientifica studi il virus per giungere a una comprensione più ampia dell’ampiezza del suo impatto sia a breve che a lungo termine.
Respingo totalmente l’idea che sia “solo un virus” e alla fine lo prenderemo tutti.
È una posizione egoista, pigra e senza cuore.”

Anthony Fauci
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Racconti. Di Gulp, di campeggi alpini e di altre storie.

17c5b1c5-e2cf-47ad-b4ff-3e20f4926387INCURSIONE IN VAL DI FASSA (Agosto 1969)​.
di Gianni Loy.
Formidabili quegli anni, avrebbe detto Mario (Capanna), ma basterebbe far riferimento anche a un solo anno, il 1969, per esempio, o a una sua porzione, anche piccola.
Il 1969 è stato un anno lungo e intenso. Nel voltarmi indietro, stento a credere che tante cose possano essere successe in pochi mesi. Eppure così è stato. La storia è breve, meno di 10 giorni: una scappatina in quattro, con nonchalance, nel mese di agosto. Per poterla comprendere, tuttavia, occorrono alcune premesse relative al contesto. [segue]