Monthly Archives: luglio 2020
Oggi martedì 7 luglio 2020
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Referendum. Costituzione contro populismo ed opportunismo, fare vincere il NO
7 Luglio 2020
Alfiero Grandi su Democraziaoggi.
Il governo sotto la pressione del M5Stelle ha costretto la maggioranza parlamentare ad approvare l’imposizione di votare in un’unica giornata per le regioni, per i comuni, per le suppletive dei parlamentari e per il referendum costituzionale. Questo è l’election day, quasi certamente il 20 e 21 settembre. Anzitutto è un grave errore che riduce […]
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Una riforma che taglierà la democrazia. Intervista a Massimo Villone.
7 Luglio 2020
Roberto Loddo su il manifesto sardo.
“Non si misurano le istituzioni in base ai costi perché un Paese che vuole delle istituzioni efficienti deve misurare i costi in ragione della funzione politica che vuole assegnare alle istituzioni e non certo in ragione di un risparmio economico. La questione del costo poi è risibile perché con questa riforma ogni cittadino risparmierà meno di una tazzina di caffè all’anno”. Dice Massimo Villone, senatore per quattro legislature e professore emerito di diritto costituzionale all’Università di Napoli Federico II. Oggi è presidente del Coordinamento per la Democrazia costituzionale, uno dei maggiori soggetti organizzati per il no nel referendum costituzionale in materia di riduzione del numero dei parlamentari. [...]
Addio al Maestro Ennio Morricone
Oggi lunedì 6 luglio 2020
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—————————Opinioni, Commenti e “Riflessioni, Appuntamenti—————–
Fucilieri o fucilatori? Ai giudici romani la sentenza
6 Luglio 2020
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Sempre di più non capisco se sono io “arrevexiu“, bastian contrario, o gli altri fuori di senno. Prendete la questione dei fucilatori dei due pescatori indiani. Dopo otto lunghi anni l’arbitrato internazionale ha stabilito che i due marò vanno giudicati in Italia. Depositata la decisione, si è levato un plauso generale, un coro di [...]
L’ASCE mobilitata per le persone in difficoltà.
Che succede?
ANGELA FOREVER. KEYNES E IL PATTO DI STABILITÀ. IL GOVERNO E BERLUSCONI
5 Luglio 2020 by Forcesi | su C3dem.
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I movimenti sociali possono salvare la democrazia?
Donatella della Porta
Su Sbilanciamoci, 3 Luglio 2020 | Sezione: primo piano, Società.
Nella pandemia i movimenti sociali hanno cambiato le proprie forme di protesta, continuando a lottare per i diritti e nuovi spazi di partecipazione. Nel mondo post-Covid il percorso per raggiungere la giustizia sociale e ambientale passa da un maggiore coinvolgimento dei cittadini nella vita pubblica.
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Una nuova finanza è possibile (e già esiste)
Alessandro Messina
Su Sbilanciamoci!, 5 Luglio 2020 | Sezione: Apertura, Economia e finanza
Oggi i soldi ci sono, ma non arrivano a chi ne ha bisogno, non sostengono investimenti, non creano occupazione, non favoriscono obiettivi di sostenibilità. Lo shock della pandemia è un’occasione per invertire la rotta, con interventi politici che ridisegnino l’intera architettura del mercato finanziario.
Oggi domenica 5 luglio 2020
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Carbonia. Nasce il Sindacato libero, insieme alla politica di Unità nazionale lanciata da Togliatti con la svolta di Salerno.
5 Luglio 2020
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Continua la storia di Carbonia a puntate domenicali. La prima il 1° settembre 2019.
Alla fine del 1943 le leghe di Carbonia, in via di formazione, non erano ancora in grado di tenersi in contatto diretto con l’organizzazione nazionale del Sindacato. E neppure nel 1944, quando i partiti antifascisti costituiscono il Vertice Nazionale Confederale […]
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L’alleanza tra Laudato sì’ e Agenda Onu 2030 per la salvezza del Pianeta. Su editoriali aladinpensiero online.
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Pensiamo a città più solidali per vincere la paura e guardare al futuro con fiducia.
Sandro Roggio su La Nuova Sardegna, ripreso da Fondazione Sardinia web.
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Recuperiamo quel bene comune chiamato salute
Il Covid-19 ha messo a nudo le carenze del sistema sanitario
5 Luglio 2020 Su Il Portico Roberto Comparetti.
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Che succede?
ITALIA A RISCHIO ISOLAMENTO. AVANZATA DEI VERDI. IL GUINZAGLIO DELLA CINA
3 Luglio 2020 su C3dem.
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SOCIETÀ CIVILE. GIOVANI. OMOFOBIA. SCUOLA
3 Luglio 2020 su C3dem.
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America, America
DONALD TRUMP E IL CAOS
di Marino de Medici*
La carta che Donald Trump ha deciso di giocare per impedire la vittoria democratica a Novembre è una sola: il caos. E’ ormai chiaro infatti che l’intento del presidente repubblicano è di rendere impossibile una pacifica transizione del potere, generando un’incontrollabile agitazione civile e per l’appunto il caos politico, qualora dovesse perdere le elezioni. In tal caso, vale il suo grido di battaglia: “facciamola finita con la democrazia!”. Il preludio della guerra di Trump contro le istituzioni democratiche è ormai strettamente associato al costante messaggio che egli emana: “le elezioni sono una frode”. Lo va ripetendo con crescente intensità. Il messaggio più recente giunge a questo estremo: “In conseguenza delle schede inviate per posta, l’elezione del 2020 sarà la più truccata nella storia della nazione – a meno che non venga arrestato
un corso così stupido. Abbiamo votato durante la prima guerra mondiale e la seconda guerra mondiale senza problema, ma ora stanno servendosi del Covid al fine di truffare con il voto postale”. Senza il minimo ritegno, il presidente si è spinto fino a sostenere che le schede per il voto postale “già vengono stampate in Paesi stranieri”.
Più chiaro di così il presidente non potrebbe essere: se non dovesse vincere, sarà una frode, perpretata con il voto postale.
I fatti dimostrano che il voto postale non è un’invenzione recente dei democratici ma un metodo di voto che gli stessi repubblicani hanno usato in precedenti elezioni con risultati a loro favorevoli in certi casi. L’accanimento di Trump contro il voto postale è legato ad un altro fatto, che entrambi i partiti hanno investito ingenti risorse
nello sforzo diretto a far votare per posta il maggior numero possibile di cittadini per una giustificabile salvaguardia contro il flagello della pandemia. La strategia di Trump è un’altra: quella di preparare il terreno ad una serie di denunce e ricorsi alla magistratura come base del suo rifiuto di accettare una sconfitta elettorale.
Trump spera in uno o più eventi in cui il conteggio a lui favorevole dei suffragi espressi alle urne dovesse essere rovesciato al termine dello spoglio dei voti pervenuti per posta.
Si può purtroppo immaginare un film dell’orrore, quello di un’interminabile notte elettorale in cui i cittadini americani apprendono dalla televisione l’esito della consultazione in uno stato per poi essere trascinati nel dubbio dalla rimonta dei voti postali.
La democrazia impone che il conteggio dei voti sia scrupoloso ma anche che sia rapido.
E’ un fatto comunque che in diverse occasioni le autorità elettorali hanno dovuto sospendere l’annuncio dei risultati in attesa che venissero conteggiati i voti espressi per corrispondenza. In pratica, la democrazia ammette la possibilità di un ritardo nell’annuncio dell’esito elettorale ma è prevedibile che Trump sfrutterà il ritardo come prova di una frode, o addirittura di una congiura in atto. Il caos è l’obiettivo del presidente nel caso in cui gli exit polls dovessero segnalare la vittoria di Joe Biden.
Un altro aspetto strumentale della strategia del caos è quello della “suppression” del voto democratico, attraverso una serie di maligni artifizi che vanno dalle “purghe” dei registri elettorali all’imposizione di condizioni perverse come quelle degli stati
repubblicani che obbligano l’elettore a presentare un documento di identità con fotografia, approvato dall’autorita’ del luogo. Questi ed altri impedimenti alla democrazia rappresentativa non salveranno la presidenza Trump ma dovranno fornire lo spunto alla prossima aministrazione ed al Congresso per regolamentare un processo elettorale moderno ma tale da assicurare il pieno esercizio del diritto di voto per classi come quelle degli afro-americani e di gente di colore che da tempo immemorabile si sono trovate escluse in forza di norme come l’odiosa “poll tax” negli stati del sud o i documenti con foto e la prova di residenza dei giorni nostri.
In una panorama catastrofico come quello del mancato riconoscimento della potenza distruttiva del coronavirus prima e della sciagurata riapertura dopo (basti segnalare che i casi di infezione sono aumentati in misura pari a quelli registrati a Marzo), la sensazione dominante in una massa di americani è che l’America ha perso completamente il ruolo di leader mondiale. Non solo gli Stati Uniti hanno fallito nel compito di portare sotto controllo la pandemia al momento del suo insorgere, ma dopo aver registrato una crisi di pubblica sanità incomprensibile in un Paese scientificamente avanzato, hanno ripetuto ed aggravato il fallimento delle misure sanitarie. Il “genio stabile” che Trump si è pubblicamente vantato di essere ha ignorato le raccomandazioni degli esperti, pur avendo accesso a straordinarie risorse mediche e finanziarie, tali da far fronte alla pandemia. Il coronavirus che ha prostrato l’America non è il prodotto di una congiura democratica per cacciare Trump dalla Casa Bianca ma della sua assoluta incompetenza e del rifiuto della scienza.
L’ultima definitiva prova della insensibilità di Donald Trump dinanzi alla scandalosa deficienza della “public health” negli Stati Uniti è fornita dal ricorso della sua amministrazione alla Corte Suprema con la richiesta di annullamento della legge sanitaria conosciuta come Obamacare, che un giudice trumpista del Texas ha definito “anti-costituzionale”. La perdita dei benefici di Obamacare colpirebbe non meno di 23 milioni di americani che hanno perso il lavoro, e quindi la copertura assicurativa. In termini umani, la crociata anti-Obama
– una perdurante ossessione del presidente – nel bel mezzo di una pandemia che finora ha ucciso 130.000 americani – è “un atto di impenetrabile crudeltà”, come l’ha definito lo Speaker della Camera Nancy Pelosi. Ma il vero scandalo, che presumibilmente i democratici sfrutteranno a fondo nelle battute finali del dibattito elettorale, è l’ipocrisia di Trump nell’assicurare che Obamacare sarà rimpiazzata da “un’alternativa altamente migliore e molto meno costosa”. Di fatto, in tre anni di governo, l’Amministrazione Trump non ha introdotto ne’ proposto una simile “alternativa”. Nel quadro elettorale, torneranno certamente a farsi sentire le preoccupazioni per l’assistenza sanitaria di gran parte dell’elettorato che contribuirono in misura sostanziale alla vittoria dei democratici nelle elezioni per la Camera del 2018.
Molto lascia pensare che la contesa elettorale verrà decisa dal danno economico che l’America ha patito e continua a patire in conseguenza della pessima gestione sanitaria e dell’incapacità del presidente di dare fiducia ad una nazione sconvolta da una crisi mostruosa. Per tutta risposta, il presidente repubblicano ha tagliato i fondi per il “testing” ed ha propagato accuse di “complotti” che rispondono alla sua strategia di “guerra culturale” volta a dividere gli americani e a promuovere il “culto” di Donald Trump. Se verrà il caos, secondo Trump ed il suo vice Mike Pence sarà colpa della stampa che mira ad “infondere paura” tra gli americani. Da notare infine che lo stesso
Pence, come del resto il presidente, ha evitato di consigliare l’uso delle mascherine ma ha suggerito che gli americani seguano le istruzioni degli stati in merito alle “coperture facciali”. Il mediocre evangelico vice di Trump ha concluso con un appello: “continuate a pregare”. All’America insomma non resta che pregare perché non venga il caos predisposto da Donald Trump.
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LE DONNE E I GIOVANI ARBITRI DEL VOTO
Le donne e i giovani sono le due ruote del lotto elettorale americano dal quale uscirà il nome del prossimo presidente degli Stati Uniti. Le previsioni sono sempre una scommessa che riposa su una gamma di sondaggi che in realtà rappresentano uno “snap shot”, una foto del momento. Al momento, se si considera lo “snap shot” di questa fase elettorale, Donald Trump è avviato ad una sonora sconfitta e il partito repubblicano alla perdita della maggioranza al Senato.
Cominciamo dalle donne e dalla previsione che voteranno a favore del candidato democratico Biden in misura maggiore rispetto al loro voto per Hillary Clinton nel 2016.
La forte condanna della stravolgente presidenza Trump è ormai associata al doloroso impatto del coronavirus, aggravato dagli errori dell’amministrazione all’insorgere della pandemia. Il “gender gap”, ossia il divario di genere che ha proiettato le donne verso le posizioni democratiche è risultato decisivo nelle elezioni congressuali del 2018 che hanno portato alla Camera dei Rappresentanti un numero record di donne, 117 contro le 89 della precedente legislatura. Nelle elezioni presidenziali del 2016 Hillary conquistò la maggioranza del voto femminile ma non nella proporzione necessaria per strappare il voto del Collegio Elettorale negli stati chiave, dove Trump prevalse grazie al voto degli uomini bianchi. Questa volta la musica è cambiata. Ad esempio, nel Wisconsin, la più inaspettata vittoria di Trump nel 2016, le donne votarono per Hillary con un margine di dieci punti (53 contro 43 per cento). Il rilevamento demoscopico di questi giorni nel Wisconsin conferisce a Biden un vantaggio di 20 punti tra le donne (55 contro 33 per cento) che in presenza di un voto costante per Trump tra gli uomini (55 per cento) dovrebbe conferire a Biden un margine di vantaggio del 3 per cento nello stato. Analoghi sondaggi registrano un netto vantaggio di Biden in taluni stati chiave per il Collegio Elettorale, tra cui la Pennsylvania, il Michigan e la Florida. In quest’ultimo stato Biden è appoggiato dal 51 per cento delle donne rispetto al 38 per cento a favore di Trump.
Nel quadro del voto femminile va fatta una distinzione, che di fatto Trump raccolse la maggioranza dei suffragi delle cosidette “working women” bianche, con un margine del 27 per cento. Le donne che lavorano non hanno un titolo di studio superiore. Il vantaggio in quella categoria si è ridotto ora, stando ai sondaggi, a 6 punti. Se questo dato dovesse essere confermato a Novembre, si tradurrebbe per Trump in una perdita di 2 punti del voto popolare suggellando la sua sconfitta elettorale.
Nel 2016 infatti Trump strappò la maggioranza del Collegio Elettorale con il 46 per cento del voto popolare. Con il 44 per cento non sarà possibile.
La macchina elettorale di Trump sta lavorando intensamente per recuperare il voto delle cosiddette “downshifters”, le donne che avevano votato per lui nel 2016 ma avevano poi abbandonato i candidati repubblicani nel 2018. Ma anche questa è una missione impossibile perchè le donne che lavorano sono quelle che hanno più sofferto dalla pandemia e dalla drammatica contrazione economica che tra l’altro ha sottratto loro i mezzi per pagare gli asili nido. Un’altra importante differenza emersa è che mentre il 59 per cento degli uomini bianchi senza laurea si pronunciano a favore del rilancio dell’economia rispetto allo sforzo di contenimento del virus, il 57 per cento delle donne che lavorano invocano la neutralizzazione del virus anche al costo di una sofferenza economica. I demografi confermano che sarà pressocchè impossibile per Trump far leva sul voto femminile in quanto le donne sono “stanche” della sua presidenza. Con Trump – osservano – le donne avevano provato “qualcosa di nuovo” ma ora sanno che il presidente repubblicano è “uno che non unisce ma divide”. In conclusione, le donne non rappresentano un blocco monolitico ne’ votano necessariamente in base alle priorità feminili, ma negli ultimi tre anni hanno preso parte attiva alla vita politica, in ragione del 29 per cento in più rispetto al passato, dovuto soprattutto al concorso della generazione dei “millennials” e delle donne appartenenti a minoranze. Un ultimo fattore che sospinge il voto femminile per i democratici è l’impegno assunto da Biden di scegliere una donna per la candidatura vicepresidenziale. L’effetto sarà tanto più rilevante se dovesse trattarsi di una donna di colore, un ulteriore forte incentivo al voto degli afro-americani.
Negli Stati Uniti, i giovani votano in misura nettamente inferiore rispetto alle maggiori età e sono meno propensi ad affiliarsi ad un partito politico. Ma le cose vanno cambiando anche per la generazione dei “millennials” e per la cosidetta “generazione Z”, quella dei nati tra il 1995 ed il 2015. Sono noti come “zoomers”, in pratica i nipoti dei famosi “boomers”. La peculiarità distintiva di queste nuove categorie di elettori è che sono nella maggior parte indipendenti, ne’ democratici ne’ repubblicani, portati a votare in base alle loro preferenze politiche oppure ai valori dei candidati in lizza. Un’indagine demoscopica tra gli elettori di età compresa tra i 17 e i 35 anni ha accertato
che il 35 per cento si classifica democratico, il 24 per cento repubblicano e il 37 per cento indipendente. Tra coloro che ancora non si sono iscritti nelle liste elettorali, la grande maggioranza – il 72 per cento – si definisce indipendente.
In generale, i giovani elettori appaiono bene informati ma alieni da una identificazione partitica. Di fatto, molti di loro professano una forte dose di scetticismo nei confronti del partito democratico e dei suoi leader. Quelli che si definiscono conservatori rifuggono da una identificazione con il partito repubblicano, e dissentono in particolare dai capisaldi della piattaforma repubblicana in materia di politiche sociali e del clima. Un altro aspetto che li contraddistingue è il fardello di debiti che li opprime in confronto al minor debito personale delle precedenti generazioni. La recessione economica generata dalla crisi del coronavirus ha accentuato la protesta dei giovani contro la diseguaglianza economica e le politiche sociali dell’amministrazione Trump, che per quanto abbia lievitato il mercato azionario, non ha accresciuto il reddito e la ricchezza della classe media.
Altrettanto cruciale ai termini delle preferenze dei giovani è il fatto che nella recrudescenza della pandemia sono i giovani a farne maggiormente le spese. I casi di coronavirus sono drammaticamente aumentati in 40 dei 50 stati americani e quattro stati in particolare – Arizona, Florida, California e Texas – hanno registrato un alto numero di infezioni tra le giovani generazioni. In ultima analisi, il comportamento dei giovani elettori non può che essere ricondotto all’impatto che su di essi ha avuto e sta avendo il “trumpismo”, un cocktail incendiario di populismo economico, nazionalismo anti-immigrazione ed isolazionismo alla fasulla insegna del MAGA (Make America Great Again). Nell’elezione midterm del 2018 ha votato il 22 per cento degli aventi diritto al voto tra i 18 e i 24 anni e il 30 per cento tra i 25 e i 29. L’affluenza sarà certamente più alta a Novembre anche perchè i giovani sono più portati a votare in una consultazione presidenziale. Non meno importante è il dato che gli elettori tra i 18 e i 29 anni appartengono all’unico gruppo demografico che ha accresciuto la sua
affluenza alle urne nell’arco di tempo tra il 2012 e il 2016. Tutti i rilevamenti demoscopici recentemente condotti pronosticano un’affluenza alle urne ancor maggiore, accompagnata ad un crescente livello di entusiasmo. Altrettanto interessante è la scoperta che il 54 per cento di coloro che seguono la campana elettorale sui “social media” ed offline si dichiara “estremamente propenso” a votare. E’ quindi prevedibile che il voto dei giovani in questo rilevante segmento di elettori che si affidano al telefono e al laptop anzichè alla televisione via cavo, peserà a favore dei candidati democratici alla Casa Bianca e Senato.
I giovani sono influenzati da preoccupazioni sociali ed economiche che vanno dal pesante debito contratto per gli studi universitari alle scarse opportunità di avanzamento socio-economico. Le adunate di giovani, bianchi e di razza mista, che sono scesi nelle piazze per le dimostrazioni del “Black Lives Matter” rappresentano un importante indicatore di sostegno delle candidature democratiche. I giovani tra i 18 e i 35 anni costituivano un settore non sfruttato dell’elettorato americano. Oggi, una percentuale in deciso aumento di giovani elettori è avviata a far valere le sue ragioni nella consultazione presidenziale e senatoriale. Sono infatti in palio 35 seggi senatoriali su 100 e i democratici puntano a guadagnarne quattro (senza perderne alcuno) per conquistare una maggioranza che cambierebbe il corso della politica americana dopo la rovinosa parentesi della presidenza Trump. In conclusione, donne e giovani forniranno il margine di successo di Joe Biden per il ritorno ad una amministrazione “normale”.
Gli americani di età superiore ai 65 anni sono di gran lunga i votanti più affidabili, con un’affluenza alle urne del 58 per cento nel 2014 e del 73 per cento nel 2016.
Oggi sabato 4 luglio 2020
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—————————Opinioni, Commenti e “Riflessioni, Appuntamenti—————–
“La DaD ha salvato la baracca”?
4 Luglio 2020
Lucio Garofalo su Democraziaoggi.
Sono un maestro di scuola primaria, e non un docente universitario, per cui posso garantire che i danni arrecati dalla didattica a distanza in questo segmento, e direi in tutto il primo ciclo dell’istruzione, sono notevoli. C’è chi, invece, ripete come una sorta di mantra spirituale la tesi propagandista che […]
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Come evitare la distruzione sociale nella stagnazione che ci aspetta
Sinistra. Lo Stato deve riacquistare un ruolo di imprenditore e di innovatore, come dice Mariana Mazzucato, altrimenti resta una stampella del sistema. Lo si vede bene nella scuola
Alfonso Gianni, il manifesto,
EDIZIONE DEL 04.07.2020, PUBBLICATO Online 3.7.2020.
Le nuove recenti stime del Fondo monetario internazionale prevedono una contrazione del Pil mondiale al 4,9% contro il 3% stimato ad aprile. [...].
E’ online il manifesto sardo trecentonove
Il numero 309
Il sommario
Perché è importante bloccare la legge scempia-coste (Stefano Deliperi), Videoconferenza sul diritto alla salute in Sardegna ai tempi del COVID-19 (red), Il patrimonio archeologico sparisce dal parco geominerario. E ora? (Carla Perra), L’origine del razzismo negli Stati Uniti (David C. Nilson), Joseph Stiglitz e il futuro del capitalismo (Gianfranco Sabattini), Perché l’Ersu a Sassari continua a negare il diritto allo studio? (red), Appello per il referendum. No alla grande menzogna (red), Buoni motivi per partecipare alla Black Trans Lives Matter (red).
Oggi venerdì 3 luglio 2020
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—————————Opinioni, Commenti e “Riflessioni, Appuntamenti—————–
La pubblica amministrazione, le parole, la riforma
3 Luglio 2020
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Ormai è diventato un mantra: tutti dicono che vogliono la riforma dell’amministrazione, molti addirittura che non vogliono la burocrazia e che non vogliono le regole. Salvini, ad esempio, dice che vanno abrogate le norme sulle gare d’appalto. Altri vogliono fare tabula rasa qui, altri là, non c’è campo che non sia investito da questa […]
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QUESTA SETTIMANA: Le difficili transizioni che la pandemia sta accelerando
Molti comportamenti non ritorneranno al passato. È una buona notizia per lo sviluppo sostenibile, ma alcune categorie rischiano di pagare un prezzo pesante. Per evitarlo occorre una politica capace di guardare avanti. 3/7/20
di Donato Speroni su ASviS.
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La pandemia insegna che le divisioni sono un pericolo per tutti
di António Guterres
03 luglio 2020 su Il Corriere della Sera.
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Don Dino Pittau, storico assistente dell’associazione Giuseppe Toniolo di Stampace: 65 anni di sacerdozio!
Oggi festeggiamenti a Serramanna.
———————Serramanna in festa per i 65 anni di ordinazione sacerdotale di monsignor Aldo (Dino) Pittau. Nella chiesa di San Leonardo, su iniziativa dell’associazione “Giuseppe Toniolo” di Stampace – Cagliari, sarà celebrata oggi venerdì 3 luglio, alle ore 19, una solenne messa giubilare, in onore del sacerdote. Canonico del Capitolo Metropolitano di Cagliari, don Dino, come ancora oggi lo chiamano i soci della Toniolo, è stato parroco, oltre che a Sant’Anna, a Dolianova, Sanluri, Monastir, a Cagliari (Sant’Avendrace). Nei dieci anni dal 1998 al 2008 è stato parroco della Cattedrale di Cagliari. Nato a Samassi il 6 giugno 1932, fa parte di una famiglia di sacerdoti.
Referendum
Appello per il referendum. No alla grande menzogna
30-06-2020 – su Volerelaluna.
Il 20 e 21 settembre saremo chiamati a votare sul referendum costituzionale sul taglio del Parlamento: meno 36,5%, riducendo da 630 a 400 il numero dei deputati e da 315 a 200 quello dei senatori.
Il progetto politico che ha portato al taglio della rappresentanza parlamentare senza ascoltare alternative e critiche è rapidamente invecchiato, esso si risolve in un attacco al ruolo della rappresentanza parlamentare proprio quando ne andrebbe rilanciato il ruolo di rappresentanza e unificazione dell’Italia.
[segue]
AladiNewsEstate. I racconti semi-immaginari di Stampace
SUOR MARTA È ANCORA VIVA .
di P.Ligio *Ripubblicazione*
- Suor Marta non è morta!, fu Barbasanta a portare la sconvolgente notizia ai quattro amici che cercavano di sopravvivere ad un’afosa serata d’estate. Sedevano davanti ad un tavolino all’aperto del bar tabacchi, davanti ad alcune bottiglie di birra Ichnusa e ad un mazzo di carte.
- Non dire fesserie, gli rispose il Cavaliere. Ziu Pissenti espresse la propria incredulità con un sorriso ironico, il Maresciallo continuò a mischiare il mazzo di carte, Angelino Sollai confermò, con un monosillabo, il giudizio del Cavaliere.
Intanto i quattro fecero spazio attorno al tavolino per consentire al nuovo venuto di collocare la propria sedia. Barbasanta si sedette e fece un cenno alla proprietaria del bar, anziana quasi quanto loro, perché portasse un altro bicchiere.
Lo stupore derivava dal fatto che suor Marta, che nessuno di essi aveva più incontrato da almeno 30 anni, veniva da tutti ricordata come persona molto anziana, per cui risultava loro difficile credere che potesse essere ancora viva.
Il Cavaliere sentì il dovere di dire la sua. Perché era uomo di chiesa, era stato componente del consiglio parrocchiale, dirigente della società di San Vincenzo, organizzatore delle feste del patrono. Senza contare quel suo titolo di cavaliere, che nessuno sapeva a cosa fosse dovuto, ma che egli, grazie anche alla mole robusta ed alla voce baritonale, portava molto bene. Per lunghi anni aveva utilizzato quel dono, quello della voce, cantando in un piccolo coro, composto da lui, dal Rais, e da un organista tedesco che abitava nel quartiere e la cui origine era sempre rimasta misteriosa. L’organista, nonostante le origini, si era inserito perfettamente nella cultura del quartiere, era persino diventato grande estimatore di gatti. Era capace di annegarli, non senza fatica, all’interno di un recipiente colmo d’acqua coperto da una tavola tenuta stabile da alcune pesanti pietre. Aveva anche imparato a scuoiarli, li esponeva alla luna per due notti di seguito, al clima secco del maestrale, dopodiché li imbottiva con aglio, rosmarino e sale prima di cucinarli.
Il suo problema principale era quello di procurarseli, i gatti. Acchiappava quelli che poteva tra i tetti ed i vicoli del quartiere, suscitando le ire di zia Annica, una vecchietta che divideva il suo tempo tra le funzioni religiose e la cura dei felini del vicinato. Preparava per loro dei piattini con il cibo, li distribuiva nella piccola terrazza, nel vicolo della propria casa e qualche volta, approfittando dell’assenza degli abitanti del palazzo, persino nell’androne. Li riconosceva uno per uno e li chiamava per nome. Ogni volta che qualcuno di essi mancava all’appello attribuiva le colpe, immancabilmente, all’organista tedesco. Lo riempiva di maledizioni, più di una volta, se solo le forze glielo avessero consentito, le si sarebbe avventata contro. [segue]
Informazioni utili
Per saperne di più: https://www.minambiente.it/bonus-mobilita
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ASviS. Notizie in breve
Forum Dd: pubblicato il Rapporto sulle imprese pubbliche italiane – Online il “2020 World youth report” – Pubblicato il “Rapporto sulla programmazione di bilancio 2020” – Aperto il corso sulla misurazione degli SDGs – Pubblicata la “Pagina 5” del catalogo Sna – Farnesina: prima riunione del tavolo operativo inter-istituzionale per il contrasto al Covid-19 – Openpolis: uno studio su cooperazione e parità di genere. 2/7/20
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Rapporto Sdsn-Bertelsmann: “Il Covid-19 impatta sulla maggior parte degli SDGs”
La Corea del Sud è stata la più efficiente tra i Paesi Ocse nella lotta al virus. Indice SDG dominato ancora da tre Stati nordici: Svezia, Danimarca e Finlandia. Italia 30esima. Progressi in tutto il mondo ma ancora insufficienti. 2/7/20
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ICC, VENTI20diNOVITA’, un’estate in volo!
30/06/2020/in Circoscrizione Italia Centrale (ICC): Liguria, Toscana, Sardegna, Umbria, Marche, Abruzzo, Lazio.
Pubblichiamo il comunicato stampa della Circoscrizione Italia Centrale sull’iniziativa Venti20dinovità.
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Oggi 2 luglio 2020
http://www.streamup.eu/rapporto_sussidiarieta_2020/