Monthly Archives: luglio 2020
Save the date – Punta de billete – Prendi nota
Buoni motivi per dire no
Perché ridurre il numero dei parlamentari è contro la democrazia
Lunedì 27 luglio 2020, ore 18.00, diretta Facebook e YouTube sul manifesto sardo…
Coordina Roberto Loddo del manifesto sardo e partecipano Andrea Pubusa e Antonio Dessì del Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria; Lucia Chessa e Marco Ligas dei Comitati sardi per la democrazia costituzionale; Giulia Biazzo, coordinatrice nazionale dell’Unione degli Studenti, Vittoria Gheno, attivista del comitato per il no al taglio del parlamento, Danilo Lampis, amministratore comunale di Ortueri e Luigi Pandolfi dell’associazione “Per la sinistra, per
un’altra Europa.
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Oggi venerdì 17 luglio 2020
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—————————Opinioni, Commenti e Riflessioni, Appuntamenti——————–——–
Benetton una sconfitta, ma non una disfatta
17 Luglio 2020
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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- I pro e i contro nella rassegna stampa di C3dem.
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Mio padre partigiano “Geppe”
17 Luglio 2020 su Democraziaoggi.
Si sono svolte martedì le esequie di Nino Garau, il comandante Geppe. Per ricordarlo ripubblichiamo l’intervento del figlio Dino il 24 aprile scorso su questo blog.
Dino Garau, figlio di Nino, il comandante “Geppe”
(Nino Garau “Geppe” a destra in compagnia di un altro partigiano).
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A sessantasei anni, quale è la mia età, non è da tutti poter godere […]
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Che succede?
ACCORDO AUTOSTRADE: GLI EUFORICI, I SODDISFATTI, I DUBBIOSI, I CONTRARI
16 Luglio 2020 su C3dem.
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America, America
L’AMERICA SULL’ORLO DELLA PARANOIA
L’AMERICA SULL’ORLO DELLA PARANOIA
di Marino de Medici*
Non passa giorno che il Presidente Trump non dice o fa qualcosa con lo scoperto intento di sabotare l’eventuale esito elettorale a lui sfavorevole.
Questo intenso lavorìo mirato a denunciare il risultato elettorale poggia su un’operazione complementare che mette sotto accusa quegli esperti che affrontano la crisi sulla base dei terrificanti dati di un’epidemia che appare inarrestabile a motivo dell’incompetenza e dell’insulsa retorica del presidente. In un Paese in cui stati come la Florida, l’Arizona, la California, il Mississippi e il Texas hanno battuto il record di decessi nella scorsa settimana, la Casa Bianca non sembra aver meglio da fare che attaccare il dottor Anthony Fauci con una dichiarazione anonima che lo accusa di “aver sbagliato su alcune cose”. Il 79enne direttore dell’Istituto per le Malattie Infettive non è più chiamato a fornire consulenze sul corso dell’epidemia, dal 2 giugno non ha più visto il presidente, ed è ammonito a non rilasciare interviste ufficiali e ad apparire in certi programmi televisivi.
Gli Stati Uniti, un tempo considerati il Paese all’avanguardia scientifica, con fior di Nobel in medicina, sono oggi la nazione più retrograda nella lotta contro l’infezione del coronavirus. L’amministrazione Trump si distingue nel minimizzare il disastro infettivo che sconvolge quasi tutti gli stati ripetendo ad nauseam un panegirico di presunti successi nel campo della prevenzione e dei controlli attraverso testing quando è chiaro a tutti che il ricorso ai test e il ricorso all’isolamento dei contagi sono completamente insufficienti e di gran lunga inferiori a quello che hanno conseguito Paesi avanzati in Europa ed Asia. I responsabili di questo sfacelo, Trump ed il suo vice Pence, hanno usato
l’irrisorio diversivo di pubblicizzare uno studio secondo cui la luce del sole e l’alta umidità possono uccidere il virus sulle superfici non porose. La ridicola attestazione pseudo-scientifica di Trump e del suo vice è smentita dal fatto che l’epidemia si è diffusa con virulenza inarrestabile in stati come la Florida, Arizona, Texas e Louisiana che sono caratterizzati da temperature alte e notevole umidità.
Tra i tanti sviluppi che quotidianamente depongono sull’incoerenza e incompetenza dell’amministrazione Trump, il più singolare è quello che segnala il suo stato confusionale quando la Casa Bianca scava il terreno sotto i piedi delle sue autorità sanitarie. Il presidente si distingue per un tweet che ripete il messaggio incoerente di un personaggio trumpista, un presentatore di giochi televisivi dal nome di Chuck Woolery, che ha accusato i CDC (Centers for Disease Control) di aver “mentito” agli americani circa il virus. La decisione di scagliare strali contro il dott. Fauci,
il rispettato esperto in materia di strategia anti-virus, con accuse tanto vaghe quanto senza fondamento, dimostra che l’amministrazione combatte il virus come se si trattasse di un problema di pubbliche relazioni. Il mago di questa iniziativa è il genero del presidente, Jared Kushner, asceso alla ribalta di senior advisor con varie fallimentari operazioni, ultima delle quali il parto di un piano per il regolamento del conflitto israelo-palestinese, raffazzonato nel corso di tre anni e finito fatalmente nel dimenticatoio mediorientale.
Il capofila della manovra volta a screditare il dottor Fauci è il consigliere presidenziale per gli affari commerciali Peter Navarro, che ha accusato l’esperto di presentare un quadro catastrofico dell’epidemia in atto. L’uscita di Navarro in un campo dove non ha competenza alcuna rispecchia il comportamento di una legione di funzionari che non ardiscono contraddire o minimizzare le fanfaronate del presidente, pena l’immediato licenziamento. Di fatto, Navarro ha esagerato nella sua sfuriata anti-Fauci al punto che la Casa Bianca ha avvertito la necessità di precisare che le sue dichiarazioni non erano passate al vaglio della Casa Bianca. Resta il fatto che Trump applica a Fauci la stessa tecnica di sotterranea denigrazione impiegata nei confronti del procuratore speciale Robert Mueller che fu incaricato di indagare sui rapporti dell’organizzazione elettorale di Trump con i russi. Con Fauci, però, la campagna di denigrazione non funziona non solo perchè Fauci gode dell’appoggio di due terzi dell’opinione pubblica americana, ma anche di personaggi repubblicani che non se la sentono di presentarsi ai loro elettori come critici dello scienziato. Tra costoro è lo stesso leader repubblicano al Senato, Mitch McConnell, che rischia di perdere la rielezione. Fauci verrà ricordato come l’esperto che non si stancava di ripetere che si sarebbero prodotte “gravi conseguenze” nel caso di frettolosa riapertura degli stati. La sua profezia certamente non fu errata.
L’aspetto più ironico è comunque questo: mentre Trump e i suoi fedelissimi si sforzano di proiettare un’immagine di fiducia e di determinazione incoraggiando gli stati a riaprire le loro economie, la Casa Bianca è assalita dal virus al punto che due membri dello staff sono stati costretti ad osservare una quarantena. Il governatore dell’Oklahoma Kevin Stitt, che partecipò all’infausto comizio di Trump a Tulsa, è risultato positivo al test del Covid-19 ma si è ostinatamente rifiutato di decretare l’uso delle mascherine. Non basta: il capo dello staff della Casa Bianca Mark Meadows ha dovuto correre ai ripari per neutralizzare le conseguenze della solita affermazione stralunata di Trump secondo cui il 99 per cento dei casi di coronavirus sono “totalmente innocui”. Questa definizione di Trump si scontra con la realtà di un’epidemia che infuria con frequenza crescente, con 2.900.000 casi negli Stati Uniti, la punta più alta al mondo, il doppio della statistica nel Brasile che è il secondo Paese più colpito. Se la presidenza Trump verrà ricordata per un aspetto sconvolgente sarà quello della mancanza di una strategia nazionale ancorata all’imposizione di mascherine, una decisione relegata invece agli stati.
Dulcis in fundo per i democratici è la prospettiva che il Congresso approvi il cosiddetto Heroes Act – uno stanziamento straordinario di tre trilioni di dollari – che la maggioranza democratica alla Camera dei Rappresentanti ha approvato a favore di università e colleges anche allo scopo di finanziare l’assistenza di emergenza a studenti. In aggiunta, lo Heroes Act prevede un fondo di 500 miliardi per gli stati per sollevarli dai debiti contratti per far fronte all’epidemia. I repubblicani hanno risposto picche obiettando che lo stanziamento previsto è eccessivo ma ora sembra che il loro leader al Senato sia disposto a negoziare. Quel che pesa è che una larga maggioranza di americani vuole i soldi. I senatori repubblicani hanno visto da che parte tira il vento e devono adeguarsi per salvare i loro seggi. Un nuovo pacchetto finanziario di stimolo è quindi in vista alla ripresa dei lavori al Congresso la prossima settimana. McConnell e i senatori repubblicani, che avevano condannato il programma democratico come “teatro politico”, devono far buon viso a cattico gioco. Per contro, lo Speaker Pelosi mantiene alta la pressione accusando McConnell e i senatori repubblicani di aver perso tempo con le votazioni di conferma di giudici conservatori e indagini su “sfrenate teorie
di complotti” imbastite dal Presidente Trump.
Ed infine, qualcos’altro va affiorando sempre più nell’interminabile sequela di dichiarazioni sconnesse del presidente, l’ultima delle quali è l’accusa rivolta a Biden che “la sua intera carriera è stata un dono al partito comunista cinese”. Da notare il fatto senza precedenti che il presidente repubblicano ha usato la Casa Bianca come palcoscenico elettorale per l’attacco a Biden con il pretesto di tenere una conferenza stampa in cui sono mancate le domande dei giornalisti. E’ lecita la conclusione che Trump si appresta a fare spettacolo ma sono molti coloro che avvertono l’evidente deterioramento delle facoltà mentali del presidente. E’ altrettanto drammaticamente certo che gli Stati Uniti attraversano uno stadio di paranoia in cui gli americani si scontrano, si insultano e si feriscono in dispute scatenate dal ricorso o meno alle mascherine nelle strade e nei pubblici esercizi.
Una massa di americani è profondamente turbata dall’incontenibile pandemia; poco meno di metà insiste invece per la riapertura dell’economia e delle scuole in base al principio, decisamente fuori luogo, di libertà di espressione. Nel mezzo di questa crisi che va aggravandosi, il presidente è latitante.
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*Marino de Medici
Oggi giovedì 16 luglio 2020
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Ue, la presidenza tedesca, il ruolo propulsivo di Merkel per la solidaretà e il futuro dell’Europa
16 Luglio 2020
Alfiero Grandi su Democraziaoggi.
Il 17/18 luglio ci sarà un vertice europeo con molte attese, ma non è certo che si raggiungerà l’intesa sul Recovery Fund e sugli altri provvedimenti. La trattativa continua e le resistenze sono forti. Presi da una discussione concentrata nell’ambito nazionale sull’utilizzo o il non utilizzo dei fondi del Mes, facendoli diventare l’alfa […]
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Comunicato CSS
GODIAMOCI QUESTA VITTORIA
GRAZIE
[14/7/2020] ALE ORE 19 IN PUNTO I MANIFESTANTI CHE OCCUPAVANO LO SPAZIO SOTTO IL PALAZZO DEL CONSIGLIO REGIONALE IN VIA ROMA A CAGLIARI HANNO ABBANDONATO LA PIAZZA, CON GRANDE SODDISFAZIONE, DOPO CHE IL CONSIGLIO REGIONALE ALL’UNANIMITA’- CON LA SOLA ASTENSIONE DEI CONSIGLIERI DEL MOVIMENTO 5 STELLE – HA APPROVATO LE DUE MISURE A FAVORE DEGLI AMBULANTI, DEI GIOSTRAI, DEI TORRONAI E DEI VENDITORI DI ARTICOLI A CARATTERE RELIGIOSO/DEVOZIONALE. TUTTE CATEGORIE ATIPICHE CHE DA META’ DEL MESE DI FEBBRAIO 2020 ERANO RIMASTE SENZA LAVORO E SENZA ALCUN SOSTEGNO SOCIALE PERCHE’ LEGATE ALLE FESTE RELIGIOSE E CIVILI, AI CONCERTI E AI GRANDI AVVENIMENTI SPORTIVI – SOSPESI PER TUTTO IL 2020 A CAUSA DEL COVID-19. [segue]
Oggi mercoledì 15 luglio 2020
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Fumo nero dai camini della centrale Sarlux
15 Luglio 2020
Tonino Dessì su Democraziaoggi.
Per giorni l’emissione di un’immensa fumata nera è stata scorta, nella zona industriale di Cagliari, sopra gli impianti della SARAS. Le immagini hanno girato viralmente sui social, a testimonianza di un allarme diffuso.
Infine si è appreso che la nube non era emessa dalla raffineria, ma dalla centrale elettrica Sarlux.
Non so se […]
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Stravanati quegli anni! Racconti dell’associazione Toniolo di Stampace: ricordando Ignazio Cogotti
IGNAZIO, IL PALLETTARO
di Gianni Loy
Ignazio era un pallettaro. Chiamavamo così quanti, nel ping pong, adottavano una tattica difensiva, si avventuravano raramente nella schiacciata limitandosi a rilanciare, ostinatamente, la pallina nel campo avversario.
Erano tempi di transizione tecnica. L’epoca dei campioni come Lucio Fais e di quanti, come lui, maneggiavano leggere racchette di legno ricoperte di gomma puntinata era tramontata. Quel gioco, rapidissimo, spesso in controbalzo, le schiacciate secche, avevano ormai lasciato il posto ai nuovi materiali
La gommapiuma, incollata tra il legno e la gomma, liscia in superficie, consentivano traiettorie fino ad allora sconosciute, altri effetti, imponevano nuovi stili di gioco. Non tutti uguali. In via Fara 4 vi era chi prediligeva giocare di dritto, alla continua ricerca della schiacciata conclusiva, come Alberto Giordano; vi era chi neppure sapeva cosa fosse il rovescio, come Mario Cogotti, che pur di colpire con il dritto, unico colpo che gli era congeniale, si spostava in continuazione fuori dal campo, alla sua sinistra, si quasi fuori dalla finestra. Il topspin si sarebbe affermato più tardi, con Alberto Melis, che però non era cresciuto in via Fara, come gli altri, che tutti i pomeriggi varcavano la porta d’ingresso al grido di “Cristo regni. Sfido!”. Saluto che, si dice, qualcuno pronunciava invertendo le due proposizioni: il profano prima del sacro.
Ignazio Cogotti era un pallettaro. Profittava dei nuovi effetti per rafforzare il proprio stile. La tecnica non gli faceva difetto, e neppure la pazienza che, semmai, finiva per difettare nell’avversario.
[segue]
Angela Merkel: “L’Europa è un bene vivo”
Il testo completo del discorso di Angela Merkel al Parlamento europeo [8 luglio 2020].
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Caro presidente,
Commissario, onorevoli colleghi del Parlamento europeo,
Signore e signori,
È un piacere per me parlare durante la sessione plenaria del Parlamento europeo, inaugurando la presidenza tedesca del Consiglio dei ministri dell’Unione. Come la maggior parte di voi, mi mancavano le conversazioni faccia a faccia con le persone.
Per me, questo è il primo viaggio all’estero dopo lo scoppio della pandemia; e mi conduce con coscienza e completa convinzione a voi, il cuore della democrazia europea. In questi tempi in cui l’Unione europea vuole sopravvivere più forte di prima a questa crisi, il Parlamento europeo è quanto mai necessario.
I compiti che ci aspettano sono enormi; e richiedono uno sforzo tremendo. C’è bisogno di un dibattito parlamentare, di mediazioni politiche, di “traduzioni culturali” nei diversi paesi e regioni. Ed è proprio ciò che ci serve davvero. È quindi per me un onore speciale presentarvi oggi le priorità della Presidenza tedesca.
Le cinque priorità della presidenza tedesca
In questo momento, per me, sono cinque le questioni particolarmente importanti: i nostri diritti fondamentali, la coesione, la protezione del clima, la digitalizzazione e la responsabilità dell’Europa nel mondo. Queste cinque questioni sono importanti perché dobbiamo cambiare l’Europa in modo sostenibile se vogliamo proteggere e preservare il Continente. Solo così l’Europa sarà in grado di assumere il proprio ruolo in modo sovrano e responsabile anche in un ordine globale in rapido cambiamento.
Siamo tutti consapevoli che la mia visita oggi avviene durante il più grande test nella storia dell’Unione europea. La pandemia del coronavirus ha colpito in modo duro e incessante i cittadini europei. Abbiamo avuto oltre 100mila morti solo in Europa. A causa delle rigide regole di quarantena, molti cittadini non hanno nemmeno potuto dire addio ai loro cari nell’ultima ora della loro vita.
Questa cosa non dovrebbe essere dimenticata nonostante tutti gli sforzi che faremo per creare un nuovo inizio, nonostante tutto l’impegno per far partire la ripresa economica: il dolore per i morti, il dolore per gli ultimi addi che molti non hanno potuto dare ci accompagnerà per molto tempo.
La nostra economia è ed è stata fortemente scossa in tutta Europa. Milioni di lavoratori hanno perso il lavoro. Oltre alle preoccupazioni per la propria salute e la salute delle proprie famiglie, molti cittadini si sono anche preoccupati della loro condizione economica. Ora tutti voi avete bisogno del nostro sostegno reciproco.
Per spezzare la catena dell’infezione, i diritti fondamentali più elementari dovevano essere temporaneamente limitati. È stato un prezzo molto alto da pagare, perché tante generazioni in Europa hanno lottato duramente per ottenere questi diritti fondamentali. I diritti umani e civili sono il bene più prezioso che abbiamo in Europa. Possono essere limitati solo per motivi molto importanti e solo per un periodo molto breve. Una pandemia non deve mai essere una scusa per minare i principi democratici.
Ogni paese in Europa ricorda i suoi sconvolgimenti storici in modo diverso, le differenti lotte per ottenere la libertà e lo stato di diritto. E allo stesso tempo, siamo uniti esattamente dall’avere raggiunto i diritti fondamentali in Europa. Per me, che ho vissuto 35 anni della mia vita in un sistema di mancanza di libertà, limitare questi diritti nella pandemia è stata una decisione infinitamente difficile.
In questa fase storica, la Germania sta ora assumendo la presidenza del Consiglio dell’UE. Questo compito mi riempie di rispetto, ma anche di grande passione. Perché credo nell’Europa. Sono convinta dell’Europa, non solo come eredità del passato, ma come speranza e visione per il futuro.
L’Europa è qualcosa che possiamo modificare ogni giorno
L’Europa non è solo qualcosa che ci è stato consegnata, qualcosa di fatale che ci opprime, l’Europa è qualcosa di vivente che possiamo modellare e cambiare. L’Europa non ci priva di alcuna opzione per l’azione, ma anzi ce ne offre molte in un mondo globalizzato come questo. Non senza, ma solo con l’Europa, possiamo mantenere le nostre credenze e libertà.
Per fare ciò, abbiamo bisogno dell’orientamento ai diritti fondamentali più che mai e allo stesso tempo abbiamo bisogno più che mai del sostegno reciproco e della coesione della comunità. L’Europa rimarrà l’Europa solo se fornirà risposte innovative alle sfide del cambiamento climatico e della digitalizzazione e accetterà le sue responsabilità nel mondo.
Le sfide che l’Europa ha dovuto affrontare questi anni
Questi sono i grandi compiti che ci attendono, ma sono fiduciosa. Penso a ciò che l’Europa ha superato in tanti processi e conflitti. Penso, ad esempio, alla costituzione europea fallita 15 anni fa o alle crisi economiche e finanziarie su cui abbiamo combattuto duramente. O penso all’arrivo dei rifugiati nel 2015. Non è mai stato facile. Questo ha sempre portato a delle fratture. Ma anche le crisi più aspre ci hanno aiutato a comprendere meglio i bisogni e i desideri reciproci. Lo abbiamo imparato insieme.
L’Europa è sopravvissuta a tutte queste crisi perché alla fine tutti sapevano ciò che era essenziale: i diritti fondamentali e la coesione. Diritti umani e civili, inviolabilità della dignità umana, libertà di sviluppo individuale, politica e sociale, protezione contro la discriminazione e il disprezzo, non ultimo l’uguaglianza – che non è solo rivendicata ma anche realizzata -: formano questo fondamento eticamente-politico su cui riposa l’Europa. Questi sono i diritti che si applicano a tutti.
Questa è la promessa dell’Europa che dobbiamo garantire: che i cittadini possano davvero essere liberi di vivere le loro credenze religiose, convinzioni culturali o politiche, che possano aderire alle loro rispettive idee di felicità o di vita buona.
L’importanza della democrazia e dei diritti
La democrazia, compresa la democrazia europea, prospera nell’opinione pubblica, nel dibattito critico. Non è una democrazia quella in cui le voci dell’opposizione non sono accolte, o in cui la diversità sociale o culturale e religiosa è indesiderabile.
La pandemia ha chiarito a tutti noi quanto siano preziosi i diritti fondamentali, quanto siano fondamentali le nostre libertà. Istituzioni forti nell’Unione europea tutelano la protezione di questi diritti fondamentali: la Commissione europea, la Corte di giustizia europea e il Parlamento europeo. Il rispetto dei diritti fondamentali è la prima cosa che mi sta molto a cuore in questa presidenza.
Questa cosa deve essere supportata e integrata dal secondo principio che definisce l’Europa: la nostra coesione. Perché l’Europa emergerà da questa crisi più forte solo se saremo pronti, indipendentemente dalle differenze, a trovare soluzioni comuni e se saremo pronti a guardare il mondo attraverso gli occhi degli altri e a mostrare comprensione per l’altrui prospettiva.
Dopo la crisi, l’Europa diventerà più forte di prima se rafforzeremo lo spirito pubblico. Nessuno riuscirà a superare questa crisi da solo. Siamo tutti vulnerabili. La solidarietà europea non è solo un gesto umano, ma un investimento sostenibile. La coesione europea non è solo qualcosa di politicamente necessario, ma qualcosa che varrà la pena perseguire. Questo è anche il motto della nostra presidenza: “Insieme. Rendere di nuovo forte l’Europa”. Insieme al governo federale, mi dedicherò a questo compito con tutta la mia passione.
L’appello al Parlamento europeo
Ma ho bisogno di voi per questo. Per proteggere questo spirito pubblico nell’Unione, Parlamento europeo è necessario. Perché voi siete i mediatori della comprensione reciproca e dei compromessi che dobbiamo raggiungere. Rappresentate quasi 450 milioni di cittadini in 27 paesi. Siete i traduttori dei principi europei. Spiegate l’Europa alle persone e mediate tra Bruxelles, Strasburgo e le vostre regioni d’origine. Non solo comunicate in 24 lingue, ma vivete con questa diversità di prospettive ed esperienze. Chi, se non voi, potrebbe spiegare l’atteggiamento degli altri Stati membri nei confronti dei cittadini europei?
Ecco perché vi chiedo come mediatori della coesione il vostro sostegno in questo momento difficile. Aiutateci ad approfondire la comprensione reciproca. Aiutateci a rafforzare la coesione europea.
La massima priorità della presidenza tedesca è che l’Europa emerga dalla crisi unita e rafforzata. Ma non vogliamo solo stabilizzare l’Europa a breve termine, sarebbe troppo poco. Vogliamo anche un’Europa che dia speranza. Vogliamo un’Europa che affronti con sicurezza e coraggio le sfide di oggi. Vogliamo un’Europa che sia sostenibile, che in modo innovativo e sostenibile mantenga il suo posto nel mondo. Vogliamo una (ri)partenza per l’Europa.
La proposta franco-tedesca e il negoziato sui 750 miliardi del NextGenerationEu
Anche l’iniziativa franco-tedesca di metà maggio segue questa convinzione. Insieme al presidente francese Emmanuel Macron, ho proposto un fondo europeo per del valore di 500 miliardi di euro. Sono lieta che la Commissione europea stia prendendo in considerazione molti aspetti di questa iniziativa franco-tedesca nella sua proposta sul quadro finanziario pluriennale (il budget Ue 2021-2027, ndr) e sul programma di aiuti economici. Su questa base, sono attualmente in corso discussioni in seno al Consiglio europeo guidato da Charles Michel.
Il nostro obiettivo comune è trovare un accordo il più rapidamente possibile. Perché la profondità della crisi economica ci spinge a sbrigarci. Non dobbiamo perdere tempo. Solo i più deboli ne soffrirebbero. Spero vivamente di poter raggiungere un accordo quest’estate. Ciò richiederà molta volontà di scendere a compromessi da tutte le parti, inclusi voi.
La situazione è eccezionale, sì, unica nella storia dell’Unione europea. Questo è il motivo per cui la Germania ha anche difeso lo sforzo straordinario e unico nell’ordine di 500 miliardi di euro. Ora sarà importante concordare questa cosa anche a livello europeo.
La ricetta per salvare l’Europa contro i sovranismi
Sono convinta che la dimensione sociale sia importante quanto quella economica. Un’Europa socialmente ed economicamente giusta è cruciale per la coesione democratica. È la migliore ricetta contro tutti coloro che vogliono indebolire le nostre democrazie e mettere in discussione il nostro terreno comune.
Anche per questo motivo, presteremo particolare attenzione ai giovani e ai bambini durante la nostra presidenza. Sono il futuro dell’Europa e sono particolarmente colpiti dalla crisi. Questo è il motivo per cui vogliamo promuovere il loro sviluppo con un’agenda europea per il lavoro con i giovani e supportarli attivamente nel loro cammino verso la loro vita professionale con una garanzia rafforzata per i giovani.
Non possiamo essere ingenui. In molti Stati membri, gli oppositori dell’Europa stanno solo aspettando di usare la crisi per i propri fini. Ora dobbiamo mostrare a tutti dove risiede il valore aggiunto della cooperazione nell’Unione europea. Dobbiamo dimostrare che il ritorno al nazionalismo non significa più ma meno controllo e che solo agire insieme come Europa ci protegge e ci rafforza.
Ecco perché è giusto e importante che le regioni particolarmente colpite dalla crisi e soprattutto le persone che vivono lì possano contare sulla nostra solidarietà. È nel nostro stesso interesse. Ma allo stesso tempo, il risultato significa sempre che lo sforzo che è ora necessario per il bene di tutti non deve sovraccaricare unilateralmente gli Stati membri economicamente forti, ma che ciascuno di noi è tenuto a mettersi nella posizione dell’altro.
Quindi, consideratr anche ciò che i singoli Stati membri possono e non possono fare – economicamente, socialmente e politicamente. In tutto questo, oggi vi chiedo il vostro sostegno come deputati europei. Sono convinto che tutti siano pronti per una straordinaria solidarietà in questa crisi. La Germania lo è.
Far fronte alla pandemia e alle sue conseguenze modellerà la nostra presidenza. Allo stesso tempo, dobbiamo sempre tenere a mente le altre principali sfide del nostro tempo. Questi sono il terzo, quarto e quinto argomento importante per l’Europa.
La sfida del cambiamento climatico
Innanzitutto: i cambiamenti climatici. Circa sei mesi fa, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha presentato il suo programma di protezione del clima in qIuest’Aula. Vi ha parlato con parole insistenti, sottolineando che l’Europa deve agire ora se il nostro pianeta vuole rimanere vitale. Sono anche convinta che una soluzione globale ai cambiamenti climatici sia possibile solo se l’Europa assume un ruolo pionieristico nella protezione del clima.
La strategia per il Green Deal da parte della Commissione europea è quindi una linea guida importante per noi. Con il loro stretto sostegno nel corso della nostra presidenza, vogliamo garantire il passaggio a un’economia e una società a emissioni zero e ad un’economia verde con aziende forti e innovative.
Per me è importante stabilire legalmente la neutralità climatica dell’Europa entro il 2050. Ecco perché accolgo con favore le considerazioni della Commissione europea come un passo intermedio per ridurre le emissioni dal 2030 al 50-55 percento rispetto al 1990. In questa prospettiva, accompagneremo anche i lavori sull’Atto europeo per la protezione del clima.
L’Europa deve diventare digitalmente sovrana.
L’altra grande sfida e il quarto punto che è particolarmente importante per noi durante la nostra presidenza: i cambiamenti digitali. Come la protezione del clima, ci richiede di cambiare il nostro modo di vivere e fare affari in modo sostenibile. Questo però innesca la paura in molte persone: paura di perdere la familiarità e paura del ritmo del cambiamento. E questo è comprensibile.
Ma lasciatemi dire molto chiaramente: l’impegno per la digitalizzazione e la protezione del clima non significa che rinunciamo a tutto ciò che è stato istituito, mettendo a rischio il lavoro di milioni di europei. Al contrario, si tratta di un cambiamento necessario nella nostra società che offrirà più protezione e più sostenibilità a lungo termine. Perché soprattutto nelle ultime settimane e mesi, la dipendenza digitale dell’Europa dai paesi terzi ci è tornata chiara. Molti di noi lo hanno sicuramente notato nel corso della loro comunicazione digitale quotidiana, sia in termini di tecnologia che di servizi. È importante che l’Europa diventi digitalmente sovrana. Soprattutto nelle aree chiave come l’intelligenza artificiale e l’informatica quantistica,
Anche l’effettiva protezione delle nostre democrazie contro le minacce informatiche e le campagne di disinformazione è cruciale. Perché una democrazia ha bisogno di una opinione pubblica, in cui la conoscenza e l’informazione possano essere condivise e in cui i cittadini possano scambiarsi idee e comunicare come vogliono vivere. Lo stiamo vivendo ora: bugie e disinformazione non possono combattere la pandemia, tanto quanto l’odio e l’agitazione. Il populismo, che nega i fatti, mostra i suoi limiti. La verità e la trasparenza sono necessarie in una democrazia. Questo è ciò che distingue l’Europa; e la Germania lo difenderà nella sua presidenza.
Il ruolo geopolitico dell’Europa nel mondo
Il quinto punto è la responsabilità dell’Europa in un mondo globalizzato. Uno sguardo alla mappa mostra che l’Europa è circondata da Russia, Bielorussia, Ucraina, Turchia, Siria, Libano, Giordania, Israele, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria e Marocco, insieme a Regno Unito e Balcani occidentali. Allo stesso tempo, viviamo in un momento di sconvolgimento globale in cui i campi di forza si stanno spostando e l’Europa – con tutta l’integrazione di molti stati membri nell’alleanza transatlantica – è più sola.
Possiamo e dobbiamo decidere da soli chi vuole essere in questo ordine mondiale in rapida evoluzione. È più importante che mai se siamo seri riguardo all’Europa e se vogliamo un’Europa che mantenga la sua libertà e identità anche in tempi di globalizzazione. In questa situazione è necessaria una forte politica estera e di sicurezza europea.
Il rapporto col Regno Unito
Il Regno Unito rimane un partner importante. La definizione delle nostre relazioni future ci occuperà molto nel prossimo semestre. Finora i progressi nei negoziati sono stati – per non dire altro – chiari. Abbiamo concordato con il Regno Unito di accelerare i negoziati in modo da poter concludere un accordo in autunno, che dovrebbe quindi essere ratificato entro la fine dell’anno. Continuerò a sostenere una buona soluzione. Ma dovremmo anche prendere precauzioni nel caso in cui non si raggiunga un accordo.
Le tre priorità della politica estera
Durante la nostra presidenza, dovremmo fare tutto il possibile per compiere progressi in altri tre settori di politica estera;
Durante la nostra presidenza, dovremmo fare tutto il possibile per compiere progressi in altri tre settori di politica estera; in primo luogo, alla conferenza sull’adesione, almeno con la Macedonia settentrionale, forse anche l’Albania – un passo importante sulla strada per dare ai paesi dei Balcani occidentali una prospettiva di adesione – e, in secondo luogo, nelle nostre relazioni con il nostro vicino continente, l’Africa e l’Unione africana , che approfondiremo in un vertice UE-Africa per il futuro. Ciò include anche domande sulla nostra cooperazione in materia di migrazione. Più persone che mai sono in fuga. Questo è il motivo per cui abbiamo una responsabilità speciale per andare avanti su un tema centrale per l’Europa come la politica in materia di asilo e migrazione. Questa domanda richiede molta sensibilità politica,
Il rapporto con la Cina.
Terzo e ultimo ma non meno importante, ci occuperemo delle nostre relazioni strategiche con la Cina, che sono caratterizzate da stretti legami commerciali e politici, ma anche da idee sociopolitiche molto diverse, soprattutto per quanto riguarda il rispetto dei diritti umani e lo stato di diritto. Anche se il vertice UE-Cina di settembre non potrà aver luogo, vogliamo continuare un dialogo aperto con la Cina.
Durante la presidenza tedesca, vogliamo anche continuare le nostre considerazioni sul fatto se vogliamo attenerci al principio dell’unanimità in materia di politica estera e di sicurezza e quali lezioni l’Europa dovrebbe imparare dalla crisi del coronavirus, ad esempio in vista di come si potrebbe rafforzare la sovranità dell’Europa nel settore sanitario. Dovremmo anche tenere questo dibattito nel contesto di una conferenza sul futuro dell’Europa, che è stata proposta dalla Commissione europea l’anno scorso e sulla quale avete sviluppato molte idee con le vostre risoluzioni. Sostengo una conferenza che si concentri su alcuni argomenti, fornisca risultati concreti e riunisca cittadini da e in diversi Stati membri per portare avanti le sue discussioni.
L’appello finale
Signor Presidente, signora Presidente della Commissione, onorevoli colleghi, vogliamo davvero l’Europa? Allora abbiamo bisogno di quello di cui sto parlando oggi. Sono necessari i diritti di base e la coesione. Abbiamo bisogno di risposte ai cambiamenti climatici e alla digitalizzazione. L’Europa ha bisogno di avere il suo ruolo responsabile nel mondo. Dobbiamo rendere l’Europa più verde, più digitale e più innovativa e competitiva. Perché l’Europa dovrebbe rappresentare a livello internazionale un ordine di legge, innovazione e sostenibilità. Questa è la visione per l’Europa.
Fatemi chiudere con un pensiero personale. Sono un amante della musica. È un grande piacere per me che la nostra presidenza celebri un anniversario molto speciale. Nel dicembre 2020, il compositore dell’inno europeo, Ludwig van Beethoven, avrebbe avuto 250 anni. La sua nona sinfonia mi riempie sempre il cuore ogni volta. Ogni volta che ascolto musica, scopro qualcos’altro che mi colpisce, così come l’Europa. Può essere riscoperta ora e ancora. E colpire ancora e ancora.
Permettetemi quindi di concludere oggi con l’augurio che il messaggio di questa musica, l’idea di fratellanza e armonia, ci guidi in Europa. Quale messaggio potrebbe essere più appropriato di quello che quest’Europa è capace di grandi cose se siamo in grado di sostenerci l’un l’altro e restare uniti?
Che succede?
ROMANO PRODI: “IN ITALIA NON VEDO L’IMPEGNO NECESSARIO…”
12 Luglio 2020, su C3dem.
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ANCORA E SEMPRE EMERGENZA?
12 Luglio 2020 by Giampiero Forcesi su C3dem.
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Un libro che consigliamo. Prendendo spunto dai temi e dai problemi con cui ci confrontiamo ogni giorno, attraverso la lettura di autori prediletti come Spinoza e Montaigne, Augias ricollega il presente al passato e alle cause che l’hanno provocato, rendendo piú comprensibile e meno ansioso l’orizzonte degli eventi.
Palestina. Claudio Khaled Ser. LA MIA PARTE, IO SO DOV’E’
10 luglio alle ore 23:43 ·
LA MIA PARTE, IO SO DOV’E’
Sono di parte ?
Si, lo sono.
E non perché ho vissuto a Gaza,
non perché li’ ho conosciuto Hayette che lavorava all’Ospedale Al-Shifa
non perché mio figlio Tarek é nato a Gaza City,
non solo per tutto questo.
Sono di parte perché sto dalla parte della Giustizia.
E chiunque stia da quella parte non puo’ che sentirsi “Pälestinese dentro”,
non puo’ non provare un profondo disprezzo verso i criminali israeliani, verso uno stato costruito a tavolino per risarcirli del massacro subito. [segue]
Oggi martedì 14 luglio 2020
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—————————Opinioni, Commenti e Riflessioni, Appuntamenti————–——–
Nino Garau, Comandante Geppe i tuoi valori non muoiono
14 Luglio 2020
Gianna Lai – Presidente ANPI Cagliari
Ci mancherà Nino Garau, ne abbiamo già sentito il vuoto in questi ultimi anni quando, per la stanchezza e la vecchiaia, ha iniziato a diradare la sua presenza alle iniziative pubbliche. Lo sforzo ultimo, per gli ultimi 25 aprile, e poi a salutare Carlo Smuraglia, nell’iniziativa ANPI-CGIL del 2 giugno […]
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14 luglio 1789 – 14 luglio 2020.
LA PRESA DELLA BASTIGLIA
Il 14 luglio 1789 il popolo di Parigi… ma lo sapete.
- La presa della Bastiglia di Bomeluzo… e altro.
“ In salute, giusta, sostenibile. Ripensare l’Italia dopo la pandemia”
Il nuovo ebook di Sbilanciamoci! sull’Italia che verrà
Sbilanciamoci!
13 Luglio 2020 | Sezione: Alter, Apertura, Ebook, Materiali, Società
“In salute, giusta, sostenibile. Ripensare l’Italia dopo la pandemia” è il nuovo ebook gratuito di Sbilanciamoci!, a cura di Matteo Lucchese e Duccio Zola. 49 contributi di studiosi, esperti e attivisti per delineare il futuro del Paese dopo il Covid. Leggi il testo dell’introduzione e scarica qui l’ebook.
Scarica l’ebook gratuito.
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Oggi lunedì 13 luglio 2020
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—————————Opinioni, Commenti e Riflessioni, Appuntamenti————–——–
Addio Nino, addio partigiano Geppe.
13 Luglio 2020
Democraziaoggi saluta con affetto Nino Garau, il partigiano Geppe Aladinpensiero: Condoglianze e vicinanza.
E’ morto ieri Antonio (Nino) Garau, il Comandante Partigiano “Geppe”. Ecco come Marco Sini dell’Anpi ne ha ricostruito la biografia essenziale.
Nato nel 1923 a Cagliari, dove ha sempre vissuto, Garau era allievo ufficiale dell’Accademia Aeronautica di Caserta, dove entra all’età di 17 anni, dopo […]
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Russia e Europa di fronte al crescente confronto tra i capitalismi politici di Stati Uniti e Cina
13 Luglio 2020
Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi.
Dopo la fine della Guerra Fredda e l’avvento della globalizzazione si era creata l’illusione che sarebbe stato possibile realizzare relazioni di pace e di collaborazione tra tutti gli Stati del mondo. Secondo Alessandro Aresu, autore del recente saggio “Le potenze del capitalismo politico. Stati Uniti e Cina”, l’”immagine ingenua della globalizzazione” è stata smentita […]
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