Monthly Archives: giugno 2020
Oggi venerdì 12 giugno 2020
–
—————————Opinioni, Commenti e “Riflessioni, Appuntamenti—————————–
Istituto Gramsci Oggi riunione del Gruppo di lavoro
——————————————-
George Floyd, la tua vita un insopprimibile valore
12 Giugno 2020
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Ricordo che quando mio zio tirava il collo al gallo per cucinarlo ci metteva un bel po’, più o meno quanto George Floyd è rimasto a faccia in giù sul marciapiede con il ginocchio di Chauvin sul collo e con Kueng, altro poliziotto, che esercitava una pressione sul busto e Lane, anch’egli […]
———————————
Oggi venerdì 12 giugno 2020
Istituto Gramsci Gruppo di lavoro per la crescita economica e sociale della Sardegna.
Oggi venerdì 12 c. m., al II piano della sede dell’Istituto di Via Emilia, alle ore 17,30, è convocata una riunione con il seguente o.d.g.:
- discussione del documento finale sull’ipotesi di progetto per il “Rilancio della crescita economica e sociale della Sardegna”;
- proposte per la stampa del documento e l’organizzazione di un convegno regionale per la presentazione del progetto;
- varie ed eventuali.
Il Coordinatore del “Gruppo”: Franco Sabattini
—————————————————-
Sanità Sardegna. La posizione della CSS
Collegatevi venerdì 12 giugno 2020
La diretta si potrà seguire da questo link su YouTube:
https://www.youtube.com/watch?v=CZ92cPpPZE0
————————-
Il cammino lento dell’ITI di Is Mirrionis
Riceviamo da Francesca Ghirra, consigliera comunale e capo gruppo dei Progressisti e volentieri pubblichiamo.
IS MIRRIONIS, L’HANGAR E LA CASA DEL QUARTIERE
Finalmente la giunta di Cagliari ha approvato il progetto definitivo esecutivo per trasformare l’hangar di Is Mirrionis nella casa del quartiere.
Il piano è parte integrante di ITI Cagliari, l’intervento territoriale integrato da 15 milioni grazie a cui si riqualificheranno alloggi popolari, spazi ed edifici pubblici (oltre all’hangar, la piazza del mercato e l’ex scuola di via Abruzzi) per attivare politiche socioculturali studiate ad hoc per il quartiere di Is Mirrionis.
Parallelamente al processo partecipativo vanno quindi avanti anche le opere infrastrutturali pianificate da Regione e Comune nel 2015. Speriamo che i lavori partano presto.
Oggi giovedì 11 giugno 2020
–
—————————Opinioni, Commenti e “Riflessioni, Appuntamenti—————————–
———————————————–
Come cambiare l’economia senza avvelenare l’ambiente
Su Sbilanciamoci! | Sezione: Apertura, Economia e finanza
Sbilanciamoci! organizza un webinar gratuito, domani venerdì 12 giugno alle 17, in occasione della presentazione del suo Rapporto sulla cancellazione entro il 2025 dei Sussidi Ambientalmente Dannosi (19,8 mld l’anno) e sulla loro trasformazione in sussidi per la riconversione ecologica dell’economia.
Sostenere e cambiare l’economia senza avvelenare l’ambiente: si può fare. Bisogna però cancellare 19,8 miliardi di sussidi ambientalmente dannosi (SAD), soldi che spendiamo ogni anno per produzioni che inquinano e che devastano il pianeta.
Sbilanciamoci!, con il contributo del gruppo misto del Senato, presenta il primo Rapporto con proposte dettagliate e praticabili per eliminare entro il 2025 tutti i sussidi dannosi per l’ambiente, trasformandoli in sussidi per la riconversione ecologica dell’economia.
Appuntamento domani venerdì 12 giugno, dalle 17 alle 18.30. L’evento sarà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook di Sbilanciamoci!: per seguirlo basta collegarsi alla pagina https://www.facebook.com/sbilanciamoci/.
———————————————
Berlinguer, un’altra idea del mondo
11 Giugno 2020
Paolo Ciofi su Democraziaoggi.
L’11 giugno 1984 si spegneva in modo drammatico la vita di Enrico Berlinguer. Nella ricorrenza di quella data riproponiamo ampi stralci dell’intervento di Paolo Ciofi al convegno di studi «Centralità del lavoro e trasformazione della società nel pensiero di Enrico Berlinguer», promosso da Futura Umanità Associazione per la storia e la memoria del […]
——————————
Che succede?
Sguardi oltre la crisi. Cortina: «Ci serve un’etica minima condivisa»
Paolo Del Vecchio mercoledì 10 giugno 2020 su Avvenire
Per la la filosofa spagnola «la democrazia in crisi fa crescere gli impulsi totalitari e le autarchie, dicendo che servono alla sicurezza. Ma è falso». [segue]
Associazionismo. Rinnovato il Consiglio dell’associazione Giuseppe Toniolo di Stampace Cagliari
COMUNICATO
Martedì 9 GIUGNO 2020, nella Chiesa di Sant’Anna, Cagliari si è formato il Consiglio dell’Associazione Cattolica Giuseppe Toniolo, nelle persone di: – Mons. Dino Pittau, Assistente Spirituale;
- Giorgio Paladini, Presidente;
- Mario Cogotti, Segretario;
- Giancarlo Podda, Tesoriere.
Il Consiglio neo eletto comunicherà il programma.
—————————
Che succede?
PIANO COLAO E STATI GENERALI. CONTE E LA POLITICA. LA PROPOSTA DI UN POETA
9 Giugno 2020 by Forcesi | su C3dem.
Alessandro Barbera, “Ecco il piano Colao” (La Stampa). Ed ecco il testo integrale delle “Schede di lavoro finali” del Comitato Colao. Ma a Conte sembra non piacere: Giovanna Vitale, “Piano Colao, gelo di Conte” (Repubblica). Vittorio Colao racconta: “Il mio piano contro la paralisi” (intervista a La Stampa). Mario Deaglio apprezza Colao ma…: “I progetti, i sogni e il fattore P” (La Stampa). Roberto Perotti, “Conte e il piano Colao: quattro montagne da scalare” (Repubblica). E POI CI SONO GLI STATI GENERALI: [segue]
Oggi mercoledì 10 giugno 2020
–
—————————Opinioni, Commenti e “Riflessioni, Appuntamenti—————————–
Investiamo nella scuola: se non ora, quando?
10 Giugno 2020
Rosamaria Maggio su Democraziaoggi.
Il problema del precariato è stato risolto temporaneamente col DECRETO SCUOLA, convertito in legge nello scorso fine settimana, a seguito di un compromesso tra le forze di maggioranza. I precari saranno in servizio da settembre, con un nuovo contratto a tempo determinato ed un successivo concorso straordinario con una prova scritta, a seguito del […]
—————
Oggi martedì 9 giugno 2020
–
—————————Opinioni, Commenti e “Riflessioni, Appuntamenti—————————–
Taglio dei parlamentari. Riparte la campagna per il NO
9 Giugno 2020
Red su Democraziaoggi.
Nei prosimi giorni verrà stabilita la data del referendum costituzionale sul taglio dei parlamentari e la data delle elezioni regionali. C’è chi propone di abbinare le due consultazioni.
In vista della campagna referendaria, sulla questione ha preso posizione il Comitato per il NO, col documento che di seguito pubblichiamo.
————————————————————
La pandemia rilancia sas biddas e il comunitarismo
di Luca Sedda*
Da tempo gli scienziati ci avevano avvertito che alcune caratteristiche di questo onnivoro sviluppo – la globalizzazione piuttosto che l’estrema concentrazione dell’umanità nei centri urbani – avrebbero favorito le pandemie, la devastazione della natura e altri processi pericolosi per lo stare al mondo.
Questi erano temi politici caldi anche nei primi anni 2000. C’era il Movimento dei Movimenti, c’erano i NoGlobal, c’erano i Social Forum e risuonava uno slogan che oggi torna ad avere un senso gigantesco: Un Altro Mondo è Possibile. Uno slogan che viene da lontano, un eterno ritorno dell’uguale.
Quell’umanità in fermento fu repressa, con violenza da un lato e meccanismi di condizionamento dall’altro. Così spararono sui manifestanti e immisero nel sistema una piazza virtuale facilmente controllabile. Il mondo si prese paura e ci si tuffò con entrambi i piedi. L’illusione di un allargamento delle liberta di espressione (a distanza di sicurezza dalle manganellate), della condivisione dei mezzi di comunicazione e dei contenuti non portò agli esiti sperati.
La rivoluzione rimase tecnologica e virtuale e sfociò, per essere caustici, in aperitivi in video chiamata in quarantena.
Nei primi 2000, dicevo, quei movimenti agitavano anche i paesi e a Gavoi si muoveva il Collettivu Barbagia Reverde che del riscatto delle piccole comunità rurali, della valorizzazione delle culture, della partecipazione dal basso alternativa alla mediazione dei partiti, della scelta politica e esistenziale comunitarista faceva la propria bandiera.
Bandiera che oggi, fra le innovazioni politiche di un ventennio, continua ad alzarsi attraverso il movimento Comunidade che, tra l’altro, amministra (assieme ai cittadini) dal 2015 il paese.
La cultura sarda-nuragica – ricordava Eliseo Spiga in un convegno gavoese – era profondamente anti-urbana. Noi sardi non fondammo città (lo fecero poi i tanti colonizzatori sopraggiunti) ma una fitta rete di villaggi interconnessi che, beghe di campanile neutralizzabili a parte, sapevano muoversi all’unisono verso il mondo.
Oggi sentiamo tornare il vento dei paesi.
La problematicità dell’insediamento urbano, delle megalopoli, è esplosa nel modo peggiore.
La pandemia, la quarantena delle persone rinchiuse nei palazzi o impegnate in lunghe file mascherate fuori dai centri commerciali ci hanno mostrato scenari che dai paesi abbiamo visto sfumati (benché spaventosi) e ai quali abbiamo riflettuto, mentre andavamo a passo lento verso l’orto piuttosto che a badare a piccole fattorie familiari, a fare la spesa a sa butega o mentre sfogliavamo un libro nel nostro cortile abadiande a Gennargentu. Un’altra quarantena, infatti, è possibile.
Anche i dati del contagio ci hanno voluto restituire, una volta tanto, un senso di maggiore sicurezza e salubrità.
“Il rapporto tra città e campagna: ecco qualcosa che la pandemia avrà il potere di mutare radicalmente”. E rispetto alla politica questo rapporto tornerà ad essere di conflitto dialettico.
Sta a noi de sas biddas, al nostro esempio, evidenziare le contraddizioni della città come centro del potere, come centro dell’economia. Sta a noi favorirne la crisi per il bene stesso della città e dei paesi.
Da questo rapporto dialettico passa la lotta contro lo spopolamento.
Quanta consapevolezza ci restituirà, dunque, il vissuto, con i suoi effetti sociali ed economici, di questa pandemia? Cosa ci dice dell’ortodossia liberista mondiale nel momento in cui il mondo liberista si aggrappa allo Stato per avere indennizzi e sovvenzioni?
Intravvediamo uno spazio per un umanismo solidale ed egualitario e per un comunitarismo universalistico che dettino il ritmo al processo educativo della politica e che ci portino ad affrancarci dalla monocultura del profitto.
La pandemia potrebbe averci insegnato a diventare partecipanti migliori alla realtà.
Certo le prime immagini della riapertura, con i consumatori in fila per raggiungere un MacDonald’s, non fanno ben sperare. Ma decondizionamento, decolonizzazione, emancipazione sono processi infiniti.
Sta a noi de sas biddas decidere di usufruire delle botteghe di vicinato, degli operatori economici dei paesi, favorendo il contatto diretto e personale, la vitalità, la restanza o la nuova cittadinanza in quei paesi stessi. Sta a noi favorire percorsi di disintossicazione dalla spersonalizzazione dei centri commerciali, non luoghi per eccellenza.
Quindi la costruzione ricominci dai pilastri. È necessario invertire la rotta di questo sviluppo che non è progresso umano: retrocedere rispetto alle megalopoli, al consumo del suolo, alla distruzione della biodiversità e della diversità culturale.
Serve immaginare un mondo nuovo. E non è vero che è tutto da costruire: una nuova forma di convivenza è già da tempo progetto. Un progetto de sas biddas che spesso è stato sconfitto con la reazione muscolare dei partitocrati e dei poltronisti di città che ai paesi tagliano la rappresentanza.
Ma è un progetto che resiste e che (in Sardegna e in altri mondi) ha vulcani attivi nei piccoli comuni e in quelle amministrazioni affrancate dalle segreterie partitiche, ma non dai valori profondi della politica.
La proposta avanzata da Anci Sardegna nel febbraio scorso “La primavera dei Paesi” Legge Quadro per il progresso, la tutela, la valorizzazione dei paesi e delle comunità, delle aree interne e rurali. Azioni di salvaguardia del pastoralismo e del sistema agropastorale della Sardegna, va a lavorare su questi pilastri. È un’ottima traccia su cui confrontarsi e, mentre affrontiamo la pandemia, acquista ancora maggior senso e urgenza di essere approfondita.
Quel progetto de sas biddas, quindi, non ha bisogno di archeologi, per essere riscoperto, ma di cittadini sardi attivi che riescano ad abbandonare la propria identità individuale per sposare identità collettive.
Quale strada intraprendere? Ributtarci nella mischia del lavoro (per chi ne ha ancora uno) e del consumismo, con la foga dell’astinenza, o fermarci e guardare verso nuove alternative reali?
Mentre i soloni dei convegni sullo spopolamento delle zone interne sono inesorabilmente residenti a Cagliari, a Sassari, a Milano o in seconde-terze-quarte case marittime, noi eretici del comunitarismo un nuovo mondo lo stiamo costruendo, con scelte esistenziali e politiche, con il nostro essere, stare e resistere in Barbagia.
Il comunitarista nel suo luogo d’identità collettiva vive, acquista, fa associazionismo, incontra, fa politica, combatte, sorride… e viaggia oltre per tornare migliore.
Non si tratta di coltivare la retorica del sentimentalismo comunitario, né di un ritorno ad una inesistente età dell’oro, ma di scegliere, con la vita di paese, la pratica di un progetto di rinascita personale e sociale, una rivoluzione permanente verso una comunità libera e aperta all’incontro con gli altri e alla costruzione di sempre più ampi spazi di solidarietà, di legami. Tutto questo è già nell’8 settembre ‘81 di Maria Lai.
Per tornare pratici, il lavoro agile di questi tempi, su traballu dae domo, dà una mano a molti a rivivere, rivedere e rivitalizzare il paese. Per le piccole comunità potrebbe essere una delle vie produttive, in risposta all’aggressione dello spopolamento.
Se riscatto deve essere per il mondo rurale, se progresso deve essere per queste comunità, deve nascere da una confederazione dei villaggi (che ha semi già ampiamente diffusi: le Unioni dei Comuni, i Gal, i consorzi, i distretti…). Una comunità di comunità, perché, per dirla con Roberta Leone: cos’altro è la comunità se non una con-divisione, tra diversi, in un medesimo progetto?
E allora potremmo addentrarci davvero, in piena sicurezza sanitaria, nell’alternativa-paese, per la vita, per il lavoro, per la produzione compatibile con le realtà naturali e culturali e, perché no, anche per le vacanze. Perché anche un’altra vacanza è possibile.
Le spanciate in mare sardo di Sala e conterranei dovrebbero aspettare.
Anche il turismo inizialmente lo dovremo agire noi: un turismo di prossimità.
Albino Russo, capo Ufficio Studi di Coop immagina che “la paura del contagio e la stretta economica, che seguirà al Coronavirus, potrebbero portare i viaggiatori a prediligere luoghi poco frequentati, tranquillità e contatto con la natura. Potrebbe essere un toccasana economico per le aree rurali dimenticate dalla globalizzazione. Più soldi investiti in negozi alimentari e artigianato locale. E proprio in quei luoghi si cercherà di recuperare quella socialità perduta, con cene tra amici o piccoli ritrovi nei bar di paese…”.
I nostri paesi sono e possono offrire tutto questo.
È una questione di consapevolezza alla quale dobbiamo restituire forma.
Solo una profonda etica rivoluzionaria può portare a ri-forme (di senso).
—-
*Luca Sedda
attivista di comunità
seddaluca@tiscali.it
———————
In testa all’articolo: Su Ballu Tundu del XIII secolo
Zuri, Ghilarza – Chiesa di San Pietro Apostolo
———————
- Approfondimenti su La Nuova Sardegna.
- Approfondimenti su il sole 24 ore.
———-
Ignazio Cogotti
“Sono Cogotti Ignazio”. Chiamava al telefono una volta all’anno per ricordarci la felice ricorrenza del compleanno dello storico assistente spirituale dell’associazione Toniolo mons. Dino Pittau: un’occasione per ritrovarci, noi ex soci dell’associazione cattolica, partecipare a una messa e bere un bicchiere in compagnia, ricordando gli anni di una felice esperienza giovanile. Fuori di questo evento, Ignazio chiamava per comunicare il decesso di un ex socio e invitarci a una messa in suffragio, da lui organizzata nella Parrocchia Sant’Anna di Stampace. Ecco perché temevamo quando si trattava della seconda volta, fuori programma. [segue]