Monthly Archives: maggio 2020
Oggi domenica 31 maggio 2020
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—————————Opinioni, Commenti e “Riflessioni, Appuntamenti—————————————-
Carbonia. Dalle prime cellule comuniste alla costruzione del partito
31 Maggio 2020
Gianna Lai su Democraziaoggi.
A Carbonia rinasce la vita democratica: un momento importante nella storia del centro minerario e del Sulcis.
E’ un nucleo di pochi attivisti a fondare la prima cellula comunista, nella più stretta clandestinità, tra i minatori di Sirai, fin da subito impegnati, dopo lo sbarco alleato nell’isola, a stringere rapporti con altri gruppi di […]
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Dall’economia ai diritti, è ora di ribaltare le priorità
Gaetano Azzariti
Sbilanciamoci, 30 Maggio 2020 | Sezione: Apertura, Società
L’Italia che vogliamo/Dopo decenni di ubriacatura neoliberista, occorre vincolare le politiche economiche al rispetto di diritti inviolabili e garanzie fondamentali che assicurino la dignità e il pieno sviluppo delle persone. Il diritto deve orientare e indirizzare, l’economia, non viceversa.
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Indagine sui rider Uber. Siamo uomini o caporali?
Siamo uomini o caporali?
Francesco Riccardi
domenica 31 maggio 2020 su Avvenire.
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Fratello nostro George Floyd
Dalla pagina fb di Democrazia e Lavoro CGIL
27 maggio alle ore 22:57 ·
Il suo nome era George Floyd.
E’ morto soffocato per mano di un poliziotto assassino, implorando che lo lasciassero respirare.
Floyd, che era disarmato, è stato immobilizzato a terra, a pancia in giù e con il volto girato verso destra. Uno dei poliziotti gli ha premuto il ginocchio sul collo per diversi minuti. La sequenza è stata ripresa in un video da una persona che ha assistito alla scena e che l’ha poi diffuso. Dura circa dieci minuti e contiene immagini molto forti, umanamente difficili da sopportare.
“Essere un nero in America non dovrebbe essere una sentenza di morte” è stata la reazione di rabbia del sindaco di Minneapolis Jacob Frey.
L’abituale eccesso dell’uso della forza da parte della polizia nei confronti di un afroamericano porta a conseguenza tragiche, che non possono essere tollerate.
Non ti dimenticheremo, fratello nostro. 27 maggio 2020.
Colpevole di essere nato nei Stati Uniti Su Left.
Che succede?
NOTE SULLA FASE DUE (DONNE E LAVORO…). E SUL RECOVERY PLAN
30 Maggio 2020 su C3dem.
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LE “CONSIDERAZIONI” DI VISCO SULLO STATO DEL PAESE
30 Maggio 2020 su C3dem.
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Cosa può fare l’Italia con i miliardi del fondo europeo per la ripresa
di Roberta Carlini
By sardegnasoprattutto / 29 maggio 2020 / Economia & Lavoro /
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LAVORO
«Non c’è più tempo: contro la crisi reddito di base e riforma del Welfare»
Decreto rilancio. La campagna “Non c’è più tempo”: estendere il “reddito di cittadinanza” senza vincoli e condizionalità e istituire una misura sociale strutturale, non categoriale, per precari, intermittenti, partite Iva e poveri insieme a un ammortizzatore sociale unico. “Un errore di politica economica e un’ingiustizia sociale tagliare l’Irap a tutte le imprese senza considerare il crollo del fatturato e il prestito di sei miliardi a Fca: a precari e poveri solo le briciole o sussidi occasionali e a tempo”
di Roberto Ciccarelli, su il manifesto, EDIZIONE DEL 30.05.2020.
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Oggi sabato 30 maggio 2020
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—————————Opinioni, Commenti e “Riflessioni, Appuntamenti—————————–
Fuoco incrociato contro Sardegna e sardi per lesa maestà!
30 Maggio 2020
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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Cronache da Villa Devoto ai tempi del coronavirus
30 Maggio 2020
Peppino Pentumas su Democraziaoggi.
Gentile Direttore, Gentile Professore,
Sollecitato da quel buontempone complottista di Amsicora [...]
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Sanità
Dissonanze che oltrepassano i limiti della convenienza
di Francesco Domenico Capizzi * – 30.05.2020 su mentepolitica.it
Niente come prima
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Che succede?
L’EUROPA C’È. ORA, IN ITALIA, PROGETTI RAPIDI E VISIONEL
28 Maggio 2020 by Forcesi | Su C3dem.
Leonardo Becchetti, “Finalmente la gran scossa” (Avvenire). Marcello Messori, “Questo è un bazooka più potente di quello ipotizzato” (intervista ad Avvenire). Carlo Cottarelli, “Un passo importante” (Repubblica), “Ora l’Italia corregga i suoi vizi” (intervista alla Gazzetta del Mezzogiorno). Mario Monti, “I benefici per il paese” (Corriere della sera). Claudio Cerasa, “Un brutto momento per odiare l’Europa” (Foglio). Paolo Balduzzi, “Ora vigilare sul traguardo con progetti rapidi e visione” (Messaggero). [segue]
APPELLO PER IL LAVORO DEGNO. Democratizziamo le imprese; de-mercifichiamo il lavoro; smettiamo di trattare le persone come risorse in modo da potere impegnarci insieme per sostenere la vita sul nostro pianeta.
Democratizing Work. Questo importante appello di oltre 3.000 ricercatori di tutto il mondo è uscito di recente in simultanea su 41 giornali, tra cui El Comercio, Boston Globe, Guardian, Gazeta Wyborcza, La Folha de São Paulo, The Wire, Cumhuriyet, Le Soir, Le Monde, Die Zeit, Publico, El Diario, Le Temps. In Italia gli autori hanno scelto il manifesto. Le tre testate online Democraziaoggi, il Manifesto sardo e Aladinpensiero lo condividono e lo diffondono, segnalandolo come materiale prezioso per il grande dibattito sul lavoro nel quale sono impegnate con la pubblicazione di qualificati contributi e con l’organizzazione di apposita convegnistica.
L’appello è stato firmato da oltre 3.000 accademici e ricercatori di più di 650 università del mondo. Tra questi, Elisabeth Anderson, Thomas Piketty, Dani Rodrik, Jan Werner Mueller, Chantal Mouffe, Claus Offe, Julie Battilana, Joshua Cohen, Nancy Fraser, James K. Galbraith, Axel Honneth, Jan-Werner Müller, Benjamin Sachs, Debra Satz, Nadia Urbinati, Sarah Song, Lea Ypi, Isabelle Ferreras, Dominique Méda, Saskia Sassen, Lawrence Lessig, Rahel Jaeggi.
…
Chi lavora è molto di più che una semplice risorsa. Questa è una delle lezioni principali che dobbiamo imparare dalla crisi in corso.
Curare i malati; fare consegne di cibo, medicine e altri beni essenziali; smaltire i rifiuti; riempire gli scaffali e far funzionare le casse dei supermercati: le persone che hanno reso possibile continuare con la vita durante la pandemia di Covid-19 sono la prova vivente che il lavoro non può essere ridotto a una mera merce.
La salute delle persone e la cura di chi è più vulnerabile non possono essere governati unicamente dalle leggi di mercato. Se affidiamo questi compiti esclusivamente al mercato, corriamo il rischio di esacerbare le diseguaglianze e di mettere a repentaglio le vite delle persone più svantaggiate.
Come evitare che succeda questo? Implicando chi lavora nelle decisioni relative alle loro vite e al loro futuro nel luogo di lavoro. Democratizzando le imprese. De-mercificando il lavoro. Garantendo a tutti un impiego utile.
Dinanzi al rischio spaventoso della pandemia e del collasso ambientale, optare per questi cambiamenti strategici ci permetterebbe non solo di assicurare la dignità di tutti i cittadini ma anche di riunire le forze collettive necessarie per poter preservare la vita sul nostro pianeta.
DEMOCRATIZZAZIONE.
Ogni mattina, donne e uomini si svegliano e vanno a lavorare per chi tra di noi può restare in casa in quarantena. La dignità del loro lavoro non ha bisogno di altra spiegazione se non quella contenuta nel termine di «lavoratore essenziale». Questo termine mette alla luce un fatto importante che il capitalismo ha sempre cercato di rendere invisibile, spingendoci a pensare alle persone come «risorse umane».
Gli esseri umani non sono una risorsa tra le altre. Senza persone che vogliano investire il proprio lavoro non ci sarebbero produzione né servizi.
Ogni mattina, si svegliano anche donne e uomini che, confinati in casa, si danno da fare per le imprese e ditte per le quali lavorano a distanza.
Sono la dimostrazione che si sbaglia chi crede che senza supervisione non ci si possa fidare che i lavoratori si impegnino, che questi richiedano sorveglianza e disciplina esterna continua. Sono la dimostrazione, giorno e notte, che i lavoratori non sono solo una delle tante parti in gioco all’interno delle aziende: al contrario, sono loro la chiave per il successo dei datori di lavoro. Sono il nucleo costituente delle aziende; nonostante ciò, sono esclusi dalla partecipazione nella gestione dei luoghi di lavoro – un diritto, quest´ultimo, monopolizzato dagli investitori di capitale.
Se ci chiediamo come le aziende e la società intera possono riconoscere il contributo dei lavoratori in tempo di crisi, la risposta è: democrazia.
Certamente bisogna ridurre le enormi diseguaglianze salariali e assicurare che aumentino i redditi più bassi; ma questo non basta.
Come, dopo le due Guerre Mondiali, si è riconosciuto il contributo innegabile delle donne alla società dando loro il diritto al voto, così oggi appare ingiustificato negare l’emancipazione di chi investe il suo lavoro e il riconoscimento dei suoi diritti di cittadinanza all’interno delle imprese.
In Europa, la rappresentanza dei lavoratori sul luogo di lavoro esiste già a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, attraverso i Consigli di Lavoro. Ma questi organi rappresentativi, nel migliore dei casi, hanno scarsa voce in capitolo nella gestione delle imprese, dove sono sempre subordinati alle decisioni dei direttori esecutivi scelti dagli azionisti.
Questi Consigli non sono stati in grado di frenare o rallentare la spinta verso l’accumulazione del capitale, con effetti disastrosi per l’ambiente.
Questi organi dovrebbero avere diritti simili ai Consigli di Amministrazione e i dirigenti aziendali dovrebbero avere l´obbligo di ottenere sempre un doppio consenso: sia da parte degli organi che rappresentano i lavoratori che da quelli che rappresentano gli azionisti.
In Germania, Olanda e nei paesi scandinavi, vari tipi di co-gestione (Mitbestimmung) si sono stabiliti progressivamente dopo la Seconda Guerra Mondiale e hanno rappresentato un passo cruciale ma insufficiente verso la creazione di una vera e propria cittadinanza all’interno dell’impresa.
Perfino negli Stati Uniti, dove le organizzazioni di lavoratori e sindacali sono state pesantemente indebolite, si alzano voci a favore del riconoscimento del diritto degli investitori di lavoro di eleggere rappresentanti con una maggioranza qualificata all’interno dei consigli di amministrazione.
Questioni come la scelta di un amministratore delegato, le strategie principali e la distribuzione dei profitti sono troppo importanti per essere lasciate interamente nelle mani degli azionisti.
Chi investe il proprio lavoro – ovvero, la propria mente e il proprio corpo, la propria salute o anche la propria vita – deve godere del diritto collettivo di appoggiare o respingere queste decisioni.
DE-MERCIFICAZIONE.
Questa crisi ci insegna anche che è sbagliato trattare il lavoro come mera merce e lasciare le scelte che incidono più profondamente sulle nostre comunità in mano interamente ai meccanismi di mercato.
Da tempo le politiche di lavoro e di approvvigionamento nel campo sanitario sono state guidate dalla semplice analisi costi-benefici; la crisi della pandemia ci rivela come questo criterio ci abbia spinto a fare errori.
Alcuni bisogni fondamentali e collettivi devono essere sottratti al criterio dell’analisi costi-benefici, come ci ricordano il numero crescente di morti di Covid in tutto il mondo. Chi sostiene il contrario ci mette in pericolo.
Quando sono in gioco la salute e la nostra vita sul pianeta, ragionare in termini di costi e benefici è indifendibile.
La de-mercificazione del lavoro significa proteggere alcuni settori dalla legge del cosiddetto «libero mercato»; significa inoltre assicurare che tutti abbiano accesso al lavoro e alla dignità che conferisce.
Una possibile maniera per realizzare questo obiettivo è la creazione di una Garanzia di Impiego. L’articolo 23 della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani afferma che ogni persona ha diritto al lavoro.
Una Garanzia di Impiego non solo offrirebbe a ogni cittadino la possibilità di lavorare e vivere con dignità, ma rinforzerebbe anche la nostra capacità collettiva di far fronte alle tante sfide sociali e ambientali che ci troviamo davanti.
Una Garanzia di Impiego permetterebbe ai governi, in collaborazione con le comunità locali, di creare lavoro degno e al contempo di contribuire agli sforzi per evitare il collasso ambientale.
Davanti alla crescita della disoccupazione in tutto il mondo, i programmi per garantire l´impiego posso giocare un ruolo fondamentale per assicurare la stabilità sociale, economica e ambientale delle nostre società democratiche.
Un tale programma deve essere adottato dall’Unione Europea come parte del suo Green Deal; al fine di assicurarlo, bisogna ridefinire la missione della Banca Centrale Europea, in modo che quest´ultima possa finanziarlo.
Questo programma offrirebbe una soluzione anti-ciclica alla disoccupazione massiccia che sta per colpirci e sarà d’importanza fondamentale per la prosperità europea.
RISANAMENTO AMBIENTALE.
La nostra reazione alla crisi attuale non deve essere ingenua come lo fu quella alla crisi economica del 2008. Allora si adottò un piano di salvataggio senza condizioni che incrementò il debito pubblico senza pretendere nulla in cambio da parte del settore privato.
Se i nostri governi si impegnano per salvare le imprese nella crisi attuale, anche queste ultime devono fare la loro parte, accettando alcune condizioni fondamentali della democrazia.
I nostri governi, in nome delle società democratiche dai quali vengono scelti e alle quali devono rispondere, e in nome dell’obbligo che tutti abbiamo di assicurare l´abitabilità del nostro pianeta, devono appoggiare le imprese a condizione che queste adottino delle nuove pratiche, attendendosi a requisiti ambientali esigenti e introducendo strutture interne di governo democratico.
Imprese governate democraticamente – all’interno delle quali avrà uguale peso, nelle decisioni strategiche, la voce di chi investe il suo lavoro e di chi investe capitale – saranno capaci di guidare la transizione dalla distruzione al risanamento e rigenerazione ambientali.
Abbiamo avuto fin troppo tempo per costatare cosa succede, nel sistema corrente, quando il lavoro, il pianeta e i guadagni si scontrano: il lavoro e il pianeta ne escono perdenti.
Sappiamo, grazie alle ricerche del Dipartimento di Ingegneria dell’Università di Cambridge, che «cambiamenti di progettazione realizzabili» possono ridurre il consumo globale di energia del 73%. Ma questi cambiamenti richiedono l´impiego di molta forza lavoro e per metterli in atto sono necessarie scelte che nell’immediato risultano costose.
Finché le imprese saranno gestite con l’obiettivo di massimizzare il profitto in un mondo in cui l´energia è a basso costo, perché mai verrebbero adottati questi cambiamenti?
Nonostante le sfide che questa transizione comporta, imprese sociali e aziende cooperative, guidate da obiettivi che tengono in conto tanto considerazioni finanziarie quanto sociali e ambientali e che danno spazio alla democrazia interna, hanno già dimostrato il loro potenziale come agenti dei cambiamenti desiderati.
Non illudiamoci: gli investitori di capitale, potendo scegliere, non si cureranno della dignità degli investitori di lavoro e non si faranno carico di combattere la catastrofe ambientale.
È possibile scegliere un’altra strada.
Democratizziamo le imprese; de-mercifichiamo il lavoro; smettiamo di trattare le persone come risorse in modo da potere impegnarci insieme per sostenere la vita sul nostro pianeta.
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Tradotto in italiano da Serena Olsaretti (ICREA-Universitat Pompeu Fabra), Riccardo Spotorno (Universitat Pompeu Fabra), Laura Cementeri (CNRS–Centre d’étude des Mouvements Sociaux -EHESS)
La lista completa con tutti i firmatari da oltre 650 università del pianeta è su democratizingwork.org
Che succede?
«Il reddito di emergenza non basta e arriva tardi. Ci vuole un reddito di base»
Emergenza Covid-19. Presidio delle Reti sociali ieri a Napoli davanti la sede Inps per chiedere al parlamento di modificare il dl Rilancio
di Adriana Pollice, su il manifesto [segue]
Oggi venerdì 29 maggio 2020
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Tre proposte per il lavoro
Democratizing Work. Questo importante appello di oltre 3.000 ricercatori di tutto il mondo esce oggi in simultanea su 41 giornali, tra cui El Comercio, Boston Globe, Guardian, Gazeta Wyborcza, La Folha de São Paulo, The Wire, Cumhuriyet, Le Soir, Le Monde, Die Zeit, Publico, El Diario, Le Temps. In Italia gli autori hanno scelto il manifesto
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Coronavirus. Le Regioni forti mostrano i muscoli, pretendono che le altre aprano le porte all’aumento dei contagi
29 Maggio 2020
di Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Ormai non sono più pischello e conosco il vecchio trucchetto: si mette in bocca ad un avversario qualcosa che non ha detto e lo si massacra con supponenza. Non vi pare sia questo il giochino che Boccia ed altri stanno praticando contro Solinas e Musumeci? Contro quanti sono preoccupati che l’imprevidenza di talune regioni […]
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Maggio di Pace
COMITATO PER LA RICONVERSIONE RWM – MAGGIO DI PACE
CARISSIME/I
Oggi, giovedì 28 maggio 2020 alle ore 18 puntuali siamo impegnati nel III Evento nell’ambito del Maggio di Pace, organizzato dal Comitato per la riconversione RWM di Iglesias.
—————NOTE ORGANIZZATIVE———
La comunicazione da dare a tutte le vostre reti e sui social network è che la diretta si potrà seguire:
dal canale Youtube del Comitato: https://www.youtube.com/c/ComitatoRiconversioneRwmIglesias/videos
dalla pagina Facebook: https://www.facebook.com/riconversionerwm.iglesias.3/videos
- considerate che ci saranno circa 20 secondi di sfasamento tra Zoom e streaming per cui non è opportuno seguire la diretta su Youtube o Facebook mentre si è connessi in Zoom.
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Gli ambulanti in piazza per il diritto al lavoro e alla vita
Oggi giovedì 28 maggio 2020
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Il Servizio sanitario nazionale tra memoria e futuro
Giacomo Bottos
Sbilanciamoci, 27 Maggio 2020 | Sezione: primo piano, Società
In un ebook appena pubblicato da Fondazione Feltrinelli storia, valori, conflitti e protagonisti dell’istituzione del Servizio sanitario nazionale in Italia e Gran Bretagna: ripercorrere le tracce del passato per aprire a una nuova stagione di diritti sociali. Con al centro le politiche sanitarie pubbliche.
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Solinas alza la voce con Sala, vi svelo il suo recondito disegno…
28 Maggio 2020
Amsicora su Democraziaoggi.
Amici, mi sembra già di sentirvi! Bella figur’e m…! Ti sei vantato di essere complottista, fatto un sacco di premesse barocche e contorte, per arrivare dove? Al solito punto, lanciare strali immeritati al buon Chistian. Lo hai accusato – mi contesta un altro lettore – di aver perso addirittura il DNA sardesco e di essere […]
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Che succede?
Il Servizio sanitario nazionale tra memoria e futuro
Giacomo Bottos
Sbilanciamoci, 27 Maggio 2020 | Sezione: primo piano, Società ***** Per scaricare gratuitamente l’e-book*****
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IL RILANCIO, IL PREMIER, IL NORD E IL SUD, LA RABBIA, I MAGISTRATI
27 Maggio 2020 su C3dem.
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COVID-19 E SCENARI FUTURI
27 Maggio 2020 su C3dem.
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VIGILIA DEL RECOVERY FUND. LE ATTESE
27 Maggio 2020 su C3dem.
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Cittàquartiere Documenti – Progetto del Comitato Casa del quartiere Is Mirrionis: CENTRO DIURNO PER GLI ANZIANI all’interno del progetto ITI
ECONOMIA DI PACE – SVILUPPO INTEGRALE – LAVORO DEGNO
COMITATO PER LA RICONVERSIONE RWM – MAGGIO DI PACE
CARISSIME/I
Giovedì 28 maggio 2020 alle ore 18 puntuali siamo impegnati nel III Evento nell’ambito del Maggio di Pace, organizzato dal Comitato per la riconversione RWM di Iglesias.
Saremo collegati via web
nella piattaforma www.youtube.com e www.facebook.com del Comitato, affidata alla guida tecnica di Arnardo Scarpa, Portavoce del Comitato che ci comunicherà per tempo il link.
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