Monthly Archives: marzo 2020
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Emergenza Covid-19: Forum Disuguaglianze e Diversità e ASviS propongono al Governo misure integrative al reddito
E’ possibile costruire una diga solida contro l’impoverimento. Il Forum Disuguaglianze e Diversità e l’ASviS, assieme a Cristiano Gori dell’Università di Trento, propongono due misure integrative al decreto Cura Italia: il Sostegno di emergenza per il lavoro autonomo (SEA) e il Reddito di Cittadinanza per l’Emergenza (REM).
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Oggi martedì 31 marzo 2020
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—————————Opinioni, Commenti e Riflessioni, Appuntamenti———-
Coronavirus. Carte, telefonini: quid juris per il controllo a distanza?
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Per combattere il coronavirus tracciamento delle persone tramite telefonini carte di credito e simili? Ci sono molti sedicenti esperti che ammettono senz’altro queste limitazioni sulla base di ragionamenti di buon senso e di pura opportunità (prima la salute poi la riservatezza). Credo sia un modo errato di porre il problema.[...]
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I “diritti dell’uomo”. La “scoperta” dell’Illuminismo caduta nell’oblio
di Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi.
Vincenzo Ferrone, autorevole studioso dell’Illuminismo e dell’Ancien régime, in “Storia dei diritti dell’uomo” solleva una questione di peculiare interesse per i politici, i giuristi e i sociologi impegnati a definire i diritti dell’uomo in tutte le sedi internazionali. Essi, però, a parere dell’autore, dopo la caduta del Muro di Berlino nel 1989, si sono […]
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La scelta del governo tra un reddito di emergenza e uno incondizionato anche per «dopo»
Reazioni a catena. Pd e Cinque Stelle convergono sull’idea di estendere il reddito di cittadinanza chiesta dalla campagna per il Reddito di quarantena e dalla petizione del Basic Income Network Italia. Per i promotori la misura non può essere però intesa come “transitoria”. Dev’essere strutturale: “L’emergenza c’era già prima del Coronavirus e durerà dopo in condizioni peggiori. E’ necessaria una misura strutturale e individuale”. Ma nel governo l’orientamento prevalente sembra quello di una misura “transitoria” o “di sopravvivenza”. Anche se c’è anche qualcuno che vuole una modifica dei vincoli attuali. Renzi e Salvini rifiutano tutte le opzioni e chiedono di finanziare le imprese. La nuova misura potrebbe partire già da aprile. Su il manifesto del 29 marzo 2020.
Coronavirus. Preparamoci anche in Sardegna la fase del “contenimento”
DOMANI… NON E’ UN ALTRO GIORNO
di Gianni Pisanu.
Con l’intento di stimolare tutti a contribuire col massimo impegno a fronteggiare la tragica emergenza VIRUS, mi preoccupo di richiamare l’attenzione sulle esperienze fin qui a nostra disposizione maturate prima nel Centro Nord Italia e che ora riguardano la nostra Isola. [segue]
Letture
di Raffaele Deidda
Alla quarta settimana di isolamento la reclusione da pandemia diventa sempre più pesante, la frustrazione di dover stare in casa cresce, la preoccupazione per il futuro aumenta anche se continuiamo a ripeterci scaramanticamente che “andrà tutto bene”. In questo periodo forse giova fare delle letture che trasmettono messaggi positivi dai segnali che l’emergenza pandemica invia all’umanità. Letture anche semplici, poco impegnative, forse intellettualmente poco profonde ma comunque confortanti, che aiutano a sperare in un futuro meno inquietante di quanto l’isolamento ci porti ad immaginare.
Una di queste letture può essere “Un cuento sobre el coronavirus” dello scrittore spagnolo Francisco Rodríguez Criado, da cui ho liberamente tratto questo racconto. [segue]
Emergenza coronavirus e oltre. Il contributo degli intellettuali sull’ala del pensiero: Tutela della Salute
Ripensare la sanità
di Beppe Andreozzi*
L’emergenza di questi giorni ci porta a riflettere sullo stato dell’organizzazione della sanità in Italia, le luci e le ombre del nostro sistema.
Facciamo un passo indietro e partiamo dalla Carta Costituzionale (1948), all’interno della quale l’art. 32 primo comma aveva statuito: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività e garantisce cure gratuite agli indigenti».
Il sistema sanitario italiano, all’epoca e ancora fino alla fine degli anni settanta, si reggeva su un sistema di tipo assicurativo-previdenziale organizzato sulle “mutue” nate alla fine dell’Ottocento su base volontaria e solidaristica nell’ambito delle società operaie, poi divenute obbligatorie nel corso del Novecento.
In base all’appartenenza a una determinata categoria di lavoratori, gli stessi e i loro familiari fruivano di un’assistenza sanitaria differenziata a seconda della ricchezza della cassa. Esistevano quindi medici specialisti e una moltitudine di enti ospedalieri privati o pubblici, nati quasi tutti come “opere pie” grazie a lasciti di munifici benefattori, convenzionati con una o un’altra cassa mutualistica e anche la natura delle prestazioni erogata dai medesimi soggetti cambiava da caso a caso.
La cura dei cittadini non assicurati sprovvisti di adeguato reddito poteva essere prestata da medici ed enti ospedalieri solo su base caritatevole.
Per quasi trent’anni l’unica novità, certo non indifferente, prodotta dalla norma costituzionale fu quella dell’obbligo per lo Stato di garantire anche ai non abbienti cure gratuite, assicurate prevalentemente nel territorio comunale dai “medici condotti” e in caso di degenza col ricovero nelle strutture ospedaliere pubbliche.
Il sistema fu rivoluzionato con la legge n. 833 del 1978 che introdusse il Servizio Sanitario Nazionale. Tratti principali di questa riforma furono: il finanziamento della sanità pubblica, posto a carico della fiscalità generale; la soppressione delle casse mutualistiche e degli enti ospedalieri pubblici; la creazione delle Unità Sanitarie Locali, concepite come organi di collegamento dei comuni e delle comunità montane, nell’ambito delle quali confluirono gli stabilimenti ospedalieri, gli uffici e i servizi territoriali della sanità, organizzate secondo criteri e obiettivi fissati dallo Stato, quanto alle linee generali, e dalle Regioni attraverso i piani sanitari.
Diventava quindi compito delle USL organizzare tutta l’attività sanitaria, anche di prevenzione, del territorio ed erogare le prestazioni sanitarie mediche, specialistiche, riabilitative, ospedaliere, direttamente o attraverso strutture private convenzionate.
La riforma, che sicuramente aveva rivoluzionato in senso positivo l’organizzazione della salute nel Paese, consentendo una tutela sanitaria omogenea e coerente nei confronti dei cittadini, fu però sottoposta a un ampio processo di revisione, volto a ridimensionare l’ingerenza della politica nella gestione delle USL, governate da “comitati di gestione” rappresentativi delle forze politiche presenti nel territorio, nonché a porre sotto controllo i flussi di spesa, in un momento di grave crisi economica del Paese.
Nacquero così le modifiche introdotte al sistema coi decreti legislativi n. 502 del 1992 e n. 229 del 1999, con le quali si imponeva alle USL, trasformate anche nominalmente in aziende sanitarie, un modello di tipo aziendale fondato su criteri di economicità e si poneva al vertice di esse un direttore generale con funzioni di tipo manageriale, dotato di poteri tipici del privato datore di lavoro.
Esemplarmente, l’art. 3 del decreto legislativo n. 502/92 come modificato dal decreto legislativo n. 229/99 aveva previsto al comma 1-ter che «le aziende sanitarie sono tenute al rispetto dei vincoli di bilancio attraverso l’equilibrio di costi e ricavi, compresi i trasferimenti di risorse finanziarie» e al comma 6 che «al direttore generale compete in particolare verificare, mediante valutazioni comparative dei costi, dei rendimenti e dei risultati, la corretta ed economica gestione delle risorse attribuite ed introitate…».
I criteri di gestione delle aziende sanitarie, al di là delle enfatiche affermazioni di principio contenute negli atti regionali e aziendali, si fondano oggi su variabili puramente economiche quali costi, ricavi, rendimenti, equilibri di bilancio e sulla corretta applicazione di tali criteri vengono giudicati i direttori generali che le amministrano.
In una logica di efficienza e produttività certamente non rientrano investimenti impegnativi che gravano sui bilanci delle aziende e non rispondono a criteri di efficienza e produttività.
Ecco perché, veniamo ai nostri giorni, le aziende sanitarie italiane si sono trovate all’improvviso sprovviste di presidi individuali di protezione e di strumenti per la rianimazione eccedenti le esigenze ordinariamente preventivabili.
Eppure sarebbe saggio prevedere, nell’organizzazione della sanità, riserve strategiche di materiali, organici e strutture destinate a fronteggiare possibili emergenze, quali possono essere determinati da epidemie, ma anche da calamità naturali o da incidenti a impianti industriali o mezzi di trasporto, senza che nessuno possa contestarne la svantaggiosità, non trattandosi di prestazioni suscettibili di essere contabilizzate.
È opportuno ripensare gli attuali modelli organizzativi, senza rinunziare ovviamente al rigore nei controlli della spesa e dell’efficienza dei servizi erogati.
Ciò di sicuro comporterebbe costi aggiuntivi che, in tempi ordinari, potrebbero apparire sovrabbondanti, ma dovremmo imparare ad accettarli.
In fondo, ogni anno spendiamo per la difesa 23 miliardi di euro, 64 milioni al giorno, 5 miliardi all’anno solo di armamenti; eppure l’Italia ripudia la guerra (come strumento di offesa e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, art. 11 della Costituzione) e, grazie a Dio, non siamo in guerra da 75 anni e nessuno, al giorno d’oggi, sembra interessato ad aggredirci militarmente. Eppure spendiamo, tanto e senza significative obiezioni, per prepararci a una guerra che forse non vedremo mai.
Forse i tempi e la coscienza collettiva sono maturi per considerare la salute come un bene prezioso da tutelare e ripensare i criteri che determinano la spesa e l’organizzazione della sanità.
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* Con questo articolo comincia la collaborazione editoriale del nostro amico Giuseppe Andreozzi.
La CSS scrive al presidente e all’assessore alla sanità
Oggetto: Provvedimenti emergenza corona-virus
La Confederazione Sindacale Sarda-CSS segue con attenzione e preoccupazione l’evolversi dell’emergenza creata anche in Sardegna dal Covid-19 sia sotto l’aspetto sanitario che sotto l’aspetto socio-economico. [segue]
Oggi lunedì 30 marzo 2020
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Finalmente riparliamo di scuola!
30 Marzo 2020
Gabriella Lanero su Democraziaoggi.
In questi giorni si riparla della scuola: social, media e stampa riferiscono e commentano sull’informativa della ministra Azzolina al Senato, il 26 marzo scorso, in questi tempi di Covid 19.
All’informativa è seguito il dibattito in cui sono intervenuti nove senatori rappresentanti dell’opposizione e della maggioranza. Su questa presa di parola in una sede autorevole, […]
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Perché lavorare? Grillo rilancia il reddito di cittadinanza. Per tutti
di Francesco De Palo su formiche.net
Proposta di Beppe Grillo: “Mettere al centro l’uomo e non più il mercato del lavoro” e cita il fondo fossile dell’Alaska. Ma intanto si apre il dibattito sulle conseguenze, anche di principio, di questa idea. [segue]
Emergenza coesione sociale: presto un reddito di quarantena o chiamatelo come volete?
La scelta del governo tra un reddito di emergenza e uno incondizionato anche per «dopo»
Reazioni a catena. Pd e Cinque Stelle convergono sull’idea di estendere il reddito di cittadinanza chiesta dalla campagna per il Reddito di quarantena e dalla petizione del Basic Income Network Italia. Per i promotori la misura non può essere però intesa come “transitoria”. Dev’essere strutturale: “L’emergenza c’era già prima del Coronavirus e durerà dopo in condizioni peggiori. E’ necessaria una misura strutturale e individuale”. Ma nel governo l’orientamento prevalente sembra quello di una misura “transitoria” o “di sopravvivenza”. Anche se c’è anche qualcuno che vuole una modifica dei vincoli attuali. Renzi e Salvini rifiutano tutte le opzioni e chiedono di finanziare le imprese. La nuova misura potrebbe partire già da aprile.
di Roberto Ciccarelli, su il manifesto, [segue]
Il Sindaco di Cagliari: “Occorre un reddito da quarantena”. Siamo d’accordo!
[Dal sito web istituzionale del Comune di Cagliari] Truzzu al Governo: “Occorre un reddito da quarantena”
Il sindaco di Cagliari lancia un appello ai colleghi per far sentire la voce dei Comuni: “Le risorse stanziate sono insufficienti per far fronte alla disperazione dei cittadini”.[segue]
Emergenza coronavirus e oltre. Il contributo degli intellettuali sull’ala del pensiero: abbiamo bisogno di medici
Pandemia da coronavirus. Specializzare i medici non specialisti
di Giovanni Maria Pisanu*
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Nel nostro Paese si registra ormai da anni una carenza costante di medici specialisti, in particolare nei settori dell’emergenza come anestesia e terapia intensiva. Le scuole di specializzazione non hanno sufficienti posti per l’accesso di tutti i medici abilitati. La drammatica pandemia di coronavirus ha messo in evidenza questa situazione. Specializzare sul campo i medici non specialisti può essere una via per superare quello che viene definito l’imbuto formativo. [segue]
I provvedimenti del Governo per fronteggiare l’emergenza alimentare
Buono spesa
“Arriveranno entro martedì 31 marzo i 400 milioni di euro destinati ai Comuni per finanziare i buoni spesa e fronteggiare l’emergenza alimentare. La tempistica è scritta nella versione definitiva dell’ordinanza della Protezione civile, che fissa anche i criteri di ripartizione delle risorse. L’80% del fondo sarà distribuito in base alla popolazione, e l’altro 20% si concentrerà nelle zone più povere in base al parametro della distanza fra il reddito pro capite del Comune e quello medio nazionale.[segue]
Oggi domenica 29 marzo 2020
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Carbonia. ‘Una landa quasi completamente deserta, non un uomo, non una casa, non un sentiero, non una goccia d’acqua: solitudine e malaria’. Dal discorso di Mussolini a Carbonia. Ancora un appuntamento domenicale con la storia di Carbonia, iniziata il 1° settembre.
29 Marzo 2020
Gianna Lai su Democraziaoggi.
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Emergenza coronavirus e oltre. Il contributo degli intellettuali sull’ala del pensiero.
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Covid-19 può distruggere l’Europa, non solo la Ue
di Nicolò Migheli
By sardegnasoprattutto / 28 marzo 2020 / Società & Politica/
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Lettera di Pupi Avati alla Rai: «Stravolgiamo la programmazione, riscopriamo in tv la grande cultura»
29 Marzo 2020 su Democraziaoggi.
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Il Virus sovrano
Qualunque emergenza porta allo scoperto i problemi che la normalità nasconde sotto il tappeto. In Italia, il coronavirus arriva su un paese diviso fra nord e sud e devastato dalla governance neoliberale nel servizio sanitario, nel mercato del lavoro, nell’assetto istituzionale. Come cambia il rapporto fra sicurezza e libertà mentre il virus attacca la sovranità statuale e l’ideologia sovranista. Un racconto dall’Italia per il quotidiano spagnolo “ara.cat”
di Ida Dominijanni
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Il Forum DD: estendere il Reddito di Cittadinanza
Nessuno resti indietro per colpa del coronavirus
Pubblicato il 28 Marzo, 2020 in Cronaca di Redazione – ForumDD.
Gli strumenti di protezione sociale ci sono e vanno utilizzati. A cominciare dall’estensione del Reddito di Cittadinanza. Cristiano Gori, docente di politica sociale all’Università di Trento e il ForumDD propongono uno schema concettuale operativo per valutare e completare le proposte di contenimento degli effetti sociali ed economici della crisi all’attenzione del Parlamento e del paese. Uno schema ispirato al principio di una tutela universale per tutte le persone a misura delle persone.
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