Monthly Archives: gennaio 2020
Sardegna Che fare? Una chiamata in causa dei cattolici e di tutte le persone di buona volontà
Per un efficace ruolo dei cattolici nella Politica. Una proposta per la Sardegna
di Franco Meloni
La Sardegna non sta bene. Ha molti problemi, alcuni dei quali si aggravano ogni giorno che passa. Non vogliamo qui farne ulteriore elenco. Chi lo volesse non ha che da sfogliare uno dei quotidiani locali o consultare una News online di un giorno qualunque. E neppure qui vogliamo parlare delle ricette per risolvere o perlomeno affrontare questi problemi. Anche queste le trovate ogni giorno esposte, più o meno bene, negli stessi media. Qui vogliamo semplicemente lanciare un messaggio e proporvi una riflessione su che cosa possono fare i cattolici insieme con tutte le persone di buona volontà disposte a fare un percorso di comune impegno. Il messaggio è il seguente: la Sardegna ha soprattutto bisogno di fiducia. Innanzitutto della fiducia dei sardi verso se stessi, che è la condizione perché gli altri abbiano fiducia nei sardi. Dobbiamo pertanto impegnarci tutti a creare quel clima di fiducia che ci consenta di affrontare i problemi e di impegnarci a risolverli mettendo a frutto le capacità personali e delle comunità di appartenenza. Tutto ciò sembra banale, ma non lo è affatto. Sicuramente è difficile. Pensate cosa significa creare fiducia nel mondo della politica. Significa praticare rapporti di scambio tra persone che nella ricerca del bene comune, anche nel confronto e nello scontro dialettico, arrivino a soluzioni ottimali. La condizione è che si pratichi l’ascolto reciproco e che si persegua l’obbiettivo della massima partecipazione. Cosa abbastanza diversa da quanto accade oggi, laddove la politica tende a selezionare le idee e le scelte sulla base degli interessi dei gruppi prevalenti e la partecipazione popolare alla gestione della cosa pubblica è sempre più ristretta. Allora, se si vuole invertire la rotta, occorre allargare gli spazi di partecipazione democratica sia per quanto riguarda l’accesso alle rappresentanze istituzionali (riforma delle leggi elettorali), sia per la promozione della cittadinanza attiva, sia per la valorizzazione delle competenze che devono prevalere sulle appartenenze. Ma qualcosa occorre fare subito, partendo da casa nostra, cioè da quanto possono fare di nuovo (o forse di antico) i cattolici al servizio della società. La situazione attuale della nostra società richiede un impegno politico che riesca a rendere più incisivo e produttivo il poderoso lavoro che sul piano dell’impegno sociale fanno i volontari nelle diverse organizzazioni cattoliche e laiche al servizio della gente, in modo particolare degli ultimi. Innanzitutto ai volontari è richiesto che diano un aiuto alla Politica, anche se la stessa non la chiede. Al riguardo condividiamo in toto un invito formulato da Walter Tocci in un recente convegno della Caritas romana*. Ma torniamo allo specifico dell’impegno dei cattolici in Politica. Nel vivace dibattito nazionale che si è sviluppato su questa questione emerge con chiarezza anche la proposta della costituzione di un (nuovo) partito esplicitamente ispirato ai valori cristiani.
Proposta legittima, che ha tra i promotori intellettuali di grande spessore culturale e credibilità indiscussa, ma che ci vede del tutto contrari, per una serie di considerazioni che in altre circostanze abbiamo esposto, anche in pubblici dibattiti da noi promossi insieme ad altri. Ci convince invece un’altra proposta che per chiarezza espositiva riprendiamo integralmente da uno scritto di Enzo Bianchi (fondatore della Comunità di Bose). La stessa, che ha valenza generale, vogliamo qui riproporre nella dimensione della nostra regione. Si tratta di dare vita nelle chiese locali, diocesane e regionale, a “uno spazio al quale tutti i cattolici che si sentono responsabili nella vita ecclesiale e nella società possano essere convocati e quindi partecipare. Non un’assemblea dei soliti scelti o eletti in base all’appartenenza ad associazioni o istituti pastorali, ma un’assemblea realmente aperta a tutti, che sappia convocare uomini e donne muniti solo della vita di fede, della comunione ecclesiale, della consapevole collocazione nella compagnia degli uomini. Si tratta di chiamarli a esprimersi in merito a una lettura della vita sociale, delle urgenze che emergono e perciò in merito a un ascolto del Vangelo.
Questo sarebbe un confronto in cui si esaminano i problemi che si affacciano sempre nuovi nella vita del paese e si cerca di discernere insieme le ispirazioni provenienti dal primato del Vangelo. Da questo ascolto reciproco, da questo confronto, possono emergere convergenze pre-politiche, pre-economiche, pre-giuridiche che confermano l’unità della fede ma lasciano la libertà della loro realizzazione plurale insieme ad altri soggetti politici nella società. Un forum, dunque, uno spazio pubblico reale in cui pastori e popolo di Dio insieme, in una vera sinodalità, ascoltino ciò che lo Spirito dice alle chiese e facciano discernimento per trarre indicazioni e vie di testimonianza, di edificazione della polis e della convivenza buona nella giustizia e nella pace. È in questo spazio che si possono delineare le istanze evangeliche irrinunciabili, che poi i singoli cattolici con competenza e responsabilità tradurranno in impegni e azioni diverse a livello economico, politico e giuridico.
Così sarebbe assicurata l’unità dell’ispirazione evangelica, ne sarebbe garantita l’autenticità, senza tentazioni di integralismo, dando vita a “una polifonia ispirata a una stessa fede e costruita con molteplici suoni e strumenti” (papa Francesco, 4 marzo 2019, Udienza a un gruppo della Pontificia Commissione per l’America Latina)“. Da qui si parte per ulteriori indispensabili interlocuzioni con il “resto del mondo” per comuni percorsi nel perseguire il bene comune. Questa proposta ci sembra collimare con le posizioni di Matteo Truffelli, presidente dell’Azione Cattolica italiana, esaurientemente esposte nel suo ultimo libro, del quale riportiamo una recensione apparsa sul quotidiano Avvenire**. Che ne dite? Il dibattito prosegue…
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*Da una lectio magistralis di Walter Tocci rivolta ai volontari della Caritas romana.
(…) La chiamata civica alla politica. Credetemi, il ceto politico non si sente bene, non ce la fa da solo, ha bisogno del vostro aiuto; si, proprio di voi volontari e cittadini attivi. Lo so che siete già molto impegnati, ma proprio voi più di altri sapete come fare. La malattia dei politici è una drammatica perdita del senso di realtà, un po’ come capita alle persone disorientate che arrivano nei vostri centri di accoglienza. Con lo stesso spirito potete aiutare la politica a ritrovare il proprio ruolo sociale.
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**MATTEO TRUFFELLI: CHIESA IN USCITA E IMPEGNO POLITICO DEI CATTOLICI
23 Gennaio 2020 by Forcesi | su C3dem.
Matteo Truffelli, presidente dell’Azione cattolica italiana dal 2014, docente di Storia delle dottrine politiche a Parma, nel suo nuovo libro “Una nuova frontiera. Sentieri per una Chiesa in uscita” (Ave, 130 pagine, 11 euro), sintetizza “in che modo i credenti possono contribuire concretamente a lasciare nel mondo l’impronta evangelica della fraternità”. L’Avvenire anticipa un brano del libro: “Le scelte politiche plurali, una ricchezza per i cattolici”.
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- Anche su Giornalia.
Costituzione della Repubblica Italiana
Articolo 11
L’Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo.
Oggi domenica 26 gennaio 2020 – Il giorno dopo
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Iraq, un fiume umano chiede la fine della presenza americana.
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«Spegniamo la guerra» In cinquanta città la giornata per la pace
IL GIORNO DOPO. In sincronia con le manifestazioni in 200 centri a livello internazionale. Il movimento pacifista torna in piazza: in Italia da nord a sud sit-in e flash mob e fiaccolate contro i conflitti sparsi nel mondo
di Franco Uda
Su il manifesto EDIZIONE DEL 26.01.2020 [segue]
Oggi domenica 26 gennaio 2020
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Carbonia. La guerra e la caduta del fascismo, la fine dell’ACaI
26 Gennaio 2020
Gianna Lai su Democraziaoggi.
Ancora una puntata domenicale della travagliata storia di Carbonia. Persa la guerra, con la cadutas del fascismo, si estingue l’Azienda carbonifera taliana – ACaI. Il primo post il 1° settembre.
Così lontana dai mercati della Penisola la produzione di Sulcis, e così pericolosamente esposte nel Mediterraneo le navi da trasporto ai bombardamenti alleati, cessano i […]
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Oggi sabato 25 gennaio 2020
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Piazza del Carmine? Che fare per renderla di tutti?
25 Gennaio 2020
Red su Democraziaoggi
Su piazza del Carmine se ne sentono di tutti i colori. Molestie a una cameriera. Minacce a due espositori intervenuti in difesa della donna. Latrina a cielo aperto: chi la fa al riparo delle macchine parcheggiate, chi sul muro delle Poste. Spaccio. Poi scontri verbali e manuali, difficoltà di passaggio per i pedoni, mai […]
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Oggi
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Appello ad una mobilitazione contro la guerra e per l’indisponibilità delle basi sarde
Pubblichiamo l’appello delle organizzazioni aderenti all’assemblea sarda contro la guerra che ha convocato per domani sabato 25 gennaio 2020 a Cagliari una manifestazione che partirà da piazza Trento alle 15.30.
Che succede?
L’INCUBO EMILIA-ROMAGNA E LA FINE DEL BIPOLARISMO POPULISTA
24 Gennaio 2020 su C3dem
Dario Di Vico, “Le altre facce dell’Emilia” (Corriere della sera). Piero Ignazi, “Se il vaffa vale di più del buon governo” (Repubblica). Paolo Pombeni, “L’incubo Emilia Romagna ha cancellato la Calabria” (Il Quotidiano del Sud). Fabio Martini, “Un Matteo moderato contro Bella Ciao” (La Stampa). Romano Prodi, “Mi auguro che vinca Bonaccini e l’Italia segua il suo esempio” (intervista alla Nazione). Giovanni De Luna, “Dal fascismo alle sardine l’Emilia Romagna incubatrice d’Italia” (La Stampa). 5 STELLE: Federico Pizzarotti, “M5s in Emilia è nato e qui muore” (intervista a Italia Oggi). Domenico De Masi, “Era meglio uscire alla Farnesina e mettersi a studiare” (intervista a Il Giornale). Claudio Cerasa, “La fine del bipolarismo populista” (Foglio).
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I SOMMERSI DELL’ACCOGLIENZA (…E LA MEMORIA DI DEBRA LIBANOS)
24 Gennaio 2020 su C3dem
Francesco, “L’ospitalità comunica l’amore di Dio” (omelia 23 gennaio). Report di Amnesty International, “I sommersi dell’accoglienza”. Nicola Pini, “Cattiva accoglienza. L’incontro del ministro Lamorgese con il card. Bassetti” (Avvenire). Virginio Colmegna, “Immigrati. Superiamo l’emergenza” (intervista all’Avvenire). Maurizio Ambrosini, “Diamo vera cittadinanza agli stranieri” (lavoce.info). Andrea Riccardi, “Debra Libanos, il vero volto dell’Italia fascista” (introduzione a un libro di Paolo Borruso sull’eccidio compiuto dagli italiani in Etiopia, Avvenire). Margaritas Schina, “Migranti, ora l’Europa ha un piano” (intervista a Repubblica).
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Che succede?
MATTEO TRUFFELLI: CHIESA IN USCITA E IMPEGNO POLITICO DEI CATTOLICI
23 Gennaio 2020 by Forcesi | su C3dem.
Matteo Truffelli, presidente dell’Azione cattolica italiana dal 2014, docente di Storia delle dottrine politiche a Parma, nel suo nuovo libro “Una nuova frontiera. Sentieri per una Chiesa in uscita” (Ave, 130 pagine, 11 euro), sintetizza “in che modo i credenti possono contribuire concretamente a lasciare nel mondo l’impronta evangelica della fraternità”. L’Avvenire anticipa un brano del libro: “Le scelte politiche plurali, una ricchezza per i cattolici”.
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Oggi venerdì 24 gennaio 2020
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E’ meglio Zedda o Truzzu? Pigliaru o Solinas?
24 Gennaio 2020
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
L’altro giorno ero a cena da amici coi quali, di solito, si parla di politica (e di tanto altro ovviamente). Siccome adesso l’encefalogramma della politica è piatto, ho pensato, stupidamente, di attizzare la discussione con domande chiaramente provocatorie. Per esempio, è meglio Pigliaru o Solinas? Oppure: è meglio Zedda o Truzzu? […]
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In Sardegna
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Appello ad una mobilitazione contro la guerra e per l’indisponibilità delle basi sarde
Pubblichiamo l’appello delle organizzazioni aderenti all’assemblea sarda contro la guerra che ha convocato per domani sabato 25 gennaio 2020 a Cagliari una manifestazione che partirà da piazza Trento alle 15.30.
Che succede?
IL VOTO IN EMILIA-ROMAGNA. E LA CRISI DEL M5S
23 Gennaio 2020 by Forcesi | su C3dem.
Michele Ainis, “La tempesta perfetta” (Repubblica). IL VOTO: Stefano Folli, “Il destino passa da Bologna” (Repubblica). Paolo Pombeni, “Ormai tutto dipende dall’Emilia” (Il Quotidiano). Antonio Polito, “Cosa ci dirà l’Emilia” (Corriere della sera). Roberto D’Alimonte, “Province, giovani e voto disgiunto M5s le variabili decisive” (Sole 24 ore). Alessandro Campi, “La Calabria e il paese che si ferma a Eboli” (Messaggero). LA CRISI DEL M5S: Alessandro Campi, “La parabola del leader che insegue il popolo” (Messaggero). Mauro Calise, “Su Di Maio troppe responsabilità, neanche Sisifo ce l’avrebbe fatta” (intervista a La Stampa). Norma Rangeri, “Non solo una crisi di leadership” (Manifesto). Claudio Tito, “Il grande equivoco” (Repubblica). Padellaro, Scanzi, Noto, Ghisleri, Pasquino, Urbinati, “Il futuro del Movimento” (Il Fatto). Marcello Sorgi, “Il governo adesso è più debole” (La Stampa). Ilario Lombardo, “Conte e Pd sperano in Patuanelli” (La Stampa). Matteo Renzi, “Grillini, discesa inesorabile. Ora Conte cambi passo” (intervista a La Stampa).
—————————Riflessioni————–
Da Lettere in bottiglia. Ai nuovi nati questo vostro Duemila di Raniero La Valle (vedi Koinonia 7/8)
IL DOMANI DELLA FEDE
di Raniero La Valle, su Koinonia Settembre 2019
È una domanda drammatica quella sul domani della fede; vogliamo chiederci infatti se la religione e la fede siano destinate a sopravvivere, se ci sarà questa eredità nel mondo di domani. Mi pare che nel nostro tempo si sia mostrata come particolarmente profetica la parola di Gesù: «Il figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Lc 18,8). Infatti è il fenomeno religioso stesso che oggi è messo in discussione, e c’è l’idea sempre più diffusa che esso non possa sopravvivere al soffio della modernità. (…).
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Oggi giovedì 23 gennaio 2020 – Per la Costituzione della Terra.
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Di Maio, il M5S, gli altri, il futuro del paese
23 Gennaio 2020
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Nel M5S niente è normale, tutto è diverso, eccessivo. E’ stato straordinario innanzi tutto il successo. In dieci anni dal nulla al 33%, alla maggior forza del governo. Un risultato che non è riuscito a forze ben più strutturate e attrezzate, al Partito comunista di Togliatti e nemmeno a quello di Berlinguer, nonostante la […]
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Oggi giovedì 23 gennaio, con inizio alle ore 18, in viale Trieste 27 (piano terra) Cagliari, si terrà la prima riunione del Comitato d’impegno territoriale per la “Costituzione della Terra”.
- L’appello-proposta sul sito web di chiesadituttichiesadeipoveri, con le adesioni aggiornate.
La pagina fb dell’evento.
MEDICINA POLITICA SOCIETÀ
di Francesco Domenico Capizzi*
primo firmatario del Manifesto-appello per il diritto alla Salute
La Medicina moderna che conosciamo, nata nel periodo positivista, ha finito con il perseguire un suo sviluppo (clinico-tecnologico) piuttosto che un complessivo progresso (sociale) nel contrastare le radici delle incalzanti malattie cronico-degenerative: neoplasie (in Italia oltre 1.000 al giorno, con incrementi in soli quattro decenni del 62% delle pancreatiche con tassi di guarigione dopo le cure dell’8% entro i primi 5 anni che crollano al 3% entro i successivi 5, come riportato da “The Lancet Global Burden Disease” del 2019), affezioni cardiocircolatorie e respiratorie, obesità, cirrosi, patologie infettive ed autoimmuni e da stress psico-fisici, ecc.. Sono sostenute in larga parte da fattori culturali e da disagi sociali, trascurati nella trasmissione del sapere medico e nelle Istituzioni sanitarie incentrate in attività diagnostico-terapeutiche per un empirismo orientato verso alterazioni anatomiche, geometrie e formule matematiche.
In sostanza, il Servizio sanitario diagnostica e cura malattie evitabili ab initio (l’80% secondo l’OMS), ne trascura i fattori che le favoriscono e le sostengono. Intanto troppe persone continuano ad ammalarsi perché le cause patogene, indovate nelle pieghe della Società, vere fabbriche della malattia, conservano intatta la loro violenza mentre il diritto alla Salute viene confuso con l’assenza di malattia e complessità tecnologico-gestionali che imprimono alle Strutture ospedaliere, intese come fabbriche della salute, le ragioni oggettive della malattia con un involontario suggerimento: la salute si preserva apportando modifiche al corpo con tecnologie e terapie sofisticate al punto da esonerare Medicina e Istituzioni dalla primitiva missione ideale come i mezzi di locomozione esonerano dal camminare e ne superano l’esigenza.
Nella percezione comune le malattie vengono così assunte ad evento ineluttabile come la forza di gravità e i movimenti tellurici… E intanto oltre un terzo della popolazione è colpita da malattie cronico-degenerative ed acute, in costante crescita, in larga parte evitabili (prevenzione primaria) oltre che prevenibili (prevenzione secondaria=diagnosi precoce), non facilmente guaribili, più spesso trattabili con terapie riequilibratrici e palliative il cui costo diverrà presto incompatibile con l’universalismo del Servizio sanitario per vari fattori, fra cui il progressivo invecchiamento della popolazione.
La peste nera del secolo del progresso, suo misterioso lato oscuro e corollario innominabile, indicata per allusioni e parafrasi, avanza alimentata da almeno 150 cancerogeni e particolati sparsi nell’ambiente; da 30 milioni di tonnellate di amianto (letale per 10-12 persone al giorno) sul nostro territorio; da 52 miliardi di sigarette fumate ogni anno da italiani fin dall’età scolare, con rischi connessi di malattie gravi che raggiungono il 3.000% con 90.000 decessi; per la permanenza di estreme diseguaglianze sociali che costringono ad inaccettabili livelli di vita e che riducono la stessa percezione personale di malattia; per assenza di informazioni su errati stili di vita che conducono ad abusi di farmaci, psicofarmaci, stupefacenti ed alcoolici, zuccheri, proteine e grassi animali causa dell’esposizione di 10 milioni di italiani al rischio di cirrosi e di 5 milioni di obesi candidati a malattie gravi a partire dall’età scolare, ecc.
Sul piano socio-economico basterà citare un solo dato, e non il maggiore: nonostante 25 miliardi annui che l’Italia spende (OMS, 2016) per gestire le conseguenze degli eccessivi consumi di alcoolici, gli abusi rappresentano la causa principale di morte e disabilità tra i giovani e un aumentato rischio di declino cognitivo prima dei 65 anni e di decessi alcool-connessi di almeno 75.000 persone. Va aggiunto che il consumo di oltre 10 gr/die di alcool aumenta in modo significativo l’incidenza di tumore alla mammella in pre-post-menopausa e che dosi di oltre 20 gr/die favoriscono le neoplasie dell’apparato digerente senza contare le combinazioni con i prodotti del tabacco e con una erronea alimentazione (International Agency for Research on Cancer, 2018).
Cosa proporre di fronte ad una situazione che può essere definita tragica?
I – Informare la cittadinanza fin dalle Scuole primarie sulle conseguenze dei diversi stili di vita;
II – fatta salva l’autonomia didattica, un invito: che la trasmissione del sapere medico evidenzi le origini delle malattie;
III – un sostegno corposo alla Ricerca epidemiologica e di base;
IV – un piano per eliminare amianto e cancerogeni circolanti;
V – indagini sugli effetti delle onde elettromagnetiche;
VI – lotta alle ragioni della diffusa povertà economica e culturale;
VII – favorire il trasporto senza emissioni tossiche e privilegiare la produzione “pulita” di alimenti, merci e generi vari;
VIII – programmi nazionali di prevenzione primaria e secondaria;
IX – controlli permanenti sulla sicurezza in strade (oltre 160.000 incidenti di cui 3.200 letali annui) e luoghi di lavoro (un decesso ogni 3 giorni);
X – affrontare disagi e patologie delle età avanzate con provvedimenti che favoriscano aggregazioni, mobilità, assistenze attive e mirate a contrastare la solitudine, la povertà e il decadimento fisico e mentale.
*Francesco Domenico Capizzi
Già docente di Chirurgia Generale all’Università di Bologna e direttore di Chirurgia generale negli Ospedali Bellaria e Maggiore di Bologna.
Su Koinonia, dicembre 2019.
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Per correlazione su sito ASviS: https://asvis.it/goal3/home/277-4221/incontro-sulle-disuguaglianze-di-salute-come-possono-le-politiche-anche-non-sanitarie-incidere-sullaccesso-al-benessere