Monthly Archives: agosto 2019
Contus de Stampaxi. Nina de is cadidas
Le abilità di Nina, addetta alla distribuzione delle sedie per i fedeli della chiesa di Sant’Anna.
Si chiamava Nina, qualcuno raddoppiava la enne e la chiamava Ninna. Per tutti era precisamente individuata dall’attribuzione funzionale ”de is cadidas”. Esile e con le gambe esageratamente arcuate, svolgeva un lavoro prezioso: nella chiesa parrocchiale di Sant’Anna distribuiva le sedie ai fedeli che non avevano trovato posto nei banchi, per la messa e per le altre sacre funzioni. Il servizio era gratuito, ma la tariffa che tutti riconoscevano senza chiedere e batter ciglio era di 10 lire, che il fedele depositava in un cestinetto di paglia con un fondo di panno rosso. Nina senza nulla dire controllava che tutti versassero il corrispettivo. Non si poteva sfuggire al suo sguardo penetrante; non si poteva pertanto far finta di versare la moneta senza farlo. Una volta però fu coglionata, forse senza malizia, da mia sorella Luisella che depositò nel cestello un bottone dello stesso diametro delle 10 lire. Nina se ne accorse un po’ in ritardo, ma, poiché la messa non era ancora finita corse a lamentarsene col parroco, che la celebrava. Il quale prima del fatidico “Ite missa est” tuonò dall’altare “per favore se non avete soldi evitate di mettere bottoni nel cestello delle offerte per le sedie: Dio vi vede, ma a volte anche la nostra Nina!”.
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La storia della medicina
di Piero Marcialis
35. Thomas Sydenham.
Un’interessante figura di medico, scorbutico e insofferente del sapere libresco, è certamente quella di Thomas Sydenham, che fu chiamato “l’Ippocrate inglese”, il più grande clinico inglese del ‘600, uno dei padri della medicina inglese moderna.
Come l’antico Ippocrate privilegiava l’osservazione del malato, i rimedi semplici, il decorso naturale della malattia.
Pur essendo autore di testi importanti, come “Medical observations”, dedicato alle malattie infettive, il “Trattato sulla gotta” (di cui egli stesso era afflitto), detestava a tal punto la medicina teorica che a un allievo, che gli chiedeva che libri leggere, rispose “legga il Don Chisciotte”.
Per lui l’unico posto in cui imparare qualcosa sulle malattie era il capezzale del malato.
Nato a Wynford Eagle, nel Dorset, il 10 settembre 1624, si arruolò, come il padre e quattro fratelli, nell’esercito di Cromwell, durante la guerra civile, capitano di uno squadrone di cavalleria per quattro anni.
Laureatosi a Oxford, proseguì gli studi a Montpellier.
Esercitò a Londra ed ebbe tra i suoi clienti nobili e ricchi.
Tra i suoi allievi devoti, figura quel Thomas Dover, chirurgo navale, che salvò il naufrago Alexander Selkirk (che ispirò il romanzo Robinson Crusoe).
Sydenham curò Dover dal vaiolo, tenendolo a letto poco coperto, con le finestre aperte e dodici bottiglie al giorno di birra fresca.
Sydenham usava la scorza dell’albero di china per il trattamento della malaria; unguenti mercuriali per la cura della sifilide; fu inventore del “laudano di Sydenham”, una mistura di oppio, zafferano, garofano e cannella.
Morì a Londra il 24 settembre 1689
Oggi martedì 6 agosto 2019
Promemoria
Estate 2019. La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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SUL DECRETO SICUREZZA APPENA VOTATO
“L’articolo 10 della nostra Costituzione recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge“. Quindi i partiti che ora stanno all’opposizione dovrebbero continuare la battaglia in sede di Corte Costituzionale perchè questa robaccia che è stata votata oggi, che fa ribrezzo, è anche in contrasto con la Costituzione. Quindi è illegale”.
(Luciano Canfora, da In onda, La7 – 5/8/2019)
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Decreto Sicurezza bis, la disumanità è diventata legge
Susanna Marietti, su Il fatto quotidiano.
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Nel Sulcis la prima repubblica italiana: S. Pietro, l’Isola della libertà
6 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
L’attacco della Francia rivoluzionaria a Cagliari nel 1793 è andato male per l’improvvisazione e la disorganizzazione dell’Armée. Per la resistenza organizzata dai feudatari e dal clero sardi. Ma poteva andare diversamente. Forse i francesi si aspettavano una diversa accoglienza, quella che si riserva ai liberatori. Come è accaduto a Carloforte, nell’Isola di […].
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Sulla povertà
6 Agosto 2019
Lucio Garofalo su Democraziaoggi.
La povertà non è solo e semplicemente una condizione di grave privazione e afflizione materiale, ma altresì di sofferenza interiore. È motivo di vergogna ed imbarazzo, per cui si fa di tutto per negare e celare tale situazione deprecabile in una società capitalistica e consumistica, che esalta l’ideologia del […]
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Povera Italia!
Condividiamo un commento di Tonino Dessì su fb.
Col voto di fiducia al Senato sul “decreto sicurezza bis” si consumano un’ingiustizia epocale, un inganno di massa e un attentato alla Costituzione.
Incidentalmente è la fine non reversibile del M5S.
Il ricatto delle poltrone pesa più della coscienza di ciascuno dei suoi senatori.
Come Forza Italia, finirà per essere assorbito dalla nuova estrema destra sotto le insegne leghiste.
Eppure sono convinto che la parte migliore del Paese non si sottometterà.
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Decreto sicurezza bis è legge: il governo tiene al Senato e passa la prova della fiducia.
Che succede?
PD E CINQUESTELLE. E IL “PD NECESSARIO”
4 Agosto 2019 su C3dem.
Enzo Mauro, una critica senza sconti al M5S: “Il punto zero dei grillini” (Repubblica). Domenico De Masi, in polemica con Ezio Mauro: “La politica senza rotta e la mousse della sinistra” (il Fatto). Nicola Zingaretti al Corriere della sera: “I 5 stelle? Dialogo solo con gli elettori”. Le critiche di Luca Ricolfi alla strategia del Pd: “Zingaretti è la forza di Salvini” (intervista a Italia Oggi). Graziano Delrio, “Sulla Tav nessun tatticismo, saremo in aula contro i Cinquestelle” (intervista a Repubblica). Davide Allegranti, “Il Governatore Rossi spiega perché il M5s è come la Lega” (Foglio). Massimiliano Smeriglio, viceversa, dice: “Dialogo Pd-M5s, serve una mossa del cavallo” (Il Fatto). Dice bene, piuttosto, Guido Crainz sulla Repubblica, nel mettere l’accento sul vero nodo, cioè l’identità del Pd che oggi va ricostruita: “Il Pd necessario”. Angelo Panebianco, “Cacciar via i barbari col sacrificio del Pd” (intervista al Foglio).
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E’ online il manifesto sardo duecentottantotto
Il numero 288
Il sommario
Le prossime scelte della RWM: non illudiamoci (Marco Ligas), Menti inquinate, piccoli e grandi scempi sulle spiagge sarde (Stefano Deliperi), Diritto di accoglienza e volontà di sapere (Aldo Lotta), Enrico Berlinguer e la Sardegna (Massimo Dadea), Turchia e dintorni. Halide Edib, femminista e nazionalista (Emanuela Locci), Il tramonto del liberalismo occidentale e la responsabilità dei ricchi (Gianfranco Sabattini), Arte Migrante a Cagliari (Alex Marini, Lara Farci e Francesca Pani), Mater Olbia: una pietra tombale sulla sanità pubblica sarda (Luana Farina), Ferragosto a Bibbiano per Giorgio Cremaschi (Roberto Loddo), Medicina Democratica Sardegna denuncia il gravissimo stato della Sanità pubblica in Sardegna: scelta assurda destinare 150 milioni al Mater Olbia (red), Metano: la Sardegna è un mondo a parte (Antonio Muscas).
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La storia della medicina
di Piero Marcialis, su fb.
34. Richard Lower.
Un altro fondamentale contributo alla conoscenza delle funzioni cardio-polmonari, che completa la scoperta di Harvey, ci viene dal Tractatus de Corde, item de motu et colore sanguinis, di Richard Lower (1631-1691).
Studia a Oxford e si laurea in medicina nel 1665. Partecipa alle riunioni di un gruppo di scienziati che si fa chiamare “il Collegio Invisibile”, da cui nascerà la Royal Society di Londra.
Al “Collegio” partecipavano studiosi quali Robert Boyle, Robert Hooke, Thomas Willis, Francis Glisson, John Mayow, Christopher Wren.
Lower stabilisce che l’ossigenazione del sangue, cui è dovuto il colore rosso vivo, è funzione dei polmoni, che non sono un semplice mantice, ma un organo indispensabile alla vita.
Così pure il suo collega John Mayow, che osserva come “una componente dell’aria necessaria alla vita entra nel sangue all’atto del respiro”, anche se i due non usano per indicare questa componente dell’aria il termine ossigeno (questo termine si deve a Lavoisier, nel 1777).
Lower conduce anche esperimenti di trasfusione del sangue, destinati a fallire perché all’epoca nulla si sa di emolisi e di gruppi sanguigni.
Notevole è invece la sua dimostrazione sulle cause del catarro durante il raffreddore, come prodotto dall’aumento della secrezione della mucosa nasale: fino ad allora la si imputava a un fantasioso “spurgo del cervello”.
Oggi lunedì 5 agosto 2019.
Estate 2019. La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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“Sarda Rivoluzione”? Spunti per un’analisi del triennio 1793/1796
5 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Finora abbiamo esposto, in estrema sintesi, i fatti.
Si parla, tradizionalmente ed enfaticamente di “Sarda Rivoluzione” per indicare il periodo che va dal 1793 al 1796, e cioè dalla mobilitazione contro il tentativo di sbarco dei francesi a Cagliari allo “scommiato” (cacciata) dei piemontesi del 1994 e alla sfortunata fine dei […]
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Cattolici e impegno in Politica
VERSO CAMALDOLI/7 Oltre la politica: la crisi culturale italiana
02 Agosto 2019, su Meic.
di ROCCO D’AMBROSIO
Sempre le elezioni, locali o nazionali che siano, costituiscono un test per comprendere un contesto, non solo dal punto di vista politico, ma anche sociale e culturale. Richiamo brevemente alcuni dati fondamentali delle ultime elezioni europee del 26 maggio 2019, per poi esprimere alcune considerazioni, di tipo sociale e culturale, inerenti al nostro Paese. Partiamo dai dati, basati per lo più sulle elaborazioni fatte dall’Istituto Cattaneo (www.cattaneo.org):
- Il dato generale dell’affluenza è risultato in diminuzione rispetto a quello del 2014 (58,7%), attestandosi al 56,3%.
- Le elezioni europee del 2019 sono state caratterizzate dalla vittoria della Lega, diventato il primo partito sull’intero territorio italiano, e dalla riduzione dei consensi per il Movimento 5 stelle, sceso per la prima volta al di sotto del 20% in una competizione nazionale.
- Il partito di Salvini è passato, nel giro di cinque anni, da 1.686.556 voti agli attuali 9.655.298, aumentando i propri consensi di quasi otto milioni di voti rispetto al 2014, con un incremento che corrisponde a 27,9 punti percentuali.
- Il principale sconfitto di questa tornata elettorale è, senza dubbio, il Movimento 5 stelle, che ha subito un significativo ridimensionamento. Il partito di Di Maio, infatti, ha perso consensi rispetto sia alle elezioni europee del 2014 che alle politiche del 2018.
- La Lega risulta costantemente sottorappresentata nei comuni capoluogo di provincia, cioè̀ nei maggiori centri urbani, rispetto alle realtà̀ locali di più̀ ridotte dimensioni. E questo vale tanto al Nord quando al Sud, anche se nelle regioni settentrionali lo scarto è molto più̀ accentuato.
- La differenza tra il voto nei grandi centri e quello dei piccoli centri interessa la gran parte dei Paesi europei e non (per esempio: Francia e Stati Uniti) In sintesi: i cittadini dei grandi centri sembrano accettare realtà̀ multiculturali e, dal punto di vista economico, la competizione nella “seconda globalizzazione”, vivendo in grandi città che crescono e si sviluppano i centri produttivi più̀ vitali. I cittadini dei piccoli centri, invece, verso le realtà multiculturali e le prospettive economiche sembrano nutrire più paure, diffidenze, sfiducia e chiusure.
- La campagna elettorale italiana si è fortemente contraddistinta per alcuni costanti elementi negativi: polarizzazione italiana dei temi, forti personalismi dei leader nazionali, razzismo, demagogia, scarsa attenzione alle politiche sociali, populismo, nazionalismo, individualismo, negazioni degli aiuti umanitari, mancanze di proposte sui temi ambientali.
- Se si tengono presenti i non votanti la portata reale delle percentuali di preferenze assume proporzioni ben diverse. Gli elettori chiamati alle urne sono stati 50.952.719(24.711.529 uomini e 26.270.873 donne), i reali votanti solo 27.780.855. Allora in ordine decrescente si ha un quadro dove: Non votanti 43 %, Lega 18%, PD 12%, M5S 9%, FI 5%, FdI 3%, Altri 8%, Nulle 2% di tutti gli aventi diritto.
Come era stato ampiamente previsto, il dato generale dell’affluenza è risultato in diminuzione rispetto a quello del 2014 (58,7%), attestandosi al 56,3%. Tale tendenza negativa, d’altronde, si inserisce in un quadro di astensionismo crescente di più lungo periodo, che coinvolge anche le elezioni politiche e regionali: si va da punte di votanti del 90% degli anni ’70 a percentuali superiori di poco il 50% degli ultimi anni. Quindi il problema numero uno è la partecipazione alle elezioni. Perché molti non votano? Perché poco più di un italiano su due decide di assolvere a quello che è un diritto e anche un dovere, come recita la Costituzione (art. 48)? A mio avviso le cause maggiori sembrano essere due: la scarsa formazione sociopolitica, che va spesso di pari passo con carenze culturali generali e la crisi di fiducia nella classe politica attuale.
La crisi della formazione
Viviamo in un Paese che non solo ha una larga fetta di non votanti, ma ha, prima di tutto, seri problemi di tipo culturale, scolastico e universitario. Cresce l’analfabetismo di ritorno; esiste una crisi di larghi settori della scuola e dell’università, abbiamo saperi ridotti, monotematici e poco interdisciplinari, effimeri, estremamente dipendenti dalla superficialità di diverse fonti on line. Non manca solo la formazione civica, sociale e politica, manca la formazione tout court! Lo dicono le statistiche scolastiche e universitarie, la debolezza o inesistenza di percorsi formativi nei partiti politici, nelle comunità di fede religiosa, nel volontariato, nell’associazionismo, nello sport e via discorrendo. Un esempio per tutti: gli stranieri che chiedono la cittadinanza italiana sono chiamati a conoscere la Costituzione. Una domanda: ma l’italiano medio conosce la Carta Costituzionale? E’ stato formato seriamente alla sua visione antropologica ed etica?
Questa è, dunque, la situazione in ampi strati di popolazione. E dove non c‘è formazione, o ce n’è poca e scadente, è molto facile essere influenzati dalle grida del momento, senza nessuna capacità critica di discernere, anche nelle scelte elettorali. Sarebbero anche da approfondire le forme di analfabetismo emotivo che riducono la capacità e creano una dipendenza da quei leader che gridano e colpiscono di più. Un riferimento appropriato è a ciò Hannah Arendt chiamava “estraneazione”, che portava le masse ad accogliere, invaghirsi e poi subire forme di dittatura (Le origini del totalitarismo). Bonhoeffer, a proposito, avrebbe detto sinteticamente che «la potenza dell’uno richiede la stupidità degli altri» (Resistenza e Resa).
La perdita di fiducia
Riguardo ai non votanti per crisi di fiducia nell’attuale classe dirigente il discorso è molto più complesso. Sono convinto che siano, in generale, persone sufficientemente colte e sensibili politicamente. E’ interessante notare come in altri Paese questo tipo di persone più che non votare indirizza il proprio verso forze nuove e più convincenti: penso ai Verdi in Germania e nei Paesi scandinavi. In Italia no. Anche qui c’è una componente che non va trascurata: l’individualismo di gruppo e di appartenenze omogenee. In soldoni: mi interessa solo la mia famiglia, il futuro dei miei figli, la mia professione e alcuni colleghi, alcune relazioni amicali… per il resto i politici “sono tutti uguali” e il mondo può anche cascare. Sono visioni molto miopi e sterili, che nascondono scompensi antropologici ed etici. La carriera e il guadagno facile e immediato non si confrontano mai con la fatica delle relazioni, con la complessità del mondo, in tutte le sue componenti: sociale, politica, culturale, economica, istituzionale. Milani, proponendo la politica che si oppone all’avarizia, direbbe “[cara signora professoressa, ndr] con i vostri ragazzi fate meno. Non gli chiedete nulla. Li invitate soltanto a farsi strada” (Lettera a una professoressa). Chi è tutto concentrato a “farsi strada”, a guadagnare il più possibile, a emergere a ogni piè sospinto perde il contatto con la realtà, distrugge relazioni e ipoteca negativamente il proprio futuro. E, ovviamente, non va votare o, qualche volta, ci va perché, per esempio nelle elezioni locali, ci sono coloro che lo aiutano a “farsi strada”.
La sfida della globalizzazione
La globalizzazionedetermina sempre più una mutazione sostanziale del nostro assetto sociale, economico, politico, culturale, tecnologico in cui si pongono, con evidenza e forza crescenti, diverse sfide. Come semplici cittadini siamo invitati a capire sempre più ciò che succede e non assumere posizioni banali e semplicistiche. Pensiamo, tra gli esempi più importanti e determinanti, all’emergenza emigrazione. Le nostre società sono ormai composite, pluraliste, sciolte e mescolate(melting pot), dal punto di vista culturale, etnico, linguistico, religioso. Volti, lingue, tradizioni, religioni, usanze si incrociano a una velocità impressionante. Ciò è un fenomeno irreversibile: non si possono mettere indietro le lancette del tempo, non si può pensare che le grida elettoralistiche sui “porti chiusi” possano risolvere il problema. Se da una parte i cittadini hanno il dovere di capire e formarsi all’accoglienza, i governanti hanno quello di prevedere le emergenze, progettare gli sbocchi concreti e tutelare il bene dei singoli come di tutti i gruppi. Non c’è cosa più stupida e dannosa di parlare di questi problemi con lo stesso atteggiamento del tifo da stadio!
Il voto dei cattolici
Dopo la fine della DC credo che bisogna prendere coscienza che le nostre parrocchie, diocesi, gruppi e movimenti hanno, al loro interno, tutte le tipologie di elettori e tutte le caratteristiche di sensibilità politica che ho descritto. E’ quanto mai opportuno e necessario chiedersi se i cattolici italiani 1. vanno a votare, 2. sono formati politicamente e 3. se la loro fede cristiana ispira la loro azione in tutti gli ambiti di vita: sociale, economica, professionale, politica, culturale. Risposte difficilissime. Sembrerebbe che siano in aumento i cattolici che votano Lega (Ilvo Diamanti, Nando Pagnoncelli) o che, in generale, sembrano assumere atteggiamenti politici non coerenti con la fede cristiana. Sinceramente non sono affatto sorpreso, vista la poca attenzione ai temi sociali, politici ed economici che si presta nelle comunità cattoliche italiane.
Nell’ultima tornata elettorale ho avuto l’impressione che i pastori italiani non siano stati tanto presenti nel difendere i principi etici universali. Certamente non si chiede ad essi di dare indicazioni di voto, ma credo che sia doveroso per tutti i cattolici ricordare che la fede non è ideologia ma impegno concreto per il bene dei singoli, dei gruppi e delle comunità, anche internazionali.
Paolo VI, sulla scia conciliare, insegnava: “una medesima fede può portare a impegni diversi” (Octogesima adveniens). Quindi è giusto non ritornare ai tempi della DC quando si tendeva ad orientare il voto cattolico. Ma tutto questo non significa restare in silenzio quando sono in gioco i cardini della democrazia: solidarietà, unità dei popoli, pace, rispetto della dignità di tutti, accoglienza, rispetto delle istituzioni e della fede religiosa, giustizia e così via. Principi anche cristiani.
La proposta lanciata da papa Francesco di indire un sinodo della Chiesa italiana sembra essere quanto mai attuale: è innegabile una sorta di “scisma sommerso” tra i cattolici italiani, specie sui temi sociali e politici. Abbiamo bisogno di riflettere tutti insieme sulla nostra testimonianza di fede nel mondo. Non basta essere contro aborto, eutanasia e altri temi di etica personale; accanto a questi deve essere della stessa forza il No a razzismo, xenofobia, corruzione, mafie, guerre e traffico di armi, egoismi nazionali e discriminazioni. Niente deve fermare o compromettere la testimonianza di pastori e laici credenti. Il buon Dio ci invita a essere forti e liberi da ogni compromesso con chi vuole comprare, magari con privilegi o leggi, o strumentalizzare, in tanti modi, il consenso dei credenti.
Dal punto di vista etico l’impegno per la promozione culturale è un impegno inderogabile, in tutti gli ambiti. Già Paolo VI aveva sinteticamente spiegato che lo sviluppo delle persone e dei popoli è fare conoscere di più e avere di più per essere di più (Populorum Progressio). Penso che non valga solo per i cristiani, ma per tutti: la crescita materiale da sola non basta, va unita ad una crescita culturale, intesa nel senso più ampio del termine, cioè di una cultura che promuove e fa crescere tutta la persona umana e tutte le persone umane.
Don Rocco D’Ambrosio è ordinario di Filosofia politica presso la facoltà di Scienze Sociali della Pontificia Università Gregoriana di Roma (www.rocda.it); insegna Etica ella Pubblica Amministrazione presso il Dipartimento per le politiche del personale dell’Amministrazione del Ministero dell’Interno (ex SSAI, Roma); è direttore delle scuole di politica dell’associazione “Cercasi un fine” (www.cercasiunfine.it)-
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L’articolo, qui ripreso da Meic, è apparso originariamente in Rivista Presbyteri, anno 2019, n. 6, pp. 453-458. Meic ha ripubblicato il testo per gentile concessione dell’autore.
….. Pro memoria …..
Oggi domenica 4 agosto 2019
Estate 2019. La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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Il capitalismo può essere corretto, non cambiato.
4 agosto 2019
Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi
Il n. 2/2019 di “Micromega” pubblica il testo trascritto del dibattito (dal titolo “Pensare un’alternativa”) svoltosi presso la Fondazione Feltrinelli nel dicembre del 2018, tra Olivier Blanchard, già capo economista del Fondo Monetario Internazionale tra il 2008 e il 2015, e Emiliano Brancaccio, docente di Politica economica presso l’Università del Sannio. Il dibattito, moderato […]
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La storia della medicina
di Piero Marcialis, su fb.
33. Marcello Malpighi.
Ciò che Harvey intuiva, ma non poté dimostrare per mancanza di strumenti, l’esistenza dei capillari, fu dimostrata da Marcello Malpighi, grazie all’uso di un microscopio, pure primitivo, ma sufficiente alla bisogna.
Lo scienziato bolognese, esaminando un polmone di rana, poté vedere la minutissima rete di vasi sanguigni che collegano le venule alle arteriole. L’osservazione completava la scoperta di William Harvey della circolazione del sangue, aggiungendo ad essa l’ultimo tassello.
Marcello Malpighi, nato a Crevalcore il 10 marzo 1628, si laureò a Bologna in medicina e filosofia nel 1654 e fu chiamato due anni dopo all’Universita’ di Pisa per insegnarvi medicina; fu in contatto con l’ambiente galileiano del’Accademia del Cimento, che diede un forte connotato alla sua formazione di scienziato.
Tornato a Bologna, assume la cattedra di medicina teorica, ma comincia le sue prime osservazioni al microscopio.
Lavoratore instancabile, diviene così il fondatore dell’anatomia microscopica: è il primo a descrivere gli strati della pelle, i noduli linfatici della milza, i glomeruli del rene.
Ottiene un incarico all’Universita’ di Messina, dove il suo trattamento economico è di molto superiore (capitava allora che al Sud un medico fosse pagato più che al Nord).
La Royal Society di Londra pubblica tutte le sue opere ed è così scienziato ammirato in tutto il mondo, tranne che a Bologna dove inimicizie di vecchia data e critiche dal retrivo ambiente accademico amareggiano la sua vita.
È chiamato a Roma nel 1691 dal Papa Innocenzo XII che lo ammira e lo nomina Archiatra Pontificio.
E a Roma muore il 29 novembre 1694.
Oggi sabato 3 agosto 2019
Estate 2019. La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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Il Movimento antifeudale passa alla lotta armata e prende Sassari. Ma la reazione isola Angioy
3 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Si passa alla lotta armata. Il 28-31 dicembre 1795 un esercito antifeudale di tremila contadini e braccianti (ma vi erano anche possidenti, sacerdoti, donne) guidato da Cilocco e Mundula assedia e prende Sassari. Il 31 Cilocco e Mundula, scortati da molti armati, lasciano Sassari alla volta di Cagliari conducendo come […]
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Verso il convegno “Laudato si’ e Agenda Onu 2030″ di settembre
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***La pagina fb dell’evento di lunedì 16 settembre 2019*** [Il Convegno è stato anticipato di una settimana: si terrà lunedì 9 settembre, con inizio alle ore 17,30]
Sardegna, altro che Tav. Lo stato deplorevole delle ferrovie sarde. Il commento di Paolo Fadda su L’Unione Sarda
L’UNIONE SARDA, CRONACA SARDEGNA – CAGLIARI Oggi 2 agosto 2019 alle 12:30,
DALLA PRIMA PAGINA
Nella penisola si parla di alta velocità. Ma in Sardegna ci sono le ferrovie più vecchie d’Europa
Sardegna, altro che Tav: il commento di Paolo Fadda
Paolo Fadda (Archivio Aservice srl)
A seguire dalla Sardegna il match politico in atto tra no Tav e sì Tav, cioè sull’utilità economica, o meno, dell’alta velocità ferroviaria fra Torino e Lione, o, magari, l’apprendere di un’altra vagonata di miliardi di euro che l’ente ferroviario di Stato destinerà al nuovo corridoio merci fra Milano e Budapest, s’andrebbe formando, più che qualche timida invidia, tanto, ma tanto forte malumore. Perché la nostra rete ferroviaria la si è lasciata, più o meno, a quella realizzata, negli ultimi tre decenni dell’800, dall’ingegner Benjamin Piercy. Quasi che il viaggiare in treno dovesse rimanere come il continuare ad usare, nel far di calcolo, un’addizionatrice meccanica Triumph.
[segue]