Monthly Archives: agosto 2019
La crisi si gestisce in Parlamento!
POLITICA
10/08/2019 13:23
La proposta di Pietro Grasso: “No alla sfiducia a Conte. Poi un governo elettorale”
L’appello del senatore di LeU alle opposizioni: “Non diamo noi per primi “pieni poteri” in questo momento di crisi a Matteo Salvini”
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—————————————————-un commento—————
Sono d’accordo. È il minimo che un Parlamento che voglia essere dignitoso deve fare. Io mi spingo oltre nel richiedere un “governo di scopo”, come delineato da diversi interventi (con grande cautela da Tonino Dessì). Concordo con quanti [Revelli su La7] definiscono l’attuale posizione del segretario del Pd “suicida”. Adoperiamoci per cambiarla (Franco Meloni).
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Quando il passato ci parla (e parla ai giovani) utilmente per il presente
«Moralismo e Moralità», i giovani e la scelta antifascista nella battaglia delle idee
L’intervento di Rossana Rossanda al convegno su Antonio Banfi in Senato. «In piena guerra, leggemmo le 16 pagine di Antonio Banfi su quale fosse la scelta morale: pronunciarsi contro il proprio Paese o difendere il regime repubblichino».
Si è svolto alcuni giorni fa nella biblioteca del Senato a Roma il convegno intitolato “Antonio Banfi, intellettuale e politico”. Promosso dal Presidente del Comitato per la biblioteca e l’archivio storico del Senato, Gianni Marilotti, in collaborazione con l’Ufficio studi del Gruppo Pd, sono intervenuti Aldo Tortorella, Roberto Rampi e Fabio Minazzi. Il testo che pubblichiamo è quello dell’intervento inviato da Rossana Rossanda, allieva di Antonio Banfi, che racconta l’oggetto degli studi di un gruppo di giovani nel pieno dell’occupazione nazifascista, della Resistenza e della guerra. Ragazze e ragazze che, anche attraverso quelle letture e quegli studi, maturarono scelte consapevoli.
Oggetto del nostro studio è il saggio “Moralismo e Moralità” edito da Banfi nel n. 1-2 della rivista “Studi filosofici”. Esso è stato pubblicato nel 1948; non ne abbiamo l’originale ma la ristampa a cura del “Centro studi Antonio Banfi” della provincia e del comune di Reggio Emilia uscito nel 1946. Infatti la rivista di Banfi, redatta soprattutto da lui medesimo in qualità di direttore con l’aiuto dei suoi allievi Enzo Paci, Giulio Preti, Remo Cantoni e del collega Giovanni Maria Bertin, senza avere la pretesa di indicare una scuola, ma un complesso di problemi filosofici urgenti, è uscita in un anno straordinario.
Il 25 luglio del 1943, in piena guerra, aveva avuto luogo la riunione dell’organismo dirigente del Partito Nazionale Fascista, il Gran Consiglio del Fascismo, nel quale si era spaccato il partito e, soprattutto per l’attività di Dino Grandi, Mussolini era stato messo in minoranza e aveva finito con l’essere arrestato in nome del re Vittorio Emanuele III. Venne quindi rinchiuso in un albergo adibito a carcere in Abruzzo a Campo Imperatore da dove sarebbe stato liberato, naturalmente senza l’accordo del Regno d’Italia, dall’incursione di un ufficiale ungherese – Otto Skorzeni – riparando poi in Germania. In quel periodo, e precisamente sul finire dell’estate, l’Italia si era separata dalla Germania alla quale era legata dall’asse italo-tedesco dichiarando il suo allontanamento dalla guerra fino ad allora condotta in comune. Si è trattato di un periodo sicuramente confuso della vita nazionale giacché mancava qualsiasi precisa direzione dello Stato e delle forze militari. In seguito a questa decisione unilaterale italiana, la Germania dichiarava guerra all’alleato che considerava in qualche misura traditore, anche se non ne esistevano i termini giuridici concreti. Nel novembre del 1943 Luigi Mascherpa e Inigo Campioni – i due ammiragli italiani preposti che avevano difeso eroicamente per oltre due mesi, insieme alle forze militari inglesi, l’isola di Lero nel Mar Egeo, si arresero con i loro soldati e i loro ufficiali ai tedeschi. Molti di quei soldati e di quegli ufficiali vennero trucidati sull’isola. I due ammiragli furono arrestati, spediti ad Atene e da lì in un campo di concentramento in Polonia per essere infine consegnati ai repubblichini di Salò per un processo strumentale e sommario con l’accusa di tradimento della patria. I due ammiragli vennero giustiziati nel maggio del 1944.
E’ dunque nei mesi convulsi nei quali di fronte alla scelta fascista e tedesca si organizzava anche la Resistenza antifascista che esce la rivista banfiana; e questo spiega l’impossibilità di reperire la stampa del primo numero nella sua forma originale. Ricordo ancora per essere stata studentessa del primo anno della Facoltà di Lettere e Filosofia, l’affollarsi di studenti e studentesse in preda alla massima confusione davanti alle aule della sede transitoria di via Passione dell’ex Collegio Reale delle Fanciulle, in attesa di essere successivamente assegnata all’antico Ospedale di Milano in via della Festa del Perdono dove risiede tuttora. Quella folla di giovani dai diciotto ai vent’anni, non sapeva letteralmente cosa fare tanto è vero che mentre per le ragazze il problema era strettamente personale, questo problema diventava drammatico invece per i giovani invitati ad arruolarsi nelle truppe del regime fascista di Salò. A coloro che si fossero rifiutati non restava che la strada della clandestinità e il tentativo di raggiungere le forze, anch’esse ancora disgregate, del Comitato di Liberazione Nazionale; esso avrebbe assunto una via più precisa nei mesi immediatamente seguenti, ma intanto la scelta del “che fare” restava strettamente individuale. Si era al corrente che le forze antifasciste si stavano organizzando; in particolare il Partito Comunista italiano e il Partito d’Azione; sapevamo che avremmo potuto trovare fra di noi alcuni rappresentanti di questi due partiti, ma in mancanza di un’organizzazione clandestina precedente la maggior parte di noi non sapeva letteralmente a chi rivolgersi.
Sono stati dunque mesi molto difficili e insieme decisivi per le scelte di milizia e di vita che comportavano; e non senza una particolare drammaticità sia per le minacce costituite dalle forze fasciste e tedesche organizzate, sia per la presenza tra di esse e in mezzo a noi di alcuni ex combattenti della guerra immediatamente precedente che interrogavano i compagni sul senso che aveva avuto il loro stesso sacrificio. In questo clima uscì dunque il n. 1-2 della rivista “Studi Filosofici” con il breve saggio firmato dallo stesso Banfi: “Moralismo e Moralità”. Esso ebbe un effetto deflagrante tra noi studenti perché in qualche modo sollevava lo stesso dilemma che ci veniva posto dalla situazione politica. In particolare l’attacco che Banfi rivolgeva al moralismo come pretesa di un richiamo a una validità astratta, in quanto atemporale, di una legge morale valida per sempre. Questo sembrava rispondere direttamente alla martellante propaganda tedesca e fascista, richiamandosi a quella che poi sarebbe stata definita “Resistenza”, e quindi al carattere egualmente astratto e sostanzialmente infondato del potere di Stato e Nazione che ci voleva al suo fianco.
Nessuno parlò allora pubblicamente ai giovani come questo saggio di sedici brevi pagine che direttamente poneva il problema di quale fosse la scelta morale che eravamo chiamati a fare: pronunciarsi contro il proprio paese augurandosene la sconfitta oppure mettersi dalla parte del regime. Problema assai impervio; anzitutto perché non è facile scegliere la sconfitta della propria nazione; ma non era ugualmente semplice stare dalla parte di chi ci aveva trascinato in una guerra di cui stavamo conoscendo la ferocia e l’estensione geografica in gran parte dell’Europa. Per questo leggemmo “Moralismo e Moralità” come una guida per l’immediata decisione che dovevamo prendere; nel mio piccolo accadde lo stesso. E questo spiega perché questo testo è rimasto impresso nel corso della mia intera esistenza. In pratica non mi restava che provare a stabilire un contatto con il CLN del quale peraltro non sapevo nulla se non che – si diceva – Antonio Banfi ne facesse parte. Non mi restò dunque che cercarlo anche se era una scelta azzardata; in quell’autunno lo cercai nella sala dei professori.
Lo trovai appoggiato davanti a un radiatore spento e alla sua domanda di cosa desiderassi non potei che buttarmi repentinamente nell’acqua: «Mi dicono che lei aderisce alla lotta antifascista: è vero?» Banfi dovette capire che ero una giovane un po’ stolta ma non una provocatrice per cui decise di rispondermi con sincerità e, al suo «sì», incalzai: «Ho bisogno di capire che cosa devo fare. Forse lei può dirmi che cosa prima di tutto devo leggere.» Egli si spostò verso il tavolo e scrisse un foglietto che ho ancora davanti agli occhi e poi me lo diede dicendomi di leggerlo. C’era scritto: Harold Laski, “La libertà nello Stato moderno” e “Democrazia in crisi” pubblicati ambedue dall’editore di Croce; Karl Marx, “Il Manifesto del Partito Comunista”, “Le lotte di classe in Francia dal 1848 al 1850” e poi “Il 18 brumaio di Luigi Bonaparte” non ricordo da chi editi, Lenin “Stato e rivoluzione” e infine per ultimo: «di S. quello che trovi». S. era evidentemente Stalin; era dunque proprio comunista!
Lo lasciai e nella via di ritorno a casa presso Cantù, dove eravamo sfollati, mi fermai nella biblioteca di Como. Con altrettanta disinvoltura non mi restava che rivolgermi al personaggio che dirigeva la sala di lettura. Gli lessi il foglietto. Egli non fece una piega e mi disse: «Cerchi alla fine del casellario.» Ed effettivamente trovai nell’ultimo cassetto quasi tutti i volumi che Banfi mi aveva segnalato salvo quelli del fatale S.. Tornai a casa piuttosto stravolta e mi confidai con mia sorella, più giovane e che frequentava ancora il liceo, e assieme precipitammo in una settimana di convulse letture.
Per conto mio cominciai da “Stato e rivoluzione” per non prenderla alla larga. Ricordo ancora adesso il carattere tumultuoso di quella lettura che fu veramente una volta per sempre. Sarei poi tornata da Banfi dicendogli semplicemente di aver letto i libri che lui mi aveva consigliato e di voler sapere cosa dovevo fare; e lui mi rispose indicandomi il nome di quello che sarebbe stato il mio contatto con il Comitato comasco di Liberazione Nazionale: la professoressa Maffioli. Da allora i miei rapporti durarono per tutta la guerra della quale qualcosa ho raccontato nel volume “La ragazza del secolo scorso”.
Quel numero di “Studi Filosofici” ce lo contendemmo fra molti. Gli studenti di Banfi vi riconoscevano i suoi temi di fondo: il rifiuto di soluzione eterne e atemporali e il richiamo permanente alla concreta realtà del vissuto: «la coscienza del carattere problematico delle idee morali… che ci conduce allo scoprimento della sfera morale. Da Socrate essa è di fatto il fondamento di una continua inchiesta per cui noi e la nostra vita siamo obbligati a confessarci, a chiarirci di fronte alle esigenze ideali; l’immagine di Socrate – non del Socrate filosofo o martire – ma il Socrate uomo e libero cittadino ateniese pronto a ispirarsi a una concreta realtà come è quella della sua vita piuttosto che a teorie morali, siano esse le più nobili e più pure”.
E qui si fa evidente il momento di uno spirito morale veramente costruttivo. La coscienza del carattere problematico delle idee, la critica delle loro soluzioni convenzionali, il rilievo dei presupposti concreti per cui si giustificavano le loro risorse come un terreno da cui può risorgere una vera moralità. Realismo dunque estremo e deciso. Verso di sé e verso gli altri… che vuol dire al di là di ogni mascheratura retorica, al di là di ogni giudizio convenzionale, al di là degli schemi moralistici che oscurano la realtà a noi stessi e agli altri. Un conoscerci senza infingimenti, un riaffermarci e un reciproco sentirci per quel che sentiamo non secondo una forma moralistica, ma secondo le forze reali che sono in noi e che attendono di essere riconosciute per agire. Proprio per questi motivi non vi è nulla da guadagnare a celarne le contraddizioni, le asprezze, i problemi, a postulare di questi una soluzione moralistica come si fa spesso per i problemi di vita personale. E’ piuttosto necessario considerare quei problemi senza attenuazioni, senza riduzioni ideologiche nella realtà del campo dove sono nati e si sviluppano, al di là del senso parziale e ricco di contaminazioni che essi determinano… occorre scendere in fondo in questa loro realtà perché dalla vissuta esperienza chiara e oggettiva si svolga una loro soluzione, non una soluzione moralistica ma la linea di sviluppo morale delle loro soluzioni… nessuna maggiore ingenuità o malafede che il volere imporre a quelle esigenze una soluzione o un metodo di soluzione moralistici. E’ il modo di sformarle e di eluderle, e riesce di fatto ad abbandonarle alla sedentarietà degli averi, fuor di ogni criterio morale e quindi non vero senso di umanità. E’ necessario piuttosto laddove è possibile viverle così, schiettamente e radicalmente, proprio nel loro campo, che la loro soluzione e il processo per arrivare a quella soluzione facciano sgorgare l’atto della moralità – di una nuova moralità. Chi non fa questo è la figura hegeliana dell’”anima bella” sempre oggetto di polemica di Banfi. Questo saggio dunque risolveva ogni immagine nobilmente tragica del seguire l’ipotesi vagheggiata da fascisti e tedeschi per fondare una diversa realtà. “La moralità è sempre il partecipare e costruire assieme del libero mondo dell’umanità nella realtà concreta in cui essa vive.”
Sono soltanto sedici pagine il cui senso tuttavia non sfuggì né ai fascisti né ai tedeschi che decisero la chiusura della rivista; essa quindi cessò di uscire come n 1-2 nel 1944 e sarebbe ripresa nel 1946 a guerra finita per arrivare ad una chiusura decisa da Banfi stesso dopo un Comitato Centrale del Partito Comunista che aveva rimproverato una recensione critica di Remo Cantoni a una sbrigativa liquidazione del problema dell’esistenzialismo ad opera di Jean Kanapa. Insomma Banfi aveva appena cessato di scontrarsi con fascisti e tedeschi per incontrare le rigidità del suo partito, il Pci.
Concludo limitandomi a segnalare oggi quale decisiva importanza abbia avuto per me e per la mia generazione l’uscita di quel saggio Moralismo e Moralità che, con la prefazione di Eugenio Garin, fu poi pubblicato nel dopoguerra a cura del Centro Antonio Banfi del comune di Reggio Emilia insieme al resto delle sue opere più importanti cui egli stesso aveva potuto provvedere prima che la morte lo cogliesse nel 1957 e che ora l’Istituto Luigi Sturzo mi ha cortesemente messo a disposizione.
Tratto da il Manifesto del 18 luglio 2019 – Ripubblicazione di sbilanciamoci.it.
Che succede?
SICUREZZA BIS. IN GUERRA COI MIGRANTI
9 Agosto 2019 by Forcesi | su C3dem.
Luigi Manconi, “Mattarella e il decreto sicurezza. La vittoria dell’umanità” (Repubblica). Ugo De Siervo, “Testo sgangherato, ma ha fatto bene a promulgarlo” (Repubblica). Stefano Ceccanti, “Il Ddl Sicurezza viola la Carta e i Trattati” (Il Dubbio). Danilo Paolini, “Senza ragione né misura” (Avvenire). Marco Tarquinio, “Quelle norme che producono insicurezza” (Avvenire). Massimo Villone, “Il rispetto della Costituzione è un optional” (Manifesto). Gaetano Azzariti, “Sicurezza bis. Violata la Costituzione in più parti” (a Repubblica). Sabino Cassese, “Il decreto Salvini serve solo a fini elettorali” (Left). Franco Monaco, “Sicurezza? No, propaganda” (Settimana news). Vincenzo Passerini, “Siamo in guerra coi migranti” (Trentino). LA CHIESA CONTRO: Paolo Rodari. “Sicurezza. La resistenza di vescovi e sacerdoti” (Repubblica). Antonio Maria Mira, “’Più invisibili’. La chiesa in campo” (Avvenire). Leonardo Becchetti, “Immigrazione. I veri punti” (Avvenire). Matteo Fraschini Koffi, “Ho la pelle nera e ho paura. Io, italiano disorientato, denuncio” (Avvenire).
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Chiediamo una “ tregua” di ricomposizione morale e civile del Paese
Politica Insieme, con Rete Bianca e Costruire insieme, ha lanciato pubblicamente un appello affinché le forze politiche affrontino la crisi in maniera costruttiva pensando ai problemi veri del paese. L’auspico è che si dia vita ad un governo capace di portare ad un superamento del clima di divisone e di rissa che caratterizza da troppo tempo la politica e la vita istituzionale italiana.(…).
Su politicainsieme.com.
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La storia della medicina
38. William Cullen, medico scozzese.
William Cullen, fondatore della facoltà di medicina a Glasgow, nacque a Hamilton nel 1710, figlio di un avvocato che era anche il procuratore del duca di Hamilton, famiglia imparentata coi reali di Scozia, che aveva dato il nome alla città.
Studiò prima ad Hamilton, poi all’Università di Glasgow, ma poiché questa, pur fondata dal 1451, era ancora priva di una facoltà organizzata di medicina, fece pratica medica presso un chirurgo e poi presso un farmacista a Londra. Si imbarcò poi come chirurgo navale per le Indie orientali. Dopo queste esperienze apri’ il suo studio medico nella città natale, dove godeva della protezione del duca.
Nel 1751 venne nominato professore a Glasgow per insegnare medicina e chimica. Anziché insegnare in latino, come era uso accademico fino ad allora, insegnava in inglese, il che aumentò di molto la partecipazione alle sue lezioni. [segue]
Sabato 10 agosto 2019
Estate 2019. La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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———————Opinioni,Commenti e Riflessioni———————————
La cavalleria miliziana
10 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Nel respingimento dei francesi un ruolo decisivo hanno giocato le milizie sarde, guidate di fatto (senza incarico formale) da Vincenzo Sulis, che dà conto della presenza di questo corpo nella sua autobiografia. Emerge un quadro desolante. Le autorità sabaude e i comandanti delle truppe regie non organizzano la resistenza …
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SUL DECRETO SICUREZZA BIS
“L’articolo 10 della nostra Costituzione recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge“. Quindi i partiti che ora stanno all’opposizione dovrebbero continuare la battaglia in sede di Corte Costituzionale perchè questa robaccia che è stata votata oggi, che fa ribrezzo, è anche in contrasto con la Costituzione. Quindi è illegale”.
(Luciano Canfora, da In onda, La7 – 5/8/2019)
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Decreto Sicurezza bis, la disumanità è diventata legge
Susanna Marietti, su Il fatto quotidiano.
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COSA PREVEDE IL DECRETO (su La Stampa).
Il decreto Sicurezza bis è un provvedimento voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Si compone di 18 articoli: i primi cinque riguardano il soccorso in mare dei migranti, gli altri modificano il codice penale configurando una stretta sulla gestione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni di protesta e sportive. Ecco i punti principali:
[segue]
Crisi. Inevitabili le elezioni anticipate? Che fare?
DIBATTITO.
[Vito Biolchini]. Al Bar dello Sport: la mia proposta per?battere Salvini alle prossime elezioni?
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In Edicola sul Fatto Quotidiano del 9 Agosto: Il coniglio. Il leghista vuol votare, ma non osa spiegare perché: non trova pretesti.
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Tanto evocata, la crisi giunse. Vedremo chi ne uscirà con le ossa rotte – di Giancarlo Infante su Politicainsieme.
————————————Un commento————————
Che facciamo? Lasciamo tutto in mano a Di Maio, Zingaretti, Salvini, ecc. . La partita è troppo seria e gli attuali attori protagonisti non sono affidabili per potercelo permettere, come cittadini. Ci sono alternative alle elezioni? Esaminiamole, parliamone. Cacciari dove sei? E i cattolici democratici dove sono? Una cosa è certa: le elezioni anticipate segnerebbero un pericoloso successo per Salvini e per la destra. E allora? Non c’è dubbio: andiamo ostinatamente dalla parte contraria!
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Venerdì 9 agosto 2019
Estate 2019. La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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———————Opinioni,Commenti e Riflessioni———————————
Cabras, un democratico pentito o un moderato coerente?
9 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Una delle figure più controverse del c.d. Ventennio rivoluzionario sardo è senz’altro l’avvocato Vincenzo Cabras. Fu un protagonista delle vicende di quegli anni ed ebbe un ruolo centrale nello scommiato dei piemontesi del 1794, nella formulazione delle 5 domande e nell’eliminazione di Pitzolo e Paliaccio nel 1795 e, ancora, nella fine dell’avventura di Giomaria […]
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Marilotti, il M5S, il Pd, la Lega e il futuro prossimo venturo
9 Agosto 2019
A.P. su Democraziaoggi.
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SUL DECRETO SICUREZZA BIS
“L’articolo 10 della nostra Costituzione recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge“. Quindi i partiti che ora stanno all’opposizione dovrebbero continuare la battaglia in sede di Corte Costituzionale perchè questa robaccia che è stata votata oggi, che fa ribrezzo, è anche in contrasto con la Costituzione. Quindi è illegale”.
(Luciano Canfora, da In onda, La7 – 5/8/2019)
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Decreto Sicurezza bis, la disumanità è diventata legge
Susanna Marietti, su Il fatto quotidiano.
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COSA PREVEDE IL DECRETO (su La Stampa).
Il decreto Sicurezza bis è un provvedimento voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Si compone di 18 articoli: i primi cinque riguardano il soccorso in mare dei migranti, gli altri modificano il codice penale configurando una stretta sulla gestione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni di protesta e sportive. Ecco i punti principali:
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La storia della medicina
di Piero Marcialis
37. La scuola di Leida.
Nel 1575 Guglielmo d’Orange, in premio alla città per aver combattuto con lui contro gli spagnoli, propone ai cittadini di Leida l’esenzione dalle tasse per dieci anni oppure la creazione di una Università.
I cittadini scelgono l’Università. Leida diviene in poco tempo il centro dell’insegnamento medico.
Aperta a tutti, cattolici, protestanti o ebrei, mentre in Italia le Università per decreto papale erano riservate ai cattolici, attira studenti da tutto il mondo: Inghilterra, Scozia, Irlanda, America. Si parla latino. [segue]
Oggi giovedì 8 agosto 2019
Estate 2019. La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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———————Opinioni,Commenti e Riflessioni———————————
Giovanni Maria Angioy: eroe della sardità o capo irresoluto?
8 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Eroe della sardità o capo irresoluto? Calcolatore o profondamente ingenuo? Il libro di Francesco Casula sui tiranni sabaudi, fra i tanti stimoli all’approfondimento, ripropone la “questione angioyana”.
Francesco Casula dà conto delle svariate interpretazioni della azione dell’Alternos: quella che tende a presentarlo come un precursore della moderna autonomia della Sardegna, con la quale non contrasta.
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SUL DECRETO SICUREZZA BIS
“L’articolo 10 della nostra Costituzione recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge“. Quindi i partiti che ora stanno all’opposizione dovrebbero continuare la battaglia in sede di Corte Costituzionale perchè questa robaccia che è stata votata oggi, che fa ribrezzo, è anche in contrasto con la Costituzione. Quindi è illegale”.
(Luciano Canfora, da In onda, La7 – 5/8/2019)
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Decreto Sicurezza bis, la disumanità è diventata legge
Susanna Marietti, su Il fatto quotidiano.
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COSA PREVEDE IL DECRETO (su La Stampa).
Il decreto Sicurezza bis è un provvedimento voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Si compone di 18 articoli: i primi cinque riguardano il soccorso in mare dei migranti, gli altri modificano il codice penale configurando una stretta sulla gestione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni di protesta e sportive. Ecco i punti principali:
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Sul Decreto (in)sicurezza bis
“Quando si tradisce la Costituzione, è il momento della resistenza”
6 Agosto 2019
Dichiarazione della Presidente nazionale ANPI, Carla Nespolo, sull’approvazione della “legge sicurezza bis”
Il voto di ieri al Senato non è stato altro che un patto di potere stipulato sulla pelle dei più deboli e contro i fondamentali diritti democratici, come quello di manifestare e protestare. Un voto che allontana l’Italia dal consesso delle nazioni civili.
Sono rimaste inascoltate le voci di tanti cittadini, di associazioni ed istituzioni. Ma esse esistono. Ci siamo fatti sentire prima e ci faremo sentire anche ora. Invitiamo tutti a dar vita ad ogni forma possibile, pacifica ma ferma di protesta. Quando si tradisce la Costituzione, è il momento della resistenza.
Carla Nespolo – Presidente nazionale ANPI
6 agosto 2019
#patriaindipendente
Il quindicinale dell’antifascismo.
Notizie dal mondo ANPI.
La storia della medicina
di Piero Marcialis
36. La peste di Londra.
Tra le malattie descritte da Sydenham c’è la peste che afflisse Londra nel 1665: la “Peste dei poveri”, che ebbe inizio appunto a Drury Lane, nella parte povera della città.
Quei tragici momenti sono anche descritti, in maniera documentaria, nel suo Journal of the Plague Year (Giornale dell’anno della peste), da Daniel Defoe, che si giovò probabilmente degli appunti di uno zio, dato che all’epoca aveva solo cinque o sei anni.
La peste a metà del ‘600 era giunta un po’ dovunque in Europa, ma le dimensioni che raggiunse a Londra furono davvero apocalittiche.
Descrizioni della peste in letteratura ne abbiamo molte, prima e dopo Defoe, da Tucidide a Manzoni ma, in questi appunti di storia della medicina, è interessante riferire il punto di vista medico. Intanto la miseria delle abitazioni, senza igiene, prive dell’acqua e di impianti sanitari.
A nessuno era permesso entrare nelle abitazioni toccate dal contagio, tranne al medico, se un medico si trovava, e alle “cercatrici”, che avevano il compito di ispezionare i cadaveri e riferire sulla causa del decesso. [segue]
Oggi mercoledì 7 agosto 2019
Promemoria
Estate 2019. La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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Gianni Marilotti deve uscire dai 5 Stelle o dall’ANPI? O da nessuno dei due?
7 Agosto 2019
A.P. Su Democraziaoggi
L’intervento di Gianni Marilotti in Senato ha suscitato molte critiche a “sinistra” e, specificamente, all’interno dell’ANPI cagliaritano, cui pare sia iscritto. Eppure Gianni ha espresso dissenso sul decreto sicurezza, dichiarando di votarlo solo per disciplina di gruppo. Confesso che non comprendo i toni scandalizzati di taluni. Sara’ che ho fatto parte del gruppo comunista in […]
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Vincenzo Sulis, un capopolo balente ma miope
7 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Vediamo ora di focalizzare l’attenzione su alcuni dei protagonisti di quelle vicende a partire da Vincenzo Sulis. Chi fosse interessato ad un esame più ampio può vedere il volume di Vittoria Del Puano, Giacobini, moderati e reazionari in Sardegna. Saggio di un dizionario biografico, Ed. Castello, 1996.
Vincenzo Sulis, chi era costui? Certamente un […]
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“L’articolo 10 della nostra Costituzione recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge“. Quindi i partiti che ora stanno all’opposizione dovrebbero continuare la battaglia in sede di Corte Costituzionale perchè questa robaccia che è stata votata oggi, che fa ribrezzo, è anche in contrasto con la Costituzione. Quindi è illegale”.
(Luciano Canfora, da In onda, La7 – 5/8/2019)
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Decreto Sicurezza bis, la disumanità è diventata legge
Susanna Marietti, su Il fatto quotidiano.
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COSA PREVEDE IL DECRETO (su La Stampa).
Il decreto Sicurezza bis è un provvedimento voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Si compone di 18 articoli: i primi cinque riguardano il soccorso in mare dei migranti, gli altri modificano il codice penale configurando una stretta sulla gestione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni di protesta e sportive. Ecco i punti principali:
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