Monthly Archives: agosto 2019
Oggi sabato 24 agosto 2019
Estate 2019. La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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Palabanda, un progetto di libertà, una rivolta “permanente”
24 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Cosa fu Palabanda?
Palabanda non fu congiura, anche se con questo nome il fatto è stato tramandato dalla memoria popolare ed è passato alla storia. Un falso, che però giovava alle forze reazionarie vincenti e alla stessa Corona. La congiura evoca la trama, il complotto, la cospirazione, la macchinazione, il tradimento e, dunque, è un […]
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Cosa sta succedendo in Amazzonia [di Giorgio Vacchiano]
By sardegnasoprattutto / 24 agosto 2019/ Città & Campagna/
Cosa sta succedendo in Amazzonia – spiegato (bene) dal Guardian e da un forestale (me), e cosa possiamo fare. In estrema sintesi: l’Amazzonia non è il “polmone” della Terra, è grande come l’Unione europea e non sta bruciando tutta. Ma dobbiamo preoccuparci e agire lo stesso. Ecco come e perché.
[segue]
Uno sguardo oltre il cortile.
Entropia e virtù privata e pubblica. Oggi più che mai serve l’esempio
di Leonardo Becchetti
In questi giorni convulsi di crisi di governo e di rovente dibattito estivo sulla politica, sono affiorate più volte nelle cronache le fotografie totalmente opposte e stridenti che raccontano le vacanze di politici del oggi e di ieri.
In tanti anni non sono cambiati solo i politici, sono cambiati e molto i “costumi” (da intendersi in senso sia letterale sia metaforico) e con essi la nostra società. La vita umana può essere una leggera passeggiata in salita che ci porta verso panorami mozzafiato mentre la percorriamo agevolmente se bene allenati, o una discesa molto attraente che spesso conduce verso burroni e precipizi.
Nella salute fisica come in quella affettiva, sociale e spirituale esiste un principio di entropia, quello che governa i sistemi chiusi garantendone l’equilibrio non l’equità e la bontà. La stasi, la sedentarietà è una “malattia”, ammonisce oggi l’educazione ai corretti stili di vita e, se non facciamo movimento o non ci “alleniamo” con un certo impegno (l’allenamento funziona se è minimamente faticoso), il fisico tende a deperire.
Lo stesso accade nella dimensione degli affetti, nella vita sociale e spirituale (non a caso un genio come sant’Ignazio ha inventato gli esercizi spirituali che sono diventati strumento di formazione per tutta la cristianità e non solo).
Insomma, e rispettivamente, senza l’esercizio della virtù fisica, affettiva, sociale e spirituale il fisico, la capacità di costruire e coltivare relazioni, il senso civico e la vita interiore si rattrappiscono e avvizziscono. Senza allenamento e impegno costante non saremmo neppure capaci di esercitare una piccola virtù come quella di alzarci la mattina dal letto con una certa celerità per raggiungere in tempo la scuola o il lavoro.
Nelle società del passato, la cultura e le norme sociali erano tutte saldamente allineate in questa direzione e, con esse, i messaggi provenienti da famiglia, Chiesa e società. L’ascesi, la ricerca della virtù era l’imperativo morale e la tensione quasi naturale per le persone di quelle generazioni essendo anche munizione indispensabile per affrontare gli ostacoli di una vita molto più dura e difficile. Col tempo però alcune condizioni di contesto sono cambiate contribuendo a sgretolare progressivamente questo pilastro della nostra civiltà.
Da una parte la vita, almeno come consumatori, è diventata enormemente più facile con l’accesso delle masse a una vasta gamma di beni di comfort disponibili a prezzi contenuti. Se non più necessaria per “conquistarsi” l’accesso a uno standard di vita di buona qualità la fatica della virtù è sembrata pian piano divenire per molti quasi un orpello e una fatica inutile.
Il progressivo indebolimento della centralità e della forza del messaggio religioso e della solidità delle famiglie ha ulteriormente indebolito due fonti tradizionali di stimolo all’allenamento affettivo, sociale e spirituale. Ed è così che molti giovani di oggi, precocemente esposti alle sollecitazioni dei media tradizionali e dei social, aspirano quasi istintivamente a diventare degli ‘influencer’ piuttosto che degli ‘eroi’, cercano cioè la scorciatoia più comoda possibile che è quella di diventare ricchi e famosi con il minimo sforzo necessario.
La sfida chiave per una cultura umanamente sostenibile nel prossimo futuro sta nel dare nuove motivazioni (e nel rinnovare quelle antiche) allo sforzo dell’allenamento per una vita virtuosa nella dimensione privata così come in quella pubblica. Ci aiutano in questo le nuove evidenze sui fattori che rendono la vita soddisfacente e ricca di senso.
E le bellissime intuizioni di un economista geniale e non abbastanza valorizzato come Tibor Scitovsky autore della ‘Società senza gioia’. Scitovsky inventa la distinzione tra beni di comfort e beni di stimolo. I primi (tra i quali possiamo includere tutti i tipi di dipendenze) producono eccitazione ed euforia a breve, ma creano dipendenza e riducono le energie necessarie per raggiungere i beni di stimolo.
Le vite di chi non riesce a uscire dalla trappola dei beni di comfort e ne diventa eccessivamente succube finiscono molto spesso in dei vicoli ciechi. I beni di stimolo invece sono quelli che producono appagamento e soddisfazione duratura, ma non sono raggiungibili se non dopo un congruo investimento.
Imparare una lingua, sviluppare delle abilità sportive o professionali, sviluppare passioni e impegno civico e sociale, crescere nella vita spirituale sono beni duraturi che ci fanno compagnia nella vita dando senso e ricchezza alla stessa ma, per poter essere goduti e raggiunti, richiedono fatica, impegno, investimento e sforzo.
Il fondatore dell’economia civile Antonio Genovesi e il sociologo Mauro Magatti ci ricordano infine che la generatività, ovvero la capacità dei propri percorsi di vita di incidere positivamente sulle vite altrui e di creare relazioni di qualità, è la chiave della soddisfazione e ricchezza di senso della vita. Se vogliamo uscire dalla legge dell’entropia, che sembra oggi prevalere, l’unica via percorribile è trasmettere il fascino e il valore dei “beni di stimolo”, non solo a parole ma attraverso l’esempio di una vita virtuosa e generativa.
Una responsabilità che grava in modo speciale su chi esercita ed eserciterà ruoli di leadership. È questo un metodo profondo ed essenziale per la rinascita umana, sociale, politica e economica del nostro Paese.
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Fonti
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By sardegnasoprattutto/ 19 agosto 2019/ Culture/
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/serve-lesempio – Domenica 18 agosto 2019 .
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Roventini: “Senza la Lega un nuovo governo può fare grandi cose: salario minimo, no flat tax, zero gas serra, soldi a sanità e istruzione”
di Gea Scancarello
« Previous/ Next » By sardegnasoprattutto/ 22 agosto 2019/ Economia & Lavoro/
Il suo nome potrebbe tornare a circolare nei prossimi giorni, quando, con ogni probabilità, sarà necessario ripensare alla compagine governativa, e al Movimento Cinque Stelle saranno assai utili consigli su come invertire la rotta.
Andrea Roventini – economista, professore associato alla Scuola superiore Sant’Anna di Pisa e già suggerito come ministro nell’Economia da Luigi Di Maio nel 2018 – saprebbe da dove partire: regolamentazione del mercato, ruolo dello Stato e la necessità di abbandonare un certo neoliberismo mascherato che ha guidato i provvedimenti spinti dalla Lega nella fase che si è appena conclusa.
Temi in linea con l’idea di un capitalismo diverso, e migliore, di cui già aveva chiacchierato con Business Insider, e su cui negli ultimi giorni arrivano segnali persino dai più insospettabili capitani d’azienda della corporate America.
Ha fatto notizia il documento dei 200 capi d’azienda americani in cui si chiede un capitalismo migliore. E, nel suo discorso al Senato, l’ex premier Giuseppe Conte ha invocato per un suo eventuale bis un ruolo più forte – ancorché non dirigista – dello Stato.
“A partire dagli anni 60, nell’economia politica c’è stato un movimento accademico e culturale che ha cercato di convincerci che il mercato ha sempre ragione e funziona perfettamente per cui l’intervento dello Stato, come ad esempio l’introduzione del salario minimo, crea sempre inefficienze e costi per la collettività.
Questa fiducia cieca nella magnifiche sorti e progressive del libero mercato è stata ripetuta come un mantra e insegnata in molte Università a generazioni di studenti, portando ad una sfiducia nell’intervento pubblico nella politica monetaria e fiscale. La Banca Centrale deve controllare solo l’inflazione, mentre le politiche fiscali sono dannose perché sottraggono risorse al settore privato per darle a quello pubblico.
L’egemonia del mercato ha pervaso la finanza: secondo la teoria “Fondamentalista” del premio Nobel Fama, i prezzi delle azioni riflettono il valore delle aziende, cioè dei loro profitti presenti e futuri, per cui nei mercati finanziari non possono esserci bolle speculative”.
Un pensiero un po’ ardito.
“Ma sostenuto da numerosi economisti tanto da divenire egemonico e da portare alla deregolamentazione spinta dei mercati finanziari, una delle cause della crisi del 2008. Tuttavia, Fama ha comunque continuato a sostenere che la crisi dei mutui subprime non era dovuta ad una bolla finanziaria: l’integralismo può arrivare a vette molto elevate! Nel frattempo si sono diffuse teorie alternative come quelle di Shiller che tengono conto dell’”esuberanza irrazionale” dei mercati.
Ma Fama e Shiller pur sostenendo tesi opposte hanno vinto il premio Nobel nel 2013: un po’ come conferire un premio sia a Tolomeo che a Copernico. A livello d’impresa e di teoria manageriale si è diffusa l’idea, ispirata originariamente da Milton Friedman, che i manager devono perseguire la massimizzazione dei profitti, creando valore per gli azionisti, e aumentando così le chances di ricevere aumenti di stipendio e laute stock options”.
E adesso qualcosa è cambiato?
“Dopo la crisi del 2008 fortunatamente ci si è resi conto che il mercato da solo non basta, ma anzi può portare a risultati catastrofici. La politica monetaria non può essere ossessionata solo dall’inflazione; la politica fiscale è un valido strumento per rilanciare l’economia durante una recessione; i mercati finanziari deregolamentati non funzionano bene perché il rischio non può essere totalmente diversificato e i comportamenti elusivi dei regolamenti degli istituti finanziari accentuano la formazione di bolle e l’instabilità.
Infine ci si è resi conto che le imprese non possono solo massimizzare valore per gli azionisti, come insegnato comunemente nelle business school. Come diverse generazioni di economisti sono stati formati con l’idea che il mercato ha sempre ragione, così intere generazioni di manager e quadri aziendali sono stati educati con il pensiero unico della massimizzazione del valore degli azionisti, non considerando gli altri obiettivi sociali delle imprese”.
Cosa ci fa pensare però che oggi la lezione sia realmente assimilata, e non si tratti solo di un nuovo tipo di opportunismo?
“Se si analizzano la narrativa e i discorsi delle imprese si nota che c’è un’attenzione crescente per l’ambiente ed il cambiamento climatico (ad esempio l’obiettivo di essere “carbon neutral”), e per la responsabilità sociale. Naturalmente possono essere solo strategie comunicative, ma i frutti ci permetteranno di giudicare. Nel frattempo, possiamo e dobbiamo creare incentivi, regolamentazioni e politiche pubbliche per essere sicuri che le imprese prendano coscienza dei rischi ambientali e della loro responsabilità sociale.
Per esempio, si possono fissare standard più stringenti per le emissioni di gas serra, si può introdurre una carbon tax e si possono rompere i monopoli dei giganti di internet. Di quest’ultima misura si discute da tempo negli Stati Uniti, che hanno una lunga tradizione di contrasto dei monopoli.
Anche se non si smembreranno le grandi imprese di internet, sicuramente è opportuno modificare la legislazione italiana, europea e possibilmente mondiale per assicurarsi che paghino finalmente le imposte: la web tax è un buon inizio. I mercati finanziari ed il settore bancario vanno assoggettati ad una regolamentazione più stringente ed allo stesso tempo semplice, per evitare scappatoie e comportamenti elusivi”.
Questo richiede però un forte intervento del governo, e una forte novità. Considerata la situazione politica attuale, quale di queste lezioni il prossimo governo – anche se dovesse nascere da una costola di quello appena caduto – potrebbe assimilare?
“Bè, diciamo che l’esperienza di questo governo ci ha lasciato in eredità pochi provvedimenti positivi in un oceano di cose negative. Tra i primi, metterei il decreto Dignità che ha ri-regolamentato il mercato del lavoro, perché se si vogliono fare i contratti a tutele crescenti vanno disincentivati e possibilmente eliminate le altre tipologie contrattuali, come già sosteneva Olivier Blanchard.
Un altro elemento positivo è stato, ovviamente, il reddito di cittadinanza che si è innestato sul Rei, e che andrà messo a punto dal prossimo governo. Detto questo, ci sono una serie di provvedimenti negativi, spinti dalla Lega e dalla sua visione bipolare della politica economica.
Da un lato ci sono provvedimenti ultra liberisti come la cosiddetta tassa piatta. Hanno provato a raccontare la bufala che si sarebbe pagata da sola: l’economia e l’evidenza statistica invece insegnano che non è vero, e che la flat tax aumenta il deficit pubblico e accresce le disuguaglianze sociali dato che ne beneficiano principalmente i ricchi.
Dall’altro lato ci sono politiche populiste di stampo peronista come la famigerata quota 100, un regalo a determinate categorie sociali (maschi di mezza età con carriere continue), solo per raccogliere voti. Il quadro disastroso si completa con una serie di condoni fiscali spacciati per “pace fiscale” e con l’introduzione delle quote forfettarie per le piccole imprese che le spinge ad evadere o a rimanere piccole. Quindi esattamente il contrario di quello che dovrebbe fare uno Stato che fa politica industriale e guida l’innovazione delle imprese e cerca di farle diventare più grandi”.
Pensa che, con un’altra composizione del governo, si possa fare di meglio?
“Bè, prima della crisi di governo ero realmente pessimista. Ora sono moderatamente ottimista perché senza la Lega al governo è facile fare meglio, semplicemente evitando certe politiche che non avrebbero aumentato la crescita ma solo esacerbato le disuguaglianze e scassato i conti pubblici. Spero che un nuovo governo possa fare di meglio, anche se il percorso sarà difficile dato che deve essere disinnescato l’aumento dell’IVA”.
Quale percorso dovrebbe seguire, in politica economica, il nuovo governo, per segnare discontinuità e fare un’operazione realmente diversa?
“Spero che si potranno intraprendere passi per una crescita sostenibile e inclusiva, innanzitutto destinando maggiori risorse a sanità, istruzione, ricerca, primo motore dell’innovazione. E poi un grande piano per rilanciare la crescita della produttività contrastando il cambiamento climatico.
Come nel Regno Unito va introdotto al più presto l’obiettivo di zero emissioni di gas serra per il 2050 e lo Stato deve intraprendere una seria politica industriale a favore delle imprese per stimolare l’economia verde, aumentando l’innovazione, creando nuove tecnologie, stimolando la nascita di nuove imprese e l’occupazione. Infine, andrebbe introdotto il salario minimo, di concerto con i sindacati, per contrastare la disuguaglianza e tutelare maggiormente i lavoratori più deboli”.
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Fonte
https://it.businessinsider.com/roventini-senza-la-lega-un-nuovo-governo-puo-fare-grandi-cose-salario-minimo-no-flat-tax-zero-gas-serra-piu-soldi-a-sanita-e-istruzione/
……………commenti…….
M5S-PD, accordo possibile o accordo suicida?
di Paolo Flores d’Arcais su MicroMega.
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La storia della medicina
di Piero Marcialis
49. Claude Bernard e la medicina sperimentale.
Claude Bernard, il fondatore della medicina sperimentale, nasce il 12 luglio 1813 in un piccolo villaggio nel Beaujolais, grande regione vinicola, figlio di un vignaiolo.
Da ragazzo è apprendista presso un farmacista a Lione, ma non ama quel lavoro e crede di avere attitudini letterarie. Scrive per il teatro, finché un famoso critico gli consiglia di smettere e di dedicarsi piuttosto allo studio della medicina, professione almeno più redditizia.
Riesce così bene negli studi che diventa assistente di Magendie, il più noto fisiologo di Francia.
Meglio del maestro si dedica alla ricerca. [segue]
Che succede?
… “TUTTI GIÙ PER TERRA”?
22 Agosto 2019 su C3dem.
Arturo Parisi, “Accordo Pd-M5s. Il rischio è che gli elettori non capiscano” (intervista a La Stampa). Stefano Folli, “Zingaretti-M5S, due punti chiave” (Repubblica). Antonio Spadaro sj, “Possibile un governo anche tra forze diverse” (intervista al Sole 24 ore). Andrea Monda, “Un’occasione per ripartire” (Osservatore Romano). Antonio Polito, “Un esame di serietà per tutti” (Corriere della sera). Daniela Preziosi, “Tutti con Zingaretti, anche i renziani. Purché non si voti” (Manifesto). Norma Rangeri, “Pd-M5S, vietato fallire” (Manifesto). Paolo Pombeni, “Il problema vero non è trovare l’intesa ma un premier e una squadra di governo” (Il quotidiano). Lina Palmerini, “Mattarella mette alle strette Pd e M5S: vuole un governo entro lunedì” (Sole 24 Ore). Antonio Padellaro, “La tentazione di far fuori i 5 stelle” (Il Fatto). Emma Bonino, “M5S? Preferirei di no” (Il Foglio). Fabrizio Cicchitto, “La guerra è ancora lunga, il leader leghista può vincerla” (Libero). Stefano Passigli, “La ricerca possibile di una maggioranza stabile” (Corriere della sera). Michele Ainis, “Un governo di decantazione” (Repubblica). Mauro Calise, “I paletti e l’asticella da alzare” (Mattino). Michele Salvati, “Il circolo vizioso di ristagno e populismo” (Corriere).
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LA CADUTA DEL GOVERNO. IL VANGELO IN PARLAMENTO
21 Agosto 2019 su C3dem.
Franco Monaco, “Conte-Salvini: amuleti e simboli cristiani” (Settimana news). Antonio Spadaro, “Quei rosari strappati alla devozione popolare per pura propaganda” (intervista a Repubblica). Alberto Melloni, “Vangelo in Parlamento” (Repubblica). Rosy Bindi, “Salvini profana i simboli religiosi. Con i 5stelle serve discontinuità” (intervista a Repubblica). Matteo Truffelli, “La fede non divida. Adesso servono scelte coerenti” (intervista all’Avvenire). IL REBUS DELLA CRISI: Paolo Pombeni, “Rebus difficile. La vera incognita è il Pd” (Il quotidiano). Stefano Ceccanti, “Nota del 21 agosto”. Stefano Folli, “Crisi, tempi stretti soluzione lontana” (Repubblica). Franco Monaco, “Pd-M5s? Solo se è una cosa seria” (Huffington post). Emilia Patta, “Zingaretti frena sul Conte-bis. Ipotesi Letta commissario Ue” (Sole 24 ore). Federico Geremicca, “Zingaretti rischiatutto” (la Stampa). Massimo Cacciari, “M5S-Dem: strada impraticabile. Ora governo tecnico e poi voto” (intervista al Mattino). Alfio Mastropaolo, “Le acrobazie dell’intesa tra M5S e Pd” (Manifesto).
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Il paradosso italiano? Il M5S è il riferimento per il paese
23 Agosto 2019
A.P. su Democraziaoggi.
Dal primo giro di consultazioni emerge un dato, che solo chi vuole essere cieco, non vede. Paradossalmente in Italia l’unico partito esistente, inteso come organizzazione che concorre alla politica nazionale, è il M5S. Ha un linea, una responsabilità verso gli italiani, e una accettlabile compattezza. Gli altri sono o bicipiti come il PD o, come la Lega, privi di senno e di responsabilità dopo l’impazzimento di Salvini. Il riferimento per mantenere in asse il Paese sono i musi gialli. Chi l’avrebbe detto?
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Oggi 23 agosto 2019 venerdì
Estate 2019. La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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Machiavelli ci parla anche dell’oggi. A proposito di un bel libro di Asor Rosa
23 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
In questi giorni, fra l’altro, ho letto il libro di Asor Rosa dal titolo “Machiavelli e l’Italia – Resoconto di una disfatta” Einaudi editore. Un bel libro anzitutto per la scrittura e per la profonda cultura che traspare in ogni riga. Non a caso l’Autore è uno dei grandi maestri della letteratura italiana. Ma […]
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Nel Sulcis sulle tracce della latitanza di Salvatore Cadeddu
23 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
L’avv. Salvatore Cadeddu andò latitante nel Sulcis per sfuggire alla cattura e tentare di raggiungere la Corsica. Ci sono versioni confuse intorno a questa latitanza, su cui però ha fatto chiarezza Antioco Pabis, molto vicino alla famiglia Cadeddu, in quanto precettore dei figli di Giovanni, fratello di Salvatore, condannato all’ergastolo per la stessa congiura. […]
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Asarp e Radio Onde Corte hanno prenotato una corriera da 30 posti da Cagliari direzione Donori Contemporary – Festival Arte d’Avanguardia VI ed. per oggi Venerdì 23 agosto 2019 con partenza da Piazza Giovanni XXIII alle ore 17.00 e arrivo a Donori (Ca) nella sala conferenze dell’ex Monte Granatico di Donori in via Vittorio Emanuele 80.
Il Contemporary – Festival Arte d’Avanguardia ospiterà un confronto organizzato in collaborazione con Storie in Trasformazione sulle pratiche nella salute mentale e sull’abuso dei farmaci psichiatrici dal titolo Sorvegliare, curare e punire. Un confronto con Giuseppe Tibaldi, psichiatra e curatore dell’edizione italiana dei libri inchiesta “Indagine su un’epidemia. Lo straordinario aumento delle disabilità psichiatriche nell’epoca del boom degli psicofarmaci” e “Medicine letali e crimine organizzato. Come le grandi aziende farmaceutiche hanno corrotto il sistema sanitario” di Peter Gotzsche. Al termine ci sposteremo alle ore 20.00 alla Cantina Sa Defenza per lo spettacolo #scriverecancellando – Frammenti asistematici di filosofia con Sebastiano Giacobello e Roberto Follesa. E poi alle 21.00 cena e poi rientro a Cagliari, sempre in Piazza Giovanni XXIII alle 22.30.
Chiunque voglia partecipare può contattare l’Asarp al n. di cell. 3207721343, partendo con la corriera messa a disposizione, con un piccolo contributo spese ci sarà anche la possibilità di rinnovare l’iscrizione all’Asarp.
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La storia della medicina
di Piero Marcialis.
48. L’anatomista e gli assassini.
Robert Knox (1791-1862) fu l’anatomista più popolare di Edimburgo. Brillante oratore, alle sue lezioni aveva un uditorio di 500 persone, non solo studenti di medicina, ma anche avvocati, nobili, artisti e letterati.
Fu a Waterloo e in Sudafrica per le sue ricerche.
All’apice della fama si trovò coinvolto nel tenebroso affare degli “assassini di West Port”: William Hare e William Burke, due irlandesi che facevano commercio di cadaveri.
All’epoca i medici anatomisti, poiché le salme dei condannati a morte non erano sufficienti, per necessità acquistavano cadaveri, quasi sempre trafugati dai cimiteri.
Il fatto criminoso era che i due irlandesi provvedevano essi stessi a trasformare in cadaveri gli ospiti della locanda di William Hare, nel porto occidentale di Edimburgo.
La prima volta si trattò della morte di un vecchio malato, ospite della locanda, che non aveva pagato la pigione.
Il suo corpo fu ceduto a Knox per 7 sterline e mezzo.
I due, stimolati dal facile guadagno, cominciarono a invitare ospiti alla locanda, li ubriacavano e una volta ubriachi li soffocavano, in modo da non lasciare tracce sul corpo. [segue]
Oggi giovedì 22 agosto 2019
Estate 2019. La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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Palabanda e la tecnica repressiva dei Savoia: feroce e tendenzialmente preventiva
22 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
La spietata repressione nei confronti di Salvatore Cadeddu e dei componenti del club di Palabanda per una rivolta mai iniziata si comprende meglio alla luce dell’ossessione dei Savoia per i giacobini e per i democratici in genere e della loro reazione feroce ad ogni idea o moto che metta in discussione la loro […]
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Lo sguardo oltre il cortile. Dove andiamo?
Entropia e virtù privata e pubblica. Oggi più che mai serve l’esempio
di Leonardo Becchetti
In questi giorni convulsi di crisi di governo e di rovente dibattito estivo sulla politica, sono affiorate più volte nelle cronache le fotografie totalmente opposte e stridenti che raccontano le vacanze di politici del oggi e di ieri.
In tanti anni non sono cambiati solo i politici, sono cambiati e molto i “costumi” (da intendersi in senso sia letterale sia metaforico) e con essi la nostra società. La vita umana può essere una leggera passeggiata in salita che ci porta verso panorami mozzafiato mentre la percorriamo agevolmente se bene allenati, o una discesa molto attraente che spesso conduce verso burroni e precipizi.
Nella salute fisica come in quella affettiva, sociale e spirituale esiste un principio di entropia, quello che governa i sistemi chiusi garantendone l’equilibrio non l’equità e la bontà. La stasi, la sedentarietà è una “malattia”, ammonisce oggi l’educazione ai corretti stili di vita e, se non facciamo movimento o non ci “alleniamo” con un certo impegno (l’allenamento funziona se è minimamente faticoso), il fisico tende a deperire.
Lo stesso accade nella dimensione degli affetti, nella vita sociale e spirituale (non a caso un genio come sant’Ignazio ha inventato gli esercizi spirituali che sono diventati strumento di formazione per tutta la cristianità e non solo).
Insomma, e rispettivamente, senza l’esercizio della virtù fisica, affettiva, sociale e spirituale il fisico, la capacità di costruire e coltivare relazioni, il senso civico e la vita interiore si rattrappiscono e avvizziscono. Senza allenamento e impegno costante non saremmo neppure capaci di esercitare una piccola virtù come quella di alzarci la mattina dal letto con una certa celerità per raggiungere in tempo la scuola o il lavoro.
Nelle società del passato, la cultura e le norme sociali erano tutte saldamente allineate in questa direzione e, con esse, i messaggi provenienti da famiglia, Chiesa e società. L’ascesi, la ricerca della virtù era l’imperativo morale e la tensione quasi naturale per le persone di quelle generazioni essendo anche munizione indispensabile per affrontare gli ostacoli di una vita molto più dura e difficile. Col tempo però alcune condizioni di contesto sono cambiate contribuendo a sgretolare progressivamente questo pilastro della nostra civiltà.
Da una parte la vita, almeno come consumatori, è diventata enormemente più facile con l’accesso delle masse a una vasta gamma di beni di comfort disponibili a prezzi contenuti. Se non più necessaria per “conquistarsi” l’accesso a uno standard di vita di buona qualità la fatica della virtù è sembrata pian piano divenire per molti quasi un orpello e una fatica inutile.
Il progressivo indebolimento della centralità e della forza del messaggio religioso e della solidità delle famiglie ha ulteriormente indebolito due fonti tradizionali di stimolo all’allenamento affettivo, sociale e spirituale. Ed è così che molti giovani di oggi, precocemente esposti alle sollecitazioni dei media tradizionali e dei social, aspirano quasi istintivamente a diventare degli ‘influencer’ piuttosto che degli ‘eroi’, cercano cioè la scorciatoia più comoda possibile che è quella di diventare ricchi e famosi con il minimo sforzo necessario.
La sfida chiave per una cultura umanamente sostenibile nel prossimo futuro sta nel dare nuove motivazioni (e nel rinnovare quelle antiche) allo sforzo dell’allenamento per una vita virtuosa nella dimensione privata così come in quella pubblica. Ci aiutano in questo le nuove evidenze sui fattori che rendono la vita soddisfacente e ricca di senso.
E le bellissime intuizioni di un economista geniale e non abbastanza valorizzato come Tibor Scitovsky autore della ‘Società senza gioia’. Scitovsky inventa la distinzione tra beni di comfort e beni di stimolo. I primi (tra i quali possiamo includere tutti i tipi di dipendenze) producono eccitazione ed euforia a breve, ma creano dipendenza e riducono le energie necessarie per raggiungere i beni di stimolo.
Le vite di chi non riesce a uscire dalla trappola dei beni di comfort e ne diventa eccessivamente succube finiscono molto spesso in dei vicoli ciechi. I beni di stimolo invece sono quelli che producono appagamento e soddisfazione duratura, ma non sono raggiungibili se non dopo un congruo investimento.
Imparare una lingua, sviluppare delle abilità sportive o professionali, sviluppare passioni e impegno civico e sociale, crescere nella vita spirituale sono beni duraturi che ci fanno compagnia nella vita dando senso e ricchezza alla stessa ma, per poter essere goduti e raggiunti, richiedono fatica, impegno, investimento e sforzo.
Il fondatore dell’economia civile Antonio Genovesi e il sociologo Mauro Magatti ci ricordano infine che la generatività, ovvero la capacità dei propri percorsi di vita di incidere positivamente sulle vite altrui e di creare relazioni di qualità, è la chiave della soddisfazione e ricchezza di senso della vita. Se vogliamo uscire dalla legge dell’entropia, che sembra oggi prevalere, l’unica via percorribile è trasmettere il fascino e il valore dei “beni di stimolo”, non solo a parole ma attraverso l’esempio di una vita virtuosa e generativa.
Una responsabilità che grava in modo speciale su chi esercita ed eserciterà ruoli di leadership. È questo un metodo profondo ed essenziale per la rinascita umana, sociale, politica e economica del nostro Paese.
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Fonti
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By sardegnasoprattutto/ 19 agosto 2019/ Culture/
https://www.avvenire.it/opinioni/pagine/serve-lesempio – Domenica 18 agosto 2019 .
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“ORSOLA”
19 Agosto 2019 by Forcesi | su C3dem.
Domenica 18 agosto il Messaggero pubblica un articolo di Romano Prodi: “Due congressi e un conclave per costituire un esecutivo“, in cui si propone la strada di un esecutivo “Orsola”, tra i partiti che hanno votato Ursula Von der Leyen presidente della Commissione Ue. Mario Giro (di Demos, area Pd) diceva all’Avvenire: “Sì a una coalizione Ursula per una rete di sicurezza”. Stessa proposta da Pierferdinando Casini al Corriere: “Nuova maggioranza? Chi votò Von der Leyen”. Così anche Ettore Rosato sul Messaggero: “Maggioranza più ampia dei due partiti”. E anche Renato Brunetta in un’intervista a La Stampa: “Sì a un governo sostenuto da tutti i partiti”. Sabino Cassese, sul Corriere, in un lucidissimo articolo, fotografava la crisi e le ipotesi di uscita, condividendo le condizioni poste da Prodi a una governo “Orsola” (cioè autocritiche, chiarezza, confronto serio…): “La confusione, la realtà e gli accordi che sono possibili”. Su La Verità Giorgio Gandola ironizzava: “Germania, Chiesa e Cgil votano per l’inciucio”. Matteo Renzi, intervistato da Il Giornale, diceva: “Ecco di chi mi fido davvero”. IL GIORNO DOPO: il quotidiano la Repubblica è prudente: Stefano Folli, “La mossa di Prodi e un patto difficile”; Ezio Mauro, “La buona politica e i grandi camaleonti”; Stefano Cappellini, “Ma non basta votare Ursula per essere un’alleanza”; Goffredo De Marchis, “Prodi apre ai 5stelle. Zingaretti frena, teme la scissione renziana“. Anche Marco Damilano (che però scriveva venerdì) sull’Espresso è diffidente verso il nuovo possibile ciorso: “I Mattei sbagliati”. In ogni caso sul Corriere Andrea Marcucci (renziano) dice: “Un’intesa per l’interesse nazionale…”. Sul Mattino Mauro Calise evidenzia “I 5 ostacoli da superare dopo l’autogol del Carroccio”. Le reminiscenze di Luigi Covatta sul Mattino: “Le convergenze parallele sessant’anni dopo”.
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La storia della medicina
di Piero Marcialis
47. Medici a Waterloo.
Che la guerra sia un modo terribile e insensato di proseguire la politica non è scoperta recente.
I resoconti della battaglia di Waterloo ne furono sanguinoso esempio, ormai duecento anni fa.
Come forse mai prima, enorme fu il lavoro dei medici ai margini del campo di battaglia, sia da parte napoleonica, sia da parte della coalizione avversa, guidata dagli inglesi.
Il 18 giugno 1815 a Waterloo muoiono 47mila uomini, 25mila da parte francese, 22mila da parte inglese e prussiana.
Sappiamo che il servizio ambulanze francese era guidato dal medico cagliaritano Gaetano Cadeddu, ed enorme certamente fu il suo lavoro, ma abbiamo più notizie dal fronte inglese, dove sono presenti i due medici più prestigiosi del momento: sir Charles Bell e Robert Knox, scozzesi entrambi.
Charles Bell (1774-1842) tra il 1807 e il 1814 aveva studiato l’anatomia del cervello e provato l’esistenza di due categorie di nervi, sensibili e motori. A Waterloo cerca nuove esperienze nella cura delle ferite da arma da fuoco e opera per più giorni, fino ad avere gli abiti rigidi dal sangue di cui sono intrisi e le braccia quasi paralizzate dallo sforzo di usare il bisturi. Questi sforzi generosi non gli risparmiano però l’ironia del suo collega Knox sulle sue capacità chirurgiche, il quale fa notare come le amputazioni effettuate dal collega nel 90% dei casi hanno portato alla morte del ferito.
Tornato in patria Bell compie altre scoperte in campo neurologico: dà per esempio il suo nome al nervo toracico che innerva il muscolo dell’inspirazione, alla paralisi facciale, e ad altre scoperte che riporta nel volume The Nervous System of the Human Body (Il sistema nervoso del corpo umano), che pubblicherà nel 1830.
Anche Robert Knox avrà un momento di grande notorietà, purtroppo negativa, legata a fatti delittuosi avvenuti a Edimburgo. Ma di ciò nel prossimo paragrafo.
Mercoledì 21 agosto 2019
Estate 2019. La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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———————Opinioni,Commenti e Riflessioni———————————
Secondo memoriale di Antioco Pabis
21 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Ecco il secondo memoriale di Antioco Pabis con prefazione di Federico Francioni
È un documento senza data e senza firma, ma la grafia è la stessa della lettera precedente. Questa fonte (che abbiamo utilizzato nel terzo saggio di questo volume) offre uno spaccato davvero notevole del sistema inquisitorio e […]
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EDITORIALE de il manifesto
Conte affonda il capitano nero
La pacchia è finita. Conte ha pronunciato una resa dei conti durissima contro un ministro degli interni responsabile di esprimere una tendenza autoritaria, nutrita da scelte e comportamenti frutto «della mancanza di una cultura istituzionale»
di Norma Rangeri
il manifesto, EDIZIONE DEL 21.08.2019, PUBBLICATO 20.8.2019, 23:59
Più una requisitoria che un’arringa, più un j’accuse senza appello contro Salvini che una difesa, abbastanza scontata, dell’operato del governo gialloverde. Senza alcun cenno di autocritica sull’operato del suo Ministero, anzi rivendicandolo, anche sulla questione dell’immigrazione e dei decreti-sicurezza salviniani.
In diretta televisiva, Conte ha pronunciato una resa dei conti durissima contro un ministro degli interni responsabile di esprimere una tendenza autoritaria, nutrita da scelte e comportamenti frutto «della mancanza di una cultura istituzionale». Poi l’affondo contro «un fomentatore di odio nel paese», un odio pericoloso perché mette la piazza contro il Parlamento.
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Che succede? Che succederà?
Crisi di governo. Un commento (in diretta) di Tonino Dessì.
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Bravo Conte.
Ho ascoltato il suo intervento per intero, non senza la preoccupazione, visti i precedenti, che rendesse delle dichiarazioni inadeguate.
Certo, non hanno chiuso tutto il cerchio, tuttavia le considero uno dei migliori discorsi da Presidente del Consiglio dei Ministri che io ricordi.
Nel dettaglio (ma ormai mi pare fuori discussione) Salvini al Governo non può restarci nè tornarci, dopo una requisitoria così implacabile, che avrà significativamente risuonato nelle orecchie del Capo dello Stato.
Alla Lega e a quell’uomo dalle smorfie grottesche e infantili mentre gli si sono abbattuti addosso tutti gli appunti sulla sua clamorosa inadeguatezza e sulla sua irresponsabile poltroneria, resteranno come argomenti, al massimo, prevedibilmente migranti e Bibbiano.
Sull’una cosa hanno combinato disastri. Sull’altra il Ministro dell’interno non ha fatto altro che berciare, ma senza render conto nemmeno dell’operato di branche importanti del suo stesso ministero. Se ne riparlerà meglio a giudizio penale instaurato, anche di questa vicenda. [segue]
La storia della medicina
di Piero Marcialis.
46. La salute pubblica.
Antesignano dei sistemi di salute pubblica, da assicurare con grandi progetti di legislazione sanitaria, fu il tedesco Johann Peter Frank.
Nato a Rodalben il 19 marzo 1745, da modestissima famiglia, grazie ai suoi soli sforzi riuscì a diventare professore di fisiologia a Gottinga, poi a Pavia, dove fu anche direttore dell’ospedale, e a Vienna, direttore del policlinico.
Antesignano della moderna organizzazione sanitaria considerò sua missione il risveglio della coscienza igienica e sanitaria non solo nel popolo, ma proprio nei governanti, che sono responsabili della salute pubblica. [segue]
Contus de su Poettu. Il remo rotto e prove di avvocato di Gianni.
Quando il nostro amico Gianni sconfisse le ingiuste pretese del Lido, confermando di essere votato al diritto.
L’estate di non ricordo quale anno (1968 – 1969?) con un gruppo di amici decidemmo di affittare un casotto al Poetto. Come fare? Ne parlammo con l’amico Dino, pratico di affari balneari, che prontamente individuò un casotto disponibile nella zona denominata “quarta fermata”, laddove i binari del tram attraversavano la strada. Ci mise quindi in contatto con il proprietario, un certo signor Mameli. Di lui non ricordo quasi nulla, se non che avesse fama di gran bevitore (anti nau chi Mameli buffada!) e con il quale ci accordammo rapidamente sul prezzo (sostenibile), sul periodo (l’intera stagione) e su altre condizioni minime, sintetizzate nel concetto “no faeis casinu!”. Appropriato nella circostanza dell’affitto di un casotto! A seguire: soldi anticipati “a is dentis” e consegna delle chiavi del lucchetto. Il casotto, della pezzatura più piccola tra quelli adiacenti (due locali e una verandina), era in ottimo stato e si presentava bene, ma noi volevamo che si distinguesse e per questo montammo sul tetto un’antenna televisiva e sulla porta un citofono. Il tutto privo di funzionamento, insomma solo per figura, che effettivamente faceva.
A pensarci di quel tempo lontano ricordo poco, ma almeno un episodio non ve lo risparmio. Lo intitolo: il remo spezzato e Gianni novello avvocato. Eccolo.
[segue]
Martedì 20 agosto 2019
Estate 2019. La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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———————Opinioni,Commenti e Riflessioni———————————
Grillo, Prodi (e Conte) aprono una prospettiva nuova
20 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
C’è poco da fare, quando entrano in campo i pezzi da 90, la musica cambia. Avete visto quale dinamica hanno impresso alla crisi la ricomparsa di Beppe Grillo e quella di Romano Prodi? Si vedono giù nuovi scenari a livello italiano e su scala europea.
Grillo ha detto chiaro e tondo che Salvini [...]
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Memoriali di Antioco Pabis: una luce sui misteri di Palabanda (1)
20 Agosto 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
L’affaire Palabanda del 1812 è ricco di congetture e di misteri. Tante storie, tante supposizioni, racconti incredibili come quello dell’uomo mascherato presente alle riunioni. Questa nebulosità è aggravata dal fatto che chi si è occupato della vicenda ha tramandato queste versioni popolari senza sottoporle a vaglio critico […]
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SUL DECRETO SICUREZZA BIS
“L’articolo 10 della nostra Costituzione recita: “Lo straniero, al quale sia impedito nel suo paese l’effettivo esercizio delle libertà democratiche garantite dalla Costituzione italiana, ha diritto d’asilo nel territorio della Repubblica, secondo le condizioni stabilite dalla legge“. Quindi i partiti che ora stanno all’opposizione dovrebbero continuare la battaglia in sede di Corte Costituzionale perchè questa robaccia che è stata votata oggi, che fa ribrezzo, è anche in contrasto con la Costituzione. Quindi è illegale”.
(Luciano Canfora, da In onda, La7 – 5/8/2019)
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Decreto Sicurezza bis, la disumanità è diventata legge
Susanna Marietti, su Il fatto quotidiano.
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COSA PREVEDE IL DECRETO (su La Stampa).
Il decreto Sicurezza bis è un provvedimento voluto dal ministro dell’Interno Matteo Salvini. Si compone di 18 articoli: i primi cinque riguardano il soccorso in mare dei migranti, gli altri modificano il codice penale configurando una stretta sulla gestione dell’ordine pubblico durante le manifestazioni di protesta e sportive. Ecco i punti principali:
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