Monthly Archives: maggio 2019

Elezioni a Cagliari. Dove cercare voti

Cagliari OBCA Cagliari per le Elezioni europee non hanno votato ben 72.200 elettori dei 129.089 aventi diritto. L’astensione è stata pertanto del 55,93%. Ecco un bel bacino nel quale ricuperare voti!
CAGLIARI. Elettori: 129.089 | Votanti: 56.889 (44,07%) Schede nulle: 587 Schede bianche: 185 Schede contestate: 3 | Dato aggiornato al: 27/05/2019 – 05:16
Fonte: https://elezioni.interno.gov.it/europee/scrutini/20190526/scrutiniEI5200170090

Cagliari verso il voto con tre candidati Sindaci

combo candidati sindaco Cagliari - da sin Francesca Ghirra, Paolo Truzzu e Angelo CremoneseElezioni Comunali a Cagliari, riammessa la lista “Verdes per Cagliari Pulita”, candidato Sindaco Angelo Cremone.
Oggi il Tar (Tribunale amministrativo regionale sardo) ha riammesso la lista “Verdes per Cagliari Pulita” di Angelo Cremone. Saranno pertanto tre i candidati sindaci a Cagliari. Angelo Cremone è stato patrocinato dall’avv. Andrea Pubusa.
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Malta 315,6 km², 436.947 abitanti 6 parlamentari europei. Sardegna 24.100,02 km², 1.640.717 abitanti 0 parlamentari europei.

260px-european_parliament_strasbourg_hemicycle_-_diliff I sardi esclusi dal Parlamento Europeo malta_mapMalta 315,6 km², 436.947 abitanti 6 parlamentari europei.
Sardegna 24.100,02 km², 1.640.717 abitanti 0 parlamentari europei (salvo rinuncia di qualche parlamentare siciliano).
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Malta
ufficialmente Repubblica di Malta (in maltese Repubblika ta’ Malta, in inglese Republic of Malta), è uno stato insulare dell’Europa meridionale, membro dell’Unione europea. È un arcipelago situato nel Mediterraneo, nel canale di Malta, a 80 km dalla Sicilia, a 284 km dalla Tunisia e a 333 km dalla Libia, compreso nella regione geografica italiana. Con un’estensione di 315,6 km² è uno degli stati più piccoli e densamente popolati al mondo. La sua capitale è La Valletta e la città più abitata è Birchircara. L’isola principale è caratterizzata da un grande numero di cittadine che, insieme con la capitale, formano una conurbazione di 368.250 abitanti.
cartina_sardegna La Sardegna
(AFI: /sarˈdeɲɲa/[5]; Sardìgna o Sardìnnia in sardo[6], Sardhigna in sassarese, Saldigna in gallurese, Sardenya in algherese), la cui denominazione completa utilizzata nella comunicazione ufficiale è Regione autonoma della Sardegna/Regione autònoma de Sardigna[7], è una regione italiana a statuto speciale, con capoluogo Cagliari. Amministrativamente è divisa in quattro province, una città metropolitana e 377 comuni; è parte dell’Italia insulare ed è la terza regione per superficie [24 100,02 km²] e undicesima per popolazione [1.640.717 abitanti].
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A Cagliari il Pd con le altre liste di centrosinistra/sinistra/ambientalisti in netto vantaggio. Con l’auspicabile appoggio degli elettori del M5S Francesca Ghirra Sindaca

cagliari-verso-il-votofrancesca-ghirra-foto-fbEuropee: Cagliari definitivo, Pd 30,99% segue Lega 22,71%, M5S 18,95 …
Da Redazione Cagliaripad – 27 Maggio 2019
Affermazione del Pd a Cagliari città alle Europee.
lampadadialadmicromicroAlle ore 8,30 sul sito del Comune di Cagliari (fonte Viminale)
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PARTITO DEMOCRATICO 17.389 30,99%
LEGA SALVINI PREMIER 12.741 22,71%
MOVIMENTO 5 STELLE 10.632 18,95%
FORZA ITALIA 5.047 8,99%
FRATELLI D’ITALIA 4.155 7,40
+EUROPA – ITALIA IN COMUNE – PDE ITALIA 1.798 3,20%
LA SINISTRA 1.792 3,19%
EUROPA VERDE 1.185 2,11%
PARTITO COMUNISTA 362 0,65%
POPOLO DELLA FAMIGLIA – ALTERNATIVA POPOLARE 298 0,53%
PARTITO ANIMALISTA 242 0,43%
CASAPOUND ITALIA – DESTRE UNITE 198 0,35%
PARTITO PIRATA 131 0,23%
POPOLARI PER L’ITALIA 114 0,20%
FORZA NUOVA 30 0,05%
TOTALE LISTE 56.114 100%
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Elettori: 129.089 | Votanti: 56.889 (44,07%) Schede nulle: 587 Schede bianche: 185 Schede contestate: 3 | Dato aggiornato al: 27/05/2019 – 05:16
Fonte: https://elezioni.interno.gov.it/europee/scrutini/20190526/scrutiniEI5200170090

Oggi lunedì 27 maggio 2019

democraziaoggisardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2 senza-titolo1
———————Commenti e Riflessioni———————————
Elezioni europee. Esito disastroso: Lega primo partito, crollo 5 stelle, al Pd le città
27 Maggio 2019 su Democraziaoggi.
L’Italia butta malamente a destra. Salvini ha i numeri, in proiezione interna, per diventare presidente del Conaiglio dei ministri. Questa la prima considerazione che emerge dai dati elettorali: […]
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Dati dell’affluenza Elezioni europee. In Sardegna il dato definitivo dei votanti è del 36,26% (nel 2014 la percentuale era del 42,01%, quasi il 6% in meno). Dettagli: nella Città metropolitana di Cagliari (39,10%), nella provincia di Sassari (36,09%), nella provincia di Oristano (35,10%), nella provincia del Sud Sardegna (34,73%), nella provincia di Nuoro (34,36%). Dato nazionale (provvisorio): 56,09% (57,22% nel 2014).
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Aggiornamento sui risultati su Il fatto quotidiano online: https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/27/elezioni-europee-2019-trionfo-lega-34-bene-pd-22-e-choc-m5s-17-salvini-si-prende-nord-e-centro-di-maio-regge-solo-al-sud/5210406/.
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Europee: Cagliari definitivo, Pd 30,99% segue Lega 22,71%, Fdi 7,40, M5S 18,95
Da Redazione Cagliaripad – 27 Maggio 2019
Affermazione del Pd a Cagliari città alle Europee.
lampadadialadmicromicroAlle ore 8,30 sul sito del Comune di Cagliari (fonte Viminale)
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PARTITO DEMOCRATICO 17.389 30,99%
LEGA SALVINI PREMIER 12.741 22,71%
MOVIMENTO 5 STELLE 10.632 18,95%
FORZA ITALIA 5.047 8,99%
FRATELLI D’ITALIA 4.155 7,40
+EUROPA – ITALIA IN COMUNE – PDE ITALIA 1.798 3,20%
LA SINISTRA 1.792 3,19%
EUROPA VERDE 1.185 2,11%
PARTITO COMUNISTA 362 0,65%
POPOLO DELLA FAMIGLIA – ALTERNATIVA POPOLARE 298 0,53%
PARTITO ANIMALISTA 242 0,43%
CASAPOUND ITALIA – DESTRE UNITE 198 0,35%
PARTITO PIRATA 131 0,23%
POPOLARI PER L’ITALIA 114 0,20%
FORZA NUOVA 30 0,05%
TOTALE LISTE 56.114 100%
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Elettori: 129.089 | Votanti: 56.889 (44,07%) Schede nulle: 587 Schede bianche: 185 Schede contestate: 3 | Dato aggiornato al: 27/05/2019 – 05:16
Fonte: https://elezioni.interno.gov.it/europee/scrutini/20190526/scrutiniEI5200170090
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Europa sociale: “Una politica economica per classi popolari in Europa”

sbilibro18_euromemorandum2019_cover_big-722x1024Il Rapporto EuroMemorandum 2019 è online
EuroMemo Group
sbilanciamoci
16 Maggio 2019 | Sezione: Apertura, Economia e finanza
“Una politica economica per classi popolari in Europa”. È questo il titolo del volume realizzato anche quest’anno dal Gruppo EuroMemo. Alla vigilia delle elezioni europee del 26 maggio, pubblichiamo la traduzione italiana del testo curata da Sbilanciamoci! scaricabile gratuitamente.

“Una politica economica per classi popolari in Europa” è il titolo del Rapporto Euromemorandum 2019, redatto dal gruppo di economisti di EuroMemo – European Economists for an Alternative Economic Policy in Europe e tradotto, come ogni anno, da Sbilanciamoci!. Alla vigilia delle elezioni europee del 26 maggio, ci pare fondamentale affrontare con decisione i nodi della crisi – economica, politica, sociale – europea. E discutere le possibili vie d’uscita. Di seguito pubblichiamo il testo dell’introduzione del Rapporto 2019, che può essere integralmente scaricato qui

Nel 2018, per il secondo anno consecutivo, tutte le economie della UE hanno registrato una crescita. Tuttavia, questo trend si indebolirà nel corso del 2019, a fronte di tensioni politiche, sociali ed economiche di vasta portata all’interno dell’Unione e all’incertezza dello scenario internazionale.

Le due maggiori economie del mondo si trovano entrambe ad affrontare sfide che avranno effetti rilevanti a livello globale. La crescita sostenuta degli USA nel 2018 è stata alimentata dai tagli fiscali del governo Trump, ma l’impatto di questi tagli dovrebbe diminuire già a partire dal 2019. L’espansione statunitense, iniziata a metà 2009, appare insolitamente lunga e vi sono segnali che potrebbe volgere al termine – la redditività e gli investimenti sembrano aver raggiunto il picco e il mercato azionario è, in base agli standard storici, fortemente sopravvalutato. Nel frattempo, in Cina, dove la crescita economica annuale è stata attorno al 10% per molti anni, le autorità hanno cercato di stabilire un regime più sostenibile, mentre il tasso ufficiale di crescita nel 2018 è stato di circa il 6,5%. Ciononostante, a causa dell’enorme spesa del governo per contrastare l’impatto della recessione internazionale e dell’altissimo debito accumulato da imprese e famiglie prima e dopo la crisi, l’indebitamento complessivo rimane pericolosamente alto.

Uno degli elementi chiave della politica economica del governo Trump è stato un approccio aggressivo nei confronti dei principali partner commerciali volto alla riduzione in ambito bilaterale dei deficit commerciali statunitensi. Dopo molte turbolenze, nel 2018 gli Stati Uniti hanno optato per cambiamenti relativamente modesti nei trattati commerciali con il Canada e il Messico; hanno anche rinunciato ai minacciati aumenti delle tariffe sulle automobili importate dalla UE, sebbene le recenti tariffe sull’acciaio e sull’alluminio restino in vigore e la lobby agricola continui a spingere per un più ampio accesso ai mercati europei.

Nei confronti della Cina, tuttavia, gli Stati Uniti perseguono una politica commerciale molto più decisa. Sia negli ambienti repubblicani che in quelli democratici la Cina è vista come un concorrente strategico e il governo Trump chiede un profondo cambiamento nella strategia di intervento statale cinese. Come primo passo, gli USA hanno imposto dazi del 10% su 200 miliardi di dollari di importazioni cinesi e minacciato una rapida estensione e il rafforzamento dei dazi. Allo stesso tempo, il Pentagono ha espresso preoccupazione per la dipendenza degli USA dalle importazioni di prodotti ad alta tecnologia e sta spingendo per un maggiore approvvigionamento interno. Secondo il Fondo Monetario Internazionale, la possibilità che il conflitto commerciale tra Stati Uniti e Cina si inasprisca ulteriormente è una delle ombre più pesanti che grava sull’economia mondiale.

L’Unione Europea ha espresso anch’essa preoccupazione in merito ai rapporti commerciali con la Cina, ma in altre aree vi sono segni di tensione con gli Stati Uniti. Nel 2015 gli USA, insieme alla Russia e a diversi governi europei, hanno raggiunto un accordo con l’Iran che ha impegnato quest’ultimo a utilizzare l’arricchimento e la ricerca nucleare esclusivamente a scopi pacifici. Dopo che Trump nel 2018 ha annunciato che gli Stati Uniti si sarebbero ritirati dall’accordo, insistendo che anche gli altri firmatari facessero lo stesso, la UE ha cercato di mantenere accordi commerciali profittevoli con l’Iran, istituendo un canale di finanziamento che aggirasse le banche USA. Tuttavia, Swift, il principale sistema internazionale di telecomunicazioni finanziarie tra le banche, con sede in Belgio, ha ceduto alle richieste americane e il lancio di un nuovo canale di pagamenti europeo è stato ritardato a causa del timore, da parte dei potenziali nuovi utenti, di una dura reazione statunitense.

La Politica di sicurezza e di difesa comune della UE (CSDP-Common Security and Defence Policy) rappresenta un altro settore di potenziale conflitto con gli USA. Il tentativo di rafforzare la capacità militare comune dell’Unione è stato lanciato nel 2016 e, secondo il presidente della Commissione Europea (CE) Jean- Claude Juncker, dovrebbe compiersi entro il 2024. La tesi secondo cui la UE sta tentando, con ciò, di guadagnare maggiore autonomia dalla NATO a guida USA è stata minimizzata da Juncker. Nel giugno 2018, su iniziativa del presidente francese Emmanuel Macron, nove paesi UE hanno accettato di formare una Forza militare d’intervento europeo. Le preoccupazioni sul rapporto tra questa e la NATO sono state messe da parte dal segretario generale NATO Jens Stoltenberg, il quale ha dichiarato di aver accolto favorevolmente l’iniziativa. Formalmente, il nuovo comando è estraneo alle strutture UE, la qual cosa permetterà alla Gran Bretagna di partecipare a prescindere dal suo abbandono dell’Unione.

Il Regno Unito dovrebbe, infatti, abbandonare la UE nella primavera 2019. Tuttavia, il partito conservatore al governo è profondamente diviso al suo interno ed è apparso in estremo ritardo nella presentazione di proposte concrete sulle modalità di uscita, cercando di evitare fino all’ultimo le questioni più spinose, in particolare quella che riguarda lo status dell’Irlanda del Nord. Malgrado l’insorgere di una grave crisi costituzionale in Gran Bretagna, tuttavia, al momento lo scenario più probabile è che alla fine la Gran Bretagna si barcamenerà in uno status di associato che, se da un lato la vincolerà al rispetto delle regole dell’Unione e alla contribuzione al bilancio comunitario, dall’altro la spoglierà della sua capacità di promuovere in Europa quelle politiche neoliberiste di cui pure si è fatta alfiere sin dagli anni 80.

Divergenze in aumento

Nell’Eurozona gli sviluppi economici successivi alla crisi sono stati caratterizzati da una crescente divergenza in termini di produttività tra i paesi del Nord e quelli del Sud, con la Francia in posizione intermedia. Anche la perfetta macchina industriale della Germania si trova di fronte alla sfida di adattarsi ai cambiamenti dei modelli di trasporto e la sua eccessiva dipendenza dalle esportazioni la rende vulnerabile rispetto a possibili rivolgimenti dell’economia globale. Tuttavia, è nei paesi del Sud Europa che le sfide economiche e sociali sono più drammatiche.

Le persistenti divergenze sul ruolo dello stato nella politica macroeconomica sono state portate alla luce dal nuovo governo eletto in Italia. Per quasi due decenni non c’è stata praticamente crescita economica in Italia e la disoccupazione è profondamente radicata, specialmente nel Sud e tra i giovani. Dopo le elezioni del 2018 un’improbabile coalizione di governo di destra e populisti, formata dal Movimento 5 Stelle e dalla Lega, ha ventilato una politica economica più espansiva, ma il secco no delle autorità comunitarie ha imposto di ridurre la portata delle proposte iniziali. Anche in Spagna il governo di minoranza dei socialisti ha proposto un piano economico espansivo, pur se più contenuto. Al momento, comunque, non sembra esserci alcuna mossa concertata dei paesi del Sud per rompere la morsa soffocante delle politiche monetariste che continuano a dominare la governance economica nell’Eurozona.

Nel frattempo, le proposte per rafforzare il sistema bancario dell’area euro hanno fatto solo modesti passi avanti. La preoccupazione per l’eccessiva frammentazione della vigilanza delle banche in Europa ha portato al varo di un meccanismo di vigilanza comunitario nel 2014 e le maggiori banche sono ora direttamente controllate dalla Banca Centrale Europea (BCE). Inoltre, è stata istituita una procedura europea per la liquidazione delle banche fallite. Ma una proposta decisiva per creare un sistema europeo di assicurazione dei depositi è stata respinta, in primis dalla Germania. Più in generale, rispetto a quanto avvenuto negli Stati Uniti, sono stati adottati provvedimenti limitati per rafforzare i bilanci delle banche dopo la crisi e vi sono diffusi dubbi sulla posizione di un certo numero di banche chiave, in particolare in Italia e Germania.

I livelli prolungati di alta disoccupazione in alcuni paesi, insieme alla crescente prevalenza di posti di lavoro a basso salario e di percorsi occupazionali precari, hanno contribuito ad aumentare il malcontento sociale in molti stati dell’Unione. Ciò è stato accompagnato da un crescente sostegno ai partiti nazionalisti di destra in un certo numero di paesi, molti dei quali sono ostili alla moneta unica e persino alla stessa UE. Gli sviluppi in Italia potrebbero rappresentare una sfida decisiva per la governance dell’Eurozona. Tuttavia, gli interessi di vasti settori del capitale sono così strettamente collegati all’euro (e qualsiasi tentativo di uscita dall’euro provocherebbe una tale tempesta finanziaria) che è improbabile che la sopravvivenza della moneta unica sia realmente messa in discussione.

Nella maggior parte dell’Europa, i movimenti progressisti sono in una posizione debole. I sindacati sono stati marginalizzati e i partiti socialdemocratici tradizionali hanno perso sostegno a causa della loro complicità nel promuovere politiche neoliberiste. Sfide più radicali hanno subìto una grave sconfitta, in particolare nel caso della Grecia. Iniziative più modeste si sono affermate in Portogallo, dove il partito socialista governa con l’appoggio del Blocco di sinistra e del Partito comunista, mentre in Spagna il governo di minoranza del Partito socialista ha tentato di superare le severe politiche di austerità con il sostegno parlamentare di Podemos.

Sullo sfondo del crescente consenso guadagnato dalle forze di destra nazionaliste e populiste, questo EuroMemorandum mira, come negli anni precedenti, a contribuire allo sviluppo di una politica economica progressista per l’Europa. Oggi più che mai è necessario ricostruire un progetto di integrazione politica rispondente sia ai bisogni economici e sociali della grande maggioranza delle persone che ai bisogni ecologici del pianeta. In particolare, è necessario affrontare le domande di coloro che hanno subìto l’impatto negativo della lunga crisi iniziata nel 2007-08: i lavoratori sempre più sfruttati, i precari sempre più numerosi, i disoccupati, i migranti e gli altri gruppi vulnerabili. È in questo senso che vogliamo un’economia politica progressista per l’Europa, meglio dettagliata nei prossimi capitoli.

SCARICA LA TRADUZIONE ITALIANA DEL RAPPORTO EUROMEMORANDUM 2019

Europee

europa_bandiera_europeaEuropee. Exit poll su Il fatto quotidiano:
- Italia https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/26/elezioni-europee-2019-exit-poll-proiezioni-e-risultati-in-diretta-lega-265-29-pd-21-24-m5s-20-23/5208966/;
- Resto d’Europa https://www.ilfattoquotidiano.it/2019/05/26/europee-exit-poll-germania-cdu-275-verdi-secondi-al-205-francia-il-partito-della-le-pen-e-primo-davanti-a-macron/5208813/

“Genti de Pauly” – Arréxinas. Contus de is antigus e de genti passada in Pauly

genti-de-pauly-di-marco-siniE’ uscito il libro di Marco Sini “Genti de Pauly” – Arréxinas. Contus de is antigus e de genti passada in Pauly (Radici. Storie di antenati e di persone passate a Pauli) – dal 1560 al 1660 e poco oltre. La prima presentazione avrà luogo a Monserrato giovedì 6 Giugno, alle ore 18, presso la Casa della Cultura in Via Giulio Cesare 37. Coordina Pietro Picciau (giornalista e scrittore), relatore Nicolò Migheli (sociologo e scrittore), interviene Anna Maria Baldussi (Docente Universitaria – AIPSA Edizioni).
Di seguito dove potete acquistarlo.

Che succede?

c3dem_banner_04PERCHÉ NON SI DEVE PRECIPITARE INDIETRO
26 Maggio 2019 by Forcesi | su c3dem
EUROPA: Romano Prodi, “Cosa insegna all’Europa la parabola della Brexit” (Messaggero). J.A Robinson e D. Acemoglu, “La vera colpa delle elites” (Repubblica). Sergio Fabbrini, “Ue, nemici esteri, avversari interni” (Sole 24 ore). Fulvio Lanchester, “Attenti alla notte della democrazia” (intervista a Repubblica). Antonio Polito, “Due rischi seri per l’Italia” (Corriere della sera). ELEZIONI COMUNALI: Istituto Cattaneo, “Guida alle elezioni amministrative”. Francesco Grignetti, “Assalto ai feudi rossi” (La Stampa). Franco Monaco, “Pd-M5s, Un dialogo per disarmare Salvini” (Il Fatto). Daniela Preziosi, “Pd, la scommessa è sul flop dei 5stelle” (Manifesto). Paolo Favilli, “Revisionismi elettorali. Piombino” (Manifesto). RADIO RADICALE: Marco Tarquinio, “A proposito di Radio Radicale e libertà: perché non si deve precipitare indietro” (Avvenire).

Piove, governo ladro!

altan-situazione_da_interpretarelogo_inps01Ci scrive il nostro amico Ninni Murru e subito volentieri pubblichiamo

I nostri governanti sono proprio dei malandrini. Le trattenute sulla pensione ci appaiono con la rata del prossimo mese che ci sarà pagata il giorno 3 giugno dopo il voto alle europee. Le maggior parte delle persone andra a votare inconsapevole della doppia trattenuta – quella del mese (ci sarà applicata per 5 anni) – più il rateo per il recupero della riduzione non applicata nei primi mesi dell’anno. Hanno applicato le trattenute solo adesso perché, essendo molto alte, temevano di perdere consensi prima del voto alle europee. Sono stati però sbugiardati dall’INPS che ha pubblicato sul suo sito i cedolini. Purtroppo sono pochi i pensionati che vanno sul sito a controllare e quindi andranno a votare inconsapevoli del furto sulla loro pensione. Io credo che dobbiamo inviare questo messaggio a tutti i pensionati che conosciamo cosi quando andranno alle urne voteranno informati

Oggi domenica 26 maggio 2019

democraziaoggisardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2img_9827
———————Commenti e Riflessioni——————————
europa_bandiera_europeaL’Europa secondo uno dei suoi padri: Altiero Spinelli
26 Maggio 2019
Red su Democraziaoggi.
Oggi si vota per il parlamento europeo. Ci pare utile ricordare il pensiero e la vita di un padre dell’Europa, Altiero Spinelli, nobile figura di antifascista e di combattente per la libertà. Il suo impegno ci mostra quanto lontana sia l’UE dal disegno e dallo spirito dei suoi migliori artefici. Combattere la politica antipopolare dell’UE, l’austerità […]
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L’Unità, meglio ritirarla, dissi fin da quando la comprò Soru
25 Maggio 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Belpietro direttore de l’Unità per un giorno. Il quotidiano torna in edicola solo oggi, il Cdr insorge
————————————————————————————Altre
maria-agostina-cabidduAlla giurista sarda Maria Agostina Cabiddu la prima edizione del Premio «Benemeriti della lingua italiana» ******** La sua pagina fb.
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Europa, Europa

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Europee. Andiamo a votare. Votiamo a sinistra, per l’Europa del progresso, dei popoli, dei lavoratori! Contro i fascismi sotto qualsiasi faccia si presentino!
Riportiamo il testo di un’intervista fatta da Mario Girau per la rivista Nuovo Cammino (periodico della Diocesi di Ales-Terralba) al direttore di Aladinpensiero online. Per lo stesso servizio sono stati anche intervistati Franco Manca, Andrea Murgia e Andrea Pubusa.

1. Stare in Europa è uno svantaggio o un vantaggio per la Sardegna?

Supponendo che la Sardegna fosse uno Stato indipendente, sicuramente farebbe parte, come tale, dell’Unione Europea, perché per definizione ciò comporterebbe vantaggi di natura economica. Lo dimostra la repubblica di Malta, anch’essa formata da isole e isolette (con un’estensione kilometrica di poco più del 13% di quella sarda e con circa il 27% della popolazione sarda), che fa parte dal 2004 dell’Unione Europea e dal 2008 dell’Eurozona e gode di un PIL pro capite superiore del 19% di quello sardo, che ha visto incrementandosi in relazione alla scelta europeista. I vantaggi non solo economici derivano dall’essere parte di un vasto contesto integrato che sviluppa sinergie sistemiche e insieme valorizza identità nazionali e le specificità, per esempio della lingua e della cultura locali, favorendo gli scambi culturali di cui fruiscono tutti e specialmente i giovani (Erasmus). La Sardegna non è uno stato indipendente, ma come Regione gode di similari opportunità, che ovviamente si colgono tanto più esiste una consapevolezza delle stesse. Questo è il punto: la Sardegna al riguardo non è attrezzata.

2. Si ha l’impressione che le enormi risorse europee arrivate in Sardegna negli ultimi 30 anni non abbiano fatto il miracolo. Perchè?

Gli studiosi delle discipline più pertinenti (economisti e sociologi) concordano sul fatto che le risorse europee abbiano apportato vantaggi all’economia regionale, tuttavia decisamente inferiori alle aspettative e agli obbiettivi programmati. Quantitativamente insufficienti sia perché la Sardegna è stata incapace di spendere (e spendere bene) tutti i finanziamenti accordati, sia perché lo Stato si è mano mano disimpegnato talchè i fondi strutturali europei sono diventati da addizionali a sostitutivi di quelli statali. Qualitativamente si soffre di una programmazione in perenne ritardo e inadeguata a comprendere le esigenze dell’economia regionale e a farvi fronte. La situazione permane di grave difficoltà, come dimostrano gli indicatori sociali ed economici negativi: continua il fenomeno migratorio, specie dei giovani di alta scolarità, si aggrava lo spopolamento delle zone interne, l’industria è ridotta ai minimi termini, l’agricoltura (comprendendovi allevamento e pastorizia) strutturalmente in crisi, il terzo settore incredibilmente sottovalutato, i trasporti inadeguati (collegamenti aerei e navali) quando non disastrati (ferrovie), permane elevato l’abbandono scolastico e insufficiente il numero dei laureati, lascia molto a desiderare la qualità del governo della cosa pubblica (dal livello politico a quello amministrativo), mentre i cittadini sono pochissimo coinvolti nelle scelte politiche. Le negatività dovrebbero essere volte in positivo: in obbiettivi di governo da praticare. Ma, nonostante quanto scritto nei documenti, non accade nella realtà, che il più delle volte nelle scelte dei politici prescinde dal perseguimento degli obbiettivi virtuosi, quasi costituissero ostacolo alla gestione effettiva, caratterizzata invece da “navigazione a vista” senza obbligo di “resa del conto”.

3. Quali sono i comportamenti politico-burocratico-programmatci/progettuali che la Sardegna deve avere per “sfruttare” la risorsa europa?.

Ci vorrebbe maggiore serietà nell’amministrare, da parte di tutta la classe dirigente, non solo quindi di quella politica, a partire dalla conoscenza dell’ordinamento europeo e degli strumenti di programmazione, rendicontazione e valutazione. E’ possibile che oggi si parli dell’Europa sostanzialmente come vincolo per la nostra economia, come purtroppo per certi versi è, e non come formidabile opportunità? O, ancora, che l’Europa venga considerata quasi solo come bancomat per prelevare tutte le risorse finanziarie possibili? Importante ma terribilmente riduttivo. E’ possibile che si parli d’Europa senza impegnarsi a superare l’attuale discriminazione politica dei sardi, privi della sicurezza di propri rappresentanti nel parlamento europeo? Le stesse nostre difficoltà di utilizzare pienamente e con efficacia i fondi europei non sono riconducibili solo a problemi organizzativi e di preparazione del personale tecnico, amministrativo e politico. Come pur è vero (anche se è onesto registrare qualche miglioramento), ma sono del parere che questo come tanti altri problemi non possano essere disgiunti da uno, più pesante di tutti: l’incapacità della Regione di esercitare un ruolo politico nel quadro europeo, sia nei confronti dell’interposizione statale italiana, sia direttamente nei confronti delle istituzioni europee, laddove ciò è possibile, per esempio per incidere – modificandole o integrandole – sulle politiche europee. Ma il maggiore impegno deve consistere nell’operare uniti e convinti per un’Europa popolare, democratica e solidale che ci salva dalla barbarie (riproposta da partiti e movimenti xenofobi e illiberali) da cui pensavamo, a torto, di essere definitivamente usciti dopo due sanguinose guerre mondiali. Le elezioni europee del 26 maggio non possono essere disertate. Bisogna partecipare e votare a sinistra, per l’Europa del progresso, dei popoli, dei lavoratori! Contro i fascismi sotto qualsiasi faccia si presentino!

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img-0343 Europa, Europa. Su Nuovo Cammino: nuovo-cammino19maggio2019def
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AladinpensieroEditoriali cover-laudato-si_1428313
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Rassegna stampa etica
- L’enciclica «Laudato si’» compie quattro anni. Rivoluzione culturale (di Vincenzo Conso)
- Il grido della Terra e quello degli ultimi (di Giuseppe Buffon)
- Poche condotte responsabili da parte di ogni individuo sono sufficienti per cambiare rotta. Segnali di collasso dal pianeta (di Grammenos Mastrojeni).
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PRENDERE LA PAROLA

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Di fronte al riemergere di pulsioni che partono dal populismo per arrivare all’autoritarismo, “è il tempo di uscire dall’astensione, dal prendere cautamente le distanze, dalla litania dei distinguo. Questo è il tempo del coraggio”. Sono le parole del direttore di Repubblica Carlo Verdelli nell’editoriale di presentazione del restyling del quotidiano. “In questo giornale”, conclude, “abbiamo già deciso: alzeremo la voce”. Dagli striscioni contro il ministro dell’Interno Matteo Salvini esposti sui balconi (Valigia Blu) alla risposta del direttore del Tg di La7, Enrico Mentana, alle critiche sui contenuti dei telegiornali italiani (La7), emerge sempre più l’esigenza di “alzare la voce” e “prendere la parola”. E spesso sono figure femminili a farlo, inserendosi in un percorso di manifestazione del dissenso che molte donne in Italia hanno espresso, finendo in alcuni casi per essere oggetto di critiche e attacchi.
La vocazione a dissentire – In questo contesto, appare cruciale allora il ruolo degli intellettuali, in particolare quelli “eterodossi”, che con il loro pensiero non allineato rendono possibile la dinamica del mutamento. Oggi chi fa ricerca, chi produce e promuove cultura deve avere il coraggio di esserci. Non per somministrare ricette salvifiche, ma per offrire un argine alla lettura propagandistica dei fatti, per non arrendersi al monologo piatto del “non c’è alternativa”, per allentare – con il potere del racconto e della condivisione di informazioni ed esperienze – la diffidenza che oggi sfilaccia il legame sociale. Di questi tempi serve restare e rimboccarsi le maniche.

La “Scuola di Cultura Politica Francesco Cocco” comincia dall’eredtità di tre anni di attività del CoStat

senza-titolo1Relazione sulle attività già svolte.
Da tempo siamo già presenti nella realtà cagliaritana e sarda con una serie di iniziative che hanno visto la partecipazione di differenti settori della cittadinanza, del volontariato, dell’associazionismo, dei giovani a partire dalla scuola e del mondo produttivo.
Le iniziative già svolte negli ultimi tre anni sono state portate avanti dagli attuali soci fondatori della “Scuola di cultura politica Francesco Cocco” mediante l’associazione CoStat (Comitato di iniziativa costituzionale e statutaria), con sede a Cagliari, in Via Roma 72.
Tra le iniziative già svolte vogliamo qui ricordare (elenco a partire dalle iniziative più recenti). [segue]

Oggi sabato 25 maggio 2019

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Domani si vota. Che fare contro Salvini?
25 Maggio 2019
Amsicora su Democraziaoggi.
O gente! Che fate per le europee? Ditemi con franchezza, tanto nulla più mi scuote o mi sorprende. Dopo quanto ho visto e sentito negli ultimi 30 anni, nulla mi scandalizza o mi fa girare i cabasisi. So che non siete per la destra, anzi siete tutti animati dalla volontà di dare una botta a […]
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Tre passi verso l’Europa sociale [di Marco Leonardi]
By sardegnasoprattutto / 24 maggio 2019/ Economia & Lavoro/
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