Monthly Archives: aprile 2019

Avviata la “Scuola di formazione politica Francesco Cocco”

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“Scuola di formazione politica Francesco Cocco” promossa da CoStat in collaborazione con la Confederazione Sindacale Sarda e con l’Anpi.
Approvato lo Statuto e insediati gli organi di gestione per il primo triennio. Lo Statuto è stato registrato come prevede la normativa in materia di “associazioni non riconosciute” previa attribuzione del Codice fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate. Si è poi provveduto all’apertura di un conto corrente bancario. Per quanto riguarda la sede della Scuola, è stato individuato un immobile a Cagliari, nella via Marche, n. 9, in accordo con la Confederazione Sindacale Sarda e con l’Anpi, che lo gestiranno contemperando le esigenze delle tre organizzazioni, con una adeguata ripartizione degli spazi. Le tre Organizzazioni sosterranno i costi di acquisto e di ristrutturazione dei locali. Al riguardo è necessario uno sforzo aggiuntivo rispetto a quanto già fatto, con una raccolta straordinaria di fondi. Il dettaglio delle informazioni è riportato di seguito.

Terzo settore. Aggiornamenti della normativa

forum-ts-loghetto Lo stato dell’arte della riforma del Terzo settore. Aggiornamento a cura del Forum del Terzo Settore al 15 Marzo 2019.
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- Il Codice del Terzo settore vigente al 13 settembre 2018.

Oggi martedì 9 aprile 2019

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Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti—————

Autonomia differenziata: in campo la società per spingere la politica a bloccare un processo pericoloso per i diritti delle persone e per l’unità nazionale
9 Aprile 2019
Alfiero Grandi
[Democrazioggi] Pubblichiamo questo interessante intervento di Grandi con una avvertenza. Questa vicenda comprova una verità che appare sempre più indiscutibile: tutte le modifiche all’originario testo della Costituzione toccano equilibri e bilanciamenti deicatissimi, millimetrici. Quindi, da qualunque parte provengano, creano squilibri, anche quando – come in questo caso – siano farina (improvvisata) del sacco del centrosinistra […]
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Che succede?

c3dem_banner_04L’AFRICA E NOI
8 Aprile 2019 by Forcesi | su C3dem.
Alessandro Rosina spiega come l’invecchiamento dell’Europa e la sovrabbondanza di giovani africani in cerca di futuro siano due elementi da collegare in modo virtuoso, al contrario di quanto si stia facendo (“L’Africa del tesoro”, Repubblica). Mauro Calise osserva che il governo è alla sua prova più difficile: la politica nel Mediterraneo (“La polveriera Africa, vera prova del fuoco per i gialloverdi”, Mattino). Alessandro Campi ritiene che le paure degli italiani vadano prese sul serio (“Protezione e identità, le uniche strade per salvare l’Europa”, Mattino). Ma Antonio Calò, padre di famiglia trevigiano che ha accolto 6 giovani africani, invita a superare le paure (“Ho accolto in casa sei migranti e ora mi candido nel Pd”, Repubblica). Ancora Africa: Enrico Fierro, “L’anti-Nardella che unisce la sinistra arriva dall’Africa” (Il Fatto). Il ministro della famiglia Lorenzo Fontana dice la sua: “Servono i sovranisti per rivoltare l’Europa” (La Stampa). Il capo dell’AFD, la destra tedesca, Jorg Meuthen, racconta: “Noi sovranisti con Matteo” (intervista a La Stampa). Il Wall Street Journal descrive due paesi europei impegnati su strade diverse: “Le strade opposte di Irlanda e Polonia, i due paesi più cattolici d’Europa” (Foglio). Marco Zatterin spiega le ambasce dei 5 stelle nel cercare una collocazione europea: “La missione a ostacoli dei grillini” (La Stampa). Nadia Urbinati si sofferma su “L’ideologia usa e getta dei 5 stelle” (Repubblica) e Stefano Feltri rivela: “5 stelle, ecco il manuale anti-Lega” (Il Fatto). Angelo Panebianco si interroga sul sistema politico futuro: “La ricerca del centro perduto” (Corriere).

Che ci succede? Alghero: l’uccisione di Alberto ci rivela un mondo brutto e alla deriva, ma non è un esito inarrestabile

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di Vanni Tola*

Alghero è una città che amo da sempre. Per oltre un decennio è stata la sede della mia attività di insegnante presso la scuola media del quartiere La Pietraia. In quegli anni sono entrato in contato con una umanità reale e sincera, molto problematica. La tragica scomparsa di un diciottenne lascia sgomenti, tristi, addolorati. La cronaca dei quotidiani locali e il chiacchiericcio della gente si sviluppano secondo un copione più volte recitato. La difficile condizione degli adolescenti, il rapporto con la violenza, le armi, la cultura dello sballo, la incomunicabilità, a mio avviso più presunta che reale, con il mondo degli adulti. Si spegneranno anche questa volta i riflettori dei media e tutto tornerà come prima o quasi. Nessuno ha ricette miracolistiche da proporre, la questione giovanile è certamente una priorità assoluta nella nostra società. Servono occhiali nuovi per leggere questa parte di mondo, quello giovanile, che troppo spesso non abbiamo saputo comprendere. Parlare di incomunicabilità, mancanza di valori, incoerenza dei giovani fa a pugni col fatto che molti giovani e giovanissimi sono attualmente in prima fila nella lotta per la difesa contro i cambiamenti climatici, nel volontariato, nella reazione alle violazioni delle fondamentali regole della democrazia messe in discussione da nuove forze politiche di ispirazione fascista. Sono loro, i giovani, che cominciano a porre con forza l’esigenza di un nuovo ordine mondiale. E’ giusto quindi auspicare analisi e riflessioni sulla questione giovanile con un obiettivo ben preciso. Individuare iniziative reali e concrete, programmi, credibili e realizzabili per modificare significativamente le condizioni esistenziali di coloro che rappresentano il futuro. Attivare una campagna generalizzata per il disarmo della società e il rifiuto della violenza armata quale strumento per difendere le proprie ragioni. Dare vita a una seria campagna contro la logica dello “sballo” come unico ed esclusivo percorso per raggiungere una pseudo felicità temporanea nei fine settimana che spesso si concludono al pronto soccorso. L’uso responsabile dei mezzi di trasporto. La pratica di comportamenti virtuosi di convivenza pacifica tra gli individui.
*Con questa prospettiva riprendiamo l’intervento pubblicato in facebook dall’amico Antonio Budruni, insegnante di diritto, storico e saggista e invitiamo i componenti il gruppo “Lettori” a intervenire nella discussione [https://www.facebook.com/groups/LettVT/permalink/2175854782493905/]. (V.T. su fb)
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UN COLPO DI PISTOLA
Antonio Budruni
su fb, 6 aprile alle ore 10:51

Alberto Melone è stato mio alunno, qualche anno fa. No, non era studioso e neppure tranquillo. Aveva qualcosa dentro che sembrava bruciargli l’anima. Piccolo, seduto al secondo banco a destra, cappellino calato sugli occhi. Occhi che guardavano lontano, altrove. Ma aveva 14 anni, tutta una vita davanti. Poi, le nostre strade si sono divise. Un cambio di sezione, nuovo insegnante di diritto. Ecco, l’insegnante di diritto. Ha un ruolo importante nella formazione dei ragazzi, soprattutto negli istituti professionali dove, nel biennio, si insegna la Costituzione. Mi sono sempre detto che i ragazzi dei professionali e dei tecnici sono, per certi versi, fortunati proprio perché hanno la possibilità di apprendere la Costituzione. Certo, il livello di profondità non può essere quello universitario, naturalmente, ma imparano i principi fondamentali, che rappresentano le colonne su cui poggia il nostro stato democratico. Imparano che l’Italia si fonda sul lavoro, che la solidarietà è un dovere, che tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge, che gli stranieri hanno diritto di asilo, che l’Italia rifiuta la guerra.
Alberto sembrava avere altri interessi, altre passioni: quelle di tutti gli altri suoi compagni di classe. Solo, appariva un po’ più triste della media.
L’insegnante di diritto diventava un punto di riferimento, però, nei momenti di bisogno.
Quando qualcuno veniva “caricato”, nel linguaggio dei ragazzi significa fermato dalle forze dell’ordine o arrestato, allora ti chiedevan consigli, ti giuravano che non lo avrebbero fatto più, che avevano capito, che non ne valeva la pena. Eppure, questo mondo di adolescenti, in crisi di indentità, è considerato poco interessante da chi dovrebbe occuparsi di loro. Certo, le famiglie in primo luogo, gli insegnanti, ma anche chi dovrebbe investire su di loro che rappresentano il futuro prossimo del Paese e delle città e dei piccoli centri.
Tutti sanno che l’erba circola, quasi con normalità, all’interno delle scuole, ma anche negli altri ambienti di aggregazione dei ragazzi. L’atteggiamento degli adulti è spesso contradditorio: oscilla tra l’allarmismo esagerato e il menefreghismo. “Se ti scopro con la roba ti tronco le ossa”. Oppure: “Che sarà mai una canna? Sono ragazzi, poi cresceranno“. “Non stiamogli troppo addosso”. “Io devo lavorare, non posso stargli appresso dalla mattina alla sera”. Ecco questi ragazzi, figli nostri, avvertono a pelle il clima sociale: tutti di corsa a fare ciò che è più importante E cioè: lavorare, riposarsi, divertirsi. E loro succhiano questo humus, si convincono che le cose importanti della vita siano quelle che sono importanti per tutti, o, almeno, per la stragrande maggioranza delle persone con le quali si rapportano.
Questi sono i valori dominanti! Già, i valori. Quelli che un tempo trovavi in famiglia, in parrocchia e a scuola. Oggi, la famiglia fatica a orientarsi, la parrocchia è in crisi profonda e la scuola non è più, da tempo, il veicolo unico attraverso il quale i valori vengono proposti e accolti dalle giovani generazioni. Si dice che il dialogo intergenerazionale sia stato interrotto da un po’. Si dice che i due mondi, quello giovanile e quello degli adulti, non siano più in grado di comunicare. Tutte scuse. I ragazzi, come da sempre nella storia dell’umanità, hanno un bisogno vitale di valori. Ma di valori veri, forti, nei quali riconoscersi. Di valori che si trasmettono con l’esempio, non con la parola.
E l’esempio che oggi viene trasmesso ai giovani trasuda odio, indifferenza, egoismo sfrenato. E allora non resta che lo sballo, la coltivazione dell’odio, dell’egoismo e dell’indifferenza.
E tutti quei valori, scolpiti sulla pietra della nostra Costituzione, spiegati dall’insegnante di diritto, ma non praticati nella società, sembrano prediche, richiami a cose inesistenti, lontane dal senso comune.
Guardiamoci allo specchio, noi adulti: forse stiamo contribuendo a bruciare le nostre generazioni più giovani. Ma, per fortuna e ad onta del nostro tentativo di autodistruzione, arrivano segnali incoraggiati dagli adolescenti. Nonostante noi, un futuro ci sarà.
Che ti sia lieve la terra, Alberto.
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Una iniziativa che condividiamo promossa dai nostri amici Vanni Tola e Tonino Budruni
“Mai più un’arma in tasca”
Perché il gruppo “Mai più un’arma in tasca”? I recenti, e sempre più frequenti, fatti di cronaca ci spingono a reagire. Reagire come possiamo: con l’esempio,con la parola, creando alleanze tra di noi. Mai più un’arma in tasca, è l’obiettivo intorno al quale vorremmo creare un gruppo su facebook per inviare un segnale forte a tutti, in primo luogo ai ragazzi, ma anche ai genitori, agli educatori, ai “politici” e a tutti quelli che influenzano le scelte quotidiane delle giovani generazioni. Mai più un’arma in tasca, per indicare un modo di essere, di ritrovarsi. Per non correre rischi e non farne correre agli altri. Mai più un’arma in tasca, perché la civiltà può e deve farne a meno. Mai più un’arma in tasca, perché è possibile, sempre, agire diversamente. La parola, l’esempio, la comprensione, la solidarietà, il senso di umanità, sono caratteristiche che ci contraddistinguono. Usiamole: con generosità.
Link: https://www.facebook.com/groups/266930177592924/?hc_location=group_dialog
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Giornata mondiale dei Rom, Sinti e Caminanti – Oggi e domani.

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Giornata Mondiale dei Rom – Cagliari 8-9 Aprile 2019.
Siete tutti invitati alla celebrazione della Giornata mondiale dei Rom, Sinti e Caminanti, che sarà celebrata il prossimo 8 aprile, attraverso un importante evento organizzato dalla Caritas Diocesana di Cagliari e dall’Ufficio Migrantes in collaborazione con: Accademia Europea d’Arte Romanì, ANCI Sardegna, Associazione Beata Suor Nicoli, Carovana SMI Associazione Culturale, Centro Servizi Sardegna Solidale CSV, Conservatorio di Musica “G.P. da Palestrina” di Cagliari, Cooperativa Alle Sorgenti, Fondazione Anna Ruggiu Onlus, Fondazione di Sardegna, Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, International Romanì Union, Them Romano Onlus, con il contributo di Fondazione Carlo Enrico Giulini Onlus, Portovesme Srl, Project Automation Spa e Banca di Cagliari, con il Patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Cagliari.
La celebrazione della suddetta giornata avverrà attraverso due concerti gratuiti dell’Alexian Group di Santino Spinelli e dell’Orchestra Europea della Pace che si terranno a Cagliari nelle giornate:
- 8 aprile 2019 alle ore 20.00 presso il Teatro Lirico di Cagliari (Via Santa Alenixedda);
- 9 aprile alle ore 10.00, in replica per gli studenti delle scuole presso l’Auditorium del Conservatorio di Musica G.P. da Palestrina di Cagliari (P.zza E. Porrino).
Sempre il 9 Aprile, alle ore 16:00 presso il seminario arcivescovile di Cagliari si terrà una riunione a porte aperte della International Romanì Union.
[segue]

Parità tra i generi e molestie sessuali nelle redazioni: situazione sconcertante.

Giulia giornalisteMolestie. Squarciato il velo nelle redazioni, fermiamo le intimidazioni e le ritorsioni.

L’indagine Cpo Fnsi, promossa insieme agli organismi di categoria, sulle molestie sessuali nelle redazioni, offre una fotografia sconcertante che ci fa riflettere a fondo su quanto ancora sia inattuata la parità tra i generi. Ciò che emerge da questa analisi è la “cronaca delle redazioni”: chi è preposto a raccontare i fatti si trova a “raccontarsi”. Ebbene i numeri evidenziati ci dicono che quasi nessuna giornalista è esente da soprusi di genere. Il dato è allarmante: l’85% per cento delle giornaliste dichiara di aver subito molestie, ma sono due gli aspetti che richiedono un maggiore approfondimento:
1. solo il 2 per cento delle colleghe ha dichiarato di aver denunciato l’accaduto;
2. in un terzo dei casi le situazioni di molestie si sono verificate con testimoni.
Quello che emerge dall’indagine è la presenza all’interno delle redazioni di veri e propri casi di abuso di potere, a volte striscianti, a volte palesi, ma mai accettabili.
Inoltre l’indagine evidenzia che questi comportamenti si accompagnano alla quasi totale assenza di solidarietà formale e pubblica con chi vive episodi di molestie, creando così un clima di complicità e di connivenza con chi opera nella stanza dei bottoni, e contestualmente una condizione di isolamento per le vittime.
Tutto ciò significa anche che le donne, in ogni contesto di lavoro come nelle redazioni, subiscono una sorta di bavaglio perchè intimidite dalle possibili ritorsioni.
Giulia giornaliste Sardegna è pronta a dare il suo contributo per l’apertura di uno sportello, presso le sedi degli organismi professionali, che raccolga le denunce e dia un utile e immediato sostegno a chi è vittima di molestie.
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(comunicato stampa di Giulia giornaliste Sardegna)

Oggi lunedì 8 aprile 2019

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Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti—————

Sinistra. Gioia gaudio e tripudio! Buone nuove dal Consiglio regionale!
8 Aprile 2019
Amsicora su Democraziaoggi.
La domenica, a passeggio nelle vie del centro, mi capita spesso d’incontrare vecchi compagni e compagne. Preferirei scansarli, non per questioni personali (mi son sempre graditi e cari), ma per ragioni politiche. Son sempre scazzati e nervosi, e – non so perché – scaricano su di me le loro frustrazioni. “Hai visto il PD?, vuole […]
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Informazioni
mosaico-trinitariSul sito web di Radio Radicale è disponibile la registrazione video-audio dell’Assemblea Nazionale di “Chiesa di tutti, Chiesa dei poveri” . Riunire i popoli frantumati.
ASSEMBLEA | – Roma sabato 6 aprile 2019 – 10:05 Durata: 5 ore 39 min.
A cura di Pantheon. Organizzatori: Chiesa di Tutti Chiesa dei Poveri. Ecco il link:
https://www.radioradicale.it/scheda/570281/assemblea-nazionale-di-chiesa-di-tutti-chiesa-dei-poveri-riunire-i-popoli-frantumati

Che succede?

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7 Aprile 2019 by Forcesi | su C3dem.
Wlodek Goldkorn, “E’ tornata la sinistra” (Espresso). Sergio Fabbrini, “Le ricette miracolose e la lezione di Brexit” (Sole 24 ore). Sebastiano Maffettone, “La via per riformulare la sovranità nazionale secondo Habermas” (Sole 24 ore). Maurizio Caprara, “Il deficit di strategie del mondo occidentale” (Corriere). Timothy Snyder, “La democrazia rischia il collasso anche in Europa” (intervista a La Stampa). Sabino Cassese, “Le democrazie hanno la pelle dura ma senza partiti possono vacillare” (Corriere). Emilio Gentile, “Una grande recita chiamata democrazia” (intervista all’Avvenire). Christophe Guilluy, “Società addio, ritorna il popolo” (intervista all’Espresso).

Giornata mondiale dei Rom, Sinti e Caminanti – Domani e dopodomani.

copia-di-programmaRiceviamo dalla Caritas Diocesana di Cagliari e volentieri pubblichiamo
Oggetto: BIGLIETTI Invito Giornata Mondiale dei Rom – Cagliari 8-9 Aprile 2019
Con la presente ho il piacere di invitarla alla celebrazione della Giornata mondiale dei Rom, Sinti e Caminanti, che sarà celebrata il prossimo 8 aprile, attraverso un importante evento organizzato dalla Caritas Diocesana di Cagliari e dall’Ufficio Migrantes in collaborazione con: Accademia Europea d’Arte Romanì, ANCI Sardegna, Associazione Beata Suor Nicoli, Carovana SMI Associazione Culturale, Centro Servizi Sardegna Solidale CSV, Conservatorio di Musica “G.P. da Palestrina” di Cagliari, Cooperativa Alle Sorgenti, Fondazione Anna Ruggiu Onlus, Fondazione di Sardegna, Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, International Romanì Union, Them Romano Onlus, con il contributo di Fondazione Carlo Enrico Giulini Onlus, Portovesme Srl, Project Automation Spa e Banca di Cagliari, con il Patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Cagliari. [segue]

Oggi domenica 7 aprile 2019

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Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti—————

Orizzonti di giustizia sociale, Libera contro le mafie
7 Aprile 2019
Giannna Lai su Democraziaoggi.
Libera continua nei suoi incontri annuali dei parenti delle vittime delle mafie. Quest’anno l’assemblea nazionale si è svolta a Venezia ai primi di marzo col titolo “La memoria tra testimonianza e racconto” in preparazione del 21 marzo, XXIV Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti di mafia.
Ci sono quattro vittime sarde: […]
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Che succede?

c3dem_banner_04CLASSI DIRIGENTI E DESTRA ILLIBERALE
5 Aprile 2019 by Forcesi | su C3dem.
Michele Salvati, “L’inarrestabile decadenza delle classi dirigenti” (Corriere). E, a questo proposito, Mauro Tognon: “L’epistolario di De Gasperi diventa digitale” (Corriere). Carlo Cardia, “La forza degli ideali universali per non rimpicciolire la storia” (Avvenire). Giuseppe Guzzetti, “C’è un veleno che intacca la democrazia” (intervista a Repubblica). Elena Dusi, “L’appello degli scienziati: basta improvvisazioni” (Repubblica). Stefano Lepri, “L’insostenibile leggerezza del populismo” (La Stampa). Sabino Cassese, “Banche, torna la tutela politica” (Corriere). Angelo Panebianco, “La politica vorace e gli argini” (Corriere). Paolo Balduzzi, “Le pensioni elettorali che pesano sul futuro” (Messaggero). Ezio Mauro, “Salvini, la destra e l’ultradestra” (Repubblica). Giovanni Sabbatucci, “La minaccia di una destra illiberale” (La Stampa)

Che succede?

mondo blu LA TERRA DEVASTATA? MA GIRANO I SOLDI
Le reazioni degli adulti e dei media alla mobilitazione promossa dai giovani per la salvezza del pianeta sono state refrattarie ad ogni autocritica, ciniche e perfino offensive e beffarde: non si tratta di salvare il clima, ma di coesistere con le catastrofi, adorando il denaro che producono
di Marco Revelli
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Dalla newsletter n. 31 di “Volere la luna” del 22/03/2019 riprendiamo questo allarmante articolo dello storico e politologo Marco Revelli.
[segue]

I cattolici s’impegnino maggiormente in politica, ispirandosi al Vangelo e alla Dottrina sociale della Chiesa. Non c’è bisogno di un nuovo partito cattolico. Prosegue in Italia e in Sardegna un vasto e appassionato dibattito.

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di Franco Meloni

«La politica è una delle forme più alte della carità». Questa frase di Paolo VI è al momento la più gettonata nell’ambito del cattolicesimo italiano impegnato nel sociale. Le ragioni? Sicuramente perché in molte occasioni l’ha rilanciata Papa Francesco nelle sue esortazioni: “Un cattolico può e deve immischiarsi in politica. Dai il meglio, fai politica: ti farà soffrire, forse ti farà peccare, ma il Signore è con te”. Ma anche perché rappresenta la sintesi della motivazione profonda che deve animare ogni buon cattolico nella realtà in cui vive.

Su questa tematica si è sviluppato nel Paese un vasto e appassionato dibattito ospitato soprattutto sulla stampa cattolica. Il punto è questo: in quale modo il grande mondo dell’associazionismo cattolico può contare di più nella società? I cattolici si chiedono in sostanza come intervenire in quanto tali nella politica italiana.
Il dibattito odierno è stato favorito dall’anniversario del discorso di Don Sturzo «sui liberi e forti» che dette origine al Partito popolare agli inizi del ’900 e ancor di più è sollecitato dalla Conferenza dei Vescovi italiani (e, per quanto ci riguarda, dalla Conferenza dei Vescovi sardi), perché i cattolici si assumano maggiori responsabilità in politica.

Oggi tutto ciò è necessitato dal fatto che gran parte della politica che si svolge nei palazzi istituzionali e nei maggiori partiti stia andando in direzione opposta ai valori propri del cattolicesimo (ma potremo dire semplicemente umani). Basti pensare alla problematica su accoglienza e migrazioni, dove si assiste a uno scontro con le posizioni della Chiesa. Ma constatiamo, più globalmente, che il mondo è ormai egemonizzato da un’economia neoliberista che produce disuguaglianze e povertà sempre più marcate, o pensiamo alla progressiva distruzione del pianeta, così bene descritta e audacemente contrastata dalla Laudato si’ di Papa Francesco.

Prendiamo felicemente atto che in Italia permane una importante presenza cattolica, articolata e diffusa, la quale mostra insofferenza rispetto alla negazione dei valori cristiani nelle scelte politiche concrete, al di la delle enunciazioni formali. La politica da arte nobile diventa quindi imbroglio e sotterfugio, favorita in questa involuzione dalla comunicazione distorta e dal venir meno dell’etica collettiva.

Come contrastare questa deriva e, se possibile, come invertire la rotta? E perché non basta, anzi a volte è quasi irrilevante, l’attuale presenza di cattolici nelle formazioni politiche e nelle istituzioni?

E non basta l’associazionismo che pure sviluppa poderosi ed efficaci interventi sul sociale, dal volontariato alle iniziative parrocchiali, nella pratica dei principi di sussidiarietà, di cattolica impostazione, ora giustamente costituzionalizzati.

E non basta neppure il magistero di Papa Francesco, in perfetta armonia e a completamento della Dottrina sociale della Chiesa, con le esortazioni scolpite nei documenti papali e ripetute nei quotidiani pedagogici interventi. Purtroppo non si riesce a contrastare l’ondata di xenofobia, dell’odio per il diverso, del clima di paura… che ha preso la società italiana.

E allora: quale è la risposta dei cattolici, che si delinea nel dibattito in questione? Sul campo ci sono diverse proposte, tra le quali riportiamo quelle prevalenti

- Un partito dichiaratamente cattolico sulla traccia dell’esperienza del Partito popolare e della Democrazia cristiana, che rappresenti senza ambiguità i cattolici?
Certo non si può riprodurre il passato, che costituisce solo un riferimento alto e da cui trarre ispirazione e insegnamento. Parliamo della storia di quei partiti e con riferimento al dopoguerra pensiamo a persone di vaglia come De Gasperi, Dossetti, La Pira, Moro, Tina Anselmi, Zaccagnini e tanti altri, che seppero trovare i giusti raccordi con le forze democratiche di diversa ispirazione: comunisti, socialisti, azionisti, liberaldemocratici… per realizzare la grande intesa che portò alla Carta costituzionale della Repubblica Italiana.
Certo, sarebbe una scelta legittima, ma non pare percorribile anche tenendo conto che non gode del favore né della maggioranza dell’Episcopato italiano né del Papa – che peraltro non vuole immischiarsi nelle scelte politiche concrete degli italiani – e perché rischierebbe di essere minoritaria e poco influente una volta che detto partito si cimentasse nella contesa elettorale. Non dimentichiamo infatti che i cattolici italiani votano per una pluralità di partiti, tra questi (purtroppo) anche partiti programmaticamente contrastanti con i valori della Chiesa, non avvertendo contraddizioni tra la politica e la fede. E che pertanto non trasferirebbero facilmente il loro consenso sul nuovo partito.

- Apparirebbe più efficace e da preferire la scelta di stimolare le tante isole dell’impegno cattolico perchè si impegnino a raccordarsi fino a costituire un vasto arcipelago, reale e virtuale. Al riguardo qualcuno parla di «Stati generali» dei movimenti o, come il cardinal Gualtiero Bassetti, presidente della CEI, di un «Forum civico permanente», aperto alla società, tra tanti impegnati nei territori. Le priorità incombono, come ad esempio «il lavoro precario e la disoccupazione e il fortissimo decremento delle nascite» e, potremo aggiungere: la tutela dell’ambiente, lo spopolamento dei paesi, le povertà, le periferie, la partecipazione…

Allo stato forse di più non si può fare, se non impegnarsi a moltiplicare le occasioni di incontro e a promuovere robuste e non episodiche attività formative che sappiano coinvolgere i giovani.
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Di queste questioni si sta parlando anche in Sardegna, nella stampa diocesana e non solo, e nei dibattiti come quello che si è tenuto il primo aprile a Cagliari sul tema “Cattolici e impegno in Politica”, su cui torneremmo nelle pagine del nostro periodico.
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Questo intervento è apparso sul periodico Nuovo Cammino della Diocesi di Ales-Terralba in distribuzione da domenica 7 aprile 2019.
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Oggi sabato 6 aprile 2019

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Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti—————

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Il “costo sociale e politico” della BrexitEuropa_Bandiera_Europea
di Gianfranco Sabattini su Aladinews.
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La rivolta di Torre Maura contro i rom. Cosa sta accadendo all’Italia?
6 Aprile 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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