Monthly Archives: marzo 2019
Oggi domenica 3 marzo 2019 – Verso venerdì 15 marzo 2019.
————-Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti&Thedayafter———————
Come rilanciare la lingua sarda?
3 Marzo 2019
Michele Podda a domanda di Andrea Pubusa risponde. Su Democraziaoggi.
Michele Podda ha scritto un libro “Sardu totunu”, Sandhi ed., nel quale delinea un percorso per il rilancio della lingua. Il tema è vitale. Diceva Cicitu Masala che ad una comunità puoi togliere molto, ma se le togli la lingua, muore. Noi, a giudicare […]
——————————————————————————-
Donne della Resistenza. Madri della Costituzione.
- Donne della Resistenza. Madri della Costituzione. La pagina fb dell’evento.
People, prima le persone
[Su Democraziaoggi] A Milano imponente manifestazione: 200 mila persone contro il razzismo ‘People, prima le persone’. Fra i presenti i segretari della Cgil, Maurizio Landini, della Uil, Carmelo Barbagallo, il sindaco di Milano Sala, i governatori della Toscana, Enrico Rossi, e del Lazio, Nicola Zingaretti. Molte le famiglie con bambini arrivate alla coloratissima manifestazione.
Ecco l’appello degli organizzatori.
E’ online il manifesto sardo duecentosettantanove
Il numero 279
Il sommario
L’uomo che sta dietro le quinte (Marco Ligas), I bambini a processo (Gianfranca Fois), Forse si inizia a fare qualcosa di buono contro il dissesto idrogeologico e le calamità innaturali (Stefano Deliperi), Turchia e dintorni. Il ruolo dei militari (Emanuela Locci), Il mondo salvato dai ragazzini (Guido Viale), Le difficoltà che si oppongono all’unificazione politica dell’Europa (Gianfranco Sabattini), Folclore e folclorismo: la lezione di Gramsci (Francesco Casula), Dopo la sconfitta (Massimo Dadea), E’ sempre ‘loro’ quello che luccica (Alfonso Gianni), L’inarrestabile caduta delle stelle (Ottavio Olita), Uno sciopero femminista (red), Ripensare la sinistra in Sardegna (Roberto Loddo).
Che succede?
IL PD ALLA PROVA DELLE PRIMARIE. IL VOTO SARDO
1 Marzo 2019 by Forcesi | su C3dem
Nadia Urbinati legge il voto in Sardegna: “La virtù oltre la sconfitta” (Repubblica). La grande stampa commenta i tre candidati alle primarie: Marcello Sorgi, “Candidati fotocopia. Un voto senza pathos” (la Stampa); Federico Geremicca, “Pd, l’ombra di Renzi sui candidati” (La Stampa); Antonio Polito, “Pagelle severe per i dem in gara” (Corriere); Claudio Tito, “Il fattore Renzi” (Repubblica). Due interviste: Nicola Zingaretti, “Mai pensato a un’alleanza con i 5stelle” (intervista a Qn). Maurizio Martina, “Noi lontanissimi dai 5 stelle” (intervista al Corriere). Su Libertà eguale e sul Foglio (l’area riformista, liberal, e renziana): Alessandro Maran, “Se i dem fanno i populisti. Idee per il Pd”; Alberto De Bernardi, “Un campo largo con i populisti? No, grazie”; Giovanni Cominelli, “Il tramonto del M5S non è l’alba degli altri”; Enrico Morando, “Le due strade davanti al Pd” (Foglio). Tommaso Nannicini, “Crescere + redistribuire = sinistra” (Foglio). Sul Manifesto: “Ultimarie” (presentazione dei tre candidati); Norma Rangeri, “Manca all’appello un partito democratico di sinistra”; Antonio Floridia, “I tre falsi miti fondativi del Pd”; Micaela Bongi, “Il lungo tormento della Cosa infinita”; Daniela Preziosi, “Zingaretti e il rischio di una vittoria intrappolata”. Inoltre: Gianni Cuperlo, “Ricostruiamo un campo largo per i delusi dal ‘cambiamento’” (Il Fatto). A.Padellaro e S. Truzzi, “Vi raccontiamo la diaspora del popolo rosso” (Il Fatto). Roberto Speranza, “Basta frammentazioni. Ora una forza eco socialista” (Manifesto). Roberta Lombardi (M5S), “Ora M5S e Dem possono dialogare” (intervista a Il Fatto).
————————————————————–
Analisi del voto Regionale. Astensione e frammentazione sono la nuova “questione sarda” della politica.
Paolo Fadda su Il Risveglio di Sardegna.
————————————————
Oggi sabato 2 marzo 2019
————-Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti&Thedayafter———————
La Sardegna non è leghista.
di Danilo Lampis su Jacobin
——————————————————-
Lettera urgente a Massimo & C. sul post-elezioni
2 Marzo 2019
Amsicora su Democraziaoggi.
Caro Massimino, cari amici del centrosinistra sardo,
non so se l’avete capito, non siete proprio il mio ideale elettorale. Non per antipatia o risentimento personale, più semplicemente perché fin da quando ho smesso i pantaloni corti in quel di Carbonia abbracciai la causa della sinistra e dei lavoratori. E, ahimè!, non me ne sono mai staccato. […]
————————————————————————
Europa, Europa.
Il sogno dell’Europa e la sua crisi: le responsabilità dei cristiani
TORINO, 27 Febbraio 2019
di Beppe Elia sul sito MEIC.
[MEIC] Un gruppo di credenti di Torino e alcune associazioni ecclesiali hanno diffuso un manifesto sull’Europa, pubblicato dal settimanale diocesano “La Voce e il Tempo”. Il manifesto, già ripreso e rilanciato da alcuni siti [lo fa anche Aladinews con questo post], è nato anche per l’impegno del gruppo Meic di Torino, ed esprime, insieme ad alcune idee forti sull’Europa, l’invito alle comunità ecclesiali (parrocchie, gruppi, associazioni) perchè divengano soggetti di un “processo di riflessione e di azione”, che aiuti a prendere coscienza dell’urgenza di una “testimonianza che ridia speranza all’Europa”.
E’ un invito che riguarda tutti noi del Meic ed è una sollecitazione a far sentire una voce di speranza contro tutte le chiusure e gli egoismi, là dove siamo, e collaborando con ogni uomo e donna di buona volontà..
Ecco, di seguito, il testo del manifesto, che come Aladinews volentieri condividiamo e diffondiamo.
IL SOGNO DELL’EUROPA E LA SUA CRISI. LE RESPONSABILITA’ DEI CRISTIANI
Che l’Europa sia gravemente in crisi è un fatto evidente. La crisi è particolarmente preoccupante perché s’inserisce in un quadro mondiale di forti tensioni che minacciano la pace.
Oggi diventa urgente per i cristiani riflettere sulle parole di Papa Francesco: «La buona politica è al servizio della pace», e lo è soltanto se è vissuta come «servizio alla collettività umana».
La pace ci deve, dunque, impegnare come cristiani, e questo diventa tanto più vero quanto più appare evidente che questa azione di fraternità non possiamo semplicemente delegarla nel momento in cui le pratiche politiche prendono un orientamento contrario ai diritti dell’uomo, alla giustizia, alla solidarietà sociale. Oggi è necessario pensare e fare crescere una cultura buona che si opponga al prevalere dei principi dell’egoismo individuale e nazionale. Di fronte a queste pratiche abbiamo il dovere di reagire.
Per promuovere la pace occorre rafforzare tutte le forme di collaborazione e di unione sovranazionale, quindi per noi significa anzitutto rafforzare l’Europa. È questa un’esigenza imposta anche dalla globalizzazione. Nel momento in cui l’economia e la finanza assumono una dimensione sovranazionale, la politica non può non essere anch’essa sovranazionale. Se non è così, allora inevitabilmente economia e finanza si sottraggono al controllo della politica in generale e in particolare di una politica ispirata al principio del bene comune (e cioè universale).
Il potere politico se è sovrastato dai poteri economici, da un lato finisce per essere al loro servizio e dall’altro, in quanto non riesce a contrastare quei poteri, inventa altri nemici ai quali attribuire la responsa-bilità delle crisi economiche e sociali e abbandonando il principio del bene comune attizza nuovi nazionali-smi che rischiano di mettere la pace in grave pericolo. L’Europa poteva diventare un efficace antidoto a questa deriva, attestandosi a soggetto in grado di avviare un governo sovranazionale sulla base dei migliori valori della tradizione occidentale, che ha come sua com-ponente essenziale il cristianesimo.
Senza dimenticare che l’Unione europea ha significato anche il superamento di secoli di guerre devastanti fra i diversi stati del continente. Ora invece sembra che il processo di unità europea si vada disfacendo, con la Brexit e con il risorgere di nazionalismi, che, mentre si alleano per disfare l’Europa, non possono che pre-parare futuri conflitti.
Il servizio alla pace che l’Europa oggi può rendere non riguarda solo il superamento degli antichi conflitti interni, ma anche da un lato una funzione di equilibrio tra le grandi potenze mondiali e le derive pericolose che stanno prendendo, dall’altro, anche per la sua posizione geografica, un rapporto con i paesi africani e mediorientali, che sostituisca all’antico e nuovo sfruttamento coloniale un efficace sostegno economico e nell’immediato una diffusa pratica di accoglienza degli immigrati.
Di fronte alla concreta prospettiva che con le prossime elezioni europee si avvii un processo dissolutivo fondato sul principio del first (prima io, la mia famiglia, la mia regione, la mia nazione, la mia razza, la mia religione), occorre che i cristiani facciano sentire una voce contraria.
Noi cristiani dobbiamo capire l’urgenza di una testimonianza che ridia speranza all’Europa e al mondo e che ci allontani dal baratro, proponendo una politica fondata su principi universalistici e di solidarietà. Essere cristiani non può ridursi alla cura della propria anima e alla difesa di tradizioni e devozioni antiche. Ci sono momenti, come questo, in cui siamo chiamati con particolare urgenza a quell’uscita a cui ci sollecita Papa Francesco, un’uscita che deve riguardare anzitutto le parrocchie e le associazioni, perché facciano sentire la loro voce e soprattutto perché lavorino per la giustizia e per la pace.
Non possiamo dimenticare che gli spaventosi disastri del secolo scorso (per non parlare dei secoli precedenti) forse non sarebbero accaduti se i cristiani non fossero stati distratti e in molti casi acquiescenti e persino consenzienti, con pochissime e sia pure straordinarie eccezioni, quali ad esempio Bonhoeffer o i fratelli Scholl. L’opera e la testimonianza dei martiri non giustifica il nostro disimpegno, ma piuttosto condanna la nostra pigrizia.
L’uscire per annunciare il Vangelo, che Papa Francesco ci propone, richiede un atto di coraggio, perché significa riconoscere e denunciare quelle logiche del mondo a cui il Vangelo si oppone, collaborando con tutti gli uomini di buona volontà per la difesa dei poveri, degli immigrati, degli emarginati e degli scartati, per affermare il primato del bene comune, della giustizia e della pace.
Per uscire occorre organizzare presto, nei prossimi mesi, iniziative che coinvolgano parrocchie e associazioni e tutti i livelli del corpo ecclesiale, per conseguire quegli obiettivi e anzitutto per risvegliare le nostre coscienze addormentate di cristiani ancora troppo uniformati alla mentalità del mondo o ancora legati a un cristianesimo individualistico o devozionale, fedele alle consuetudini ma lontano dal Vangelo.
Questa riflessione ci spinge a rivolgerci alle parrocchie, alle associazioni e a tutti i cristiani, per promuovere e sostenere nella diocesi un processo di riflessione e di azione su questi temi.
———————————
- Il testo del Manifesto (pdf).
Oggi venerdì primo marzo 2019 – Venerdì verde
————-Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti&Thedayafter———————
Regolarizzare la prostituzione, elimina lo sfruttamento?
1 Marzo 2019
Red su Democraziaoggi.
——————————————————————————————————-
In marcia per il clima, l’appello di Luca Mercalli agli studenti: “Scioperate”
[di Ilaria Venturi]
By sardegnasoprattutto/ 28 febbraio 2019/ Culture/
———————————————————-
Analisi del risultato elettorale. E adesso che fare?
Interessante incontro promosso dal CoStat per analizzare l’esito delle elezioni sarde di domenica scorsa. Ritorneremo nei prossimi giorni per dar conto degli interventi nel ricco dibattito che è seguito alla relazione introduttiva di Andrea Pubusa. All’incontro coordinato da Luisa Sassu hanno partecipato oltre cinquanta persone. Sono intervenuti nel dibattito, nell’ordine dopo la relazione di Andrea: Gianni Marilotti, Carlo Dore, Claudia Zuncheddu, Pino Calledda, Gigi Marotto, Antony Muroni, Giovannino Deriu, Michele Ciusa, Antonello Murgia, Egidio Addis, Tonino Dessì, Albert Soru, Fernando Codonesu.
- Il servizio fotografico di Renato d’Ascanio Ticca (fb).