Monthly Archives: marzo 2019
Beni comuni urbani inutilizzati. Appunti per il prossimo Sindaco
Dicevamo su Aladinews il 24 febbraio 2017 (oltre due anni fa)
Beni comuni urbani: perché non si utilizza il palazzo sorcesco?
Inutile recuperare stabili di proprietà comunale se poi non li si mette a disposizione dei cittadini: il caso del palazzo sorcesco del corso Vittorio Emanuele.
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Ecco il progetto, poi effettivamente realizzato: http://www.archilovers.com/projects/146279/palazzo-sorcesco-consolidamento-e-restauro-conservativo.html
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[oggi su fb] Beni comuni urbani. Appunti per il prossimo Sindaco. Il cd Palazzo sorcesco del corso Vittorio: lavori da tempo ultimati, ma tuttora inutilizzato. Si aspetta che venga vandalizzato?
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Beni comuni urbani: buoni progetti che speriamo diventino buone pratiche.
Intervenendo in un dibattito a Is Mirrionis nel quale si è parlato di Scuola Popolare ho citato una trasmissione televisiva di grande pregio nella quale si dava conto di un interessante progetto ideato e gestito dall’Università Roma Tre, per il ricupero di strutture dismesse della città da risanare e mettere a disposizione dei cittadini e delle loro associazioni di partecipazione democratica. Ho ricuperato ora i riferimenti precisi, che vi comunico. Si tratta della puntata della trasmissione Presa diretta, condotta dall’ottimo giornalista Riccardo Icona. Ecco il link dove può essere reperita e fruita: https://www.raiplay.it/video/2019/01/Presa-diretta-Poveri-noi-8d5e344f-927b-4aa7-a566-420d74034621.html?tc=2171651&fbclid=IwAR2xqwJf921bwZqsTfrp7l3GUFhu8xka7biRvSepctvr6TI3NvvrOonwD8Q (il punto preciso della registrazione on demand è 31.24). Ecco il riferimento al Progetto, denominato CIRCO, acronimo di Casa Irrinunciabile per la Ricreazione Civica e l’Ospitalità, elaborato precisamente nel Laboratorio di Progettazione Architettonica e Urbana del corso di laurea magistrale in Architettura – Progettazione Urbana dell’Università di Roma Tre: https://laboratoriocirco.wordpress.com/?fbclid=IwAR3oM9oihRWBh587KaCd98TPVZp_K3RadlUcPMNVMqZzH3fGqKIfBDVVOrk
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Facciamo una proposta ai nostri amici dell’Università della Sardegna, di quella di Cagliari e di quella di Sassari (Dipartimenti di Architettura, di Economia, di Sociologia…) perché propongano progetti uguali o analoghi, ai quali volentieri ci dichiariamo disponibili a collaborare. Ne possiamo parlare? Noi crediamo che uno o più progetti di questa natura e portata possa trovare accoglienza nel programma di un buon candidato Sindaco (di Cagliari e di Sassari, e anche di altre realtà urbane della Sardegna).
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Per cominciare a portarci avanti nel lavoro (pratica dell’obbiettivo), pubblicheremo su Aladinews mini servizi fotografici di volumi e spazi urbani attualmente inutilizzati (o sotto utilizzati) che meritano di essere ricuperati a vantaggio dei cittadini.
L’Italia verso l’irrilevanza internazionale?
Lo smarrimento dell’orgoglio di sentirsi italiani
di Gianfranco Sabattini
Uno dei meriti, forse il più rilevante, della rivista “Limes” è quello d’essere impegnata da sempre a ricordare perché gli italiani non possono non sentirsi tali. Anche il numero 2/2019, intitolato “Una strategia per l’Italia”, è dedicato per intero alla riproposizione di questo impegno, offrendo ai lettori una serie di articoli che illustrano, a partire dall’Editoriale, perché sia importante per l’Italia proporsi, oggi, contro la pretesa di chi vorrebbe ridurre l’unità dell’ordinamento giuridico-politico attuale del Paese a un’”ammucchiata di piccole patrie”, come “Stato compiuto e ricentrato per contare di più” sulla scena mondiale.
La rivista, recita l’incipit dell’Editoriale, “è nata italiana e ambirebbe restarlo. Ne è condizione l’esistenza dell’Italia”. Per questo è necessario che la Repubblica italiana si “faccia Stato, nel senso forte e compiuto del termine. Altrimenti la storia la travolgerà”. L’Editoriale conclude lo svolgimento dell’interessante insieme di riflessioni in esso contenute, affermando che “Limes”, comunque, “resterà italiana. Anche se un giorno l’Italia fosse altrove”.
Cosa spinge Lucio Cracciolo, il direttore della rivista, a nutrire tanto pessimismo riguardo all’incapacità dell’Italia attuale di essere autorevole e autonomo protagonista della difesa, a livello internazionale, delle propria soggettività e dei propri interessi?
Le ragioni sono molte, le principali e le più preoccupanti delle quali sono riconducibili al fatto che gli italiani hanno scarsa contezza della propria storia e nessuna consapevolezza riguardo al modo più appropriato di difendere i propri specifici interessi.
L’idea di Italia – afferma Lucio Caracciolo nell’Editoriale – è un “mito formidabile”, che è stato capace di attraversare i secoli, sia pure con andamento carsico, senza però “coagularsi in Stato”; ciononostante, il mito è giunto sino ai padri fondatori della nostra Patria ed è, oggi, ancora sufficiente a smentire – continua Caracciolo – “la vulgata antitaliana, cui molti italiani indulgono”. La nostra nazione “non è artificio chiamato Risorgimento. E’ espressione di una sostanza antropologica, linguistica, culturale dalle radici bimillenarie”; ciò che molti italiani stentano ad ammettere è, infatti, inscritto nel mito, “inventato, curato e tramandato da esigue ma tenaci élite letterarie, use remar controcorrente”, che hanno contribuito ad affermare che l’Italia, sino al Risorgimento, è stata “molto più nazione che Stato”.
La mancata formazione di una correlazione stretta tra nazione e Stato è lo stigma originario cha ha caratterizzato la nascita dello Stato unitario, ma anche quella della Repubblica italiana; stigma che, dopo il secondo conflitto mondiale, è valso a ridurre l’Italia a “provincia europea dell’impero americano”, una condizione poi allentatasi, con la fine della Guerra Fredda e “la più lasca presa di Washington sul Vecchio continente”. Nel periodo successivo al crollo del Muro di Berlino, attenuatisi gli “entusiasmi” europeisti, l’Italia si è trovata inadatta ad affrontare le nuovissime sfide nascenti dall’emergere della nuova situazione internazionale; essa, l’Italia, si è così mostrata tanto impreparata ad affrontare tali sfide, da indurre gli italiani a cercare una via di difesa contro le conseguenze indesiderate delle sua impreparazione, consistita nella tendenza a “sbriciolare” quel poco di Stato del quale disponevano, sulla base di “antiche e nuovissime contese” fra diversi raggruppamenti di soggetti nazionali.
Ora l’Italia è giunta ad un punto di non ritorno, nel senso che gli italiani, se non vorranno perdere quel “poco di Stato” che ancora residua, devono decidersi a condividere scelte politiche che, tenuto conto delle sfavorevoli tendenze demografiche, economiche e socioculturali nazionali, consentano a ciò che resta del loro Stato di adottare una strategia geopolitica che, considerata la “decomposizione dell’eterogenea famiglia comunitaria”, sappia assicurare la possibilità di attuare una politica interna ed internazionale idonee a sottrarre gli interessi nazionali alle conseguenze negative delle logiche del confronto oggi in atto tra le maggiori potenze globali: USA, Russia e Cina.
E’ lo stesso Caracciolo ad indicare la necessità, per l’Italia, di adottare una tale strategia, che consenta di sottrarsi ai possibili danni che possono derivare dal duro confronto in atto che sta caratterizzando i rapporti tra le superpotenze, al fine di conservare o acquisire una posizione dominate a livello mondiale. In un recente articolo apparso su “la Repubblica”, col titolo “L’Italia sul ring tra USA e Cina”, Caracciolo osserva che, se l’Italia vuole sottrarsi alle conseguenza dell’”ira del campione in carica” (gli USA, nostro nominale alleato) e dei suoi “sfidanti” (la Russia e, in questo momento particolare, la Cina) deve decidere responsabilmente con chi stare, e quali comportamenti privilegiare sul piano internazionale. Ciò, in considerazione del fatto che Russia e Cina sono protese, la prima, a servirsi della particolare congiuntura politica del Paese, per riuscire ad influenzare la conduzione della politica interna italiana in senso antieuropeo, e la seconda, ad acquisire il controllo di importanti segmenti produttivi e di infrastrutture strategiche nazionali per la progressiva attuazione della “Nuova Via della Seta”, con cui realizzare una globalizzazione delle economie nazionali, alternativa a quella dominata dagli USA.
L’Italia, mossa dalle sue asfittiche condizioni economiche, da tempo sta immaginando, afferma Caracciolo, le relazioni tra le grandi potenze come un mercato, nel quale poter scegliere la posizione contrattuale più conveniente, senza considerare che il “gioco duro” in atto tra i tre supercompetitori, non solo riguarda la stabilità del mercato globale nel quale essa (l’Italia) è inserita, ma investe anche “le decisive dimensioni delle reti, delle nuove tecnologie, dell’intelligenza artificiale, oltre che la sfera militare”; tutte dimensioni, queste, sul cui controllo gli USA fondano la loro posizione dominante sul mercato globale. Lo status quo, pertanto, dovrebbe indurre chi governa l’Italia a valutare attentamente che un’apertura disinvolta ai competitori degli Stati Uniti, potrebbe dare luogo a una “severa” reazione di questi ultimi ai danni del Paese, anche “attraverso le agenzie di rating [...], che smetterebbero di edulcorare il giudizio sullo stato delle nostre finanze pubbliche”.
Da queste considerazioni, la classe politica italiana dovrebbe trarre, a parere del direttore di “Limes”, il convincimento della necessità di porre rimedio allo stato di debolezza nel quale versa il Paese. Innanzitutto, l’Italia dovrebbe essere dotata di un “centro strategico nazionale”, gestito in modo affrancato da pregiudizi e da divisioni ideologiche; ciò, perché non è più ammissibile che “autorità locali, settoriali o addirittura singoli individui prendano impegni che riguardano la sicurezza dello Stato”; oppure, che si discuta quando e come devolvere l’autonomia finanziaria alle regioni più ricche del Paese, mettendo a repentaglio la sua unità giuridico-politica; od ancora, che si possa immaginare, per il miglioramento dei livelli di benessere degli italiani, la costituzione di città-Stato (Milano e Napoli), sino a sognare “regressioni pre-unitarie”, con la riedizione di Regni, quali quello Lombardo-Veneto e quello Borbonico, o con l’accoglimento delle pretese degli indipendentisti sardi per la costituzione di una “Sardigna Natzione”; o infine, che si possa continuare a fare affidamento sulla solidarietà di un’Unione Europea, come se essa stesse operando realmente per il bene di tutti i Paesi che la costituiscono.
In secondo luogo, poiché il Paese ha bisogno di attrarre investimenti esteri per rilanciare la propria economia, esso dovrebbe, tenere conto che non tutte le provenienze delle risorse finanziarie sono uguali (soprattutto se tali risorse sono destinate ad essere investite in comparti produttivi o infrastrutture strategiche), o quanto meno dovrebbe considerare che, per accettare le risorse estere, occorre concordare la decisone con i propri alleati. Ciò significa – osserva giustamente Caracciolo – che se, ad esempio, l’Italia dovesse decidere di legarsi al principale competitore attuale degli USA, dei quali l’Italia è alleata, l’accettazione delle risorse (se provenienti dalla Cina) dovrebbe essere concordata con Washington, per stabilire (così come hanno fatto altri Paesi) le “linee rosse da non superare”.
Infine, l’Italia dovrebbe ricostruire le proprie “burocrazie profonde” che, a causa della dura contrapposizione ideologica che ha caratterizzato la vita politica nazionale durante la Guerra Fredda, non è stato possibile orientare in modo univoco alla “tutela” degli interessi nazionali. In altre parole, l’Italia dovrebbe riconfigurare il proprio “Stato profondo”, con burocrazie in grado di assicurare, “indipendentemente dal colore politico di chi governa”, la raccolta e la gestione delle informazioni, al fine di garantire il supporto strategico necessario alla politica internazionale del Paese, affrancata da scelte casuali e irresponsabili.
Posto che l’Italia sia messa nella condizione di fare fronte alle urgenze sopra descritte, a quale strategia internazionale – si chiede Caracciolo – può convenientemente appellarsi, attenendosi però al rispetto dei vincoli che le derivano dalle sue attuali alleanze? A parere del direttore di “Limes”, “prima di tutto e malgrado tutto” deve essere salvaguardata la relazione con il nostro principale alleato, gli Stati Uniti, e devono anche essere stabiliti punti fermi riguardo all’atteggiamento dell’Italia nei confronti delle decisioni dei principali partner europei.
Il rispetto degli obblighi nei confronti di Washington, non dovrà tuttavia significare sudditanza al volere statunitense, ma l’instaurazione di un rapporto di correttezza diplomatica che consenta all’Italia, una volta accettato il principio della pre-negoziazione delle scelte, di chiedere a Washington, in primo luogo, di non pretendere l’impiego di militari italiani in missioni estere che destabilizzino gli equilibri politici esistenti all’interno di aree di nostro interesse; in secondo luogo, di chiedere, in sostituzione di un ulteriore approfondimento dei contrasti con la Germania, una sua pressione su quest’ultima perché, abbandonando le proprie stantie idee ordoliberiste, contribuisca a realizzare equilibri interni tra i diversi Stati aderenti all’Unione Europea, compatibili con il “risanamento” dei sistemi economici nazionali maggiormente in dissesto; in terzo luogo, per quanto riguarda i nostri rapporti con la Cina, di chiedere di non ostacolare l’adesione dell’Italia “ai dossier economico commerciali della Via della Seta”, posto che le forme con cui dovesse avvenire l’adesione saranno preventivamente concordate; infine, di si dovrebbe chiedere agli USA di non ostacolare la politica italiana volta all’approfondimento dell’interdipendenza energetica con la Russia, senza una partecipazione italiana alla sua destabilizzazione.
Sul fronte europeo, i suggerimenti di Caracciolo, riguardo ai più convenienti rapporti da intessere con i principali partner, riflettono un buonsenso del quale le forze politiche che attualmente governano l’Italia sembrano esserne privi. Ad ogni buon conto, tale buonsenso dovrebbe motivare l’Italia a considerare le relazioni con la Francia e la Germania di maggior interesse rispetto a qualsiasi altra, “giocando di sponda” su ciò che le divide (ad esempio – sottolinea Caracciolo – l’Italia potrebbe “allearsi” con Berlino, per contenere i francesi nella loro propensione a destabilizzare o a tener destabilizzate, per il loro esclusivo interesse nazionale, certe aree del Nordafrica; oppure “allearsi” con Parigi, per premere sui tedeschi al fine di arrivare alla decisione di riformare le regole dell’eurozona, in direzione contraria alla volontà di Berlino di voler ad ogni costo salvaguardare la stabilità dell’euro). L’Italia, inoltre, dovrebbe dissociarsi dalle pretese dei Paesi del fronte del Trimarium, nonché rifiutare le “sirene” dei movimenti sovranisti sparsi in molti Paesi europei e premere perché i Paesi comunitari del Nord-Europa partecipino alla stabilizzazione dell’area mediterranea.
Può l’Italia attenersi, a livello internazionale, a questa conveniente strategia comportamentale? Caracciolo ne dubita; ciò perché gli italiani, a suo parere, pur non essendo contenti della debolezza internazionale del loro Stato, mostrano una spiccata propensione ad indebolirlo ulteriormente, coltivando fantasie interne separatiste ed indipendentiste e smarrendo ogni traccia del significato che il Risorgimento ha avuto nella formazione del nostro “focolare” nazionale. Si tratta di una triste conclusione che lascia solo intravedere, per il Paese, l’impossibilità, almeno nel breve periodo, di fuoriuscire dal tunnel di una crisi politica ed economica, che per molte sue responsabilità si è trovato a dover percorrere dopo la fine della Guerra Fredda.
Oggi venerdì 22 marzo 2019
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————–Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti—————
Quanti saranno gli schieramenti che si presenteranno al responso delle urne il 26 maggio (o a giugno)?
Per ora almeno quattro:
1) Centro sinistra, più o meno allargato.
2) Centro destra (nella formula delle ultime elezioni regionali)
3) Movimento 5 Stelle (con possibile accordo con una o più Liste civiche)
4) Aggregazione alternativa (indipendentisti-identitari-sinistra alternativa)
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Per quanto ci riguarda auspichiamo che si facciano Primarie vere, il più possibile allargate, tali da consentire ai cittadini di individuare la persona più adatta a gestire l’amministrazione della città e dell’area metropolitana per i prossimi cinque anni. Il dibattito è aperto e noi cercheremo di renderlo più partecipato e di favorirne la massima diffusione.
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Dalla stampa online le ultime novità.
Cagliari, a sinistra c’è il nodo Primarie: voto incerto, tre giorni per decidere.
Marcello Zasso su SardiniaPost.
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- La sfida di Francesca Ghirra: “Pronta per governare Cagliari”
. Su YouTg.net.
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CAGLIARI AL VOTO, LA GHIRRA IN CAMPO: PRIMARIE DEL CENTROSINISTRA IL 7 APRILE?
Su videolina online.
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Comunali a Cagliari, primarie o nome condiviso: il centrosinistra decide lunedì
Ennio Neri su Casteddu online.
———————————Dibattito——————-
Cagliari. Quale candidatura per battere il centrodestra?
22 Marzo 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Iniziano ad essere rese note le candidature alla carica di sindaco di Cagliari dopo l’abbandono di Zedda, con la superba pretesa non di fare il consigliere regionale, ma di “capeggiare” l’opposizione nell’Assemblea regionale. E manco a dirlo Campo progressista, un gruppuscolo estinto a livello nazionale e in fase di progressiva riduzione in Sardegna, accampa […]
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Cagliari, gli uomini hanno deciso: “È tempo di un sindaco donna!”
Vito Biolchini su vitobiolchini.it
———————–Assemblea elettorale—————–
Mercoledì 27 marzo, alle ore 19.30 presso la sede del circolo Me-Ti di via Mandrolisai 60, si terrà l’assemblea plenaria di Cagliari Città Capitale.
L’unico punto all’ordine del giorno sono le elezioni comunali di Cagliari.
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Cagliari verso il voto
Cagliari, a sinistra c’è il nodo Primarie: voto incerto, tre giorni per decidere.
Marcello Zasso su SardiniaPost
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Cagliari, c.sinistra: tre giorni per nome sindaco condiviso
Su CagliariPad
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Francesca Ghirra lancia la sfida per Cagliari: “Io sindaca per continuare a migliorare la città”
Paolo Rapeanu su Casteddu online
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Matteo Lecis Cocco-Ortu si candida alle Primarie del centrosinistra
Su Vistanet.it
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Verso l’avvio della “Scuola di formazione politica Francesco Cocco”
“Scuola di formazione politica Francesco Cocco” promossa da CoStat in collaborazione con la Confederazione Sindacale Sarda e con l’Anpi.
Sul progetto di “Scuola di formazione politica Francesco Cocco” promosso dal CoStat ed esposto da Fernando Codonesu nelle pagine di Democraziaoggi e di AladinpensieroNews, si è sviluppato un articolato dibattito, che continuerà nei giorni a venire, ma che ha fornito sufficienti indicazioni per consentire in tempi rapidi l’avvio delle attività formative. Pertanto il CoStat ha deciso di procedere con gli adempimenti per la formalizzazione della Scuola, approvando lo Statuto e insediando gli organi di gestione per il primo triennio. Lo Statuto è stato registrato come prevede la normativa in materia di “associazioni non riconosciute” ed è stato attribuito il Codice fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate. Si è poi provveduto all’apertura di un conto corrente bancario. Per quanto riguarda la sede della Scuola, è stato individuato un immobile a Cagliari, nella via Marche, n. 9, in accordo con la Confederazione Sindacale Sarda e con l’Anpi, che lo gestiranno contemperando le esigenze delle tre organizzazioni, con una adeguata ripartizione degli spazi. Le tre Organizzazioni sosterranno i costi di acquisto e di ristrutturazione dei locali. Al riguardo è necessario uno sforzo aggiuntivo rispetto a quanto già fatto, con una raccolta straordinaria di fondi. Il dettaglio delle informazioni è riportato di seguito.
Scuola di formazione politica Francesco Cocco
Via Marche, 9
09127 Cagliari
Codice Iban: IT72 A033 5901 6001 0000 0165 419
Conto intestato: Scuola di Formazione Politica Francesco Cocco
presso Banca Prossima, Via G. M. Angioy n. 61 – 09124 Cagliari
Per donazioni e prestiti temporanei usare le causali seguenti:
“Donazione o Erogazione liberale, CF: 92252870925”
“Prestito temporaneo infruttifero per acquisto sede sociale di Via Marche, Cagliari”
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“Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”
Anche in Sardegna manifestazioni. Il luogo “centrale” è Cagliari, in Piazza del Carmine, dove confluiranno studenti, giovani, volontari, scuole, associazioni e Istituzioni e dove alle ore 11,00 – in contemporanea con Padova e con tutta Italia – si darà lettura dei nomi delle vittime innocenti delle mafie.
- Approfondimenti.
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LIBERA dal 1996 il 21 marzo promuove e organizza la manifestazione nazionale denominata “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie”, per fare memoria delle persone che nel nostro Paese hanno perso la vita nella lotta contro le mafie.
[segue]
Che succede?
IL RISVEGLIO DELL’ITALIA, E DEL PD. UN AUSPICIO
21 Marzo 2019 by Forcesi | su C3dem.
Romano Prodi e Stefano Micossi, “Sventoliamo dalle finestre le bandiere dell’Europa” (Corriere). Romano Prodi, “L’Italia si sta svegliando. Oggi tutti con la bandiera dell’Europa” (intervista alla Repubblica). Giuliano Pisapia, “Corro con il Pd. Dialogare con i 5Stelle è impossibile” (intervista al Corriere). Giovanna Casadio, “Il Sì di Calenda al Pd” (Repubblica). Paolo Gentiloni, “Subito un’alternativa credibile. Si potrebbe votare già quest’anno” (intervista al Corriere). Emanuele Macaluso, “E ora tornerà lo scontro tra destra e sinistra” (intervista al Manifesto). Marcello Sorgi, “I cattolici trascurati dal nuovo segretario” (La Stampa). L’Avvenire riferisce: “Zingaretti apre la lista a Demos, ma resta il nodo Mdp” e M.T. Meli sul Corriere: “Le trattative di Zingaretti con gli ‘esuli’ e con Demos” (su questo nuovo movimento politico ispirato dalla Comunità di S.Egidio, si veda il “Manifesto”; in tema si veda anche l’intervista a mons. Gastone Simoni: “Sogno un partito ispirato ai valori cristiani“, sul Secolo XIX). Da Stefano Ceccanti una proposta che riprende il suggerimento di Claudio Cerasa: “Lega-Pd per il maggioritario cercasi” (Foglio), così anche Roberto Giachetti, “Sì al maggioritario” (Foglio). Massimo Villone, “Lo smemorato Zingaretti e la riforma Renzi-Boschi” (Manifesto).
21 marzo Europa Europa
21 marzo: San Benedetto da Norcia
patrono d’Europa.
(Hans Memling).
La Regola di san Benedetto, completa, dice: Ora, lege et labora. Per questo, meritatamente, fu eletto patrono.
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Dalla pag, fb di Licia Lisei.
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[L'immagine è reperibile in rete: San Benedetto da Norcia patrono d'Europa. (Hans Memling)]
Oggi giovedì 21 marzo 2019
E’ Primavera! Europa, Europa!
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————–Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti—————
Mare Jonio sbarca i migranti a Lampedusa. La magistratura (finalmente) batte un colpo?
21 Marzo 2019
Red su Democraziaoggi.
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Che succede?
LA “LETTERA SULL’EUROPA” DI GIUSEPPE CONTE, E IL RAPPORTO CON LA CINA
20 Marzo 2019 by Forcesi | su C3dem.
La lettera sull’Europa inviata dal premier Giuseppe Conte al direttore di Repubblica: “Un salario minimo ai cittadini Ue”. Xi Jinping, “Un patto strategico assieme all’Italia” (Corriere della sera). Federico Rampini, “Gli Usa temono che l’Italia diventi il cavallo di Tria di Pechino in Europa” (Repubblica). Giulio Tremonti, “Per la Cina la Via della Seta è un progetto politico globale” (intervista al Sole 24 ore). Sabino Cassese, “Il dialogo necessario” (Foglio). Pier Carlo Padoan, “Il pasticcio cinese” (Foglio). Francesco Sisci, “Seta cinese e stracci italiani” (Settimana News). Agostino Giovagnoli, “La Cina e noi. Sulla sovranità, nodi relativi e un problema vero” (Avvenire). Pietro Parolin, “Il futuro della chiesa in Cina” (Corriere, da un libro in uscita). Antonio Polito, “Accordi e giri di valzer” (Corriere). Francesco Giavazzi, “Investire di più, poi il resto (anche l’intesa con la Cina)” (Corriere). Dario Di Vico, “Italia-Cina. Dal lusso ai farmaci, il made in Italy sa difendersi?” (Corriere economia).
Elezioni regionali
Proclamati i 60 componenti eletti. Ora i ricorsi.
- I nomi su SardniaPost.
Cagliari verso il voto
Quali primarie.
di Gianni Pisanu.
Per Cagliari primarie “aperte” o quarto polo
Propenderei per la prima ipotesi. Per dare una scossa e non solo. Fossi una delle tante persone a piede libero che hanno a cuore la nostra città e hanno cultura ed esperienze, e cosa che non guasta godono di meritata stima inizierei da una riunione/assemblea estemporanea con un punto all’odine del giorno.
Punto primo e ultimo:
Tutti coloro (sardisti-autonomisti- indipendentisti e indipendenti) DI SINISTRA che non si riconoscono nelle sigle e nelle organizzazioni dell’attuale centrosinistra si diano appuntamento in una riunione – assemblea aperta da convocare immediatamente, usando tutti i mezzi di comunicazione oggi disponibili, per scegliere con metodo democratico il candidato sindaco del raggruppamento SARDISTI ecc. UNITI per partecipare poi alle primarie del centrosinistra.
[segue]
Oggi mercoledì 20 marzo 2019
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————–Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti—————
Banche regionali “residenti” e impoverimento della Sardegna
20 Marzo 2019
Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi.
Proseguiamo il dibattito sul futuro del Banco si Sardegna avviato da Antonio Sassu e ripreso dal Prof. Vittorio Dettori,
“…il banchiere … fondamentalmente non è un intermediario della merce potere d’acquisto, ma un produttore di questa merce … Egli sta tra coloro che vogliono introdurre nuove combinazioni [produttive] e i possessori dei mezzi di produzione” […]
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Lettera aperta al segretario generale del Pd Nicola Zingaretti con una chiosa redazionale
20 Marzo 2019
Red su Democraziaoggi.
Dal Coordinamento per la democrazia costituzionale (erede del Comitato per il NO) riceviamo e volentieri pubblichiamo questa lettera aperta con alcune chiose in calce.
Abbiamo guardato con interesse al cambiamento di Zingaretti, soprattutto di fronte alla forte partecipazione alle primarie. Purtroppo domenica siamo rimasti delusi dalle parole di Zingaretti sul referendum costituzionale.
Non solo ha ignorato […]
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