Monthly Archives: febbraio 2019
Elezioni regionali
I dati dell’affluenza sul sito dedicato della Regione Autonoma della Sardegna: https://www.regione.sardegna.it/j/v/2763?s=1&v=9&c=93851&na=1&n=10&opt=affluenza&ore=12&dc=1
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AFFLUENZA E RISULTATI
[segue]
Elezioni sarde. Oggi si vota.
Oggi urne aperte dalle 6.30 alle 22.00 (un solo giorno, oggi)
Il nostro appello
ANDATE a VOTARE, VOTATE chi volete, ma VOTATE!
Il nostro auspicio e i nostri suggerimenti.
VOTATE le liste e i candidati che volete, purché CONTRO la Destra! Per essere chiari ribadiamo che il nostro appello è a favore delle Liste di Autodeterminatzione, del Partito dei Sardi, dei Sardi Liberi, del Movimento 5 Stelle, del Centro Sinistra e di Sinistra Sarda. Scegliete uno dei candidati presidenti (Andrea Murgia per Autodeterminatzione, Paolo Maninchedda per Partito dei Sardi, Mauro Pili per Sardi Liberi, Francesco Desogus per Movimento 5 Stelle, Massimo Zedda per Centro Sinistra, Vindice Lecis per Sinistra Sarda) e i due consiglieri (una donna e un uomo) che più vi convincono in una delle liste elettorali indicate e nel rispetto delle regole elettorali (voto congiunto o voto disgiunto), VOTATELI!
Il nostro impegno.
Il nostro impegno (che è quanto di più importante) consiste nel continuare a lavorare per la Sardegna per i sardi, favorendo il massimo della partecipazione popolare, a tutti i livelli della vita sociale; al livello istituzionale continuando a batterci contro la pessima, vergognosa legge elettorale sarda, la peggiore tra le leggi elettorali delle regioni italiane, che pone esagerate restrizioni al diritto di rappresentanza delle minoranze e che pertanto deve essere profondamente modificata in senso proporzionale. In questa direzione dichiariamo di appoggiare la decisione del CoStat di impugnare – a prescindere dall’esito elettorale – davanti al Tar il verbale della proclamazione degli eletti, che farà la Corte d’appello di Cagliari dopo lo scrutinio, sollevando la questione di legittimità costituzionale sulla legge elettorale e chiedendo al Tar di girare gli atti alla Consulta. Come afferma il prof. Andrea Pubusa siamo fiduciosi «che la Consulta dichiarerebbe l’incostituzionalità quanto meno di alcune parti della legge» e che di conseguenza «il Tar sarebbe costretto a correggere l’atto di proclamazione degli eletti, uniformandosi al verdetto della Corte»
L’obiettivo è sostanzialmente far sì che l’assegnazione dei seggi avvenga nel rispetto dei principi costituzionalmente sanciti, con la revisione delle normative della legge elettorale sarda che li contraddicono.
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La libertà non è star sopra un albero
non è neanche un gesto o un’invenzione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
Giorgio Gaber – La libertà
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato
che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco
con la gioia di inseguire un’avventura.
Sempre libero e vitale
fa l’amore come fosse un animale
incosciente come un uomo
compiaciuto della propria libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
[parlato]: Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno
di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio
solamente nella sua democrazia.
Che ha il diritto di votare
e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare
ha trovato la sua nuova libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche avere un’opinione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
[parlato]: Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto
che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura
con la forza incontrastata della scienza
con addosso l’entusiasmo
di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero
sia la sola libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche un gesto o un’invenzione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
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Le elezioni, di Giorgio Gaber
Generalmente mi ricordo
una domenica di sole
una giornata molto bella
un’aria già primaverile
in cui ti senti più pulito
anche la strada è più pulita
senza schiamazzi e senza suoni
chissà perché non piove mai
quando ci sono le elezioni.
Una curiosa sensazione
che rassomiglia un po’ a un esame
di cui non senti la paura
ma una dolcissima emozione,
e poi la gente per la strada
li vedi tutti più educati
sembrano anche un po’ più buoni
ed è più bella anche la scuola
quando ci sono le elezioni.
Persino nei carabinieri
c’è un’aria più rassicurante
ma mi ci vuole un certo sforzo
per presentarmi con coraggio
c’è un gran silenzio nel mio seggio
un senso d’ordine e di pulizia.
Democrazia!
Mi danno in mano un paio di schede
e una bellissima matita
lunga, sottile, marroncina,
perfettamente temperata
e vado verso la cabina
volutamente disinvolto
per non tradire le emozioni
e faccio un segno sul mio segno
come son giuste le elezioni.
È proprio vero che fa bene
un po’ di partecipazione
con cura piego le due schede
e guardo ancora la matita
così perfetta è temperata…
io quasi quasi mela porto via.
Democrazia!
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ANTICIPAZIONE. Giovedì 28 febbraio 2019, alle 17,30, Studium francescano, via principe Amedeo: Incontro-dibattito di riflessione sugli esiti elettorali del 24 febbraio.
Su fb: https://www.facebook.com/comitatoperilnoreferendum/photos/a.1691514927762878/2267885600125805/?type=3&theater
Oggi domenica 24 febbraio 2019 – Elezioni sarde
Andate a votare, votate per la Sardegna e per i sardi!
————-Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti&Indicazioni di voto———————
Tutti alle urne per l’alternativa
24 Febbraio 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Oggi in Sardegna si vota, un momento importante della vita democratica. Il duopolio al potere nelle ultime legislature (centrodestra-centrosinistra) ci ha dato una legge elettorale che stimola l’astensione. Chi non è per le grandi coalizioni, con iperpremi e sbarramenti è indotto a sentire il proprio voto inutile. E così nella consapevolezza d’essere controcorrente […]
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libertà è partecipazione
Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Vorrei essere libero come un uomo.
Come un uomo appena nato
che ha di fronte solamente la natura
e cammina dentro un bosco
con la gioia di inseguire un’avventura.
Sempre libero e vitale
fa l’amore come fosse un animale
incosciente come un uomo
compiaciuto della propria libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
[parlato]: Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come un uomo che ha bisogno
di spaziare con la propria fantasia
e che trova questo spazio
solamente nella sua democrazia.
Che ha il diritto di votare
e che passa la sua vita a delegare
e nel farsi comandare
ha trovato la sua nuova libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche avere un’opinione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
[parlato]: Vorrei essere libero, libero come un uomo.
Come l’uomo più evoluto
che si innalza con la propria intelligenza
e che sfida la natura
con la forza incontrastata della scienza
con addosso l’entusiasmo
di spaziare senza limiti nel cosmo
e convinto che la forza del pensiero
sia la sola libertà.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche un gesto o un’invenzione
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
La libertà non è star sopra un albero
non è neanche il volo di un moscone
la libertà non è uno spazio libero
libertà è partecipazione.
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Le elezioni, di Giorgio Gaber
Generalmente mi ricordo
una domenica di sole
una giornata molto bella
un’aria già primaverile
in cui ti senti più pulito
anche la strada è più pulita
senza schiamazzi e senza suoni
chissà perché non piove mai
quando ci sono le elezioni.
Una curiosa sensazione
che rassomiglia un po’ a un esame
di cui non senti la paura
ma una dolcissima emozione,
e poi la gente per la strada
li vedi tutti più educati
sembrano anche un po’ più buoni
ed è più bella anche la scuola
quando ci sono le elezioni.
Persino nei carabinieri
c’è un’aria più rassicurante
ma mi ci vuole un certo sforzo
per presentarmi con coraggio
c’è un gran silenzio nel mio seggio
un senso d’ordine e di pulizia.
Democrazia!
Mi danno in mano un paio di schede
e una bellissima matita
lunga, sottile, marroncina,
perfettamente temperata
e vado verso la cabina
volutamente disinvolto
per non tradire le emozioni
e faccio un segno sul mio segno
come son giuste le elezioni.
È proprio vero che fa bene
un po’ di partecipazione
con cura piego le due schede
e guardo ancora la matita
così perfetta è temperata…
io quasi quasi mela porto via.
Democrazia!
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ANTICIPAZIONE. Giovedì 28 febbraio 2019, alle 17,30, Studium francescano, via principe Amedeo: Incontro-dibattito di riflessione sugli esiti elettorali del 24 febbraio.
Su fb: https://www.facebook.com/comitatoperilnoreferendum/photos/a.1691514927762878/2267885600125805/?type=3&theater
Che succede?
AUTONOMIE DIFFERENZIATE, REFERENDUM PROPOSITIVO. LA COSTITUZIONE BALLA
22 Febbraio 2019 by Forcesi | su C3dem.
Sul tema delle autonomie regionali (mentre Diodato Perone sul Messaggero scrive: “Conte smonta l’autonomia, decidono le camere”) crescono le valutazioni differenti. Il Manifesto pubblica una lettera al presidente Mattarella a firma dello storico Piero Bevilacqua: “Caro presidente, il suo silenzio, la nostra solitudine”. Il filosofo Eugenio Mazzarella, già preside della Facoltà di Filosofia alla Federico II di Napoli e autore tempo fa di un appello sottoscritto anche da Francesco P. Casavola, interviene sul Mattino: “La coscienza nazionale non può essere regionalizzata”. Sul Mattino anche un articolo di Marco Esposito: “Il piano secessionista”. La voce.info pubblica un articolo di Francesco Armillei: “Italia, il paese più frammentato d’Europa”. Sul Corriere una nota di Marco Demarco: “Le sorprese e i paradossi del dualismo Nord-Sud”. Stefano Ceccanti ritorna sul tema in un’intervista a lapresse.it: “Sbagliato affrontare la questione autonomie regione per regione. C’è un rischio secessionistico”. REFERENDUM PROPOSITIVI: Il Sole 24 ore pubblica due interventi; più critico quello di Sabino Cassese: “Così il Parlamento passa in secondo piano. Attenzione”; più positivo Valerio Onida: “Bene lo strumento, ma servono limiti espliciti”. Qui il dossier sul tema del Pd della camera dei deputati e una tabella con la proposta di legge e gli emendamenti fin qui votati.
PRODI, MAGATTI, PIANA
22 Febbraio 2019 by Forcesi | su C3dem.
Romano Prodi, “La politica industriale dimenticata” (Mattino). Mauro Magatti, “La crisi dei ‘progressisti’ e le vie nuove da percorrere” (Corriere della sera). Giannino Piana, “I cattolici e la politica, quale presenza e quale operatività” (Rocca). Massimiliano Panarari, “Il fronte neopopulista” (La Stampa); Stefano Folli, “Contraddizioni europee dei 5stelle” (Repubblica). Francesco Verderami, “Ipotesi voto subito dopo le europee” (Corriere). Arturo di Corinto, “La democrazia muore nelle tenebre” (Manifesto). Una riflessione di Giovanni Cominelli sulle autonomie regionali: “Nord-Sud, la secessione reciproca” (libertà eguale).
Oggi sabato 23 febbraio 2019
————-Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti&Indicazioni di voto———————
Contro il duopolio e la legge elettorale tutti alle urne e fuori dal serraglio
23 Febbraio 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Con una legge elettorale truffaldina come quella vigente c’è poco da fare, la sovranità popolare in Sardegna è compromessa per mano di coloro che invece dovrebbero garantirla e promuoverla. Il duopolio (centrodestra-centrosinistra) ispiratori e creatori di questa legge hanno voluto escludere dal Consiglio regionale tutte quelle liste e quei gruppi politici indisponibili a far […]
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Carnevale
Approfondimenti sul sito del Comune di Cagliari: https://www.comune.cagliari.it/portale/attivitaproduttive/at02_notizie_dett?contentId=NWS673912
Il Programma: https://www.comune.cagliari.it/portale/resources/cms/documents/558fb21cd5c68374a8dcc50407a555a9.pdf
Oggi venerdì 22 febbraio 2019
————-Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti&Indicazioni di voto———————
Regionali. Per chi tifa il quarto potere in Sardegna?
22 Febbraio 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
C’è un metro infallibile per conoscere chi sta dietro i diversi candidati alle cariche apicali pubbliche. Vedere cosa ne dicono i media, il quarto potere. Salvo casi particolari, infatti, i grandi giornali o le emittenti televisive esprimono l’opinione dei gruppi che li finanziano o che sono prevalenti nell’establishment. Questo spiega anche perché talora c’è […]
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Il documento europeista del Ministro Savona
22 Febbraio 2019
Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi.
Come si ricorderà, il Prof. Paolo Savona nella primavera scorsa salì alla ribalta nazionale e non solo, per le sue posizioni sull’Europa, ritenute del Presidente Mattarella incompatibili con l’incarico a Ministro delle Finanze. Ora Savona ha precisato in un documento le sue posizioni. Ce ne parla il Prof. Sabattini, autorevole economista dell’Ateneo cagliaritano […]
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Scuola di formazione politica promossa da CoStat
Sul progetto di Scuola di formazione politica promosso dal CoStat ed esposto da Fernando Codonesu nelle pagine di Democraziaoggi e di AladinpensieroNews, si è cominciato a sviluppare un articolato dibattito, così come richiesto dello stesso Comitato. Nella riunione del CoStat di mercoledì 20 febbraio sono stati approvati una bozza di Statuto e di un “Manifesto dei valori” che vengono sottoposti a un pubblico dibattito, al fine di recepire pareri ed eventuali proposte di integrazioni e di modificazioni. Si stanno anche raccogliendo proposte di candidature per la formazione del Comitato scientifico e degli organismi di gestione. Chiunque interessato a proporsi o a proporre nuovi può contattare gli esponenti del CoStat.
- Di seguito i citati documenti.
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Qualcosa di nuovo e di buono
SINDACATI
uno spiraglio di ottimismo
di Fiorella Farinelli, su Rocca
Quanti saranno, tra i lavoratori che hanno sfilato a Roma il 9 febbraio, quelli che alle ultime elezioni hanno votato 5Stelle e forse anche Lega? Di sicuro non pochi, eppure non poteva essere più
netta, nella manifestazione sindacale, la presa di distanza dal populismo politico del governo gialloverde. Non solo da quello che c’è e da quello che manca nella manovra di bilancio, ma dai contenuti, linguaggi, culture di chi ci governa. Dall’idea stessa di società, di democrazia, di sviluppo economico e sociale del Paese che si delinea in ogni loro decisione e in ogni atto.
il cambiamento siamo noi
Slogan, striscioni, cartelli – e poi gli applausi a chi parla dal palco all’enorme folla di piazza San Giovanni – dicono anche con ironie, battute, caricature la convinzione che il «cambiamento» non sia affatto nelle stanze di Palazzo Chigi ma sia invece lì, in quella piazza che chiede un nuovo futuro per il lavoro. «Alle persone che governano in questo Paese e vanno a incontrare chi protesta in altri Paesi – ha detto il nuovo segretario della Cgil Maurizio Landini con esplicito riferimento alle improvvide avances di Di Maio ai gilet gialli francesi – diciamo, se hanno un briciolo di intelligenza, di ascoltare questa piazza. Siamo noi il cambiamento. Ma se non dovesse succedere, devono sapere che non ci fermeremo qui».
Il messaggio è chiaro e diretto. Il lavoro si crea solo se si fanno nuovi investimenti, pubblici e privati. La recessione non si contrasta con manovre elettoralistiche e dispositivi che non verranno a capo né della povertà né della disoccupazione. Quota 100 non risolve i guai del sistema pensionistico, che bisogna cambiare in toto per tener conto delle trasformazioni del lavoro. Lo sviluppo di cui c’è bisogno si crea solo se si investe in innovazione tecnologica, in nuovi equilibri tra produzione e scelte ambientaliste, in infrastrutture materiali ma anche sociali, la scuola, la ricerca scientifica, la sanità, i servizi sociali, gli asili nido. E poi bisogna contrastare i lavori di ultima generazione, quelli che non sono pagati abbastanza, che obbligano al part time, che non prevedono diritti, che mettono i lavoratori gli uni contro gli altri, che uccidono la dignità e la qualità del lavoro.
dal confronto un nuovo modello di sviluppo
Cgil Cisl Uil chiedono un confronto sulla piattaforma unitaria cui hanno lavorato da settembre, e su cui si sono già svolte migliaia di assemblee nei luoghi di lavoro, e nelle leghe dei pensionati. Bisogna saper ascoltare, decidere cose sensate, confrontarsi su proposte fattibili e generative di un nuovo modello di sviluppo. «Bisogna uscire dalla retorica della crescita che non c’è, uscire dalla realtà virtuale e calarsi nel mondo reale del lavoro. Il lavoro non si fa con i navigator, ma con gli investimenti», ha ribadito Annamaria Furlan, leader della Cisl. La rabbia del mondo del la- voro, delle famiglie impoverite dalla disoccupazione, dalla precarietà, dai lavori cattivi, dalle tariffe e dalle tasse cresciuta nei disastri economici e sociali dei lunghi anni di una crisi che non finisce mai, può trovare canali diversi da quelli offerti dal populismo politico.
È forte la critica dei cedimenti politici di oggi e di ieri alle fallimentari soluzioni neoliberiste, è duro il contrasto a quella logica di «disintermediazione», nata ben prima della piattaforma per la democrazia elettronica, che umilia e incattivisce chi col suo lavoro manda avanti il Paese, e ancor di più chi il lavoro lo ha perduto e deve arrangiarsi come può.
Al governo e anche al mondo delle imprese, oggi più vicine che un tempo nella richiesta comune di nuovi investimenti ma spesso lontanissime, anzi avversarie, sul tema dei diritti e della dignità del lavoro, si chiede confronto, contrattazione, partecipazione. Un cambio di rotta rispetto all’idea che la competitività economica del Paese si possa fare solo riducendo i costi del lavoro, solo imponendo lavori poveri, sottopagati, «senza la possibilità di ammalarsi», senza quella di fare figli, senza ragionevoli certezze di pensioni adeguate ai bisogni del vivere.
Una svolta rispetto a una politica, anche dell’ultimo centrosinistra, che ha creduto di poter fare a meno del dialogo con il sociale organizzato, perfino quello che tra lavoratori attivi e pensionati rappresenta 12 milioni di persone. Non solo. La presa di distanza è netta, tutt’altro che retorica o formale ma sentita e impastata di vicende e esempi concreti, anche dal profilo xenofobo del governo gialloverde.
solidarietà e integrazione
Solidarietà e integrazione sono e restano punti fermi del patrimonio culturale e politico del movimento sindacale. Vivono nelle Camere del Lavoro territoriali dove agli immigrati stranieri si insegnano l’italiano e i diritti, nei delegati di fabbrica con la faccia nera e l’italiano ancora stentato, nelle lotte locali contro il supersfruttamento e le discriminazioni nel lavoro agricolo, nel commercio, nei servizi a basso livello di qualificazione. Vivono nelle tante attività di volontariato dei pensionati, a favore di ammalati, disabili, non autosufficienti. L’anima mutualista del sindacato delle origini torna ad alzare la voce, contro gli eccessi statalisti di un tempo. Diritti ma anche doveri, vertenze e contrattazione ma anche solidarietà agita direttamente, con la pratica dell’obiettivo. Una bella faccia, si direbbe, quella del sindacato del 2019.
una nuova fiducia
Ce la faranno? Passerà da un rilancio dell’iniziativa del movimento dei lavoratori la ricostruzione di un’opposizione attiva ed efficace alla crisi politica italiana? Da una sua capacità di ricostruire il filo della coesione sociale, di offrire ancora una volta i luoghi di discussione, proposta, battaglie comuni che tengono lontani frustrazioni e rancori? La speranza è tanta, forse perfino troppa, nella parte del Paese rimasta orfana di una credibile sinistra politica, e angosciata per i destini politici dell’Italia e dell’Europa.
Ma certo la manifestazione del 9 febbraio qualche spiraglio di ottimismo potrebbe riaprirlo. Non si vedeva dal giugno 2013, intanto, una manifestazione nazionale unitaria del movimento sindacale, e questa volta unitaria lo è stata davvero, con numerosi settori del corteo in cui si sono mescolati con tutta naturalezza il blu della Uil, il verde della Cisl, il rosso della Cgil, con i tanti cartelli dei pensionati e delle categorie sottoscritti da tutte e tre le sigle, con l’assoluta sintonia dei contenuti e dei toni dei discorsi dal palco dei delegati e dei leaders.
Non si vedeva da molti anni, inoltre, una risposta così imponente all’invito a una manifestazione nazionale a Roma. In piazza lo sanno tutti che, se all’inizio era previsto il concentramento per i comizi finali nella già vasta Piazza del Popolo, è stato via via che arrivavano le adesioni e le informazioni sul numero dei pullman e dei treni prenotati e da prenotare, che si è dovuto virare su Piazza San Giovanni, la più ampia della capitale, quella delle grandi manifestazioni sindacali di un tempo, quella dei concertoni del Primo Maggio. Ma anche San Giovanni non ce la fa, fin dalle 11 della mattina, ad accogliere tutti, con parti del corteo che non riusciranno a trovare posto nella piazza restando assie- pate fino alla fine della manifestazione nelle vie attorno.
Non sono solo i numeri, del resto, a restituire fiducia. I pensionati, che sono spesso una parte troppo imponente delle manifestazioni sindacali per non suscitare interrogativi inquietanti sulla tenuta della rappresentanza del mondo del lavoro, questa volta sono sommersi dal succedersi dei caschi gialli dei lavoratori delle costruzioni e dei grandi impianti, dagli striscioni dell’industria, dai gilet rossi della Funzione pubblica, dai camici bianchi della ricerca e della sanità, dai cartelli colorati degli insegnanti e dei precari, quelli che – secondo Renzi – dovevano sparire grazie alla «Buona Scuola». Un serpentone colorato in cui si susseguono tutti i settori del lavoro dipendente, privato e pubblico, e tutte le diverse generazioni.
lavoro è dignità
Per la prima volta in un corteo sindacale nazionale, e riconoscibilissimi per gli ingombranti zaini sulle spalle, anche i «riders», quelli che pedalano come forsennati nelle città per consegnare a chi non ha voglia di cucinare o di uscire a cena pizze e piatti pronti. Pagati «a consegna» e sempre a rischio di incidenti stradali, privi di ogni diritto di base e di assicurazione perché, come ha ribadito di recente un tribunale, un lavoro così non sarebbe dipendente ma da iscriversi al campo delle prestazioni professionali autonome. Sui loro «cubi», la richiesta di ciò che, a due secoli dalla rivoluzione industriale, in un Paese civile dovrebbe essere considerato il minimo, paga oraria, previdenza, «libertà di ammalarsi». Hanno anche loro scoperto il sindacato, o è piuttosto il sindacato che finalmente si è accorto di loro. Come degli altri che hanno i lavori peggiori, dai raccoglitori di pomodori a 3 euro l’ora, alle donne delle imprese di pulizia, da quelli delle cooperative che lavorano nei Centri per migranti (sarebbero loro quelli che «lucrano sull’immigrazione»?) a quelli che asfaltano le strade.
Il lavoro è dignità, identità, crescita, ma è anche ammalarsi di fatica e di inquinamento, anche perdere una gamba o un braccio sotto una pressa, anche doverlo lasciare perché a casa c’è qualcuno che ha bisogno di cure. Il sindacato è capace di rappresentare tutto ciò. O almeno lo è stato per un lungo periodo. O almeno speriamo che sia capace di tornare ad esserlo. Intanto su otto che prendono la parola dal palco prima dei comizi finali, due sono immigrati, uno è un operaio del settore delle costruzioni, l’altro è un rider. L’operaio viene dalla Costa d’Avorio, è qui da molti anni, è diventato cittadino italiano e ha una famiglia numerosa. Ci tiene a dire «sono uno di voi». La piazza di San Giovanni lo abbraccia in un lungo applauso.
non sarà semplice
Qualche ora dopo, come prevedibile, dagli esponenti del governo non vengono segnali di attenzione, ma solo di chiusura. La situazione è e resta difficile. Lo conferma, il giorno dopo, l’avarizia informativa della maggior parte dei telegiornali e della carta stampata. Forse è incomprensione, più probabilmente è paura di infastidire il manovratore. Non sarà semplice, per il sindacato, dar seguito alle speranze aperte dalla manifestazione del 9 febbraio. Ma la sfida è alta, e può diventare popolare. Ed è tutto sommato una condizione favorevole, per l’unità sindacale, il fatto di dovere nuotare in mare aperto, senza più i limiti determinati dall’obbligo di tener conto, in ogni confederazione sindacale, dell’uno o dell’altro «partito amico» al governo o all’opposizione. Roba del passato, nell’Italia e nell’Europa del 2019.
Fiorella Farinelli
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Che succede?
NOTE POLITICHE: VOTO EUROPEO, DIFFICOLTÀ 5STELLE, INCOGNITA PD, AUTONOMIE, GIOVANI…
20 Febbraio 2019 by Forcesi | su C3dem
Salvatore Vassallo, “Voto europeo: boom sovranista ma senza ribaltone” (Qn); Roberto D’Alimonte, “Ma con l’avanzata di Verdi e Alde gli europeisti restano maggioranza” (Sole 24 ore). L’editoriale del nuovo direttore di Repubblica, Carlo Verdelli: “Un anno bellissimo”. Michele Salvati, “Il Pd tra strane alleanze e nuove divisioni possibili” (Corriere della sera). Antonio Misiani, “Tre idee contro i populisti. Il piano di Zingaretti” (Il Foglio). Stefano Folli, “Dove porta il calvario dei 5stelle” Repubblica). Michele Ainis, “Basta bullismo con la Costituzione. I diritti fondamentali sono inviolabili” (intervista al Mattino); Massimo Villone, “Una secessione che ci avvicina al caso cecoslovacco” (Manifesto); ma “Il ministro Erika Stefani: ‘Se l’intesa è firmata non si può cambiare” (Il Fatto); Ilvo Diamanti sembra non capire: “Chi sono i veri nemici dell’autonomia” (Il Gazzettino); e Pietro Senaldi su Libero: “Vescovi contro l’autonomia. Si vede che è cosa buona”. Alessandro Rosina sul disagio dei giovani: “Dove il domani ricomincia” (Avvenire) e “Il tempo dei padri” (Repubblica). Dario Di Vico sull’impasse dell’economia: “Come reagire alla nuova crisi” (Corriere). Carlo Petrini, “Se scoppia il ’68 dei contadini” (La Stampa). Thomas Piketty, “Patrimoniale d’America” (Repubblica).
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Dove il domani ricomincia. La via è «occuparsi con» i giovani.
Oggi mercoledì 20 febbraio 2019
————-Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti———————
Regionali: probabilmente ci vorranno coalizioni? Chi con chi?
20 febbraio 2019.
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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Oggi mercoledì 20 febbraio sit-in davanti al TAR Sardegna.