Monthly Archives: gennaio 2019
60anni della Parrocchia di Sant’Eusebio a Is Mirrionis
L’INFLUENZA DELLA PARROCCHIA NELLA VITA DEL QUARTIERE
(Intervento agli atti di Franco Meloni)
Premessa
In questo periodo capita molto spesso che il Quartiere di Is Mirrionis salga alla ribalta della cronaca cittadina per comportamenti malavitosi, retate e arresti per possesso e spaccio di droga e così via… (Segue)
Oggi sabato 19 gennaio 2019
——–Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti———————
La riforma dei referendum: pro e contra
19 Gennaio 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
——————————————————————————————-
Europa
MANIFESTO PER LA COSTITUZIONE DI UNA LISTA UNICA DELLE FORZE POLITICHE E CIVICHE EUROPEISTE ALLE ELEZIONI EUROPEE
L’Italia e l’Europa sono più forti di chi le vuole deboli!
In nome di Stefano Rodotà, in continuità con i referendum contro la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali e, soprattutto, a sostegno delle mille battaglie in corso per il riconoscimento dei beni comuni
Al via il Comitato promotore per la proposta di legge di iniziativa popolare per i beni comuni: assemblea a Roma sabato 19 gennaio alle ore 9 presso la Casa internazionale delle donne (a proposito di beni comuni…). I prossimi sei mesi utili per la raccolta delle firme potranno costituire prima di tutto l’occasione per tornare a parlare di una diversa idea di società
Una sfida alla mercificazione
di Paolo Cacciari, su ComuneInfo.
In nome di Stefano Rodotà, in continuità con i referendum contro la privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali e, soprattutto, a sostegno delle mille battaglie in corso per il riconoscimento dei beni comuni, un gruppo di giuristi (Ugo Mattei, primo firmatario) ha deciso di avviare una campagna di raccolta di firme (ne serviranno mezzo milione) per ripresentare sotto forma di proposta di legge di iniziativa popolare il testo di riforma del Codice civile elaborato dieci anni fa da una apposita commissione di esperti del ministero di Grazia e Giustizia e presieduta – appunto – dal professore Rodotà.
Il Comitato promotore ha indetto la prima assemblea dei sostenitori sabato 19 gennaio, presso la Casa internazionale delle Donne a Roma.
La proposta di legge originaria, fatta propria dalla Regione Piemonte e ripresentata la scorsa legislatura da un nutrito gruppo di senatori (primo firmatario Felice Casson), si è insabbiata nei meandri parlamentari. Intenzione del Comitato promotore è riaccendere l’attenzione sullo scandalo della svendita del patrimonio pubblico – l’ultima finanziaria prosegue bellamente su questa sciagurata strada -, ma vuole anche indicare le modalità giuridiche per giungere ad una gestione alternativa alle leggi del mercato dei beni e dei servizi di interesse sociale e collettivo.
L’idea di Rodotà e del gruppo di giuristi che lo seguirono era quella di modificare il Codice Civile risalente al regime fascista e più vicino nei contenuti ai Codici napoleonici che non alla Costituzione italiana. Attraverso una nuova classificazione dei beni verrebbero rafforzati i vincoli di inalienabilità e di destinazione d’uso dei beni pubblici demaniali: sia quelli necessari allo stato e agli enti territoriali per svolgere i loro compiti istituzionali, sia quelli funzionali al soddisfacimento di interessi collettivi, sociali e civili dei cittadini. Quindi, le infrastrutture, gli ospedali, gli edifici pubblici, le reti locali di pubblico servizio, l’edilizia residenziale pubblica ed altro ancora che Parlamento e Governo potranno indicare. Inoltre, la vera innovazione prevista dalla legge è l’introduzione nell’ordinamento giuridico della nuova categoria dei “beni comuni”, ossia: “cose che [a prescindere dal titolo di proprietà a persone giuridiche pubbliche o private] esprimono utilità funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali, nonché al libero sviluppo della persona”. A titolo esemplificativo la legge Rodotà indicava come beni comuni le risorse naturali, le acque, i boschi, la fauna e la flora selvatiche, i beni archeologici, le zone paesaggistiche e altro ancora.
In tal modo si alzerebbe un argine alla “messa a reddito” del patrimonio pubblico e si aprirebbe una varco attraverso il quale le innumerevoli esperienze di rigenerazione in atto in molti luoghi d’Italia di immobili dismessi e di aree agricole abbandonate potrebbero trovare una chiara soluzione giuridica.
Già molti Comuni e alcune Regioni hanno inserito la nozione di “beni comuni” nei loro statuti e regolamenti amministrativi. Per gli “usi civici” e le antiche proprietà collettive il riconoscimento è avvenuto con la legge sui Domini collettivi del novembre 2017. Altre esperienze di gestione diretta da parte di gruppi di cittadini di immobili di proprietà pubblica sono state possibili grazie all’utilizzo dell’art. 118 della Costituzione modificato con l’inserimento della “sussidiarietà orizzontale”. Le iniziative sicuramente più avanzate sono state quelle dell’amministrazione comunale di Napoli che ha proceduto alla ripubblicizzazione dei servizi idrici e alla gestione diretta di altri servizi comunali ed ha approvato una serie di delibere che individuano numerosi complessi immobiliari autogestiti dalle collettività locali, le comunità afferenti degli abitanti che li utilizzano.
—————————–
Assemblea Nazionale “Per garantirci un futuro ecosostenibile: ristrutturiamo la democrazia a partire dal governo dei beni pubblici e comuni”
- La pagina fb dell’evento: https://www.facebook.com/events/662345860874841/
Documentazione
Provvedimento governativo Reddito di Cittadinanza e Quota 100.
Le slide nel sito web del Governo italiano.
——————————————————–
Oggi venerdì 18 gennaio 2019
——–Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti———————
Forza Massimo, Paolo, Mauro, Andrea, Francesco! Chiunque di voi vince, sempre meglio di Salvini
18 Gennaio 2019
Amsicora su Democraziaoggi.
—————————————————————————————————–—
Un commento di Tonino Dessì, su fb.
Questo è davvero il mio ultimo, definitivo appello.
Ho spesso trovato un po’ velleitarie le diverse proposte di Pubusa finalizzate a promuovere aggregazioni tra soggetti eterogenei, in vista delle prossime elezioni regionali, al principale scopo di impedire una vittoria del centrodestra, tecnicamente motivate anche dalla mancata modifica della perversa legge elettorale sarda. (…)
Che succede?
I CATTOLICI FINITI FUORI DALLA POLITICA
17 Gennaio 2019 by Forcesi | Su C3dem.
Matteo Truffelli, presidente dell’Azione cattolica italiana, interviene sull’Avvenire: “I cattolici in politica ci sono. Ora serve una buona politica” (Avvenire). Su Libero, Fausto Carioti fa un (bel) po’ di dietrologia: “Pronto il partito dei cattolici prodiani”. A conclusione del direttivo della Cei, Claudio Tito, su Repubblica, scrive: “La chiesa ha cambiato rotta: basta neutralità con il governo” (Repubblica). La relazione di mons. Gualtiero Bassetti: “Sui poveri vietato dividersi” (Avvenire). Ancora su Avvenire, un intervento di Luca Diotallevi (“Un invito ai cattolici a non ossequiare l’ordine fine a se stesso”), una nota di Marco Roncalli (“I popolari di Sturzo: laici perché cristiani”) e un articolo di Pietro Bartolo e Francesco Aureli (“Migrazioni: andare oltre il decreto sicurezza”). Sul Foglio Matteo Matzuzzi la dice a modo suo: “Vescovi all’arrembaggio”. Sul sito di Sant’Alessandro un interessante intervento di Giovanni Cominelli: “Le omelie predicano un cristianesimo fuori dal mondo e i cattolici sono finiti fuori dalla politica”.
E’ online il manifesto duecentosettantasei
Il numero 276
Il sommario
Le prossime elezioni regionali. Intervista al candidato Massimo Zedda (Marco Ligas), E questa sarebbe l’Europa cristiana? (Ottavio Olita), La campagna “Salviamo insieme dune e spiaggia di Chia”, obiettivi e primi risultati (Stefano Deliperi), Vergogna (Graziano Pintori), Discontinuità (Massimo Dadea), Peggio del sito per le scorie nucleari. Cagliari sperimenta la rete 5G (Claudia Zuncheddu), Rimettiamoci in cammino (Amedeo Spagnuolo), USA e Cina di fronte alla “Trappola di Tucidide” (Gianfranco Sabattini), Inizia l’era Bolsonaro. A rischio i diritti della comunità LGBT, degli indigeni e delle donne (Fabio Piu), La strage degli spartachisti e l’ombra della guerra civile su Weimar (Enzo Collotti), Armi e povertà. Lo sviluppo malato della Sardegna (red).
———————————————-
Oggi giovedì 17 gennaio 2019
——–Avvenimenti&Dibattiti&Commenti&Appuntamenti———————
Salvini spopola in Sardegna, mentre gli altri, divisi, si guardano in cagnesco
17 Gennaio 2019
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
——————————————————————
PERCORSI di TEOLOGIA URBANA
15 Gennaio 2019 by Forcesi | su C3dem.
“Percorsi di teologia urbana” è il titolo che le Edizioni Messaggero di Padova hanno dato ad una nuova collana diretta da Armando Matteo, docente di teologia presso la Pontificia Università Urbaniana. La collana è stata ideata per ripensare l’annuncio del cristianesimo nelle città (e, si potrebbe dire, nel tempo in cui viviamo), a partire dalle provocazioni di papa Francesco (cfr. nn. 71-75 di Evangelii gaudium) Ne scrive in un bell’articolo, su Settimana News, Andrea Lebra (“Il vangelo nella città”). Lebra riassume i contenuti dei primi due volumi già in libreria: uno di Armando Matteo (Il postmoderno spiegato ai cattolici e ai loro parroci. Prima lezione di teologia urbana), e l’altro a firma di Domenico Cravero (parroco della diocesi di Torino, psicologo, psicoterapeuta, sociologo e scrittore) e Francesco Cosentino (teologo e docente di teologia fondamentale alla Pontificia Università Gregoriana di Roma): Lievito nella pasta. Evangelizzare la città postmoderna.
Che succede?
PD. DIALOGARE CON I 5 STELLE? O CON FORZA ITALIA? O CON LA LEGA?
16 Gennaio 2019 by Forcesi | su C3dem.
Sul Messaggero Luca Ricolfi scrive che il Pd deve scegliere: o puntare a un fronte antipopulista (allora guardando verso Forza Italia) o puntare a ristabilire l’asse destra-sinistra (guardando allora verso i 5 stelle): “Come il voto può riscrivere le alleanze. Il Pd al bivio” (Messaggero). Più vicini alla prima ipotesi quelli di LibertàEguale, come Enrico Morando che guarda a un centrosinistra a vocazione maggioritaria contro i nazionalpopulisti (“Perché voto Giachetti”). Ma c’è anche un’altra ipotesi: Claudio Cerasa, “Storia di un asse invisibile, e indicibile, che avvicina Lega e Pd” (Foglio). Daniela Preziosi spiega però che “Il Pd ‘aperto’ di Zingaretti agita il congresso” (Manifesto), e così “Renzi e Calenda rinviano i propri piani a dopo il voto europeo” (Foglio). Paolo Gentiloni dice: “Alle Europee una lista progressista può sfidare la Lega ad armi pari” (intervista a La Stampa). Davide Allegranti va a sentire i giovani del Pd: “Il Congresso con i Millennial” (Foglio).