Monthly Archives: luglio 2018

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Newsletter n. 101 del 3 luglio 2018
NON È L’EUROPA
di Raniero La Valle*

Care amiche ed amici,

C’è un appello ineludibile del missionario Alex Zanotelli a ricordarsi dell’Africa, ad aprire gli occhi sulla disperazione dell’Africa, a squarciare la cortina di silenzio che nasconde il dolore del continente che noi abbiamo depredato e che l’Europa vorrebbe ora trasformare in un immenso campo di detenzione in cui sigillare e stremare i suoi abitanti perché non si azzardino a passare il mare per venire a disturbare i sonni delle fratricide borghesie europee.
L’Europa ha consumato il suo proprio rinnegamento, ha proclamato a gran voce ciò che già era senza confessarlo: un tempio di cambiavalute chiuso alle genti e presidiato alle porte da guardiani armati e buttafuori governativi.
Questo è stato alla fine il risultato dell’iniziativa brutale di Salvini, fino al paradosso che mentre egli chiedeva la redistribuzione in Europa dei migranti arrivati in Italia, nella sua stessa logica, in nome della sua stessa cultura egoistica del “verboten” e dello scarto, è stato chiesto all’Italia di riprendersi i profughi che dall’Italia erano riusciti a passare in Germania o in altri Paesi. È la perenne lezione della violenza: quando si usa violenza c’è sempre una violenza più forte e più incisiva che prevale.
L’Europa, chiamata a pronunziarsi sulla rivoluzione migratoria dalla forte iniziativa italiana, ha scelto, senza se e senza ma, la controrivoluzione, da Macron a Seehofer a Salvini ai Paesi di Visegrad. Frontiere chiuse e avviso ai naviganti di lasciar perdere in mare i naufraghi (anche i bambini dei papà, come direbbe Salvini) o di destinarli alle motovedette penitenziarie libiche. Nello stesso tempo l’Europa rimetteva a intese volontarie tra i singoli Paesi un’eventuale ricollocazione dei profughi tra loro. In quell’istante nel vertice di Bruxelles finiva l’Unione Europea e restava un’unione intergovernativa europea, singoli Stati sovrani correlati da intese e trattati tra loro. Finiva l’Europa ma restava l’euro: lui, l’unico sovrano. E da questo momento in poi il problema non ê più quello di uscire dall’euro, ma di farvi entrare l’Europa.
Si è avverato così ciò che era stato predetto da molti, e in particolare tra noi da Luigi Ferrajoli: un’unione monetaria senza una democrazia politica è destinata a fallire.
Ma l’Europa che chiude porti e frontiere, che fa la controrivoluzione con campi di espulsione e di detenzione (di “ancoraggio”!) dentro e fuori i confini del proprio territorio, è veramente l’Europa, è cioè quella “idea d’Europa” che corrisponde all’immaginario di un italiano, di un francese, di un berlinese quando sente parlare d’Europa?
Noi, quando diciamo Europa, inevitabilmente pensiamo alla “piccola Europa”, quella di Altiero Spinelli, di De Gasperi, Schumann, Spaak, Adenauer, che nacque sulla spinta ideale del superamento dei conflitti culminati nella seconda guerra mondiale. Era un’Europa figlia della Resistenza e dell’antifascismo, aveva le stesse origini della Costituzione italiana, per questo le due andavano d’accordo. Essa escludeva l’Est, nata com’era a ridosso della cortina di ferro, era parte integrante della NATO, incorporata nel sistema Occidente. Noi ne lamentavamo la ristrettezza e il settarismo atlantico, ma le culture erano omogenee, le classi politiche di governo pensavano allo stesso modo.
L’Europa dei 28 ha invece una tutt’altra origine, nasce dal capitalismo vincente che si è proclamato globale alla caduta del Muro, si è europeizzato a Maastricht e con Prodi ha integrato nell’Unione Europea e nel sistema Occidente i Paesi dell’Est, precipitosamente sottratti all’influenza russa (intesa come ex-sovietica). Questa Europa, figlia di un’altra storia, non ha parentele con la Costituzione italiana, e si vede. Non è che da noi ê venuto meno l’europeismo, è l’Europa che non si trova più.
A questo punto deve essere chiaro che se la partita politica è importante, quella culturale lo è ancora di più. Perciò il magistero del governo è pericoloso, e gli eventi seguiti al 4 marzo ne portano la responsabilità. Ora infatti tutto deve essere cominciato di nuovo e la cultura che abbiamo perduto o stiamo perdendo, quella che un tempo fu l’anima dell’Europa e anche nostra, dovrà essere il primo scalino per salire a una nuova cultura, a un’anima più dilatata e fraterna.

Con i più cordiali saluti

* www.chiesadituttichiesadeipoveri.it
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Alex-Zanotelli-Libera-TvROMPIAMO IL SILENZIO SULL’AFRICA
Sta naufragando l’Europa
Alex Zanotelli

Dicono “Aiutiamoli a casa loro”, ma per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo tenendoli in soggezione. Una nuova Shoà.

Condividete e fate in modo che gli italiani sappiano cosa sta veramente vivendo gran parte della popolazione africana.

Appello di padre Alex Zanotelli* ai giornalisti italiani:

«Rompiamo il silenzio sull’Africa.
Non vi chiedo atti eroici, ma solo di tentare di far passare ogni giorno qualche notizia per aiutare il popolo italiano a capire i drammi che tanti popoli africani stanno vivendo.

Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo, come missionario e giornalista, uso la penna per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani, come in quelli di tutto il modo del resto.

Trovo infatti la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale.

So che i mass-media , purtroppo, sono nelle mani dei potenti gruppi economico-finanziari, per cui ognuno di voi ha ben poche possibilità di scrivere quello che veramente sta accadendo in Africa.

Mi appello a voi giornalisti/e perché abbiate il coraggio di rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa.

È inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa) ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.

È inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.

È inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.

È inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.

È inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.

È inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.

È inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi.

È inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa, soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.

È inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia, Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.

È inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.

È inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!).

Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi.

Questo crea la paranoia dell’“invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi.

Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’Africa Compact, contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti.

Ma i disperati della storia nessuno li fermerà.

Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i nostri politici gridano: «Aiutiamoli a casa loro», dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica.

E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta naufragando anche l’Europa come patria dei diritti. Davanti a tutto questo non possiamo rimane in silenzio. (I nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?).

Per questo vi prego di rompere questo silenzio-stampa sull’Africa, forzando i vostri media a parlarne. Per realizzare questo, non sarebbe possibile una lettera firmata da migliaia di voi da inviare alla Commissione di Sorveglianza della RAI e alla grandi testate nazionali? E se fosse proprio la Federazione Nazionale Stampa Italiana (FNSI) a fare questo gesto? Non potrebbe essere questo un’Africa Compact giornalistico, molto più utile al Continente che non i vari Trattati firmati dai governi per bloccare i migranti?

Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un’altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi. Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa.

*Alex Zanotelli è missionario italiano della comunità dei Comboniani, profondo conoscitore dell’Africa e direttore della rivista Mosaico di Pace

Oggi martedì 3 luglio 2018

lampada aladin micromicrodemocraziaoggisardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2img_4633Anpi logo nazcostat-logo-stef-p-c_2-2serpi-2ape-innovativa
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Il Ministro Savona si racconta
3 Luglio 2018

Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi.
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labsusBeni comuni e amministrazione condivisa • Il punto di Labsus
I cittadini che si prendono cura dei beni comuni creano ricchezza
di Rossana Caselli SU LabSus.
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Addio a Gesuino Muledda

luttoe0cf361a-9be4-421d-b570-a0fb97636c46È morto Gesuino Muledda. Condoglianze e vicinanza alla famiglia e alle compagne e ai compagni che in Gesuino hanno avuto sempre un punto fermo di riferimento e sostegno alle lotte di liberazione sociale e nazionale della Sardegna.

E’ online il manifesto sardo duecentosessantaquattro

pintor il manifesto sardoIl numero 264
Il sommario
Esistiamo. Ritorna il Sardegna Pride (red), Turchia e dintorni. La Turchia non è Istanbul (Emanuela Locci), La diffusione del pensiero di Gramsci nel mondo arabo (Gianfranco Sabattini), La banalità del colonialismo (Aldo Lotta), Buone notizie dal fronte degli usi civici in Sardegna (Stefano Deliperi), Ricerca e innovazione nel Sud, il divario cresce (Leopoldo Nascia), Villacidro paese mafioso?​ (Antonio Muscas), L’antifascismo è un valore non negoziabile (Franco Astengo), Ciao Cenzo, non ti dimenticheremo (red), Benvenuti in Europa, dove l’odio è più importante del pane (Roberto Loddo).

Oggi lunedì 2 luglio 2018

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lampada aladin micromicroGli Editoriali di Aladin AladiNews Aladinpensiero.
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Le liste civiche, falsa ancora di salvezza per il Pd
2 Luglio 2018

Massimo Villone su il manifesto, ripreso da Democraziaoggi.
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Ignazio Boi nuovo Direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cagliari

ignazio-boiCon proprio decreto del 22 giugno 2018 l’Arcivescovo di Cagliari ha nominato Ignazio Boi nuovo Direttore dell’Ufficio per la pastorale sociale e del lavoro della Diocesi di Cagliari. Succede nel prestigioso e gravoso incarico a don Giulio Madeddu. Di seguito la lettera di presentazione del nuovo Direttore, a cui vanno le congratulazioni e l’augurio di buon lavoro della Direzione e Redazione di Aladinews.
Dal direttore [segue]

Appello di Alex Zanotelli

RAZZISMO
alex
UNA SANTA COLLERA!

L’onda nera del razzismo e della xenofobia che sta dilagando in Europa, dall’Ungheria all’Austria, dalla Polonia alla Slovenia travolge oggi anche il nostro paese. Il volto più noto di questo razzismo nostrano è certamente Salvini, segretario della Lega e oggi Ministro degli Interni nel nuovo governo giallo-verde. (Non dimentichiamoci che Salvini è consigliato da Bannon, ex-consigliere di Trump e portabandiere dell’ultra destra sovranista mondiale!). E in queste prime settimane di governo giallo-verde, Salvini ha subito rivelato la sua strategia politica con degli slogan che fanno paura. “E’ finita la pacchia dei migranti”, i clandestini devono fare le valigie, se ne devono andare”, “ nessun vice-scafista deve attraccare nei porti italiani”, “siamo sotto attacco e chiediamo alla NATO di difendersi dai migranti e terroristi,” “l’Italia non può essere il campo profughi d’Europa.” (Segue) Pesante l’attacco contro la Tunisia come paese “ esportatore di galeotti.” La politica leghista vuole creare “più centri di espulsione” per sbarazzarsi di 500.000 irregolari rimandandoli ai loro paesi. Pesanti le parole del Ministro degli Interni contro il sindaco Mimmo Lucano che ha fatto rifiorire il paese di Riace (Calabria) accogliendo migranti: “ E’ lo zero!” Altrettanto dura la politica del Ministro degli Interni contro i Rom :vuole smantellare i loro campi con le ruspe e attuare quanto concordato nel “contratto” di governo : ”l’obbligo della frequenza scolastica, pena la perdita della responsabilità e potestà genitoriale.” Siamo alle Leggi speciali per i Rom? Inoltre egli promette il pugno duro per la sicurezza e il decoro urbano, a spese dei senza fissa dimora, dei poveri, degli ultimi. E il Segretario della Lega è passato subito dalle parole ai fatti con il rifiuto alla nave “Acquarius”, che portava oltre 600 migranti, di attraccare ai porti italiani. Un atto vergognoso giocato sulla pelle dei poveri, ma anche illegale perché viola la nostra Costituzione e i trattati internazionali firmati dall’Italia “sulla ricerca e salvataggio marittimo”.
E’ ormai Salvini che impazza a tutto campo, mentre i Cinque Stelle sono già prigionieri del campo di forza della Lega che ha sempre più consensi alla base e riceve gli elogi di Bannon e di Marine Le Pen e del gruppo di Visegrad. Dobbiamo riconoscerlo: siamo davanti a un “razzismo di Stato” preparato in questo ventennio da leggi come la Turco-Napolitano, la Bossi-Fini, i decreti Maroni , la realpolitik di Minniti e da un crescente razzismo degli italiani. E’ un fenomeno questo che ci interpella tutti: società civile, cittadinanza attiva, movimenti popolari, chiese, comunità cristiane.
Come missionario mi appello per primo alla Chiesa italiana perché faccia un serio esame di coscienza cercando di capire quanto i cristiani abbiano contribuito a questo disastro. E’ mai possibile che le nostre comunità abbiano dimenticato quelle parole così chiare di Gesù:” Ero affamato….,ero assetato…, ero forestiero….e non mi avete accolto”? Non è forse questo il momento più opportuno per aprire le nostre comunità ad accogliere coloro che sono minacciati di espulsione? A che cosa servono i conventi o le case religiose se non ad accogliere coloro che la società opulenta non vuole? Dovrebbe farci pensare che negli USA tante chiese e comunità cristiane si siano dichiarate “sanctuary”, luoghi di rifugio per coloro che Trump (altro razzista!) ha deciso di deportare ai loro paesi dove rischiano la vita!
Non è forse il momento in cui lanciare il “Sanctuary movement” anche in Italia per salvare tanti migranti da morte sicura? E’ mai possibile che negli USA lo stato della California si sia dichiarato “santuario” per gli irregolari che Trump vuole espellere e in Italia nessuna comunità cristiana ancora abbia fatto un tale passo? Mi appello alla cittadinanza attiva di questo paese perché in fretta crei gli anticorpi per reagire al fascio-leghismo nostrano.
E’ fondamentale imbroccare seriamente la strada della disobbedienza civile per tutte quelle leggi che disumanizzano i nostri fratelli e disumanizzano anche noi.
“Una legge che degrada la personalità umana è ingiusta”- così scriveva dal carcere di Birmingham, Martin Luther King. “ I primi cristiani si rallegravano per essere considerati degni di soffrire per quello in cui credevano- scriveva sempre dal carcere Martin Luther King. Allora la chiesa non era un semplice termometro che misurava le idee e i principi dell’opinione pubblica: era un termostato che trasformava il costume della società. Quando i primi cristiani entravano in una città, le autorità si allarmavano e subito cercavano di imprigionare i cristiani perché “disturbavano l’ordine pubblico” ed erano “agitatori venuti da fuori”. Ma i cristiani non cedettero , chiamati ad obbedire a Dio e non agli uomini”. E’ questo lo spirito che deve ritornare ad animare le comunità cristiane per poter sconfiggere, insieme a tanti uomini di buona volontà, l’onda nera del razzismo e xenofobia che ci sta travolgendo. Dobbiamo farlo insieme, credenti e laici, memori di quanto afferma il danese Kaj Munk, pastore luterano anti-nazista, ucciso come un cane nel 1944:”Quello che a noi manca è una Santa collera!

Napoli,15 giugno 2018
Alex Zanotelli.
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aladin pensiero e rappresentazioni
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Gli Editoriali di Aladin AladiNews Aladinpensiero
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Oggi 1° luglio 2018 domenica.

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Nel Sulcis la prima repubblica italiana: S. Pietro, l’Isola della libertà.
1 Luglio 2018

Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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