Monthly Archives: marzo 2018
L’Europa dell’austerità e dei cappi di bilancio alimenta la protesta e genera questi terremoti politici”
Intervista a Jean-Paul Fitoussi*: “L’Europa dell’austerità e dei cappi di bilancio alimenta la protesta e genera questi terremoti politici”
a cura di Umberto De Giovannangeli su HuffPost.
L’Huff.it 5 /03/2018. “L’Europa dell’austerità e dei “cappi” di bilancio sta generando tutto questo. La Brexit doveva suonare anche per l’Italia come un campanello d’allarme: perché l’Europa dell’iper-rigorismo, dell’assenza più totale di politiche di sviluppo e di occupazione, è stata percepita come una minaccia soprattutto dai ceti più deboli, meno garantiti sul piano sociale.
In questa ottica, dire solo più Europa, senza premettere di essere contro l’Europa dell’austerità, ha finito per alimentare la protesta. Di Maio e Salvini devono ringraziare l’Europa rigorista”. A sostenerlo, in un’intervista concessa a HuffPost è Jean-Paul Fitoussi, professore emerito all’Institut d’Etudes Politiques di Parigi e alla Luiss di Roma, secondo cui bisogna tuttavia distinguere fra M5S e Lega, il primo “capace di catturare consensi in varie fasce sociali e anagrafiche”, la seconda “espressione di un populismo di destra”. Per questo Fitoussi non crede a un’alleanza M5S-Lega.
Come giudica il risultato elettorale in Italia?
“Il voto è l’effetto e non la causa del terremoto politico italiano. Ne è l’effetto, perché l’Italia andava male anche prima di questo voto. Perché i governi che si sono succeduti nell’arco di un ventennio, siano essi politici o tecnici, non hanno risolto i problemi della gente. I problemi veri, quelli legati alle condizioni materiali di vita.
Si è, non so quanto consapevolmente, fatto finta che in Italia non esistesse una grande e irrisolta questione sociale. Mutatis mutandis, il centrosinistra italiano ha fatto lo stesso errore, devastante, dei democratici americani: sottovalutare gli effetti della crisi, non agire con la necessaria efficacia contro la finanziarizzazione dell’economia, incapaci di una critica non protezionistica, ma non per questo meno radicale alla globalizzazione. La disoccupazione è rimasta alta, soprattutto tra i giovani, i salari bassi, così come le pensioni, e nuove povertà si sono aggiunte a quelle vecchie”.
Non ha pagato una narrazione che ha puntato sul racconto di una Italia in crescita.
“Non solo non ha pagato, ma ha contribuito ad alimentare la rabbia che si è innestata sul disagio sociale. Se c’è stata un po’ di crescita, questa ha finito per favorire una fascia ristretta della società. E ciò ha finito per accrescere la rabbia di quanti non hanno ricevuto alcun dividendo da questa mini-crescita.
Non si tratta di mettere in contrasto diritti civili e diritti sociali, ma quest’ultimi non possono essere considerati un retaggio del passato, perché a orientare le scelte restano in primo luogo le condizioni materiali per sé, i propri figli. Potrà sembrare poco poetico, ma è così. Ed è questo un discorso che vale per l’Italia, come per la Francia, la Gran Bretagna e, in prospettiva ravvicinata, anche per la Germania…”.
Considera quello che ha premiato il Movimento 5 Stelle e la Lega un voto anti-establishment?
“Manca un aggettivo: incompetente. La gente bada al sodo. Un amministratore delegato di un’azienda pubblica può anche prendere stipendi d’oro, ma se si rivela un incapace è certo che la protesta è destinata a travolgere non solo lui, ma i governanti che lo hanno nominato. Vede, a volte, nei salotti dei benpensanti e acculturati, si pensa di poter spiegare fenomeni di massa usando e abusando di parole che finiscono per diventare vuote: l’anti-politica, il populismo…
E di grazia quale sarebbe la buona politica che contrasta l’anti? E qual è l’antitesi del populismo: l’esaltazione dei tecnici, una idea elitaria della democrazia? Il fatto è che il voto in Italia ha reso più evidente un fenomeno che è proprio di tutte, o quasi, democrazie occidentali ed europee: la crisi di una sinistra storica o di rassemblament nati senza una discontinuità col passato. La sinistra e il centrosinistra sono stati vissuti come forze di conservazione, e questo non paga neanche quando, è il caso della Francia o dei Paesi del Nord Europa, s’intende conservare alcune realizzazione del welfare”.
Quale ricaduta può avere il voto italiano in una ottica europea?
“Io ribalterei lo schema. È questa Europa ad aver contribuito a determinare il voto italiano. L’amara verità è che oggi l’Europa manca su tutti i fronti. Manca sul fronte dell’occupazione, della lotta alla precarietà: manca sul fronte della lotta al terrorismo, manca sul piano militare. E l’elenco sarebbe interminabile. Il problema è che non può durare a lungo così. L’Europa non può dire: non ci sono i soldi. Questa giustificazione non regge più.
Puntare, anche attraverso l’intervento pubblico, su settori strategici è investire sul futuro, e lo è anche se questo significa, nel presente, allargare i vincoli di bilancio. Non farlo, significa condannarsi non solo alla marginalità nella competizione internazionale ma favorire le spinte sovraniste nazionali. Il paradosso, che genera ‘mostri’, è che questa mancanza viene però percepita come una presenza opprimente dai settori più deboli nei singoli Paesi dell’Unione, in questo caso è l’Italia. E’ una presenza-assenza che provoca ostracismo, che innesca insicurezza, e che finisce per premiare le forze meno accostate a questa Europa dell’austerità e dei cappi di bilancio”.
Molto si è discusso in passato e ancor più lo si farà dopo l’indiscutibile successo elettorale, sulla natura dei 5 Stelle. C’è chi sostiene che sono un movimento populista di destra e chi, al contrario, li pensa come qualcosa di più complesso e più orientato, almeno sul terreno sociale, a sinistra.
“La forza dei 5 Stelle sta, a mio avviso, nella capacità dimostrata di mantenersi border line, sviluppando una sorta di ‘ermafroditismo’ politico, capace di catturare consensi in varie fasce sociali e anagrafiche.
Proprio per questo sarei stupito se Luigi Di Maio guardasse in direzione della Lega, essa sì espressione di un populismo di destra come lo è il Front National in Francia, per avere i numeri per governare. Un’elezione si può vincere, ma poi si deve poi dimostrare di essere più competenti dell’establishment di incompetenti che il voto ha terremotato…”.
È la prova del governo, dunque, che darà la vera cifra dei 5 Stelle?
“Più che di governo, parlerei di cambiamento. Quest’ultimo sarà, a mio avviso, il vero banco di prova dei 5 Stelle. Quali saranno le scelte che, se dovessero essere chiamati alla guida dell’Italia, faranno sull’occupazione, le tasse, i diritti sociali e di cittadinanza, sul rapporto con l’Europa, sui migranti… Il cambiamento non è neutro, anche per i 5 Stelle”.
*Giornalista, esperto di Medio Oriente e Islam
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Cari amici/e, compagni/e,
dopo il voto di domenica, che fare in vista delle elezioni regionali dell’anno prossimo? Partendo dalla battaglia contro la legge truffa sarda, per una nuova legge elettorale regionale, come allargare il movimento per un nuovo governi della regione? Con quali obbiettivi? Dopo i referendum lombardo e veneto e l’accordo preliminare fra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e governo che fare per la Sardegna? Quale rapporto con lo Stato? E’ ora di pensare per agire in modo unitario… Parliamone insieme.
Il Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria indice un’assemblea di valutazione a caldo del voto in vista delle elezioni regionali del febbraio prossimo. Sopra la locandina, con invito alla partecipazione e all’ulteriore diffusione.
Cordiali saluti.
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The Day After
Vince il M5S, ma siamo sconfitti
Poche chiacchiere, le forze democratiche che si richiamano alla Costituzione sono state sconfitte. Le forze a-costituzionali e anticostituzionali prendono oltre il 50%, sommando il centrodestra al PD e alleati. Il M5S vince, ma perde il Paese. C’è una grande forza di resistenza ed opposizione, costituita dai pentastellati, ma manca una prospettiva di governo attorno a Di Maio.
Quale la chiave di lettura in un’ottica chiamiamola democratico-costituzionale? Paradossalmente il voto di Liberi e Uguali (LeU). Se questa lista avesse avuto il 10%, il progetto di riaggregare un’area di sinistra democratica sarebbe stato credibile e possibile. Col 3,5% LeU manda qualche parlamentare, ma il progetto è battuto e pare senza speranza. In questo risultato si consuma la sinistra italiana. Del resto, molti di LeU avevano votato tutte le brutture di Monti, Letta, Renzi & C. Hanno concorso, con posizioni preminenti, a distruggere quel grande patrimonio politico e morale un tempo raccolto attorno al PCI. La consunzione riguarda sia l’area che aveva dato vita al PDS-DS sia quella che ha aveva costituito il PD, sia la vasta parte che si era proposta la Rifondazione comunista. Un fatto emblematico a conferma? L’elezione di Pierferdinando Casini a Bologna ad opera di quel popolo che fu, in larga misura, comunista.
Il M5S costituisce una importante forza di opposizione e di resistenza democratica e per fortuna c’è ed è robusto, ma non ha nessuna possibilità di formare un governo. Per i grillini c’è una conventio ad excludendum, anzi una autoconventio ad excludendum insuperabile, salvi capitomboli non prevedibili e non auspicabili.
Si dirà: ma se Renzi si dimette, può aprirsi lì dentro un nuovo percorso. Intanto Renzi non si farà da parte, ma anche se lo facesse ormai quel partito è perso, ha preso una direzione che con la sinistra non ha alcuna conessione storica né culturale. Non si dimentichi che da lì nella scorsa legislatura è partito il tentativo di scasso della Costituzione. Da chi ci siamo dovuti difendere negli ultimi anni e nel referendum costituzionale?
Che fare dunque? Attrezziamoci ad una lunga resistena democratica, ad una opposizione ferma e combattiva. Del resto, per chi l’ha fatta sempre o quasi, non è una novità. Ma oggi questa lunga notte dovremo viverla senza la sinistra, in un paese in cui un tempo c’erano addirittura due grosse forze nate dalla storia del Movimento Operaio: il Partito comunista e il Partito socialista. Forse tutto questo era già nei fatti, anzi certamente lo era, ma vederlo attestato nei numeri fa impressione. Turba profondamente. Occorre prendere atto che la grandi forze che hanno dato vita alla Costituzione non solo hanno cambiato nome, ma le nuove sigle hanno mutato sostanza, nel profondo, spesso passando nell’altra sponda. Per chi ritiene che il programma enucleato dalla Costituzione debba essere attuato e non solo difeso, il tabellone dei risultati elettorali non è roseo. Si pensi non solo alle grandi questioni del lavoro, della scuola, della sanità, ma anche alle questioni delle autonomie. In Sardegna, ad esempio, diventa molto difficile una battaglia di allargamento dell’autonomia e, senza speranza, nell’immediato, una via di ispirazione federalista. Si intitola una sala a Lussu a Villa devoto, ma il pensiero e l’azione di Lussu, uomo della Resistenza, esponente della sinistra alternativa, federalista dov’è? Occorre che anche nella nostra bella Isola le forze critiche e alternative si diano una mossa. Ma non se ne vedono neppure le avvisaglie.
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Documentazione
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Su Repubblica online:
http://www.repubblica.it/speciali/politica/elezioni2018/2018/03/04/news/risultati_elezioni_politiche_pd_centrodestra_m5s_fi_lega-190424815/?ref=RHPPTP-BL-I0-C12-P1-S1.12-T1
Aggiornamento
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Su Il fatto quotidiano online: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/03/05/elezioni-risultati-diretta-proiezioni-la7-m5s-trionfa-al-323-pd-affonda-al-187-lega-vola-al-173-forza-italia-al-143/4202741/
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Su L’Unione Sarda online: http://www.unionesarda.it/articolo/politica_italiana/2018/03/05/elezioni_lo_spoglio_in_sardegna_i_grillini_fanno_il_pieno_di_segg-1-704171.html
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Su La Nuova Sardegna online: http://www.lanuovasardegna.it/italia-mondo/2018/03/05/news/elezioni-boom-m5s-eletto-velista-mura-1.16555988
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Oggi lunedì 5 marzo 2018 The Day after
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Ancora oggi ci sta! Giorgio Gaber: ELEZIONI.
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Mercoledì 7 marzo, con inizio alle ore 17.30, incontro aperto del Comitato d’Iniziativa Costituzionale e Statutaria (CoStat) di valutazione sugli esiti elettorali del 5 marzo, presso l’Hostel Marina, scalette San Sepolcro. Si parlerà anche della campagna politica per una nuova legge elettorale sarda.
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Renzi è proprio matto! Vede solo se stesso, non il Paese. Urge reazione dall’interno del PD
A.P. su Democraziaoggi.
Renzi non è rinsavito. Neanche la terribile botta di ieri lo ha riportato alla realtà. E’ sempre matto, polticamente parlando. Incontra la stampa, e cosa dice? Che il risultato gli dà ragione. Prova che chi ha vinto non ha i numeri di governare. Segno dell’errore […]
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Sardegna, fine di un’epoca. In un colpo solo, quattro classi dirigenti spazzate via: e il futuro è tutto da scrivere.
Vito Biolchini su vitobiolchini.it
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Caro Pigliaru, dopo il risultato di ieri, hai un solo dovere: fare una nuova legge elettorale e dimetterti!
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Caro Francesco,
(segue)
Oggi domenica 4 marzo 2018 si vota: votate (scelta preferenziale), non votate, votate chi volete. Se volete consigli, solo se li volete, leggete le dichiarazioni che seguono.
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AutodetermiNatzione
Marco Meloni
Voterò AUTODETERMINATZIONE
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Liberi e Uguali
Gianni Pisanu.
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Voterò LIBERI e UGUALI
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Movimento 5 Stelle
Pino Calledda.
Voterò Movimento 5 Stelle
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Potere al Popolo
Piero Carta
Voterò POTERE AL POPOLO
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Oggi domenica 4 marzo 2018. Si vota!
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Ci sta! Giorgio Gaber: ELEZIONI.
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Elezioni politiche italiane del 2018.
Istruzioni per le modalità di voto (su Google).
Agli indignati di questa Terra. Non arrendetevi!
Per Stephane Hessel, nel 5° anniversario dalla morte
Il “Centro di ricerca per la pace e i diritti umani” di Viterbo.
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Su Democraziaoggi
Elezioni
“L’analfabeta politico”, poesia di Bertolt Brecht
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“L’analfabeta politico”
Il peggiore analfabeta
è l’analfabeta politico.
Egli non sente, non parla,
nè s’importa degli avvenimenti politici.
Egli non sa che il costo della vita,
il prezzo dei fagioli, del pesce, della farina,
dell’affitto, delle scarpe e delle medicine
dipendono dalle decisioni politiche.
L’analfabeta politico è così somaro
che si vanta e si gonfia il petto
dicendo che odia la politica.
Non sa l’imbecille che dalla sua
ignoranza politica nasce la prostituta,
il bambino abbandonato,
l’assaltante, il peggiore di tutti i banditi,
che è il politico imbroglione,
il mafioso corrotto,
il lacchè delle imprese nazionali e multinazionali.
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Bertolt Brecht, nato Eugen Berthold Friedrich Brecht (/ˈbεɐ̯tɔlt ˈbʁεçt/; Augusta, 10 febbraio 1898 – Berlino, 14 agosto 1956), è stato un drammaturgo, poeta e regista teatrale tedesco, tra i più grandi ed influenti del Novecento.
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Ci sta! Giorgio Gaber: ELEZIONI.
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SU VOTU
de Gavinu Dettori
- Su votu est fattu aposta
- dirittu costitutzionale
- E no est mancu male:
- ca est libertade nosta
- Su votu est dirittu, …solu in democratzia
- pro poder seberare
- puru senza votare
- sa libertade mia
- Si nois non votamus
- sos riccos baldantzosos
- nos che furan su votu
- Si votan issos’etotu
- sempre piagherosos
- poi nos lamentamus.
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https://www.facebook.com/gavino.dettori.1/posts/1033301210160338
Elezioni. Dichiarazioni di voto. Ma, ovviamente, ciascuno decida come più crede: votare, non votare, scegliere…
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AutodetermiNatzione
Marco Meloni
Voterò AUTODETERMINATZIONE
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Liberi e Uguali
Gianni Pisanu.
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Voterò LIBERI e UGUALI
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Movimento 5 Stelle
Pino Calledda.
Voterò Movimento 5 Stelle
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Potere al Popolo
Piero Carta
Voterò POTERE AL POPOLO
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[Vanni Tola su fb] IO NON VOTO.
Programma di sopravvivenza per domani. Dalle 7 alle 23 si vota (si può anche non votare, io farò così). (Segue)
Elezioni
Votate, ma non il centrodestra e chi ha tentato lo scasso della Costituzione.
Appello al voto del 4 marzo.
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Elezioni. Dichiarazioni di voto.
Pino Calledda.
Voterò Movimento 5 Stelle
In tutta la mia vita l’impegno politico, sociale e culturale non è mai mancato. Volevo cambiare il mondo, ciò che mi circondava ma cercavo sempre di costruire qualcosa, di proporre e sognare un futuro migliore per tutti. Oggi ho ritrovato questa passione e slancio nel Movimento5Stelle ed in questa campagna elettorale ho sentito ancor più il bisogno di sperare in un prossimo cambiamento politico nel nostro paese. Il M5S può dare risposta alle tante speranze che provengono dai nostri territori. Con i nostri pochi mezzi abbiamo scelto di parlare direttamente ai nostri cittadini, nelle strade, nelle piazze, nei mercati, luoghi di lavoro, scuole ed università. Ci siamo confrontati esponendo i nostri programmi per la qualità della vita degli italiani e per la nostra Sardegna. Voto per il Movimento5Stelle
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Oggi sabato 3 marzo 2018
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ANPI: al Liceo artistico in lotta a parlare del bello nella Costituzione.
Gianna Lai, su Democraziaoggi.
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News da chiesadituttichiesadeipoveri.
Newsletter n. 70 del 27 febbraio 2018
VERSO DOVE
Cari Amici,
la domanda sempre aperta è verso dove andare. Oggi però non inseriamo alcun nuovo materiale sul sito Chiesa di tutti Chiesa dei poveri per lasciare in evidenza, fino al 4 marzo, i quattro testi sovratitolati “Oltre il 4 marzo”, che sono i seguenti: “Che alla politica ritorni il pensiero”, “Cambiare le regole del gioco del sistema economico sociale”, “La stella polare resta la Costituzione”, “Il compito della politica? Sbloccare la civiltà”. Dal “combinato disposto” di questi quattro testi risultano le questioni nodali che a nostro parere la politica, e non solo in Italia, ma nel mondo, dovrebbe affrontare:
(segue)