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DOCUMENTAZIONE. Risoluzione del Parlamento europeo del 24 ottobre 2017 sulle politiche volte a garantire il reddito minimo come strumento per combattere la povertà

europa-in-europabin_italia_logo_20158Risoluzione del Parlamento europeo del 24 ottobre 2017 sulle politiche volte a garantire il reddito minimo come strumento per combattere la povertà (2017)
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ep-logo-cmyk_it- Il testo della risoluzione del Parlamento Europeo del 24 ottobre 2017.

«Europa sociale». L’Europa parla bene… aspettiamo i fatti

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lampada aladin micromicroStralciamo dall’articolo di Roberta Carlini su Rocca, già ripreso integralmente da Aladinews, la parte dell’accordo dei capi di governo europei firmato nel vertice di Gotegorg del 17 novembre 2017, denominato «Pilastro sociale»: un articolato di 20 punti per rafforzare l’«Europa sociale», che riportiamo integralmente in appendice. Tale documentazione integra quella già messa a disposizione a supporto dell’iniziativa sul Lavoro che si terrà venerdì 15 dicembre presso la Comunità San Rocco di Cagliari, promossa con la nostra collaborazione.
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EUROPA:
pilastro sociale…
di Roberta Carlini, su Rocca
(…)
un pilastro traballante
Molta minore attenzione ha ricevuto, nello stesso periodo, un’altra notizia proveniente dalle istituzioni europee. Anche questa definita, dai protagonisti «di portata storica». Nel vertice di Goteborg del 17 novembre è stato approvato dai capi di governo il «Pilastro sociale» dell’Unione, ossia un programma in venti punti per rafforzare l’Europa sociale. I venti punti fanno riferimento a tre grandi aree, che sono «pari opportunità e accesso al mercato del lavoro» (si va dall’istruzione alla parità di genere al sostegno attivo all’occupazione), «condizioni di lavoro eque» (dove si ribadisce il binomio flessibilità più sicurezza, si parla di salario minimo, di partecipazione dei lavoratori, di ambiente di lavoro, di conciliazione tra lavoro e famiglia), di «protezione sociale e inclusione» (reddito garantito, assistenza sanitaria per tutti, alloggi, accesso ai servizi essenziali…). «Non è una poesia, ma un programma politico», ha detto il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker presentandolo.
L’enfasi è tutta politica: di fronte alla crescente protesta o disaffezione per l’unificazione europea, si cerca di correre ai ripari tornando ai principi istitutivi del welfare europeo, che sono purtroppo lettera morta in molti Stati, o perché non ci sono mai arrivati – come molti Paesi del Sud –, o perché sono stati messi in discussione dalla crisi fiscale e da quella economica. Ma che credibilità ha un’Unione che ribadisce questi principi, anche adeguandoli alle novità dei tempi come l’innovazione tecnologica e la parità di genere, ma non ha né dà strumenti per attuarli? In mancanza di un bilancio e di un governo comuni, la costruzione del «pilastro sociale» è lasciata agli ingegneri dei singoli Stati, che ben poco potranno fare se la stessa Unione con una mano dà – o meglio, scrive – diritti, con l’altra li toglie per mancanza di fondi e per le politiche di austerità. Ma almeno da domani, o da dopodomani, i governi che vogliono cambiare strada avranno un principio, anche giuridico, al quale appellarsi.
Roberta Carlini su Rocca.

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Proposta di proclamazione interistituzionale sul pilastro europeo dei diritti sociali
(…) testo della proclamazione interistituzionale sul pilastro europeo dei diritti sociali approvato dal Coreper il 20 ottobre in vista della sessione del Consiglio (EPSCO) del 23 ottobre 2017.
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- L’accordo del 17 novembre 2017.
- Il LIBRO BIANCO SUL FUTURO DELL’EUROPA.
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Proclamazione interistituzionale sul pilastro europeo dei diritti sociali
Il Parlamento europeo, il Consiglio e la Commissione proclamano solennemente quale pilastro europeo dei diritti sociali il testo riportato in appresso.
PILASTRO EUROPEO DEI DIRITTI SOCIALI
Preambolo
A norma dell’articolo 3 del trattato sull’Unione europea, gli obiettivi dell’Unione sono, tra l’altro, promuovere il benessere dei suoi popoli e adoperarsi per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale. L’Unione combatte l’esclusione sociale e le discriminazioni e promuove la giustizia e la protezione sociali, la parità tra donne e uomini, la solidarietà tra le generazioni e la tutela dei diritti del minore.
A norma dell’articolo 9 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea, nella definizione e nell’attuazione delle sue politiche e azioni, l’Unione tiene conto delle esigenze connesse con la promozione di un elevato livello di occupazione, la garanzia di un’adeguata protezione sociale, la lotta contro l’esclusione sociale e un elevato livello di istruzione, formazione e tutela della salute umana.
L’articolo 151 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea stabilisce che l’Unione e gli Stati membri, tenuti presenti i diritti sociali fondamentali, quali quelli definiti nella Carta sociale europea firmata a Torino il 18 ottobre 1961 e nella Carta comunitaria dei diritti sociali fondamentali dei lavoratori del 1989, hanno come obiettivi la promozione dell’occupazione, il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro, che consenta la loro parificazione nel progresso, una protezione sociale adeguata, il dialogo sociale, lo sviluppo delle risorse umane atto a consentire un livello occupazionale elevato e duraturo e la lotta contro l’emarginazione.
L’articolo152 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea stabilisce che l’Unione riconosce e promuove il ruolo delle parti sociali al suo livello, tenendo conto delle diversità dei sistemi nazionali. Essa facilita il dialogo tra tali parti e rispetta la loro autonomia.
La Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, proclamata in occasione del Consiglio europeo di Nizza il 7 dicembre 2000, tutela e promuove una serie di principi fondamentali che sono essenziali per il modello sociale europeo. Le disposizioni della presente Carta si applicano alle istituzioni, agli organi e agli organismi dell’Unione nel rispetto del principio di sussidiarietà, come pure agli Stati membri esclusivamente nell’attuazione del diritto dell’Unione.

Il trattato sul funzionamento dell’Unione europea contiene disposizioni che stabiliscono le competenze dell’Unione in relazione, tra l’altro, alla libertà di circolazione dei lavoratori (articoli da 45 a 48), al diritto di stabilimento (articoli da 49 a 55), alla politica sociale (articoli da 151 a 161), alla promozione del dialogo tra datori di lavoro e lavoratori (articolo 154), compresi gli accordi conclusi e attuati a livello dell’Unione (articolo 155), alla parità di retribuzione tra uomini e donne per uno stesso lavoro (articolo 157), al contributo allo sviluppo di un’istruzione di qualità e alla formazione professionale (articoli 165 e 166), all’azione dell’Unione a completamento delle politiche nazionali e per promuovere la cooperazione nel settore della sanità (articolo 168), alla coesione economica, sociale e territoriale (articoli da 174 a 178), all’elaborazione e alla sorveglianza dell’attuazione degli indirizzi di massima per le politiche economiche (articolo 121), alla formulazione e all’esame dell’attuazione degli orientamenti in materia di occupazione (articolo148) e, più in generale, al ravvicinamento delle legislazioni (articoli da 114 a 117).
Il Parlamento europeo ha chiesto un solido pilastro europeo dei diritti sociali per rafforzare i diritti sociali e produrre effetti positivi sulla vita delle persone nel breve e medio termine, nonché per sostenere la costruzione europea nel 21o secolo1. Il Consiglio europeo ha sottolineato che è prioritario affrontare l’insicurezza economica e sociale e ha chiesto che venga costruito un futuro promettente per tutti, che vengano stabilite garanzie volte a tutelare il nostro modo di vivere e che vengano offerte opportunità migliori per i giovani. 2 I leader dei 27 Stati membri e del Consiglio europeo, del Parlamento europeo e della Commissione europea si sono impegnati nel programma di Roma a lavorare per un’Europa sociale. L’impegno si basa sui principi di crescita sostenibile, di promozione del progresso sociale ed economico, di coesione e di convergenza, rispettando al contempo l’integrità del mercato interno3. Le parti sociali hanno preso l’impegno di continuare a contribuire a un’Europa favorevole ai suoi lavoratori e alle sue imprese4.
Il completamento del mercato unico europeo negli ultimi decenni è stato accompagnato dallo sviluppo di un solido acquis sociale che ha apportato progressi in ambito di libertà di circolazione, condizioni di vita e di lavoro, parità tra uomini e donne, salute e sicurezza sul lavoro, protezione sociale e istruzione e formazione. L’introduzione dell’euro ha dotato l’Unione di una valuta comune stabile, condivisa da 340 milioni di cittadini in 19 Stati membri, che facilita loro la vita quotidiana e li tutela contro l’instabilità finanziaria. L’Unione si è anche ampliata notevolmente, accrescendo le opportunità economiche e promuovendo il progresso sociale in tutto il continente.
I mercati del lavoro e le società sono in rapida evoluzione: nuove opportunità e nuove sfide emergono dalla globalizzazione, dalla rivoluzione digitale, dal mutamento dell’organizzazione del lavoro e dagli sviluppi sociali e demografici. Le sfide, come la notevole diseguaglianza, la disoccupazione di lunga durata e giovanile o la solidarietà tra le generazioni, sono spesso simili negli Stati membri, anche se incidono in misura diversa.
L’Europa ha dimostrato la propria volontà di superare la crisi economica e finanziaria e, grazie a un intervento deciso, l’economia dell’Unione è ora più stabile, con livelli di occupazione elevati come mai in passato e una costante riduzione della disoccupazione. Le conseguenze sociali della crisi sono tuttavia vaste – della disoccupazione giovanile e di lunga durata al rischio di povertà – ed è urgente affrontarle.
Le sfide sociali e occupazionali che l’Europa si trova ad affrontare sono per lo più la conseguenza di una crescita relativamente modesta, che affonda le sue radici in un insufficiente sfruttamento del potenziale produttivo e di partecipazione al mercato del lavoro. Il progresso economico e quello sociale sono interconnessi e lo sviluppo di un pilastro europeo dei diritti sociali dovrebbe essere parte di un più ampio sforzo teso a costruire un modello di crescita più inclusivo e sostenibile, migliorando la competitività dell’Europa e rendendola più propizia agli investimenti, alla creazione di posti di lavoro e al rafforzamento della coesione sociale.
Il pilastro europeo dei diritti sociali mira a fungere da guida per realizzare risultati sociali e occupazionali efficaci in risposta alle sfide attuali e future così da soddisfare i bisogni essenziali della popolazione e garantire una migliore attuazione e applicazione dei diritti sociali.
Una maggiore attenzione alla situazione occupazionale e sociale è particolarmente importante per accrescere la capacità di reazione e approfondire l’Unione economica e monetaria. Per questo motivo il pilastro europeo dei diritti sociali è stato ideato precipuamente per la zona euro, ma è applicabile a tutti gli Stati membri che desiderino farne parte.
Il pilastro europeo dei diritti sociali esprime principi e diritti fondamentali per assicurare l’equità e il buon funzionamento dei mercati del lavoro e dei sistemi di protezione sociale nell’Europa del 21o secolo. Ribadisce alcuni dei diritti già presenti nell’acquis dell’Unione. Aggiunge nuovi principi per affrontare le sfide derivanti dai cambiamenti sociali, tecnologici ed economici.
I principi sanciti nel pilastro europeo dei diritti sociali riguardano i cittadini dell’Unione e i cittadini di paesi terzi regolarmente residenti nell’Unione. I principi che si riferiscono ai lavoratori si applicano a tutte le persone occupate, indipendentemente dalla loro situazione occupazionale, dalle modalità e dalla durata dell’occupazione.
Il pilastro europeo dei diritti sociali non impedisce agli Stati membri o alle parti sociali di stabilire norme sociali più ambiziose. In particolare, nessuna disposizione del pilastro europeo dei diritti sociali deve essere interpretata come limitativa o lesiva dei diritti e dei principi riconosciuti, nel rispettivo ambito di applicazione, dal diritto dell’Unione, dal diritto internazionale, dalle convenzioni internazionali delle quali l’Unione o tutti gli Stati membri sono parti, comprese la Carta sociale europea firmata a Torino il 18 ottobre 1961 e le convenzioni e le raccomandazioni pertinenti dell’Organizzazione internazionale del lavoro.
La realizzazione degli obiettivi del pilastro europeo dei diritti sociali dipende dall’impegno e dalla responsabilità condivisi tra l’Unione, gli Stati membri e le parti sociali. I principi e i diritti stabiliti dal pilastro europeo dei diritti sociali dovrebbero essere attuati a livello dell’Unione e degli Stati membri nell’ambito delle rispettive competenze e nel rispetto del principio di sussidiarietà.
A livello dell’Unione il pilastro europeo dei diritti sociali non comporta un ampliamento delle competenze dell’Unione quali definite dai trattati e dovrebbe essere attuato entro i limiti di dette competenze.
A livello degli Stati membri, il pilastro rispetta la diversità delle culture e delle tradizioni dei popoli d’Europa, nonché l’identità nazionale di ciascuno Stato membro e l’ordinamento dei pubblici poteri a livello nazionale, regionale e locale. In particolare, lo sviluppo del pilastro non compromette la facoltà riconosciuta agli Stati membri di definire i principi fondamentali del loro sistema di sicurezza sociale e non dovrebbe incidere sensibilmente sull’equilibrio finanziario dello stesso.
Il dialogo sociale svolge un ruolo centrale nel rafforzare i diritti sociali e nell’incrementare la crescita sostenibile e inclusiva. In linea con la loro autonomia e il loro diritto all’azione collettiva, le parti sociali a tutti i livelli hanno un ruolo cruciale da svolgere nello sviluppo e nella realizzazione del pilastro europeo dei diritti sociali.
Pilastro europeo dei diritti sociali
CAPO I: Pari opportunità e accesso al mercato del lavoro
1. Istruzione, formazione e apprendimento permanente
Ogni persona ha diritto a un’istruzione, a una formazione e a un apprendimento permanente di qualità e inclusivi, al fine di mantenere e acquisire competenze che consentono di partecipare pienamente alla società e di gestire con successo le transizioni nel mercato del lavoro.
2. Parità di genere
a. La parità di trattamento e di opportunità tra donne e uomini deve essere garantita e rafforzata in tutti i settori, anche per quanto riguarda la partecipazione al mercato del lavoro, i termini e le condizioni di lavoro e l’avanzamento di carriera.
b. Donne e uomini hanno diritto alla parità di retribuzione per lavoro di pari valore.
3. Pari opportunità
A prescindere da sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali, disabilità, età o orientamento sessuale, ogni persona ha diritto alla parità di trattamento e di opportunità in materia di occupazione, protezione sociale, istruzione e accesso a beni e servizi disponibili al pubblico. Sono promosse le pari opportunità dei gruppi sottorappresentati.
4. Sostegno attivo all’occupazione
a. Ogni persona ha diritto a un’assistenza tempestiva e su misura per migliorare le prospettive di occupazione o di attività autonoma. Ciò include il diritto a ricevere un sostegno per la ricerca di un impiego, la formazione e la riqualificazione. Ogni persona ha il diritto di trasferire i diritti in materia di protezione sociale e formazione durante le transizioni professionali.
b. I giovani hanno diritto al proseguimento dell’istruzione, al tirocinio o all’apprendistato oppure a un’offerta di lavoro qualitativamente valida entro quattro mesi dalla perdita del lavoro o dall’uscita dal sistema d’istruzione.
c. I disoccupati hanno diritto a un sostegno personalizzato, continuo e coerente. I disoccupati di lungo periodo hanno diritto a una valutazione individuale approfondita entro 18 mesi dall’inizio della disoccupazione.
Capo II: Condizioni di lavoro eque
5. Occupazione flessibile e sicura
a. Indipendentemente dal tipo e dalla durata del rapporto di lavoro, i lavoratori hanno diritto a un trattamento equo e paritario per quanto riguarda le condizioni di lavoro e l’accesso alla protezione sociale e alla formazione. È promossa la transizione a forme di lavoro a tempo indeterminato.
b. Conformemente alle legislazioni e ai contratti collettivi, è garantita ai datori di lavoro la necessaria flessibilità per adattarsi rapidamente ai cambiamenti del contesto economico.
c. Sono promosse forme innovative di lavoro che garantiscano condizioni di lavoro di qualità. L’imprenditorialità e il lavoro autonomo sono incoraggiati. È agevolata la mobilità professionale.
d. Vanno prevenuti i rapporti di lavoro che portano a condizioni di lavoro precarie, anche vietando l’abuso dei contratti atipici. I periodi di prova sono di durata ragionevole.
6. Retribuzioni
a. I lavoratori hanno diritto a una retribuzione equa che offra un tenore di vita dignitoso.
b. Sono garantite retribuzioni minime adeguate, che soddisfino i bisogni del lavoratore e della sua famiglia in funzione delle condizioni economiche e sociali nazionali, salvaguardando nel contempo l’accesso al lavoro e gli incentivi alla ricerca di lavoro. La povertà lavorativa va prevenuta.
c. Le retribuzioni sono fissate in maniera trasparente e prevedibile, conformemente alle prassi nazionali e nel rispetto dell’autonomia delle parti sociali.
7. Informazioni sulle condizioni di lavoro e sulla protezione in caso di licenziamento
a. I lavoratori hanno il diritto di essere informati per iscritto all’inizio del rapporto di lavoro dei diritti e degli obblighi derivanti dal rapporto di lavoro e delle condizioni del periodo di prova.
b. Prima del licenziamento, i lavoratori hanno il diritto di essere informati delle motivazioni e a ricevere un ragionevole periodo di preavviso. Essi hanno il diritto di accedere a una risoluzione delle controversie efficace e imparziale e, in caso di licenziamento ingiustificato, il diritto di ricorso, compresa una compensazione adeguata.
8. Dialogo sociale e coinvolgimento dei lavoratori
a. Le parti sociali sono consultate per l’elaborazione e l’attuazione delle politiche economiche, occupazionali e sociali nel rispetto delle prassi nazionali. Esse sono incoraggiate a negoziare e concludere accordi collettivi negli ambiti di loro interesse, nel rispetto delle propria autonomia e del diritto all’azione collettiva. Ove del caso, gli accordi conclusi tra le parti sociali sono attuati a livello dell’Unione e dei suoi Stati membri.
b. I lavoratori o i loro rappresentanti hanno il diritto di essere informati e consultati in tempo utile su questioni di loro interesse, in particolare in merito al trasferimento, alla ristrutturazione e alla fusione di imprese e ai licenziamenti collettivi.
c. È incoraggiato il sostegno per potenziare la capacità delle parti sociali di promuovere il dialogo sociale.
9. Equilibrio tra attività professionale e vita familiare
I genitori e le persone con responsabilità di assistenza hanno diritto a un congedo appropriato, modalità di lavoro flessibili e accesso a servizi di assistenza. Gli uomini e le donne hanno pari accesso ai congedi speciali al fine di adempiere le loro responsabilità di assistenza e sono incoraggiati a usufruirne in modo equilibrato.
10. Ambiente di lavoro sano, sicuro e adeguato e protezione dei dati
a. I lavoratori hanno diritto a un elevato livello di tutela della salute e della sicurezza sul luogo di lavoro.
b. I lavoratori hanno diritto a un ambiente di lavoro adeguato alle loro esigenze professionali e che consenta loro di prolungare la partecipazione al mercato del lavoro.
c. I lavoratori hanno diritto alla protezione dei propri dati personali nell’ambito del rapporto di lavoro.
Capo III: Protezione sociale e inclusione 11. Assistenza all’infanzia e sostegno ai minori
a. I bambini hanno diritto all’educazione e cura della prima infanzia a costi sostenibili e di buona qualità.
b. I minori hanno il diritto di essere protetti dalla povertà. I bambini provenienti da contesti svantaggiati hanno diritto a misure specifiche tese a promuovere le pari opportunità.
12. Protezione sociale
Indipendentemente dal tipo e dalla durata del rapporto di lavoro, i lavoratori e, a condizioni comparabili, i lavoratori autonomi hanno diritto a un’adeguata protezione sociale.
13. Prestazioni di disoccupazione
I disoccupati hanno diritto a un adeguato sostegno all’attivazione da parte dei servizi pubblici per l’impiego per (ri)entrare nel mercato del lavoro e ad adeguate prestazioni di disoccupazione di durata ragionevole, in linea con i loro contributi e le norme nazionali in materia di ammissibilità. Tali prestazioni non costituiscono un disincentivo a un rapido ritorno all’occupazione.
14. Reddito minimo
Chiunque non disponga di risorse sufficienti ha diritto a un adeguato reddito minimo che garantisca una vita dignitosa in tutte le fasi della vita e l’accesso a beni e servizi. Per chi può lavorare, il reddito minimo dovrebbe essere combinato con incentivi alla (re)integrazione nel mercato del lavoro.
15. Reddito e pensioni di vecchiaia
a. I lavoratori dipendenti e i lavoratori autonomi in pensione hanno diritto a una pensione commisurata ai loro contributi e che garantisca un reddito adeguato. Donne e uomini hanno pari opportunità di maturare diritti a pensione.
b. Ogni persona in età avanzata ha diritto a risorse che garantiscano una vita dignitosa.
16. Assistenza sanitaria
Ogni persona ha il diritto di accedere tempestivamente a un’assistenza sanitaria preventiva e terapeutica di buona qualità e a costi accessibili.
17. Inclusione delle persone con disabilità
Le persone con disabilità hanno diritto a un sostegno al reddito che garantisca una vita dignitosa, a servizi che consentano loro di partecipare al mercato del lavoro e alla società e a un ambiente di lavoro adeguato alle loro esigenze.
18. Assistenza a lungo termine
Ogni persona ha diritto a servizi di assistenza a lungo termine di qualità e a prezzi accessibili, in particolare ai servizi di assistenza a domicilio e ai servizi locali.
19. Alloggi e assistenza per i senzatetto
a. Le persone in stato di bisogno hanno accesso ad alloggi sociali o all’assistenza abitativa di qualità.
b. Le persone vulnerabili hanno diritto a un’assistenza e a una protezione adeguate contro lo sgombero forzato.
c. Ai senzatetto sono forniti alloggi e servizi adeguati al fine di promuoverne l’inclusione sociale.
20. Accesso ai servizi essenziali
Ogni persona ha il diritto di accedere a servizi essenziali di qualità, compresi l’acqua, i servizi igienico-sanitari, l’energia, i trasporti, i servizi finanziari e le comunicazioni digitali. Per le persone in stato di bisogno è disponibile un sostegno per l’accesso a tali servizi.
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1 Risoluzione del Parlamento europeo del 19 gennaio 2017 su un pilastro europeo dei diritti sociali [2016/2095(INI)].
2 Dichiarazione di Bratislava del 16 settembre 2016.
3 Dichiarazione di Roma del 25 marzo 2017.
4 Dichiarazione congiunta delle parti sociali del 24 marzo 2017.
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- Risoluzione del Parlamento europeo del 24 ottobre 2017 sulle politiche volte a garantire il reddito minimo come strumento per combattere la povertà.

Oggi venerdì 8 dicembre 2017

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utopiademocraziaoggiIl ruolo dell’utopia nel creare il futuro
8 Dicembre 2017

- Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi.
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huguesL’importanza di chiamarsi Ugo
- Raffaele Deidda si Aladinews.
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avvenireCrescente miseria e giusti rimedi. Non è un’Italia per giovani
Leonardo Becchetti su l’Avvenire commenta il recente rapporto Istat sui redditi: “L’Italia non è un Paese per bambini, giovani e famiglie e il rischio di cadere in povertà è inversamente proporzionale all’età e alla dimensione della famiglia come ci confermano i dati dell’indagine Eu-Silc relativi al 2016 rilasciati giovedì 7 dicembre dall’Istat. Il dato medio nazionale è già impressionante perchè il 30% degli italiani è a rischio povertà, il valore più elevato dal 2004 a oggi (siamo al quintultimo posto in Europa, seguiti solo da Romania, Bulgaria, Grecia e Lettonia). La percentuale sale però al 37% se guardiamo alle persone sole con meno di 65 anni e addirittura al 46% se ci concentriamo sulle famiglie con più di 4 figli”.
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Da oggi venerdì 8 dicembre 2017. Commenti e “Eventi Aladinsegnalati”

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—————————–Eventi aladinsegnalati————————-
Domani sabato 9 dicembre
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Lunedì 11 dicembre —————————————————–
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leilogofGiovedì 14 dicembre
Auditorium Comunale [Piazza Dettori 8, Cagliari] ore 18:00 L’economia della felicità – Incontro con l’economista Leonardo Becchetti.
Circondati da ipermercati dove si vende di tutto a prezzi bassissimi, siamo arrivati alla felicità?
Forse no, perché dall’economia non dipende solo il benessere delle nostre tasche, ma gran parte della felicità di tutti noi e, a lungo termine, la sopravvivenza del pianeta. Orientare le nostre scelte d’acquisto fa la differenza nel preservare e promuovere valori fondamentali come libertà, giustizia ed equità, valori che sono alla base di una vera felicità. Presenta l’incontro Roberto Sedda.
- Libro di riferimento: Capire l’economia in sette passi [Minimum Fax, 2016]
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Venerdì 15 dicembre
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Sabato 16 dicembre
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Mercoledì 13 dicembre —————————————————————-
“Pro Salute e prosperitate nostra – Nostra Signora di Bonaria nella storia della salvezza, dalla corona al regno d’Italia”
82270-locandinapresentazione ——- di Gianlorenzo Porrà.

Politica, fede, religione. Si può trovare questo e molto altro, nelle pergamene del Santuario di Bonaria. È il contenuto del libro “Pro Salute e prosperitate nostra – Nostra Signora di Bonaria nella storia della salvezza, dalla corona al regno d’Italia”, a cura del ricercatore storico Luca Demontis.
La presentazione si terrà mercoledì 13 dicembre 2017 presso il Teatro di Bonaria a Cagliari ore 18.30.

Il Lavoro fondamentale impegno dei cattolici insieme con tutte le persone di buona volontà anche se provenienti da esperienze culturali differenti. “Qualcosa di simile è accaduto con il contributo dei parlamentari cattolici nella stesura della nostra costituzione repubblicana”.

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48a Settimana Sociale
“Il lavoro che vogliamo: libero, creativo, partecipativo, solidale”
Cagliari, 26-29 ottobre 2017
Conclusioni di Mons. Filippo Santoro, Presidente del Comitato
Cagliari, 29 ottobre 2017

L’importanza di chiamarsi Ugo

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di Raffaele Deidda

La storia ci trasmette un profilo elevatissimo di Ugo, figura leggendaria che esercita un fascino eccezionale, fondato su grandi doni spirituali e su uno straordinario carisma personale. Ugo è diventato, in virtù della sua buona amministrazione, un’icona di valori perenni a cui tutti gli amministratori dovrebbero ispirarsi. Da capo politico Ugo ha testimoniato e trasmesso valori di attaccamento alla propria terra, coscienza e onore, come pochi altri hanno fatto, pur godendo di una fama immeritatamente maggiore. La vita di Ugo, vissuta con coerenza ed energia, è diventata nel tempo un esempio irripetibile da ammirare. Ugo si è sempre inchinato ai valori perenni, mai a un padrone. Del resto gli uomini che si inchinano ai valori e alle tradizioni sono quelli che meno si inchinano ai potenti di turno, coltivando fortemente aspirazioni libertarie e autonomiste.

L’illuminata politica di Ugo ha consentito ai suoi amministrati di vivere al riparo di arbitrii e vessazioni e ha consentito il radicamento di un grande pluralismo istituzionale e politico. La sua autorevolezza è stata carismatica, quasi taumaturgica e portatrice di fortune, capace di moderazione e giustizia più che di comando e coercizione. Ugo ha saputo dimostrare come si possa essere più un garante delle tradizioni e della libertà che un governante nel senso pervasivo del termine. Grazie a lui i cittadini hanno sviluppato un forte impegno per una generale riscoperta di valori fondamentali di coscienza, attaccamento, onore e la volontà di difendere e migliorare la propria terra per lasciarla in eredità alle generazioni future.

huguesA coloro che a questo punto si staranno domandando: “Incredibile, ma si tratta di Ugo Cappellacci?” dobbiamo purtroppo rispondere di no. Il profilo tracciato è quello di Ugo di Toscana (950-1001) margravio dal 970 fino alla sua morte. Ugo di Toscana è ricordato da Dante nella Divina Commedia, canto XVI del Paradiso. L’altro, Ugo di Sardegna, è stato il vicepresidente della Sardegna, feudatario di Berlusconi, il vero governatore dell’isola nel periodo 2009-2014. Di lui la storia tramandata ai posteri dirà a malapena che nacque da Giuseppe, commercialista del monarca Silvio negli anni ’80 e che, sorridente, si distinse per aver eseguito gli ordini del suo padrone, permettendo che la Sardegna venisse depredata da Berlusconi e dai suoi amici, con le coste prese d’assalto da famelici costruttori. [segue]

Oggi giovedì 7 dicembre 2017

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sedia di Vannitola Occupazione in agricoltura per i giovani del Mezzogiorno. GRANDE OPERAZIONE MEDIATICA DEL GOVERNO: LE TERRE INCOLTE AI GIOVANI IMPRENDITORI. La sedia di Vanni Tola.
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democraziaoggiIn Corsica gli indipendentisti uniti vincono e qui?
7 Dicembre 2017
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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Da oggi giovedì 7 dicembre 2017 Eventi aladinsegnalati

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Oggi giovedì 7 dicembre
poc-economy-asseminidemocraziaoggiAnche su Democraziaoggi.
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Lunedì 11 dicembre —————————————————
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leilogofGiovedì 14 dicembre
Auditorium Comunale [Piazza Dettori 8, Cagliari] ore 18:00 L’economia della felicità – Incontro con l’economista Leonardo Becchetti.
Circondati da ipermercati dove si vende di tutto a prezzi bassissimi, siamo arrivati alla felicità?
Forse no, perché dall’economia non dipende solo il benessere delle nostre tasche, ma gran parte della felicità di tutti noi e, a lungo termine, la sopravvivenza del pianeta. Orientare le nostre scelte d’acquisto fa la differenza nel preservare e promuovere valori fondamentali come libertà, giustizia ed equità, valori che sono alla base di una vera felicità. Presenta l’incontro Roberto Sedda.
- Libro di riferimento: Capire l’economia in sette passi [Minimum Fax, 2016]
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Venerdì 15 dicembre
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Sabato 16 dicembre
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Occupazione in agricoltura per i giovani del Mezzogiorno. GRANDE OPERAZIONE MEDIATICA DEL GOVERNO: LE TERRE INCOLTE AI GIOVANI IMPRENDITORI.

sedia di VannitolaLa sedia
di Vanni Tola

img_4424Un’idea neppure tanto nuova, in Sardegna ci ha già provato con il Monte dei Pascoli e la legge 28/84 per l’occupazione giovanile. L’irrisolta questione fondiaria e dell’utilizzo delle terre incolte e malcoltivate.
A conclusione del proprio mandato il Governo Renzi affronta la questione dell’occupazione giovanile del Meridione e il possibile ritorno in agricoltura di una nuova imprenditoria giovanile che favorirebbe l’auspicato ricambio generazionale nel settore primario. Lo fa con due provvedimenti certamente interessanti quanto fortemente sospetti di essere stati ispirati dall’approssimarsi delle elezioni. I due provvedimenti, già in avanzata fase di attuazione hanno dei nomi molto programmatici: “Resto al Sud” e “Banca delle terre”. Con il programma “Resto al Sud” il Governo stanzia un miliardo e duecentocinquanta milioni di euro per prestiti a tasso zero da destinare a giovani imprenditori fino ai trentasei anni di età. Ciascun giovane imprenditore potrà ottenere un prestito fino a 50.000 euro per realizzare un’impresa agricola e potrà unirsi in società (fino a un massimo di quattro) raggiungendo cosi un potenziale investimento di 200.000 euro. Una parte della somma assegnata, pari al 35% del costo d’impresa ritenuto finanziabile, sarà concessa a fondo perduto. Il restante 65% sarà assegnato come finanziamento bancario. In pratica ciascun giovane riceverà complessivamente 50.000 dei quali 15.000 a fondo perduto e 35.000 da restituire in otto anni a partire dal terzo anno di attività. La novità del programma è rappresentata dal fatto che sono escluse dal finanziamento le spese di progettazione e le consulenze. L’ente preposto all’esame dei progetti s’impegna a fornire una risposta in merito all’accettazione del piano aziendale entro sessanta giorni. Con il progetto “Banca delle terre” il governo intende promuovere la valorizzazione dei beni non utilizzati nelle regioni del Mezzogiorno. Il ministro Martina ha precisato in un recente intervento pubblico che con il termine “beni” il Governo si riferisce alle terre, al suolo agrario. Nelle terre abbandonate s’insedieranno le imprese agricole giovanili per avviare produzioni di qualità. Il Governo considererà terreni abbandonati quelli sui quali non sia stata esercitata attività agricola negli ultimi dieci anni. I terreni abbandonati, se di proprietà pubblica, saranno affidati direttamente ai giovani, se di proprietà privata saranno presi in affitto. “Vogliamo – precisa il Ministro Martina – che si torni a utilizzare le terre pubbliche di qualsiasi proprietà amministrativa per fare agricoltura”. Nulla è dato sapere di che cosa accadrebbe nel caso che, una volta assegnate le poche terre pubbliche disponibili i proprietari privati che non lavorano la terra decidessero di non cederla in affitto. Oltretutto il tempo definito per stabilire che un terreno possa essere individuato come abbandonato è lunghissimo, dieci anni. E poi è evidente che sarà sufficiente praticare poche arature e piantare qualche decina di piante prima dello scadere del termine dei dieci anni per impedire che il fondo agrario possa essere catalogato come terra abbandonata. Nelle regioni dove si pratica il pascolo brado, quali la Sardegna, sarebbe pressoché impossibile individuare aree definibili abbandonate secondo i parametri del programma “Banca delle terre”. Altra cosa sarebbe riconoscere il ruolo di importanza strategica del suolo agrario nella produzione di beni di prima necessità per imporre vincoli temporali di inutilizzo dei suoli più ristretti prospettando perfino l’esproprio per pubblica utilità dei fondi inutilizzati o scarsamente utilizzati. Sappiamo che nessun Governo si assumerebbe mai la responsabilità di adottare simili decisioni. E’ ancora troppo forte la paura di essere accusati di voler espropriare la proprietà privata e di pensare a una sorta di collettivizzazione della terra, in pratica di essere, più o meno, comunisti. Anche per questo è fallito in Sardegna il progetto di realizzazione del Monte dei pascoli che, a parere di chi scrive, meriterebbe una più attenta rilettura e una maggior riconsiderazione di alcuni aspetti fondamentali che il piano prevedeva quali la costituzione dei comprensori agro-pastorali in funzione di un serio progetto di riordino fondiario e di riforma agraria. Ma siamo in campagna elettorale. Il governo ha i giorni contatti, la sostanza e la qualità delle proposte non può non essere sacrificata all’idea della magnificazione di indefiniti e fantasiosi programmi che probabilmente non reggeranno lo scontro con la realtà quotidiana. Programmi che non hanno neppure saputo cogliere il meglio delle leggi regionali per l’inserimento dei giovani in agricoltura che, in questi anni, diverse Regioni hanno saputo proporre e sperimentare. Poco importa. Loro offrono la geolocalizzazione delle terre abbandonate, la banca delle terre, lo sportello telematico per la presentazione delle richieste di finanziamento, 8000 Ha già oggi in vendita sul sito dell’Ismea che rappresenterebbero il primo lotto di una più vasta offerta di terreni da coltivare che raggiu8ngerebbe la bella cifra di 23mila ettari. Sarebbero in vendita ben 1700 Ha in Sicilia, 1300 Ha in Toscana e Basilicata, 1200 Ha in Puglia, quasi 500 Ha in Emilia Romagna e Lazio e perfino 600 Ha in Sardegna. Una gran bella operazione mediatica per raccogliere consenso elettorale. Poi, molto probabilmente, si vedrà un altro film.

Ps – Maggiori riferimenti tecnici relativi ai progetti “Resto al Sud” e “Banca delle terre”.
- Sito Ismea;
- https://www.fasi.biz/it/notizie/in-evidenza/17446-resto-al-sud-bando-per-finanziamenti-a-giovani-imprenditori.html

Oggi mercoledì 6 dicembre 2017

democraziaoggisardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2
—————————–Eventi aladinsegnalati————————-
Giovedì 7 dicembre
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Venerdì 15 dicembre
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democraziaoggiFrancesca Barracciu condannata a quattro anni
5 Dicembre 2017
Red su Democraziaoggi.
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costat-logo-stef-p-c_2Comitato di iniziativa costituzionale e statutaria, ANPI Cagliari.
INFORMATIVA
Cari/e compagni/e e amici/e,
Abbiamo deciso di dare seguito al Convegno ‘Lavorare meno, lavorare meglio, lavorare tutti’, del 4-5 Ottobre, con altre iniziative da programmare nei prossimi mesi su vari temi: quali linee di attività, ruolo del pubblico e del privato, istruzione, prospettive di impresa, professioni, per creare occupazione e sviluppo locale in Sardegna. Nell’incontro di venerdi 1 dicembre, per fare il punto sul Convegno di Ottobre, si è proposta la formazione di un gruppo su Scuola e Lavoro, in vista delle future scadenze. Pertanto, ci vediamo lunedi 11 dicembre presso l’Associazione Terra battuta, in via S.Domenico 10, alle ore 17
democraziaoggi loghettoCari saluti,
Gianna Lai, Rita Sanna.
Scuola: non solo specializzare, ma insegnare a vivere
Cogliamo l’occasione per inviarvi, sulla Scuola, un post di Gianna Lai in Democraziaoggi di oggi. Ecco il link http://www.democraziaoggi.it/?p=5205#more-5205.
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Mese dei Diritti Umani: Assemini parla del diritto alla felicità

Domani————————————————–
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Giovedì 7 dicembre si svolgerà la presentazione del libro Pop Economix e l’inaugurazione della mostra del fotografo Roberto Pili sul lavoro.
Il Comune di Assemini, all’interno della sesta edizione del Mese dei Diritti Umani organizza l’evento “Il diritto alla felicità. Reddito e lavoro” che si svolgerà domani giovedì 7 dicembre alle ore 17.00 nel Municipio di Assemini in Piazza Repubblica n°1.
(segue)

Oggi martedì 5 dicembre 2017

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lampada aladin micromicroGli Editoriali di Aladinews. Valore Lavoro. copia-di-eu_direct_loc_4-5_ottobre_ok_001-2_2_21-2DOPO IL CONVEGNO SUL LAVORO DEL 4-5 OTTOBRE 2017 Quali linee di attività, filiere produttive, ruolo del pubblico e del privato, professioni, tipo di istruzione, prospettive di impresa per creare occupazione e sviluppo locale in Sardegna? convegno
COMUNICAZIONE< di Franco Meloni.
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lampada aladin micromicroGli Editoriali di Aladinews. papa-in-myanmar-1170x1245
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IL PAPA ACCOMUNA BUDDHA E SAN FRANCESCO. Discorso tenuto il 29 novembre 2017 al Kaba Aye Centre di Yangon nell’incontro con il Consiglio Supremo “Shanga” dei monaci buddisti
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*democraziaoggiDall’assemblea nazionale del Comitato una spinta a continuare la battaglia democratica.
costat-logo-stef-p-c_25 Dicembre 2017

Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
* Attività del CoStat.
Domani————————————————–
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Mese dei Diritti Umani: Assemini parla del diritto alla felicità (segue)

Che fare per il Lavoro in Sardegna? Punta de billete

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Pastori Sardi. Occorre passare dalle gestione delle emergenze alla ricostruzione della filiera del latte e del formaggio, alla ristrutturazione del comparto, alla dotazione di servizi alle aziende pastorali (luce, acqua, strade, servizi informatici)

vt2sedia di VannitolaSembra procedere la distribuzione dei finanziamenti ottenuti con la lotta dei pastori del mese di Agosto. Qualcuno parla di ritardi nell’erogazione, è possibile che in alcune realtà e in particolari situazioni di singole aziende o gruppi di aziende si sia verificato qualche contrattempo. In linea di massima, se i dati riportati in questo articolo corrispondono al vero (e ne siamo certi conoscendo la serietà di questa emittente) pensiamo non si possa che essere soddisfatti del risultato ottenuto. E’ necessario ora, come hanno affermato recentemente anche alcuni Sindaci e come dice da sempre il Movimento Pastori Sardi, passare dalle gestione delle emergenze alla ricostruzione della filiera del latte e del formaggio, alla ristrutturazione del comparto, alla dotazione di servizi alle aziende pastorali (luce, acqua, strade, servizi informatici). Soltanto un nuovo piano di riforma della pastorizia e dell’agricoltura in genere può prefigurare un futuro produttivo migliore, vere prospettive di sviluppo, il ritorno e il reinsediamento di giovani in agricoltura. L’alternativa è l’attesa delle prossime emergenze e il continuo rincorrere nuove situazioni di crisi con provvedimenti emergenziali (Lettori di V.T. su fb).
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https://www.sardegnalive.net/news/in-sardegna/20903/sostegno-per-i-pastori-dei-45-milioni-gia-spesi-13-domande-entro-il-18-dicembre
SOSTEGNO PER I PASTORI: DEI 45 MILIONI GIÀ SPESI 13. DOMANDE ENTRO IL 18 DICEMBRE
Circa 12mila le domande presentate fino al primo dicembre.
di Redazione Sardegna Live

Oggi lunedì 4 dicembre 2017

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[UnicaNews] Comunità, Sostenibilità, Disseminazione e Governance. Il CLab di UniCa, capofila nazionale dell’Italian CLab Network, lunedì 4 dicembre ospita le delegazioni per ribadire le linee guida per i prossimi 36 mesi e approvare l’Advisory board.
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Oggi————————————————————————————————-
Con La Pira in Viet Nam – Incontro con Mario Primicerio
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Oggi dalle ore 16:30, Aula Magna ex Facoltà di Scienze Politiche, viale Sant’Ignazio 78, Cagliari. La pagina fb dell’evento.******* Primicerio racconta La Pira, su Youtube.
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lampada aladin micromicroGli Editoriali di Aladinews. Valore Lavoro. copia-di-eu_direct_loc_4-5_ottobre_ok_001-2_2_21-2DOPO IL CONVEGNO SUL LAVORO DEL 4-5 OTTOBRE 2017 Quali linee di attività, filiere produttive, ruolo del pubblico e del privato, professioni, tipo di istruzione, prospettive di impresa per creare occupazione e sviluppo locale in Sardegna? Convegno-Dibattito Cagliari, venerdì 1 dicembre 2017 Hostel Marina, scalette San Sepolcro. convegno
COMUNICAZIONE< di Franco Meloni.
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lampada aladin micromicroGli Editoriali di Aladinews. papa-in-myanmar-1170x1245
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IL PAPA ACCOMUNA BUDDHA E SAN FRANCESCO. Discorso tenuto il 29 novembre 2017 al Kaba Aye Centre di Yangon nell’incontro con il Consiglio Supremo “Shanga” dei monaci buddisti
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Dalla preferenza di genere allo sbarramento “fotti-compagni” ovvero i pescicani mangiano i pesci piccoli.
democraziaoggi loghetto4 Dicembre 2017
Andrea Murru su Democraziaoggi
La spinta riformatrice che pareva essersi formata all’interno del palazzo di via Roma e che ha portato all’adozione della c.d. “doppia preferenza di genere” pare, di già (?) sopita. Sulla legge elettorale truffa, che ha tenuto fuori dalla massima assemblea sarda decine di migliaia di elettori (unidos, col 2,8 […].
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