Monthly Archives: novembre 2017
Oggi martedì 14 novembre 2017
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Gli Editoriali di Aladinews. Riflessioni per agire.
Le nostre periferie degradate
di Ernesto Galli della Loggia, sul Corriere della Sera.
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SOCIETÀ E POLITICA » TEMI E PRINCIPI » SINISTRA
La democrazia e l’identità della sinistra
di NADIA URBINATI
la Repubblica, 11 novembre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. «Una sinistra pragmatica è piena di valori, non roboante e non populista, sa bene che senza un’organizzazione partitica la sua politica non fa strada» (c.m.c.)
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Anna Falcone: «Lista di sinistra, decideremo tutti insieme»
di DANIELA PREZIOSI
Anna Falcone: «Lista di sinistra, decideremo tutti insieme». il manifesto, 12 novembre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. Il 18 novembre, a Roma, si deciderà se c’è una speranza per la politica italiana. Importante è che prevalgano chiarezza e fedeltà alle premesse poste al Brancaccio e discusse in centinaia di piazze d’Italia, intervista di Daniela Preziosi, con postilla di eddyburg.
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Il mondo mantenuto dai poveri
di FURIO COLOMBO
Il mondo mantenuto dai poveri. il Fatto Quotidiano, 12 novembre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. Non è più possibile continuare con politiche che accollano sui poveri (del primo, secondo, terzo e quarto modo) le furberie compiute da finanza, banche e multinazionali. (p.d.)
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Catalogna-Sardegna: vita dura per gli indipendentisti!
14 Novembre 2017
Andrea Pubusa su Democraziaoggi
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Riforma del Terzo Settore: molte iniziative di dibattito e approfondimenti in tutta Italia (ancora poche in Sardegna)
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Capire la riforma per riflettere sul futuro
Udine, Centro Paolino d’Aquileia
mercoledì 15 novembre 2017, ore 9.00. Il programma.
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Riforma del Terzo Settore: molte iniziative di dibattito e approfondimenti in tutta Italia (ancora poche in Sardegna)
Al riguardo chiediamo che la Regione Autonoma della Sardegna, l’Università della Sardegna, l’Anci, la Fondazione di Sardegna, le Associazioni del Volontariato e quante altre organizzazioni interessate si attivino per colmare l’attuale deficit di iniziative.
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Convegno sul Lavoro 4 – 5 ottobre 2017 - Tavolo tematico Economia sociale e solidale ( 4 ottobre 2017 )
Proposte impegnative
Impegno a sviluppare in Sardegna l’Economia Sociale e Solidale, favorendo l’associazionismo e la partecipazione dei cittadini (Enti del Terzo Settore e ulteriori modalità di organizzazione dei cittadini attivi), attraverso le sinergie tra pubblico e privato.
Individuazione e utilizzo sociale dei “beni comuni”, con il coinvolgimento della finanza etica e partecipata e in particolare delle Fondazioni ex bancarie.
In materia di ESS massimo sostegno soprattutto pubblico alla ricerca scientifica e alla formazione in tutte le sue possibili articolazioni.
Obbiettivo: portare la Sardegna a raggiungere i risultati delle migliori regioni italiane, in un tempo massimo di tre anni
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Ci vuole buona Politica per affrontare e risolvere i problemi del popolo
Thomas Castangia, Yuri Marcialis, Roberto Mirasola *
“Caro dirigente ti scrivo
Così mi distraggo un po’
E siccome sei molto lontano
Più forte ti scriverò
Da quando sei partito
C’è una grossa novità
L’anno vecchio è finito ormai
Ma qualcosa ancora qui non va”
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Da mesi è in corso il confronto tra le forze di sinistra di questo Paese. In un eterno tira e molla, fra improvvise e gradite accelerazioni e brusche frenate. Sfortunatamente la percezione esterna di tutto questo è ormai quella di un infinito dibattito ombelicale che riguarda gli addetti ai lavori. E’ una narrazione in parte indotta a cui non riusciamo a sottrarci anche per nostre precise responsabilità. Serve urgentemente cambiare passo!
(segue)
Oggi lunedì 13 novembre 2017
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Gli Editoriali di Aladinews. DIBATTITO. Proposta di istituzione di un “servizio civico” che garantisca un reddito minimo alle famiglie in difficoltà.
Il servizio civico. Una proposta per garantire un reddito minimo alle famiglie in difficoltà generando dignità e coesione sociale.
di Vittorio Rinaldi, su LabSus.
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SOCIETÀ E POLITICA » TEMI E PRINCIPI » SINISTRA
La democrazia e l’identità della sinistra
di NADIA URBINATI
la Repubblica, 11 novembre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. «Una sinistra pragmatica è piena di valori, non roboante e non populista, sa bene che senza un’organizzazione partitica la sua politica non fa strada» (c.m.c.)
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Anna Falcone: «Lista di sinistra, decideremo tutti insieme»
di DANIELA PREZIOSI
Anna Falcone: «Lista di sinistra, decideremo tutti insieme». il manifesto, 12 novembre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. Il 18 novembre, a Roma, si deciderà se c’è una speranza per la politica italiana. Importante è che prevalgano chiarezza e fedeltà alle premesse poste al Brancaccio e discusse in centinaia di piazze d’Italia, intervista di Daniela Preziosi, con postilla di eddyburg.
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Il mondo mantenuto dai poveri
di FURIO COLOMBO
Il mondo mantenuto dai poveri. il Fatto Quotidiano, 12 novembre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. Non è più possibile continuare con politiche che accollano sui poveri (del primo, secondo, terzo e quarto modo) le furberie compiute da finanza, banche e multinazionali. (p.d.)
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Elezioni siciliane e attualità sarda
13 Novembre 2017
Tonino Dessì su Democraziaoggi.
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Emergenza periferia. Emergenza educazione
Riflessioni per agire.
Le nostre periferie degradate
di Ernesto Galli della Loggia, sul Corriere della Sera.
Si tratta di decidere se vogliamo che le nostre città restino schiacciate nella morsa del degrado o se vogliamo ancora vivere nei luoghi della giovinezza di molti di noi salvando lo spirito e la sostanza umana.
Per una ragione insignificante — aspettavo la riconsegna dell’auto portata in un’officina per una revisione — la settimana scorsa mi sono trovato a passare alcune ore in una periferia di Roma. Neppure così lontana — prima del Grande Raccordo Anulare per intenderci — ma a me totalmente sconosciuta.
Rispetto a Torino, a Milano o anche a Napoli, Roma, come si sa, ha questa caratteristica: è sorta nel vuoto della «Campagna» e di una zona costiera scarsamente abitata. Storicamente non sono mai esistiti intorno Roma quegli agglomerati tipo Settimo Torinese, Sesto San Giovanni, Portici, che con il tempo sono venuti formando un tutt’uno con la città quasi senza soluzione di continuità. A Roma no. A Roma ancora oggi quasi sempre la periferia della città amministrativa non finisce in un altro centro. Finisce e basta. Nei prati, nei campi delle discariche e di qualche baracca, nei terrains vagues. Dopo le case c’è il nulla: proprio come nella periferia dove io mi sono trovato in una luminosa mattina di ottobre.
Era con ogni evidenza un quartiere di piccola borghesia, giovani coppie, comunque gente di redditi modesti. I marciapiedi dissestati, le sterpaglie un po’ dappertutto, qualche alberello stento, i cassonetti dell’immondizia sbilenchi e mezzo bruciati; e naturalmente ogni muro imbrattato dalle solite scritte smisurate. Il silenzio e la solitudine era ciò che più colpiva.
Nelle vie abbastanza grandi, tra i palazzi di nuova costruzione — neppur troppo brutti e opprimenti per la verità, spesso con dei grandi spazi interni — a metà mattinata non c’era nessuno, letteralmente non anima viva. E del resto perché avrebbe dovuto esserci qualcuno? A fare che cosa? A perdita d’occhio, infatti, non si vedeva un ufficio, un’insegna, un negozio, niente. A provvedere alle necessità d’ogni giorno bastavano evidentemente i due o tre supermercati che s’incontravano un paio di chilometri prima sullo stradone che portava da quelle parti. Dove i locali commerciali non mancavano, ma tutti irrimediabilmente vuoti: alcuni ancora con le scritte stinte e i resti degli arredi, testimonianza di altrettanti tentativi andati a vuoto. Facevano eccezione una farmacia e poco più in là uno strano posto — forse il magazzino di un grossista — attraverso le cui vetrine si vedeva un numero incredibile di sedie a rotelle, girelli, stampelle canadesi e attrezzi simili. Solo molto lontano, sotto una specie di porticato, un bar addossato a una fermata d’autobus con due tavolini di plastica davanti. Insieme il bar e la fermata sembravano quasi come l’unico avamposto rimasto della civiltà, il solo tramite sopravvissuto verso il mondo remoto della città. La tabella della fermata indicava l’ultima corsa per le 21. Dopo quell’ora la solitudine di quelle strade, di quei palazzi, si tramutava evidentemente in un isolamento simile alla prigionia. Da lì per chi non possedeva un’auto o un motorino era impossibile muoversi, andar via. Ma che cosa diventavano quei luoghi — era impossibile non chiedersi — quando calava la notte? Quali sensazioni provava l’ultimo passeggero che scendeva dall’ultima corsa? Che cosa poteva fare lì la sera chi aveva vent’anni? Una risposta la suggerivano i distributori di preservativi e di sigarette rispettivamente fuori dalla farmacia e dal bar: entrambi blindati, saldati al muro con delle spesse sbarre d’acciaio.
Quanti uomini politici, mi sono chiesto, hanno mai messo piede da queste parti, da soli e magari di notte? Ma anche quanti di noi che abitiamo da sempre in una città ne conosciamo soltanto una parte, sempre e solo quella più comoda, più rassicurante? Forse il primo compito di un sindaco dovrebbe essere proprio quello di far conoscere ai cittadini la loro città per intero. Anche perché le cose che in essa non vanno non sono equamente distribuite tra le sue parti, e non basta leggerle sui giornali. Vista da una periferia, sia pure per poche ore ma in prima persona, ogni questione appare con contorni più netti, ogni problema acquista un’altra misura.
Diventa innanzi tutto più netta e tangibile la questione — dobbiamo ancora oggi adoperare questa parola — dell’ineguaglianza. Che, superata una certa soglia, produce una rottura violenta di quel sentimento di giustizia che vive entro noi e ci serve a mantenere il rispetto di noi stessi. Allorché per l’appunto l’ineguaglianza diventa ingiustizia. Determinare la soglia di cui sopra non è facile, certo. Ma è anche vero che forse abbiamo abbandonato con troppa disinvoltura l’idea di «giusta società» senza la quale una democrazia appassisce e probabilmente muore. È stato positivo, ad esempio, aver tolto ai Comuni la risorsa dell’imposta sulla proprietà della prima casa, l’Imu, favorendo così il degrado dei centri urbani? E dunque condannando centinaia di migliaia di nostri concittadini a vivere ancor più non dico nella miseria, ma nello stato di deprivazione sociale e culturale, di solitudine esistenziale, di assenza di servizi e di stimoli, quale è quello che caratterizza (di certo non sempre per colpa degli amministratori) quasi tutte le nostre periferie urbane? E ancora: è giusto che dall’abbandono di tali periferie risulti poi una drammatica disparità di occasioni per quei giovani italiani che essendovi nati troveranno mille ostacoli in più per costruirsi un futuro simile a coloro che invece hanno avuto la fortuna di nascere e crescere altrove?
Non si tratta solo di giustizia a favore di una parte, ma del futuro di tutti noi. Si tratta di decidere, infatti, se vogliamo che le nostre città restino schiacciate nella morsa micidiale del degrado delle periferie da un lato e della distruzione dei centri storici a opera della barbarie turistica dall’altro. Se vogliamo intristire sullo sfondo di una scena urbana irriconoscibile e incarognita o se invece vogliamo continuare a vivere nei luoghi che hanno assistito alla nostra storia fino alla giovinezza di molti di noi, se vogliamo che ne continui lo spirito, l’atmosfera, la profonda sostanza umana, e in mille luoghi la bellezza suprema.
Di deciderlo eventualmente anche contro il nostro interesse immediato. Proprio a questo, del resto, dovrebbe servire la politica democratica. A correggere il naturale (e in certa misura opportuno) egoismo individuale concentrato sull’oggi, per favorire l’interesse generale, sia quello presente che quello più lontano nel tempo. Dunque guardando più oltre, pensando in grande, e, poiché è necessario, magari obbligando tutti, ma proprio tutti, a pagare le tasse.
2 novembre 2017
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Oggi domenica 12 novembre 2017
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Gli Editoriali di Aladinews. DIBATTITO. Proposta di istituzione di un “servizio civico” che garantisca un reddito minimo alle famiglie in difficoltà.
Il servizio civico. Una proposta per garantire un reddito minimo alle famiglie in difficoltà generando dignità e coesione sociale.
di Vittorio Rinaldi, su LabSus.
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SOCIETÀ E POLITICA » TEMI E PRINCIPI » SINISTRA
La democrazia e l’identità della sinistra
di NADIA URBINATI
la Repubblica, 11 novembre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. «Una sinistra pragmatica è piena di valori, non roboante e non populista, sa bene che senza un’organizzazione partitica la sua politica non fa strada» (c.m.c.)
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Anna Falcone: «Lista di sinistra, decideremo tutti insieme»
di DANIELA PREZIOSI
Anna Falcone: «Lista di sinistra, decideremo tutti insieme». il manifesto, 12 novembre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. Il 18 novembre, a Roma, si deciderà se c’è una speranza per la politica italiana. Importante è che prevalgano chiarezza e fedeltà alle premesse poste al Brancaccio e discusse in centinaia di piazze d’Italia, intervista di Daniela Preziosi, con postilla di eddyburg.
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Carbonia Miniera di Schisorgiu 1937, ricordo di una tragedia
12 Novembre 2017
Mauro Pistis – La Provincia 19.10.2017, su Democraziaoggi.
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Emergenza periferie. Emergenza educazione
Antonio Dessì, su fb
Guardando, anche piuttosto sgomento (non l’avrei mai pensato) le riprese di Ostia e del suo degrado, al TG3, sto considerando che parlare di politica come in genere facciamo tutti noi è privo totalmente di senso.
Ora, io non credo -non ci ho mai creduto- all’onnipotenza della politica.
Una società è animata da tante componenti, delle quali la politica rappresenta appena una funzione di indirizzo ideale e progettuale e una competenza amministrativa e gestionale, entrambe da esercitarsi ai fini di interessi generali.
Ma quando ti accorgi che una grande realtà urbana alle porte della Capitale -parte integrante dell’area metropolitana di Roma Capitale- è sprofondata in una condizione abietta, ti chiedi per forza a cosa serve il teatro quotidiano cui assistiamo nella sfera pubblica.
Ma dove caspita erano, prima, ogni giorno, il Governo, lo Stato, la Regione, il Comune, la Municipalità?
E oggi, tirano fuori la testa sui media giusto perché un mafioso è stato così arrogante e sprovveduto da esercitare una violenza plateale sotto delle telecamere e perchè un gruppo di teppisti ammantati di ideologia nera ha guadagnato un consenso elettorale?
In Italia, di Ostia ce ne sono dieci, cento, mille e sono lasciate a marcire.
Cerchiamo di essere seri: per forza metà degli italiani non vota più.
Ed è sempre più sorprendente come mai un Paese, testardamente e in silenzio, continui a tirare avanti, nonostante i suoi gruppi dirigenti siano così cialtroni.
Altro che rinuncia e qualunquismo (cazzo, se mi danno fastidio, da qualche tempo, le pippe contro chi non vota!).
La verità è che si fa ormai in tanti a tirar la carretta, propria e talvolta altrui, nonostante.
Si, proprio: nonostante il peso che rappresenta -siamo franchi- quasi tutta l’altra metà, divisa ormai tra oligarchie tanto parassitarie quanto scassate e cittadini “partecipanti” che, ripartiti nel voto per l’una o per l’altra fazione, credono di esercitare una qualche occasionale influenza, ma che non contano (non contiamo) proprio un tubo.
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Vanni Tola, su fb
E’ molto difficile avviare una riflessione sulla vicenda di Ostia che non cada nei soliti luoghi comuni del fascismo che ritorna, della classe politica incapace e corresponsabile del degrado economico e morale del Paese. Penso possa essere utile orientarsi su alcuni segnali di fondo, da tempo presenti e poco considerati. Partiamo dalla scuola, per esempio. Già dalla scuola media, molti ragazzi e ragazze con una età tra gli undici e i tredici anni manifestano comportamenti di inaudita violenza. I pestaggi di avversari (anche per futili motivi) sono la norma e si eseguono “normalmente” in gruppi di individui contro uno, con risultati spesso devastanti (pure le ragazze spesso agiscono in questo modo). Un alunno mi ha confessato che quasi tutti possiedono un tirapugni e molti hanno il coltello e praticano attività marziali (di per se positive se esercitate con finalità ludico-sportive ma tremendamente pericolose se esercitate da individui non emozionalmente equilibrati). Quell’orribile scena della testata e del pestaggio col manganello è orribile per molti di noi ma per tanti altri, soprattutto giovani esaltati, può rappresentare un modello di riferimento sul come farsi rispettare e farsi giustizia da sé. Si comincia con banali gesti di bullismo, poi si sente il bisogno di costituire un gruppetto per dare una lezione a qualcuno, poi si sperimentano le prepotenze contro gli emarginati e i diversi verso i quali scatenare la propria rabbia e le proprie frustrazioni. Naturalmente in un contesto nel quale operano indisturbati i fomentatori di odio, dalla Lega ai 5stelle e gruppi diversi non ci si può sorprendere più di tanto dell’esistenza di mille Ostia nel Paese. E’ evidente che il problema è complesso e trae origine da diversi fattori. Il lavoro da fare per recuperare un consesso civile, un rapporto fra individui pacifico e tollerante è tanto, richiede l’impegno di tutti nelle diverse agenzie formative (famiglia, scuola ma non solo). L’alternativa è la barbarie sociale, il chiudersi in casa tra telecamere e armi di difesa personale, l’individualismo egoista contro la solidarietà sociale. Un brutto mondo.
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OGGI sabato 11 novembre 2017
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SOCIETÀ E POLITICA » TEMI E PRINCIPI » POLITICA
Perché nelle urne siciliane vincono i gattopardi
di TONINO PERNA
il manifesto, 8 novembre 2017, ripreso da eddyburg e da aladinews. «L’elefante regionale: 5 milioni di abitanti, 15.000 nella amministrazione, di cui 1.700 dirigenti. La Lombardia, con 10 milioni di abitanti, ne ha meno di 5.000» (c.m.c.)
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Economia e declino. Della vera Sicilia non si parla
di Lucrezia Reichlin, sul Corriere della Sera, ripreso da SardegnaSoprattutto e da Aladinews.
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Sardegna: sviluppo locale? Un flop
11 Novembre 2017
Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi.
“Lo sviluppo locale in Sardegna: un flop? Numeri, cause, suggerimenti” è un libro che Antonio Sassu ha scritto in collaborazione con Antonello Angius e Paolo Fadda: del Centro regionale della programmazione della Sardegna, il primo; studioso dei problemi economici dell’economia dell’Isola, il secondo.
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Omaggio al XX secolo
Conferenza stampa di presentazione della manifestazione “0maggio al XX secolo” a cura di Studium Canticum. Oggi Chiesa Santa Maria del Monte Laboratorio Corale con Gary Graden; domenica all’Ufficio postale di piazza del Carmine, alle ore 20, esibizione del Coro Studium Canticum, direttori Gary Graden e Stefania Pineider.
Legge elettorale e attività del Comitato d’Iniziativa Costituzionale e Statutaria
Legge elettorale regionale: in Sardegna si vuole allargare alle donne il concorso alla truffa. Quali spunti dalla Sicilia per una vera riforma?
10 Novembre 2017
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
———————CoStat——————
Riflessioni e iniziative nella riunione Comitato d’iniziativa costituzionale e statutaria di Cagliari dell’8.11.2017
(segue)
Oggi venerdì 10 novembre 2017
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- La pagina fb dell’evento.
———————————Mese dei diritti umani: da oggi———————
- La pagina fb del Mese dei diritti umani.
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SOCIETÀ E POLITICA » EVENTI
La città che c’è e quella che vorremmo
A Bologna si terrà un’assemblea sulla città, promossa da “Un’alleanza popolare per la democrazia e l’uguaglianza”, l’iniziativa lanciata da A. Falcone e T. Montanari. (i.b.). Su eddyburg, ripreso da aladinews.
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Pigliaru e Paci allo sbaraglio da Gentiloni: Sardegna, game over
di Vito Biolchini, su vitobiolchini.it
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Domani sabato 11 novembre 2017 si riunisce alle ore 10,30 presso Villaggio Pescatori – il Comitato no Rigassificatore Giorgino Villaggio Pescatori, Cagliari
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Fare cultura per cambiare il mondo: Nasce il centro culturale dell’Asce.
(il manifesto sardo) Asce inaugura il centro culturale per la tutela dei diritti (domani) sabato 11 novembre alle 18.30 nella SS 387 al km n°8 a Selargius (Ca). Una serata che sarà aperta dalla presentazione del progetto, dalla cena sociale e a seguire dai concerti di Mübin Dünen e dei Magagefà. Continua »
Irriducibilmente antifascisti
«È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista».
(XII disposizione transitoria, Costituzione della Repubblica Italiana).
La legge 20 giugno 1952, n. 645 (cosiddetta legge Scelba) in materia di apologia del fascismo, sanziona «chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o di un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità» di riorganizzazione del disciolto partito fascista, e «chiunque pubblicamente esalta esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche».
ANPI
“A Ostia è successo un fatto di violenza fascista gravissimo, ma c’è un’Italia democratica in piedi che non si rassegna ed è presente”
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Tutti i soldi e le società di CasaPound e Forza Nuova: così si finanziano i partiti neofascisti
I gruppi di estrema destra puntano a entrare in Parlamento. Grazie ai fondi di società e privati in Italia e all’estero. Ecco quali sono, tra esercizi commerciali e misteriosi trust.
Di ANDREA PALLADINO, GIOVANNI TIZIAN e STEFANO VERGINE su L’Espresso online.
- Richiudere i tombini delle fogne. Lettori.
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Il “colpo di testa” sul giornalismo italiano
di Dante Barontini su Contropiano.
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SOLIDARIETA’ DELL’UCSI AI COLLEGHI AGGREDITI AD OSTIA
L’Unione cattolica della stampa italiana (Ucsi) esprime la più ferma condanna per la violenta aggressione ai danni della troupe Rai selvaggiamente aggredita ad Ostia mentre raccoglieva immagini e voci sulle collusioni tra politica e criminalità locale.
A Daniele Piervincenzi e a Edoardo Anselmi esprimiamo tutta la nostra solidarietà.
(segue)