Monthly Archives: luglio 2017

Oggi mercoledì 5 luglio 2017

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unknownLa nostra news non prende ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!
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eddyburgSOCIETÀ E POLITICA »TEMI E PRINCIPI» SINISTRA
Brancaccio: “Il capitalismo cambia, la sinistra è in ritardo”
di GIACOMO RUSSO SPENA
«Intervista a Emiliano Brancaccio “A sinistra del Pd noto ancora molta subalternità culturale ai vecchi slogan del liberismo, sebbene la realtà si rivolti da tempo contro di essi”. Difendere la Costituzione? “Non basta”». MicroMega online, ripreso da eddyburg, 3 luglio 2017 (c.m.c.)
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democraziaoggiDebito pubblico e crisi del sistema-Italia
5 Luglio 2017
Gianfranco Sabattini su Democraziaoggi.
Fondata nel 1971 a Newport Beach, in California, PIMCO (Pacific Investment Management Company) è una società di gestione di investimenti, uno tra i leader mondiali più credibili nella gestione obbligazionaria. Tra i suoi compiti, PIMCO annovera, oltre quello di organizzare i forum internazionali sulle più importanti tematiche economiche, quello di coadiuvare […]
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lampada aladin micromicroEditoriale di Rocca, ripreso da Aladinews. “I rischi delle formiche e la preveggenza delle cicale”, di Roberta Carlini.

Salvare la sanità pubblica. Salvare gli ospedali sardi

rete-sarda-ospd-pubLa Rete Sarda Difesa Sanità Pubblica di fronte alle imminenti e preoccupanti decisioni del Consiglio Regionale in materia di Riordino della rete ospedaliera sarda, in occasione della manifestazione del 6 luglio, organizzata da sindacati italiani, ritiene indispensabile che uno spazio di lotta autonomo e indipendente, venga occupato dai nostri comitati, dal Sindacato sardo, dal mondo indipendentista, identitario, sardista e da quell’ampia realtà di ribellione nei confronti dei partiti al governo della Sardegna, responsabili del disastro nella Sanità pubblica.
- Le scelte politiche in corso in Consiglio Regionale prevedono che i nostri ospedali vengano svuotati delle loro funzioni e dei servizi, per favorire la privatizzazione come unica soluzione.
- La privatizzazione attraverso le lobby delle Assicurazioni annienterà la solidarietà dell’universalismo della Riforma Sanitaria Pubblica (Legge 388 del 1978) tra le più grandi conquiste di diritti e di civiltà del 900.
- L’assistenza non sarà più uguale per tutti.
- Il diritto alla Salute sarà un privilegio di censo e di possibilità economica.
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E’ online il manifesto sardo duecentoquarantuno

pintor il manifesto sardoIl numero 241
Il sommario
Nasce una luna nuova: la fine del Ramadan a Cagliari (Gianluca Gaias, Anna M. Brancato), Buoni motivi per sostenere Ero Straniero (Roberto Loddo), Vorrei non essere più straniera a casa mia (Amal El Ghifari), Cittadinanza e interazioni (Poullette Stefano), Uno sguardo al passato indispensabile per presente e futuro (Ottavio Olita), La Sardegna del silenzio (Graziano Pintori), Con il PCI vivevo meglio (Amedeo Spagnuolo), Distopicalittico (Emiliano Manca), Compagno T. Lettere a un comunista sardo (Francesco Casula), La recente evoluzione del sistema politico italiano vista dall’interno (Gianfranco Sabattini), La Sardegna piena di gasdotti (Stefano Deliperi), La distruzione della sanità in Sardegna (Claudia Zuncheddu e Paola Correddu), Un appello urgente contro chi vuol bloccare i soccorsi in mare (Red). Un nuovo soggetto politico in Sardegna? (Vito Biolchini), Il fascismo a Cagliari (Marco Sini), Stop alle forniture militari all’Arabia Saudita. Si salvi il lavoro in Sardegna (Red).

ROBOETICA. Uomo e robot una questione di responsabilità

rocca-14-2017di Pietro Greco, su Rocca
Le Forze armate della Corea del Sud, già tre anni fa, hanno dislocato uno squadrone di robot automatici in grado di individuare un nemico e colpirlo a due chilometri di distanza. Prima di sparare, per ora, i robot devono ricevere il permesso dagli uomini. Ma sarebbero già in grado di farlo da soli.
Il 5 maggio di un anno fa, l’agenzia Ansa annuncia che Smart, il primo robot chirurgo autonomo, ha debuttato con successo e ha operato sui tessuti molli senza rispondere ai comandi di un uomo.
Quello che viene vuoi dalla inquieta penisola coreana vuoi dal Children’s National Medical Centre di Washington rivela che i robot costituiscono una grande sfida per la scienza e per l’umanità. Forse la più grande. Perché ci obbligano a immaginare il futuro remoto, partendo dal presente tangibile. Perché ci invitano a pensare l’altro da noi. Perché, di conseguenza, ci impongono di guardarci allo specchio: per osservare noi stessi con più attenzione e capire come siamo fatti, fuori e, soprattutto, dentro. Perché ci costringono, semplicemente, a riflettere. Ma cosa sono, i robot?
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Oggi martedì 4 luglio 2017 Estate con noi!

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democraziaoggiL’appello di Biolchini, una novità da cogliere
4 Luglio 2017
Gianni Marilotti su Democraziaoggi.
L’appello di Vito Biolchini per l’unità delle forze dell’autodeterminazione sarda ha le sue prime risposte. Ecco quella di Gianni Marilotti, scrittore e, da sempre, fautore della libertà dei sardi.
La proposta di Sardegna Sostenibile e Sovrana, esposta con chiarezza in questo blog da Vito Biolchini, merita di essere presa in seria considerazione. Non la […]

E’ morto Paolo Villaggio

nastroluttop-villaggioAddio a Paolo Villaggio, grande artista. Ciascuno lo ricorderà come meglio crede. A me vengono in mente principalmente due o tre cose. Intanto lo ricordo come autore di una ironica canzone di Fabrizio De Andrè che narrava le “gesta” cialtronesche del Re Carlo Martello che ritornava dalla battaglia di Poitiers. Poi ricordo la famosissima dichiarazione, nel cineforum aziendale, sul film dedicato alla mitica corazzata Potemkim (… per me è una cagata pazzesca). Ed infine una partita di tennis con il collega Filini che si svolgeva in un campo immerso nella nebbia. Una nebbia cosi fitta che i due giocatori non si vedevano tra loro. A un certo punti Filini dice: “Batti…”. La risposta di Fantozzi: “Mi sta dando del tu?” Nooo, risponde l’altro, dicevo “Batti lei ragioniere”. (V. Tola pag fb)
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p-villaggio-dp
Elezioni 1987, tribuna elettorale. Il comico genovese si candida con la formazione di estrema sinistra. Non venne eletto
Quando Paolo Villaggio decise di appoggiare Democrazia Proletaria “…uno strano gruppo di protocristiani”. Allora il comico, andando contro corrente, contro il conformismo, si comportò molto seriamente e fu certamente apprezzabile per onestà e coraggio.

Editoriale di Rocca. “I rischi delle formiche e la preveggenza delle cicale”

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di Roberta Carlini*

La recente vicenda delle banche venete salvate dal governo con i soldi dei contribuenti (e il consenso, obtorto collo, dell’Europa) ha richiamato all’attenzione collettiva il tema del risparmio e della fiducia nel sistema bancario. Da un lato, in molti hanno criticato la scelta di far ricadere sulla collettività – o meglio, su quella sua parte che paga le tasse – i fallimenti dei privati; dall’altro, è stato detto che se il governo non fosse intervenuto e il crac avesse coinvolto anche i risparmi affidati alle due banche, nella forma di investimenti o di depositi, si sarebbe potuto avere un effetto domino per il diffondersi del «panico bancario». Nella vicenda specifica, il governo italiano e il non-governo europeo hanno dato il peggio di sé, soprattutto per i ritardi e le contraddizioni nella gestione della crisi che hanno fatto salire il conto del salvataggio pubblico senza riuscire a individuare forme di auto-salvataggio privato; hanno introdotto gravi discriminazioni tra banche e banche, tra risparmiatori e risparmiatori; e hanno rafforzato l’idea che, nelle vicende dell’economia, il motto italiano scolpito nella pietra sia il vecchio adagio della «socializzazione dei profitti e privatizzazione delle perdite».

Costituzione e risparmio
Ma qualcosa, sul risparmio, è scolpito davvero nella nostra carta fondamentale, la Costituzione. Che all’articolo 47 recita: «La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme; disciplina, coordina e controlla l’esercizio del credito. Favorisce l’accesso del risparmio popola- re alla proprietà dell’abitazione, alla pro- prietà diretta coltivatrice e al diretto e indiretto investimento azionario nei grandi complessi produttivi del Paese».
Non tanto in alto come il lavoro, che è nell’articolo 1, ma anche il risparmio è tra i principi fondamentali della nostra Carta. Del resto, i più grandi tra i nostri lettori ricorderanno la solennità con la quale a scuola si celebrava il 31 ottobre di ogni anno la «giornata del risparmio», e il regalo, in quell’occasione, di un piccolo salvadanaio a ogni bambino di prima elementare, perché cominciasse ad accumulare il suo gruzzoletto. E l’esaltazione delle virtù da formichina del popolo italiano, storicamente tra quelli con la più alta propensione al risparmio – che vuol dire, rapporto tra il reddito messo da parte e tutto quello guadagnato. Una caratteristica legata alla ricchezza delle famiglie – alta, anche se mal distribuita – e al modello sociale, ossia a una visione della vita e del futuro nella quale il sostegno della famiglia, presente e futuro attraverso l’eredità, svolge un ruolo più importante che nei sistemi dell’Europa centrale e nordica. Dunque «la roba» messa da parte nel corso negli anni fa da welfare privato e aiuta ad ammortizzare gli imprevisti della vita, oltre a mettere i figli sulla rampa di lancio per ulteriori avanzate, successi, e ulteriori risparmi. Questa visione, diffusa in modo abbastanza interclassista, dalla piccola borghesia ai ceti più ricchi, si è infranta con il volgere del secolo, sotto i colpi della globalizzazione e della crisi. Non che in Italia non si risparmi più; ma la nostra propensione a mettere soldi da parte si è ridotta e allineata a quella di altri Paesi industrializzati, mentre l’immagine del salvadanaio sicuro associata al risparmio si è allontanata e sfocata, a beneficio dell’ascesa della parola «rischio», o peggio «crac» o «truffa».

le cose sono più complicate di come sembra
Nell’ultimo trimestre del 2016, le famiglie italiane hanno risparmiato l’8 per cento del loro reddito, con una riduzione di un punto percentuale sul trimestre precedente. Ma nel periodo precedente era al contrario salita, mai recuperando però del tutto dal grande calo, quello registrato negli anni della crisi economica: anni nei quali le fa- miglie italiane hanno intaccato i loro risparmi per far fronte al calo dei redditi. Non bisogna dimenticare che, per i bilanci delle famiglie, la lunga crisi – la peggiore che abbiamo mai avuto, in tempi di pace – ha avuto un impatto fortissimo, spingendole non solo a ristrutturare e ridurre i consumi ma anche, appunto, a consumare i risparmi. Un comportamento «anticiclico», direbbero gli economisti, positivo: non ci lamentiamo tutti i giorni del fatto che finché non riprendono i consumi l’economia non riparte? E allora, il fatto che gli italiani risparmino meno, a dispetto dell’esaltazione delle virtù delle formiche che viene spesso riproposta, può aiutare l’economia, far girare i soldi, e dunque alla fine tornare in nuovi potenziali risparmi. In questo senso, le cicale spendaccione sono più preveggenti delle formiche accumulatrici.
Senonché, le cose sono più complicate di così. Non siamo un’economia chiusa, e dunque consumi e risparmi possono anche uscire dall’Italia, come entrarvi: non è detto che una ripresa dei primi benefici le imprese e il lavoro con sede in Italia. Né che la spinta dei consumi sia così forte da compensare e recuperare rispetto al grande calo degli anni scorsi. Infatti la riduzione dei risparmi è servita e serve, come si diceva prima, più per ripararsi dai colpi della crisi che per risollevarsi e superarla. Perché questo succeda serve l’entrata in campo di un altro protagonista della scena economica, gemello speculare del risparmio: l’investimento, che fa sì che i soldi risparmiati da qualcuno vengano messi a frutto da qualcun altro, generando innovazione di prodotti o di produzione, che a sua volta può portare lavoro e reddito nel futuro. Ma il gemello coprotagonista è sparito per anni, nella scena dell’economia italiana, segnata da un calo degli investimenti drastico; problema comune anche agli altri Paesi e che allarma le istituzioni economiche internazionali, ma particolar- mente insidioso da noi, vista la debolezza dell’apparato produttivo privato e lo sman- tellamento di quello pubblico. Da un punto di vista morale, il risparmio può essere visto come una virtù (moderazione, preveggenza, saggezza) o come un vizio (accumulazione egoista, avidità, avarizia); ma dal punto di vista economico – che è più semplice – ha una funzione se è connesso agli investimenti, altrimenti rischia di diventare una trappola nella quale si bloccano le risorse per il futuro.

due mondi uno al passato e uno in divenire
Non a caso, l’articolo 47 della Costituzione, nello stabilire al primo comma che la Repubblica «incoraggia e tutela il risparmio», ne dirige subito, al secondo comma, la destinazione: quella, cara a un modello abbastanza superato della famiglia stanziale, radicata e contadina, dell’acquisto della abitazione in cui vivere e della terra; e «l’investimento azionario nei grandi comparti produttivi del Paese». Sembra di vedere in quel comma due mondi, uno passato e uno in divenire, quello dell’Italia agricola che esce e quello dell’Italia del miracolo industriale che entra. Eppure, la linea diretta tra risparmio e investimento azionario non è mai partita, le nostre imprese si sono sempre finanziate più in banca che con la Borsa; e anche il risparmio popolare è andato più volentieri in banca (e in Bot) che sulle piazze finanziarie, considerate rischiose e pericolose. A prescindere dalla storia del modello italiano, dai suoi problemi e anche dalle sue inattese virtù (quelle degli anni «buoni»), e dalla sua evoluzione avvenuta a cavallo degli anni ’90, si può dire che adesso soffrono tutti e due i gemelli speculari: gli investimenti e i risparmi. I primi hanno buone condizioni di mercato, con i tassi di inte- resse bassi, ma ciononostante stentano ancora a decollare, poiché mancano altri elementi del contesto fondamentali perché un’impresa decida di investire; i secondi sono penalizzati dallo stesso livello dei tassi, che ripaga di pochissimo il capitale, ma appena mettono la testa fuori verso impieghi più remunerativi scoprono che il mondo è difficile e rischioso, e dietro le promesse di rendimento del 4 o del 5% c’è spesso la possibilità di una perdita sul capitale. Spuntano nuovi strumenti, formule sempre più difficili da comprendere e infiniti fogli da firmare per sollevare la banca dalle sue responsabilità in caso di perdite; ma intanto il nesso tra risparmio e investimento produttivo svanisce sempre più, sia in borsa che in banca. E anche gli investitori istituzionali, persino quelli posseduti da imprese e sindacati come i fondi pensione, si guardano bene dal mettere i loro tesori nei «complessi produttivi del Paese», come chiedeva la Costituzione.

*Roberta Carlini, su Rocca

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E’ online Rocca 14/2017
rocca-14-2017

Oggi lunedì 3 luglio 2017 Estate con noi!

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democraziaoggi loghettoDa Roma un esempio all’area sarda della autodeterminazione.
3 Luglio 2017
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Se fosse vero, c’è qualcosa di nuovo nella sinistra o, forse meglio, nel centrosinistra. Sabato a Roma Pisapia e Bersani hanno convocato a Roma i propri rispettivi seguaci e hanno deciso una fusione a caldo. Così almeno hanno detto. Se a queste parole seguiranno i fatti si tratta di un fatto politico straordinario, perché dopo […]

Oggi domenica 2 luglio 2017 Estate con noi

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linkiesta logoLa maledizione del lavoro per i giovani: sempre più colti, sempre meno occupati
In Italia il numero dei laureati di primo e secondo livello in materie scientifiche aumenta, specie per le donne. La percentuale di occupati in questo settore, però, stenta a decollare. Risultato? Un totale spreco di capitale umano
di Gianni Balduzzi su LinKiesta.
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La sberla e il rifiuto di votare
2 Luglio 2017
Da Democraziaoggi.
Pubblicato su Il Manifesto del 26.6.2017
Un tempo i segretari del Partito democratico che perdevano le elezioni si dimettevano. Oggi invece di sconfitta in sconfitta Renzi avanza, apparentemente fiducioso, verso le prossime elezioni politiche. Forse le ultime che gli restano da perdere. Senza ammettere la sonora batosta scritta in questo 16 a 6 per il […]

Oggi 1° luglio 2017 Estate con noi!

Anche il nostro Editore in pausa estiva.
17-06-13-paua-estiva

La nostra news non va in ferie. Tuttavia vi accompagnerà fino a metà settembre con ritmi più lenti, senza obblighi di scadenze quotidiane. Godetevi e godiamoci un periodo di rallentamento, di tempi lenti, per quanto ci è possibile. Buona estate a tutti noi e non perdiamoci di vista!

luglio-bomeluzo
democraziaoggisardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2
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linkiesta logoAl Sud si spende poco e male. I colpevoli di un gap (quasi) incolmabile
Il ritardo del Sud Italia è una costante della storia post-unitaria. Oltre i proclami elettorali e qualche rappresentazione ipocrita, anni di governi riformisti non sono riusciti a premiare chi non scappa da queste terre. E non sono riusciti a liberarsi dei team che hanno affossato il Mezzogiorno
di Francesco Grillo su LinKiesta.
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democraziaoggi loghettoDopo il NO quale iniziativa dei Comitati?
1 Luglio 2017
Domemico Gallo su Democraziaoggi.
Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato una sintesi della relazione introduttiva di Alfiero Grandi all’Assemblea nazionale dei Comitati per il NO del 24 giugno. Ecco ora in sunto delle conclusioni.
Il risultato straordinario del 4 dicembre ha posto una domanda di rivitalizzazione della democrazia italiana che non può restare priva di uno sbocco politico.Il popolo […]