Monthly Archives: giugno 2017

Cronaca incompleta, arbitraria… e tuttavia presuntuosamente utile di un convegno, In diretta da fb. Che dire? Riflettiamo. Ma una domanda è lecita: Soru senz’altro ha studiato dai gesuiti. Da piccolo o da grande?

ape-innovativaFranco Meloni, estensore
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Convegno sul territorio (legge urbanistica Piano paesaggistico e dintorni) promosso da Renato Soru nella sua qualità di parlamentare europeo. Interessanti i relatori scelti anche tra gli oppositori alle politiche dell’attuale Giunta e maggioranza regionali. Interessanti anche per quanti non sono stati invitati al tavolo dei relatori, cioè i rappresentanti istituzionali, di centro sinistra, responsabili di una politica non dissimile da quella del centro destra, anzi in piena continuità. Che succede? Soru si candida per una politica in direzione (ostinata e) contraria all’attuale? Chiederà al PD di appoggiarlo? In sostanza, si propone per una ri-candidatura alla presidenza della Regione? Con quali chance di riuscita? Peraltro, lo sappiamo, il PD non è in grado di proporre alcuna candidatura credibile. Alla disperata potrebbe assecondarlo e puntare sul “candidato forte”. Perdente? Ma, come sappiamo, il PD a volte preferirebbe perdere. Comunque il quadro si complica eccome! Ovviamente le “smentite” lasciano il tempo che trovano.
[foto 4] Intervento politico di Pasquale Mistretta. Bisogna avere un’idea della Sardegna e affrontare i problemi nella loro complessità. Quando si ragiona quasi esclusivamente in termini tecnici (dimensionamenti, costi…) si finisce per assecondare e incrementare i disastri verso la catastrofe. A seguire, per equilibrare: un intervento “governativo” di Maurizio De Pascale (industriale, presidente Camera di Commercio di Cagliari), che sferra un attacco (in astratto) ai populismi (Mistretta si risente, ma De Pascale nega qualsiasi riferimento personale), pur mitigato da un appello all’unità e al coinvolgimento (siamo tutti classe dirigente! )
[foto 5] Maria Paola Morittu, dirigente nazionale di Italia Nostra, decisamente all’attacco, in linea con l’intervento di apertura di Sandro Roggio (colpevolmente non citato dall’estensore), ma con non celata maggiore vis polemica. Richiama le motivazioni del premio europeo al Piano paesaggistico della Giunta Soru, sostenendo che da allora in poi tutto è andato peggiorando, passando per Cappellacci fino all’attuale Giunta. Scrollandosi di dosso l’accusa di essere talebana, cita illustri economisti che proprio per la situazione sarda affermano che si stiano provocando notevoli danni al territorio. Di questi economisti, dopo aver dato lettura di un testo specifico, di alcuni anni fa, ne svela uno: Francesco Pigliaru.
[foto 6] Carla Medau, Sindaca di Pula, si dice ottimista, decisamente influenzata dalla sua folgorante vittoria elettorale, e, pur avendo come faro di riferimento il Piano paesaggistico soriano, dà cautamente credito al governo regionale. “Vedremo. Noi sindaci saremo vigili”.
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[foto 7] Ecco Soru. Si presenta unitario ed ecumenico. “Non sono pregiudizialmente contrario al progetto di legge urbanistica attualmente in discussione. Ma la legge dobbiamo farla bene e insieme. No ai grandi sacerdoti che decidono incontrollati. Le regole devono essere scritte insieme, chiare e inequivocabili” . “Non sono contro Pigliaru. Ho lavorato sodo per farlo vincere”. “Certo sono critico con qualche, con molte cose… per esempio sul fatto che non si è completato il Ppr, come lui aveva promesso e come si era impegnata la direzione PD. La priorità sarebbe dovuta essere il completamento del Ppr per le zone interne. Facciamo la legge urbanistica, non manutenzioni dell’esistente che dobbiamo invece superare per una nuova legge urbanistica. No a norme di manutenzione che si sospetta vogliano sostituire la nuova legge che si dovrà fare e che forse molti non vorrebbero fare. Oggi ci sono in discussione due ipotesi di nuova legge urbanistica: una complicatissima, che vuole tutto comprendere e prevedere (240 pagine), l’altra quella che io vorrei, essenziale, impegnativa e rapidissima nei tempi. Primo punto: eliminare o almeno alleggerire la burocrazia”. Cita il progetto De Pascale per Elmas, bloccato da dieci anni dalla burocrazia. Ecco, se c’è da essere talebani lo si deve essere contro la burocrazia che esaspera i cittadini e le imprese. “Si sblocca la Sardegna se si danno tempi certi a chi vuole fare. E invece il dibattito è fermo sui sospetti abusi, a prescindere. Diamo invece regole certe e il resto verrà. Com’è che per fare un PUC ci vogliono 10 anni? Il meglio è nemico del bene. Su 350 Puc da fare oggi ce ne sono appena 10! Il Ppr vigente non è responsabile dei blocchi. Lo sono i PUC non fatti. Abbiamo un sacco di architetti e ingegneri, facciamoli lavorare, li paghi la Regione direttamente. Si facciano i PUC per Unioni dei Comuni. Scriviamo una legge per questo. Finanziamola. Così non votano Grillo! Quindi: un grande piano per fare tutti i PUC. Sminiamo il percorso di guerra che oggi vincola i PUC. Prevederei per questo il “silenzio assenso”. La proposta di legge urbanistica deve prevedere percorsi certi e semplici, per i cittadini e per le amministrazioni”. Elogio dei Sindaci. “Ad essi va data libertà di movimento e date competenze da togliere alla burocrazia regionale. Dobbiamo liberare energie, dare lavoro… sbloccare di più e in fretta, dentro le regole, avendo come riferimento quelle che ci siamo date nel Ppr”. Attenzione all’ambiente e al progressivo innalzamento della temperatura terrestre. Solo Trump non lo capisce. In Sardegna peggio che in Italia. “Che fare per il turismo? 300 mila case inutilizzate. Solo tre Alberghi di altissimo livello. Le grandi catene alberghiere non vengono. E non si tratta di consumare nuovo territorio, ma di utilizzare l’esistente, razionalizzare, riallacciare… Perché non si può fare un albergo nelle coste dell’oristanese? Per colpa del Ppr? No, perché manca il PUC! Si può modificare il Ppr? Certo ma non cancellazioni a sportello, invece con procedure certe e partecipate, ogni 5 anni per esempio”. Difesa delle “intese”.
- Conclusioni, ringraziamenti e saluti. Soru si è poi perso e anch’io.
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Soru più gesuita che talebano.
Commento lapidario. Che dire? Riflettiamo. Ma una domanda è lecita: Soru senz’altro ha studiato dai gesuiti. Da piccolo o da grande?
Le foto. soru1soru2soru3soru4soru5soru6soru7

Ero straniero: assemblea delle organizzazioni e associazioni del sud Sardegna

ero-stranieroOggi, lunedì 19 giugno alle ore 17.30 a Cagliari in Via Romagna 16 c/o Cittadella della Salute “Padiglione E” nella sede dell’Asarp si svolgerà l’assemblea delle organizzazioni e associazioni del sud Sardegna che aderiscono e sostengono Ero straniero – L’umanità che fa bene una campagna volta a superare la legge Bossi-Fini e investire su accoglienza, lavoro e inclusione. Durante l’incontro sarà presente il banchetto firme.
- All’ordine del giorno la ricerca della disponibilità delle volontarie e dei volontari per la raccolta firme, la disponibilità delle associazioni aderenti all’organizzazione dei banchetti, l’elenco degli autenticatori e delle loro disponibilità, la conferenza regionale InterAzioni di lunedì 26 giugno a Cagliari e le risorse finanziarie della campagna locale.
- La pagina Facebook https://www.facebook.com/EroStranieroCagliari/
- La proposta di legge: http://www.radicali.it/campagne/immigrazione/
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Per informazioni e adesioni:
Laura Di Napoli: 3470714574
Roberto Loddo: 3207721343

DIBATTITO. M5S, SINISTRA e DINTORNI

pensa torePolitica Italiana. Ritorno al bipolarismo?
di Ritanna Armeni, su Rocca
Solo qualche settimana fa gli italiani pensavano di essere alla vigilia di una campagna elettorale. L’appuntamento per le elezioni politiche sembrava fissato per il 24 settembre e, di conseguenza, le Camere sarebbero state sciolte entro luglio. Poi, per uno di quei colpi di scena per cui la politica italiana non cessa di stupire, tutto è saltato. Le elezioni si svolgeranno a fine legislatura nel 2018; quanto alla legge elettorale, che, secondo l’annunciato accordo fra i tre maggiori partiti, avrebbe dovuto avere un impianto tedesco, quindi proporzionale con lo sbarramento al cinque per cento, semplicemente non c’è più. Forse se ne riparlerà nei prossimi mesi, altrimenti andremo a votare con quella vecchia, modificata dalla Corte costituzionale. L’Italicum diventato Consultellum.
Tutto fermo quindi fino al marzo prossimo?

un altro scenario
Non proprio. L’ultima tornata delle elezioni amministrative, che ha coinvolto quasi nove milioni di cittadini, ha a sua volta aperto un altro scenario rispetto a quello di qualche settimana prima. I partiti che, comunque si preparano alle elezioni legislative, hanno potuto misurare la loro forza e la loro incidenza sugli elettori. I risultati sono stati di grande interesse.
La prima sorpresa riguarda il Movimento 5Stelle. Chiunque, negli ultimi due anni, abbia esaminato il suo andamento, ha potuto verificare una progressiva ascesa. Non vi è stato sondaggio che non l’abbia premiato, non vi è stata analisi politica che non abbia riconosciuto la presenza di un elettorato in crescita. Gli stessi errori politici e di gestione di alcuni sindaci – e ce ne sono stati – parevano non scalfire la fiducia in esso di una parte consistente dei cittadini italiani e si è pensato possibile che il movimento di Grillo arrivasse al primo posto alle elezioni del 2018. Neppure il disastro romano – che di disastro senza mezzi termini si deve parlare a proposito del sindaco Virgina Raggi e della sua giunta – avevano offuscato lo splendore delle cinque stelle grillino.

tonfo di Grillo
Nelle ultime amministrative invece la luce delle stelle è diventata meno forte. I pentastellati non sono riusciti a entrare nei ballottaggi o a conquistare alcun comune. Hanno perso a Genova, la città del loro leader, e Parma dove il vincitore, l’attuale sindaco Pizzarotti, è un dissidente storico del sistema grillino. La loro non è stata una débacle totale, come qualche interessato osservatore ha subito affermato, ma è stato un primo segnale di crisi. La pessima amministrazione romana che apparentemente non aveva intaccato i consensi, la scelta dei candidati locali, hanno evidentemente pesato nell’opinione pubblica rendendo i pentastellati meno credibili. L’impreparazione e l’improvvisazione del gruppo dirigente hanno fatto il resto. Dobbiamo aspettarci ora un forte ridimensionamento anche alle elezioni politiche? Non è detto. I 5Stelle sono un partito giovane, è ovvio che abbiano una presa minore in elezioni amministrative, ma un primo segnale di arresto del partito c’è stato. E di questo si sono immediatamente resi conto i suoi dirigenti. Le dichiarazioni securitarie contro gli immigrati, i poveri, gli emarginati, i rom, rilasciate da Grillo e dalla sindaca Raggi subito dopo i risultati elettorali sono proprio la conseguenza del voto. I Grillini sanno che il loro, sia pur non eccessivo, ridimensionamento elettorale è dovuto al ritorno alla base di parte dei voti del centro destra e hanno cercato di correre ai ripari.

astensione degli elettori Pd
Più difficile capire che cosa si è smosso a sinistra, o – per l’esattezza – quali segnali siano stati dati dal voto ai partiti di sinistra. Il Pd si è presentato spesso in liste civiche, a volte alleandosi con altri partiti, altre volte no. È complesso quindi misurare il grado di consenso, capire se questo è aumentato o si è ridotto, se il partito di Renzi può affrontare con maggiore o minore fiducia il periodo che lo separa dall’appuntamento delle elezioni politiche. Complesso ma non impossibile. Perché vi è l’analisi dei flussi elettorali e da questi emerge un dato inquietante. Una parte consistente dell’elettorato piddino si è astenuta confermando una tendenza già presente in altre tornate elettorali. Il ridimensionamento del Movimento di Beppe Grillo non ha portato – come pure si poteva sperare – a un ritorno a casa dei voti di sinistra. La soddisfazione di Matteo Renzi e degli altri dirigenti del Pd per risultati elettorali non deve quindi ingannare. Deriva dal ridimensionamento del loro più pericoloso avversario, non da una affermazione del loro partito.

il vero avversario del Pd
C’è poi il centro destra. Secondo molti il vero vincitore della tornata amministrativa. E non solo e non tanto per il numero di comuni conquistati, ma per il consolidamento e l’affermazione di un elettorato che pareva in disfacimento. A un anno dalla sconfitta delle amministrative del 2016 i candidati di Forza Italia e Lega si sono affermati in tutti i ballottaggi e, dove si sono presentati uniti, sono stati il vero avversario del Pd.
Matteo Salvini ha confermato la presenza di una spinta sovranista e Silvio Berlusconi, per anni uomo dello scardinamento del sistema politico tradizionale, è apparso un simbolo di stabilità. A lui, tornato sotto i riflettori della politica anche grazie alle spregiudicate manovre di Renzi sulla legge elettorale, i moderati hanno ridato fiducia, i voti andati nelle scorse tornate elettorali ai 5Stelle sono in parte tornati a casa. Il ridimensionamento dei 5Stelle ha fatto ipotizzare, nei giorni immediatamente seguenti le elezioni, un possibile ritorno del bipolarismo. Se il centro destra e il centro sinistra dovessero trovare una loro unità si potrebbe, infatti, pensare alla sfida fra le due coalizioni tradizionali e quindi alla fine di quel sistema tripolare che ha caratterizzato e immobilizzato l’Italia negli ultimi anni.

l’impossibile ritorno al bipolarismo
È possibile? Ci sono le condizioni perché questo avvenga? Possiamo immaginare norme elettorali che ne creino i presupposti? Certamente la formazione delle coalizioni non è agevolata da una legge elettorale proporzionale che favorisce le alleanze dopo, e non prima, del voto.
Oggi il ritorno alle coalizioni appare ancora improbabile e non solo per l’assenza di una legge elettorale che lo agevoli ma perché esso non conviene a quasi nessuno dei protagonisti della politica. Cominciamo col dire che non conviene a Silvio Berlusconi. Un tempo il capo di Forza Italia era dominus assoluto dello schieramento, ora c’è Salvini a contendergli il posto e la sua leadership non è certa. In sostanza il Cavalie- re sa che in uno schieramento unitario con- terebbe di meno e dovrebbe mediare con la forza della Lega e la sua strategia antieuropeista. Preferisce, quindi, giocare da solo, affermare il carattere cattolico e liberale del suo partito, puntare a una riunificazione della de- stra moderata e sottolineare la dimensione europea di Forza Italia. La sua strategia punta, per il momento, a un governo col Pd nel quale potrebbe avere un ruolo determinante. Quanto alla formazione di una coalizione di centro sinistra anche questa appare molto difficile. La recente apertura di Matteo Renzi a Giuliano Pisapia, leader del Movimento progressista, suona quanto mai formale e strumentale dopo che per settimane si è lasciato intendere che quasi naturalmente ci sarebbe stato un accordo con Berlusconi. Il segretario del Pd è contrario ad un’alleanza elettorale con la sinistra radicale e con i fuoriusciti dal Pd. La sua offerta all’ex sindaco di Milano non è molto di più che quella di una o più candidature che Pisapia si è affrettato a rifiutare.
Se così stanno le cose è molto difficile – sia alle prossime elezioni, sia nella elaborazione della legge elettorale – vedere un ritorno al bipolarismo. L’Italia rimane un paese tripolare anche se uno dei poli è stato leggermente ridimensionato, un altro è colpito da un aumento dell’astensione per il momento mascherata dalle liste civiche. Nei prossimi mesi si vedrà.
Ritanna Armeni
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Rocca è online
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Oggi lunedì 19 giugno 2017

————————DIBATTITO M5S, SINISTRA E DINTORNI —————————— democraziaoggiM5S e brandelli della sinistra: che fare?
19 Giugno 2017
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Il M5S continua ad agitare i sonni della sinistra italiana che fu e quelli di noi orfani di un partito della sinistra. C’è in questo una sorta di invidia, nelle sue diverse accezioni. Quella cattiva che auspica il male altrui a costo del proprio. di chi insomma è disposto a perdere un occhio a condizione […]
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Tonino Dessì, su fb.
In parte concordo, in parte dissento anche molto da Pubusa.
Concordo sul fatto che M5S sia cresciuto finora proprio per l’inconsistenza, la mediocrità e la sempre più evidente meschinità opportunistica e parassitaria del ceto politico che ancora pretende di rappresentare il mondo culturale e sociale progressista.
Concordo sul fatto che chi si aspetterebbe nel concreto orizzonte della propria vita un sovvertimento democratico delle condizioni create dalla politica italiana tutta abbia finora visto nel M5S un’opportunità in tale direzione.
Il M5S gode di un consenso che è più conseguenza di autonome scelte di una parte importante dell’elettorato, che non frutto diretto dei meriti effettivi della sua dirigenza nazionale e locale.
Concordo sul ruolo decisivo che il M5S ha avuto nella sconfitta della revisione costituzionale. Senza il M5S al referendum avrebbe vinto Renzi.
Temo tuttavia che, contrariamente a quello che ci si sarebbe potuto aspettare, la piena immersione nei temi costituzionali non abbia fatto fare al M5S il salto di qualità nella direzione auspicabile.
La presa di posizione sullo ius soli mi pare da questo punto di vista esemplare e clamorosamente ingiusta sul terreno specifico dei diritti fondamentali, oltre che sbagliata sul piano dell’opportunità politica.
Sul tema della gestione del fenomeno migratorio capisco che ci siano molti, anche a sinistra, che non si accontentano più di un confronto astratto fra posizioni xenofobe e razziste e posizioni astrattamente e incondizionatamente favorevoli all’accoglienza.
Sappiamo tutti che l’Italia sta gestendo in Europa quasi da sola il soccorso, il salvataggio, la sistemazione d’emergenza. Non ci possiamo nemmeno nascondere che la capacità di assorbimento delle nostre comunità sta raggiungendo un limite di “tollerabilità percepita”.
Se non si riaprono corridoi europei, la situazione potrebbe precipitare.
Tuttavia, finché questo obiettivo non verrà concretamente praticato, il compito delle persone e dei soggetti politici più consapevoli resta quello di operare per favorire l’accoglienza e la permanenza più dignitose e civili possibili.
Non possiamo neanche indulgere sullo stereotipo negativo del migrante “col telefonino”. In tutta l’Africa quasi non esistono linee telefoniche fisse e il cellulare è l’unico mezzo di comunicazione, nelle città come in pieno deserto. Chi non ne ha uno non comunica.
Così come i rimpatri forzosi (ieri vi ha insistito Travaglio) non sono praticamente possibili, meno che meno di massa, senza il consenso dei Paesi di provenienza, che nelle condizioni attuali non c’è quasi mai.
Detto questo, anche nei confronti del M5S non si può abdicare, pure da parte di quanti (ma rischiano di diminuire, a sinistra), guardano loro con qualche aspettativa, dallo svolgere lo stesso ruolo di vigilanza, di critica, anche di contestazione aperta che si svolge nei confronti delle altre forze politiche.
Tanto più che se la vita interna del M5S resta ancora così autoreferenziale -il che denuncia un limite non risolto di cultura, oltre che di pratica della democrazia- solo espliciti e diffusi orientamenti di opinione pubblica possono condizionarne le possibili evoluzioni.
Non possiamo, non dobbiamo proprio fare sconti a nessuno. Non è il tempo.
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sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghdemocraziaoggiGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2
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Considerato le presenze, ma soprattutto diverse assenze, sembrerebbe una buona iniziativa… Vedremo.
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eddyburgSOCIETÀ E POLITICA » GIORNALI DEL GIORNO »
Gloria, Valeria, gli altri: storie d’Italia I giovani talenti costretti all’espatrio
di ALDO CAZZULLO
Vergognoso mettere in relazione la mancanza di lavoro qualificato in Italia che costringe tanti nostri giovani talenti ad emigrare con l’opposizione alle grandi opere, che hanno prodotto, questo si, un sistema diffuso di illegalità, corruzione, tangenti, con benefici immensi per pochi. Corriere della Sera, 17 Giugno 2017, ripreso da eddyburg (m.p.r.).
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SOCIETÀ E POLITICA » TEMI E PRINCIPI » DE HOMINE
Jus soli e migranti, critiche sensate e paranoie identitarie
di ERNESTO GALLI DELLA LOGGIA
Un buon esempio di ipocrisia applicata a un tema che tocca l’essenza profonda della democrazia: quello dell’uguaglianza tra gli esseri umani. Corriere della sera, 18 giugno 2017, ripreso da eddyburg, con postilla
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lampada aladin micromicroGli Editoriali di Aladinews. DIBATTITO. M5S SINISTRA E DINTORNI.

Oggi domenica 18 giugno 2017

sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghdemocraziaoggiGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2
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minima-e-moraIL LEADER MORALE DEL MONDO
di Christian Raimo, pubblicato mercoledì, 7 giugno 2017 · su MinimaMoralia.
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761718576x124SOCIETÀ E POLITICA »LIBRI SEGNALATI
I primi illuministi parlavano arabo
di SIEGMUND GINZBERG, su La Repubblica, ripreso da eddyburg.
«Sarebbe più esatto definirli cosmopoliti, avevano profondo rispetto per gli altri I loro interlocutori erano ebrei, buddisti e cristiani, erano eretici, ma nessuno li mandò al rogo». la Repubblica, 12 giugno 2017 (c.m.c.)
. Frederick Starr, L’illuminismo perduto.L’età d’oro dell’Asia centrale dalla conquista araba a Tamerlano. tr. L. Giacone, Einaudi, pagg. 676.
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democraziaoggiIl M5S espressione del malessere, ma incapace di dargli risposta
Giugno 2017
Aldo Lobina su Democraziaoggi (www.democraziaoggi.it)
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Un «manifesto di rottura» per una grande alleanza
di LORENZO MARSILI
«E’ ora di dichiarare in cosa crediamo, di unirsi e dimostrare che cambiare si può». il manifesto, 17 giugno 2017 (c.m.c), ripreso da eddyburg.

——————————DA DOMANI———————————–
musica-al-museo-marinaSUGGESTIONI IN MUSICA
Area Archeologia di Sant’Eulalia
Vico del Collegio 2 – Cagliari

Proseguono le attività del Progetto MU.S.E. progetto di riqualificazione e valorizzazione del Quartiere Marina di Cagliari e dell’Area Archeologica di Sant’Eulalia a Cagliari.

- segue –

E’ online il manifestosardo duecentoquaranta

pintor il manifesto sardoIl numero 240
Il sommario
Sarà un’estate meno cafona in Sardegna? (Stefano Deliperi), A proposito di Africa (Gianfranca Fois), Ius soli. La prevedibile convergenza dei Cinquestelle con la Lega (Eva Garau), Ciao Marc (Gianfranco Biosa), Il prefetto di Nuoro abroga la sovranità popolare (Francesco Casula), Crisi mediorientale e il rebus saudita (Gianfranco Sabattini), Giovanni Ruggeri: politico appassionato, profeta inascoltato (Ottavio Olita), La pace si fa insieme (Luisanna Ardu),

Incubatori di idee per la Sardegna e non solo

nuraghe_su_nuraxipropositivoSe la Sardegna salva i nuraghi, i nuraghi salvano la Sardegna
di ProPositivo | 22 aprile 2014
Comunità critico-costruttiva

Ci sono due modi in cui l’Italia ha conquistato il mondo: uno è il cibo, l’altro è la cultura. Siamo infatti il 5° Paese più visitato al mondo, il turismo è un settore chiave della nostra economia e, al suo interno, quello culturale pesa oltre il 30%, con più di 2 milioni di occupati.

L’Italia è un Paese “a museo diffuso”, uno ogni 13mila abitanti, circa il triplo della Francia. Disponiamo di 4.588 tra musei, aree archeologiche e monumenti, ma la verità è che la maggior parte del nostro patrimonio non è calcolato perché non valorizzato. Basti pensare che solo in Sardegna vi sono più di 7.000 nuraghi, senza contare le leggendarie case delle fate, menhir, betili, dolmen, pozzi sacri e tombe dei giganti.

Secondo l’Ue “la cultura è il nostro petrolio, ma ce ne freghiamo”. Siamo all’ultimo posto in Europa per la spesa in cultura, la figura dell’archeologo non è tutelata e ignoriamo la Convenzione europea per la salvaguardia del patrimonio. Nel 2012, abbiamo rimandato indietro più di 2 miliardi di fondi Ue riservati a migliorare l’offerta culturale nel sud. Quello del turismo culturale è un settore che presenta un trend di crescita che pare non conoscere flessioni, eppure è stato a lungo snobbato, portando zone ad alto potenziale turistico, come il Mezzogiorno, ad investire su di un’industria rivelatasi poco competitiva, lasciando lo sviluppo turistico e culturale in balia degli eventi.

Il crollo di Pompei ne è un esempio eclatante, solo nel 2013 è stato varato un piano di recupero atteso da 30 anni. Tuttavia Pompei, rispetto a gran parte dei siti sardi, potrebbe essere definito come un fiore all’occhiello della manutenzione. Non solo il patrimonio nuragico crolla su se stesso, ma viene spesso vandalizzato o peggio usato come discarica. Non c’è la volontà di investire, né di scavare o di tutelare, e le poche attrattive curate non sono adeguatamente promosse.

Il complesso nuragico Su Nuraxi di Barumini è il più grande dell’isola, patrimonio Unesco e luogo in cui alcuni studiosi hanno riconosciuto le rovine di Atlantide. Pensate però che ci sono zone come il Marghine-Goceano che, rispetto a Barumini, presentano la più alta densità di emergenze archeologiche (0,50 per kmq), quasi tutte monumentali. In queste zone sono state svolte indagini topografiche, ma non ci si è mai adoperati per scavare, salvaguardare o promuovere gran parte dei siti. Su Nuraxi tuttavia, grazie all’impegno della Fondazione Barumini, viene tutelato ed è visitato ogni anno da 100mila persone. Perché però Barumini attrae appena un sesto della Valle dei Templi? Perché i soli principali musei statali di Londra attraggono il 73% degli ingressi totali nei nostri 420 istituti pubblici?

La risposta pare evidente, e non sorprende vedere che gli scarsi investimenti non siano altro che lo specchio di un’incerta capacità amministrativa, di una mancata digitalizzazione e apertura verso l’esterno. Solo il 50% dei musei ha un sito web, solo 16% di loro è attivo nelle community e solo il 40% ha personale che parla inglese. Il turismo rappresenta il 50% dell’e-commerce italiano, eppure siamo tra i meno informatizzati d’Europa. Secondo la Oxford Economics, se sviluppassimo l’economia turistica investendo sui contenuti online e allineandoci con la media europea, il Pil crescerebbe di circa l’1% e la domanda turistica del 10%, un dato quantificabile in circa 250mila nuovi posti di lavoro.

Su questa linea si muove Nurnet, la rete dei nuraghi con il progetto di sviluppare con risorse minime, tecniche informatiche tipiche dei Gis e dei social network, una rete di informazioni fondata sulla cultura sarda nuragica. Nurnet propone infatti itinerari nostrani alla ricerca di quest’identità storica, creando, attraverso l’iniziativa “Adotta un Nuraghe”, mappe di localizzazione e salvaguardia delle strutture, rendendole facilmente accessibili e agevolando il turismo archeologico, un campo quasi del tutto inesplorato e capace di allargare il turismo all’entroterra e a tutte le stagioni. Ovviamente l’adozione non costituisce alcun diritto sul monumento, ma solo una responsabilità di tutela, digitalizzazione e condivisione del bene.

Giovanni Lilliu, scopritore di Su Nuraxi, dipingeva l’isola come caratterizzata dalla “costante resistenziale sarda”, ovvero una suddivisione tra il popolo costiero, collaborazionista dei coloni, e il popolo dell’entroterra, custode della più autentica tradizione culturale e chiuso verso l’esterno. Questa distinzione è tuttora evidente e si riscontra in particolare a livello turistico, nel gap tra il turismo costiero e rurale, tra la costa Smeralda e l’identità più profonda della Sardegna. Un gap in cui sta la chiave di volta dello sviluppo e della tutela dell’isola. Se la Sardegna salvasse l’archeologia, l’archeologia salverebbe la Sardegna.

di Gian Luca Atzori e Maura Fancello

di ProPositivo | 22 aprile 2014

Tratto da Il Fatto quotidiano blog.
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Rocca è online
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Oggi sabato 17 giugno 2017

Presentazione standard di PowerPointOggi, sabato 17 giugno 2017 alle ore 21.30, in piazza Palazzo (fronte Cattedrale) a Cagliari, si svolgerà una veglia di preghiera e riflessione per le vittime del terrorismo e per la pace.
L’iniziativa, voluta dall’Arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio, intende offrire alcuni spunti di riflessione e testimonianze sull’incontro tra culture come strumento di dialogo e sulla pace, di fronte al fenomeno del terrorismo. La veglia sarà accompagnata dalla lettura di testi biblici e del magistero della Chiesa, dal Concilio Vaticano II a papa Francesco.
La partecipazione alla veglia è aperta a tutti e vede l’adesione di movimenti e associazioni ecclesiali e laiche, del mondo del volontariato e degli immigrati del territorio diocesano.
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Landini: «Nuovi voucher peggio dei vecchi, con la Cgil chi dice No»
17 Giugno 2017
Intervista. Il segretario Fiom: in piazza oggi per la Carta universale dei diritti dei lavoratori. Su il manifesto, ripreso da Democraziaoggi.
democraziaoggi
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SOCIETÀ E POLITICA »LIBRI SEGNALATI
Nuove ritualità urbane. Le tribù glocali
di FRANCESCO LENZINI, su chefare.com, ripreso da eddyburg.
«La natura fluida della realtà post-moderna presuppone l’accettazione di una pluralità di linguaggi meta-comunicativi che agiscono simultaneamente». Un estratto da “Riti urbani, Spazi di rappresentazione sociale”.che-fare.com, online, 14 giugno 2017 (c.m.c.)

Papa Francesco: «Lottiamo insieme contro la corruzione»

papafrancesco2SOCIETÀ E POLITICA » MAESTRI » JORGE MARIO BERGOGLIO
Papa Francesco: «Lottiamo insieme contro la corruzione»
di JORGE MARIA BERGOGLIO
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«L’appello del Pontefice nella prefazione del libro del cardinale Turkson: “Dobbiamo unirci per combattere questa bestemmia, questo cancro che sta logorando le nostre vite. La Chiesa non deve avere paura di purificare se stessa”». Corriere della Sera, 15 giugno 2017, ripreso da eddyburg.

La corruzione, nella sua radice etimologica, definisce una lacerazione, una rottura, una decomposizione e disintegrazione. Sia come stato interiore sia come fatto sociale, la sua azione si può capire guardando alle relazioni che ha l’uomo nella sua natura più profonda. L’essere umano ha, infatti, una relazione con Dio, una relazione con il suo prossimo, una relazione con il creato, cioè con l’ambiente nel quale vive. Questa triplice relazione — nella quale rientra anche quella dell’uomo con se stesso — dà contesto e senso al suo agire e, in generale, alla sua vita.

Corruzione

Quando l’uomo rispetta le esigenze di queste relazioni è onesto, assume responsabilità con rettitudine di cuore e lavora per il bene comune. Quando invece egli subisce una caduta, cioè si corrompe, queste relazioni si lacerano. Così, la corruzione esprime la forma generale della vita disordinata dell’uomo decaduto. Allo stesso tempo, ancora come conseguenza della caduta, la corruzione rivela una condotta anti-sociale tanto forte da sciogliere la validità dei rapporti e quindi, poi, i pilastri sui quali si fonda una società: la coesistenza fra persone e la vocazione a svilupparla. La corruzione spezza tutto questo sostituendo il bene comune con un interesse particolare che contamina ogni prospettiva generale. Essa nasce da un cuore corrotto ed è la peggiore piaga sociale, perché genera gravissimi problemi e crimini che coinvolgono tutti. La parola «corrotto» ricorda il cuore rotto, il cuore infranto, macchiato da qualcosa, rovinato come un corpo che in natura entra in un processo di decomposizione e manda cattivo odore.

All’origine dell’ingiustizia

Cosa c’è all’origine dello sfruttamento dell’uomo sull’uomo? Cosa, all’origine del degrado e del mancato sviluppo? Cosa, all’origine del traffico di persone, di armi, di droga? Cosa, all’origine dell’ingiustizia sociale e della mortificazione del merito? Cosa, all’origine dell’assenza dei servizi per le persone? Cosa, alla radice della schiavitù, della disoccupazione, dell’incuria delle città, dei beni comuni e della natura? Cosa, insomma, logora il diritto fondamentale dell’essere umano e l’integrità dell’ambiente? La corruzione, che infatti è l’arma, è il linguaggio più comune anche delle mafie e delle organizzazioni criminali nel mondo. Per questo, essa è un processo di morte che dà linfa alla cultura di morte delle mafie e delle organizzazioni criminali. C’è una profonda questione culturale che occorre affrontare. Oggi molti non riescono anche solo a immaginare il futuro; oggi per un giovane è difficile credere veramente nel suo futuro, in qualunque futuro, e così per la sua famiglia. Questo nostro cambiamento d’epoca, tempo di crisi molto vasta, ritrae la crisi più profonda che coinvolge la nostra cultura. In questo contesto va inquadrata e capita la corruzione nei suoi diversi aspetti. Ne va della presenza della speranza nel mondo, senza la quale la vita perde quel senso di ricerca e possibilità di miglioramento che la rende tale.

L’uomo va visto in ogni suo aspetto

In questo libro il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, oggi prefetto del Dicastero per il Servizio dello Sviluppo Umano Integrale, e già presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, spiega bene la ramificazione di questi significati di corruzione, e lo fa concentrandosi in particolare sull’origine interiore di questo stato che, appunto, germoglia nel cuore dell’uomo e può germogliare nel cuore di tutti gli uomini. Siamo, infatti, tutti molto esposti alla tentazione della corruzione: anche quando pensiamo di averla sconfitta, essa si può ripresentare. L’uomo va visto in ogni suo aspetto, non va scisso a seconda delle sue attività, e così la corruzione va letta — come si legge in questo libro — tutta insieme, per tutto l’uomo, sia nelle sue espressioni di reato sia in quelle politiche, economiche, culturali, spirituali. Nel 2016 si è concluso il Giubileo straordinario della misericordia. La misericordia permette di superarsi in spirito di ricerca. Cosa avviene se ci si arrocca in se stessi e se il pensiero e il cuore non esplorano un orizzonte più ampio? Ci si corrompe, e corrompendosi si assume l’atteggiamento trionfalista di chi si sente più bravo e più scaltro degli altri. La persona corrotta, però, non si rende conto che si sta costruendo, da se stessa, la propria catena. Un peccatore può chiedere perdono, un corrotto dimentica di chiederlo. Perché? Perché non ha più necessità di andare oltre, di cercare piste al di là di se stesso: è stanco ma sazio, pieno di sé. La corruzione ha, infatti, all’origine una stanchezza della trascendenza, come l’indifferenza.

L’identità e il cammino della Chiesa

Il cardinale Turkson — come si comprende da questo dialogo che via via si snoda secondo un itinerario preciso — esplora i diversi passaggi nei quali nasce e si insinua la corruzione, dalla spiritualità dell’uomo fino alle sue costruzioni sociali, culturali, politiche e anche criminali, ponendo insieme questi aspetti anche su quel che più ci interpella: l’identità e il cammino della Chiesa. La Chiesa deve ascoltare, elevarsi e chinarsi sui dolori e le speranze delle persone secondo misericordia, e deve farlo senza avere paura di purificare se stessa, ricercando assiduamente la strada per migliorarsi. Henri de Lubac scrisse che il pericolo più grande per la Chiesa è la mondanità spirituale — quindi la corruzione — che è più disastrosa della lebbra infame. La nostra corruzione è la mondanità spirituale, la tepidezza, l’ipocrisia, il trionfalismo, il far prevalere solo lo spirito del mondo sulle nostre vite, il senso di indifferenza. Ed è con questa consapevolezza che noi, uomini e donne di Chiesa, possiamo accompagnare noi stessi e l’umanità sofferente, soprattutto quella che più è oppressa dalle conseguenze criminali e di degrado generate dalla corruzione.

Cristiani, come fiocchi di neve

Mentre scrivo mi trovo qui in Vaticano, in luoghi di una bellezza assoluta, nei quali l’ingegno umano ha cercato di elevarsi e trascendere nel tentativo di far vincere l’immortale sul caduco, sul corrotto. Questa bellezza non è un accessorio cosmetico, ma qualcosa che pone al centro la persona umana perché essa possa alzare la testa contro tutte le ingiustizie. Questa bellezza deve sposarsi con la giustizia. Così, dobbiamo parlare di corruzione, denunciarne i mali, capirla, mostrare la volontà di affermare la misericordia sulla grettezza, la curiosità e creatività sulla stanchezza rassegnata, la bellezza sul nulla. Noi, cristiani e non cristiani, siamo fiocchi di neve, ma se ci uniamo possiamo diventare una valanga: un movimento forte e costruttivo. Ecco il nuovo umanesimo, questo rinascimento, questa ri-creazione contro la corruzione che possiamo realizzare con audacia profetica. Dobbiamo lavorare tutti insieme, cristiani, non cristiani, persone di tutte le fedi e non credenti, per combattere questa forma di bestemmia, questo cancro che logora le nostre vite. È urgente prenderne consapevolezza, e per questo ci vuole educazione e cultura misericordiosa, ci vuole cooperazione da parte di tutti secondo le proprie possibilità, i propri talenti, la propria creatività.

Giornata mondiale del rifugiato

ven-16-lug-17-la-collinaL’evento in fb.
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ius-soli

Oggi venerdì 16 giugno 2017

sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghdemocraziaoggiGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2
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democraziaoggi Caro Andrea, partecipare alla vita pubblica è sempre positivo.
16 Giugno 2017
Giacomo Meloni su Democraziaoggi.
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eddyburgSOCIETÀ E POLITICA »TEMI E PRINCIPI» DE HOMINE
L’ottimismo degli italiani
di ILVO DIAMANTI su La Repubblica, ripreso da eddyburg.
«L’indagine Demos per la Repubblica delle Idee: terrorismo e crisi fanno paura ma crediamo ancora negli altri; più relazioni abbiamo, più cresce la fiducia nel futuro». la Repubblica, 15 giugno 2017 (c.m.c.)
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vitobiolchini blog occhialini1AMBIENTE / GIORNALISMO / POLITICA / SARDEGNA sul Blog di Vito Biolchini
Il primo scoop di FreeJourn: “Alla Saras il sistema contro gli incidenti si basa su carta straccia!”
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blogosocial_245x90_parole-condivise2Il gattosardo, il tasinanta e la capacità di adattamento del cagliaristrano
di Alessandro Zorco – giugno 13, sul suo blog.
———————————DOMANI———————————————————–
Presentazione standard di PowerPointDOMANI, sabato 17 giugno 2017 alle ore 21.30, in piazza Palazzo (fronte Cattedrale) a Cagliari, si svolgerà una veglia di preghiera e riflessione per le vittime del terrorismo e per la pace.
L’iniziativa, voluta dall’Arcivescovo di Cagliari Arrigo Miglio, intende offrire alcuni spunti di riflessione e testimonianze sull’incontro tra culture come strumento di dialogo e sulla pace, di fronte al fenomeno del terrorismo. La veglia sarà accompagnata dalla lettura di testi biblici e del magistero della Chiesa, dal Concilio Vaticano II a papa Francesco.
La partecipazione alla veglia è aperta a tutti e vede l’adesione di movimenti e associazioni ecclesiali e laiche, del mondo del volontariato e degli immigrati del territorio diocesano.
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stemma RAS Consiglio-regionale-SardegnaDALLA RAS. CERCHIAMO DI CAPIRE
Lavoro, presentato piano di tirocini destinati a seimila disoccupati, domande dal 1 luglio
Uscirà nei prossimi giorni il nuovo Avviso pubblico destinato a seimila beneficiari, con l’obiettivo di favorire la nascita del maggior numero possibile di rapporti di lavoro.giovani ragazzi studenti
CAGLIARI, 16 GIUGNO 2017 – Un vasto Piano di tirocini destinati ai disoccupati sardi sorretto da una cospicua dotazione finanziaria: uscirà nei prossimi giorni il nuovo Avviso pubblico destinato a seimila beneficiari, con l’obiettivo di favorire la nascita del maggior numero possibile di rapporti di lavoro. L’avviso, pubblicato a cura dell’Aspal, prevede due tipologie di destinatari. La linea A, la più vasta, è parte del Programma Garanzia Giovani (misura 5A) ed è destinata a giovani Neet (ragazzi che non lavorano e non studiano) di età compresa tra i 18 e i 29 anni. La linea B, che attinge a risorse del Fondo Sociale Europeo, è invece rivolta a disoccupati dai 30 anni in su. Ciascun tirocinio avrà la durata di 6 mesi, con un impegno di 30 ore settimanali. Al tirocinante verrà riconosciuta un’indennità mensile lorda di 450 euro, 300 dei quali a carico del cofinanziamento pubblico e 150 a carico del soggetto ospitante. Le domande, tanto per i disoccupati che per le imprese, potranno essere presentate a partire dal prossimo 1 luglio. Le risorse economiche, al momento di oltre 15 milioni di euro, saranno ulteriormente implementate nelle prossime settimane, grazie a fondi recuperati dall’Assessorato, per arrivare a circa venti milioni.
- SEGUE –

Oggi giovedì 15 giugno 2017

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convegno-diocesano-giugno-2017-web-300x300
sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghdemocraziaoggiGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2
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50_jobs-actPapa Francesco. Lavoro: priorità umana e cristiana.
Articolo di Giacomo Meloni, Segretario nazionale della Confederazione Sindacale Sarda, sul periodico Nuovo Cammino, della Diocesi di Ales-Terralba.
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disperazione AladinBenvenuti nell’era del lavoro senza stipendio (per i giovani, ovviamente)
linkiesta logoSecondo Accenture, 8 giovani laureati su 10 sono disposti ad accettare un lavoro gratis. Non sono incidenti di percorso, è una tendenza che le aziende conoscono bene. E usano senza fare troppi complimenti
di Flavia Perina su Linkiesta.
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linkiesta logoSarà la demografia ad ammazzare l’Italia, non i migranti
Senza stranieri residenti, anche nel 2016 avremmo perso 200mila italiani, a causa delle culle vuote. Numeri da auto-estinzione, cui dovremmo porre rimedio. Trasformando il problema migranti in opportunità? Anche. Ma siccome non ne siamo capaci, abbaiamo alla Luna
di Francesco Cancellato su Linkiesta.
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Colpiti, ma non affondati: i Cinque Stelle sono più vivi che mai
La débâcle alle amministrative è netta, indiscutibile. Ma chi si affretta a celebrare il crollo del Movimento rischia di fare un grande errore. La differenza tra voto locale e Politiche è nota: oggi i grillini restano la principale forza politica. E ora rilanciano su immigrazione e sicurezza
di Marco Sarti su Linkiesta.
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democraziaoggiIl M5S è incompatibile col governo locale?
15 Giugno 2017
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Ho sempre avuto la convinzione che il M5S non debba presentarsi alle elezioni locali, ma debba puntare solo al governo nazionale. So che in linea generale questo è un nonsenso, ma nel caso dei pentastellati non è una stravaganza. Il Movimento di Grillo è talmente anomalo nel panorama politico non solo italiano, da suggerire […]
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»GIORNALI DEL GIORNO» ARTICOLI DEL 2017
M5S: da movimento a branco?
di GIULIANO SANTORO
La politica politicante sta divorando anche il movimento inventato da Beppo Grillo: la cupidigia di potere sta necrotizzando cuore e cervello. I casi dello Jus soli e di Roma città chiusa (per non parlar di stadio). Articoli di Carlo Lania e Giuliano Santoro. il manifesto, 15 giugno 2017, ripreso da edduburg.
———————————————–Prosegue OGGI—————————————————-
manifesto-convegno-diocesano-14-15-giugno-2017VERSO LA 48a SETTIMANA DEI CATTOLICI ITALIANI (CAGLIARI 27-29 OTTOBRE 2017),
– segue –

Europa

FESTA EUROPA BOMELUZO 2016Effetto Corbyn: pericolo nuove elezioni e “soft Brexit”
I risultati delle scorse elezioni inglesi influenzano anche le prossime trattative per la Brexit. Secondo MacShane dell’Indipendent la vera vincitrice delle elezioni è l’Europa. Macron vede la possibilità di una soft Brexit
di EuVisions , a cura di Carlo Burelli e Alexander Damiano Ricci, su Linkiesta

Oggi mercoledì 14 giugno 2017

sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghdemocraziaoggiGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413filippo-figari-sardegna-industre-2
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eddyburgSOCIETÀ E POLITICA »TEMI E PRINCIPI» LE IDEE
I numeri al veleno dell’economia
di LUIGI ZOJA, su L’Espresso, ripreso da eddyburg.
«Esperti e tecnici che si dedicano solo a contare e ottimizzare sono pericolosi». L’Espresso, 11 giugno 2017 (c.m.c)
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democraziaoggiDove non c’è più comunità, la proposta politico-culturale non passa
14 Giugno 2017
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Ho accettato di capeggiare una lista di giovani capaci al consiglio comunale di Nuxis e sono stato battuto. Pensavo di fare qualcosa di utile per il mio paese natio, mettere a disposizione la mia esperienza e la mia competenza professionale, il mio disinteresse per far fare al paese un salto di qualità, ma l’iniziativa […]
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eddyburgSOCIETÀ E POLITICA »EVENTI» 2015-LA GUERRA DIFFUSA
Africa, il “piano Marshall” di Angela Merkel. Su eddyburg.
La strategia di potere mondiale della Germania di Merkel sembra aprire una nuova fase nel colonialismo del Primo mondo. Compatibile o meno con il Migration Compact di Renzi &Co? Articoli di Alessandro Alviani, Tonia Mastrobuoni, Fabio Celestino, edizioni online de La Stampa, la Repubblica, BlastingNews, 13 giugno 2017, ripresi da eddyburg.
La Stampa online e eddyburg.
MERKEL, UN PIANO PER L’AFRICA
TEST PER LA LEADERSHIP GLOBALE

di Alessandro Alviani
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eddyburgSOCIETÀ E POLITICA »GIORNALI DEL GIORNO
L’Italia ai raggi Istat, su Sbilanciamoci, ripreso da eddybur.
«Il Rapporto annuale sulla situazione del paese, pubblicato recentemente dall’Istat, certifica la crescita delle disuguaglianze, con alcuni dati interessanti e qualche polemica sulla metodologia adottata». Sbilanciamoci.info, 12 giugno 2017 (c.m.c.)
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CITTÀ E TERRITORIO »SOS» BENI COMUNI
Pisa, le proposte di Rebeldìa sul Regolamento dei Beni comuni.
«Il Progetto Rebeldìa ha presentato alcuni emendamenti imprescindibili al Regolamento sulla collaborazione tra cittadini e amministrazione per la cura e la rigenerazione dei beni comuni urbani di Pisa». perUnaltracittà online, 13 giugno 2017 (c.m.c.), ripreso da eddyburg.
————————————————–DOMANI—————————————–
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——————————————OGGI&DOMANI
manifesto-convegno-diocesano-14-15-giugno-2017VERSO LA 48a SETTIMANA DEI CATTOLICI ITALIANI (CAGLIARI 27-29 OTTOBRE 2017),
ADDENDUMLa registrazione degli interventi (a cura di Radio Kalaritana).
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Oggi martedì 13 giugno 2017

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La pagina fb dell’evento. ******* Su il manifesto sardo.
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democraziaoggiLa tecnologia e la irreversibilità delle strutture dei moderni sistemi economici
13 Giugno 2017
di Gianfranco Sabattini, su Democraziaoggi.
Giuseppe Berta, in “Post-global: economia politica della nostalgia” (Il Mulino 2/2017), svolge interessanti considerazioni sul ruolo della tecnologia nella formulazione delle politiche utili a rimediare a molti guasti provocati dalla globalizzazione, sorretta dal funzionamento di un mercato senza regole. […]
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Cagliari città Capitale 1Agricoltura urbana, iniziative dal basso, una vera transizione.
di Enrico Lobina su Cagliari Città Capitale.
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LAVOROOggi martedì 13 giugno alle ore 18.30 presso la CSS riunione del Gruppo di Lavoro per il Lavoro Lavoro al Quadrato, in preparazione del Convegno “Lavorare meno, Lavorare meglio, Lavorare tutti. Il Lavoro fondamento della democrazia” (previsto a Cagliari nei giorni 22 e 23 settembre 2017).
—————————————–Punta de billete—————————————
casa-quartiere-is-mirrionis-caMartedì 4 luglio, con inizio alle ore 16.30 sala ex Circoscrizione, via Montevecchio: Assemblea del Quartiere di Is Mirrionis, promossa dall’Associazione Casa del Quartiere – Is Mirrionis, Cagliari. scuola-popolare-ism-oggi
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