Monthly Archives: novembre 2016

Donne morte senza riposo. Un’indagine sul muliericidio

“Donne morte senza riposo. Un’indagine sul muliericidio” 2Domani, venerdì presentazione del libro
Donne morte senza riposo. Un’indagine sul muliericidio
di Nereide Rudas, Sabrina Perra e Giuseppe Puggioni

Venerdì 25 novembre (ore 17) nell’Aula Magna della Corte d’Appello di Cagliari sarà presentato il volume Donne morte senza riposo. Un’indagine sul muliericidio, scritto da Nereide Rudas, Sabrina Perra e Giuseppe Puggioni per le edizioni Am&D.
- Dopo i saluti di apertura di Grazia Corradini, presidente della Corte d’Appello di Cagliari, del Prefetto di Cagliari Giuliana Perrotta, Maria Del Zompo, Rettore dell’Università di Cagliari e della giornalista Maria Francesca Chiappe, sarà la volta dei relatori Gilberto Ganassi, Procuratore della Repubblica aggiunto presso il Tribunale di Cagliari e dell’avvocato Luigi Concas, coordinati da Stefano Pira dell’Università di Cagliari.
- Saranno presenti gli autori del volume. La notizia sul sito di Unica.

Ottimismo della volontà

sardegna dibattito-si-fa-carico-181x300Pensiamo insieme al futuro
di Vittorio Pelligra su Il Portico
Una lettura anche rapida dei dati recentemente messi a disposizione da vari istituti di ricerca restituisce della Sardegna un’immagine in chiaroscuro, tendente allo scuro. In molte delle regioni del Sud si è registrata nell’ultimo anno una crescita del reddito pro capite piuttosto accelerata, che ha toccato il +5,5% in Basilicata, il 2,9% in Molise e il 2,5% in Abruzzo. La nostra regione, invece, assieme a Campania e Puglia, ha visto un incremento solo marginalmente, dello 0,2%. Pesa in questo l’industria ancora in crisi e l’agricoltura che non riesce a decollare. Non dobbiamo dimenticare poi che negli anni della crisi i livelli occupazionali in Sardegna hanno subito una riduzione di ben sei punti percentuali. Questi fatti hanno naturalmente un impatto sul rischio povertà che, infatti, è aumentato anche per chi un lavoro ce l’ha (i cosiddetti working poor). Eppure se consideriamo i risultati del Bes, l’indice di benessere equo e sostenibile, che misura non solo il reddito, ma anche la qualità ambientale, delle relazioni sociali, dei servizi amministrativi e di welfare, scopriamo che la Sardegna ottiene ottimi risultati, migliori anche di quelli di molte regioni del Nord. Ci sono quindi grandi potenzialità nella nostra terra che ancora non riescono a tramutarsi in occasioni di crescita e di sviluppo.
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Pazza Idea CAЯATTEЯE SPECIALE da oggi giovedì 24 a domenica 27 novembre 2016

Locandina-2016 pazzaidea

PAZZA IDEA. CAЯATTEЯE SPECIALE
da giovedì 24 a domenica 27 novembre 2016
Centro Comunale d’Arte e Cultura Il Ghetto
via Santa Croce 18, Cagliari

La direzione è di Mattea Lissia. Sarà possibile seguirlo in diretta streaming da www.pazzaidea.org.
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Programma di giovedì 24 novembre 2016.
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Oggi giovedì 24 novembre

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No comitato sardoNO sardo
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democraziaoggiCagliari: 100 donne lanciano un appello per il NO.

La riforma costituzionale e la politica del caviale

lampadadialadmicromicro133Con l’articolo che segue Raffaele Deidda inizia la collaborazione con la nostra news. In passato abbiamo ospitato in diverse occasioni interventi di Raffaele, spesso condividendoli con la news di SardegnaSoprattutto (o, più semplicemente, catturandoli) per la quale fino a poco tempo fa scriveva regolarmente. Secondo il nostro modo di operare e, in particolare, di relazionarci con le altre entità della comunicazione online, non abbiamo alcuna pretesa di esclusività e pertanto ben volentieri condividiamo le riflessioni di Raffaele con altre testate a noi vicine per ispirazione e ambito democratici, come in questo caso facciamo con il manifesto sardo, anche nell’intento di estendere la platea complessiva dei lettori rispetto al bacino di ciascuna testata.
Caviar
La riforma costituzionale e la politica del caviale
Raffaele Deidda 2di Raffaele Deidda.

La serata televisiva di lunedì 21 novembre, per chi abbia avuto l’opportunità di immergervisi, è stata di grande interesse. Passando dalla trasmissione Otto e Mezzo su La 7 a Report su Rai 3.
C’era Pierferdinando Casini ospite di Lilli Gruber o Otto e Mezzo. Fra le altre cose ha sostenuto che con la vittoria del SI al Referendum verrebbe superata la “dissennata” riforma del Titolo V della Costituzione e non si verificherebbero contenziosi come quello fra lo Stato e la Regione Puglia in relazione al gasdotto TAP (Trans-Adriatic Pipeline), che dovrebbe portare il gas naturale proveniente dall’Azerbaijan in Italia e in Europa, il cui progetto sarebbe inibito dai localismi pugliesi ostili all’espianto di “alcune centinaia di ulivi”. Nell’interesse nazionale, ha ribadito con forza Casini, l’ultima parola sulle grandi opere ce l’ha lo Stato.
In realtà, come ha recentemente osservato l’agenzia di stampa Reuters Italia, per costruire il gasdotto che raggiungerà il terminale di ricezione nel comune di Melendugno dovranno essere espiantati e successivamente reimpiantati 1.900 ulivi. Poi, per allacciare l’infrastruttura alla rete nazionale, occorrerà estendere il gasdotto di altri 55 km fino a Mesagne (Brindisi) dove parte la dorsale del gas della Snam, con ulteriore spostamento di altri 8.000 ulivi.
Il dramma della Xilella, il batterio che ha colpito migliaia di ulivi del Salento, è ancora troppo vivo nella memoria e il sindaco di Melendugno ha ricordato come per affrontare la malattia i primi provvedimenti prevedessero l’abbattimento delle piante e come le persone avessero manifestato contro, arrampicandosi sugli alberi e determinando così l’interruzione del piano. “Lo stesso si immagina possa succedere con il gasdotto”, ha rimarcato il sindaco.
Per Casini, leader dell’Udc e politico di lunghissimo corso, attualmente Presidente della Commissione Esteri del Senato, le grandi infrastrutture vanno comunque realizzate riducendo i poteri di veto delle Regioni e tacitando i localismi.
Venendo a Report, Milena Gabanelli ha costruito la puntata sull’inchiesta della Procura di Milano, aperta per corruzione e riciclaggio nei confronti dell’ex deputato dell’Udc (incidentalmente lo stesso partito di Pierferdinando Casini) e presidente del Ppe nel Consiglio d’Europa che, è utile ricordarlo, è la principale organizzazione di difesa dei diritti umani, democrazia e Stato di diritto. In questa veste avrebbe, secondo l’accusa, ricevuto dal governo dell’Azerbaijan una tangente da due milioni e 390mila euro. Per l’accusa Volonté avrebbe intascato la tangente dal lobbista azero Muslum Mammadov, affinché “asservisse la propria funzione pubblica ai loro interessi e a quelli del governo dell’Azerbaijan”. Volonté avrebbe cioè orientato le votazioni del gruppo Popolari-Cristiano Democratici contro il rapporto sui prigionieri politici stilato dal socialdemocratico tedesco Christoph Strasser e fortemente osteggiato dall’Azerbaijan.
A prescindere dalla vicenda che riguarda Volonté, e che sarà compito dei magistrati chiarire, risulta evidente come sia sistematica la cosiddetta “politica del caviale”, ossia la pratica di corruzione messa in atto dal regime azero. Che ha trovato in Italia, e non solo, terreno molto fertile. Nel corso della sessione del Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa il presidente spagnolo Pedro Agramunt, noto per le sue posizioni filo azere, per ben due volte ha tolto il microfono alla capo delegazione armena Naira Zhohrabyan che nel suo intervento ricordava l’inchiesta della Procura milanese e le pratiche di corruzione del regime dell’Azerbaijan.
Il presidente azero Aliyev che mette i giornalisti in prigione, che reprime gli oppositori politici, che è in guerra con l’Armenia, coltiva amichevoli rapporti con l’occidente in funzione della ricchezza di idrocarburi e di caviale che detiene. E’ il presidente di un paese con cui l’Italia fa affari da anni e che dovrebbe vendere al nostro Paese il gas in arrivo sulle coste pugliesi con il gasdotto TAP. Sempre che i localismi figli della “dissennata” riforma del Titolo V della Costituzione, non vengano consolidati dalla vittoria del No al Referendum e non vadano a privilegiare l’ambiente rispetto alla strategicità del TAP. “Lei porterebbe sua figlia a costruire i castelli di sabbia sopra un gasdotto che ha una pressione di 145 bar? E che ne sarà della balneazione e della pesca in quel tratto di mare ?” ha domandato il sindaco di Melendugno, comune che ottiene importanti riconoscimenti come la Bandiera Blu o le 5 Vele di Legambiente.
Questo a fronte di un gasdotto che non è ancora chiaro se dovrà trasportare gas azero o russo in quanto, a detta degli esperti, le riserve dell’Azerbaijan non sarebbero tali da garantire per molti anni le esportazioni. Come è inoltre emerso dalla puntata di Report, l’Eni avrebbe dichiarato che in Italia c’è un surplus di gas. E allora a che pro devastare un territorio e utilizzare la protesta dei suoi abitanti come esempio di bieco localismo che inibisce lo sviluppo e la crescita economica? Non si capisce, mentre è chiaro come la vittoria del SI scavalcherebbe ogni forma di concertazione con i territori in tema di ambiente, infrastrutture ed energia, anche attraverso la cosiddetta “clausola di supremazia” del Governo. Rendendo tragicamente possibile l’abbinamento della riforma costituzionale con la politica del caviale.
La Sardegna, in quanto Regione a Statuto Speciale, non correrebbe invece rischi di sorta, viene detto dai sostenitori nostrani del SI. Dovremmo stare “sereni” e fiduciosi che la clausola di supremazia speciale, prevista dalla riforma costituzionale, che prevede che lo Stato possa intervenire “in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale” non andrà di fatto a limitare, se non ad eliminare, la clausola di garanzia delle specialità?

Immigranti: “Si rendono necessari interventi qualificati per avviare processi di reale integrazione”

sedia di VannitolaLa sedia
di Vanni Tola.
sardegna-dibattito-si-fa-carico-181x300Migranti in Sardegna, cresce l’allarme per attentati e minacce agli amministratori.
La Sardegna ha accolto e ospita un numero di migranti perfino superiore e quello indicato nelle disposizioni per l’accoglienza che altre regioni stentano ad applicare. Una accoglienza ancora limitata a quella che definiamo “prima accoglienza” (alloggio, vitto e prima assistenza). Nulla a che vedere con il processo di organica integrazione, da molti auspicato, ma concretamente praticato soltanto in piccole realtà territoriali. Si avverte sempre più la mancanza di un progetto finalizzato all’inclusione dei migranti nella società sarda. Al momento una delle proposte operative che comincia a diffondersi tra gli Amministratori locali e nell’opinione pubblica è quella di destinare i migranti nelle comunità isolane dividendoli in piccoli gruppi. L’ipotesi è che l’inserimento di piccoli gruppi di migranti nelle comunità possa realizzarsi riducendo disagi, diffidenze e resistenze che, in presenza di gruppi più consistenti, talvolta si esprimono con manifestazioni di protesta e fermo rifiuto degli ospiti. Un fatto è certo. La proverbiale ospitalità dei sardi, in molte occasioni, si affievolisce quando si arriva alla prova dei fatti. Quando arrivano consistenti gruppi di persone solitamente percepite come “esterne e sconosciute” e, in conseguenza di ciò, immaginate come minacce per l’equilibrio sociale delle comunità. In Sardegna si registrano anche buone pratiche di accoglienza ma c’è pure tanto razzismo che sarebbe sbagliato non riconoscere o, in qualche modo, giustificare. I Sardi non sono esenti dalla piaga del razzismo, anche se finora ci era piaciuto credere il contrario. Tornano alla mente i famosi versi di una canzone di Giorgio Gaber a proposito del razzismo. In Virginia il signor Brown era l’uomo più antirazzista. Un giorno sua figlia sposò un uomo di colore, lui disse, bene. Ma non era di buon umore. Certamente dispiace dover constatare che l’accoglienza (che è parte del più generale concetto di ospitalità) resta tale soltanto fino a quando non ci si trova nella necessità di doverla applicare concretamente con individui provenienti da paesi lontani, in fuga da guerre, carestie e feroci dittatori. No este comente cumbidare s’istranzu in su zilleri. Minacce contro la Prefetta di Cagliari, rea di voler sistemare dei migranti in un edificio pubblico, attentato contro l’agriturismo di Buddusò che doveva accogliere un piccolo gruppo di ospiti, i fatti di Burcei, Monastir, Sassari – dove l’oggetto del contendere pare fosse l’utilizzo occasionale di un campetto da calcio da parte di gruppi di ragazzi stranieri – sono soltanto alcuni degli episodi più recenti. Tristi indicatori di un fenomeno di malcontento e violenza in preoccupante crescita. La sociologa Antonietta Mazzette, docente dell’Università di Sassari, sul quotidiano “La Nuova Sardegna”, ha evidenziato i risultati dell’ultimo report dell’Osservatorio sociale sulla criminalità promosso dall’ateneo sassarese. Dall’indagine emerge una situazione sicuramente preoccupante in termini di evoluzione della criminalità. Nei primi dieci mesi dell’anno sono stati registrati 325 atti intimidatori (a fronte dei 354 dell’intero 2015). Attività criminali che presentano segni di continuità rispetto alla pratica degli attentati nell’isola ma anche forti discontinuità e differenze per quanto riguarda le motivazioni esplicite alle quali tali atti sono riferiti. C’è una forte componente di razzismo nelle menti di chi compie queste azioni. L’intensificarsi delle forme di intimidazione violenta contro gli Amministratori locali starebbe a dimostrare, inoltre, quanto sia diffusa e consolidata tale pratica, sostanzialmente concepita come strumento di “controllo del territorio”. Si arriva perfino a considerate questi episodi delittuosi quasi come un fatto sociale normale (benché ingiustificato). Convinzione questa che talvolta è presente perfino nelle dichiarazioni pubbliche di alcuni amministratori locali che, pur condannando gli episodi, manifestano atteggiamenti, se non di giustificazione, quanto meno di “comprensione” e contestualizzazione dell’episodio che, in qualche modo, potrebbero concorrere ad attenuare la gravità dell’accaduto. Occorre affermare con forza e fermezza che gli episodi di contestazione e violenza contro gli Amministratori e le strutture pubbliche e private non sono soltanto manifestazioni del malessere sociale dell’isola ma qualcosa di molto più grave. Non è pensabile, né in alcun modo tollerabile, che eventi nuovi e straordinari quali l’arrivo di migranti in paesi e comunità del tutto impreparate ad accoglierli, si trasformino in attività violente piuttosto che in momenti di confronto finalizzati alla ricerca di soluzioni rispettose anche delle esigenze delle comunità ospitanti. Una situazione complessa e potenzialmente pericolosa che richiederebbe interventi ben definiti. Quelli suggeriti nell’analisi sviluppata dalla prof.ssa Mazzette, indicano come prioritaria l’esigenza di stroncare drasticamente l’attività di attentati alle strutture e di minacce agli Amministratori locali. Contemporaneamente però è indispensabile definire un organico progetto di accoglienza e integrazione. Si rendono necessari interventi qualificati per avviare processi di reale integrazione quali la conoscenza della lingua e della legislazione locale, la formazione professionale e l’inserimento in attività socialmente utili o in attività produttive. I Comuni devono poter disporre di strumenti e risorse adeguate per attivare un sistema di accoglienza razionale e compatibile con le sensibilità e le possibilità delle Comunità. Non farlo comporterebbe il rischio di innescare, anche nell’isola, fenomeni reattivi socialmente molto devastanti e difficilmente governabili.
- Giorgio Gaber “Un’idea”.
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Punt ‘e billetu
Lunedì 28 Novembre dalle 16:00 a Sassari, nell’Aula Magna dell’Ateneo in piazza Università 21, si terrà il seminario di studi “Criminalità violenta in Sardegna. Quali strumenti per contrastarla?”. L’iniziativa, organizzata dal Dipartimento Polcoming e dall’Osservatorio Sociale sulla Criminalità in Sardegna dell’Università di Sassari, continua la riflessione sulla criminalità in Sardegna a partire dal progetto di ricerca sul Sistema Informativo e governance delle politiche di intervento e contrasto dei fenomeni criminali, finanziato dalla Regione Sardegna (Fonte SardegnaSoprattutto).

Oggi mercoledì 23 novembre 2016

Logo_Aladin_Pensieroaladin-lampada-di-aladinews312sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghdemocraziaoggiGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413
No comitato sardoNO sardo
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democraziaoggiI costituzionalisti di regime più che le norme interpretano il volere del capo. Ecco una messa a punto sulla sorte della Regione sarda
Tonino Dessì su Democraziaoggi.

Movimentu sardu contra a sa gherra e a s’ocupatzione militare. Pro tancare is bases militares. Pro is bonìficas. Pro ddis torrare sa terra a is comunidades locales

Capo Frasca 23 mov 16- La pagina fb dell’evento.
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La Scuola Popolare dei Lavoratori di Is Mirrionis. Punt ‘e billetu po chenabara 9 del Nadale 2016

Ci sono voluti due anni, ma al fin siamo giunti: è uscito il libro sulla Scuola Popolare di Is Mirrionis.
——————————— Scuola Popolare al Gramsci 9 12 16- La pagina fb dell’evento. ———————-
- Mercoledì 23 novembre, con inizio alle ore 17,30 una presentazione in anteprima a cura dell’ANEB (Associazione Nazionale Educatori Benemeriti), presso la Società degli Operai in via XX settembre,80, Cagliari.

Oggi martedì 22 novembre 2016

Logo_Aladin_Pensieroaladin-lampada-di-aladinews312sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghdemocraziaoggiGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413
No comitato sardoNO sardo
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democraziaoggiZedda e Uras, stretti fra PD/M5S, virano al centro. Ma non tutti li seguono
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.

Stampaxi-Stampace

Convegno dibattito Cagliari3 Ieri, lunedì 21 novembre, presso la sala conferenze della Fondazione di Sardegna, via San Salvatore da Horta 2, Cagliari, promossa dall’Associazione culturale Stampaxi. La pagina fb dell’associazione. ———————————————————
[Stampaxi] Rapide annotazioni al termine della giornata di ieri lunedì 21.
ca amoremio1 21 nov16
Abbiamo insieme cominciato a riflettere su molti argomenti sotto il capello “Cagliari, un amore mio, da coltivare. Idee sul ruolo di Cagliari in Sardegna, nel Mediterraneo, in Europa”. Coordinati da Aldo Lino, ci hanno aiutato: Chicco Corti, Paolo Fadda, Francesco Bachis, Francesca Cabiddu, Patrizia Manduchi. Otto i successivi interventi nel dibattito che hanno apportato idee su una vasta gamma di questioni. Molta carne al fuoco, anche un po’ di dispersione delle idee… Verrà il tempo delle sintesi. Senza fretta. E’ anche questo l’impegno dell’associazione Stampaxi.
Tra le relazioni introduttive e il dibattito, dopo che era stato evocato da Francesco Bachis un grande cagliaritano, Raffa Garzia, ecco che Gianni Loy tira fuori un mutettu dello stesso Garzia, letto da Franco Meloni:
Su bentu de s’araxi
asciuttada is paperis
is meris de Stampaxi
funti is arregateris
In s’arruga ‘e su monti
faccias a s’uspidali
tenenti scritti in fronti
su peccau mortali

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Raffa Garzia 2 Stampaxi Piccola città PoddaPagina tratta da “Piccola città, uomini e storia di Cagliari e dintorni” di Giuseppe Podda (con introduzione di Giorgio Pisano). Aipsa Edizioni, luglio 2000.

A chi andrà la ricchezza prodotta? Quasi sicuramente ai fabbricatori di robot e alle imprese che li useranno. Una società da fine del lavoro come farà a reggersi? Chi potrà consumare i nuovi oggetti? Chi finanzierà quel che resta del welfare? Forse bisognerà riconsiderare il reddito di cittadinanza sotto occhi nuovi, non liquidarlo solo come proposta demagogica. Altrimenti per una società che si vorrebbe democratica si prospetta un tempo molto più difficile di oggi; potrebbe non reggere a tensioni così profonde. Il revival nazi-fascista è già dietro l’angolo.

Atlante-Farnese_02La globalizzazione distrugge la democrazia?
di Nicolò Migheli

By sardegnasoprattutto / 20 novembre 2016/ Culture/

Bisognerebbe leggere e rileggere fino allo sfinimento La ribellione delle èlite, il tradimento della democrazia di Christopher Lasch, pubblicato nel ‘95 agli albori della presidenza Clinton.

Prestare attenzione ad uno dei tanti passi meritevoli di quel libro: «Tutto ciò non promette niente di buono per la democrazia [la scomparsa della classe media ndr], la prospettiva si fa ancor più cupa se prendiamo la degenerazione del dibattito pubblico. La democrazia esige un vigoroso scambio di idee ed opinioni. Le idee, come la proprietà, hanno bisogno di essere diffuse nella più larga misura possibile. Eppure molti esponenti del ceto “superiore”, come si autoproclamano, sono sempre scettici sulle capacità del cittadino normale di affrontare questioni complesse ed esprimere giudizi critici. Il dibattito democratico, dal loro punto di vista, degenera troppo facilmente in una sorta di rissa in cui la voce della ragione raramente riesce a farsi sentire.»

Un classico diventato libro profetico. Una sorta di Apocalisse dell’Occidente. Queste parole mi ritornavano in mente durante gli ultimi mesi, quando leggevo con scandalo- sì, è la parola giusta- le rivendicazioni oligarchiche del presidente emerito Napolitano, di Scalfari e giù per li rami anche di miei amici che ho sempre considerato sinceri democratici. Una sfiducia profonda nei meccanismi fondanti del nostro sistema sociale, un esaltare la decisione, considerata superiore ad ogni partecipazione, quest’ultima vissuta come orpello inutile, solo come strumento di consenso.

La velocità, il totem a cui sacrificare ogni coesione sociale. Se la decisione resterà valore assoluto, è bene dare tutto in mano ad un algoritmo. Sulla velocità è imbattibile. Anche le oligarchie hanno prospettive brevi. Il governo dell’erede di Hall 9000 è un futuro probabile. Il vulnus della nostra democrazia è la rottura del contratto sociale, dell’eredità illuministica, che ha permesso di creare società che aspiravano ad essere ineguali e con pari opportunità per tutti.

Tutto ciò deve essere cancellato, costa e quindi è insostenibile per i bilanci pubblici. Una fabbrica continua di esclusioni, di nuove povertà anche culturali. L’aspetto più evidente è la scomparsa del lavoro, sostituito da miriadi di lavori con contratti differenti che alimentano una continua precarietà in ampie fasce di popolazione. Si sono innescate disparità di genere, territoriali, generazionali, tra chi ha un titolo di studio e chi no, tra immigrati e cittadini del Paese.

Paura del futuro, incapacità a progettarlo. Il risultato è un mondo risentito, stressato da una competizione continua, che dà voce ai sentimenti peggiori: razzismo e ostilità nei confronti di chi possa, anche solo teoricamente, attentare a quel minimo di benessere sopravvissuto.

Le èlite del capitalismo assoluto tentano di riciclarsi. Le èlite transnazionali della globalizzazione finanziaria e commerciale stanno cominciando a perdere riferimenti trentennali. L’elezione di Donald Trump e prima il Brexit, sono segnali pesanti. L’intero Occidente di trova davanti a scadenze elettorali che potrebbero cambiarlo per lungo tempo. Il 4 di dicembre il referendum italiano.

Per quelle èlite non è solo quel che è: accettare o no delle riforme costituzionali. Quella consultazione stata caricata da loro di significati anti- sistema, la vittoria del no viene vissuta come una sorta di Italexit. Nello stesso giorno l’Austria potrebbe trovarsi con un presidente dichiaratamente neo- nazista. Tra il 2017-18 ci saranno elezioni in Olanda, Francia, Germania, Cechia e Danimarca. In tutti questi paesi potrebbero andare al potere o influenzare il governo, partiti di estrema destra anti Europa e xenofobi, come in Polonia e Ungheria. L’Unione Europea sarà diversa. Il primo segno è il telefono muto di Junker.

Trump non chiama. Non potrebbe essere diversamente visto che il neo presidente si circonda di un gabinetto di transizione che ha in disprezzo le istituzioni internazionali. Gli unici interlocutori per lui saranno gli Stati nazione. Mentre la globalizzazione, la finanza, le imprese che de-localizzano vorrebbero abbattere tutte le frontiere, i popoli le vivono come necessità e protezione.

La xenofobia è la risposta irrazionale allo spostamento di grandi masse di migranti e alle esclusioni. Costruire muri, cercare di riportare le imprese in patria restituirà i posti di lavoro perso? No. No perché nel frattempo l’elettronica e la robotica hanno fatto passi da gigante.

Secondo l’Onu nel prossimo futuro scompariranno il 60% dei lavori attuali. Altri li sostituiranno, però l’esperienza degli ultimi cinquant’anni dimostra che i nuovi lavori sono sempre inferiori per numero di addetti rispetto a quelli persi.

A chi andrà la ricchezza prodotta? Quasi sicuramente ai fabbricatori di robot e alle imprese che li useranno. Una società da fine del lavoro come farà a reggersi? Chi potrà consumare i nuovi oggetti? Chi finanzierà quel che resta del welfare? Forse bisognerà riconsiderare il reddito di cittadinanza sotto occhi nuovi, non liquidarlo solo come proposta demagogica. Altrimenti per una società che si vorrebbe democratica si prospetta un tempo molto più difficile di oggi; potrebbe non reggere a tensioni così profonde. Il revival nazi-fascista è già dietro l’angolo.
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Riace 2

arte nascosta

Arte nascosta a Ca 21 nov16a Cagliari, in via Nazario Sauro

Cagliari, un “amore mio” da coltivare. Idee per “ripensare” Cagliari in Sardegna, nel Mediterraneo, in Europa

Convegno dibattito Cagliari3 Oggi, lunedì 21 novembre, alle ore 17.30, presso la sala conferenze della Fondazione di Sardegna, via San Salvatore da Horta 2, Cagliari. La pagina fb dell’associazione.
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Franco Meloni, presidente dell’Associazione culturale Stampaxi.
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L’Associazione culturale Stampaxi, costituita (nel marzo del corrente anno) con lo scopo precipuo di valorizzare la storia, la cultura, le tradizioni, le persone, dello storico quartiere di Stampace, quale parte della città di Cagliari e della Sardegna tutta, apre il nuovo anno sociale 2016-2017 con un Convegno-dibattito sulla città, offrendo per/sulla stessa un terreno di riflessione critica sul suo ruolo in Sardegna, nel Mediterraneo, in Europa. Si tratta di stimolare un confronto tra idee per lo sviluppo della città che non si fermino all’ordinaria amministrazione, ma che invece azzardino nuovi e ambiziosi traguardi. Il dibattito, coordinato dal prof. Aldo Lino, docente del Dipartimento di Architettura dell’Università di Sassari, sarà preceduto da cinque brevi contributi. Ecco nell’ordine i relatori: 1) il prof. Enrico Corti, docente urbanista dell’Università di Cagliari, parlerà delle nuove dimensioni metropolitane della città; 2) la prof.ssa Francesca Cabiddu, economista aziendale dell’Università di Cagliari, parlerà della città accessibile per tutti; 3) il comm. Paolo Fadda, storico e letterato, parlerà della ricerca di nuove linee di sviluppo di Cagliari che trovano origine, ma non limite, nella sua illustre millenaria storia; 4) Francesco Bachis, antropologo dell’Università di Cagliari, musicista e operatore culturale, parlerà dell’importanza del recupero della memoria della città, come presupposto della ricerca delle sue nuove missioni; 5) ed infine la prof.ssa Patrizia Manduchi, docente di Storia dei paesi islamici dell’Università di Cagliari, proporrà processi di interazione con le “culture altre”, presenti in modi e misure rilevanti nella città, che devono configurare adeguate politiche di accoglienza e di effettiva integrazione.
Il titolo del Convegno-dibattito Cagliari, un “amore mio” da coltivare, vuole essere un omaggio a una grande donna intellettuale cagliaritana, Cenza Thermes*, che alla città dedicò i suoi studi e, in particolare, due bei volumi, intitolandoli proprio “Cagliari Amore mio”, a significare che il futuro della città di Cagliari trova fondamento nel suo cuore antico.
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Su Cenza Thermes segnaliamo le belle pagine biografiche di Federica Ginesu (Cenza Thermes, la grande intellettuale che amò Cagliari) sulla rivista La Donna Sarda del 19 marzo 2015.
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Un aggiornamento quasi notturno (al termine della giornata di oggi lunedì 21).
ca amoremio1 21 nov16
Abbiamo insieme cominciato a riflettere su molti argomenti sotto il capello “Cagliari, un amore mio, da coltivare. Idee sul ruolo di Cagliari in Sardegna, nel Mediterraneo, in Europa”. Coordinati da Aldo Lino, ci hanno aiutato: Chicco Corti, Paolo Fadda, Francesco Bachis, Francesca Cabiddu, Patrizia Manduchi. Otto i successivi interventi nel dibattito che hanno apportato idee su una vasta gamma di questioni. Molta carne al fuoco, anche un po’ di dispersione delle idee… Verrà il tempo delle sintesi. Senza fretta. E’ anche questo l’impegno dell’associazione Stampaxi.
Tra le relazioni introduttive e il dibattito, dopo che era stato evocato da Francesco Bachis un grande cagliaritano, Raffa Garzia, ecco che Gianni Loy tira fuori un mutettu dello stesso Garzia, letto da Franco Meloni:
Su bentu de s’araxi
asciuttada is paperis
is meris de Stampaxi
funti is arregateris
In s’arruga ‘e su monti
faccias a s’uspidali
tenenti scritti in fronti
su peccau mortali

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Raffa Garzia Podda 1
Pagina tratta da “Piccola città, uomini e storia di Cagliari e dintorni” di Giuseppe Podda (con introduzione di Giorgio Pisano). Aipsa Edizioni, luglio 2000.

Oggi lunedì 21 novembre 2016

Logo_Aladin_Pensieroaladin-lampada-di-aladinews312sardegnaeuropa-bomeluzo3-300x211Sardegna-bomeluzo22sedia-van-goghdemocraziaoggiGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413
No comitato sardoNO sardo
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Anpi logo nazNO-NO-NOOO1Oggi, lunedi 21 novembre, alle 17.30, proseguono le Letture della Costituzione, organizzate dall’ANPI di Cagliari e dal Comitato per il NO presso l’Hostel Marina, Scalette S. Sepolcro. L’incontro tratterà de “La Magistratura come garante del principio di eguaglianza”.
democraziaoggi————————–
Grande assemblea a Cagliari con Smuraglia
Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
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Punt’e billetu: ARTISTI PER IL NO martedì 29 novembre 2016 per il NO nel referendum costituzionale.
artisti per il No 29 nov 16- La pagina fb dell’evento.