Monthly Archives: settembre 2016
La crisi come opportunità
La Libreria paoline di cagliari, in collaborazione con il Consultorio familiare diocesano di Cagliari e il centro famiglia “Oltre la porta”, organizzano la presentazione del libro “La crisi, un’opportunita” scritto da Giuliano Guerra presente all’incontro. A moderare l’evento sarà Giancarlo Odini. Per i saluti introduttivi saranno presenti P Christian Steiner O.P., responsabile pastorale familiare e la dott.ssa Maddalena Valentina Mauri. – La pagina fb dell’evento.
Referendum costituzionale: le ragioni del NO
Renzi, referendum, Europa: parla Paolo Maddalena, Corte Costituzionale
Ad Affaritaliani il Vice Presidente Emerito della Corte Costituzionale
Che ne pensa del referendum costituzionale e di come è stato gestito dalle parti, in particolare da Palazzo Chigi?
Innanzitutto occorre dire che la revisione costituzionale non giova alla popolo italiano ma alla finanza, e cioè alle multinazionali ed alle banche. La campagna per il referendum confermativo è stata gestita in modo menzognero dai sostenitori del SI’. Basti pensare che non si tratta di una semplice revisione della Costituzione ma della trasformazione della forma di governo, da una forma parlamentare ad una forma cripticamente presidenziale; che è assolutamente falso che ci sia una riduzione dei costi, se si tiene presente che la ragioneria generale dello Stato ha parlato di 51 milioni, un risparmio risibile di fronte ad un debito pubblico di 2.300 miliardi ed oltre di Euro, e che comunque non si giustificherebbe mai a carico del più importante organo dell’ordinamento democratico, e cioè il Parlamento; infine è assolutamente falso che la revisione costituzionale produca un’abbreviazione per la procedura di approvazione delle leggi: per convincersene è sufficiente leggere le 17 pagine della revisione costituzionale pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dalle quali si evince che tutte le leggi possono passare all’esame del Senato mentre lo stesso Senato ha l’obbligo di intervenire sulle leggi che hanno ad oggetto 12 materie diverse con 12 diverse procedure; e le lungaggini non finiscono qui poiché i prevedibilissimi contrasti tra Camera e Senato dovrebbero essere risolti dai presidenti delle due Camere ed in caso di disaccordo dalla Corte Costituzionale con un allungamento di almeno un anno e mezzo.
Quanto al comportamento dei sostenitori del NO occorre rilevare che è necessario scuotere la generale indifferenza per questi problemi con un argomento forte, esplicitando cioè il fatto che questa riforma, come tutte le leggi di Renzi, come il TTIP, come il CETA, e come molti regolamenti e direttive europee (vedi da ultimo il bail-in) sono tutte a favore della finanza e contro gli interessi del popolo.
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Regionando…
ASL unica: efficienza o centro di potere?
di Andrea Pubusa su Democraziaoggi.
Hanno rotto! Ma vi pare che si possa ridurre la politica regionale alla questione della Asl unica Ma cos’è mai! Is callonis! Tutta la legislatura o quasi a parlare di questo mentre trasporti e occupazione crollano, mentre il governo amplia anziché ridurre le servitù con l’Isola di S. Stefano che ridiviene base per l’appoggio delle portaerei, mentre Renzi con Boschi e Verdini sferrano il più duro attacco alle autonomie dai tempi del centrismo, modificando il titolo V della Costituzione in senso nettamente accentratore: fonti energetiche e settori strategici in genere passano allo Stato senza neppure interlocuzione con le Regioni interessate. E Pigliaru, Pace, Demuro & C. a parlar d’altro, preanunando il loro convinto Sì allo scasso costituzionale.
A ben vedere però una connessione fra tutte queste iniziative c’è: l’accentramento, l’attacco alla rappresentanza e lo sradicamento delle istituzioni e dei servizi dalle comunità di riferimento. Perché, in fondo, di questo si tratta: l’accentramento del servizio sanitario è una forma di sradicamento della sanità dai destinatari del servizio. Ed anche qui, a ben vedere, c’è una violazione della Costituzione, del principio di decentramento per la precisione. E’ l’articolo 5 a sancirlo insieme a quello delle autonomie locali. La Carta dice che la Repubblica riconosce e promuove le autonomie e attua il più vasto decentramento, Pigliaru & C., in linea con Renzi, li disconoscono e li comprimono, togliendo rappresentanza e voce ai territori. - segue –
Fertily Day
L’In-Fertility Mind della cultura del Ministero della Salute
di Nicolò Migheli
By sardegnasoprattutto/ 1 settembre 2016/ Società & Politica/
Non nascondiamoci dietro il dito che indica la luna. Le società europee e quella italiana in particolare hanno davanti a sé un problema molto serio. La denatalità diventerà fattore di squilibrio permanente a meno che non intervengano fatti nuovi. Società a piramide rovesciata con in cima i giovani invece che gli anziani così come dovrebbe essere. La fertilità sia maschile che femminile negli ultimi decenni è diminuita. Non solo per cause socio-economiche e culturali ma per lo stile di vita. Inquinamenti, cibo spazzatura, mancanza di movimento e di vita all’aria aperta hanno il loro peso.
Mentre la vita media cresce, l’età della fertilità femminile resta quella stabilita dalla natura: dai 14 ai 40 anni. Poco più poco meno. Così come è stato fatto in altri paesi, la ministra Lorenzin lancia per il 22 di settembre una giornata di informazione sulla fertilità; in ossequio all’inglesorum della cultura dominante economicista viene battezzato con l’hastag Fertily Day. La comunicazione viene affidata all’agenzia Mediaticamente che ha già eseguito lavori per il ministero. Il 31 di agosto la campagna, in gran parte pensata per le reti sociali, viene lanciata. Con la rapidità che solo la rete può dare, viene ricoperta prima di critiche rabbiose e poi sepolta dall’ironia dei navigatori.
Nella notte dello stesso giorno il sito viene bloccato e la campagna sospesa, forse ritirata. È la prima volta, a mia memoria, che ciò avviene in così breve tempo. Le giustificazioni della ministra sono rivelatrici del clima culturale in cui lei vive. Si va da: i social non hanno capito – dimenticando il secondo assioma della comunicazione: Quello che gli altri hanno capito è stata la tua comunicazione – alla fertilità è un problema di tipo sanitario.
Il contesto non è competenza del Ministero della Salute. Se per confutare la prima affermazione, basterebbe che la Lorenzin facesse memoria dei corsi sul Parlare in pubblico che lei ha frequentato prima di essere una delle donne d’assalto del berlusconismo, nella seconda si rivela la cultura medica dominante, quella della specializzazione, ogni fatto di salute vissuto a sé stante ignorando aspetti che invece toccano il profondo. Curare il corpo ignorando l’anima.
Il tutto, in questo caso, amplificato da slogan superficiali e cialtroni. Una comunicazione che getta la responsabilità sulle giovani donne colpevolizzandole. Nessuno tra i creativi dell’agenzia, del gruppo di comunicazione del ministero, la stessa Lorenzin, si sono resi conto che toccavano temi che sono fondanti nell’esistenza umana. Che i miti di qualsiasi cultura toccano la sessualità e la raccontano negli aspetti anche dolorosi e violenti. Nessuno che abbia fatto un’indagine semantica sul qual claim: la fertilità è un bene comune e sulle implicazioni e molteplici letture.
Bene comune nella giurisprudenza e politica degli ultimi trent’anni in Italia significa bene indisponibile, che non può essere privatizzato, ma solo proprietà della comunità. Si può dire altrettanto della fertilità? Certo dal punto di vista teorico sarebbe pure corretto, la fertilità del gruppo e garanzia del mantenimento dello stesso. Una cosa però è scriverlo nei testi di sociologia e antropologia, un’altra è calarlo nella vita delle persone, dove la riproduzione è fatto privato.
Così è sempre stato, ad eccezione dei Lebensborn nazisti. Nessuno evidentemente, tra gli autori dello scempio, ha idea della società in cui vive. Società di donne libere che decidono se, quando e come procreare. Nessuno si è reso conto che quell’espressione e tutta la campagna, innesca o fa rivivere sensi di colpa, sguardi di amici, familiari, nonni con la domanda carica di frustrazioni e dolore: “Beh, quand’è che ci date questo nipotino?”
Nel mondo ideale degli autori evidentemente questo pensiero non viene colto, non perché si immaginano padri e madri felici, no, solo per pressapochismo. E che dire del figlio unico che diventa oggetto di ulteriore colpevolizzazione? Renzi ha già disconosciuto la campagna, in realtà dovrebbe interrogarsi.
Fertily Day è organica al suo modo di governare: supponenza, annunci e molta superficialità. Un’ultima considerazione, i tagli all’istruzione cominciati con Berlinguer negli anni Novanta sono al governo e producono questi frutti. Per tutto il resto tweet.
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Il disegno in testa è di Bomeluzo, tratto da uno dei suoi siti web
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- Ulteriori contributi su la 27ma ora.
Conferenza: “Pietro Cavaro e la Scuola di Stampace”
Lunedì 5 settembre 2016 alle ore 18, l’associazione “Exallievi don Bosco di Cagliari” nella propria sede di viale Sant’Ignazio da Laconi 62, presenta la conferenza dal titolo “Pietro Cavaro e la Scuola di Stampace”. La “Scuola di Stampace” fu il principale fenomeno artistico del rinascimento in Sardegna. Il suo nome prende origine da uno dei quartieri storici della città di Cagliari, dove avevano sede le botteghe degli artisti tra XV e XVI secolo. Nell’incontro si ricostruisce la vicenda umana e artistica di uno dei maggiori protagonisti: Pietro Cavaro. Per la prima volta al pubblico verranno illustrate alcune opere appena aggiunte al corpus e rimaste fino ad oggi ignote.
Ne parlerà LUIGI AGUS, storico dell’arte e professore di storia dell’arte moderna all’Accademia di Belle Arti “Mario Sironi” di Sassari, ad oggi considerato uno dei massimi esperti di storia dell’arte sarda.
- Sarà possibile parcheggiare il proprio autoveicolo accedendo attraverso il cancello al n°60.
- Cavaro su Aladinews.
E’ online il manifesto sardo numero duecentoventuno
Il numero 221 de il manifesto sardo è online dal 1° settembre 2016
In questo numero. La democrazia decidente (Marco Ligas), State cancellando l’anima di Cagliari. Adesso fermatevi (Giorgio Todde), Accogliere ci fa bene (Roberto Loddo), Senza limiti (Graziano Pintori), Centrale solare termodinamica di Decimoputzu Villasor: ora la Giunta Pigliaru dimostri di rappresentare la Sardegna (Stefano Deliperi), Quando l’oblio invade la mente (Amedeo Spagnuolo), Shatila 5 anni dopo (Anna Maria Brancato), Le ragioni sarde del NO (Red), Contorni. A proposito di beni culturali (Giulio Angioni), I limiti della politica monetaria (Gianfranco Sabattini), Franco Basaglia e la rivoluzione contro le torture manicomiali (Arianna Capirossi).
Abarramus Umanos. L’immagine di presentazione del numero 221 è dedicata alla figura di Vittorio Arrigoni ed è stata realizzata dall’autore di fumetti e illustratore Manuelle Mureddu.
Buona lettura
Cosa penso della Riforma costituzionale. Parla il Prof. Alessandro Pace
Ecco un’interessante intervista al Prof. Alessandro Pace pubblicata in formiche.net e ripresa da molti siti web, ta i quali Democraziaoggi e Aladinews. Il Prof. Pace sarà a Cagliari giovedì 8 settembre per una Conferenza all’Hotel Regina Margherita (a partire dalle ore 17.30).
Cosa penso della Riforma costituzionale. Parla il Prof. Alessandro Pace
La riforma della Costituzione è una cosa seria. Per questo è importante discuterne in modo approfondito. Ascoltare prima di tutto, le varie posizioni e le argomentazioni che vengono proposte. Di seguito propongo una lunga intervista con Alessandro Pace, professore emerito di Diritto Costituzionale e Presidente del Comitato per il No.
Prof. Pace, lei è il Presidente del Comitato per il No alla Riforma Costituzionale. Chi fa parte di questo comitato oltre a lei?
Giuristi come Gianni Ferrara, Lorenza Carlassare, Massimo Villone, Giuseppe Ugo Rescigno, Mauro Volpi, Gaetano Azzariti e Francesco Bilancia; magistrati come Domenico Gallo, Armando Spataro, Giovanni Palombarini e Nicola D’Angelo; sindacalisti come Alfiero Grandi e Mauro Beschi; ex parlamentari come Francesco Pardi, Vincenzo Vita, Giovanni Russo Spena. Successivamente si sono aggiunti ex giudici costituzionali come Franco Bile, Riccardo Chieppa, Gustavo Zagrebelsky e Paolo Maddalena; politologi come Gianfranco Pasquino, Michele Prospero, Nadia Urbinati e Maurizio Viroli; storici di discipline umanistiche come Nicola Tranfaglia, Luciano Canfora, Paul Ginsborg, Salvatore Settis, Marco Revelli e Tomaso Montanari; filosofi come Gianni Vattimo, Girolamo Cotroneo e Giuseppe Rocco Gembillo; fisici come Piergiogio Odifreddi, Giorgio Parisi e Giorgio Nebbia; registi cinematografici come Giuliano Montaldo e Citto Maselli; attori come Monica Guerritore, Toni Servillo e Moni Ovadia; un attore-autore come Dario Fo, e infine due sacerdoti impegnati nel sociale come don Luigi Ciotti e don Alex Zanotelli.
E cosa vi ha spinti a compiere questa scelta?
Ciò che ci ha spinti a questa scelta è stata la difesa dei principi della nostra Costituzione, che con questa riforma verrebbero travolti, in quanto essa va ben oltre alla modifica della seconda parte.
Secondo alcuni, i sostenitori del No sono dei conservatori. Persone che vorrebbero impedire che questo paese venga riformato. È così? Si ritrova in questa descrizione?
Niente affatto! Un filosofo indiano, Inayat Khan, molti anni fa, scrisse che non tutto quello che viene dopo, è progresso. E la riforma Boschi costituisce complessivamente un regresso rispetto alla Costituzione del 1947. E’ una riforma pasticciata: 1) perché i senatori, nella falsa ed infondata pretesa di rappresentare gli enti territoriali minori – che si potrebbe avere soltanto negli Stati federali – , svolgerebbero part-time sia le funzioni di consiglieri regionali o di sindaci, sia quelle di senatore, ancorché le funzioni del Senato siano notevoli e impegnative; 2) perché i tipi di procedimento legislativo, dagli attuali due, diventerebbero almeno otto, con notevoli rischi di contrasto tra Camera e Senato; 3) perché la distribuzione delle attribuzioni legislative tra Stato e Regioni, oltre ad essere fortemente sperequata a favore dello Stato, è piena di errori e di dimenticanze con riferimento anche a materie importanti; 4) perché, in prospettiva, grazie all’Italicum – che della riforma costituzionale ha costituito il perno -, il Presidente del Consiglio, con il Senato ridotto ad un ombra, avrebbe il dominio incontrastato dei deputati in parte da lui stesso nominati, con un implicito e strisciante ridimensionamento degli organi di garanzia.
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Cabidanni Cabudanni Settembre Capodanno sardo
- Su Aladinpensiero un primo di settembre (cabudanni).
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Oe est sa prima die de Cabudanni (o Cabidanni), prima die de s’annu in su calendariu antigu. Bonu cuminzu e mezus fine a totus pro s’annu chi cumintzat./ Oggi primo di settembre, primo giorno dell’anno nell’antico calendario sardo. Auguri a tutti per l’anno che inizia.
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I PASTORI
di Gabriele D’Annunzio
Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natia
rimanga né cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral cammina
La greggia. Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.