Monthly Archives: aprile 2016
L’associazione culturale Stampaxi si presenta
Sabato 16 aprile alle ore 18:00
Salone Parrocchiale Sant’Anna Via Fara 19 Cagliari
- La pagina fb dell’evento.
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L’Associazione STAMPAXI si presenta con RACCONTI DI FABBRICHE: quattro edifici notevoli di Stampace che, a partire dai primi dell’Ottocento, hanno costruito la città rigenerandola in nuove dimensioni urbane e culturali a cinquanta anni di distanza fra loro.
SCIENZA e FANTASCIENZA tra CONOSCENZA INQUIETUDINE e MERAVIGLIA
Il mondo salvato dall’infinitamente piccolo? Come le nanotecnologie stanno rivoluzionando il possibile, tra utopie e distopie.
Giovedì 7 aprile alle ore 18 sesto appuntamento della rassegna culturale promossa dalla Biblioteca provinciale nell’ambito dei programmi di promozione della lettura. L’incontro-dibattito si terrà presso la sala conferenze della Biblioteca Provinciale, parco di Monte Claro, ingresso da via Mattei in auto e a piedi.
L’incontro dibattito con Annalisa Bonfiglio sarà coordinato da Roberto Paracchini (ideatore della rassegna), col supporto della lettura di brani del libro fatta da Alberto Marcello
Attentati ai Sindaci: la risposta più efficace è la DEMOCRAZIA
Comuni senza democrazia, sindaci bersaglio
di Amsicora su Democraziaoggi
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Credetemi, nessuno più di me è angosciato per il tiro a segno contro i sindaci dell’Isola. Qui lo dico e qui lo nego: mi viene il sospetto che i sardi più che di quello “predatorio” siano dotati di istinto “attentatorio”. E tuttavia, questa mia preoccupazione cresce e diviene ansia incontrollabile quando leggo che alcuni sindaci si fanno il porto d’armi per poter uscire con la pistola, come gli sceriffi dei mitici Western di una volta: bum, bum, buoni contro cattivi, e, dopo mille traversie, vincono sempre i virtuosi, bum bum. L’agitazione diminuisce a scorrere gli appelli dei sindaci. “Sulla questione degli attentati e delle intimidazioni – dicono – solidarietà e vicinanza non bastano più, è arrivato il momento di andare oltre“. E fin qui come non concordare? Che ve ne fate della mia fraterna indignazione. Benaltro serve! C’è, però, un piccolo ma, che diventa grande grande quando leggo il resto della dichiarazione del presidente dell’Anci Sardegna, il compagno Pier Sandro Scano. “Oggi stesso partirà la richiesta al ministro dell’Interno Angelino Alfano per la convocazione in tempi brevissimi dell’Osservatorio nazionale contro gli attentati agli amministratori pubblici“. D’accordo, bisogna osservare, occorre investire gli organi di governo, il fenomeno è da scandagliare, non è da prendere sottogamba. Ma, suvvia!, osservare da Roma! E rivolgersi ad Alfano! Lo avete guardato in faccia il Ministro? Nessuno, sano di mente, gli affiderebbe da gestire neppure una botteguccia.
Ho il sospetto che i sindaci chiedano agli altri di osservare, di fare, decidere, provvedere, ma loro non fan nulla, non osservano, attendono misure altrui, dall’alto. Scusate, ma la storia delle autonomie locali la conoscete? Propongo all’ANCI di fare un libretto divulgativo. E’ una delle vicende più affascinanti della nostra storia recente, perché i Comuni, fin dalla seconda metà dell’800, hanno fatto tutto da soli, anzi con l’opposizione dello Stato. Hanno inventato lo stato sociale. Perfino le case popolari nascono lì. E i primi piani urbanistici, i cc.dd. regolamenti di ornato. E la scuola elementare per i poveri, chi le ha inventate? E le aziende municipalizzate per la distribuzione del latte? E quelle per le tramvie? Solo dopo di loro, lo Stato è intervenuto e neppure bene.
I sindaci sardi chiedono, ma cosa fanno? Vogliono in ogni angolo le telecamere. Chi spara più se sa di essere ripreso? Che faine questi sindaci! Che furboni! Peccato che le telecamere riprendano anche tutto il resto. Il giovane che corteggia lo coetanea, la moglie che, furtiva, tradisce il marito e viceversa. Il grande fratello dappertutto in ogni angolo perfino dei piccoli paesi. Non vi spaventa tutto questo? E la privacy? Attenti, che s’incavola Antonello Soro, custode della riservatezza!
Chiedete anche le caserme. Pensate che questo vi salvi? Chiedete poi servizi e occupazione e qui già mostrate maggiore ragionevolezza. Nei paesi sempre più deserti e desolati, senza neppure più scuola, l’istinto “attentatorio” si diffonde più facilmente e senza freni. Ma, siete sempre in errore. In verità vi dico, se decidete tutto voi, da soli, diventate ugualmente il bersaglio. Il tiro al bersaglio non scompare anche se c’è occupazione, scuola, posta, caserma e telecamere, non credete? Avete mai pensato che, per non essere bersaglio, non dovreste essere più gli unici decisori a livello locale? Non avete mai pensato che se a deliberare si è in tanti non ha senso sparare sul mucchio? E che se tanti sono i decisori, forse non c’è neppure spazio per pensare di sparare, si ha il luogo, la piazza, l’assemblea, dove portare la propria protesta e la propria proposta. Sapete come si chiama quella situazione in cui si decide tutti insieme nell’agorà? Lo avete scordato, miei cari napoleoni in sedicesimo? Si chiama democrazia. E’ la democrazia che, rimettemdo le decisioni su molti, sulla maggioranza dei cittadini, elimina in radice il bersaglio. Lo fa scomparire. E allora, voi sindaci, chiedete più democrazia, chiedete di riformare questa legge elettorale che vi rende decisori con maggioranzze bulgare, senza avere voti e vero consenso, con astensioni di dimensioni assurde. Ma – direte – anche questo lo dobbiamo chiedere al Ministro, al governo. E no, miei cari! Su questo, oltre che chiedere, potete fare, potete “praticare” l’obiettivo, allargando la partecipazione, dando spazio, anziché mortificare le minoranze. Non l’avete capito? Le pallotole e l’esplosivo sono l’altra faccia del deficit di democrazia che c’è nei comuni per via di leggi elettorali che non rafforzano la maggioranza, ma trasformano una minoranza, talora infima, in grande maggioranza e fanno di un uomo, il sindaco, con pochi voti rispetto al numero complessivo degli elettori, il decisore quasi unico, il padrone della situazione. Insomma, lo trasforma in bersaglio.
E poi l’Osservatorio nazionale, per fare una gita a Roma ogni tanto in comitiva, tutto pagato? Cari sindaci sardi, volete un consiglio? Se proprio vi serve un Osservatorio, createvelo in casa, nella casa comunale, non per scoprire chi attenta, ma per misurare il tasso di democrazia nei vostri comuni o in questa nostra regione. Lì, non a Roma, troverete la ragione della violenza e lì le soluzioni. Amen.
Oggi si vota. Votate per chi credibilmente si batte per il “popolo forte”
Oggi si vota a Cagliari e in molte altre città e in molti paesi della Sardegna e dell’Italia. Sono elezioni amministrative, per eleggere sindaci e consiglieri comunali, ma, come sempre, hanno valore politico. Perché l’amministrazione di una città o di un paese non può prescindere dalla gestione più generale della cosa pubblica ai diversi livelli istituzionali. Per questo, per fare un esempio, è importante sapere cosa pensano i diversi candidati della nefasta riforma costituzionale Renzi-Boschi-Verdini e certo non ci piace chi si schiera a favore della riforma e neppure chi ambiguamente non si schiera subito per il NO, perché tale modifica importante della nostra Costituzione se passasse al vaglio referendario comporterebbe un sostanziale mutamento nei rapporti tra le autonomie locali e lo Stato. Nel senso che si tornerebbe ad un accentramento di poteri in mano allo Stato, nella catena di progressiva spoliazione dei poteri dalle periferie verso un centro sempre più lontano, anche dallo Stato e dall’Unione Europea (si veda il progetto di Trattato del commercio internazionale che ci consegna alle Multinazionali). Le riforme istituzionali anche ai nostri livelli ridimensionano i principi di sussidiarietà, cioè della partecipazione dei cittadini al governo della cosa pubblica a partire dai livelli a loro più vicini, come l’amministrazione del proprio paese o della propria città. Occorre contrastare questo disegno, purtroppo pesantemente in attuazione. Lo dobbiamo fare e già lo facciamo, difendendo gli spazi di democrazia e di libertà, che in grande parte coincidono con la partecipazione popolare. Noi che siamo contro “l’uomo (o la donna) forte al comando” e avversi a ogni deriva autoritaria dell’ “uomo (o della donna) della provvidenza”, siamo invece a favore del “popolo forte”, che attraverso gli strumenti della democrazia partecipa alla vita e ai destini della propria comunità. Questo principio della “democrazia partecipativa” è il vero discrimine tra le diverse proposte politiche presentateci. Al riguardo, per quanto riguarda Cagliari, la più convincente ci è sembrata quella di “Cagliari Città Capitale” che ha come candidato Sindaco Enrico Lobina. Crediamo in un successo elettorale di questa Coalizione non solo per i programmi scritti nei siti web e nelle diverse pubblicazioni distribuite in questi giorni, ma per avere seguito le molte iniziative in cui sono stati illustrati i contenuti delle proposte politiche (servizi sociali, abitazioni, immigrazioni, cultura, identità, strumenti di partecipazione, economia della città e della regione…), praticando l’ascolto della gente (una bocca per parlare e due orecchie per ascoltare). Ovviamente non essendo Aladinews una formazione politica, ma solo un piccolo giornale di opinione, votate chi volete, anche delle altre formazioni politiche, nelle quali sono presenti donne e uomini di valore, ma il nostro consiglio è di scegliere quanti attendibilmente continueranno a esserci dopo le elezioni e continueranno ad ascoltarvi/ci perché convinti che la sovranità appartiene al popolo, come recita in modo bello e chiaro la nostra (attuale) Costituzione repubblicana. Non deleghiamo a nessuno per quanto possibile il nostro futuro. In conclusione, pensando alla nostra Sardegna, ci piace riportare ancora una volta il pensiero di un grande patriota sardo, Giovanni Maria Angioy, che ci proietta in un possibile futuro migliore, a condizione di disporre di una classe dirigente (a tutti i livelli) adeguata. Ed è quanto dobbiamo impegnarci a ricercare nella scelta delle persone migliori anche nell’odierna scadenza elettorale.
«Malgrado la cattiva amministrazione, l’insufficienza della popolazione e tutti gli intralci che ostacolano l’agricoltura, il commercio e l’industria, la Sardegna abbonda di tutto ciò che è necessario per il nutrimento e la sussistenza dei suoi abitanti. Se la Sardegna in uno stato di languore, senza governo, senza industria, dopo diversi secoli di disastri, possiede così grandi risorse, bisogna concludere che ben amministrata sarebbe uno degli stati più ricchi d’Europa, e che gli antichi non hanno avuto torto a rappresentarcela come un paese celebre per la sua grandezza, per la sua popolazione e per l’abbondanza della sua produzione.»
In calce riportiamo anche le linee programmatiche essenziali (4 grandi temi) che hanno caratterizzato la nostra presenza nella campagna elettorale, rammaricandoci di non aver conseguito l’obbiettivo di raggruppare in un’unica Coalizione le diverse liste al di fuori dei blocchi di potere del centro destra e del centro sinistra. Sarà per altre occasioni, che pur a breve si presenteranno. Almeno speriamo. (Franco Meloni, direttore di Aladinews)
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I 4 grandi temi.
LA DIGNITA’
Finalità della politica è prima di tutto il rispetto della dignità della persona umana. Ogni persona è portatrice di una inalienabile dignità che si manifesta nei diversi cicli di vita, a seconda della età, del sesso e delle condizioni personali di ciascuno.
La dignità non è retorica affermazione ideale, bensì fondamento di specifici diritti della persona ad aver garantite condizioni di vita adeguata, significa il diritto al lavoro, ad un ambiente salubre, all’assistenza in caso di necessità …
L’amministrazione pubblica è debitrice del rispetto di tali diritti e deve informare la propria azione al loro soddisfacimento.
Ciò comporta, tra l’altro, che la erogazione dei servizi fondamentali della persona, come la salute, l’acqua, i trasporti, l’istruzione …. non può essere delegata al mercato ed ai suoi movimenti speculativi, bensì garantita direttamente dall’Amministrazione pubblica.
LA PARTECIPAZIONE
Le attuali regole democratiche prevedono l’istituto della delega dei poteri, che originariamente appartiene al popolo, alle istituzioni che rappresentato i cittadini. Ciò tuttavia, non può e non deve significare cessione definitiva del diritto dei cittadini a partecipare della cosa pubblica. Partecipare significa, prima di tutto riaffermare il diritto all’autodeterminazione. I cittadini, anche, ma non solo, attraverso le istituzioni alle quali affidano l’amministrazione, conservano il diritto di decidere della propria appartenenza. Nonostante l’Amministrazione comunale non sia una sede deliberativa per molti dei diversi assetti istituzionali, tuttavia, con la sua sua azione, partecipa ad un processo di affermazione dell’autonomia. La partecipazione implica il diritto dei cittadini ad essere consultati nel momento delle scelte fondamentali che riguardano la vita della città. Implica il diritto alla creazione di organismi intermedi che consentano l’espressione della volontà popolare e, in taluni casi a realizzare forme di autogoverno compatibili con l’interesse collettivo che riguardino specifiche collettività territoriali o fondate su interessi comuni. Implica pertanto la disponibilità di strumenti (anche attraverso normazioni e pratiche innovative della sperimentata “democrazia partecipativa”), e strutture/spazi partecipativi, promossi e tutelati dall’amministrazione pubblica, che contribuiscono a renderla effettiva.
L’APPARTENENZA. SALVAGUARDIA DELLE PROPRIE CULTURE
La città, il suo territorio, la sua cultura, la sua aria, il suo mare, le sue strade, i suoi commerci appartengono ai suoi cittadini. La città evolve e si modifica, per un verso, per incontrollabili fenomeni esterni, di carattere economico, sociale, istituzionale, ma, per altro verso, come conseguenza delle scelte operate dai suoi amministratori.
Queste scelte, in grado di modificare le sembianze materiali ed immateriali della città, sono operate dai suoi amministratori. L’azione di governo della città deve essere effettuata in nome e per rispondere agli interessi dei propri cittadini e di chi la abita.
Poiché la città appartiene ai suoi cittadini, dovrà essere governata per rispondere al meglio alle loro aspirazioni collettive. Una città dove siano garantiti prima di tutto gli elementi fondamentali del vivere civile, a partire dalla qualità dell’aria, dell’igiene, della mobilità, l’istruzione, la salvaguardia della propria cultura, intese anche come volano per la creazione di opportunità che favoriscano l’attività economica ed il lavoro. Dovrà sempre essere chiaro che le politiche dell’Amministrazione dovranno sempre essere finalizzate alla edificazione non di una città da “vendere”, ma di una città da abitare.
LA SOLIDARIETA’
La città potrà vivere e svilupparsi solo se avrà capacità di aprirsi e di mostrare segni di solidarietà. Solidarietà interna, con i soggetti più deboli che richiedono maggiori attenzione e maggiori risorse nelle politiche sociali. Solidarietà territoriale, perché la città si apre all’area vasta e con essa condivide l’esigenza di fornire servizi adeguati che, non di rado, non possono essere forniti senza una forte collaborazione. Solidarietà con i nuovi cittadini, sia che arrivino dai paesi vicini che da altri Paesi, il cui contributo alla crescita, economica e culturale, della comunità è talora misconosciuto eppure essenziale e ricco di potenzialità, se ben governato e non lasciato a uno spontaneismo irresponsabile.
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«Sì a un’unica terza forza caparbia e vincente». Appello di cittadini cagliaritani per una coalizione unitaria in alternativa ai poli di centro destra e di centro sinistra alle elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Cagliari. Ecco un buon programma di base per costruire l’alternativa
Al candidato sindaco della Coalizione Cagliari Città Capitale Enrico Lobina,
Al candidato sindaco della Lista La Quinta A Paolo Matta
Al candidato sindaco della Coalizione Insieme onestamente per Cagliari Paolo Casu
Alla candidata sindaco del Movimento 5 stelle Antonietta Martinez
Cari amici,
con l’avvicinarsi della prossima scadenza elettorale, il quadro è ormai chiaro. Gli schieramenti che fanno riferimento a Zedda ed a Massidda hanno finito per attrarre formazioni minori che, come spesso capita, hanno l‘ambizione di schierarsi con un possibile vincitore. Il movimento 5 stelle, dal canto suo, ha deciso di essere presente con una propria lista in solitaria. Nel prenderne atto, non rinunciamo a chiedere, anche a questi amici, di riflettere sul significato politico, potenzialmente vincente, di un’unica “terza forza” caparbia ed unita.
Il quadro attuale, essenzialmente caratterizzato da tatticismi, lascia in ombra soprattutto la politica e non offre alcuna risposta a quanti individuano il principale bisogno della città nella partecipazione dei cittadini e nella loro capacità di rispondere alle necessità, sostanziali e non solo estetiche, della civitas.
Sono molti gli scontenti, quelli che tanto non c’è niente da fare, quelli che magari saltiamo un turno, quelli che continueranno a tapparsi il naso, quelli che si organizzano per riprovare.
In quest’ultima categoria rientrano le proposte, in principio condivisibili, che hanno portato alla indicazione, da parte vostra, di un candidato sindaco sostenuto da liste ispirate proprio alla partecipazione.
Iniziative cha hanno il merito di animare e tentare di riempire di contenuti una campagna per molti versi disarmante, riempendola di contenuti ispirati alla partecipazione ed all’autogoverno.
Queste azioni politiche, tuttavia, non crediamo possano raggiungere una significativa forza di attrazione, se non dimostrano di possedere una forte capacità di dialogo, di sintesi, di unione, che consenta la formazione di un’unica coalizione. Un’unica coalizione che sia in grado di esprimere un unico candidato/a sindaco, pur mantenendo e valorizzando le leadership sinora maturate.
Siamo certi, del resto, che le vostre aggregazioni, ove se ne presentassero le condizioni, troverebbero un solido accordo per un comune programma di governo. Se così non fosse, non avremmo neppure motivo di proporre questo appello.
Perché, quindi, non esprimere sin d’ora questa capacità di sintesi, all’interno di una proposta capace di attrarre anche tanti di quei possibili elettori tra i quali prevalgono la delusione o la rassegnazione? Perché non considerare il valore aggiunto che potrebbe derivare da una scelta, saggia e coraggiosa, in grado di dare un diverso senso alla imminente campagna elettorale? Perché non offrire un’alternativa di riaggregazione anche ai tanti militanti dell’area sardista ed identitaria rimasti evidentemente delusi dalle scelte del Partito Sardo d’Azione?
Sicuri di interpretare l’aspettativa di tanti elettori che troverebbero in questa scelta occasione di rinnovata fiducia ed impegno per il futuro, vi chiediamo di presentarvi alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Cagliari all’interno di un’unica coalizione con un unico candidato sindaco.
Crediamo, anzi, che abbiate il dovere di farlo. Sia per consentire a tutti di partecipare in pieno alla campagna elettorale, di non restarne ai margini, sia perché sarebbe ben poca cosa, da parte vostra, chiedere ai tanti che la pensano come noi semplicemente di scegliere una tra le coalizioni di cui siete candidati sindaci.
Cagliari, 1° aprile 2016
Promotori dell’appello e primi firmatari
- Mario Argiolas, editore
- Fernando Codonesu, ingegnere libero professionista
- Gianni Loy, docente universitario
- Franco Meloni, giornalista pubblicista
- Roberto Paracchini, giornalista scientifico
- Gisella Trincas, impegnata nel campo dei diritti umani
- Claudia Zuncheddu, medico.
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L’appello è stato pubblicato da:
- Cagliari Pad.
- Democraziaoggi.
- Vitobiolchini blog.
- il manifesto sardo.
- Sardegna Soprattutto.
- Alguer.it.
- SassariNews.
- Olbia 24.
- Make Me Feed.
- OristanoNews.
- Sardanews.it..
- L’Unione Sarda (ripreso da ComuneCagliariNews).
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PRECEDENTI (su Aladinews del 2 febbraio 2016)
Elezioni a Cagliari. Ecco un buon programma di base per costruire l’alternativa
CAGLIARI: PER COSTRUIRE L’ALTERNATIVA
1. Nell’imminenza delle prossime elezioni comunali, è legittima, opportuna, ed anzi auspicabile qualsiasi iniziativa capace di proporre contenuti di governo, tanto più se ispirata ad istanze di partecipazione diretta dei cittadini ed alla soddisfazione dei loro bisogni.
2. Tale partecipazione può ben esprimersi mediante la presentazione di programmi e di liste di candidati. Un pluralismo di proposte è connaturato ai differenti bisogni, alle differenti sensibilità ed alle differenti ispirazioni ideologiche dei movimenti o partiti che si riconoscono in questa prospettiva.
3. Il sistema elettorale e la dinamica stessa della consultazione penalizzano i movimenti che si muovono al di fuori del sistema dei grandi partiti o delle loro aggregazioni. In particolare, certamene esclude dalla rappresentanza le liste che non raggiungano un buon risultato elettorale ed impedisce l’utilizzazione dei resti.
4. In presenza di un accordo sui principi ispiratori di fondo, e sul rispetto reciproco, è possibile, ed auspicabile, che queste istanze, pur mantenendo l’assoluta autonomia, sperimentino la possibilità di presentare un raggruppamento unitario che le contenga.
5. Ciò, praticamente, significa la presentazione di una coalizione con un candidato sindaco comune alle liste che la compongono.
6. Il vantaggio, dal punto di vista tecnico è evidente. Significherà che tutti i voti espressi dalle liste che la compongono saranno utilizzabili e che anche le liste che non raggiungano il quoziente possano aspirare ad avere almeno una rappresentanza minima sulla base dei resti ottenuti.
7. L’eventuale costituzione di una coalizione comporta la condivisone di principi e l’impegno al rispetto di alcune regole.
8. Quanto al primo aspetto, dovrà esser chiaro, pima di tutto, che la costituzione di una coalizione non richiede la elaborazione di un programma comune. Ciascuna delle liste potrà elaborare liberamente il proprio programma, scegliere le proprie priorità e proporsi così, con la propria identità, agli elettori.
9. Ai partecipanti alla coalizione, tuttavia, sono richiesti la condivisione di principi comuni, il rispetto delle specificità programmatiche espresse dalle altre componenti e l’assenza di punti programmatici tra di essi incompatibili
10. Quanto al secondo aspetto, dovranno convenirsi: a) la scelta di un nome comune per la coalizione, secondo le regole indicate dalla legge elettorale; b) l’individuazione di un candidato sindaco individuato di comune accordo o mediante lo strumento delle primarie; c) la costituzione di un gruppo ristretto di rappresentanti in grado di elaborare il contenuto comune della coalizione e governare agevolmente il processo che porta alla sua costituzione.
Si tratta, come si vede di indicazioni di carattere tecnico.
Dal punto di vista politico, si tratta di una proposta di largo respiro. Il dialogo tra componenti che, pur nella loro diversità, riconoscono tra i propri principi una forte ispirazione alla partecipazione dei cittadini e l’affermazione del diritto all’autogoverno non può esaurirsi nella partecipazione alla competizione elettorale di Cagliari, ma deve intendersi come il contributo all’apertura di una più ampia fase “costituente” che abbia l’ambizione di preparare, attraverso un percorso di riflessione e di proposizione, un più vasto rinnovamento della politica in Sardegna, anche in prospettiva delle future consultazioni in ambito regionale.
Ciò dando atto di come il modello organizzativo dei partiti, oggi in evidente crisi, anche in Sardegna, non solo appare inadeguato a rispondere ai bisogni espressi dai primi titolari del potere democratico, i cittadini, ma presenti anche pericolosi fenomeni di involuzione.
La convergenza deve riguardare, evidentemente, i principi ispiratori. Tuttavia, da essi devono potersi trarre le linee generali di convergenza sui punti programmatici autonomamente sviluppati da ciascuna delle forze che partecipano alla coalizione.
I 4 grandi temi.
LA DIGNITA’
Finalità della politica è prima di tutto il rispetto della dignità della persona umana. Ogni persona è portatrice di una inalienabile dignità che si manifesta nei diversi cicli di vita, a seconda della età, del sesso e delle condizioni personali di ciascuno.
La dignità non è retorica affermazione ideale, bensì fondamento di specifici diritti della persona ad aver garantite condizioni di vita adeguata, significa il diritto al lavoro, ad un ambiente salubre, all’assistenza in caso di necessità …
L’amministrazione pubblica è debitrice del rispetto di tali diritti e deve informare la propria azione al loro soddisfacimento.
Ciò comporta, tra l’altro, che la erogazione dei servizi fondamentali della persona, come la salute, l’acqua, i trasporti, l’istruzione …. non può essere delegata al mercato ed ai suoi movimenti speculativi, bensì garantita direttamente dall’Amministrazione pubblica.
LA PARTECIPAZIONE
Le attuali regole democratiche prevedono l’istituto della delega dei poteri, che originariamente appartiene al popolo, alle istituzioni che rappresentato i cittadini. Ciò tuttavia, non può e non deve significare cessione definitiva del diritto dei cittadini a partecipare della cosa pubblica. Partecipare significa, prima di tutto riaffermare il diritto all’autodeterminazione. I cittadini, anche, ma non solo, attraverso le istituzioni alle quali affidano l’amministrazione, conservano il diritto di decidere della propria appartenenza. Nonostante l’Amministrazione comunale non sia una sede deliberativa per molti dei diversi assetti istituzionali, tuttavia, con la sua sua azione, partecipa ad un processo di affermazione dell’autonomia. La partecipazione implica il diritto dei cittadini ad essere consultati nel momento delle scelte fondamentali che riguardano la vita della città. Implica il diritto alla creazione di organismi intermedi che consentano l’espressione della volontà popolare e, in taluni casi a realizzare forme di autogoverno compatibili con l’interesse collettivo che riguardino specifiche collettività territoriali o fondate su interessi comuni. Implica pertanto la disponibilità di strumenti (anche attraverso normazioni e pratiche innovative della sperimentata “democrazia partecipativa”), e strutture/spazi partecipativi, promossi e tutelati dall’amministrazione pubblica, che contribuiscono a renderla effettiva.
L’APPARTENENZA. SALVAGUARDIA DELLE PROPRIE CULTURE
La città, il suo territorio, la sua cultura, la sua aria, il suo mare, le sue strade, i suoi commerci appartengono ai suoi cittadini. La città evolve e si modifica, per un verso, per incontrollabili fenomeni esterni, di carattere economico, sociale, istituzionale, ma, per altro verso, come conseguenza delle scelte operate dai suoi amministratori.
Queste scelte, in grado di modificare le sembianze materiali ed immateriali della città, sono operate dai suoi amministratori. L’azione di governo della città deve essere effettuata in nome e per rispondere agli interessi dei propri cittadini e di chi la abita.
Poiché la città appartiene ai suoi cittadini, dovrà essere governata per rispondere al meglio alle loro aspirazioni collettive. Una città dove siano garantiti prima di tutto gli elementi fondamentali del vivere civile, a partire dalla qualità dell’aria, dell’igiene, della mobilità, l’istruzione, la salvaguardia della propria cultura, intese anche come volano per la creazione di opportunità che favoriscano l’attività economica ed il lavoro. Dovrà sempre essere chiaro che le politiche dell’Amministrazione dovranno sempre essere finalizzate alla edificazione non di una città da “vendere”, ma di una città da abitare.
LA SOLIDARIETA’
La città potrà vivere e svilupparsi solo se avrà capacità di aprirsi e di mostrare segni di solidarietà. Solidarietà interna, con i soggetti più deboli che richiedono maggiori attenzione e maggiori risorse nelle politiche sociali. Solidarietà territoriale, perché la città si apre all’area vasta e con essa condivide l’esigenza di fornire servizi adeguati che, non di rado, non possono essere forniti senza una forte collaborazione. Solidarietà con i nuovi cittadini, sia che arrivino dai paesi vicini che da altri Paesi, il cui contributo alla crescita, economica e culturale, della comunità è talora misconosciuto eppure essenziale e ricco di potenzialità, se ben governato e non lasciato a uno spontaneismo irresponsabile.
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Si tratta, sia ben chiaro, della proposta di temi di discussione volti a verificare se esista uno zoccolo comune sul quale costruire i programmi più dettagliati di ciascuna forza, e se, vi sia un accordo, anche metodologico, che possa portare alla costruzione di una coalizione che non sia soltanto una contingenza, ma un’apertura verso il futuro.
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Elezioni Cagliari 2016. Avanti per l’unità delle liste alternative. Chiediamo l’impossibile? Forse, ma, come diceva qualcuno: nella Storia “chi si è limitato al possibile non ha mai fatto un passo avanti”
L’Unione Sarda
Gli intellettuali: «Sì a un’unica terza forza caparbia e vincente»
«Cari amici, con l’avvicinarsi della prossima scadenza elettorale, il quadro è ormai chiaro. Gli schieramenti che fanno riferimento a Zedda ed a Massidda hanno finito per attrarre formazioni minori che, come spesso capita, hanno l’ambizione di schierarsi con un possibile vincitore. Il movimento 5 stelle, dal canto suo, ha deciso di essere presente con una propria lista in solitaria. Nel prenderne atto, non rinunciamo a chiedere, anche a questi amici, di riflettere sul significato politico, potenzialmente vincente, di un’unica “terza forza” caparbia ed unita». A scriverlo ai candidati sindaci della coalizione Cagliari Città Capitale Enrico Lobina, della Lista La Quinta A Paolo Matta, della coalizione Insieme onestamente per Cagliari Paolo Casu e del Movimento 5 stelle Antonietta Martinez sono i promotori e primi firmatari di un appello Mario Argiolas (editore), Fernando Codonesu (ingegnere, libero professionista), Gianni Loy (docente universitario), Franco Meloni (giornalista), Roberto Paracchini, (giornalista scientifico), Gisella Trincas (impegnata nel campo dei diritti umani) e Claudia Zuncheddu (medico). «Il quadro attuale», è scritto nell’appello, «essenzialmente caratterizzato da tatticismi, lascia in ombra soprattutto la politica e non offre alcuna risposta a quanti individuano il principale bisogno della città nella partecipazione dei cittadini e nella loro capacità di rispondere alle necessità, sostanziali e non solo estetiche, della civitas. Sono molti gli scontenti, quelli che tanto non c’è niente da fare, quelli che magari saltiamo un turno, quelli che continueranno a tapparsi il naso, quelli che si organizzano per riprovare. In quest’ultima categoria rientrano le proposte, in principio condivisibili, che hanno portato alla indicazione, da parte vostra, di un candidato sindaco sostenuto da liste ispirate proprio alla partecipazione».
I motivi dell’appello: «Siamo certi, del resto, che le vostre aggregazioni, ove se ne presentassero le condizioni, troverebbero un solido accordo per un comune programma di governo. Se così non fosse, non avremmo neppure motivo di proporre questo appello. Perché, quindi, non esprimere sin d’ora questa capacità di sintesi, all’interno di una proposta capace di attrarre anche tanti di quei possibili elettori tra i quali prevalgono la delusione o la rassegnazione? Perché non considerare il valore aggiunto che potrebbe derivare da una scelta, saggia e coraggiosa, in grado di dare un diverso senso alla imminente campagna elettorale? Perché non offrire un’alternativa di riaggregazione anche ai tanti militanti dell’area sardista ed identitaria rimasti delusi dalle scelte del Partito Sardo d’Azione? Vi chiediamo di presentarvi alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Cagliari all’interno di un’unica coalizione con un unico candidato sindaco».
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Fonte: L’Unione Sarda 4 aprile 2016
VOTO 2016. Ai candidati civici
(ripreso da ComuneCagliariNews).
Francesco Casula firma l’appello
Alessandro Mongili condivide e sottoscrive l’appello
Car* tutt*, saludus,
condivido il vostro appello e lo sottoscrivo. C’è una crisi di rappresentanza importante e la necessità, come da tempo io credo, di unità fra tutt* coloro che non credono in politiche di subalternità e di rafforzamento della dipendenza.
Il problema, inutile nascondercelo, è rappresentato dalla difficoltà di far sorgere anche in Sardegna modelli di organizzazione politica a rete, che finalmente fuoriescano dal format anni Duemila del leader-che-buca-il-video e delle accolite che applaudono. Ben venga dunque un nuovo tentativo in vista delle elezioni caglaritane. La storia, diceva il buon Gramsci, procede a zig-zag, e speriamo che stavolta zigzaghi meglio.
(Inviato il 03/04/2016 alle 19:52)
Cagliari Città Capitale risponde positivamente all’appello per l’unità del terzo polo
“Cagliari Città Capitale accoglie con favore l’invito rivolto da alcuni intellettuali perché in vista delle prossime elezioni comunali si uniscano gli sforzi per rendere più forte l’ipotesi di uno schieramento in grado di proporre agli elettori il tema della partecipazione e dell’autogoverno”. Lo afferma Pierluigi Marotto, coordinatore dell’Unità Politica di Cagliari Città Capitale.
“Fin dalla sua nascita, Cagliari Città Capitale ha sempre cercato non solo di essere inclusiva ma anche di trovare insistentemente punti di contatto con altre formazioni in campo, con l’obiettivo di rafforzare una proposta riformatrice e identitaria per il governo della città. Proprio perché nata con lo scopo di unire e non di frammentare ulteriormente la proposta politica, Cagliari Città Capitale ritiene irrinunciabile la necessità di unire le forze in un progetto plurale e lavorerà fino alla fine perché questo accada, senza preclusioni di sorta. La nostra disponibilità per trovare punti di contatto è e continuerà ad essere totale. Chi prenderà altre strade se ne assumerà la responsabilità davanti alla città e agli elettori”.
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Scusate se insistiamo
(su Aladinews del 2 febbraio 2016)
Elezioni a Cagliari. Ecco un buon programma di base per costruire l’alternativa
CAGLIARI: PER COSTRUIRE L’ALTERNATIVA
1. Nell’imminenza delle prossime elezioni comunali, è legittima, opportuna, ed anzi auspicabile qualsiasi iniziativa capace di proporre contenuti di governo, tanto più se ispirata ad istanze di partecipazione diretta dei cittadini ed alla soddisfazione dei loro bisogni.
2. Tale partecipazione può ben esprimersi mediante la presentazione di programmi e di liste di candidati. Un pluralismo di proposte è connaturato ai differenti bisogni, alle differenti sensibilità ed alle differenti ispirazioni ideologiche dei movimenti o partiti che si riconoscono in questa prospettiva.
3. Il sistema elettorale e la dinamica stessa della consultazione penalizzano i movimenti che si muovono al di fuori del sistema dei grandi partiti o delle loro aggregazioni. In particolare, certamene esclude dalla rappresentanza le liste che non raggiungano un buon risultato elettorale ed impedisce l’utilizzazione dei resti.
4. In presenza di un accordo sui principi ispiratori di fondo, e sul rispetto reciproco, è possibile, ed auspicabile, che queste istanze, pur mantenendo l’assoluta autonomia, sperimentino la possibilità di presentare un raggruppamento unitario che le contenga.
5. Ciò, praticamente, significa la presentazione di una coalizione con un candidato sindaco comune alle liste che la compongono.
6. Il vantaggio, dal punto di vista tecnico è evidente. Significherà che tutti i voti espressi dalle liste che la compongono saranno utilizzabili e che anche le liste che non raggiungano il quoziente possano aspirare ad avere almeno una rappresentanza minima sulla base dei resti ottenuti.
7. L’eventuale costituzione di una coalizione comporta la condivisone di principi e l’impegno al rispetto di alcune regole.
8. Quanto al primo aspetto, dovrà esser chiaro, pima di tutto, che la costituzione di una coalizione non richiede la elaborazione di un programma comune. Ciascuna delle liste potrà elaborare liberamente il proprio programma, scegliere le proprie priorità e proporsi così, con la propria identità, agli elettori.
9. Ai partecipanti alla coalizione, tuttavia, sono richiesti la condivisione di principi comuni, il rispetto delle specificità programmatiche espresse dalle altre componenti e l’assenza di punti programmatici tra di essi incompatibili
10. Quanto al secondo aspetto, dovranno convenirsi: a) la scelta di un nome comune per la coalizione, secondo le regole indicate dalla legge elettorale; b) l’individuazione di un candidato sindaco individuato di comune accordo o mediante lo strumento delle primarie; c) la costituzione di un gruppo ristretto di rappresentanti in grado di elaborare il contenuto comune della coalizione e governare agevolmente il processo che porta alla sua costituzione.
Si tratta, come si vede di indicazioni di carattere tecnico.
Dal punto di vista politico, si tratta di una proposta di largo respiro. Il dialogo tra componenti che, pur nella loro diversità, riconoscono tra i propri principi una forte ispirazione alla partecipazione dei cittadini e l’affermazione del diritto all’autogoverno non può esaurirsi nella partecipazione alla competizione elettorale di Cagliari, ma deve intendersi come il contributo all’apertura di una più ampia fase “costituente” che abbia l’ambizione di preparare, attraverso un percorso di riflessione e di proposizione, un più vasto rinnovamento della politica in Sardegna, anche in prospettiva delle future consultazioni in ambito regionale.
Ciò dando atto di come il modello organizzativo dei partiti, oggi in evidente crisi, anche in Sardegna, non solo appare inadeguato a rispondere ai bisogni espressi dai primi titolari del potere democratico, i cittadini, ma presenti anche pericolosi fenomeni di involuzione.
La convergenza deve riguardare, evidentemente, i principi ispiratori. Tuttavia, da essi devono potersi trarre le linee generali di convergenza sui punti programmatici autonomamente sviluppati da ciascuna delle forze che partecipano alla coalizione.
I 4 grandi temi.
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Dietro l’iniziativa dei sindaci di Alghero e Sassari la crisi di rappresentatività della Giunta regionale sarda
Ryanair, i sindaci di Alghero e Sassari a Dublino per trattare direttamente
Da SardegnaPost, domenica 3 aprile 2016.
“La Regione sveli il proprio disegno politico sull’aeroporto del territorio”. I sindaci di Alghero e di Sassari, Mario Bruno e Nicola Sanna, dopo la decisione di Ryanair di trasferire gli ultimi dipendenti basati al Riviera del corallo attaccano a muso duro. “Ora basta – dicono – con ritardi e attese estenuanti per incontri e risposte che non arrivano da Bruxelles, Roma e Cagliari”.
E annunciano una decisione clamorosa. Fanno infatti sapere di aver scritto anche a Ryanair per chiedere un incontro urgente: “Con Dublino ci facciamo garanti di ipotesi percorribili di sviluppo nei collegamenti a basso costo da e per Alghero – concludono – per rafforzare il legame che da quindici anni assicura il successo della compagnia e dello scalo”.
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