Monthly Archives: dicembre 2015

Dopo i fatti di Parigi, è possibile un II Piano Schuman?

tre europeierasmo-da-rotterdamdi Rosamaria Maggio*

I fatti di Parigi del 13 novembre, un venerdì di fuoco sul Boulevard Voltaire che, come dice l’antropologa Amalia Signorelli, evoca in modo macabro il maestro della tolleranza e della razionalità, hanno tenuto l’Europa col fiato sospeso.
Non che ignoriamo che in giro per il mondo negli ultimi decenni (10 attacchi terroristici al giorno come emerge dal Global terrorisme database-GTD la banca dati della University of Maryland) si siano intesificati gli atti terroristici.
Non che non veniamo colpiti dai massacri di Beirut piuttosto che di quelli del Museo Bardo o dell’Hotel Radisson Blu di Bamako, ma è evidente che le notizie in prima fila, anche dei nostri quotidiani, sono quelle che ci riguardano più da vicino, quelle sono le notizie che coinvolgono la nostra quotidianità.
La notizia del massacro del Mali del 20 novembre (30 morti) è già seconda rispetto all’erta di Bruxelles che raggiuge livello 4.
Penso che sia normale, in un mondo ove ormai il globale è locale e viceversa, la forte differenza con l’ieri, in cui tutt’al più si sapeva che cosa era successo nella strada vicina; oggi ci dobbiamo orientare con una mole di notizie difficili anche da decodificare per comprenderne l’effettiva portata.
E’ quindi anche ovvio che nella massa immane di notizie quotidiane, quelle che ci riguardano più da vicino siano anche quelle che ci tengono più in tensione.
In questa settimana ci siamo interrogati sulle ragioni di questi gesti, ne abbiamo discusso con sociologi, psicologi, religiosi, politici, esperti militari.
Abbiamo bisogno di capire perchè un giovane tra i 20 ed i 30 anni, decida di farsi saltare in aria in un atto terroristico dove muoiono centinaia di ragazzi come lui.
Ci sono davvero ragioni religiose, oppure anche questa è una bufala che tende a strumentalizzare giovani emarginati e di modesta cultura che non hanno alcuna speranza nel futuro da essere facilmente manovrabili a questi fini?
Ci interroghiamo sulle responsabilità della politica internazionale, le responsabilità dell’occidente intendo, nel destabilizzare nord-africa e medio-oriente.
Ma soprattutto ci interroghiamo sulle soluzioni.
Ed anche da questo punto di vista ne abbiamo sentito di tutti i colori.
Spedizioni punitive. La Francia, attraverso il suo Presidente socialista, richiama il trattato di Lisbona per chiedere un intervento militare comunitario ed invoca la modifica della Costituzione francese per avere poteri speciali da esercitare nel proprio paese.
Altri, anche fra i nostri politici, gridano alla chiusura delle frontiere in entrata ed uscita, europee e nazionali, dimenticando che nella maggior parte dei casi i terroristi sono nostrani.
Nei talk show si discute sul da farsi.
Poche le risposte efficaci.
Fra le tante, importante quella di Romano Prodi che suggerisce come l’unica strada sia togliere l’acqua nella quale nuotano i terroristi dell’ISIS: armi, petrolio che vengono venduti da privati o anche da Stati a questo sedicente Stato Islamico.
A questo punto mi sorge una domanda.
Noi europei siamo portatori di una grande esperienza di pacificazione portata avanti nel secondo dopoguerra e che ha garantito al vecchio continente 70 anni di pace.
Ed allora mi domando :perchè non ripartire da lì?
Perchè non ripartiamo dall’idea dei padri fondatori dell’ Unione Europea, forse utipistica ora come lo sarà stata allora?
Un secondo Piano Schuman intendo, non potrebbe essere la strada maestra?
Lo statista Robert Schuman, avvocato e ministro degli Esteri francese tra il 1948 e il 1952 è considerato uno dei padri fondatori dell’unità europea.
Insieme a Jean Monnet elaborò il Piano Schuman, noto a livello internazionale, reso pubblico il 9 maggio 1950, data che oggi segna la nascita dell’Unione europea.
Con il Piano venne proposto il controllo congiunto della produzione del carbone e dell’acciaio, i principali materiali per l’industria bellica.
L’idea di fondo era che, non avendo il controllo sulla produzione di carbone e ferro, nessun paese sarebbe stato in grado di combattere una guerra.
Questa stessa idea, difficile e forse utopica, trasferita sulle risorse energetiche attuali, petrolio e gas, estesa alle materie prime funzionali alla produzione di armi, sicuramente l’acciaio, ma anche le armi chimiche così come si è fatto almeno in parte per il nucleare, potrebbe essere la strada da percorrere in un grande patto mondiale che anziché favorire il liberismo come nell’Organizzazione mondiale per il commercio, abbia l’obiettivo di pattuire un controllo sovranazionale delle risorse.
Ed in fondo l’occasione del summit sul clima di questi giorni non potrebbe essere che la faccia di una stessa medaglia?
Le risorse naturali ed economiche, lo sfruttamento indiscriminato dell’ambiente, sono la causa non solo della distruzione del pianeta come ambiente naturale del nostro sano vivere, ma anche la causa indiretta di guerre, scontri di potere, forme di terrorismo planetarie.
Certamente paesi come l’India hanno il problema di fornire la luce elettrica a ben 200 milioni di persone ed hanno difficoltà a limitare l’uso del carbone; ciònostante non rifiuta un ”piano solare” e non vuole essere altresì la responsabile di un fallimento del summit.
Molti stati in via di sviluppo o sottosviluppati hanno il problema di accedere ad un certo livello di ricchezza che consenta l’accesso ai diritti delle loro popolazioni.
Ciònonostante forse un dialogo è possibile anche con chi sembra, per diverse ragioni, lontano da forme di rinuncie di sovranità come sarebbe quella di non poter decidere in autonomia della compravendita di determinate risorse, della produzione di armi convenzionali, chimiche e nucleari.
Ma per salvare il mondo questa è, secondo me, l’unica strada da intraprendere.
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democraziaoggi loghetto* Su Democraziaoggi 5 Dicembre 2015

verso le elezioni comunali…

CCC mattedì 8 dic 2015
- La pagina fb dell’evento.

Oggi domenica 6 dicembre 2015

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49° Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese/2015

49rapporto Censis (Dal sito web del Censis) Giunto alla 49ª edizione, il Rapporto Censis interpreta i più significativi fenomeni socio-economici del Paese nella fase di ripresa che stiamo attraversando. Le Considerazioni generali introducono il Rapporto sottolineando come la società stia seguendo uno sviluppo fatto sulla sua storia di lungo periodo, sulla capacità inventiva, sulla naturalezza dei processi oggi vincenti: un impasto che connota il «resto» che non entra nella cronaca e nel dibattito socio-politico, e non accede al proscenio della visibilità mediatica, ma anima il «racconto» reale del Paese. Nella seconda parte, «La società italiana al 2015», vengono affrontati i temi di maggiore interesse emersi nel corso dell’anno, descrivendo una società sconnessa a bassa autopropulsione, ma anche i punti di ripartenza (e trasformazione) dell’Italia, nonostante politica e società siano ancora fuori sincrono. Nella terza e quarta parte si presentano le analisi per settori: la formazione, il lavoro e la rappresentanza, il welfare e la sanità, il territorio e le reti, i soggetti e i processi economici, i media e la comunicazione, la sicurezza e la cittadinanza. – La registrazione audio-video della presentazione del rapporto.
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Un commento sul Corriere della Sera
Censis, gli italiani non rischiano
Torna il mattone (da affittare)
Nei portafogli meno azioni a causa della crisi, mentre contante e depositi bancari sono saliti di quasi un quarto. Boom dei mutui: +94% tra gennaio e ottobre 2015

di Giuliana Ferraino, Corriere della Sera

Oggi sabato 5 dicembre 2015

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Convegno di chiusura del Progetto di formazione per gli addetti agricoli “Isidoro – Cultivar”

Isidoro 0Con il convegno tenutosi venerdì 4 dicembre presso la sala Sulis della Fiera di Cagliari si è concluso il progetto Isidoro- Cultivar, promosso e gestito da una compagine formata dal Centro servizi promozionali per le imprese (Azienda speciale della Camera di Commercio di Cagliari) e dalle Università di Cagliari e di Sassari.
Isidoro1Il progetto è stato finanziato dall’assessorato regionale del Lavoro con fondi Fse Por 2007-13 (Obiettivo Competitività Regionale e Occupazione – Asse Adattabilità). Articolato in sei tipologie corsi di formazione – per un totale di 67 corsi, partecipati da 700 persone, soprattutto giovani, di tutta la Sardegna – ha consentito l’acquisizione di nuove competenze agli imprenditori agricoli professionali, agli addetti del comparto apistico, ai forestali per la decortica delle piante di sughera e agli operatori delle fattorie didattiche.
Al convegno è stata presente una numerosa rappresentanza degli alunni dei corsi, insieme ai docenti e allo staff organizzativo. Sono anche intervenuti gli assessori dell’Agricoltura e del Lavoro e i rappresentanti dei Rettori di Cagliari e di Sassari.
L’assessore all’agricoltura Elisabetta Falchi ha sostenuto che per far crescere la qualità delle produzioni agroalimentari e migliorare la competitività nei mercati non si può prescindere da un investimento massiccio nella formazione continua degli operatori.

La Sardegna scommette sull’agricoltura. Non bastano i soldi per fare bene… Oggi nel Convegno Isidoro Cultivar tutte le posizioni in campo. Avanti nel dibattito e nelle concrete realizzazioni. DOCUMENTAZIONE

convegno 4dic2015 isidoroL’intervento del presidente del Centro Servizi per le Imprese della Camera di Commercio di Cagliari, capofila del Progetto Isidoro – Cultivar, Cristian Atzori
Isidoro  Cultivar conv 1Atzori e Falchi
“…Voglio qui sottolineare l’accordo tra la Camera di Commercio, per il tramite del Centro Servizi (..) e le Università della Sardegna (Università di Sassari e Università di Cagliari). E’ un modello vincente, che dobbiamo riproporre in tutti gli ambiti, magari trovando strumenti di accordo maggiormente calzanti. Riprendo al riguardo un’idea vecchia quanto attuale: quella di costituire una Fondazione tra le due Università della Sardegna e Unioncamere regionale per la comune gestione di progetti europei e non solo. Ne avrebbero un grande vantaggio la formazione professionale e le attività di trasferimento tecnologico sul territorio. Per le Università si tratterebbe di svolgere meglio la loro “terza missione” in stretto raccordo, anzi integrazione, con il mondo delle imprese (profit e no profit) rappresentato dal sistema Camerale.”
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La Sardegna scommette sull’agricoltura. Non bastano i soldi per fare bene… Oggi nel Convegno Isidoro Cultivar tutte le posizioni in campo. Avanti nel dibattito e nelle concrete realizzazioni

OGGI 3Isidoro  Cultivar conv 1ape-innovativaSi è tenuto questa mattina nella sala Sulis della Fiera Internazionale della Sardegna il Convegno conclusivo del Progetto Isidoro Cultivar. E’ stato un ottimo convegno sia come numerosità dei partecipanti sia come contenuti dei numerosi interventi nelle relazioni introduttive, nella “tavola rotonda”, nel dibattito e nei conversari del buffet conclusivo. Hanno partecipato qualificate rappresentanze dei corsisti, dei docenti, delle associazioni di categorie, gli organizzatori al gran completo. E poi i politici: gli assessori regionali all’Agricoltura e al Lavoro (che hanno trovato lo spazio per partecipare nonostante impegnati nella concomitante riunione della giunta regionale – unico assente, giustificato, l’assessore agli Enti locali che con un sms ha fatto sapere di essere impelagato nella riunione con l’Anci per la riforma degli enti locali) e il rappresentante del sindaco di Cagliari. E, inoltre: i dirigenti regionali e di Laore, i rappresentanti al massimo livello delle associazioni di categoria, i professori universitari… Il dibattito, pur nella massima correttezza e cortesia, ha dato conto anche di profonde differenze di impostazione delle problematiche, per esempio nelle priorità di finanziamenti delle attività formative, conseguenza dei diversi interessi in ballo. Palpabile al riguardo lo scontro tra gli interessi delle imprese più o meno consolidate rispetto agli esordienti in agricoltura (singoli imprenditori o aspiranti tali, micro imprese, cooperative sociali, etc). Interessi che la buona politica deve saper rendere compatibili rispetto a comuni obbiettivi democraticamente stabiliti. Cosa non facile. Gli organizzatori del progetto Isidoro Cultivar si sono trovati caricati di un peso esorbitante rispetto alla loro missione, portata felicemente a compimento con il progetto. Ma volentieri si sono accollati questa parte, offrendo un utilissimo terreno di confronto niente affatto di circostanza. Tutti i lavori sono stati audioregistrati e numerose sono state le foto che hanno fissato in tempo reale i lavori del Convegno. Questi materiali che saranno resi fruibili a breve e nel proseguo del tempo costituiranno strumenti per orientare o ri-orientare le politiche regionali per l’agricoltura. Le risorse a disposizione nella programmazione 2014-2020 sono ingenti (1 miliardo e 300 milioni di euro solo per il PSR Programma Sviluppo Rurale, a cui si aggiungono i fondi FSE e FESR utilizzabili) vanno ben impiegate per rispondere alle esigenze di sviluppo della Sardegna. Torneremo presto sulle problematiche dell’agricoltura in Sardegna, a partire dai lavori e dalle conclusioni del Convegno di oggi.
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Alleggerimenti
A margini del Convegno un confronto fotografico tra il primo presidente della Camera di Commercio di Cagliari Enrico Serpieri (1862) e il prof. Maurizio Mulas dell’Università di Sassari (2015)
enrico-serpieri CCIAA CAMaurizio Mulas 2

Lussu riferimento del nostro operare politico odierno. “Lussu propone, con il suo impegno totale e la sua intelligenza creativa, una moralità ed una capacità ancora esemplari, non interpretate e portate a esiti conseguenti da quanti a lui sono succeduti nella direzione politica del nostro paese”

lussu-opere 3Emilio Lussu e “La costruzione delle democrazia”
4 Dicembre 2015

democraziaoggi loghettoStasera alle 17 presso la Fondazione del Banco di Sardegna verrà presentato, edito dalla Cuec, il terzo volume delle Opere complete di Emilio Lussu, secondo il progetto – destinato a concludersi entro pochi anni, con la pubblicazione di altri cinque tomi -, concepito dall’Istituto sardo per la Storia della Resistenza e dell’Autonomia. Questo libro comprende gli scritti del prestigioso leader socialista dal 1943 al 1948 e si intitola “La costruzione della democrazia”.
- Sul volume, curato da Luisa Plaisant, una presentazione di Giuseppe Caboni, uno degli ispiratori di questa preziosa raccolta.
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Oggi venerdì 4 dicembre 2015

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Ditzionariu de sa limba e de sa cultura sarda di Mario Puddu

PUDDU LIMBACOMUNICATO STAMPA DELLA FONDAZIONE SARDINIA

La Fondazione Sardinia, presenterà sabato prossimo, 5 dicembre, presso la SALA SETTECENTESCA della Biblioteca Universitaria di Cagliari, a partire dalle ore 10,00, la seconda edizione del Ditzionariu de sa limba e de sa cultura sarda di Mario Puddu: 2.872 pagine, 111.000 lemmi, di cui 22.000 proposti al sardo da parte di cinque lingue europee (italiano, spagnolo, francese, inglese, tedesco), un monumento che lo studioso di Illorai offre a tutti sardi.

Ne parleranno: BACHISIO BANDINU, antropologo; FRANCISCU SEDDA, semiologo. Presiderà: SALVATORE CUBEDDU, direttore della Fondazione Sardinia. Interverranno dell’Autore, MARIO PUDDU, e l’Editore, FRANZISCU CHERATZU.
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I giovani sardi scoprono l’agricoltura. Ci vuole più formazione e professionalità. Convegno finale del progetto Isidoro Cultivar

Isidoro  Cultivar conv 1BlogoSocial_parole-condivise2 Venerdì 4 dicembre Convegno di chiusura del Progetto formativo Isidoro Cultivar. Alla Fiera Internazionale della Sardegna.
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I giovani sardi scoprono la campagna
di Alessandro Zorco – 16 novembre su BLOG O SOCIAL
Molti sono laureati, ma anziché aprirsi uno studio da avvocato, da commercialista o da ingegnere hanno deciso di cambiare stile di vita e puntare sul lavoro in campagna. Molti sono ragazzi che continuano l’attività dei genitori, magari con un po’ di innovazione. Altri sono agricoltori di prima generazione. Negli ultimi anni circa 70 mila giovani in tutta Italia hanno scelto il lavoro in campagna. In Sardegna dal 2011 al 2014 gli imprenditori agricoli under 35 sono quasi raddoppiati, passando da 252 a 470. Da una recente indagine della Coldiretti risulta che nel 2015 i giovani agricoltori siano ulteriormente aumentati del 35% nell’isola e il 50% degli imprenditori agricoli di prima generazione sono laureati. Segno che la reputazione dell’agricoltura nel sentire comune sta cambiando profondamente: secondo i dati della Coldiretti, sale infatti al 57% la percentuale dei giovani sardi che preferiscono gestire un agriturismo piuttosto che fare l’impiegato in banca (18%), mentre un genitore su 3 (il 29%) consiglia al proprio figlio di fare l’agricoltore.
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Iniziativa della Caritas “Da Zingaro a cittadino. Percorsi di conoscenza e inclusione sociale”

Logo-MigrantesDal 3 al 5 dicembre 2015 il convegno “Da zingaro a cittadino”
Tre giorni di confronto e di studio sulla condizione dei Rom nel nostro Paese e in Sardegna in particolare per esplorare i percorsi di conoscenza e di inclusione sociale già avviati e gli interventi che ancora possono essere posti in atto.
- Leggi la notizia sul sito della Caritas.
- locandina_Convegno.pdf
- invito_convegno.pdf

Domani 4 dicembre Convegno finale del progetto Isidoro Cultivar

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Oggi giovedì 3 dicembre 2015

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Women storyOggi la CONFERENZA STAMPA di presentazione.