Monthly Archives: dicembre 2015
Tempo di Presepio
La Natività secondo Lorenzo Costa (1460-1535).
Esponente di spicco della Scuola pittorica di Ferrara
(“Ove il Costa emulò Cosimo Tura”) e uno dei protagonisti
del Rinascimento del nord-Italia. Nella capanna, Maria e Giuseppe
adorano il Bambino; dalla porta aperta si intravede un paesaggio “lontanante”, minuziosamente descritto alla maniera fiamminga. (LL)
La Coalizione Cagliari Città Capitale si presenta ai cittadini cagliaritani
La Coalizione Cagliari Città Capitale si presenta ai cittadini cagliaritani
Le Pen vince perché ha capito Gramsci
By sardegnasoprattutto /8 dicembre 2015/ Società & Politica/
Secondo alcune letture del giorno dopo, i jihadisti di Al Baghdadi con gli attentati del 13 di novembre avrebbero fatto campagna elettorale per l’FN. È indubbio che l’emozione sia stata importante nel far diventare l’estrema destra francese il primo partito di Francia. La paura, la rabbia e il risentimento sono cattivi consiglieri e le Le Pen li hanno utilizzati fino in fondo. Una lettura consolatoria per le sinistre di governo e per la destre costituzionali d’Europa. Un auto convincimento che diventa verità. In realtà la vittoria di Marie e Marion Le Pen viene da lontano.
Viene, in parte, da quella Francia profonda che da sempre si è considerata vittima della Rivoluzione, che rimpiange Vichy e il maresciallo Petain, che non ha mai digerito l’abbandono dell’Algerie Francaise. Aspirazioni politiche non sufficienti per diventare maggioranza. Font National è diventato altro, il partito dei perdenti della globalizzazione; ha raccolto il malessere delle classi medie impoverite, degli operai espulsi dalle fabbriche. È diventato altro perché quelle paure e contraddizioni sociali le ha canalizzate in una prospettiva, incettabile per i democratici, ma tale. Una politica che ha conquistato elettori giorno per giorno. «È la vittoria del popolo contro le èlite» ha dichiarato Marion Le Pen.
Alain Soral, uno dei pensatori della nuova destra la definisce come: “Sinistra del lavoro e destra dei valori.” Difesa dello stato sociale, dell’intervento pubblico in economia, del posto fisso. Tutti temi della sinistra di un tempo. Con in più Dio, Patria e Famiglia. Una visione del mondo da cui sono esclusi i migranti visti insieme alla politica degli sprechi, alle diseguaglianze crescenti, come causa dei mali francesi.
Il politologo francese Dominique Reynié ritiene che oggi Front National sia la punta di lancia dei movimenti europei definiti populismo patrimoniale. La messa insieme della difesa dei propri redditi e l’identitarismo esclusivista. Per realizzare ciò FN propone l’uscita dall’euro, la reintroduzione dei controlli frontalieri, il protezionismo. Se non dovesse bastare, l’uscita dalla Ue. Un ritorno alla Francia grande potenza senza diritto d’asilo.Un pensiero politico che per diventare egemonico ha bisogno di assumere caratteri trasversali, seducendo persone che votavano a sinistra.
Le Monde diplomatique, già nel 2013 la definì “confusione rosso-bruna” visto che l’FN ha contato sull’ingresso nelle sue file di militanti del Front de gauche. Memorie tragiche, ricordi di politiche nazional-socialiste. La paura dell’Islam ha fatto il resto, sono arrivati filosofi come Alain Finkielkraut, lo scrittore Michel Houellebeq, ed altri come Eric Zemmour e Renaud Camus. Tutti intellettuali che teorizzano l’identità piuttosto che l’eguaglianza, i locali contro gli immigrati. Pensatori ossessionati dal declino, vivono nel culto del risentimento, agitano fantasmi di guerre interne.
Una controrivoluzione che seduce sempre di più la Francia profonda e che oramai rischia di diventare egemonia imponendo valori politici, intellettuali e morali, a gran parte della società. I teorici del Front National hanno studiato Antonio Gramsci e lo hanno capito. Luciano Gallino disse le medesime cose dei neoliberisti. Il centro sinistra europeo di governo invece ha ignorato il pensatore sardo, ed è caduto nella trappola della egemonia altrui. Basta vedere come siano stati abbandonati i valori del lavoro, la difesa dei ceti deboli, l’eguaglianza delle opportunità considerata un residuo ideologico.
Quei politici si sono adagiati in un potere considerato inamovibile, favorendo le èlite estrattive per il semplice desiderio di essere accettati colà ove si puote. Il personaggio simbolo di questo tradimento dei chierici è Tony Blair.
Il premier inglese è quello che ha reso il neoliberismo la droga che ha sedotto ceti popolari che smaltita la sbornia si sono ritrovati più poveri di prima. Deregolazioni del lavoro e dei diritti. Il ritorno a società semi schiavili. La politica ridotta a mera amministrazione delle scelte fatte dai potentati economici. Il successo del FN si aggiunge all’Ungheria di Orbán, alla Polonia della signora Beata Szidlo. Si annunciano tempi foschi per l’Europa. L’anno scorso l’ex ministro degli esteri tedesco Joska Fischer, a proposito del ritorno della geopolitica nel confronto tra Paesi, ebbe a dire che gli europei dovevano rassegnarsi, il mondo non funziona secondo i dettami dello stato di diritto ma secondo logiche di bruto potere. Le destre europee sono le formazioni politiche ideali per un mondo regolato così.
L’assenza di un pensiero critico a questo punto diventa delittuosa. Oggi in Francia in molti si chiedono come reagire. Che misure mettere in atto per impedire queste derive? Domanda che riguarda tutti, anche noi in Sardegna. Anche noi coviamo l’Orbán in vellutino, manca solo l’occasione scatenante. Ritornare a Gramsci, quindi. Al suo pensiero, alla sua capacità di leggere il presente e le tendenze, come costruire pensiero condiviso.
Noi di Sardegnasoprattutto lo stiamo facendo. Incontri nel paese di Antonio Gramsci in collaborazione e col patrocinio del FAI e del Comune di Ghilarza. Una serie di interventi pubblicati da questa rivista. Intellettuali che ragionano sul pensiero del Grande Sardo.
Però non possiamo essere i soli. Abbiamo bisogno di una sinistra che ridiventi se stessa e che faccia il suo lavoro. Il tempo è breve e l’ombra sta per sommergerci.
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Da SardegnaSoprattutto
Ragioniere a chi?
La denominazione “ragioniere” che individua l’esperto in contabilità (o perito commerciale) che ha seguito e concluso con l’esame di stato un certo percorso scolastico, è tutta italiana e sconosciuta in Europa. Ma anche in Italia tale denominazione è andata in disuso negli ultimi decenni e perfino la disciplina che l’ha generata, la “ragioneria”, nelle università è stata ridenominata come “economia aziendale”. Ciò è accaduto nonostante l’Italia sia la patria della ragioneria, fondata da Luca Pacioli * e sistematizzata in seguito da illustri studiosi come Fabio Besta e Gino Zappa. Molti degli stessi ragionieri (diplomati degli Istituti commerciali) non amano fregiarsi di tale titolo, se non quando effettivamente addetti a funzioni contabili. – segue -
CAGLIARI. Dibattito su/per la città alla vigilia delle elezioni comunali.
(SardiniaPost) L’economista Paolo Fadda – che è anche uno storico della città di Cagliari – nel giugno scorso, con un articolo che ha fatto molto discutere, segnalò “la scomparsa della borghesia cagliaritana” Con questo nuovo intervento affronta la questione delle elezioni – previste per la primavera del prossimo anno – per l’elezione del sindaco e il rinnovo del consiglio comunale del capoluogo sardo.
Cagliari verso il voto. Ma chi vorrebbe governarla, che idea ha della città?
di Paolo Fadda, su SardiniaPost, 7 dicembre 2015, Pronto intervento
Le elezioni municipali di Cagliari, previste per la prossima primavera, sembrano avere suscitato, per quel che si avverte in giro, un intenso, seppur disorganico, movimentismo fra i diversi canditati (o supposti tali) alla carica di sindaco. Nel presupposto, abbastanza condiviso fra di loro, che sia possibile sostituire l’attuale maggioranza al governo cittadino.
Quest’ultima, d’altra parte, starebbe serrando le fila (come è giusto che sia), mettendo in campo tutte le armi più valide per mantenere i consensi elettorali. Non ultima quella di dare una vistosa accelerazione ai lavori per le vie e le piazze cittadine, incurante forse del fatto che asfaltar no es gubernar, secondo il celebre, e sempre valido insegnamento dello scrittore antifranchista Salvador de Madariaga. Perché spesso tende a provocare più scetticismi e dissensi che approvazioni e consensi.
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Oggi martedì 8 dicembre 2015
- La pagina fb dell’evento.
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Ragioniere a chi?
di Franco Meloni
La denominazione “ragioniere” che individua l’esperto in contabilità (o perito commerciale) che ha seguito e concluso con l’esame di stato un certo percorso scolastico, è tutta italiana e sconosciuta in Europa. Ma anche in Italia tale denominazione è andata in disuso negli ultimi decenni e perfino la disciplina che l’ha generata, la “ragioneria”, nelle università è stata ridenominata come “economia aziendale”. Ciò è accaduto nonostante l’Italia sia la patria della ragioneria, fondata da Luca Pacioli * e sistematizzata in seguito da illustri studiosi come Fabio Besta e Gino Zappa. Molti degli stessi ragionieri (diplomati degli Istituti commerciali) non amano fregiarsi di tale titolo, se non quando effettivamente addetti a funzioni contabili. Ricordo invece che quando io mi diplomai “ragioniere e perito commerciale” nell’estate del 1969 (al mitico Istituto Pietro Martini), fui ben contento di ricevere in regalo il “biglietto da visita” con il titolo Rag. a precedere nome e cognome. Molti ragionieri che hanno conseguito e conseguono successivamente la laurea cercano di occultare il titolo precedente, anche quando di esso costituisce sviluppo e specializzazione coerenti, come la laurea in Economia (un tempo denominata Economia e Commercio). Perché? Perché l’omogenizzazione dei titoli di studio a livello europeo ci porta ad adottare comuni denominazioni differenti da “ragioniere”? Sicuramente sì, ma anche perché il titolo di ragioniere ha assunto negli ultimi anni un significato se non dispregiativo (persona pignola e pedante) sicuramente di diminutio rispetto alle persone a cui viene attribuito. A rendere non proprio appetibile il titolo hanno poi contribuito il personaggio di Fantozzi rag. Ugo di Paolo Villaggio e quello della sua spalla rag. Renzo Silvio Arturo Filini interpretato dall’attore Gigi Reder, nella serie di “film fantozziani” dagli anni 70 in poi. Torniamo però alla diminuitio, perché è di questo che voglio parlare, facendo per tutti l’esempio dell’illustre prof. Mario Monti declassato dai suoi detrattori a rag. Mario Monti, nel momento in cui ha caratterizzato la sua attività politica soprattutto (e ossessivamente) nell’ambito del controllo dei costi, della spending review, del fiscal drag, del pareggio di bilancio ad ogni costo… e così via, riuscendo ad ammazzare l’economia piuttosto che a rianimarla. Nella nostra realtà questo declassamento ha colpito il prof. Francesco Pigliaru e il prof. Raffaele Paci, proprio per la politica di tagli che caratterizza la loro azione di governo in Sardegna. Ma per parlare di realtà più vicine a noi, pensiamo alla commissaria della Camera di commercio di Cagliari, anch’essa illustre professoressa, declassata a ragioniera per meriti acquisiti sul campo. Ci riferiamo alla dismissione del Laboratorio chimico-merceologico della Camera di commercio di Cagliari, per il quale si è parlato appunto di suoi “provvedimenti ragioneristici che distruggono persone e risorse economiche” (vedasi al riguardo la dichiarazione di Enrico Lobina, coordinatore di Cagliari Città Capitale). Ci chiediamo se queste impostazioni ragionieristiche siano una maledizione che colpisce soprattutto gli accademici prestati alla politica. C’è da osservare, in positivo, che hanno il merito di rilanciare il ruolo (e la necessità) che la politica torni appannaggio dei politici, intendiamo dei politici buoni, cioè di quelli che uniscono le competenze propriamente politiche all’onestà personale e alla probità di comportamenti. Ma nel contempo richiama al giusto ruolo che devono avere i tecnici, comprendendo nella categoria i dirigenti/funzionari/impiegati delle amministrazioni pubbliche, delle imprese e delle entità del terzo settore. Che i tecnici – e tra essi i ragionieri (o periti commerciali) – tornino quindi a fare il loro importante e indispensabile mestiere, consistente nel contributo di studi, ricerca e consulenza alla creazione, alla gestione e alla valutazione delle politiche, fermo restando che il bastone del comando deve tornare ai politici così come li abbiamo evocati.
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* Ce ne occupammo come Aladinews con Licia Lisei a proposito del noto ritratto e della proposta (non ne sappiamo l’esito) di proclamare il Frate Luca Pacioli patrono dei ragionieri (o di chiunque possa fregiarsi di titoli analoghi)
CAGLIARI. Dibattito su/per la città alla vigilia delle elezioni comunali. Domani si presenta la Coalizione Cagliari Città Capitale
Pubblichiamo l’articolo di Vito Biolchini, che nel pubblicizzare la prima iniziativa pubblica di presentazione della Coalizione Cagliari Città Capitale, ne dichiara l’apprezzamento e il sostegno. Come già detto nell’ospitare altri interventi sulle elezioni comunali del 2016, vogliamo anche noi fornire un terreno di confronto che consenta ai cittadini elettori di farsi un’opinione di programmi e persone che li rappresentano, misurandone la credibilità. Altrimenti c’è la sfiducia e la conseguente diserzione delle urne, che, badate bene, fa premio a una classe politica il cui motto è diventato “meno siamo (gli elettori), meglio stiamo (gli eletti)”. Noi pratichiamo una linea virtuosa, quella della partecipazione popolare per la città di tutti. Ecco perchè pensando alle elezioni comunali di Cagliari del prossimo anno, prendendo atto che la campagna elettorale è entrata da alcuni mesi nel vivo, diamo spazio a un dibattito vero e non meramente propagandistico sulla città, senza limiti e pregiudizi o rispetto reverenziale per chicchessia. Con queste motivazioni abbiamo pubblicato una serie di interventi che ci sono sembrati particolarmente “utili alla causa” e continueremo nel tempo a pubblicarne di nuovi. Chiaramente la nostra è una scelta “arbitraria” che vuole esplicitamente portare acqua al mulino del rinnovamento nei programmi e nelle persone che vorremmo al governo della nostra città, obiettivo che per le elezioni di Cagliari ci vede precisamente schierati nel sostegno alla Coalizione Cagliari Città Capitale. Scelta che non costituisce alcun vincolo per nessuno, considerato che non siamo un partito politico. Ci impegniamo perchè cammin facendo la proposta politica ed elettorale di Cagliari Città Capitale abbia lo spazio che merita, prendendo atto che i media cittadini allo stato non la favoriscono. Per quanto poco contiamo ci battiamo per (e pratichiamo) un riequilibrio che consenta alla proposta di questa Coalizione di crescere come merita nei consensi dei cittadini e delle organizzazioni espressione della democrazia di base. Sicuramente ne avremo tutti un vantaggio.
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Elezioni comunali, tanto caos e una proposta: Cagliari Città Capitale
by vitobiolchini
Dallo scorso 2 novembre il sindaco di Cagliari Massimo Zedda attende l’ufficialità della ricandidatura da parte del Pd. Sono infatti passate cinque settimane da quando il segretario cittadino Nicola Montaldo disse pubblicamente “venerdì diamo il via libera”: evidentemente c’è qualche problema. La questione è semplice: il Pd non si fida di quel che resta di Sel (all’opposizione del Pd a Roma e al governo con i voti del Pd in Sardegna e a Cagliari) e vuole un atto di sottomissione totale. Insomma, Luciano Uras e Massimo Zedda devono prendere la tessera del Pd prima delle elezioni, non dopo. Chissà come andrà a finire.
Il centrodestra è nel caos. Il suo candidato naturale, il capogruppo di Forza Italia in consiglio comunale Giuseppe Farris, due giorni fa ha annunciato di non volerne più sapere e auspica una candidatura proveniente dalla società civile. Scelta comprensibile: il polo civico dell’ex senatore e coordinatore regionale di Forza Italia Piergiorgio Massidda (al momento l’unico candidato sindaco in campo fra tutti gli schieramenti) esercita una fortissima attrazione tra gli elettori di centrodestra, mentre lo schieramento sedicente civico che si riconosce intorno ai Riformatori del deputato Pierpaolo Vargiu e all’esponente della destra Giandomenico Sabiu, domenica prossima celebrerà le sue primarie: non senza essersi già diviso, visto che Sabiu ha annunciato che in caso di vittoria confluirà nel centrodestra mentre Vargiu annuncia di voler sfidare Zedda (secondo me invece alla fine il deputato sarà alleato del Pd, ci scommetto un euro).
I Cinquestelle avevano promesso che entro il 4 dicembre avrebbero presentato lista e candidato sindaco: non pervenuti. Non è che finirà come per le regionali?
In questo caos molto poco organizzato domani, martedì 8, Cagliari Città Capitale si presenta ai cittadini e alle altre forze che intendono muoversi al di fuori dei due schieramenti italiani di centrodestra e centrosinistra: l’appuntamento è per le 18 al Jester Club di via Roma 257. E io ci sarò, per dire la mia sulla cultura in città.
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La Natività secondo il Caravaggio
La celebrazione del Giubileo della Misericordia
Oggi CONFERENZA STAMPA su La celebrazione del Giubileo della Misericordia nella diocesi di Cagliari.
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- Approfondimenti sul Giubileo della Misericordia.
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Lunedì 7 dicembre 2015. Treno veloce Cagliari – Sassari e vc: e sono 500!
Treno veloce Cagliari – Sassari e viceversa: e sono 500!
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Chiude il Laboratorio chimico merceologico della Camera di commercio di Cagliari. Molti interrogativi per una vicenda che poteva (e forse ancora può) andare diversamente
Al convegno di chiusura del progetto Isidoro-Cultivar i rappresentanti delle associazioni delle imprese del settore dell’agro-alimentare hanno molto insistito sulla necessità di aumentare la capacità delle imprese di esportare nei mercati italiani ed esteri e, al riguardo, tra le altre misure da assumere, anche con l’aiuto della mano pubblica, hanno messo in risalto quelle che attengono alla certificazione di qualità dei prodotti dell’agrifood. Senza la certificazione di qualità non si esporta da nessuna parte e soprattutto all’estero. Sono questioni complesse da non prendere sottogamba. Molti paesi importatori richiedono ad esempio la certificazione che gli alimenti non siano radioattivi. Sebbene inesperti assoluti abbiamo comunque capito che le certificazioni richiedono Centri di certificazione con adeguati Laboratori di analisi e personale qualificato (tutti, strutture e personale, anch’essi certificati). Il prof. Sandro Dettori dell’Università di Sassari ci ha informato che le Università hanno prontamente risposto all’esigenza di disporre di personale altamente professionalizzato nel settore delle tecnologie alimentari e ha citato il corso di Tecnologie Viticole, Enologiche, Alimentari che la stessa Università di Sassari tiene a Oristano. Dunque l’esigenza che genericamente e in modo semplificato qui definiamo di “certificazione” non ci trova impreparati. Ma a Laboratori pubblici e privati con le carte in regola per certificare a che punto siamo? Recentemente abbiamo appreso che la Camera di commercio di Cagliari ha messo in liquidazione la propria azienda denominata “Laboratorio chimico merceologico della Sardegna”. Ma perché? Eppure l’esigenza dell’attività di tale struttura sembra lampante da quanto abbiamo precedentemente detto. Pensate che della dismissione di detto Laboratorio siamo venuti a conoscenza, per puro caso, da un passaggio dell’intervista rilasciata di recente da Enrico Lobina, il quale nell’esporre il proprio punto di vista di candidato Sindaco affermava testualmente “(…) Recentemente il commissario straordinario della Camera di commercio ha cancellato il Laboratorio merceologico, mettendo sul lastrico 8 famiglie. Ora noi combattiamo gli sprechi e le clientele in qualsiasi parte si annidino, nel Laboratorio come in altre organizzazioni pubbliche, ma non consentiremo provvedimenti ragioneristici che distruggono persone e risorse economiche.” Anche noi, come Enrico Lobina chiediamo spiegazioni sulle scelte effettuate dalla Camera di commercio. Gradiremo una risposta in primis dai politici competenti. Non finirà certo qui!
CAGLIARI. Dibattito su/per la città alla vigilia delle elezioni comunali
Pubblichiamo l’articolo di Gianfranco Murtas, traendolo dal sito della Fondazione Sardinia, considerandolo un interessante contributo al Dibattito su/per la città alla vigilia delle elezioni comunali (ormai siamo pienamente immersi in una lunga campagna elettorale).
Al riguardo ribadiamo il senso del nostro impegno come Aladinews ben delineato in una dichiarazione che ci sembra opportuno qui richiamare per una lettura integrale e di cui di seguito riportiamo un passaggio. Le campagne elettorali hanno aspetti ambivalenti e contraddittori: da un lato sono occasioni di strumentalizzazioni di ogni tipo, dall’altro costringono i cittadini e soprattutto le forze politiche a una disponibilità al dibattito, sconosciuta in altri periodi. Tocca a noi, opinione pubblica, fornire un terreno di confronto che diminuisca i rischi del primo aspetto e consenta ai cittadini elettori di farsi un’opinione di programmi e persone che li rappresentano, misurandone la credibilità. Altrimenti c’è la sfiducia e la conseguente diserzione delle urne, che, badate bene, fa premio a una classe politica il cui motto è diventato “meno siamo (gli elettori), meglio stiamo (gli eletti)”. Noi pratichiamo una linea virtuosa, quella della partecipazione popolare per la città di tutti. Ecco perchè pensando alle elezioni comunali di Cagliari del prossimo anno, prendendo atto che la campagna elettorale è ormai aperta, diamo spazio a un dibattito sulla città, senza limiti e pregiudizi o rispetto reverenziale per chicchessia. Con queste motivazioni abbiamo pubblicato una serie di interventi che ci sono sembrati particolarmente “utili alla causa” e continueremo nel tempo a pubblicarne di nuovi. Chiaramente la nostra è una scelta “arbitraria” che vuole esplicitamente portare acqua al mulino del rinnovamento nei programmi e nelle persone che vorremmo al governo della nostra città, obiettivo che ci vede precisamente schierati.
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Di Zedda e Massidda candidati sindaco: no, no e no. E qualche considerazione sul sardismo d’oggi
di Gianfranco Murtas
Si affacciano le prime candidature alla guida dell’Amministrazione civica di Cagliari e nell’affollamento di liste e di nomi sarebbe utile forse, dalla parte della cittadinanza, definire, come in una matrice di compatibilità e preferenze, i parametri elementari di gradimento. Dico la mia, non perché sia cosa importante in sé, ma perché può valere come testimonianza di una elaborazione che gode, e non se ne dispiace, di chiamarsi politica.
Valgano, a premessa orientatrice, alcuni rapidi cenni di una esperienza personale, nel concreto della vita civica cagliaritana e sarda di questi ultimi quarant’anni. Me ne incoraggia anche – lo dico onorando l’uomo e lodando il suo magnifico lavoro autobiografico “Il cugino comunista. Viaggio al termine della vita” (sul quale mi riprometto di tornare nei prossimi giorni) – l’esempio di un mio quasi coetaneo che ha riversato nella militanza politica, con risultati apprezzati, gli anni migliori della sua esistenza, le sue migliori energie intellettuali, la sua passione civile e sociale: Walter Piludu. Mi hanno evidentemente toccato, in particolare, nei capitoli introduttivi, le confidenze circa la sua simpatia adolescenziale per l’area democratica azionista presidiata dai repubblicani di Ugo La Malfa. Piludu dalla democrazia liberale al comunismo, come Giorgio Amendola giovane, nella temperie della dittatura in fasce, transitato dal liberalismo sociale del padre (di Giovanni Amendola cioè, assassinato dai fascisti, e degli uomini della Unione Democratica Nazionale, ivi compresi, con il giovanissimo Ugo La Malfa, uomini come Mario Berlinguer e Francesco Cocco-Ortu sr. e molti massoni nazionali e sardi) al comunismo allora in conversione, certo non nobilitante, dal gramscismo al togliattismo.
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Il dibattito sul riordino degli enti locali della Sardegna e Cagliari città metropolitana
Legge di riforma degli enti locali… A proposito di Città Metropolitana
di Gianfranco Congiu
Consigliere Regionale del Partito dei Sardi, su Partito dei Sardi News.
Ultime riflessioni prima dell’arrivo in aula del disegno di legge Enti Locali.
Si è fatto un gran parlare in questi giorni dei vantaggi che arreca una scelta in chiave “metropolitana” e delle prospettive di crescita che inducono, territori interi, a rivendicarne la gemmazione anche altrove e non solo a Cagliari.
Qui vorrei porre l’accento su alcune criticità che, se non adeguatamente fronteggiate, potrebbero risultare controproducenti, se non addirittura dannose.
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