Monthly Archives: novembre 2015
Città metropolitana di Cagliari. Se non la si costituisce in tempi rapidi si perdono cospicui finanziamenti statali e comunitari ed altre opportunità. Proposta: subito una legge regionale di costituzione della città metropolitana di Cagliari, anticipatrice rispetto alla riforma complessiva degli enti locali
Una proposta alle forze politiche e sociali e al Consiglio regionale: stralciare dal disegno di legge regionale la parte che riguarda la costituzione della città metropolitana di Cagliari e approvarla – con eventuali modifiche – con procedura d’urgenza. Proseguire poi con l’iter di approvazione della legge regionale nel suo complesso, tenendo conto delle proposte modificative dell’assemblea dei sindaci e delle parti sociali.
Ecco la parte del disegno di legge n.176/2015, che prevede la costituzione e il funzionamento della città metropolitana di Cagliari.
Titolo III
Città metropolitana di Cagliari (…)
Capo I
Norme per l’istituzione della città metropolitana di Cagliari
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E’ tempo…
Canone Occidentale.
Tempo di Presepio.
Natività, di Gherrit Van Hontorst (Gherardo delle Notti), 1620.
All’interno della grotta, una luce vivissima emana dal Bambino. Il Neonato è disteso su un telo bianco, posto sul fieno, che riverbera la luce sui visi della Madre e degli Angeli, rivelando appena la figura di Giuseppe sullo sfondo.
Questo dipinto fu ridotto a brandelli nell’attentato di via dei Georgofili a Firenze, a opera della Mafia. Si temette una perdita irreparabile ma, per fortuna, grazie all’altissima professionalità degli operatori del Gabinetto del Restauro di Firenze, è stato possibile recuperarlo
La riforma degli Enti Locali in Sardegna
IL PUNTO DI VISTA DELLA CSS SULLA RIFORMA DEGLI ENTI LOCALI
D.L. 176
Questo martedì 1 dicembre 2015 si riuniranno tutti i Sindaci della Sardegna per rinnovare la richiesta della sospensione del processo legislativo del D.L. 176 della Giunta Regionale, così come licenziato dalla I° Commissione del Consiglio Regionale e l’apertura immediata di un tavolo di confronto con la Giunta e lo stesso Consiglio,
La Confederazione Sindacale Sarda-CSS fa propria questa accorata ed unanime richiesta dei sindaci perché “nel rispetto del principio di leale collaborazione fra enti,siano individuati enti e livelli amministrativi che garantiscano pari diritti,medesime opportunità ed uguale riconoscimento (costituzionale e di rappresentanza politica) a tutti i territori e a tutti i cittadini della Sardegna”.
La Riforma, così come l’abbiamo potuta leggere nel testo licenziato dalla I° Commissione, non assicura questa parità di diritti ed è un fatto gravissimo che la stessa arrivi in aula alla discussione ed eventuale approvazione del Consiglio Regionale senza che si sia aperto un grande dibattito pubblico e coinvolgimento generale di tutti i protagonisti sociali a partire dai sindaci e dai Consigli comunali,rappresentanti delle nostre comunità, primi soggetti di democrazia partecipata.
La Riforma deve porre al centro i cittadini e la Sardegna, deve fondarsi sulle comunità dei nostri paesi e delle nostre città senza alcuna discriminazione e sottovalutazione del loro peso politico e rilevanza costituzionale. – SEGUE –
con gli occhiali di Piero…
ASSASSINATO DALL’OMOFOBIA
Il 30 novembre 1900 moriva tristemente a Parigi il poeta irlandese Oscar Wilde, aveva 46 anni.
Oggi lunedì 30 novembre 2015
E per la Fiera Internazionale della Sardegna, che si fa? Quali le proposte in campo per superare l’attuale situazione fallimentare? Che fanno la Camera di Commercio e il Comune di Cagliari e la Regione? Torneremo presto sull’argomento. La 68a edizione si avvicina…—————————————————————————————————————————————————————————-
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CI VORREBBERO MOLTI RENZI (PIANO)
CI VORREBBERO MOLTI RENZI (PIANO).
Molto bella la trasmissione di oggi 1/2 ora di Lucia Annunziata. Veramente interessante ciò che fa Renzo Piano per le periferie delle nostre città.Interventi da moltiplicare sulla base delle sue indicazioni e del suo esempio. La trasmissione mi sarebbe sfuggita se non mi avesse telefonato l’amico Giorgio Seguro Per chi la vuole vedere (o rivedere) va in replica questa notte. Oppure tra alcuni giorni (credo) sarà fruibile sul sito web dedicato (www.inmezzora.rai.it). Se Giorgio ed io fossimo stati in trasmissione non avremmo avuto dubbi a suggerire al senatore Piano la risposta all’ultima domanda. Domanda (vera): “Allora senatore quale sarà il prossimo intervento suo e del suo team?” Risposta (immaginaria) “Stiamo studiando il caso di Is Mirrionis, quartiere della periferia di Cagliari. Sa, lì c’è un gruppo di ex giovani che a partire da un’esperienza di scuola popolare degli anni 70 vogliono riprendere, con il pieno coinvolgimento degli abitanti, un lavoro di animazione culturale che fa un tutt’uno con gli interventi di risanamento del quartiere… Vediamo”. Beh! Noi ci proviamo!
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- Aladinews 14 luglio 2015.
Oggi domenica 29 novembre 2015
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Continua e finisce oggi Pazza Idea. Tutte le informazioni sul sito dedicato.
Governo della Regione. Si può fare di più, molto di più. La Sardegna ne ha bisogno. DIBATTITO – VALUTAZIONI e DIBATTITO
Proseguiamo nella pubblicazione di riflessioni di valutazione critica dell’operato della Giunta regionale (e non solo), auspicando positivi cambiamenti di politiche e, ovviamente, di persone che sappiano interpretarli e rendere efficaci. E’ la volta di Vito Biolchini che ha scritto l’articolo che sotto riproduciamo per il sito on line da lui gestito. Nella circostanza ci sembra importante riprendere un intervento di Salvatore Cubeddu e un connesso commento di Benedetto Sechi su Sardegna Soprattutto che sulla proposta di riforma degli enti locali esprimono un punto di vista parzialmente diverso da quello di Biolchini.
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Enti locali, sanità, industria… Ma la giunta Pigliaru quanto può reggere ancora?
di Vito Biolchini, su vitobiolchini.it
Avete visto i giornali di oggi? Io sì; e sinceramente a questo punto mi chiedo quanto ancora possa reggere la giunta Pigliaru. La spaccatura sulla riforma degli enti locali non sembra più essere ricomponibile. Il presidente e l’assessore agli enti locali Cristiano Erriu hanno detto più volte a chiare lettere che non concederanno al nord Sardegna lo status di area metropolitana e questo è il detonatore che rischia di far esplodere la situazione.
Se la crisi che è in corso non fosse seria potremmo anche riderci su. L’intellettualità sassarese in questi mesi ha infatti dato il peggio di sé, mettendo a nudo tutti i suoi limiti di visione e alimentando le inverosimili pretese di una classe politica a dir poco terrorizzata dall’ipotesi di avere sempre meno potere da gestire.
A colpire non è tanto il timore (comprensibile) che l’istituzione dell’area metropolitana cagliaritana possa accentuare gli squilibri interni all’isola, quanto la ridicola pretesa di spiegare, dati alla mano, che il nord Sardegna ha più titoli della zona del capoluogo di vedersi riconoscere “metropoli”. Il risultato è che pessima intellettualità, pessima politica e pessimo giornalismo hanno stretto un patto d’acciaio che ora, per assurdo, sta stritolando una delle giunte più sassaricentriche della storia dell’autonomia.
Sulla riforma degli enti locali (che, a sentire gli esperti, presenta ben altre criticità che non quella provocata dalla creazione dell’area metropolitana di Cagliari) Pigliaru non ha lasciato margini di manovra. Per cui non ci sono storie: o passa così com’è o il presidente è costretto a dimettersi. E io oggi scommetterei più sulla seconda ipotesi.
Anche perché il segretario regionale del Pd Renato Soru non sembra essere in grado di gestire la situazione esplosiva che si sta venendo a creare. La sua capacità di mediare gli interessi (politici) e ricucire gli strappi è notoriamente nulla.
Contro Pigliaru giocano anche altri fattori. Le tensioni scatenatesi intorno alla riforma degli enti locali vanno di pari passo con quelle suscitate dalla riforma della rete ospedaliera, in una vicenda cui l’ipocrisia dei piccoli baronati locali è pari solo al potere di interdizione che questi riescono ad esercitare sulla Regione. Pigliaru però non ha la coscienza pulita: il nuovo buco nei conti della sanità gli impedisce di salire in cattedra e di bacchettare tutti come suo solito.
Enti locali e sanità a parte, tutto il resto è un disastro. E basta leggere i giornali per rendersene conto.
Trasporti: il fallimento del bando sulla destagionalizzazione ha portato Ryanair alla decisione di abbandonare Alghero con gravissime ripercussioni per tutto il sistema.
Lavoro: il progetto Garanzia Giovani si sta rivelando per quello che è: un fallimento annunciato.
Industria: per fortuna (si fa per dire) che alla guida dell’assessorato c’è una sassarese, altrimenti perfino l’Eni sarebbe stata accusata di cagliaricentrismo per la sua decisione (da me più volte auspicata) di abbandonare il progetto della Green Economy.
Energia: Terna progetta di chiudere le centrali sarde, i parlamentari sardi si mobilitano in massa ma la Regione all’incontro col ministero sembra perdere la voce.
Altro? Vogliamo parlare di cultura? Se avete un amico operatore culturale, chiedete a lui che valutazione dà dell’azione di questa giunta.
E l’agricoltura? Come sta andando l’agricoltura?
Insomma, la situazione è questa. Politicamente non molto dissimile da quella vissuta negli anni del centrodestra di Ugo Cappellacci. Anche allora la Sardegna non riusciva (perché non voleva) a far sentire le proprie ragioni al governo italiano. Pigliaru, dopo un anno di apprendistato, ci ha provato ad incanalare il confronto nel giusto binario. Il dossier sull’insularità, presentato lo scorso mese di maggio al presidente del Consiglio Renzi, doveva ricevere una risposta a settembre. Siamo praticamente a dicembre e ancora tutto tace.
Come se non bastasse, quel dossier appare oggi assolutamente insufficiente e inadatto a rappresentare tutte le nostre necessità, giacché le vertenze che dovrebbero essere trattate in un tavolo col governo sono molte di più di quelle indicate da Pigliaru.
Insomma, dal punto di vista politico questa legislatura non ha più molto da dire. C’è solo da capire se riuscirà a trascinarsi fino alla sua scadenza naturale o se cadrà fragorosamente abbattuta dal fuoco amico sul fronte degli enti locali. Il 2016 sarà anno di elezioni: voteremo anche per la Regione? In tal caso la Sardegna arriverebbe all’appuntamento senza uno straccio di progetto, di idea, di nulla, con il Pd a pezzi, la sinistra spaccata, il progetto sovranista mai nato e gli indipendentisti in rotta dopo le ultime regionali.
E questa assenza di progetto è ciò che mi spaventa di più; persino più del ridicolo che ci verrebbe addosso dall’istituzione di un’area metropolitana di Sassari.
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Qualcosa si muove: no alla riforma degli enti locali iniziata dalla Regione sarda [di Salvatore Cubeddu]
By sardegnasoprattutto / 22 novembre 2015/ Società & Politica / One Comment
Venerdì prossimo si riuniranno a Nuoro, per iniziativa del sindaco e del Movimento “Insieme per le Autonomie”, sindaci e amministratori locali della Sardegna (esclusa l’area cagliaritana) per contestare e decidere iniziative di contrasto alla ventilata riforma regionale che, senza nessuna visione strategica del futuro dell’Isola, si adegua al vento italico che muove nella direzione dell’abolizione delle autonomie.
L’ipotesi di procedere comunque all’approvazione di questa riforma, nel mentre va formandosi la città metropolitana a Cagliari, renderebbe vane sia le argomentazioni che le iniziative contrastive promosse negli ultimi mesi ad iniziare da Sassari. La decisione porta a compimento istituzionale il modello di sottosviluppo degli ultimi settant’anni, la concentrazione (funzioni, enti e risorse) burocratica ed amministrativa che accompagna quella demografica, ammassata in una realtà geograficamente estrema, a svantaggio di tutte le altre aree dell’Isola, per la quale si confermerebbe un inarrestabile declino.
Per quale motivo, ci si chiede in tanti, la Sardegna intera dovrebbe difendere e sviluppare le proprie istituzioni autonome se esse giovano ad una sola conurbazione urbana? L’effetto depressivo di una tale ‘sconfitta’ avrebbe delle conseguenze devastanti.A Sassari hanno cominciato col chiedersi:
a) che cosa ci perderebbe Cagliari se anche Sassari diventasse città metropolitana (Mario Segni)?
b) Quello che finora è stato un processo determinato dal sottosviluppo lo si vuol far diventare un progetto: Cagliari città ‘metropoli’ con tutti ai suoi piedi ? (Arturo Parisi).
Ma questo processo non si risolve con la sola creazione di un nuovo polo, come l’eventuale formazione intorno a Sassari della città metropolitana, ma all’interno di considerazioni più vaste e profonde, con l’assegnazione di una funzione alle altre città e considerando principale le questioni dello spopolamento dei paesi e della disoccupazione. Una simile crisi, cui si accompagnasse una situazione di conflitto generale, non può essere descritta perché lontana da ogni immaginazione possibile. La Sardegna verrebbe del tutto ‘invasa’ dagli interessi esterni. “Non siete in grado di governarvi”, concluderebbero, non disinteressati.
Si potrebbe forse prendere tempo con Roma, confermando le quattro province e sperimentando il difficile comporsi dell’unione dei comuni? Perché dovrebbe divenire agevole, e stupire del possibile insuccesso, il mettere insieme i piccoli comuni quando le nostre élites cittadine si fanno la guerra, sia all’interno che tra di loro? Quindi: la Regione non dovrebbe avere e neppure imporre alcuna fretta e, invece, andrebbe avviata un’intelligente pratica di sperimentazione.
La fase che viviamo ha “un rilievo storico”, si afferma giustamente a Sassari. Dopo 37 anni dalla fine della cosiddetta rinascita e della prima autonomia (1978), un Consiglio regionale affaticato, ed un governo regionale dai tratti evidentemente ‘tecnici’, è chiamato ad affrontare il cuore dei problemi che riguardano il futuro della Sardegna: il lavoro dei Sardi tramite le loro risorse, la sopravvivenza della distribuzione del suo popolo in tutto il territorio senza concentrazioni depauperanti, le sedi della permanenza e della continuità della democrazia espresse nelle istituzioni.
Che cosa sta succedendo dunque, e che cosa potrà succedere nei prossimi giorni a livello istituzionale? Ci si riferisce al rapporto con lo Stato, alle relazioni tra i partiti politici, agli effetti sulla pubblica opinione di Cagliari / delle altre città sarde / dei paesi tutti in presenza e in conseguenza della manifestazione che verrà promossa a Cagliari sotto la sede del Consiglio regionale da parte dei consigli comunali di tanti comuni della Sardegna, per protestare contro l’accentramento a Cagliari di tutte o della gran parte delle istituzioni statali e regionali dell’Isola.
L’interesse su queste riforme istituzionali è indotto dalla legge Del Rio e non da vere necessità dei sardi, i quali individuano, invece, come prioritari il problema della disoccupazione e dei possibili inserimenti nei lavori pubblici di migliaia di cassintegrati congiuntamente al destino demografico dei comuni minori dell’Isola. La legge dello Stato costringe, quindi, le istituzioni sarde ad indossare un abito non adatto per il loro fisico e per la loro mente.
Se in piazza, convocati dalle istituzioni locali autoconvocatesi del Nord-Sardegna, fossero presenti da un minimo di 600 consiglieri (la totalità dei presenti in 50 consigli comunali) fino a 4.236 e più (la totalità dei componenti di 353 consigli comunali) non cambierà nulla? Il Consiglio regionale potrà far finta di niente?
In conclusione: se le scelte operate dalla Giunta regionale vanno a provocare divisioni e sconcerto, invece che risolvere i problemi, possono continuare gli atti che minano la nostra evoluzione autonomistica e il nostro progresso economico e civile? In questo caso non rimarrebbe che riempire, da parte della società, il vuoto politico presente che si dimostra ogni giorno più dannoso.
One Comment
Benedetto Sechi 23 novembre 2015 at 10:13
… non facciamoci cucire addosso un vestito che ci va stretto. Gli stilisti, i disegnatori stanno a Roma, ma i sarti sono sardi. Per una volta vogliamo dimostrare che siamo capaci di fare riforme che mettono al primo posto la coesione e gli interessi della Sardegna? Ieri un convegno a Sennariolo sullo spopolamento delle zone interne, relatore lo stesso assessore paladino di una riforma che sposterebbe, nell’area del cagliaritano, risorse, sviluppo e, conseguentemente, flussi migratori interni ed esterni, quando si dice la doppiezza. Ma perché non scegliere, come ha fatto il Friuli Venezia Giulia di non fare alcuna area metropolitana? Lo scopo li è di non favorire Udine, invece di Trieste, proponendo, in alternativa, interventi di sviluppo armonico tra tutte le aree, considerando la particolare posizione geografica del FVG. Lo si chieda alla signora Serracchiani, già vice Renzi, il perché? La Sardegna, come la Corsica, non hanno una particolare posizione geografica? Non è necessario essere mosche cocchiere, si può benissimo fare i cavalli di razza, è sufficiente sforzarsi un pochino. Bene quindi la moratoria sulla riforma, si faccia una “Costituente” o la si chiami altrimenti, purché si approdi ad una scelta condivisa che ponga la Sardegna al centro dello sviluppo mediterraneo. Insomma i furbetti locali, che pensano di speculare sul momento confusionale dell’Italia, per tirare la coperta da un lato, debbono essere smascherati, ne va del futuro di questa isola per i prossimi cinquant’anni.
Passo dopo passo verso la “Cittadella della solidarietà e del volontariato”. Le associazioni di base ci sono!
L’incontro è stato molto interessante e produttivo.
I rappresentanti delle organizzazioni promotrici (*), a cui altre potranno aggiungersi, hanno avanzato la propria candidatura per la gestione del complesso, in raccordo con la Regione ed il Comune di Cagliari (assenti nonostante invitati ufficialmente e sollecitati alla presenza con interlocuzione diretta con gli assessori regionale e comunale competenti per materia).
Dopo un momento di informazione sulla consistenza del patrimonio di aree e immobili oggetto della vertenza (a cura di Paolo Erasmo ed altri esponenti delle associazioni) si è sviluppato un dibattito sulle ipotesi di utilizzo del complesso e sulle modalità di gestione. Numerosi gli interventi nel dibattito (Ignazio Cirronis, Vincenzo Tiana, Graziella Devita, Nuccio Monello, Carlo Cotza, Tiziana, Efisio , Franco Meloni, e altri), dei quali in altro momento e spazio verrà dato conto. Conclusivamente si è stabilito di organizzare uno o più incontri con l’assessore regionale competente (Cristiano Erriu) e con il Sindaco di Cagliari per la effettiva attuazione degli indirizzi contenuti nella delibera della Giunta regionale 50/3 che devono garantire la partecipazione alla gestione dell’associazionismo di base, portatore delle esigenze dei cittadini. Pertanto devono essere ricercate le più opportune modalità di concretizzazione di tale impostazione, anche con l’utilizzo di pratiche virtuose positivamente sperimentante in situazioni analoghe in Italia e/o all’estero. Al riguardo è stato richiesto un particolare impegno delle Istituzioni coinvolte, sia nella fase di studio (con il coinvolgimento specifico dell’Università), sia in quella di programmazione e realizzazione del/i progetto/i, che di relativa valutazione ex ante e ex post. Il Comune di Cagliari dovrà partecipare al prossimo bando regionale per il recupero di strutture delle ex servitù militari, garantendo così un cofinanziamento ad integrazione dei fondi appositamente dedicati, per progetti che devono essere condivisi dalle amministrazioni e dalle associazioni di base.
(*) *100% VITAEQUA *Agriculture – Coltiviamo Relazioni *APS QEDORA
*ArCoEs – Arte, Comunicazione, Espressione *ASAB – Associazione Sarda Agricoltura Biologica *IANAS – Intercultura, Ambiente, Natura e Sostenibilità *Istituto Comprensivo Statale Randaccio-Tuveri *Legambiente *S.C.I. -Servizio Civile Internazionale *UIMEC- Copagri Sardegna *Urban Center
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Che fare?
L’INNOVAZIONE. “Siamo abituati a pensare ad un tale processo in termini di cambiamenti tecnologici. In questo modo di vedere non c’è nessun male, purché si sia ben consapevoli che i cambiamenti organizzativi, amministrativi e istituzionali (che includono i cambiamenti orginati da leggi) possono avere, nel processo dello sviluppo economico, esattamente lo stesso ruolo del processo tecnico inteso nel senso stretto” (Paolo Sylos Labini)
Oggi sabato 28 novembre 2015
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Punt ‘e billettu su l’ITS (Istruzione Tecnica Superiore). E’ importante e bisogna saperne di più…
Punt ‘e billettu su l’ITS (Istruzione Tecnica Superiore).
(Dal sito web della RAS) Its. Ripartizione delle risorse statali e regionali tra le scuole. Firino: “Strategiche per competitività e sviluppo”L’assessore della Pubblica Istruzione ha dichiarato che “la ripartizione è stata fatta in maniera equa, seguendo il criterio dei costi standard individuati dalle linee guida nazionali”.
- Intanto segnaliamo la registrazione del Convegno sull’ITS, tenutosi a Milano il 18 novembre scorso nel quale è stato presentata la ricerca di TreeLLLe e Fondaz. Rocca “Innovare l’Istruzione tecnica secondaria e terziaria”.
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CAGLIARI. Dibattito su/per la città alla vigilia delle elezioni comunali. Intervento di Andrea Pubusa, Democraziaoggi
Rilanciamo un articolo di Andrea Pubusa, pubblicato oggi sulla news Democraziaoggi, come importante contributo al nostro dibattito.
Nella circostanza ribadiamo il senso del nostro impegno come Aladinews ben delineato in una dichiarazione che ci sembra opportuno qui richiamare per una lettura integrale e di cui di seguito riportiamo un passaggio. Le campagne elettorali hanno aspetti ambivalenti e contraddittori: da un lato sono occasioni di strumentalizzazioni di ogni tipo, dall’altro costringono i cittadini e soprattutto le forze politiche a una disponibilità al dibattito, sconosciuta in altri periodi. Tocca a noi, opinione pubblica, fornire un terreno di confronto che diminuisca i rischi del primo aspetto e consenta ai cittadini elettori di farsi un’opinione di programmi e persone che li rappresentano, misurandone la credibilità. Altrimenti c’è la sfiducia e la conseguente diserzione delle urne, che, badate bene, fa premio a una classe politica il cui motto è diventato “meno siamo (gli elettori), meglio stiamo (gli eletti)”. Noi pratichiamo una linea virtuosa, quella della partecipazione popolare per la città di tutti. Ecco perchè pensando alle elezioni comunali di Cagliari del prossimo anno, prendendo atto che la campagna elettorale è ormai aperta, diamo spazio a un dibattito sulla città, senza limiti e pregiudizi o rispetto reverenziale per chicchessia. Con queste motivazioni abbiamo pubblicato una serie di interventi che ci sono sembrati particolarmente “utili alla causa” e continueremo nel tempo a pubblicarne di nuovi. Chiaramente la nostra è una scelta “arbitraria” che vuole esplicitamente portare acqua al mulino del rinnovamento nei programmi e nelle persone che vorremmo al governo della nostra città, obiettivo che ci vede precisamente schierati.
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Cagliari, toto-elezioni: sicuri due no, un sì… forse
27 Novembre 2015
di Andrea Pubusa su Democraziaoggi
A Cagliari le elezioni comunali si avvicinano, dunque si parla di candidati e di schieramenti. Non dirò di quello del centrodestra storico che per me è solo l’avversario da battere. Dirò invece del nuovo centro-destra, quello che fa capo al PD. E’ uno schieramento che è rapidamente passato da una posizione costituzionale ad una a-costituzionale fino all’ultima versione renziana, dichiaratamente anticostituzionale. I toni e gli argomenti sono gli stessi usati nel 2006 da Berlusconi. La Carta è un peso per le prospettive del Paese, è un rimasuglio di un’epoca, quella della Resistenza, ormai finita, ora ai valori della solidarietà e del lavoro si devono sostituire quelli scintillanti della concorrenza e dell’impresa. La legge della giungla trasposta in campo sociale. Anche la rappresentanza è un ostacolo al buon governo e, dunque, si è dato il via alla stagione dei Commissari straordinari: ci sono nelle province, ormai soppresse come enti esponenziali delle rispettive comunità, ci sono nei grandi comuni (a Roma ad un sindaco proprio il PD ha preferito un prefetto!), ci sono commissari governativi per ogni grande evento, come se gli organi democratici non fossero capaci di gestirli. E, a ben vedere, sono simili ai commissari anche i sindaci e i presidenti di Regione ormai eletti con leggi elettorali che mortificano la rappresentanza (Pigliaru ha il 60% dei consiglieri regionali con meno del 20% del voto dei sardi). Ora, col pretesto del terrorismo, dell’emergenza e della sicurezza non solo si consolida la tendenza a sovvertire il principio di rappresentanza, ma si attaccano direttamente e senza infingimenti le libertà fondamentali. Il progetto dei grandi centri finanziari di attaccare gli stati nazionali e di minarne poi dall’interno le Carte costituzionali formate nell slancio democratico del secondo dopoguerra e della Resistenza al nazifascismo, è in pieno sviluppo. Il PD ne è parte rilevante, anche perché sta svolgendo la funzione di traghettare sulla sponda anticostiuzionale ampi strati di elettorato tradizionalmente democratico. Non a caso si avverte una difficoltà in vista del referendum costituzionale contro lo scasso della Costituzione operato da Renzi-Verdini perché una parte dell’elettorato che nel 2006 battè la controriforma di Berlusconi-Bossi oggi ha cambiato casacca. – segue –
Oggi venerdì 27 novembre 2015
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————————————————————– Appuntamento politico
Da EX DEPOSITO CARBURANTI a CITTADELLA del TERZO SETTORE
Finalmente, dopo la sua dismissione avvenuta nell’agosto del 2007, l’ex DEPOSITO CARBURANTI DI MONTE URPINU, otre 4.000 metri quadrati di fabbricati in 150.000 di terreno, sta per essere riconvertito a nuova vita, con la realizzazione, da parte della Regione, di una CITTADELLA DELLA SOLIDARIETÀ E DEL VOLONTARIATO: conosciamolo meglio con DOCUMENTI, FOTOGRAFIE , PROGETTI già presentati e tanto altro insieme alle
ASSOCIAZIONI CITTADINE:
*100% VITAEQUA *Agriculture – Coltiviamo Relazioni *APS QEDORA
*ArCoEs – Arte, Comunicazione, Espressione *ASAB – Associazione Sarda Agricoltura Biologica *IANAS – Intercultura, Ambiente, Natura e Sostenibilità *Istituto Comprensivo Statale Randaccio-Tuveri *Legambiente *S.C.I. -Servizio Civile Internazionale *UIMEC- Copagri Sardegna *Urban Center
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VENERDÌ 27 NOVEMBRE ORE 17.30
Ex Teatro Club, Via Roma 257, Cagliari
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I N C O N T R O / D I B A T T I T O
Sono invitati i CITTADINI, le ASSOCIAZIONI, gli AMMINISTRATORI PUBBLICI e tutti i soggetti interessati. Ascolteremo e raccoglieremo idee e suggerimenti che possano concorrere a predisporre un PROGRAMMA PARTECIPATO, PER UNA MIGLIORE VALORIZZAZIONE, RIQUALIFICAZIONE E FRUIZIONE DI QUESTO BENE PUBBLICO che dopo anni di abbandono potrebbe avere finalmente una nuova vita e un nuovo utilizzo per le esigenze dei cittadini di oggi e di domani.