Monthly Archives: settembre 2015

Oggi martedì 15 settembre 2015, martis 15 de cabudanni

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unicanotte_ricercatori LA NOTTE dei RICERCATORIIL PROGRAMMA COMPLETO di UNICA. Dal 22 al 25 settembre 2015

La notte europea dei ricercatori, dal 22 al 25 settembre 2015

cagliari skyline 14 9 15unicanotte_ricercatori- IL PROGRAMMA COMPLETO di UNICA.

Cagliari: il mare come strategia di sviluppo per sbloccare e liberare la città. Ogni occasione è buona se va verso questa direzione

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Domani, martedì 15 settembre, il Consiglio comunale di Cagliari discuterà e, speriamo, approverà una mozione presentata da diversi consiglieri comunali (Dore e altri) per proporre Cagliari come luogo per lo svolgimento di competizioni olimpiche sul mare, in occasione delle Olimpiadi 2014, nel caso auspicato di accettazione della candidatura dell’Italia e, specificamente, di Roma. E’una bella proposta, totalmente condivisibile, la cui validità prescinde dalla stessa opportunità che l’ha generata. Nel senso che il mare di Cagliari, per le sue pregevoli caratteristiche si può proporre, più di quanto abbia saputo fare fino ad adesso, come sede ottimale delle molte competizioni sportive marinaresche. Ma andiamo oltre, molto oltre, nel momento in cui inquadriamo queste iniziative in una vera e propria strategia per lo sviluppo della città, così come l’avevamo rilanciata in una nostra riflessione sull’argomento, pubblicata su Aladinews l’11 novembre 2013 e su altri siti dell’editoria di base, ripresa poi sullo stesso Aladinews (19 aprile 2015)
F-Figari-cantiere-navale-3 CCIAA-Cavela olimpica LobinaMozione per proporre la città di Cagliari quale località nella quale potrebbero svolgersi le competizioni velistiche ed eventuali altre discipline nell’ambito della candidatura dell’Italia e la città di Roma ai Giochi Olimpici e Paralimpici del 2024 presentata dai Conss. Dore, Secchi, Carta, Lobina e più – (prot. n. 211 del 10.09.2015);

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A Cagliari il mare come strategia di sviluppo per sbloccare e liberare la città. Ma occorre una diversa classe dirigente
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di Franco Meloni

Governo della Regione. Si può fare di più, molto di più. La Sardegna ne ha bisogno. DIBATTITO – VALUTAZIONI e DIBATTITO

pigliaru si fa cdarico
lampadadialadmicromicro1Proseguiamo nella pubblicazione di riflessioni di valutazione critica dell’operato della Giunta regionale (e non solo), auspicando positivi cambiamenti di politiche e, ovviamente, di persone che sappiano interpretarli e rendere efficaci. E’ la volta di Alessandro Mongili che ha scritto l’articolo che sotto riproduciamo per la rivista on line SardegnaSoprattutto.

La fine dell’indipendentismo?
di Alessandro Mongili
- By sardegnasoprattutto/ 12 settembre 2015/ Società & Politica/

disp1Ci sono vicende che segnano, o illuminano, intere fasi politiche. Fra di esse, la dadaista vicenda del sindaco andata/ritorno Delunas sicuramente impressiona, diverte, e insieme deprime. Impressiona per la cecità di questi politici sardi. Diverte perché aggiunge una nota di grottesco e di ubuesco alle solite squallide menate della politica sarda. Deprime perché non si vede alcuna alternativa, non solo a Cuartu Sant’Aleni/Quartu Sant’Elena, ma in tutta l’Isola.

Sgovernata in modi subprefettizi e inefficaci dall’agGiunta Pigliaru-Paci, appena distinguibile dalla precedente (stessi consulenti ora assessori, stesse idee, stesso disprezzo per i Sardi, stessa subalternità ai poteri esterni), la Sardegna assiste sgomenta al suo saccheggio e alla sua svendita al miglior offerente. In tanti non abbiamo dato più fiducia alle forze politiche che, all’interno di un indimenticato clima da suburra politica, hanno partorito questa agGiunta dei sottoprefetti formata ai miti della modernizzazione tzeraca e dell’economicismo conformista.

In molti abbiamo lavorato alla ricerca di alternative politiche. Su questo percorso abbiamo incontrato una vivace tendenza indipendentista che, in Sardegna, ha osato per anni porre i nostri problemi di dipendenza al centro della propria agenda. In questo momento possiamo dire che questo incontro non si sta rivelando molto fruttuoso.

Esiste un’impasse pericolosa. Questo a causa della crisi quasi mortale che ha colpito l’indipendentismo (come cultura e pratica politica) nel suo momento di passaggio da una rete di piccoli gruppi alla scoperta di avere, di poter avere, un consenso elettorale, e dunque di doversi dotare di un’organizzazione meno personalistica, per poter sviluppare una leadership politica rivolta all’insieme della società sarda.

Una parte dell’indipendentismo, ricordiamolo, ha cercato di influenzare l’agenda politica e la composizione del gruppo ora al potere. La vicenda del c.d. sovranismo sardo è cognata del sardo-fascismo e della subalternità sardista alla sinistra, e poi alla destra, nella costante illusione di poter moderare i baroni, senza passare dalla noiosa fase della creazione del consenso e del lavoro politico e culturale insieme. Essa ha prodotto esiti grotteschi su cui, per carità di patria, in tanti evitiamo di esprimerci.

Un’altra parte ha cercato di costruire l’alternativa politica. Essa si è ritrovata davanti una legge elettorale degna di al-Sissi, ma anche ad alcuni propri limiti. Il primo è quello di non aver capito (nonostante l’esperienza grillina che, sotto questo aspetto, è significativa) che l’alternativa alla politica delle agGiunte e delle camarille non può essere solo ideologica o comunicativa, ma soprattutto organizzativa. Infatti, non basta la comunicazione intelligente, né le parole d’ordine che richiamano un’ideologia nazionalitaria (rigidamente in lingua italiana) per andare avanti, ma bisogna fare dei concreti passi indietro nel controllo delle dinamiche da piccolo gruppo di discepoli e amici per la pelle.

Bisogna lavorare alla creazione di un’organizzazione politica che promuova il protagonismo, l’attivismo, e in un quadro democratico. Infatti, la politica dei piccoli gruppi va bene per testimoniare una fede, ma nelle sue dinamiche interne è omologa a quella delle camarille al potere, funziona anch’essa sulla base della fedeltà ai capi e capetti, e sulla cooptazione dei più fedeli. Dunque, è inefficace se la scala si fa più ampia. Ci vuole apertura e la forza di rimettersi in discussione, che è mancata. Ci vuole un superamento del minoritarismo che non c’è stato, ad esempio nell’apertura alle competenze su cui invece Pigliaru ha giocato con efficacia una partita elettorale (per poi, ovviamente, negarla nelle pratiche di governo).

Il secondo è l’attuale tentativo di inserirsi in giochi politici locali che non sembrano avere alcun respiro significativo di medio e lungo periodo, cioè un tatticismo senza visione politica. Infine, la mancanza di una radicalità necessaria ad ogni innovazione, anche politica, puntando su programmi di cambiamento nelle politiche economiche e sociali, e di orientamento culturale. In particolare, l’insensibilità ai temi del reddito e del lavoro, e ai temi della politica linguistica, su cui molte forze e molte energie si sarebbero potute e si devono aggregare.

Se l’interesse è quello di integrarsi nel ceto politico sardo e nelle sue pratiche, gli indipendentisti dovrebbero studiarsi i percorsi analoghi dei sardo-fascisti e del sardismo classico, che in ogni caso ha portato alla marginalità e alla sconfitta dei loro stessi promotori.

Se l’interesse è quello di cambiare la cultura e le pratiche politiche della Sardegna, a me sembra che l’arroccamento ideologico e l’incapacità di fare passi indietro dei piccoli gruppi (e di aprirsi alle forze innovative presenti nella società sarda e nel disterru) contribuisca a segnare i prossimi anni come una fase di stagnazione politica e di assenza di cambiamento. Non si sente la necessità di nuove élite autopromossesi tali, ma di costruire reti eterogenee che generino azione politica innovativa e efficace a difesa dei nostri interessi.
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Platone e Socrate aladin
democraziaoggiIn Sardegna s’invera l’antico sogno: il governo dei sapienti
15 Settembre 2015

Amsicora, su Democraziaoggi

Ma vi sembra che occorresse trasferire pezzi degli Atenei sardi in viale Trento n. 69, giunta regionale, per chiudere le scuole nei paesi e non dotarli dei pullmini necessari per il trasporto a scuola, ridurre la continuità territoriale e i collegamenti col Continente, chiudere gli uffici postali, dismettere caserme dell’Arma, incrementare la disoccupazione, accrescere l’aggressione di faccendieri con pale al vento, pannelli al sole e trivelle sotterra? Attacco dal cielo, dal mare e da terra, vien da dire. Pubblica amministrazione bloccante, comuni ridotti a erogatori non di servizi, ma di divieti, sanzioni pecuniare e tasse. E colmo dei colmi si inaugurano treni superveloci, che però…stan fermi in stazione. Avete visto la foto di Pigliaru e Deiana sul treno? Pronti? Si parte. In poco più di un’ora siamo a Sassari. Ma il treno è lì statico, a far ruggine. Ci vogliono dei cattedratici per questi quadretti di pura comicità, degni di Totò e Peppino?
Può sembrare un paradosso, ma la gestione di gente comune, dotata di ordinaria cultura e di palle di media portata avrebbe dato di più. Sì perché, in fondo, in un assetto istituzionale caratterizzato da una stretta neocentralistica, questo ci vuole, mostrare al governo gli attributi e tenere dritta la schiena. Non è un autonomismo rivendicativo ormai demodé, è l’unico modo di difendere gli interessi e i diritti elementari delle popolazioni in epoca renziana.
Ma i nostri cattedratici, che dovrebbero essere esempio fulgido di autonomia anzitutto intellettuale, si prostrano senza ritegno. Quando mai contestare! Roba da plebi incolte! Non è da loro. Loro han cervello, raziocinio… capiscono le ragioni del governo. E poi, manco a dirlo! sono renziani, non per opportunità, s’intende, sono convintamente renziani.
I cattedratici ci stanno convincendo tutti che la regione e forse meglio abolirla. Quanto risparmio di denaro! Quanta maggiore snellezza nelle procedure amministrative! In fondo 15 mila dipendenti dovranno pur far qualcosa! Procedure, procedure, procedure. Se non ci sono le inventano. C’è una mio amico a cui è crollato un pezzo di tetto nella sua casa in paese ed è sette mesi in attesa dell’autorizzazione per rifarlo. E non è che voglia farsi la solita inutile mansardina. No, il tetto lo deve rifare tale e quale era prima! Ma sapete, nel Sulcis deve ottenere anche il nulla osta nientemeno del parco geominerario! Sissisignori, proprio così, del parco geominerario, oltre che della sovrintendenza e del comune. Ricordo, quando ero bambino, zio Peppino ebbe una incombenza simile. E sapete cosa fece? Chiamò subito il compare Efisio che, per pura sorte, era su maistu de muru de bidda (il maestro di muro, oggi, più volgarmente, muratore) e in quattro e quattr’otto il tetto fu bell’e rifatto, prima delle piogge. Ora invece il mio amico affronterà i rigori dell’inverno con la casa scoperchiata…in attesa di autorizzazione! Poi alla fine Comune, sovrintendenza e parcogeominerario gli diranno l’unica cosa ovvia e scontata, che può rifare il tetto. Ma volete che se gli avete presentato un’istanza per zelo legalitario, non facciano tutti una bella istruttoria, un sopralluogo a testa e una consulenza tecnica congiunta! E infine una efficace conferenza di servizi per decidere l’ovvio! Certo che non si lasciano scappare una bella procedura d’aria fritta per poi giungere al risultato a cui fin dall’inizio il buon senso avrebbe condotto: che il tetto è da rifare!
In tutto questo mare di assurdità, che bloccano l’isola e accrescono a dismisura i costi di qualunque attività, i professoroni, maestri di riforme e di razionalità, non hanno inciso in nulla. E, detto in confidenza nulla faranno. Sembrano lì per vanità o pura sete di comando o, come io credo, per inverare l’antica sogno dei filosofi: il governo dei sapienti. Ma in terra sarda, dal mare a i monti, dai pescatori ai caprari, c’è qualcuno che li prende sul serio? Chi è per il sì alzi la mano!
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chiederò

Oggi lunedì 14 settembre, cabudanni, 2015

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musica
unicanotte_ricercatori- IL PROGRAMMA COMPLETO di UNICA. Dal 22 al 25 settembre 2015

Confronti internazionali

air_force_one_boeing_707sedia di VannitolaRenzi ce l’ha piccolo, il più piccolo tra quelli degli altri capi di Governo dell’Unione Europea. Svelato il mistero che sta all’origine della decisione di Renzi di spendere qualche centinaio di milioni di euro per comprare un nuovo aereo per i voli di stato. Pare infatti che l’aereo di rappresentanza italiano sia il più piccolo fra quelli in uso per far volare i capi di governo europei. Da qui la decisione di Renzi di prenderne uno nuovo con una delle sue “paraculate”. Ha dichiarato che lo compra, il nuovo aereo, ma non ha deciso lui di acquistarlo. Furbescamente lasciando intendere che l’acquisto fosse stato deciso dal precedente governo Letta. Letta, a sua volta, smentisce affermando anzi che gli aerei in dotazione per i voli di stato sono efficienti e più che sufficienti. Dopo “Mamma ho perso l’aereo” siamo passati a “Mamma voglio l’aereo nuovo”. Cosi Obama la smetterà di dire in giro che Lui ce l’ha più grande di tutti.
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IERI IN VOLO. Ha detto Renzi che l’Italia è ripartita. Appuntatevelo in agenda per non dimenticarlo. Per ora l’unico che è partito è Renzi, sta volando in America per la finale mondiale di tennis. È lui va a prendersi un po’ di gloria ” a gratis”.

Oggi domenica 13 settembre 2015, cabudanni

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molentargius e sella diavolo 10 9 15image

Oggi 12 settembre 2015, sabato cabudanni

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Fratello sole
Fratello Sole

Gruppo Emergency Cagliari in Marcia delle donne e degli uomini scalzi Cagliari, oggi venerdì 11 settembre, con inizio alle ore 18

emergency cagliariCagliari aderisce alla Marcia delle donne e degli uomini scalzi dopo l’appello di alcuni giorni fa lanciato da parte di un gruppo di cittadini democratici :
albero emergency“In centinaia cammineremo scalzi fino al cuore della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica.
Ma invitiamo tutti ad organizzarne in altre città d’Italia e d’Europa.

Oggi venerdì 11 settembre, cabudanni, 2015

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Oggi venerdì 11 alle 18,30 al Circolo Gramsci di via Doberdò 101 Cagliari.
Gramsci 11 9 15

Notizie al volo (dall’aeroporto di Cagliari)

logo sogaerpresidente_Ibba SOGAERCarlo Ibba nuovo presidente della Società di gestione dell’aeroporto di Cagliari, Sogaer. La notizia sul sito della Sogaer ripresa da Aladinews Fomento Impresa.
- La notizia come riportata dall’agenzia giornalistica Ansa.

Migranti: un’opportunità per contrastare lo spopolamento dei paesi sardi

ACCOGLIENZA MIGRANTI: I COMUNI SARDI PREDISPONGANO PIANI URGENTI PER INDIVIDUARE E RISTRUTTURARE EDIFICI INUTILIZZATI

sedia di Vannitola Indubbi vantaggi per il patrimonio isolano in degrado, possibilità di impiegare gli stessi migranti per eseguire i lavori di ristrutturazione degli edifici, vantaggi per i proprietari degli alloggi che vedrebbero rivalutate le loro proprietà, incremento temporaneo o forse definitivo della popolazione dei paesi che si vanno sempre più spopolando.
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- Le foto di Macrì

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Migranti. Accettiamoli in Sardegna per loro e per la Sardegna

migranti in piazza Carmine   8 9 15ape-innovativa Le migrazioni in Sardegna: da problema a opportunità. In argomento ci sembra utile e interessante ripubblicare l’editoriale di Vanni Tola, che fornisce una chiara sintesi delle posizioni della nostra news. Tra l’altro, è riportata l’analisi e la proposta del prof. Giuseppe Pulina sulle problematiche delle migrazioni e delle opportunità fornite alla Sardegna per contrastare i fenomeni di spopolamento (allora del tutto inedita e giudicata da molti perfino provocatoria, non certo da noi che l’abbiamo sempre considerata ragionevole e percorribile). L’occasione per tornare sulla proposta e contribuire a rilanciare il dibattito è proprio la recentissima intervista al prof. Pulina (apparsa su L’Unione Sarda del 7 settembre), che riportiamo integrale in altra parte della nostra news. Pertinente anche l’intervista che il professore rilasciò ad Aladin il 15 marzo 2013, riproposta in questo stesso spazio. Ora si passi quanto prima dalle analisi alle decisioni operative. Ovviamente i primi interlocutori siano il Consiglio e la Giunta regionale. Noi facciamo la nostra piccola parte.
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La Sardegna senza Sardi?
Demografia e sviluppo nel prossimo futuro

sedia di Vannitoladi Vanni Tola (editoriale di Aladinews del 26 dicembre 2013)
“La Sardegna senza Sardi?”. Era questo il titolo di un convegno svoltosi a Sassari nei giorni scorsi. Un importante momento di discussione che ha stimolato ulteriori riflessioni nel merito di un problema poco esaminato: l’evoluzione demografica della Sardegna. Da decenni nell’isola si registra un incremento demografico negativo. In altri termini, il numero dei nuovi nati e degli immigrati è notevolmente inferiore a quello degli emigrati e dei deceduti. Gli studiosi di fenomeni demografici, elaborando dati reali (censimenti Istat in particolare), hanno indagato sul fenomeno e formulato delle previsioni prefigurando scenari futuri e realizzando ipotesi di evoluzione dell’andamento demografico fondate e attendibili. La considerazione che deriva dalla sintesi di tali elaborazioni è che la Sardegna rischia nei prossimi decenni un’implosione demografica. Una situazione che potrebbe essere caratterizzata da una consistente riduzione del numero dei sardi (alcuni parlano di 300-400 mila unità in meno, ed è l’ipotesi meno pessimistica), dalla scomparsa di centinaia di comuni minori, da un costante invecchiamento della popolazione attiva e da un insufficiente inserimento di intelligenze giovanili nel sistema Sardegna. Ipotesi preoccupanti, difficili da accettare perché pongono in discussione certezze consolidate. La millenaria civiltà isolana messa in crisi dal fenomeno delle “culle vuote”? Eppure è cosi. L’indice di natalità dell’isola è notevolmente inferiore, circa la metà, di quello che sarebbe necessario per mantenere costante la popolazione. L’indice dell’incremento demografico è negativo ormai da decenni in quasi tutta la Sardegna con l’unica eccezione di alcune limitate aree costiere (della Gallura, del Cagliaritano e del Sassarese). Centinaia di paesi potrebbero scomparire per mancanza di abitanti già dai prossimi decenni. La programmazione economica della Sardegna, i programmi di sviluppo, le strategie delle forze politiche impegnate nell’ennesima tornata elettorale, non possono più ignorare il problema, devono anzi considerarlo il punto di riferimento per qualunque nuova ipotesi riguardante lo sviluppo dell’isola. Alcuni esempi. Non ha più senso oggi, per la maggior parte delle amministrazioni comunali, predisporre piani urbanistici di sviluppo considerato che si va incontro a importanti decrementi della popolazione. Allo stesso modo occorre rivedere la progettazione e il ridimensionamento di una serie di servizi pubblici (in primo luogo sanità, edifici scolastici e altri) con riferimento alle previsioni di spopolamento delle aree amministrate. Naturalmente le previsioni demografiche sono appunto delle previsioni, non sono realizzate con la speranza che si concretizzino ma soprattutto per consentire la possibilità di intervenire in modo adeguato per governare le dinamiche in atto. Già alcuni studiosi propongono una lettura meno pessimistica degli scenari di decremento della popolazione, qualcuno formula perfino l’ipotesi che il decremento della popolazione possa perfino rappresentare una opportunità per determinare migliori condizioni di vita per i Sardi “residui”. Altri propongono di esaminare la possibilità di invertire le tendenze demografiche registrate e prevedibili per il futuro prossimo. Una proposta molto interessante e innovativa e che farà certamente discutere è quella avanzata dal prof. Pulina direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari. Partendo dalla considerazione che in Sardegna si registrano tassi di natalità che sono tra i più bassi al mondo e che i giovani continuano a emigrare, Pulina propone di attivare interventi concreti ed efficaci per invertire la tendenza ad un significativo spopolamento della Sardegna e delle zone interne in particolare. La principale attività dell’isola, l’agro-pastorizia, stante l’attuale andamento demografico tende a diventare nei prossimi decenni una attività praticata quasi esclusivamente da lavoratori anziani, e perfino a essere fortemente ridimensionata nel suo ruolo e nelle sue potenzialità economiche. La soluzione indicata è quella di programmare, per i prossimi dieci anni, l’accoglienza di quindicimila coppie di immigrati, un vero e proprio progetto di ripopolamento o se preferite di riantropizzazione di vaste aree dell’isola come è avvenuto in altre parti del mondo, per esempio in Argentina e Australia. Un progetto che non deve essere inteso esclusivamente in termini di trasferimento di forza lavoro bensì come progetto di inclusione di persone nella nostra realtà garantendo loro progetti di vita validi e accettabili a cominciare dal diritto di cittadinanza per i loro figli. La realizzabilità di tale progetto potrebbe essere favorita da finanziamenti europei già disponibili, ad esempio le risorse del programma Horizon 20.20 per le politiche di integrazione. Milioni di euro che potranno essere spesi dal 2014, se si avrà il coraggio, la capacità e la lungimiranza di predisporre adeguate programmazioni. La Sardegna potrebbe essere la prima realtà europea a realizzare un piano di questo tipo. L’isola si candiderebbe così a diventare un’area geografica di accoglienza e gestione programmata di flussi migratori che potrebbero, a loro volta, concorrere a rivitalizzare una società tendenzialmente minacciata di estinzione o comunque di un drastico ridimensionamento del proprio ruolo nel mondo. Ancora una volta la discussione, il confronto, lo studio di ipotesi di sviluppo valide e alternative alle logiche e alle scelte del passato ci pone drammaticamente di fronte alla necessità di compiere uno sforzo straordinario di elaborazione politica, di crescita culturale, di formulazione di strategie economiche alternative con le quali ci dovremo misurare. Saremo in grado di farlo?
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G-Pulina-intervistato-da-Aladinews-300x168- L’intervista del 15 marzo 2013 .
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Pulina-e-meigranti

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- Blog dedicato di Aladinews
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Gruppo Emergency Cagliari in Marcia delle donne e degli uomini scalzi Cagliari, venerdì 11 settembre

emergency cagliariCagliari aderisce alla Marcia delle donne e degli uomini scalzi dopo l’appello di alcuni giorni fa lanciato da parte di un gruppo di cittadini democratici :

albero emergency“In centinaia cammineremo scalzi fino al cuore della Mostra Internazionale di Arte Cinematografica.
Ma invitiamo tutti ad organizzarne in altre città d’Italia e d’Europa.
Per chiedere con forza i primi tre necessari cambiamenti delle politiche migratorie europee e globali:

1. Certezza di corridoi umanitari sicuri per vittime di guerre, catastrofi e dittature;

2. Accoglienza degna e rispettosa per tutti;

3. Chiusura e smantellamento di tutti i luoghi di concentrazione e detenzione dei migranti;

4. Creare un vero sistema unico di asilo in Europa superando il regolamento di Dublino.
Perché la storia appartenga alle donne e agli uomini scalzi e al nostro camminare insieme”.

Cagliari ha risposto con un documento comune elaborato da organizzazioni e gruppi aderenti alla marcia (di imminente pubblicazione).

Adesioni pervenute:
- segue -

Per farci un’idea al di là della propaganda. Guerra e profughi, il ruolo e l’indifferenza delle monarchie del Golfo

sedia di VannitolaIl quotidiano !Il Manifesto”, nella edizione on line propone un interessante articolo di Abdel Bari Atwan, opi­nio­ni­sta tra i più noti del mondo arabo, diret­tore di www.raialyoum.com . Una lettura particolare della vicenda dei migranti e del ruolo (non ruolo) delle ricche monarchie arabe che, a differenza dell’Europa, non hanno accolto profughi arabi. Non prenderei nessuna analisi per “oro colato”, circolano troppe “verità” da verificare, l’argomento è particolarmente complesso e richiede conoscenza di geopolitica che la maggior parte di noi non possiede. Comunque vale la pena leggerlo.
il_Manifesto_quotidiano_comunista
French President Francois Hollande poses for a family photo before the opening of the Gulf cooperation council summit in Riyadh, Saudi ArabiaGuerra e profughi, il ruolo e l’indifferenza delle monarchie del Golfo
Rifugiati siriani. Gli Stati Arabi, in particolar modo le petromonarchie, che hanno pagato miliardi di dollari per armare le opposizioni siriane, nella maggior parte dei casi non hanno accolto neanche uno dei rifugiati. Hanno chiuso le frontiere, voltando loro le spalle.

con gli occhiali del sardo-australiano Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413CARIBBEAN GARDENS
Piero Market MelbourneSi tratta di uno dei più grandi market all’aperto con giardini e lago, a Soresby, sobborgo di Melbourne.
Estensione di 300 acri, la parte mercato quasi interamente coperta da un immenso tetto, funziona dal 1965.
Ci si trova di tutto, degli alimentari agli utensili, dal vestiario all’informatica.
Nel lago, realizzato nel 1960 per testare battelli della Caribbean Boats, si tengono saltuariamente manifestazioni sportive. IL SERVIZIO FOTOGRAFICO.
Bomeluzo-Australia-5- Piero, il sardo-australiano.