Monthly Archives: agosto 2015

Un grido di umanità

Barconi ieri e oggidi ENZO BIANCHI

“Quando do da mangiare a un povero, tutti mi chiamano santo. Ma quando chiedo perché i poveri non hanno cibo, allora tutti mi chiamano comunista”. Queste parole di Helder Camara oggi suonano al contempo attualissime e superate: almeno in Italia, ormai sono pochissimi quelli che chiamano “santo” chi sfama i poveri – al massimo è un buonista – mentre, con il trionfo del pensiero unico neo-liberista, l’epiteto “comunista” è usato solo da alcuni ambienti della destra americana nei confronti di papa Francesco.

Eppure, con il fenomeno dell’immigrazione siamo di fronte a un paradosso simile: chi ha responsabilità di governo e chi dall’opposizione confida di averne a breve continua a parlare di “emergenza” per un fenomeno che ormai risale ad almeno una ventina d’anni – o abbiamo già dimenticato le navi stracolme di albanesi che approdavano in Puglia? – e a latitare in azioni politiche a medio e lungo termine, confidando che il tessuto sociale e le reti della solidarietà umana suppliscano alle loro carenze. La chiesa e molti cristiani – realtà ben più ampia sia della CEI che del Vaticano – sono da sempre in prima linea in questa carità attiva sul territorio e cercano di porsi di fronte all’umanità ferita senza chiedere passaporti né badare a identità etniche o culturali. Eppure quando si occupano dei poveri di cittadinanza italiana passano inosservati, come se la loro azione fosse dovuta e scontata, mentre quando si chinano su fratelli e sorelle in umanità di altri popoli e paesi, vengono sprezzantemente invitati a farsi carico dei disoccupati di “casa nostra”.

Purtroppo in Europa abbiamo perso il valore della fraternità, valore generato dal cristianesimo e conquistato anche a livello politico nella modernità. Siamo tutti fratelli perché tutti esseri umani e come tali portatori di diritti che, nella loro stessa definizione, sono quelli “dell’uomo”. Noi invece siamo giunti a considerarli tali solo per i “cittadini”, escludendone gli “stranieri” come se non ne fossero degni. Sì, quando la fraternità viene meno, cresce la paura dello straniero, dello sconosciuto, del diverso: una paura che va presa sul serio ma che non va alimentata per farne uno strumento di propaganda politica. Va invece razionalizzata, contenuta e placata con un’autentica governance dell’immigrazione, con un volontà fattiva di collaborazione con i paesi che si affacciano sul Mediterraneo, con una politica che sappia interagire con i paesi da cui hanno origine i flussi più intensi di emigrazione. Certo, non possiamo accogliere tutti, ma la solidarietà umana ci spinge a superare i limiti delle nostre comodità e ad accogliere l’altro per quello che siamo capaci, senza innalzare muri.

Questa “emergenza” non è tale: è un fenomeno che durerà a lungo ed è contenibile nei suoi effetti solo con uno sforzo di solidarietà. La sua portata, del resto, è tale che mette in crisi ogni tentativo di respingerlo con la forza. L’Europa sembra in piena confusione, non più sicura dei suoi valori umanistici, delle sue lotte secolari per il riconoscimento dei diritti di ogni essere umano, in qualsiasi situazione si trovi. Ritrovare questi principi decisivi non è questione solo cristiana, è innanzitutto umana e, proprio per questo, cristiana: l’accoglienza è una responsabilità umana perché l’altro è uguale a me in dignità e diritti.

Su queste tematiche a volte la chiesa suscita ostilità quando parla e agisce con la parresia dei profeti e di Gesù di Nazareth. Il Vangelo per molti sarà utopia irrealizzabile, ma non pone condizioni o limiti al comandamento di servire affamati, assetati, stranieri, carcerati, ignudi, ammalati… Parla invece di “farsi prossimo”, di andare incontro a chi è nel bisogno, fino al paradosso di “amare i nemici”. Queste esigenze radicali poste da Gesù possono dar fastidio a molti, ma chi professa di essere suo discepolo non può fare a meno di sentirle come appelli ineludibili rivolti proprio a se stesso. Il cristiano si saprà sempre inadeguato nel mettere in pratica queste parole, sovente dovrà riconoscere che il proprio comportamento quotidiano le contraddice, ma non potrà mai accettare che carità fraterna, solidarietà, accoglienza siano variabili da sottomettere alle necessità della realpolitik.

Così un cristiano, di fronte al dramma di milioni di esseri umani vittime della guerra, della fame, della violenza, della cecità anonima della finanza e del mercato, della “politica” di potere, proverà vergogna per non riuscire a far nulla nemmeno per quelle poche migliaia di disgraziati che giungono fino al suo paese, ma non potrà tacere e non gridare “vergogna” a chi chiude gli occhi di fronte al proprio fratello in umanità che soffre e muore, tanto più se chi si astiene dall’agire ha responsabilità, onori e oneri di governo.

Sì, come ha detto papa Francesco, “respingere gli immigrati è un atto di guerra!”. Questo non è un proclama politico: piaccia o meno, è un grido di umanità.

Pubblicato su: La Repubblica 13 agosto 2015

Enzo Bianchi Agenda del Priore Vangelo della domenica

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E a Cagliari? Che succede

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ricordando una cara persona, Serafino Canepa

imageSerafino Canepa: un combattente, sempre dalla parte degli oppressi e delle lotte di liberazione ovunque, nel quartiere come in ogni parte del mondo. Sembrerà strano non incontrarlo più in una delle mille manifestazioni di protesta. Lui, contrariamente a nostre diserzioni, era una presenza fissa. E, poi: uomo colto, amante della musica, dell’arte, dello sport come pratica popolare… Ci mancherai! Condoglianze alla famiglia e a tutte le comunità di sua apparrenenza o vicinanza. Ciao Serafino.
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Corre la triste notizia che Serafino Canepa ci ha lasciato: lui, il senso umano della vita.
UNU DOLORE SA MENTE AD’OCCUPADU/ UNU BOIDU APO INTRO SU SINU/ A SU MUNDHU EST MANCADU SERAFINU/ CHI SENSU UMANU A SA VIDA AT DADU/ ISSE ADA S EMPRE ISCUMBATADU/ CHI SI PODET BORTARE SU DESTINU/ IN BONU, CHIN SA FORTZA COMUNA/ SENZA MALE A PESSONE PERUNA. (Di Gavinu Dettori, su fb)

Giovedì 13 agosto 2015

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Mercoledì 12 agosto 2015

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con gli occhiali di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x15014131GROTOWSKI
L’11 agosto 1933 nasce a Rzeszow, in Polonia, Jerzy Grotowski., regista teatrale.
Teorico del teatro povero, diresse il Teatro delle 13 file (tante erano!).
Per Grotowski il teatro non può competere col cinema, quindi deve tornare ai suoi fondamentali: l’attore in carne ed ossa davanti al pubblico presente in sala.
Grotowski trascorre l’ultima parte della sua vita in Toscana e muore a Pontedera, provincia di Pisa, il 14 gennaio 1999.
Voglia o no seguire la sua teoria, è un fatto che chi fa teatro oggi non può farlo, se ci riesce, altrimenti che povero, considerata l’attenzione che per esso hanno il Governo italiano e la Regione Sarda.

placido approdo

Cri2 Uno scatto e un altro ancora” di Macrì Sanna.
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Martedì 11 agosto 2015

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Notte di stelle

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con gli occhiali di Piero..

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x15014131- Aladipensiero il 10 agosto.Buoncammino-chiesa fm

Oggi lunedì 10 agosto 2015, lunis 10 de austis 2015

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Vandana in Sardegna: un messaggio da ascoltare e attuare

imageLA SCIENZIATA E AMBIENTALISTA INDIANA VANDANA SHIVA IN SARDEGNA
di Federico Francioni*

Nei prossimi giorni, settimane, mesi, anni, potremo concretamente verificare se l’incontro con Vandana Shiva – avvenuto martedì 28 luglio presso il Nuraghe Losa di Abbasanta – potrà rappresentare per la Sardegna il momento e l’inizio di una svolta autentica sul piano socioculturale e politico. È davvero importante che sia così, che ognuno di noi si senta responsabilmente impegnato in questa direzione. L’iniziativa è stata promossa da Isde-Medici per l’ambiente ed in particolare dal medico radiologo Vincenzo Migaleddu, da anni in prima fila.
- segue -

con gli occhiali di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x15014131- Su Aladinpensiero un 9 di agostoimage

Oggi, domenica 9 agosto, dominigu 9 de austis 2015

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