Monthly Archives: giugno 2015
Per una nuova politica dell’accoglienza che persegua gli interessi della Sardegna insieme con quelli degli immigrati che ricercano il diritto alla vita. Contribuiamo al DIBATTITO in atto nell’intento di formulare/riprendere proposte anche immediatamente percorribili.
A questo scopo segnaliamo gli articoli apparsi su Aladinews, rubricati sotto la voce “spopolamento e accoglienza”, e, di seguito, ripubblichiamo un intervento di impostazione di Vanni Tola, che richiama la necessità di una nuova politica dell’accoglienza come possibile risposta ai problemi di spopolamento dei nostri paesi. Segue un’osservazione critica di Tonino Dessì, che ci invita ad approfondire il confronto. Anche l’editoriale di Antonietta Mazzette ci fa intravedere proposte di immediata operatività, sulle quali occorre far convergere ulteriori elaborazioni, e, soprattutto, l’impegno delle Istituzioni pubbliche, delle Associazioni e dei cittadini.
Una nuova operazione “Mare nostrum” per una differente politica dell’accoglienza
di Vanni Tola, Aladinews 11 settembre 2014.
E’ cronaca di questi giorni. Migranti provenienti da lontani paesi dell’Africa settentrionale, in fuga dalla guerra e dalla miseria, dopo aver attraversato a piedi il deserto e affidato le loro vite agli scafisti e al mare, talvolta trovano temporaneo rifugio in alcuni paesi della nostra isola. Accade però che dopo alcuni giorni di permanenza in questi improvvisati centri di accoglienza, gli ospiti stranieri lasciano spontaneamente i loro nuovi rifugi per cercare fortuna altrove. Cosa c’è che non va nei nostri paesi, a Sadali, a Ottana, a Valledoria, a Lu Bagnu, in riva al mare della Costa Paradiso? La risposta è drammaticamente semplice. Questi luoghi di accoglienza, spesso isolati rispetto ai grandi centri abitati, mal collegati dai trasporti pubblici, non offrono che un alloggio con relativi servizi, piccoli aiuti materiali, un po’ di solidarietà della gente del posto ma anche l’assoluta certezza che difficilmente l’immigrato potrà intravvedere in tali località la possibilità di un reale inserimento sociale, di una valida prospettiva di vita, la possibilità di “mettere radici”. Meglio scappare lontano verso le grandi città. Un’altra considerazione. Più volte ci siamo occupati dell’andamento dei principali indicatori demografici dell’Isola. Dati drammatici, paesi destinati a scomparire nei prossimi decenni per mancanza di abitanti. Comparti produttivi fondamentali per la Sardegna, quale l’agro – pastorizia destinate a non avere un futuro per l’invecchiamento degli attuali addetti al settore e la mancanza di nuova forza lavoro da impiegare a causa del notevole decremento delle nascite. C’è un nesso tra l’arrivo di migranti nell’isola e la condizione di cronico spopolamento della nostra regione? Certamente sì. - segue –
con la lampada di aladin… sull’immigrazione
- Migranti, la grande mistificazione. Ignazio Masulli su Il Manifesto del 12.06.2015
Da settimane si agita lo spettro delle persone sbarcate in Italia per cercare rifugio nel nostro o negli altri paesi europei. In realtà, il loro numero dall’inizio dell’anno al 7 giugno è di 52.671. Quindi, poco più dei 47.708 registrati nello stesso periodo dell’anno scorso. Sulla base di questo trend è calcolabile un numero di 190.000 a fine anno (200.000 secondo altri). Come si giustificano, allora, le posizioni estreme e i toni, talora quasi paranoici, raggiunti nel dibattito su questo fenomeno in Italia e in Europa? Davvero si vuol far credere che l’arrivo di alcune centinaia di migliaia di persone costituisca una minaccia per gli equilibri economici e sociali di un gruppo di paesi tra i più ricchi del mondo?
In realtà, stiamo assistendo a una grossolana mistificazione. - segue -
con gli occhiali di Piero…
CARLO CATTANEO
Nasce a Milano il 15 giugno 1801, Carlo Cattaneo, il teorico da cui si parte per occuparsi seriamente di federalismo (chi ancora volesse farlo…).
Lombardo e federalista, non ha però nulla a che vedere con certa gente che sul federalismo ha inzuppato pane e panettone, in amicizia con Roma Ladrona.
Laureato in leggi a Pavia nel 1824, è in prima fila nelle Cinque giornate di Milano del 1848 quale Presidente del Consiglio di Guerra.
Dopo quell’esperienza sarà contrario al Piemonte e al loro “aiuto”, considerando i Savoia assai poco democratici. Trova rifugio in Svizzera, dove fonda il Liceo di Lugano. Nonostante venga eletto più volte al Parlamento italiano, non si presenta per non dover giurare fedeltà ai Savoia.
Federalista integrale, teorizza, sia per l’Italia che per l’Europa, un’organizzazione di Stati federati, come il modello svizzero, con pari poteri e dignità.
Muore a Lugano il 6 febbraio 1869.
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NUMERI
A Quartu, oltre 70mila abitanti, il sindaco eletto ha avuto 10.017 voti.
A Porto Torres, 22mila abitanti, il sindaco eletto ha avuto oltre 8mila voti.
C’è da riflettere o no? e quando lo si vuol fare?
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SERGIO ENDRIGO. Nasce a Pola il 15 giugno 1933. Nel 1962 scrive “Io che amo solo te”, una delle più belle canzoni di sempre, e pubblica il primo disco con versi di Pier Paolo Pasolini. Altre sue canzoni memorabili: Vecchia balera, Viva Maddalena, Se le cose stanno così, Te lo leggo negli occhi, Mani bucate, Teresa, Adesso sì, Canzone per te (vince Sanremo nel ’68), Perchè non dormi fratello?, Lontano dagli occhi, e la canzone per bambini Ci vuole un fiore, versi di Rodari.
Endrigo è morto a Roma il 7 settembre 2005.
con la lampada di aladin… sulle elezioni
COMMENTI POST ELETTORALI
- Sardegna, quali indicazioni dal voto? A.P. su Democraziaoggi. – Un segnale forte a Pigliaru e a un Pd fin troppo assente. Antony Muroni su L’Unione Sarda (da fb).- Non ci sarebbe da ridere, ma… Tonino Dessì sulla sua pagina fb.
Oggi lunedì, lunis, 15 giugno, lampadas 2015
Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: La Scuola Popolare dei lavoratori di Is Mirrionis. ITI (Interventi Territoriali Integrati) a Is Mirrionis.
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con la lampada di aladin… su Cagliari (le politiche e le elezioni 2016 e dintorni). DIBATTENDO
Pd e Riformatori alleati: oggi a Quartu e fra un anno a Cagliari? Il centrodestra intanto pensa al gran ritorno di…
di Vito Biolchini, su vitobiolchini.it, 13/06/2015
Scusate, ma a voi sembra normale che a Quartu Sant’Elena, settantamila abitanti e terza città della Sardegna, il candidato sindaco del Pd Stefano Delunas, sostenuto da quello che una volta si chiamava “il centrosinistra”, a pochi giorni dal ballottaggio faccia un accordo con il partito dei Riformatori, oppositore della giunta regionale guidata da Francesco Pigliaru, da sempre organico al centrodestra e contemporaneamente alleato di Forza Italia contro il Pd e il centrosinistra nel ballottaggio previsto a Sestu, un altro grosso centro dell’area metropolitana cagliaritana, ad appena dieci km dalla stessa Quartu? Cosa sta succedendo?
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La trasparenza dei processi di accoglienza e il dialogo con le popolazioni sono un antidoto al razzismo
La vicenda degli immigrati che per la prima volta, in modo significativo, sembra riguardare anche la Sardegna, può essere l’occasione per noi di sperimentare un modello diverso di accoglienza e integrazione. Le esperienze negative che si sono diffuse altrove possono essere un monito per i nostri governanti. A tale proposito, mi permetto di sottoporre alla riflessione i seguenti elementi.
Il primo è di tipo conoscitivo. Considerato che il numero di persone, seppure destinato a crescere, è abbastanza modesto (si aggirerebbe intorno alle 2-3 mila unità), sarebbe opportuno conoscere le vite di ognuna di queste persone. E, giacché, dalle parole del questore di Cagliari, emergerebbe il fatto che non si tratterebbe di una fase di provvisoria sosta, bensì della “meta definitiva”, sarebbe utile capire da quale sistema (seppure dissestato) sociale, culturale e di regole questi immigrati provengano.
Il secondo riguarda la necessità, fin da subito, di creare un canale comunicativo tra le nuove popolazioni e quelle locali. Per far ciò, è preliminare insegnare a questi stranieri la nostra lingua, non solo perché gli addetti ai lavori (forze dell’ordine, volontari, intermediari culturali e amministratori) siano messi in condizione di lavorare meglio, quanto, soprattutto, per consentire agli stranieri di conoscerci. I luoghi più idonei di insegnamento sono le scuole che, nella fase estiva, possono rimanere aperte a questa esigenza.
Il terzo elemento, conseguentemente, ha a che fare con il dare ai nuovi arrivati gli strumenti per capire in quale contesto sociale essi si trovino e quale sistema di regole debbano rispettare, non ultimo perché, al pari di ogni altro cittadino, anche per loro il rispetto dei diritti dovrebbe andare di pari passo con quello dei doveri.
Il quarto è far sì che il processo di integrazione non appaia ai sardi come un’usurpazione delle risorse, di per sé scarse. Ciò è tanto più necessario quanto più è elevato il livello di sofferenza dei sardi in termini di disoccupazione e povertà. Perché ciò non accada, è necessario coinvolgere più attori sociali e istituzionali (comprese l’università e la scuola) ed anche rendere noti e trasparenti tutti i passaggi, in particolare quelli riguardanti il concreto uso dei finanziamenti (a chi vanno, come vengono spesi, chi ne beneficerà anche in termini lavorativi). Le variegate forme di razzismo e intolleranza che si stanno diffondendo nel resto d’Italia, a partire dal Nord, sono anche il frutto di una cattiva gestione e di politiche che troppo spesso si alimentano di lacerazioni e contrapposizioni sociali, ma anche di poca trasparenza.
Il quinto elemento riguarda il bisogno di evitare forme di segregazione e ghettizzazione. Non solo perché ciò creerebbe disagi oltre che per gli stranieri, anche per le popolazioni locali, inducendo il cosiddetto effetto NIMBY (non nel mio giardino), ma anche perché l’accoglienza si tradurrebbe prevalentemente in una questione di controllo dell’ordine pubblico piuttosto che di controllo sociale. Mi rendo conto che c’è una prima fase di emergenza in cui gli stranieri devono essere accentrati, controllati (anche per motivi di salute pubblica), e così via. Ma la fase successiva la dovrebbero gestire direttamente i singoli territori e le amministrazioni comunali, naturalmente sotto la regia complessiva del governo regionale.
La vicenda degli arrivi di bambini, uomini e donne che fuggono dagli orrori della guerra e dalla fame è un fenomeno complicato ma che può essere governato con intelligenza, umanità e senza sprechi. I diffusi fatti corruttivi che hanno accompagnato anche questo fenomeno e di cui continuano ad arrivare mediaticamente gli echi, dovrebbero sollecitare la nostra attenzione ed allerta, a partire da quella degli amministratori.
La trasparenza dei processi di accoglienza e il continuo dialogo con le popolazioni locali costituiscono un antidoto certo. Inoltre, per i tanti giovani laureati e no, potrebbe costituire un’occasione (anche lavorativa) per mettersi in gioco, così come può esserlo per tutti quegli adulti che potrebbero prestare la loro opera volontaria: penso ai tanti insegnanti ora in pensione. Ciò che appare evidente è che le istituzioni regionali non devono essere lasciate sole in un momento così difficile.
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By sardegnasoprattutto/ 14 giugno 2015/ Città & Campagna/
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- Spopolamento e accoglienza su Aladinews-aladin.aladinpensiero.
- Nel riquadro “Siamo tutti clandestini”, particolare murales di Orgosolo (fto aladin 13 giugno 2015).
Non crediamo vi sia sufficiente diffusa consapevolezza della questione “spopolamento e desertificazione” di grandi parti della Sardegna. Eppure gli studi degli esperti ne segnalano la gravità e le conseguenze disastrose proiettando i dati sui prossimi (non lontani) anni. Nella convegnistica e nei singoli interventi di intellettuali e politici (pochi) sono state avanzate proposte di intervento, assai differenziate, ma comunque serie e meritevoli di discussione e, una volta trovate quelle migliori, di traduzione operativa. Siamo convinti che tra le risposte debba esserci una diversa “politica di accoglienza e integrazione”, soprattutto dei migranti del nord Africa, che non deve essere connotata come “buonista”, ma inserita in un robusto programma economico, che riguardi soprattutto l’agricoltura (in senso lato, quindi anche pastorizia, allevamento, etc). E’ una problematica complessa e delicata, tuttavia particolarmente urgente da affrontare. Una proposta che ci convince è che il Consiglio regionale affronti di petto la questione, anche attraverso un’apposita legge regionale che istituisca una commissione di indagine su detta problematica, fissando finalità, modalità e tempi precisi di svolgimento (tre mesi prorogabili a sei, per es.). Si dovrebbe cominciare, come d’obbligo, con una rilevazione dello “stato dell’arte”, già ricco di studi e proposte, per poi arrivare a concretizzare linee di intervento, sostenibili, condivise dalla maggioranza delle parti sociali e dalle istituzioni territoriali e, ovviamente, finanziabili, anche con l’utilizzo dei fondi europei (diretti e indiretti) della programmazione 2014-2020. Una legge regionale, così come proposta, costringerebbe il Consiglio a un forte coinvolgimento, come è indispensabile sia, ma la cosa più importante è che la maggioranza dei sardi venga attivamente coinvolta. (da Aladinews del 7/2/2015 https://www.aladinpensiero.it/?p=37738)
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- I Comuni attaccano la Finanziaria: “Manca un piano anti-spopolamento”
di Alessandra Carta, su SardiniaPost 19 febbraio 2015
- DOCUMENTAZIONE. La problematica dello spopolamento su Aladinews.
L’ITALIA AL TEMPO DELLA PESTE – Grandi Opere, Grandi Basi, Grandi crimini
Mercoledì 17 giugno a Cagliari verrà presentato il nuovo film inchiesta di Fulvio Grimaldi dal titolo “L’ITALIA AL TEMPO DELLA PESTE – Grandi Opere, Grandi Basi, Grandi crimini”.
L’iniziativa vedrà l’autore presente in loco http://it.wikipedia.org/wiki/Fulvio_Grimaldi – La pagina fb dell’evento.
Sassari Contro omofobia e razzismo
Sassari: manifestazione contro l’omofobia e il razzismo. Che dire? Le immagini parlano da sole. Nonostante fosse sabato sera di una calda giornata di Giugno si è registrata una grande partecipazione. Tanta musica, colore, molti giovani e giovanissimi presenti nel corteo, tantissime donne, solidarietà dei tanti che hanno osservato la manifestazione sui marciapiedi e dai balconi. Una forte denuncia contro l’omofobia e il razzismo in un momento nel quale c’è necessità di gridare forte.
- Il servizio fotografico di Vanni Tola su youtube:https://youtu.be/q9-p7vRks4I
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- Il servizio fotografico di Vanni Tola su fb.
con gli occhiali di Piero…
ELISEO SPIGA
Nasce ad Aosta, da genitori sardi, il 14 giugno 1930.
Infanzia e adolescenza a Quartucciu, fin da giovane si impegna politicamente e sindacalmente. Acquista maggiore notorietà come Giuliano Cabitza, pseudonimo con cui firma il volumetto “Sardegna, rivolta contro la colonizzazione”(la mia prima occasione di conoscerlo). L’ho conosciuto poi personalmente (appresi allora la sua vera identità) nel 1971, quando a Nuoro organizzò con Antonello Satta (Circolo Città-Campagna) un convegno sull’emigrazione e sulle mancate risposte della Regione al mondo degli emigrati. Le sue coordinate politiche furono sardismo, nella versione di Emilio Lussu, e comunismo (era stato militante del PCI fino al 1968).
Se ne staccò e fece una sintesi sua personale in un’ idea di comunitarismo che formulò nel “Manifesto della gioventù eretica e del comunitarismo”, firmato con Ciccitu Masala e Placido Cherchi (un trio di giovanotti terribili davvero!).
Sostenitore della lingua sarda e della necessità del suo insegnamento nelle scuole,
Eliseo fu anche fondatore e primo segretario della CSS (Confederazione sindacale sarda) sindacato etnico sardo. Nella direzione del sindacato gli sono succeduti Francesco Casula e attualmente Giacomo Meloni.
Tra i suoi scritti, oltre a quelli giornalistici su “Nazione Sarda” e su “Tempus de Sardinnia”, di grande importanza il suo romanzo “Capezzoli di pietra”, immagine dei nuraghi e della vita nuragica: “Se c’è una cosa che mai accetteremo, è proprio il mercato, perchè non abbiamo nessuna voglia di sottomettere la nostra economia alla sua malvagità”:
Eliseo è morto il 19 novembre 2009 nell’ospedale di Cagliari.
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POETESSE SCONOSCIUTE
NESSUNA ROSA
Sta nascosta in luogo terreo su sua stella
freme e sprofonda la povera ancella
ch’al sol vederla porta in sè sua
cantata dolcezza, smarrita in men che sia.
Si potrìa scambiare per fragile creatura,
stia attento colui ch’ in tal pensiero dura:
nessuna rosa si è mai privata di sua spina.
E certo l’aria corre e trema
e il cuor di fatto udendo appena
non chiede nulla e rasserena
l’estroso sguardo di chi è stato solo
angosciato a pena.
(Jenny A. Cara)
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- Il 14 giugno di due anni fa su Aladinpensiero.
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Verso un golpe economico mondiale?
A leggere il giornale spagnolo Público si è colpiti da inquietudine. Riferisce di essere a conoscenza, tramite Wikileaks, di un negoziato segreto fra 50 paesi per realizzare un accordo commerciale mondiale, al di sopra di regolamenti e normative dei singoli Stati, ad esclusivo beneficio delle società multinazionali.
Se perplessità e opposizioni desta il Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti (Transatlantic Trade and Investment Partnership, TTIP), viste le richieste di aumentarne la trasparenza, di coinvolgere tutti i portatori di interesse, di inserire clausole vincolanti sul rispetto dei diritti umani, oltre a clausole di salvaguardia per la loro tutela, il realizzando TiSA (Trade in Services Agreement) costituirebbe un accordo ancora più antidemocratico di interscambi di servizi tra 50 paesi, che condiziona il 68,2% del commercio mondiale dei servizi. Anzi, sostiene Público, il TTIP è una sorta di cortina di fumo per celare la vera alleanza neoliberista planetaria costituita dal TiSA.
Riguarda le telecomunicazioni, il commercio elettronico, i servizi finanziari, assicurativi, di trasporto, postali, movimenti di persone fisiche, regolamenti nazionali interni, etc. I suoi contenuti sono ancora più segreti di quelli dell’accordo Trans-Pacific Partnership (TPPA) tra Washington e i suoi partner asiatici. Si andrebbe verso la creazione di una rete complessa di norme e di regole pensate per eludere i regolamenti dei singoli stati e aggirare i controlli parlamentari sul mercato globale.
I governi coinvolti nel negoziato segreto del TiSA sarebbero: Australia, Canada, Cile, Colombia, Corea del Sud, Costa Rica, Stati Uniti, Hong Kong, Islanda, Israele, Giappone, Liechtenstein, Messico, Nuova Zelanda, Norvegia, Pakistan, Panama, Paraguay, Perú, Svizzera, Taiwan, Turchia e la Commissione Europea, in rappresentanza dei 28 paesi membri della UE, pur essendo un organismo non eletto a suffragio universale. Tre di questi paesi (Svizzera, Taiwan e Panama) sono, fra l’altro, “paradisi fiscali”.
Inquieta l’intenzione di mantenere il trattato segreto per anni, così da impedire ai governi che lo applicano di rendere conto ai loro parlamenti e ai cittadini, in violazione della Convenzione di Vienna sulla Legge dei Trattati, che richiede lavori preparatori e confronti propedeutici fra esperti e accademici, Agenzie non governative, partiti politici e altri attori. E’ fondato il sospetto che si vogliano rimuovere gli ostacoli alla liberalizzazione mondiale dei servizi finanziari e le restrizioni sui prodotti come i derivati o CDS (credit default swap). Gli stessi che hanno generato la bolla del mercato azionario globale nel 2007-2008, che ha distrutto le basi economiche delle potenze occidentali. Col conseguente salvataggio delle banche coinvolte attraverso l’immissione di centinaia di miliardi di fondi pubblici.
Vi è un aspetto preoccupante, sostiene Público. Chi partecipa al negoziato non solo lo fa in segreto, ma pretende che gli accordi raggiunti lo restino, negando agli organi della sovranità popolare persino la conoscenza delle regole che applicano i governi nelle loro relazioni internazionali. Ciò al fine di soddisfare le esigenze dell’industria finanziaria di Wall Street e della City londinense, oltre quelle delle corporazioni multinazionali.
Il settimanale italiano L’Espresso, insieme a Publico, a The Age (Australia), Süddeutsche Zeitung(Germania), Kathimerini (Grecia), Kjarninn (Islanda), La Jornada (Messico), Punto24 (Turchia), OWINFS (Stati Uniti) e Brecha (Uruguay), in associazione con Wikileaks stanno sul “pezzo” del negoziato TiSA. Sarà per la loro capacità di informazione se il TiSA non avrà la forza di obbligare i governi firmatari a sostenere e ad ampliare la deregolamentazione finanziaria, ad accettare la circolazione di derivati tossici in virtù di accordi segreti. Sarà grazie alla mobilitazione dei cittadini se i loro rappresentanti istituzionali impediranno ciò che si preannuncia come un golpe economico mondiale.
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By sardegnasoprattutto / giugno 2015/ Società & Politica/
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- Per correlazione TTIP su Aladinews
Oggi domenica 14 giugno, dominigu 14 de lampadas 2015
Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: La Scuola Popolare dei lavoratori di Is Mirrionis. ITI (Interventi Territoriali Integrati) a Is Mirrionis.
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CONTRO OMOFOBIA e RAZZISMO
Manifestazione con corteo e spettacoli musicali a Sassari – Appuntamento oggi sabato 13 Giugno alle ore 17 in piazza Caduti del lavoro.
di Vanni Tola
Preceduta da una tavola rotonda sull’omofobia organizzata dal MOS (Movimento Omosessuale Sardo), si svolgerà oggi a Sassari una manifestazione contro omofobia e razzismo che inizierà con un corteo nelle strade del centro cittadino e terminerà in piazza Tola con uno spettacolo musicale e rappresentazioni teatrali fino a notte inoltrata. Mai come in questo momento appare opportuno mobilitare le coscienze contro discriminazioni e comportamenti omofobi e razzistici contro ciò che ancora appare “diverso”, sconosciuto e quindi da temere e isolare. Come in altre occasioni ci si attende una grande mobilitazione della città di Sassari anche come risposta e diversi episodi di intolleranza e violenza che si sono manifestati nel recente passato. Il corteo partirà dalla piazza Caduti del lavoro (vicino alla casa dello studente) e percorrerà via Amendola, viale Italia, Emiciclo Garibaldi, via Cagliari, piazza Castello, piazza Azuni, piazza Tola. Lo spettacolo finale, al quale prenderanno parte, in forma gratuita numerosi gruppi musicali. Animeranno la serata anche gli spettacoli di Ramon Cacetada e della sua scuola di Capoerira, gli allievi del Centro Danza Simona Cillo, la compagnia Theatre an Vol e altri.
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con gli occhiali di Piero…
FERNANDO PESSOA
“La mia patria è la lingua portoghese”.
Il 13 giugno 1888 nasce a Lisbona Fernando Antonio Nogueira Pessoa, destinato a diventare uno dei più grandi scrittori del secolo scorso.
Benchè la maggior parte della sua opera, fermata con tanti nomi differenti, sia in lingua portoghese, Pessoa parlava e persino pensava in inglese, avendo trascorso la giovinezza a Durban, in seguito alla prematura morte del padre (43 anni) e al secondo matrimonio della madre col console del Portogallo in Sudafrica.
La sua breve vita è dedicata alla scrittura:
“Ho il dovere di chiudermi in casa nel mio spirito
e lavorare quanto posso e in ciò che posso
per il progresso della civiltà e l’allargamento
della coscienza dell’umanità”.
Si mantiene con una piccola eredità della nonna e un modesto lavoro di traduzione di lettere commerciali.
Alcolizzato, muore a 47 anni di cirrosi epatica, a Lisbona, il 30 novembre 1935.
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Per una politica di accoglienza
Sabato 13 giugno
ore 16:30 – 19:30
HOSTEL MARINA, SCALETTE S. SEPOLCRO 3, CAGLIARI
Da quando esiste, l’uomo si è sempre spostato, ha migrato, viaggiato in capo al mondo alla ricerca di felicità, realizzazione. O semplicemente di un posto con migliori condizioni dove poter vivere. Le migrazioni hanno sempre portato con se criticità ed opportunità di crescita, basti pensare agli Stati Uniti, terra di enormi possibilità che è nata e cresciuta grazie alle comunità di persone provenienti prima dall’Europa e poi da tutto il mondo. – segue –