Monthly Archives: maggio 2015

Nella Sardegna del XXI secolo si può ancora uccidere per futili motivi?

gianluca monni
di Antonietta Mazzette

Nella Sardegna del XXI secolo si può ancora uccidere probabilmente per futili motivi? A Orune sì. Cambiano i luoghi – non un ovile ma una fermata dell’autobus -, ma non cambiano le dinamiche e neppure i profili sociali degli autori del delitto: criminali (e balordi) dal volto coperto e armati di fucile. E così Gianluca Monni, un ragazzo di appena diciannove anni con in tasca mille sogni che non potrà più realizzare, viene ammazzato, chissà, magari perché si era opposto per l’appunto a qualche atto di prepotenza.

Come abbiamo avuto modo di rilevare come Osservatorio sulla criminalità, il ricorso all’omicidio in Sardegna continua ad essere elevato; nonostante l’Isola sia stata attraversata da un insieme di mutamenti sociali ed economici, così come è accaduto nel resto d’Italia e in Europa, che hanno influito sulla diminuzione della violenza come risposta alle controversie e ai conflitti. Ma l’omicidio si inserisce troppo spesso in un contesto culturale di violenza che persiste, e questo contesto è da considerare, oltre che “fatto criminale”, “fatto sociologico”. Fatto che si accompagna ad un altro fenomeno sociale: la diffusione delle armi da fuoco che, non mi stancherò di ripetere, in alcune parti della Sardegna è ancora troppo poco considerata un disvalore.

Ogni omicidio è una storia a sé, ma nell’area che noi abbiamo definito “a rischio” e che comprende il comune di Orune, gli omicidi non prescindono dai luoghi in cui avvengono e dalla loro storia, per cui l’annientamento fisico di una persona rientra tra quei modi primordiali (ma residuali) di soluzione dei conflitti, in assenza di altri meccanismi di conciliazione e di mediazione.

La persistenza del ricorso alla violenza estrema qual è un omicidio, qualunque sia il motivo addotto, rinvierebbe perciò ad una continuità rispetto al passato (la cosiddetta vendetta barbaricina), ma la maggior parte degli omicidi avviene o per ragioni futili oppure per interesse economico. In tutti i casi, ciò riguarda una minoranza di persone che non è in grado o non ritiene di poter ricorrere a strumenti di conciliazione che si basano sulla ragione e sul dialogo.

Questa violenza va sconfitta, anche perché costituisce il presupposto di molti altri crimini che sono stati “aggiornati” negli strumenti e nelle finalità. Che cosa fare dunque? Anzitutto si dovrebbe sostenere la famiglia della vittima, ma anche la comunità che comunque ha subito l’omicidio. In secondo luogo, la comunità si dovrebbe fare parte attiva per individuare i colpevoli. Ovvero nessuno spazio all’omertà. Solo così si possono creare quegli anticorpi alla violenza. Gli strumenti della conoscenza e della trasparenza possono isolare e neutralizzare la violenza di cui qualcuno pensa di essere il portatore.

Le indagini sono in corso e non è mio compito fare ipotesi, ma anche Orune è un comune di piccole dimensioni, dove si possono facilmente individuare singoli e gruppi (per lo più giovani maschi), la cui unica (in)attività sembra essere quella di sostare davanti a qualche locale, magari infastidendo qualche passante con atti e parole (che se rivolte a una donna possono essere triviali). Al di là del paese ora coinvolto, in questi piccoli insediamenti vi sono intere generazioni di giovani che vivono ai margini della società per motivazioni individuali e non per ragioni economiche; essi quasi sempre vivono in famiglia, non lavorano e non studiano.

Di queste generazioni dobbiamo farci carico e, perciò, è necessario elaborare un piano straordinario di politiche volte a costruire progetti di lungo periodo e vite sociali che abbiano un senso e un’utilità collettiva oltre che individuale. Per far ciò, non si possono lasciare “sole” le amministrazioni comunali e non le si può privare dei presidi dello Stato: dalla scuola alla caserma.

La Sardegna ha bisogno che nessun giovane sprechi la sua e altrui vita e quindi oggi più di ieri serve che una molteplicità di attori (pubblici e privati) entri in gioco, insieme a ricerche mirate che consentano di comprendere le subculture materiali di cui sono impregnati questi giovani; servono inoltre sportelli di orientamento e sostegno con figure professionali, quali quelli di coaching, distribuiti nel territorio.
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Nella Sardegna del XXI secolo si può ancora uccidere per futili motivi?
By sardegnasoprattutto /11 maggio 2015/ Società & Politica/
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- Informazioni e approfondimenti su La Nuova Sardegna.
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- Su Aladinews: Dolore e lutto.
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AGGIORNAMENTI
- Articolo di Vito Biolchini su vitobiolchiniblog (12/5/2015)
- Articolo di Giacomo Mameli su La Nuova Sardegna. - segue -

giornalisti sardi

Birocchi Francescoodg sardegnaSabato 9 maggio si sono tenute le elezioni per il rinnovo del consiglio dell’Ordine dei giornalisti della Sardegna. Tutti i nove consiglieri sono stati eletti al primo turno. Sono i professionisti Francesco Birocchi (135 voti), Luigi Almiento (134 voti), Paolo Mastino (127 voti), Luca Fiori (118 voti), Vannalisa Manca (117 voti), Celestino Moro (110 voti). Per i revisori dei conti hanno ottenuto voti: Giorgio Greco (135 voti), Francesco Olivieri (130 voti). Per i pubblicisti, Gian Mario Sias (85 voti), Mario Girau (63 voti), Priamo Tolu (56 voti). Come revisore dei pubblicisti: Franco Fiori (70 voti).
Il 18 maggio si riunirà il Consiglio per eleggere il Presidente, il Vice Presidente, il Segretario e il Tesoriere. Nella foto: Francesco Birocchi

Sarpedonte

[L'illustrazione è da ricercare in rete] Il Cratere di Sarpedonte, principe della Licia. Questo stupendo cratere Greco di età classica, opera di Euphronios, fu trafugato dalla necropoli etrusca di Cerveteri e, attraverso vari passaggi, giunse al Metropolitan di N.Y. (Fortunatamente e con molta pazienza siamo riusciti a riaverlo). L’episodio dipinto è quello della morte dell’eroe Sarpedonte, alleato dei troiani e ucciso da Patroclo: il suo corpo è trasportato da geni alati guidati da Hermes Psicagogo. (licialisei)

Il successo della manifestazione Monumenti aperti a Is Mirrionis rilancia la vertenza per il ricupero dell’ex centro sociale

foto Diteric is mirr 10 mag 15La meglio gioventù della scuola popolare… Domenica nell’ambito di “Monumenti aperti 2015″
monuaperri scuolpopoNegli anni Settanta funzionò a Is Mirrionis la “Scuola Popolare dei Lavoratori di Is Mirrionis”, che ha consentito a centinaia di lavoratori del quartiere e del resto della città di acquisire una seria preparazione culturale, conseguendo – in alcuni casi – il titolo di licenza elementare e – nel maggior numero dei casi – di media inferiore.Tale circostanza ha consentito a molti lavoratori migliori prospettive di lavoro e, spesso, il proseguimento di ulteriori percorsi formativi.
Questa esperienza, condotta da un gruppo di universitari e laureati, che si poneva nella scia degli insegnamenti di don Lorenzo Milani, pensatore cattolico e animatore della Scuola Popolare di Barbiana, ha costituito un grande esempio di solidarietà sociale e di pratica di riscatto culturale dei ceti popolari che oggi sembra importante ricordare, valorizzare, riproporre nei suoi elementi fondanti di solidarietà e impegno sociale e culturale.
Attualmente lo stabile in cui si svolse l’attività della Scuola Popolare e in prosieguo quella del Comitato di quartiere e del Circolo culturale versa in stato di grande degrado, che è importante superare per restituire la struttura al suo utilizzo più congeniale, al servizio del quartiere e della città.
La descrizione dei luoghi e delle citate esperienze che vi si sono svolte sarà oggetto dell’apposita visita e passeggiata che viene proposta nell’ambito della manifestazione “Monumenti aperti” che si terrà domenica 10 maggio 2015. Ecco una breve descrizione dell’esperienza centrata sugli aspetti motivazionali dei suoi promotori.
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lezione alla scuola popolare 1971
La Scuola Popolare dei Lavoratori di Is Mirrionis
di Franco Meloni
Perchè a vent’anni è tutto ancora intero, perchè a vent’anni è tutto chi lo sa, a vent’anni si è stupidi davvero, quante balle si ha in testa a quell’età…
- Francesco Guccini – “Eskimo”, Amerigo, 1978.

Così scriveva nel 1978 Francesco Guccini nella sua canzone Eskimo, pensando a quando aveva vent’anni. A nostro parere un po’ a ragione un po’ a torto. Perchè noi che nel 1971 iniziammo l’esperienza della Scuola popolare di Is Mirrionis, avevamo ciascuno 20 anni – chi più, chi meno – e quantunque idealisti e sognatori e, a volte, abbastanza ingenui, non eravamo affatto stupidi. Ci facemmo carico dei problemi della gente specie di quella meno abbiente, delle masse popolari, come si diceva allora. Lo facemmo per quanto eravamo capaci di fare e solo con le nostre risorse: denari pochi, i nostri; nessuna altra risorsa a disposizione come locali e attrezzature. Dotati invece della consapevolezza di avere sufficiente intelligenza, buona preparazione culturale e adeguate competenze scolastiche, buona volontà, tanta passione e entusiasmo… da mettere in campo per contribuire a risolvere qualche problema della gente, nel nostro caso la carenza di preparazione culturale e del titolo di studio di scuola media inferiore dei lavoratori dei quartieri popolari. Le risorse materiali ce le saremo procurate nel tempo, come infatti avvenne. Noi, i promotori, in prevalenza studenti universitari, con qualche laureato, volevamo semplicemente “cambiare il mondo” muovendoci concretamente nel nostro piccolo, che però ci sembrava “grande”. Facendo cose modeste, alla nostra portata, avevamo comunque la certezza di farle come parte attiva di un movimento complessivo di dimensioni planetarie: quello della lotta dei popoli per liberarsi dallo sfruttamento e dall’oppressione capitalistica. I nostri riferimenti erano molteplici e ci sembravano privi di contraddizioni: le lotte studentesche del 68 e oltre, le lotte operaie dal ’69 in poi, la guerra di liberazione del Vietnam… ma anche l’insegnamento di don Lorenzo Milani, priore di Barbiana e le esperienze dei “cristiani per il socialismo”. Pur collocandoci in un ambito progressista con simpatie per tutti i movimenti rivoluzionari di sinistra, la nostra esperienza si caratterizzava per una convivenza pacifica anche se fortemente dialettica tra le diverse anime della sinistra, sia extraparlamentare (che raccoglieva il più alto numero di consensi) sia parlamentare. Fuori dalla Scuola popolare lo scontro dialettico era forte e spesso paralizzante, dentro la Scuola ci univa il lavoro concreto e la pratica della partecipazione democratica.

Il nostro pregio fu pertanto quello di coniugare comuni ideali di solidarietà con la pratica della partecipazione democratica, applicata al fare scuola, in modo che ritenevamo decisamente alternativo ai modelli dominanti. Così ogni decisione importante per la gestione della scuola veniva presa in assemblea. I docenti avevano certo un ruolo specifico nel trasmettere le conoscenze, ma la gestione della scuola era affare di tutti e l’organizzazione conseguente. Tanti sono gli esempi che potremmo portare al riguardo, tra tutti la conduzione della vertenza con la Curia, che ci portò a salvaguardare l’utilizzo dei locali che il Parroco voleva toglierci dopo alcuni mesi di inizio dell’attività didattica (memorabile l’incontro della delegazione di alunni e docenti con il cardinale Sebastiano Baggio, allora arcivescovo di Cagliari) o l’occupazione dell’ex centro sociale, da molti anni praticamente inutilizzato.
La Scuola Popolare utilizzò i locali dell’ex centro sociale a partire dal secondo anno dalla sua costituzione risalente al 1971 e fino alla chiusura dell’esperienza di volontariato dovuta alla presa in carico da parte della scuola pubblica dei corsi per il conseguimento della licenza media da parte dei lavoratori (le cd 150 ore). Pertanto la scuola popolare funzionò per tre anni nell’edificio dell’ex centro sociale, che continuò in seguito ad ospitare il comitato di quartiere e il circolo culturale fino al 1979, anno in cui l’edificio fu occupato da alcune famiglie di senza tetto. Come avvenne tale operazione è ancora da chiarire. Senza dubbio si trattò di un’occupazione “suggerita” dall’amministrazione comunale di allora, e specificamente, dall’assessore agli alloggi, che in questo modo “sistemava” alcune famiglie di disperati e chiudeva un’esperienza di partecipazione democratica. Il centro, che fino ad allora aveva difeso ogni iniziativa di tutela dei diritti popolari (anche quando non richiesta), non oppose resistenza e non avendo le energie per contrastare la squallida operazione dell’amministrazione comunale, si rassegnò alla perdita dell’edificio ex centro sociale e decise di continuare la propria attività culturale nei restanti locali (situati a fianco del circolo Acli).
Alcuni numeri della scuola popolare
Nei quattro anni di attività, la scuola ha consentito il conseguimento della licenza media a 120 lavoratori, a cui si aggiungono un decina di licenze elementari.
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- Ulteriori informazioni sulla Scuola Popolare su Aladinpensiero.

Ricuperare l’edificio che ospitò la Scuola Popolare come centro di aggregazione sociale del quartiere di Is Mirrionis

monaperti2015 logoAnche confortati dal successo della manifestazione “Monumenti aperti a Is Mirrionis”, il circolo Gramsci e Aladinews rilanciano la vertenza per recuperare l’edificio dell’ex centro sociale che ospitò la Scuola Popolare come centro di aggregazione sociale.
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Oggi, lunedì, lunis, 11 maggio 2015

teresa noce anpialadinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Convegno su Teresa Noce.

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con gli occhiali di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501413RICORDO DELLA MAMMA
Oggi il pensiero è rivolto alle mamme. Inevitabile.
Mia mamma non c’è più, ormai da quarant’anni. Nina se n’è andata.
Aveva appena compiuto 61 anni.
Di lei ricordo tutto, ma più di tutto mi piace ricordare l’ironia, che lei ereditò da suo padre, io da lei.
Quando sul finire degli anni ’60, avevo 20 anni, qualcuno passava a chiedere di me ed io non c’ero, lei informava: “E’ in giro per la rivoluzione”.
Era vero, compresa l’ironia. Ero spesso in giro, a volte rientravo a notte, dopo qualche giorno, e trovavo sul tavolo i pranzi e le cene che non avevo consumato.
Quando morì provai rimorso di non averla amata abbastanza.
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LA NOTTE DI NUORO
Bella serata ieri al teatro dell’Arco per “La notte di Nuoro”, con un pubblico qualificato e attento, nonostante qualche assenza che ci è dispiaciuta.
Il testo è stato molto apprezzato, tanto che chi era presente per la prima volta ci ha chiesto di replicare le serate precedenti, e altri hanno chiesto se intendiamo stampare i testi di tutte le serate. Chissà… se sarà sarete avvisati.
La prossima serata è per sabato 16 alle 21, l’argomento riguarderà la società segreta de Il Nuraghe (anni ’20 del novecento).
Sarà bellissimo (lo devo ancora scrivere…)

La Scuola Popolare dei Lavoratori, il Comitato e Circolo di quartiere di Is Mirrionis a Monumenti aperti 2015

DOCUMENTAZIONE VERTENZA SCUOLA POPOLARE
Scuola Popolare Is Mirrionis IL RUDERE

Mozione sull’ex asilo (poi centro sociale) sito nella piazzetta di via Is Mirrionis tra la via Cadello, la via Baronia e la via Cornalias.
Presentata in Consiglio comunale il 28 ottobre 2014, ma mai messa in approvazione per decisione dei capi gruppo, nonostante il tentativo di varare un testo emendato, edulcorato di ogni aspetto di possibile contrapposizione rispetto al progetto “case per disabili” ***[per completezza a fine pagina viene riportata la parte emendata della mozione, che riguardava solo il dispositivo finale]. Su tutto ha prevalso la volontà di evitare “fruizioni” con Area-ex Iacp. Scrive Francesca Ghirra, la promotrice della mozione, che i capi gruppo “… hanno preferito ritirare la mozione e rimandarla alla commissione toponomastica per quanto attiene l’intitolazione. In seguito all’audizione dei dirigenti di Area pare sia emerso che l’edificio sia di loro proprietà e che, trattandosi di una zona B, stiano per realizzare l’intervento per costruire 4 appartamenti per disabili, andando verosimilmente a stravolgere la struttura esistente. Purtroppo, vista la situazione case disabili, il fatto che il progetto pare sia realmente finanziato e il braccio di ferro che si rischiava di innescare anche su Sant’Elia, si è preferito agire in questa maniera…”. Questo “aggiornamento” è del 28 novembre 2014. Dopo di che: silenzio su tutti i fronti!. Da segnalare che il direttore di Aladinews ha richiesto all’Istituto Area, ai sensi della legge sull’accesso civico, informazioni sugli eventuali progetti di intervento sull’edificio ex asilo-ex centro sociale-ex scuola popolare.
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Oggi domenica, dominigu, 10 maggio 2015 – Monumenti aperti in Sardegna

LauxDitelo con i fiori…
OMAGGIO ALLE MAMME. “Fragole e margherite” di August Laux (Pittore tedesco, famoso autore di quadri di questo genere, 1847-1921).
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aladinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Cagliari e il lavoro - Monumenti aperti in Sardegna – La Scuola Popolare di Is Mirrionis a Monumenti aperti 2015.
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Dolore e lutto

luttofoto OruneOrune: dolore per la morte di uno studente di 19 anni che aspettava l’autobus per andare a scuola. Rispetto per il dolore dei suoi parenti e amici e per la comunità di Orune. Questo, e soltanto questo, dobbiamo esprimere oggi, nel momento del lutto per Gianluca Monni. Lasciamo perdere i soliti commenti sulla società barbaricina, non andiamo a scomodare lo studioso Pigliaru e i suoi importanti studi antropologici, le chiacchiere sulle vecchie faide. Oggi è dovuto soltanto rispetto del dolore e solidarietà con la popolazione orunese. La violenza non è un modo valido per risolvere diverbi, controversie e contrasti tra gli individui. Non ha mai, dico mai, nessuna giustificazione. Non è balentia. Balentia è il dialogo, balentia è cercare di comprendere le ragioni degli altri, balentia è il rispetto delle persone e della vita, balentia è la convivenza pacifica e la ricerca di condizioni di vita migliori per le nostre comunità a la nostra isola. (Vanni Tola)
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Una riflessione di Tonino Dessì, sulla sua pagina fb
Non la dovrei commentare, questa tremenda vicenda. Ho pochi elementi, ancora. Ma a suo tempo, già negli anni 80, mi è capitato di riflettere e di scrivere su come certe forme mentali e comportamentali delle grandi periferie metropolitane (o della deflagrazione metropolitana in generale) si vadano adattando alla perifericita’ di tante realtà isolane e anzi alla più generale perifericita’ sociale sarda. Non tiriamo fuori codici barbaricini, per carità. Viviamoci, nei posti, o immedesimiamoci in chi ci vive quanto basta per capire che non sono antropologicamente “diversi”.
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- Una riflessione di Vito Biolchini

con gli occhiali di Piero…

PeppinoImpastatoGLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501419Non tutto è come appare. I casi di Ulrike Meinhof, di Peppino Impastato, di Aldo Moro. Su Aladinpensiero un anno fa.

Oggi sabato, sabudu, 9 maggio 2015

Festa Europa 2015 Bomeluzo Festa dell’Europa 2015
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Blues “Blues Legends” – di Earl Klatzel.
aladinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Monumenti aperti in Sardegna. – La Scuola Popolare di Is Mirrionis a Monumenti aperti.

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con gli occhiali di Piero…

GLI-OCCHIALI-DI-PIERO1-150x1501419LAVORARE GRATIS
Un ministro si vuol mangiare l’art.36 della Costituzione.
Povera Costituzione Italiana!
L”hanno ridotta che sembra un forma di groviera.
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LA NOTTE DI NUORO. LA MARCIA SU ROMA 28 ottobre 1922
9 maggio 2015, ore 21, Arco Studio
Preseguono gli appuntamenti con la rassegna “La memoria, la parola”, organizzata da Il crogiuolo e Fondazione Sardinia, sabato 9 maggio, ore 21, all’Arco Studio, di via portoscalas 17, Cagliari, di scena LA NOTTE DI NUORO. LA MARCIA SU ROMA 28 ottobre 1922, a cura di Salvatore Cubeddu, elaborazione drammaturgica Piero Marcialis, con Mario Faticoni, Rita Atzeri , Piero Marcialis, Salvatore Cubeddu. La pagina dedicata dell’evento su fb.
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Pd rotturaFUGA DAL PD
Se tanti compagni, seri, onesti, militanti, che tanto hanno dato e tanto pazientato in questi anni di palese scivolamento a destra del loro partito; se questi, dico, alla fine se ne vanno, che cosa ancora mantiene a fianco del PD i piccoli alleati, quelli che col PD fanno comunque coalizione? l’amore per quelli che non se ne vanno? l’idea di poter cambiare dall’esterno un partito che neppure col dissenso interno si modifica? Certamente essi dispongono di persone eccezionali che nei consigli comunali e regionali e, forse un giorno, nella Nuova Camera (sì, eh?), saranno capaci, 1 contro 100, di mutare lo stato di cose.
O forse ad essi piace la linea Renzi? E’ una moda vincente… perchè allora non entrano direttamente nel Partito. E’ la scelta Migliore. Avanti, c’è posto.
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STOP AI VITALIZI ?
Leggi bene: i parlamentari condannati in via definitiva a due anni di carcere per reati di mafia, terrorismo, e reati contro la Pubblica Amministrazione, continueranno a ricevere il loro assegno vitalizio.

Immigrazione: serve una forte collaborazione istituzionale

IMMIGRAZIONEB7 Chiamparino: “Contribuire ad una accoglienza distribuita in modo più equo su tutto il territorio nazionale”

regioniit(Regioni.it 2718 – 07/05/2015) “La nostra posizione è quella di contribuire ad una accoglienza distribuita in modo più equo su tutto il territorio nazionale in modo da non lasciare che siano solo le Regioni rivierasche del Sud ad avere il carico dell’accoglienza dei profughi, dei richiedenti asilo e dei migranti in generale”, lo ha dichiarato il Presidente Sergio Chiamparino al termine della Conferenza delle Regioni

Oggi venerdì, cenabara, 8 maggio 2015

Festa Europa 2015 BomeluzoaladinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Cagliari e il lavoro – Domani 9 maggio Festa dell’Europa.

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