Monthly Archives: maggio 2015

La recessione alle spalle?

Pinocchio visto da Enrico Mazzanti di Firenze anno 1883di Gonario Francesco Sedda

1. «Nel primo trimestre del 2015 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,3% rispetto al trimestre precedente ed è risultato invariato rispetto al primo trimestre del 2014». È quanto risulta dalla “Stima preliminare del Pil” che l’ISTAT ha reso nota il 13 maggio scorso. In nessuna parte si parla di «recessione alle spalle» o di «Italia fuori da recessione» come hanno fatto i pifferai di regime dalle colonne dei giornali cartacei o dagli schermi televisivi o di qualsivoglia marchingegno digitale.
Leggendo gli articoli si scopre che i roboanti titoli “che impressionano” si basano più sull’opinione di qualche esperto dell’ambiente ISTAT che sui dati forniti dallo stesso Istituto. La Stampa [«La ripresa c’è, la recessione è alle spalle», 13 maggio 2015; il titolo è virgolettato, ma nel testo non si trova l’autore di tale affermazione] ha scritto: «“È una chiara inversione di tendenza”, commentano all’Istat, anche se secondo gli esperti tecnicamente è necessario che si susseguano due trimestri di crescita per decretare la fine della recessione (il Pil del quarto trimestre 2014 è risultato invariato su base congiunturale e -0,5% su base tendenziale)».
Ma l’unica cosa “chiara” che viene fuori dalla chiacchierata con gli esperti è proprio che LA RECESSIONE NON È ALLE SPALLE! Anzi non si può neppure parlare di una “ripresa tecnica”, perché «tecnicamente è necessario che si susseguano due trimestri di crescita per decretare la fine della recessione». E poi, come si fa a vedere “chiaramente” una inversione di tendenza avendo a disposizione un solo dato congiunturale? Un altro dato congiunturale positivo si era avuto per il terzo trimestre 2013 (Pil con +0,1%), ma allora si preferiva parlare prudentemente di una luce che si intravedeva alla fine del tunnel. Forse che una rondine piccola non fa primavera e una un po’ più grande (+0,3%) invece sì?
Dopo aver “impressionato” il lettore o lo spettatore, dopo aver fatto passare il “messaggio memorabile” – «l’ISTAT certifica la svolta», «l’Italia è fuori da recessione» – si può anche lasciare spazio a qualche argomentazione più prudente. Così La Stampa “rimanda” a un’analisi [Il Pil non basta, ora serve uno sforzo comune, Francesco Manacorda, 13 maggio 2015] nella quale si avverte che «altri elementi, a partire da una disoccupazione giovanile che ha pochi uguali in Europa, ci avvertono invece che non è il caso di essere troppo ottimisti. Il problema è che la ripresa italiana è una ripresa troppo fragile». In effetti assumere il Pil come unico indicatore dell’andamento positivo o negativo dell’economia è molto riduttivo. Occorre tener conto anche del livello di disoccupazione, di quello della produzione industriale e di quello delle vendite dei beni sul mercato.
In ogni caso quella «ripresa troppo fragile» non è ancora neppure una “ripresa tecnica” (almeno due trimestri consecutivi con Pil in crescita).

2. In altra occasione [Democrazia Oggi, 24 settembre 2014], ragionando sulle previsioni (2014-2016) del Fondo Monetario internazionale (FMI) avevo concluso che, qualora si avviasse una ripresa, ci si poteva aspettare solo “un incerto e lento ricupero”. Un ragionamento analogo sulla base delle recenti previsioni (2015-2017) dell’ISTAT conferma tale conclusione.
Se facciamo uguale a 100 le unità di Pil nel 2011, il quadro è il seguente:

Nel 2012 con un calo del -2,40% si sono perse -2,40 unità di Pil che è regredito a 97,60.

Nel 2013 con un calo del -1,90% si sono perse -1,85 unità di Pil che è ulteriormente regredito a 95,75.

Nel 2014 con un calo del -0,40% si sono perse -0,38 unità di Pil che è ulteriormente regredito a 95,37.

Nel 2015 con una crescita prevista del +0,70% si ricupererebbero +0,67 unità di Pil che aumenterebbe fino a 96,04.

Nel 2016 con una crescita prevista del +1,20% si ricupererebbero +1,15 unità di Pil che aumenterebbe fino a 97,19.

Nel 2017 con una crescita prevista del +1,30% si ricupererebbero +1,26 unità di Pil che aumenterebbe fino a 98,45.

Ciò vuol dire che, oltre la scadenza dei miracolosi “mille giorni” di M. Renzi e all’avvicinarsi delle elezioni del 2018 (se non fatte prima), la crescita prevista dall’ISTAT non riagguanterebbe le 100 unità del Pil 2011 preso come riferimento (e non le riagguanterebbe neppure una crescita secondo le previsioni più favorevoli del DEF_2015 con +1,40% per il 2016 e +1,50% per il 2017).
La fase di ripresa sarà finita solo quando il Pil sarà cresciuto fino a toccare il valore di picco raggiunto prima che cominciasse la recessione e solo allora si potrà parlare non di una generica “crescita”, ma di una nuova fase di espansione.

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anche su Democraziaoggi

Una legge regionale per i Centri di aggregazione sociale.

cittaquartiere giugno 1986Con preciso riferimento alla “vertenza della Scuola Popolare di Is Mirrionis”, per contribuire a rispondere alle esigenze di democrazia partecipativa, rispolveriamo una “Proposta di legge regionale” formulata negli anni 80 (probabilmente nell’anno 1984) da Democrazia Proletaria Sarda, presentata su Cittàquartiere, periodico dei Comitati e Circoli di Quartiere di Cagliari (Nuova serie anno I n.4/5 giugno 1986, del quale riproduciamo al lato la copertina) da un articolo di Giorgio Giovannini e Ignazio Trudu (che riproporremo nei prossimi giorni). Mutatis mutandis riteniamo sia utile riscrivere un testo analogo per i nostri consiglieri regionali che volessero farsi carico di sostenere la partecipazione popolare, a partire dai paesi e dai quartieri delle città sarde.

Centri sociali (oggi diciamo più pertinentemente “centri di aggregazione sociale”) in tutti i paesi e in tutti i quartieri urbani della Sardegna

Art.1
La Regione, per contribuire a porre le premesse per un effettivo esercizio del potere pubblico da parte dei cittadini e per creare in Sardegna la più ampia possibilità per i gruppi di base di produrre e ricevere informazioni, adotta una serie di provvedimenti legislativi.
- segue -

Enigmi

Enigma di SatorIl famoso palindromo del “Sator”: la scritta “Sator arepo tenet opera rotas” si legge da tutti e quattro i lati. Varie le interpretazioni ma l’enigma rimane ancora.
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Sator schematizzato

L’enigma del significato [da Wikipedia]
Difficile stabilire il significato letterale della frase composta dalle cinque parole, dal momento che il termine AREPO non è strettamente latino. Alcune congetture su tale parola (nelle Gallie e nei dintorni di Lione esisteva un tipo di carro celtico che era chiamato arepos: si presume allora che la parola sia stata latinizzata in arepus e che nel quadrato essa avrebbe la funzione di un ablativo strumentale, cioè un complemento di mezzo) portano a una traduzione, di senso oscuro, quale Il seminatore, con il carro, tiene con cura le ruote, della quale si cerca di chiarire il senso intendendo il riferimento al seminatore come richiamo al testo evangelico.
Una interpretazione più semplice considera “Arepo” come nome proprio, da cui il significato diviene: Arepo, il seminatore, tiene con maestria l’aratro.

Imago Dantis

Dante secondo Raffaello Signatura. Secondo Raffaello. La figura di Dante appare accanto a quella di Omero (considerato il più grande poeta in assoluto) e a quella di Virgilio. Omero, che secondo la tradizione è cieco, ha il volto del Laooconte, ritornato alla luce proprio in quegli anni (primi del ’500). L’affresco è nella Stanza della Segnatura,(il Parnaso), in cui i poeti antichi, del medioevo e contemporanei, stanno insieme ad Apollo e alle Muse.
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Dante 2 euroMoneta da 2 Euro. (Il profilo di Dante è tratto dall’immagine raffaellesca della Stanza della Segnatura)
Dante disputa Raffaello Signatura Secondo Raffaello, Stanza della Segnatura: Il profilo di Dante appare tra i Teologi e Padri della Chiesa della “Disputa del S. Sacramento”.

Il lavoro editoriale della Cuec continua: ecco le novità

cUEC EDITRICE sARDEGNA nOVA MEDIALe vicende giudiziarie non hanno bloccato l’attività della storica casa editrice cagliaritana.
Il lavoro della Cuec continua: ecco le novità.
CAGLIARI. La diffusione della notizia del fallimento della vecchia e storica cooperativa Cuec ha fatto nascere qualche dubbio sul futuro dell’omonima e prestigiosa casa editrice. Sardegna Novamedia, la società che da alcuni anni (dal 2010) ha acquisito la proprietà del marchio Cuec Editrice, fa sapere che niente è cambiato per effetto delle vicende giudiziarie: l’attività editoriale continua, non subirà alcuna interruzione. «Reduce dal successo riportato al recente Salone del libro di Torino – si legge in una nota diffusa ieri da Novamedia – la casa editrice Cuec Editrice by Sardegna Novamedia ha un ricco programma di attività per il 2015. Lo stesso catalogo verrà rilanciato puntando sul fatto che la Cuec nel tempo ha raccolto e valorizzato il meglio della saggistica e della ricerca prodotta nell’sola». – segue –

Oggi giovedì 21 maggio, giobia 21 de maju 2015

aladinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: La CAVALCATA SARDA – Aspettando la cavalcata sarda – Da giovedì 21 maggio a venerdì 22 maggio, alle ore 21, in Piazza d’Italia si svolgerà la rassegna di musica etnica “Trimpanu 2015” in sedia di Vannitolacollaborazione con l’associazione Kuntzertu”. Per la sua decima edizione, Trimpanu celebra i più importanti musicisti della world music sarda: ensemble storici come “Cordas et Cannas” e Elena Ledda con il suo prestigioso sestetto , le contaminazioni mediterranee dei Ta.Ma trio e la freschezza del DuoTrio. La novità assoluta per Sassari il TAMA TRIO, sonorità mediterranee con Nando Citarella, Mauro Palmas e Pietro Cernuto, da non perdere
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- Cavalcata sarda, Sassari, 20-24 maggio 2015 Sito dedicato del Comune di Sassari -

News sulla “vertenza ex Scuola Popolare di Is Mirrionis”. Ma perchè la politica ha paura dei centri di aggregazione sociale?

monumenti aperti per edit 20 mag15di Franco Meloni
ape-innovativa2Riteniamo doveroso rendere edotti i nostri lettori dell’andamento della “vertenza ex Scuola Popolare di Is Mirrionis”, che ha come soggetto promotore e capofila organizzativo il Circolo culturale Gramsci di Cagliari. Per quanti gradiscono esaurienti informazioni sulla questione segnaliamo l’apposita pagina fb oltre naturalmente i diversi servizi apparsi su questa news, che possono essere richiamati scrivendo “scuola popolare di is mirrionis” nel riquadro CERCA alla destra dell’home page. Il successo della recente manifestazione nell’ambito dei Monumenti aperti su Scuola Popolare e dintorni, correlata con il ricordo del nostro grande scrittore Sergio Atzeni, che visse una parte della sua giovinezza proprio in quei luoghi, corrobora e spinge la vertenza verso i suoi due principali obbiettivi: 1) dare a quella piazza, che allo stato ne è priva, la denominazione di Scuola Popolare dei Lavoratori; 2) ricuperare e ristrutturare il “manufatto ex asilo-ex centro sociale-ex scuola popolare” per adibirlo a moderno centro di aggregazione sociale del quartiere. Il quartiere, come pure il resto della città, ha urgente bisogno di tali strutture di aggregazione, che devono essere punto di forza per le politiche contro la disgregazione, l’emarginazione sociale, la dispersione scolastica, per ritrovare un comune impegno tra vecchie e nuove generazioni. Soprattutto rispetto a questo secondo obbiettivo vi sono molte difficoltà, che stiamo cercando di dipanare, anche nella ricerca di diradare le nebbie delle impostazioni istituzionali che, quando si disvelano si presentano spaventosamente inadeguate rispetto alla gravità dei problemi. Abbiamo tristemente scoperto che queste politiche, al di la delle dichiarazioni, sono spesso controproducenti. Prendiamo ad esempio proprio la questione dei centri di aggregazione: i Comuni sopraffatti dalle preoccupazioni di bilancio, avendo come priorità l’equilibrio dei conti, chiudono scuole e strutture di aggregazione, mettono perfino in concorrenza il diritto alla casa con il diritto alla qualità del vivere sociale. Le scelte concrete delle Amministrazioni, anche di quella cagliaritana sono proprio di questa fattura. Non nascondiamo certo che vi siano problemi di bilancio, dovuti ai tagli dei trasferimenti di risorse statali, in gran parte figli di una miope politica nazionale di spending review che non riesce a combattere i veri sprechi di denaro pubblico, ma le scelte che vanno concretamente facendosi non risolvono i problemi sociali. E invece da questi bisogna partire, affrontandoli con nuove impostazioni. Sappiamo che occorre ridiscutere le modalità di gestione dei centri di aggregazione, che nella gestione occorre puntare a un mix di volontariato gratuito e operatori a cui deve essere garantita una giusta retribuzione… Le soluzioni si trovano, anche copiando intelligentemente dalle innumerevoli esperienze in campo locale, italiano e internazionale (anche qui l’Università dovrebbe aiutarci ad approfondire). E, invece, la strada più facile che le Amministrazioni percorrono è quella di chiudere le strutture e affidarsi al mercato. Eppure, come dicono tanti esperti, ci sono ingenti risorse materiali (soldi, strutture, strumenti di finanza partecipata come il crowdfunding) e immateriali (competenze degli anziani, per esempio) che potrebbero essere rapidamente messe in gioco. Scusate quelle che potrebbero sembrare divagazioni, ma non lo sono affatto. E’ però giusto ritornare all’argomento iniziale, l’aggiornamento sulla vertenza. Lo facciamo riportando una sorta di verbale del nostro incontro con il direttore generale dell’Azienda Area, a cui diamo atto della disponibilità ad ascoltarci e a stabilire con noi, per quanto rappresentiamo, e con altri gruppi impegnati nel sociale, a partire dal circolo Gramsci, un rapporto di collaborazione rispetto ai problemi sui quali ricadono le competenze istituzionali della medesima Azienda. Com’è noto Aladinews si è fatto interprete della necessità di chiarimenti riguardo ai progetti sull’edificio dell’exexex, utilizzando lo strumento dell’accesso civico. Ecco il report dell’incontro, il resto lo chiariremo nel tempo, con la dovuta urgenza non disgiunta dall’esigenza di chiarezza. A presto per gli aggiornamenti.

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michela e lucia monuapertiREPORT SULL’INCONTRO CON IL DIRETTORE GENERALE DELL’AZIENDA AREA, 19 maggio 2015

Oggetto: Vertenza Scuola Popolare Is Mirrionis. Incontro con il direttore generale di Area

Con riferimento all’istanza di “accesso civico” fatta da me a titolo di giornalista direttore di Aladinews (vedi nota su aladinews), ieri 19 io e Enrico Lobina abbiamo incontrato il direttore di Area (ex Iacp), ing. Sebastiano Bitti. Enrico era presente in quanto è stato lui a concordare l’incontro con l’ing. Bitti, che conosce per le vicende dei rapporti Area-Comune, nella sua veste di consigliere comunale di Cagliari. E comunque Enrico è un sostenitore della nostra vertenza.
Ecco quanto ci ha detto l’ing. Bitti, o, almeno quanto io ho capito, sia per le parole dette, sia per quanto presumo ci sia dietro e intorno…
1) Non esiste alcun documento formale di impegno di Area rispetto all’intervento sul rudere di Is Mirrionis (ex asilo, ex centro sociale, ex sede della Scuola popolare), salvo quanto segue:
- Area ha studiato un preciso intervento di demolizione del rudere e costruzione di alloggi per portatori di handicap, considerato che è l’unico intervento consentito dall’attuale destinazione di quell’area stabilita (abbastanza di recente) dal Comune di Cagliari. Infatti il Comune (con decisione della precedente amministrazione di centro-destra, approvata anche dai consiglieri del centro-sinistra) ha cambiato la destinazione dell’area dove attualmente insiste il rudere da “servizi” a “abitativo”. Stante la configurazione dell’area in questione, considerati la sua storia, la memoria del luogo, il pregevole progetto iniziale INA CASA dell’architetto Sacripanti e collaboratori e, ovviamente, le esigenze degli abitanti della zona, tale scelta del Comune appare del tutto sbagliata, sicuramente discutibile anche dal punto di vista della legittimità per lo stravolgimento del giusto rapporto abitazioni-servizi. Sicuramente passibile di revoca per tornare a “su connotu” e questo lo discuteremo. Ma tant’è: Area non ne può prescindere.
Continuiamo il racconto.
Il progetto di costruzione delle case per portatori di handicap (seppure mancante di regolare approvazione, tanto da sembrare un’idea progettuale piuttosto che un vero progetto) non ha allo stato alcun finanziamento certo. Infatti lo stesso era stato inserito in un “accordo di programma tra lo Stato e la Regione Sarda” stipulato da uno degli ultimi governi (probabilmente quello di Mario Monti) con la Regione (probabilmente con la Giunta Cappellacci) e persosi quanto a finanziamento nel porto delle nebbie. Le incertezze temporali espresse al riguardo potranno probabilmente essere superate nella formulazione della risposta all’istanza di “accesso civico” di cui alle premesse. Interessante sottolineare come tale istituto (quello dell’accesso civico) sia tuttora sconosciuto a molte Amministrazione (Area compresa) che lo confondono con l’istituto dell’accesso agli atti previsto dalla legge 241.
Ma non divaghiamo e continuiamo…
Ma, dice l’ing. Bitti, il progetto potrebbe essere finanziato direttamente dall’Azienda Area, sempre che non vi siano sostanziali opposizioni. Maliziosamente l’ing. fa capire che una delle opposizioni potrebbe essere già rappresentata dalle iniziative del Circolo Gramsci e dintorni, ma questo pensiero malizioso è appunto solo un pensiero, tuttavia bisogna stare attenti: allo stato Area non ha fatto nulla e continuerà a non fare nulla esclusivamente per sua responsabilità, piaccia o non piaccia. Non ci sono alibi che tengano!
Porgendo un rametto di ulivo per un “compromesso onorevole” (che peraltro io non avevo veste alcuna di stipulare) l’ing. Bitti sostiene che il progetto delle case per portatori d’handicap potrebbe – anzi, dovrebbe – prevedere una riserva di cubatura, al piano terreno, per servizi, dove potrebbe essere insediata un’attività sociale, quale una biblioteca o altri servizi sociali. Lo spazio da dedicare potrebbe essere circa la metà di tutto il piano terreno. In questo caso l’Azienda Area affitterebbe detti locali a fitto agevolato (che, dice lui e conferma Lobina) potrebbe essere ancor più agevolato da appositi contributi comunali.
A questo punto l’ing. Bitti ha fatto notare come il Comune di Cagliari, così come tanti altri Comuni italiani, sta adottando una politica di dismissione dei centri sociali come di altre strutture consimili, nella logica dello spending review . Sostiene Bitti che Area può costruire bellissimi centri, ma poi i Comuni (non solo quello di Cagliari) non li prendono in carica (gratuitamente) perché non hanno soldi per poterli gestire in proprio e non trovano chi lo possa fare a titolo oneroso, tanto da non creare ulteriori costi per i Comuni stessi
L’ing. Bitti ci ha fatto vedere con Google map una serie di aree e strutture di Is Mirrionis su cui è possibile intervenire, in tempi non biblici, con progetti in qualche modo (quale?) condivisi: in particolare: 1) l’area dell’attuale campetto adiacente alla zona della Scuola Popolare, 2) l’area e lo stabile di via Montello, 3) l’area e lo stabile di via Cinquini.
Su questo argomento non mi soffermo, salvo rammentare che queste strutture potrebbero essere oggetto di intervento nell’ambito del progetto ITI (Interventi Territoriali Integrati) finanziati dall’Unione Europea. Su tali interventi è necessario fare chiarezza e non accettare l’attuale impostazione eccessivamente riservata, quasi secretata, da parte del Comune di Cagliari e della Regione (approfondimenti sul sito Aladinews). Anche se l’assessore Barbara Cadeddu ha dato disponibilità per organizzare momenti di confronto.
2) Che fare?
Innanzitutto approfondire tutte le questioni. Poi (o insieme) tornare al popolo. Cioè promuovere una serie di incontri con gli abitanti del quartiere, specificamente della zona dell’ex Scuola Popolare per capire quali sono davvero i loro desiderata (al riguardo si può fare affidamento anche all’impegno di Lucia Cossu, che abita nei paraggi). L’iniziativa di domenica 10 maggio nell’ambito di “Monumenti aperti” ha dato importanti segnali in questa direzione.
Un’idea potrebbe essere quella di costituire un apposito Comitato (Comitato di quartiere, Comitato per il centro di aggregazione popolare, o altra denominazione) di cui il Circolo Gramsci costituisca l’avanguardia riconosciuta e organizzata. Parliamone…
Con riferimento alla questione dello strumento urbanistico (servizi/abitazione) possiamo chiedere l’aiuto di esperti come l’ing. Susanna Galasso, la dott.ssa Antonella Sanna, l’arch. Felice Carta e altri e l’aiuto dell’Università di Cagliari, che non deve pensare di avere come unici interlocutori quelli istituzionali, spesso troppo vincolati a politiche estranee alla partecipazione popolare (o democrazia partecipativa che dir si voglia). Insomma dobbiamo proseguire con una lotta di non breve durata. Dobbiamo ancor più e meglio chiarirci le idee e anche fare la conta di amici e nemici rispetto a una vertenza che si presenta non facile e perfino insidiosa (penso, ad esempio, al pericolo di invischiarci in una “lotta tra poveri”).
Infine, non sottovalutiamo il progetto ITI (quota almeno 10 milioni di euro, ciò che spiega una certa reticenza da parte dei conducenti che non vogliono essere disturbati), Ricordiamo che oltre la Regione, il Comune, Area, etc. siamo noi interlocutori privilegiati per quanto rappresentiamo istanze popolari (come peraltro prevede la stessa Unione Europea per questo tipo di progetti e non solo).
io lucia e marco monuaperti ism
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quartiere di is mirrionis stefanoconti
- Le foto riferentesi alla manifestazione Monumenti aperti a Is Mirrionis del 10 maggio 2015 sono di Stefano Conti
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cq sui centri sociali

Arte, Musica & Socialità. Cantare insieme allunga la vita

StuCan giu15di Luigi Sotgiu

Cantare in coro allunga la vita, riduce lo stress e ha per l’organismo umano gli stessi benefici di una lunga seduta di yoga. Sono cose che chi canta abitualmente intuiva da tempo ma ora sono state scientificamente provate da una ricerca dell’università di Goteborg, Svezia.

Cantare insieme produce un effetto calmante molto simile a quello dello yoga, dovuto al controllo della respirazione che il canto richiede. La Yale University, a sua volta, ha svolto una ricerca nel Connecticut, dimostrando che nelle cittadine che avevano un coro l’età media della popolazione era sensibilmente più alta. E’ provato, inoltre, uno stretto legame tra l’abitudine a cantare insieme e la coesione dei cittadini di un Paese.

Dove si canta molto, come in Irlanda e in Inghilterra, l’identità nazionale è molto forte, dove lo si fa poco e male, come in Italia, prevalgono gli interessi individuali. Detto per inciso forse, i sovranisti in Sardegna dovrebbero occuparsi più di questo aspetto, identificare un “inno nazionale” riconosciuto da tutti e cantarlo insieme in tutte le occasioni importanti.

Nel settore musicale e corale le associazioni culturali svolgono un compito importantissimo ma vivono una fase di grande difficoltà: i contributi pubblici diminuiscono in continuazione e arrivano pure in grave ritardo. In un quadro pure difficile a Cagliari esiste un’associazione musicale corale che organizza un centinaio di coristi, dai 3 agli 80 anni di età, che non si rassegna all’esistente, non si piange addosso ma cerca comunque una strada per realizzare i propri programmi. Studium Canticum compie 20 anni e li vuole festeggiare con un programma ambizioso, dal titolo Omaggio a Bach, che si svolgerà nei prossimi mesi. -segue -

Arte & Musica

Coro Lorenzo Costa LL
Lorenzo Costa, (Ferrara, 1485 circa) “Concerto”. Immagine splendida che denota l’accuratezza nella resa dei particolari e la sensibilità musicale dell’artista: c’è un musico che suona il liuto e altri due personaggi, una donna e un uomo che cantano insieme a lui.
Si tratta di un canto polifonico, come si capisce dalla diversa apertura delle bocche; inoltre i due personaggi senza strumento battono il ritmo sul tavolo, come si capisce dalle mani. Molto belli anche i dettagli delle vesti.

Oggi mercoledì 20 maggio, merculis 20 de maju, 2015

aladinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: La CAVALCATA SARDA.
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Dante secondo Agnolo Bronzino

Dante del BronzinoImago Dantis: Dante secondo Agnolo Bronzino, 1530.
Il Poeta, incoronato d’alloro, regge un codice nel quale si intravedono delle terzine e volge lo sguardo verso la montagna del Purgatorio, illuminata da un alone di luce.
La sua mano destra è protesa verso l’immagine simbolica di Firenze (la cupola di S. Maria del Fiore), e sotto di essa, ancora più in basso , appaiono le fiamme dell’Inferno.

Un piccolo ma importante strumento di DEMOCRAZIA PARTECIPATIVA

valutazione dirinnova pittura paL’accesso civico ben spiegato sul sito della Regione Autonoma della Sardegna,a cura del “Servizio comunicazione istituzionale, trasparenza e coordinamento rete Urp e archivi” della Presidenza della giunta regionale.
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L’accesso civico è il diritto di chiunque di richiedere i documenti, le informazioni o i dati che le pubbliche amministrazioni abbiano omesso di pubblicare pur avendone l’obbligo.Con il decreto legislativo 14 marzo 2013, n. 33 si introduce l’istituto dell’accesso civico contemplato dall’articolo 5, ovvero del diritto a conoscere, utilizzare e riutilizzare (alle condizioni indicate dalla norma) i dati, i documenti e le informazioni “pubblici” in quanto oggetto “di pubblicazione obbligatoria”.

Questo istituto è diverso ed ulteriore rispetto al diritto di accesso ad atti e documenti amministrativi disciplinato dalla legge n. 241 del 1990. Diversamente da quest’ultimo, infatti, non presuppone un interesse qualificato in capo al soggetto richiedente e consiste nel chiedere e ottenere gratuitamente che le amministrazioni forniscano e pubblichino gli atti, i documenti e le informazioni, da queste detenuti, per i quali è prevista la pubblicazione obbligatoria, ma che, per qualsiasi motivo, non siano stati pubblicati sui propri siti istituzionali.

- Consulta i decreto legislativo n. 33 del 4 aprile 2013.

- Per le modalità di esercizio di questo diritto consulta la scheda informativa.
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lampada aladin micromicro- Per correlazione: l’accesso civico questo sconosciuto, su Aladinews.

Caravaggio

Caravaggio affresco LL
L’ affresco con Giove, Nettuno, Plutone è l’ unico realizzato, in tutta la sua carriera. L’ Artista, come noto, preferiva la pittura a olio su cavalletto.
Questo dipinto si trova a Villa Ludovisi, Roma; venne eseguito per il cardinale Del Monte nella stanza che era destinata agli esperimenti alchemici.
La difficile, virtuosistica ed acrobatica “prospettiva dal basso” mette in evidenza le tre figure, che si stagliano contro un cielo nuvoloso, in cui campeggia una sfera argentea che, in trasparenza, mostra alcuni segni zodiacali; più il cane Cerbero con tre teste simbolo di Plutone, che rappresentano rispettivamente: Giove, lo zolfo e l’aria; Nettuno, il mercurio e l’acqua; Plutone, il cloruro e la terra.
Secondo la tradizione Cerbero avrebbe la testa di Cornacchia, il cane del Caravaggio, sempre con lui, fino alla morte. (LL)
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Caravaggio affresco2 liciaCaravaggio. Il dipinto di Villa Ludovisi. Dipinto dal significato, in parte, misterioso: perchè Giove è quasi nascosto? Perchè Nettuno è nudo e mostra i genitali ?
Secondo la tradizione (Bellori), il Caravaggio fece questo dipinto per accontentare il suo amico e mecenate cardinal Del Monte il quale, certamente, gli suggerì il tema e dettò l’ iconografia. Particolare curioso è che le tre divinità sono tre immagini dello
stesso pittore che, per ottenere l’ arditissimo scorcio, sarebbe salito, nudo, su di uno specchio. Il volto di Nettuno, il più visibile, conferma la tradizione.

Chagal

Chagal parigino LLParigi dalla finestra, con Giano e gatto semi-umano.
- Marc CHAGALL (1887-1985) Parigi dalla finestra (1913)

Oggi martedì 19 maggio, martis 19 de maju, 2015

aladinewsGli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: OGGI “il sosia, diventare un altro”.
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