Monthly Archives: marzo 2015
Ecce homo
ECCE HOMO: di Antonello da Messina (1470 circa), conservato a Piacenza.
Opera rivoluzionaria nell’ambito della pittura italiana: l’inquadratura è ravvicinata, un primo piano al contrario del tipico “campo lungo” della pittura italiana del tempo. L’espressione di patimento, l’intensità dello sguardo, rivolto proprio a noi che guardiamo, ci rivela tutto lo sconforto per la solitudine, l’abbandono e per il tradimento sofferti, più che per il dolore fisico. Gesù è incoronato di spine e porta una corda al collo (la corda dei condannati); piange lacrime vere che scivolano verso la piega amarissima della bocca.
Questa è la nostra civiltà che sa rappresentare “il divino” in forme umane sa conferire all’ “umano” le divine forme del Bello.
Christian Dahl
IL “VIAGGIO IN ITALIA”: Eruzione del Vesuvio vista da Castellamare di Stabia.
Christian Dahl (1821). Le vedute col Vesuvio in attività sono uno dei temi prediletti degli artisti nordici in visita in Italia tra ’700 e ’800. E’ la nuova visione del Sublime, che predilige le manifestazioni della terribile potenza della Natura o della sua infinita vastità…
Jozef Israels
Oggi sabato, sabudu, 14 marzo 2015
Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Lunedì 16 marzo, riunione del Comitato 25 Aprile.
———————————————————————————–
———————————
Albert Einstein (14 marzo 1879 – 18 aprile 1955), by Bomeluzo
Verso una nuova stagione dell’università. Ripartire da dove si è sbagliato, da quanto non si è fatto… La terza missione ci aiuterà a salvarci
(Da Aladinews del 14 dicembre 2012 )
di Franco Meloni
Una serie di circostanze concomitanti autorizzano a parlare di declino delle università pubbliche italiane, almeno di una parte di esse, precisamente quelle che non riescono ad adeguarsi alle esigenze dei tempi, a sopravvivere e superare la crisi economica che sconvolge l’Italia e l’Europa (in controtendenza, tra gli esempi positivi citiamo i Politecnici). Indichiamo alcune di queste circostanze: 1) la crescente carenze di risorse, che vedono progressivamente diminuire i trasferimenti statali, compensati molto parzialmente dall’autofinanziamento e dai finanziamenti regionali e dei progetti europei; 2) la perdita generalizzata (salvo eccezioni) di consenso della proposta formativa degli atenei italiani, che subiscono la concorrenza delle università straniere, a cui si aggiunge un calo delle immatricolazioni dovuto a un numero crescente di giovani che non vedono credibili sbocchi lavorativi dei corsi; 3) il fallimento delle diverse riforme (ultima e peggiore quella intestata all’ex ministro Gelmini), le quali non hanno migliorato la situazione ma, al contrario, hanno distratto le università rispetto alle fondamentali missioni dell’insegnamento e della ricerca e reso via via sempre più difficoltosa la pratica di nuove iniziative a favore dei territori (trasferimento tecnologico, long lifelearning); il tutto all’insegna di una crescente e opprimente burocratizzazione delle attività universitarie, che fa il paio con quella delle altre pubbliche amministrazioni. Per queste e altre ragioni l’università italiana vive dunque uno dei momenti di maggiore difficoltà degli ultimi decenni. Le crisi, come quella che stiamo vivendo, sono devastanti, ma certamente superabili, attraverso veri e profondi processi di cambiamento in meglio. Le strade da percorrere per salvarsi sono diverse: una, molto importante è senz’altro quella dell’impegno delle università per la «terza missione», come ben ha argomentato Pietro Greco in numerosi interventi, tra i quali ci piace citare quello pubblicato su l’Unità del 12 marzo 2007, che sotto riportiamo, anche come contributo attualissimo al dibattito in corso in diverse sedi. Per quanto ci riguarda la «terza missione» è una prospettiva di cui siamo convinti da tempo e che abbiamo anche praticato con convinzione nel recente passato nell’esercizio di incarichi universitari, peraltro in perfetta linea con le indicazioni dell’Unione Europea.
L’università italiana si salva solo con la «terza missione». L‘università si proponga coma una «nuova agorà»
di Pietro Greco
Gli inglesi da un paio di decenni la chiamano Third Mission, terza missione, o, Third Stream, terzo flusso. Si riferiscono all’università e alla necessità che essa si dia un terzo compito – una terza missione, appunto – insieme ai due canonici della formazione e della ricerca. Questa terza missione è (deve essere) la diffusione fuori dalle sue mura delle conoscenze prodotte. La necessità nasce dal fatto che viviamo, ormai, nella «società della conoscenza» e che lo sviluppo culturale ed economico di ogni comunità a livello locale, nazionale e globale ha bisogno di essere alimentato con continuità da nuove conoscenze. Se non c’è questa immissione continua lo sviluppo dell’intera società ne è frenato, se non bloccato. La domanda sociale è rivolta ai luoghi dove la nuova conoscenza viene prodotta. E poiché le università sono i luoghi primari di formazione e di produzione delle nuove conoscenze, è a loro in primo luogo che «la società della conoscenza» chiede di essere alimentata. La richiesta è che l’università cambi. E dal modello chiuso e statico cui ha aderito nell’Ottocento, per soddisfare i bisogni di formazione di tecnici e di classe dirigente per la società industriale fondata sulla produzione di beni materiali, aderisca a un modello aperto ed evolutivo, per soddisfare i bisogni della società fondata sulla conoscenza e la produzione di beni immateriali. Per un certo tempo questa domanda sociale è stata interpretata in termini molto riduttivi, di semplice «trasferimento delle conoscenze» dalle università alle imprese. In Gran Bretagna, per esempio, il governo favorisce da tempo la Terza Missione delle sue università proprio attraverso una serie di iniziative di «trasferimento delle conoscenze» che includono lo Higher Education Innovation Fund, la Higher Education Reachout to Business and the Community Initiative, lo University Challenge, lo Science Enterprise Challenge. Negli Stati Uniti da almeno un quarto di secolo esistono leggi, come il Bayh-Dole Act, che stimolano l’università non solo a trasferire conoscenze alle imprese, ma – attraverso la valorizzazione e protezione della proprietà intellettuale – a diventare essa stessa impresa: a interpretare se stessa come entrepreneurial university, come università imprenditrice. In Italia non esiste l’università imprenditrice, ma dal novembre 2002 esiste un «Network per la valorizzazione della ricerca universitaria» che coordina decine di atenei di tutto il paese nel tentativo di trasferire conoscenza alle nostre imprese, così poco vocate alla ricerca e così poco consapevoli dell’era in cui siamo entrati. Ebbene, questa attività da sola non basta per entrare nella «società della conoscenza». È troppo riduttiva. È troppo economicista. Lo sostiene il Russell Group, un centro che coordina i due terzi delle università del Regno Unito, sulla base di una documentata indagine. Se il rapporto tra università e società non viene interpretato in una prospettiva molto più ampia e olistica, non solo l’ingresso nell’«era della conoscenza» si allontana, ma persino il trasferimento strumentale di conoscenze alle imprese ne viene minato e perde efficacia. Insomma, sostiene il Russell Group, per entrare nella «società della conoscenza» occorre un dialogo fitto e a tutto campo che promuova uno sviluppo complessivo – culturale ed economico – dell’intera società. In cosa deve consistere, questo dialogo? Dovessimo riassumerlo in una frase, potremmo dire: nella costruzione della cittadinanza scientifica. Che significa maggiore consapevolezza dei cittadini intorno ai temi della ricerca scientifica e dello sviluppo tecnologico e maggiore partecipazione alle scelte tecniche e scientifiche, ivi incluse quelle ambientali e quelle «eticamente sensibili». Ma significa anche maggiore democrazia economica. Se i saperi sono ormai la leva principale per la crescita economica, costruire la cittadinanza scientifica significa (anche) fare in modo che la conoscenza non diventi un fattore di nuova esclusione sociale, ma un fattore attivo di inclusione sociale. In pratica significa che nell’aprirsi l’università si proponga coma una «nuova agorà», una delle piazze della democrazia partecipativa (dove i cittadini si riuniscono per documentarsi, discutere e decidere) e della democrazia economica (dove non solo le grandi imprese attingono conoscenza per l’innovazione, ma i cittadini tutti acquisiscono i saperi necessari per il loro benessere, per la loro integrazione sociale, persino per una imprenditorialità dal basso). Questo dialogo fitto e a tutto campo tra università e società non è un’aspirazione astratta. E neppure futuribile. Sta andando avanti, sia pure per prova ed errore. E ha assunto aspetti concreti non solo in Gran Bretagna o negli Usa. In Danimarca la Terza Missione dell’università è stata stabilita per legge. In Francia ci sono importanti iniziative sulla comunicazione pubblica della scienza. E anche nei paesi scientificamente emergenti come Cina, India e, di recente, Sud Africa molto impegno e molte risorse sono dedicate alla diffusione delle conoscenze e al rapporto tra «scienza e società». Un po’ ovunque il tentativo consiste nel fatto che le università cercando di aprirsi alla società – senza rinunciare al compito canonico dell’alta formazione e della ricerca scientifica – superando l’ambito, riduttivo, del trasferimento di conoscenze per l’innovazione tecnologica e costituendo «reti sociali» con associazioni, centri culturali, enti locali, cittadini, lavoratori, imprese (piccole, medie e grandi). Nel fare tutto questo da un lato promuovono la nascita di un’intera costellazione di nuovi attori culturali, che si interfacciano con la società, e dall’altra sviluppano nuova conoscenza intorno ai rapporti scienza e società, con appositi centri interdisciplinari di ricerca. In Italia c’è una domanda sociale ridotta di conoscenza. Ma c’è anche un’offerta insufficiente. Le università non sono ancora attrezzate per la Terza Missione. Occorre farlo. Perché l’università aperta è uno dei passaggi obbligati per entrare nella società della conoscenza. E per costruire una piena cittadinanza scientifica.
———
Università della Sardegna – Elezione del Rettore dell’Università di Cagliari. Anche Paola Piras lascia. Maria Del Zompo in volata verso il traguardo. Giacomo Cao insegue pensando al 2021.
Cari Colleghi, docenti e amministrativi, care Studentesse e Studenti
a seguito della prima tornata elettorale per il rinnovo del governo dell’Ateneo guardo l’esito del voto con gli occhi da giurista, consapevole del valore della democrazia. Rifletto sull’ampio consenso espresso da tutte le componenti della nostra comunità nei confronti di Maria Del Zompo.
Con profondo senso di rispetto verso i tanti che hanno espresso il loro voto e creduto in un progetto diverso da quello da me proposto, costruito su un’idea, realistica, di forte cambiamento e innovazione, nella ferma convinzione che il futuro del nostro Ateneo debba trovare il suo punto di forza nell’essere vera universitas, luogo di condivisione, ritengo corretto fare un passo indietro; ora.
Non servono lacerazioni ma voglia di costruire come comunità.
Grazie di cuore a chi mi ha accompagnato in questo mese, a chi mi ha ascoltato investendo tempo prezioso, a chi ha creduto in me contribuendo alla mia crescita.
Non guardiamo le candele spente, ma osserviamo il brillio di quelle accese davanti a noi.
Auguri per un buon lavoro al nostro prossimo Rettore.
paola piras
——————————————————-
LA SFIDA CONTINUA TRA…
- MARIA DEL ZOMPO, oggi 64 anni, nel 2021 70.
- GIACOMO CAO, oggi 54 anni, nel 2021 60.
Tillman Riemenschneider
Maria e la sua famiglia di Tillman Riemenschneider (1460-1531).
“Viveva allora in Germania un uomo al quale va tutta la mia simpatia, – Tillman Riemenschneider, un pio artista, scultore e intagliatore in legno, – celeberrimo per la fedele ed espressiva nobiltà delle sue opere (…) che andarono a ornare i luoghi di pietà della Germania intera. Il Maestro era circondato da alta stima (…) nella città di Wurzburg, del cui Consiglio faceva parte (…)” Thomas Mann, in “La Germania e i tedeschi”, 1945.
Oggi venerdì 13 marzo 2015
Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Terra, Lavoro, Pace, Solidarietà, a Serdiana, La Collina venerdì 13 marzo..
———————————————————————————–
———————————
Università della Sardegna. Elezione Rettore dell’Università di Cagliari
Lascia anche Lugi Raffo
Cari colleghi, cari studenti,
mi sono concesso due giorni di riflessione dopo una prima parte di campagna intensa, arricchente ed emozionante che ci ha permesso di incontrarci, confrontarci, discutere di università.
Ho trovato in moltissimi tra noi la convinzione che il nostro futuro passi attraverso una battaglia di cambiamento e di rinnovamento.
Continuerò a combatterla nel mio ruolo di professore, la mia attività di candidato si interrompe qui.
Un abbraccio ai 215 elettori che hanno scelto il mio nome e ai moltissimi che hanno reso questa campagna possibile.
I miei migliori auguri di buon lavoro al prossimo Rettore della nostra Università.
A presto. Luigi Raffo
———————————-
LA SFIDA CONTINUA PER…
- MARIA DEL ZOMPO, oggi 64 anni, nel 2021 70.
- GIACOMO CAO, oggi 54 anni, nel 2021 60.
- PAOLA PIRAS, oggi 58 anni, nel 2021 64.
Sharing community tour
Venerdì 13 Marzo, dalle 11 alle 13, nell’aula magna del corpo aggiunto della Facoltà di Studi Umanistici, il corso di laurea in scienze della comunicazione ospita la seconda tappa dell’iniziativa “Sharing community tour”. Dopo il grande successo all’università di Bari, arriva anche a Cagliari il talk show itinerante promosso da myG21 per avvicinare i giovani al mondo e alle opportunità della sharing economy. Sono 6 in tutto le università interessate dal tour ().
L’incontro di Cagliari prevede la partecipazione di opinionisti di rilievo del mondo dell’innovazione, come Michelangelo Tagliaferri, Fondatore di Accademia di Comunicazione, il General Manager e Vicepresidente di myG21 Salvatore Loffredo, il produttore Francesco Facchinetti e Marta Mainieri, blogger e autrice di “Collaboriamo” che ci guiderà a conoscere i casi di successo italiani.
A moderare il talk, il giornalista Piero Muscari, fondatore di Eccellenzeitaliane.tv. – La pagina fb dell’evento – segue –
Oggi 12 marzo 2015, giovedì, giobia
Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Terra, Lavoro, Pace, Solidarietà, a Serdiana, La Collina venerdì 13 marzo.. Oggi GramsciLab, alle 17.30 all’Università.
———————————————————————————–
———————————
Oggi alle ore 17.30
Aula Anfiteatro Facoltà Giurisprudenza, Cagliari
Il GramsciLab presenta il documentario:
Antonio Gramsci – Pensatore e rivoluzionario
Il film, in due dvd, penetra nell’opera ricca ed appassionante del pensatore e dell’uomo politico. Risale alle fonti del suo pensiero e presenta in modo approfondito quei concetti gramsciani (egemonia, blocco storico, Stato integrale, rivoluzione passiva…) che sono ancora, ovunque nel mondo, uno strumento privilegiato di trasformazione della società. Perché in Gramsci, l’azione e il pensiero non possono essere separati. Azione e pensiero sono inestricabilmente legati. La pagina fb dell’evento.
Università della Sardegna – Elezione nuovo Rettore dell’Università di Cagliari. Sono rimasti quattro contendenti: Maria Del Zompo in fuga, gli altri tre all’inseguimento. Verso il 20 marzo… Intanto i candidati più giovani si proiettano anche verso il prossimo mandato, tra sei anni.
- MARIA DEL ZOMPO, oggi 64 anni, nel 2021 70.
- LUGI RAFFO, oggi 50 anni, nel 2021 56.
- GIACOMO CAO, oggi 54 anni, nel 2021 60.
- PAOLA PIRAS, oggi 58 anni, nel 2021 64.
———————————————–
IL DILEMMA DEGLI INSEGUITORI DI MARIA DEL ZOMPO
Un pensiero che potrebbe frullare nella testa degli inseguitori: tra sei anni i professori Cao, Raffo e la professoressa Piras potranno eventualmente presentare la propria candidatura alla carica di Rettore, in quanto in grado di completare il mandato del sessennio prima del collocamento a riposo. Ovviamente nel caso di non elezione a Rettore nella presente tornata. Ora nella scelta se ritirarsi o insistere potrebbe pesare questo dilemma: quanto capitalizzo ai fini di una proposizione di candidatura tra sei anni in caso di rinuncia odierna, con la possibilità di richiedere oggi compensazioni in termini di incarichi (pro rettore, delegato, etc) o, al contrario, in caso di confronto nel proseguo della sfida elettorale, quanto capitalizzo rispetto alla possibilità di rappresentare una credibile alternativa tra sei anni? Sulla base di questo ragionamento, siamo sicuri che il prof.Cao non si ritirerà, mentre il dubbio assalirà gli altri due contendenti (Raffo e Piras). E’ in ogni caso chiaro che qualunque sia la scelta dei nominati docenti, dovrà essere rispettata e apprezzata come esercizio di democrazia.
Miracolooooo!
Berlusconi è innocente. Lo ha accertato le legge, punto e basta. Non si serviva di prostituzione minorile, non ha pagato una quarantina di prostitute (alcune minorenni) per farle tacere in tribunale. Niente di tutto questo. I giudici dei processi precedenti si devono essere sbagliati e dovrebbero pagare i danni morali e materiali al povero ex cavaliere. Perché ex poi, se è innocente che ritorni pure cavaliere. Lo ha accertato la legge, punto e basta. Fatevene una ragione. Dicevate che per assolverlo sarebbe servito un miracolo, bene, il miracolo c’è stato. D’altra parte non è la prima volta che il Nazareno fa miracoli, se non li fa lui!
con gli occhiali di Piero…
L’ITALIA VA VELOCE
Tagliate da un mese all’altro pensioni di lavoro e pensioni Sociali. Sento dire che l’Italia va veloce. Verso il baratro.
————————————-
PROVERBIO SARDO
A proposito di processi e di innocenza.
Si dice a Cagliari: chini tenit dinai risultat innozenti.
(Chi tiene denari risulta innocente)
————————————-