Monthly Archives: marzo 2015
i Misteri custoditi dagli Artieri
Oggi si è svolta la processione dei Misteri, quelli custoditi dai gesuiti della Chiesa di San Michele e dalla Congregazione degli Artieri.
Abbiamo visto le 5 statue lignee dei Misteri attribuite al Lonis e ci chiediamo: stante la loro preziosità, non sarebbe opportuno che se ne facesse copia per le processioni e che gli originali fossero custoditi in musei o altri luoghi adeguati aperti permanentemente al pubblico?
in Chida Santa
Cristo in croce, di El Greco (Dominikos Theotokopoulos, Candia 1541- Toledo 1614). Questo splendido dipinto, praticamente sconosciuto ai più, si trova in una collezione privata. Alla potenza scultorea del corpo, quasi michelangiolesca, si accompagna uno sfondo visionario, quasi da “romantico” ante litteram. Veramente sublime.
Nel dipinto di Filippo Figari il programma dell’Università della Sardegna
Dipinto di Filippo Figari, Sardegna Industre, 1925, olio su tela, aula magna dell’Università di Cagliari (Università della Sardegna).
Sardegna Industre simboleggia “il benessere che reca lo studio delle scienze in pro dell’agricoltura e dell’industria della Sardegna. In primo piano, a sinistra un gruppo di donne in costume che significano la prosperità della terra e proteggono la nuova generazione; a destra, lavoratori della terra, del mare, delle officine; al centro la Sardegna Universitaria che regge la bandiera sarda dei quattro mori, ed ha a sinistra l’abbondanza e a destra l’Industria che frena i cavalli” (R. Carta Raspi, 1929).
in Chida Santa
Cristo in croce, di Donatello 1406/1408 (S.Croce, Firenze). E’ uno dei capolavori della scultura del ’400 ( di proporzioni notevoli: alto 1,80 e largo 1,75) ed è noto l’aneddoto che lo riguarda: avendo richiesto un parere all’amico Brunelleschi, Donatello si sentì dire: “Tu hai messo in croce un contadino, non Gesù Cristo che era molto più bello…”. Il Brunelleschi, umanisticamente convinto della necessità di riproporre le proporzioni degli antichi e una visione più ideale del corpo, soprattutto in relazione alla figura di Gesù, aveva stigmatizzato il realismo “popolare” dell’amico Donatello, per i quale invece, la bellezza non è astratta ma reale e concreta. Tra l’altro il suo realismo popolare ben si accordava alla committenza francescana dell’opera.
Dettaglio: Cristo ha le braccia snodabili per poter essere deposto e portato in processione nella settimana santa
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- Un approfondimento religioso di Enzo Bianchi, proposto sul sito della Fondazione Sardinia.
con gli occhiali di Piero…
Oggi martedì, martis, 31 marzo, marzu, 2015
Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Il diritto del lavoro raccontato con il cinema. >.- I riti della Settimana Santa a Cagliari.
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Oggi martedì 31 marzo 2015
Processione dei Misteri
- Se partecipate ai riti della Settimana Santa che si svolgono nel centro storico di Cagliari, anche a parte di essi, soffermatevi ad ammirare le statue lignee dello scultore sardo Giuseppe Antonio Lonis. Questo artista, nativo di Senorbì e inurbato cagliaritano, è stato il più grande della sua specialità del 700 sardo, ma è tuttora poco studiato e conosciuto. Colpevole di questa dimenticanza soprattutto la città di Cagliari (Sindaco e consiglieri innanzitutto) e l’Università. La nostra news è intervenuta diverse volte sull’argomento, parlando attraverso la voce del compianto prof. Antonio Romagnino. Dobbiamo correre ai ripari, promuovere studi e iniziative che valorizzino l’opera di Giuseppe Antonio Lonis.
Verso il primo maggio sardo. Efis martiri gloriosu
di Antonio Dessì
Cagliari, 1° MAGGIO. SANT’EFIS.
Eroe e santo in servizio permanente effettivo (con una novità bibliografica in tema di limba).
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Oggi lunedì, lunis, 30 marzo, marzu, 2015
L’ultimo saluto a Giorgio Melis. I funerali di Giorgio Melis si svolgeranno a Cagliari oggi, lunedì 30 marzo, alle 16, nella chiesa del SS Crocifisso in via Zagabria
Il ricordo
di Giovanni Maria Bellu, su SardiniaPost
Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Il diritto del lavoro raccontato con il cinema.- I riti della Settimana Santa a Cagliari.
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Salviamoci Sardegna!
La Sardegna si salva tutta o non si salva – Un futuro produttivo e l’estinzione già in corso
di Enrico Lobina *
In consiglio comunale, a Cagliari, capita, anche nelle parole del Sindaco, di sentire frasi come: “dobbiamo chiedere alla regione ciò che ci spetta, e cambiare le regole del Fondo Unico degli Enti Locali”, “in Italia hanno fatto una legge per Roma capitale e per noi niente”, “noi smaltiamo i rifiuti di tutta l’area vasta, e dobbiamo chiedere una compensazione”.
Anche se ci fosse del vero, ed in qualche caso c’è, mi stupisce la pochezza del ragionamento. I temi dell’inurbamento, dello spopolamento, della Sardegna come ciambella (popolata sulle coste, vuota all’interno) non si possono affrontare così.
La Sardegna si salva tutta o non si salva. O la classe dirigente, a partire da quella della capitale, si pone il problema del futuro dell’isola, oppure i prossimi cambiamenti istituzionali (abolizione delle province, accentramento a Cagliari in seguito ai tagli romani, riforma degli enti locali) produrranno solamente un po’ di risentimento, che non porterà, nel medio periodo, a nulla neanche a Cagliari.
Cagliari e la sua area metropolitana o ragionano di tutta la Sardegna o non si salvano, anche se metà dei sardi si trasferisse a vivere qua, nell’area urbana del sud.
Ma bisogna ancor di più allargare lo sguardo. O le città sarde (Cagliari, Sassari, Oristano, Nuoro ed Olbia) ragionano complessivamente e insieme su se stesse, con leale spirito di collaborazione, ed ognuna si ritaglia un ruolo, oppure qualcuna persisterà con più forza nel proprio declino, e le altre seguiranno qualche decennio dopo.
L’area metropolitana di Cagliari potrebbe essere, se nasce con un profilo alto, un bel contrappeso alla regione e contribuire alla rinascita economica, sociale e culturale di un progetto per la Sardegna.
Lo spopolamento dei paesi, drammatico ed inevitabile, può essere combattuto con fortissime politiche anticicliche. Attualmente non se ne vedono all’orizzonte.
Dalla fine del 2010 il comune di Sadali ha istituito tre misure di incentivazione:
- un bonus bebè di 200 € mensili per 24 mesi da erogare ai genitori (con almeno uno dei genitori con residenza a Sadali) di bambini iscritti al registro anagrafico del comune di Sadali;
- Un bonus famiglia di 200 € mensili per 24 mesi da erogare a chi trasferisce la residenza da un Comune con popolazione superiore a 3 mila abitanti a Sadali;
- Un bonus scuola di 200 € mensili per 24 mesi da erogare ai genitori dei bambini iscritti a scuola.
Il bonus consiste in un “ticket nominativo” attraverso il quale il beneficiario può acquistare, presso gli esercenti convenzionati, beni e servizi necessari per una vita dignitosa.
Dopo 20 anni di saldi negativi, negli anni 2011, 2012 e 2013 si registra un aumento complessivo della popolazione del 4% grazie all’aumento di residenti.
I nuovi residenti sono giovani, istruiti, propensi a riscoprire e svolgere, come lavoro, i mestieri tradizionali e in particolare quelli legati alla coltivazione e allevamento, quasi sempre con figli.
A Sadali non tutti sono felici di queste politiche, ma è un inizio.
In Emilia-Romagna, Calabria, ma anche Galles e Finlandia, e per la verità in altre realtà della Sardegna, si prova, quasi in maniera artigianale, a designare politiche contro lo spopolamento davvero efficaci e forti, concrete.
La politica regionale, al contrario, non va oltre la normale amministrazione di politiche già esistenti, che finora non hanno dato alcun risultato. Il gruppo consiliare regionale di Sardegna Vera, recentemente, ha proposto un emendamento alla proposta di legge sull’edilizia, attualmente in discussione in aula, che prevede che, nel caso un fabbricato di un’area rurale sia in stato di degrado, mediante il Comune si arrivi alla riqualificazione dello stesso da parte di un privato che lo acquista ad un prezzo simbolico.
Si tratta di mettere a sistema politiche che, ritagliate sulle esigenze di ogni singola comunità, vadano tutte nella stessa direzione: salvare dall’estinzione i sardi e ridare forza produttiva alla Sardegna.
Da questo punto di vista, segnalo come il Comune di Cagliar spenda, quasi fosse un bancomat, milioni di euro in sussidi sociali che non provocano nessun incentivo alla riqualificazione produttiva e all’emancipazione in chi li riceve. Al contrario, si abitua una piccola e povera casta all’assistenzialismo.
Se quelle stesse risorse, di concerto con altri comuni e con attività di accompagnamento pubbliche, fossero spese per garantire una emancipazione personale ed uno sviluppo produttivo guidato da quei nuclei familiari, non avremmo fatto un enorme passo in avanti?
Lavorare per una comunità produttiva, libera e felice significa anche rigettare l’assistenzialismo, senza mai lasciare indietro nessuno.
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* L’articolo di Enrico Lobina viene pubblicato anche sui siti di FondazioneSardinia, Vitobiolchini, Tramasdeamistade, Madrigopolis, Sportello Formaparis, Tottusinpari e sui blog EnricoLobina e RobertoSerra, SardegnaSoprattutto.
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Il Fuoco della Conoscenza (olio su tela, 1925)
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Nel primo riquadro: dipinto di Pietro Tinu
E’ morto Giorgio Melis, giornalista sardo
Ci rattrista molto la morte di Giorgio Melis, grande giornalista sardo per il quale la professione era una missione permanente, per tutta la vita, al di là della meritata pensione. Una voce critica di cui in ogni tempo e in ogni luogo e – per noi, soprattutto oggi e in Sardegna – si ha bisogno come il pane. Per questo ci mancherà. Condoglianze e vicinanza alla sua famiglia e a tutti i suoi amici e estimatori. Riteniamo giusto commemorarlo riportando i servizi su di lui del quotidiano online SardegnaPost, con il quale collaborava e che ha condiviso l’ultimo suo impegno di giornalista.
E’ morto Giorgio Melis, una vita per il giornalismo
29 marzo 2015 su SardiniaPost
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in Chida Santa…
L’Ultima Cena (Ricostruzione e “reintegro” al computer dell’Ultima Cena di Leonardo).
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Il Bacio di Giuda del Caravaggio: Oggi conservato al Museo di Dublino, si trovava presso la Casa dei Gesuiti nella stessa città. Una versione analoga si trova ad Odessa. Fu eseguito dal Caravaggio nei primissimi anni del 1600. I due visi, del Cristo e di Giuda, inquadrati dal mantello rosso, sono accostati: il primo, molto bello, esprime una triste rassegnazione, dolore e sconforto per il tradimento. Quello di Giuda, per metà in ombra, una sorda determinazione, accentuata dal corrugamento della fronte. A sinistra, Giovanni leva le braccia al cielo manifestando la sua disperazione. In primo piano gli sgherri, con armature contemporanee che premono verso sinistra, quasi “inghiottiti” dal buio; a destra, infine, la bella figura di un giovane che solleva la lampada per “far lume” nel buio della notte e che mostra la volontà di conoscere e capire il significato e il mistero di quel che accade.
Oggi domenica, dominigu, 29 marzo 2015 – Scatta l’ora legale
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Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Il diritto del lavoro raccontato con il cinema. – I riti della Settimana Santa a Cagliari.
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semusu intrendi in Chida Santa…
L’ombra della morte, di William Holman Hunt (1827-1910) - Pittore Preraffaellita, molto stimato da John Ruskin che commentò pubblicamente le sue opere, era animato da una profonda religiosità (che lo portò anche a recarsi per due volte in Terra Santa, alla ricerca di ispirazione per i suoi quadri). In questo dipinto che non piacque alla Critica del tempo (mentre ebbe un grande successo popolare), Gesù dopo una giornata di lavoro, nella sua bottega di falegname, solleva le braccia al cielo in un gesto di ringraziamento. Però la sua ombra proiettata sulla parete, fa trasalire Maria, intenta a riordinare una cassapanca dove, tra l’altro, vi sono i doni dei Re Magi: inevitabilmente, infatti Maria vede in quell’ombra l’ombra della croce, di cui è consapevole.
semusu intrendi in Chida Santa…
Ecce Homo: Il Caravaggio (1571-1610). Secondo le fonti, Massimo Massimi, cardinale della Curia Romana commissionò a tre artisti lo stesso tema. I tre erano il Caravaggio, il Cigoli e il Passignano. Il cardinale scelse quello del Cigoli, giudicandolo più aderente alle fonti dei Vangeli. Gesù, incoronato di spine, con le mani legate, tiene la canna mentre lo sgherro, che lo schernisce, gli mette il mantello sulle spalle. Pilato, in vesti contemporanee, lo mostra alla folla: Ecce Homo.