Monthly Archives: febbraio 2015
Oggi mercoledì 11 febbraio 2015
Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Corso di formazione per i giornalisti della Sardegna. – Corriamo insieme… liberi dal dolore Karalis30
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guarda guarda cosa ti trovo in Svizzera
La notizia su Il Fatto quotidiano. Ritrovato quadro di inestimabile valore di Leonardo da Vinci nel caveau di una banca svizzera: http://bit.ly/1KIoClt (VIDEO)
Il commento di Licia Lisei
Sembrerebbe, a occhio, più un’opera di scuola leonardesca che un originale. E’ vero che questo dipinto riprende il famoso disegno del Maestro che ritrae Isabella d’Este, fatto a Mantova, dopo la fuga da Milano del 1499. Non si hanno notizie certe se, in un secondo momento, Leonardo abbia davvero realizzato il ritratto. Sempre a occhio, mi sembra che il contrasto luce-ombra sul viso della donna sia più vicino al tradizionale chiaroscuro che allo “sfumato” (la “poetica” di Leonardo in pittura che supera la concezione chiaroscurale della tradizione). Inoltre il ramoscello che la donna tiene, sulla sinistra, è troppo rigido e convenzionale e non corrispondente allo studio della natura e delle specie vegetali fatta dal Maestro. Leonardo in quel tempo aveva già realizzato un magnifico ritratto di donna: la dama dell’ermellino, oggi a Cracovia che risulta decisamente superiore per tecnica e postura della figura. (licialisei fb)
in giro con la lampada di aladin… sulla comunicazione
- Mattinale anticipato, di Tonino Dessì. “Mi domando perchè le ultime due esperienze di governo regionale di centrosinistra in Sardegna abbiano sofferto e soffrano di difetti così disastrosi nella comunicazione della propria immagine… occorrerebbe pensare e comunicare in termini di New Deal, per chi ancora non voglia consegnare l’Isola a nuove scorribande”.
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futurismo
Il molo e il cavallo bianco. (Mario Sironi, Sassari 1885-Milano 1961). La fabbrica e le ciminiere; le periferie urbane e i palazzi condominiali; le zone portuali, i tram e gli autocarri… sono gli elementi-base della poetica di questo grande interprete delle inquietudini esistenziali e della cultura del ’900. Certo, il cavallo bianco sembrerebbe una “concessione” al sentimento tardo-romantico; faccio però notare che il cavallo è l’animale preferito dalla pittura futurista che lo rappresenta come metafora dell’energia, della potenza e della velocità.
- Periferia con autocarro e tram di Mario Sironi.
Oggi martedì 10 febbraio 2015
Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: M’illumino di meno.
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Dottore in Fotocopie!
Alma Mater di Bologna, al via i corsi di laurea in Fotocopie
by Redazione ROARS
Scritto il 07-02-2015
È stato presentato questa mattina, durante una conferenza stampa tenutasi nell’Aula Magna di Santa Lucia, il primo corso di laurea in Fotocopie in Italia. Scienze della Copisteria – questo il nome del corso – insegnerà a fare fotocopie e scansioni, stampare file di diversi formati e, ha dichiarato con soddisfazione il magnifico rettore Ivano Dionigi: “Ci sarà anche uno specifico insegnamento che formerà i ragazzi del terzo millennio nella millenaria tradizione della copia amanuense”, senza trascurare l’uso della carta copiativa, che, come ha ricordato il prof. S. Procopio, ordinario di Storia della Cartocancelleria, ha avuto un ruolo fondamentale negli anni del boom economico italiano.
“Quella dell’addetto alle fotocopie – spiega Dionigi – è una figura professionale che negli ultimi vent’anni ha visto un vero e proprio boom nelle richieste di assunzione, anche se caratterizzate da un turnover eccessivamente veloce”. La causa, secondo uno studio della stessa Alma Mater, sarebbe la mancanza di un’adeguata formazione: le persone che oggi ricoprono questo ruolo nelle aziende e negli uffici in tutta Italia sono quasi sempre ragazzi impreparati, che hanno studiato ben altro e hanno solo un’esperienza rudimentale nel campo, maturata fotocopiando alla buona libri di testo per gli esami invece di comprarli.
L’iniziativa ha riscosso il plauso unanime degli imprenditori presenti alla conferenza stampa, ormai esasperati perché da troppi anni, di sei mesi in sei mesi, sono costretti a mandare a casa giovani inesperti e prenderne altri ugualmente inesperti. “Finalmente l’università va incontro alle esigenze del mercato del lavoro”, commenta il MIUR in una nota all’agenzia Dire.
Il corso di laurea in Scienze della Copisteria sarà attivo a partire dal prossimo anno accademico 2015/2016, ma le preiscrizioni sono state aperte già oggi, in conclusione della conferenza stampa. Davanti alla porta del Dipartimento di Matematica – le cui aule ormai abbandonate saranno destinate a questo nuovo corso – la fila di ragazzi con il modulo di iscrizione in mano è almeno tre volte più lunga di quella che c’era davanti all’Apple Store di via Rizzoli in occasione dell’uscita dell’iPhone 5. La coda è destinata a triplicarsi tra oggi e domani, quando inizieranno ad arrivare in stazione i treni dalla Puglia e dalla Calabria, penalizzati da un lieve ritardo di 24 ore. “Se il corso darà i risultati attesi – ha dichiarato il rettore in conclusione della conferenza stampa – non è escluso che in futuro si possa pensare anche a una laurea in Torrefazione, Miscela e Preparazione del Caffè Aziendale”.
Rocco Fellucci
da Lercio
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Giuseppe De Nicolao 8 febbraio 2015 at 14:08
Per chi non conosce Lercio e difetta di senso dell’umorismo, prima che accusi la redazione di pubblicare notizie false e ingiuriose – o quasi – specifico che è un (geniale) pezzo satirico del blog http://www.lercio.it che è specializzato in questo genere di “notizie”. Mi dispiace svelare lo scherzo ma, per quanto incredibile, sappiamo per esperienza che qualcuno scambierebbe la notizia per vera e ci accuserebbe di aver voluto diffamare l’ateneo bolognese.
SARDEGNA come l’ALABAMA
In questi primi giorni di febbraio sono impegnato a scrivere la riduzione teatrale del libro di Bainzu Piliu “Cella n.21”.
In esso Bainzu tratta della sua biografia con particolare riferimento al suo impegno sardista e indipendentista, ciò che gli costò un periodo di carcere a Cagliari e a Sassari, appunto (singolare coincidenza) sempre nella cella n.21.
In questi stessi giorni di grande plauso per l’elezione del nuovo Presidente della Repubblica, ho sotto gli occhi il passo in cui Bainzu narra dell’incontro a Sassari dei sindaci della provincia con Sandro Pertini, al quale egli partecipò in quanto sindaco di Bulzi. Andò all’incontro indossando il costume del paese, senza la fascia tricolore.
Davanti a Pertini, per la rapida stretta di mano concessa dal cerimoniale, si fermò, salutò il “compagno Presidente” e consegnò nelle sue mani una lettera che parlava di emigrati, di servitù militari, di centomila disoccupati, di trasporti carenti, di industrie da rapina. Correva l’anno 1982. - segue -
Arte è Cultura
Qualcosa di classico? Apollo e la Sibilla Cumana di Gian Domenicvo Cerrini (Perugia 1609-Roma 1681).
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Meglio farsi una dormitina con un amico… Abbott Handerson Thayer (1877).
con gli occhiali di Piero…
- Un anno fa, il 9 febbraio 2014, su Aladinpensiero. Nello stesso giorno: un pensiero di Leo Valiani.
#civuolecoerenza!
di Vanni Tola
“Mille nuove scuole in mille giorni”. Era l’ennesima bugia dell’ “Udinì” della politica, un uomo che alle bugie che racconta non crede neppure lui tanto che, alle volte, gli scappa un sorrisetto beffardo dopo che ha raccontato l’ennesima frottola. Durante la scorsa estate il suo governo avrebbe avviato tutti i lavori necessari per la messa in sicurezza delle scuole e a Settembre gli alunni sarebbero entrati in aule sicure, rinnovate e, perfino, belle. Non è accaduto niente, i soffitti delle aule continuano a crollare (vedi scientifico di Sassari e altre scuole). Acqua passata, perché parlarne ancora. Ora il pifferaio suona un’altra musica. L’Expo di Milano, l’anno Felix dell’Italia, e molti italiani sembrano ancora credergli mentre altri attendono che un altro Messia, l’otto marzo, scenda in campo con l’ennesimo codazzo di giocolieri, nani e ballerine per cambiare l’Italia. Dio, se ci sei… batti un colpo, anzi due.
La politica renziana della non coerenza
di Raffaele Deidda
“Se uno cambia partito deve andare a casa per rispetto degli elettori”. L’aveva detto, con enfasi, Matteo Renzi in una trasmissione di Porta a porta del 2013, prima di diventare segretario del Pd e presidente del Consiglio. Si riferiva al vincolo di mandato escluso dall’art. 67 della Costituzione, utilizzato a piene mani dai parlamentari che passano da un partito politico all’altro. Eppure lo spirito dell’art. 67 è ben altro e va contestualizzato con la fine del fascismo.
Specificamente, l’articolo non intendeva dire che un parlamentare una volta eletto può fare quello che gli pare, ma determinava un meccanismo di sicurezza per non rendere i parlamentari dipendenti e sottomessi al leader del loro partito o al capo del Governo, in caso di “deriva” autoritaria da parte di questi.
Non é l’unica frase celebre di Renzi, forse è una delle più datate. Ve ne sono altre, più note e di grande effetto mediatico, quali: “Mai al governo senza voto” – “Mai al governo con Berlusconi” – “Enrico stai sereno”. Anche chi non segue con l’attenzione dell’osservatore le vicende italiane sa benissimo quali sviluppi abbiano avuto queste solenni dichiarazioni. Contro i “voltagabbana”, individuati in particolare in Sergio Cofferati, si sono recentemente scatenati i politici di fede renziana che hanno utilizzato i social network per lanciare durissimi proclami del tipo: “Cofferati lascia il Pd? Se è così si dimetta da parlamentare europeo, i voti che ha preso sono del Pd”, accompagnati dall’hashtag #civuolecoerenza! Per rendere più enfatici i messaggi è mancato solo il termine usato dal Comandante De Falco per sollecitare Schettino a tornare a bordo della Costa Concordia.
Accade ora che otto parlamentari di Scelta Civica abbiano deciso di passare al Pd, avendo accolto l’invito di Renzi per “un percorso e un approdo comuni”. In quel percorso e in quell’approdo non c’è spazio per le invettive e il monito “Se uno cambia partito deve andare a casa per rispetto degli elettori!” per Renzi non vale più. Al bando questi inutili moralismi! Che invece vengono evidenziati dal sottosegretario all’Economia Zanetti: “Entrare nel Pd solo perché Renzi chiama senza nessun tipo di progetto preciso e di cambio di linea equivale a rispondere a una chiamata di potere e di volontà di mantenere lo scranno parlamentare”.
Può essere una scusante il fatto che il trasformismo è sempre esistito nella politica italiana e sono centinaia i casi di parlamentari che hanno “trasfugato”? Forse a Renzi e ai suoi sostenitori poco importa, ma chi si ostina a coltivare un’idea di politica corretta e coerente nelle idealità e nelle azioni fa fatica ad accettare l’idea che la politica intesa come arena del cinismo e dell’opportunismo non sia appannaggio solo di quel vituperato centro destra a forte caratterizzazione berlusconiana, ma anche di un partito che continua a dichiararsi di sinistra.
Fa fatica anche ad accettare il fatto che il Pd abbia respinto la richiesta di autorizzazione a procedere contro il senatore della Lega Calderoli che aveva dato dell’orango a Cecile Kyenge, facendo immaginare alla ex ministra il sussistere di vergognosi calcoli elettorali. Fanno fatica i democratici sardi, iscritti al Pd e no, ad accettare che sia stato il sardo Giuseppe Cucca, capogruppo Pd nella Giunta delle elezioni e immunità parlamentari, a dichiarare che “La Giunta delle immunità ha ritenuto che la fattispecie dell’istigazione all’odio razziale non sussistesse”.
Lo stesso Cucca, già componente del gruppo di dissidenti del Pd contrari alla nuova legge elettorale in quanto “Fatta con Belusconi anziché con il Pd e il centrosinistra”, poi coerentemente allineato nel voto a favore dell’Italicum. Si potrà forse obiettare che si tratta di questioni secondarie, insignificanti rispetto ai “veri” problemi del Paese che il Governo Renzi affronta con grande determinazione ed efficacia (?).
L’assenza di coerenza fra enunciazioni ed azioni porta però a riflettere su come Enrico Berlinguer avesse ragione nel dire a proposito dell’allora presidente del Consiglio: “La cosa che mi preoccupa in Craxi è che certe volte mi sembra che pensi soltanto al potere per il potere”. Per questo, caro Renzi, non siamo affatto sereni
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By sardegnasoprattutto/ 8 febbraio 2015/ Società & Politica/
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Riflessioni domenicali e oltre
di Antonio Dessì
1) la Russia, anche se Putin non è simpatico. Hollande ha detto che se fallisce la mediazione in corso sull’Ucraina non ci sarà alternativa alla guerra. Una dichiarazione folle. Francia e Europa non sono affatto in buone mani.
2) la Grecia, nonostante Tsypras e Varoufakis siano al picco del gradimento femminile e molti di noi rosichino meschinamente. Rilevazioni empiriche riportate da molte fonti di informazione rivelano non solo che il nuovo Governo greco sta guadagnando consensi interni anche tra quelli che non hanno votato Syriza, ma che l’opinione pubblica occidentale maggioritariamente tifa per la piccola Grecia. Qualche ragione ci sarà.
3) il Papa. Bergoglio non si esprimerà come un raffinato teologo (e non so se questo sia un bene), ma è in sintonia con un mare di persone e di popoli, quando dice che il problema della fame nel mondo nasce dall’ingiustizia economica, da una speculazione finanziaria priva di scrupoli e dalla rapina delle risorse ambientali del pianeta a vantaggio di pochi. Poi dice che uno si butta … a sinistra.
4) il Governo italiano. Tralasciamo la “pugnalata nella schiena” ai cugini greci. Come nel 1940, anche allora a seguito dei soliti Tedeschi contro la Francia ormai in ginocchio, l’Italia si è fatta di nuovo conoscere nel mondo per il caldo sostegno dato a un Paese amico in grave difficoltà. La novità è invece che ieri abbiamo scoperto di avere un ministro dell’Agricoltura il quale, tomo tomo, cacchio cacchio, ha prospettato l’introduzione nella Costituzione della Repubblica del diritto all’alimentazione. Insomma del diritto a mangiare. Eppure se il Governo si impegnasse a promuovere il diritto al lavoro e quello a una retribuzione adeguata, che in Costituzione sono solennemente scolpiti, la gran parte della gente mangerebbe a sufficienza. Detto come lo dice Martina, sembra piuttosto che si voglia formalizzare il diritto alla carità: ma anche così sarebbe molto meno del dovere di solidarietà, che parimenti in Costituzione c’è già. Un altro cazzone. Scusate il termine.
5) noi tutti, in Sardegna, o almeno buona parte di noi. Non sono mai stato per l’abolizione delle Province. Sarebbero (state) lo strumento decisivo per far dimagrire l’elefantiasi burocratica della Regione, trasferendo molte funzioni amministrative e gestionali a un livello intermedio congruo. Eliminarle è del tutto conforme a un obiettivo centralistico e all’inesausta bulimia del ceto politico e burocratico regionale. (Intanto a Roma si pensa di fare altrettanto con le Regioni: altro tipo di bulimia, stavolta neo-ministerialista). Tuttavia, ora che la fesseria è fatta, non condivido neppure tutta la resistenza dei politici e degli amministratori locali alla prospettiva della gestione associata intercomunale di molti servizi. Non c’è ragione alcuna per non costruire e promuovere un processo che non sarebbe solo di collaborazione tra istituzioni, ma anche di solidarietà consapevole e di senso civico diffuso tra comunità limitrofe, molto più avanzato dello sbando attuale in cui si versa sotto tanti campanili.
6) il grigio ragionierismo della Regione, ma anche le giaculatorie ipocrite e strumentali. In una situazione di calo demografico e di spopolamento, assicurare organizzativamente un adeguato livello di istruzione alle nuove generazioni resta la priorità delle priorità e non si può farlo difendendo l’esistenza in ogni paese di scuole ridotte a poche pluriclassi. Ignorare questa priorità evocando la felicità dei tempi passati è un esercizio retorico poco convincente. Strumentalizzare le resistenze a scopi politici non è solo meschino: è criminale. Anche per questo servizio di straordinaria essenzialità vale la pena di pensare a forme organizzative associate e alla condivisione di responsabilità fra comunità vicine. Non c’è proprio alcuna perdita nel frequentare le scuole insieme a compagni di paesi confinanti, tra i quali le affinità, come anche le differenze, sono una ricchezza da condividere, che può compensare ampiamente qualche sacrificio materiale in termini di mobilità. Certo, operazioni di questa portata richiederebbero modalità di coinvolgimento e persino di comunicazione tali da dar loro quell’anima di consapevolezza epocale che dovrebbe accompagnarle. Nascono invece morte, se vissute come conseguenza di un’impotenza progettuale, rivestita appena da ragionamenti finanziari dei quali, onestamente, siamo arcistufi e sui quali non immotivatamente siamo diffidenti.
7) Chiudo. E passo.
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da fb
Oggi lunedì 9 febbraio 2015
Gli eventi di oggi segnalati da Aladinpensiero sul blog Aladinews agorà. PUNT ‘E BILLETTU: Cagliari Lunedì 9 febbraio 2015 ore 16:00. “Alla ricerca della storia perduta”: La trilogia giudicale di Vindice Lecis. Sala Convegni Fondazione Banco di Sardegna, organizzato dalla Fondazione Ambiente Italiano.
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Riflessioni domenicali
di Antonio Dessì
1) la Russia, anche se Putin non è simpatico. Hollande ha detto che se fallisce la mediazione in corso sull’Ucraina non ci sarà alternativa alla guerra. Una dichiarazione folle. Francia e Europa non sono affatto in buone mani.
2) la Grecia, nonostante Tsypras e Varoufakis siano al picco del gradimento femminile e molti di noi rosichino meschinamente. Rilevazioni empiriche riportate da molte fonti di informazione rivelano non solo che il nuovo Governo greco sta guadagnando consensi interni anche tra quelli che non hanno votato Syriza, ma che l’opinione pubblica occidentale maggioritariamente tifa per la piccola Grecia. Qualche ragione ci sarà.
3) il Papa. Bergoglio non si esprimerà come un raffinato teologo (e non so se questo sia un bene), ma è in sintonia con un mare di persone e di popoli, quando dice che il problema della fame nel mondo nasce dall’ingiustizia economica, da una speculazione finanziaria priva di scrupoli e dalla rapina delle risorse ambientali del pianeta a vantaggio di pochi. Poi dice che uno si butta … a sinistra.
4) il Governo italiano. Tralasciamo la “pugnalata nella schiena” ai cugini greci. Come nel 1940, anche allora a seguito dei soliti Tedeschi contro la Francia ormai in ginocchio, l’Italia si è fatta di nuovo conoscere nel mondo per il caldo sostegno dato a un Paese amico in grave difficoltà. La novità è invece che ieri abbiamo scoperto di avere un ministro dell’Agricoltura il quale, tomo tomo, cacchio cacchio, ha prospettato l’introduzione nella Costituzione della Repubblica del diritto all’alimentazione. Insomma del diritto a mangiare. Eppure se il Governo si impegnasse a promuovere il diritto al lavoro e quello a una retribuzione adeguata, che in Costituzione sono solennemente scolpiti, la gran parte della gente mangerebbe a sufficienza. Detto come lo dice Martina, sembra piuttosto che si voglia formalizzare il diritto alla carità: ma anche cosi’ sarebbe molto meno del dovere di solidarietà, che parimenti in Costituzione c’è già. Un altro cazzone. Scusate il termine.
5) noi tutti, in Sardegna, o almeno buona parte di noi. Non sono mai stato per l’abolizione delle Province. Sarebbero (state) lo strumento decisivo per far dimagrire l’elefantiasi burocratica della Regione, trasferendo molte funzioni amministrative e gestionali a un livello intermedio congruo. Eliminarle è del tutto conforme a un obiettivo centralistico e all’inesausta bulimia del ceto politico e burocratico regionale. (Intanto a Roma si pensa di fare altrettanto con le Regioni: altro tipo di bulimia, stavolta neo-ministerialista). Tuttavia, ora che la fesseria è fatta, non condivido neppure tutta la resistenza dei politici e degli amministratori locali alla prospettiva della gestione associata intercomunale di molti servizi. Non c’e’ ragione alcuna per non costruire e promuovere un processo che non sarebbe solo di collaborazione tra istituzioni, ma anche di solidarietà consapevole e di senso civico diffuso tra comunita’ limitrofe, molto più avanzato dello sbando attuale in cui si versa sotto tanti campanili.
6) il grigio ragionierismo della Regione, ma anche le giaculatorie ipocrite e strumentali. In una situazione di calo demografico e di spopolamento, assicurare organizzativamente un adeguato livello di istruzione alle nuove generazioni resta la priorità delle priorità e non si può farlo difendendo l’esistenza in ogni paese di scuole ridotte a poche pluriclassi. Ignorare questa priorità evocando la felicità dei tempi passati è un esercizio retorico poco convincente. Strumentalizzare le resistenze a scopi politici non è solo meschino: è criminale. Anche per questo servizio di straordinaria essenzialità vale la pena di pensare a forme organizzative associate e alla condivisione di responsabilità fra comunità vicine. Non c’è proprio alcuna perdita nel frequentare le scuole insieme a compagni di paesi confinanti, tra i quali le affinità, come anche le differenze, sono una ricchezza da condividere, che può compensare ampiamente qualche sacrificio materiale in termini di mobilità. Certo, operazioni di questa portata richiederebbero modalità di coinvolgimento e persino di comunicazione tali da dar loro quell’anima di consapevolezza epocale che dovrebbe accompagnarle. Nascono invece morte, se vissute come conseguenza di un’impotenza progettuale, rivestita appena da ragionamenti finanziari dei quali, onestamente, siamo arcistufi e sui quali non immotivatamente siamo diffidenti.
7) Chiudo. E passo.
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da fb
MICHELE COLUMBU. Ricordando un grande uomo e un amico
Ricordando un grande uomo e un amico
di Francesco Casula
MICHELE COLUMBU. Il leader sardista, il parlamentare, l’intellettuale, lo scrittore e l’affabulatore ironico.
Michele Columbu nasce a Ollolai l’8 febbraio 1914. Dopo gli studi medi e superiori a Nuoro, frequenta l’Università di Cagliari dove si laurea in Lettere classiche. Insegna nelle scuole medie, sempre a Nuoro. Partecipa alla seconda guerra mondiale come ufficiale di cavalleria sul fronte russo. - segue -
paesaggi urbani
Il fascino della contemporaneità: Paesaggio urbano con autocarro di Mario Sironi (Sassari 1885 – Milano 1961). La grandezza degli artisti si vede dalla loro capacità di dar valore alle cose minime e apparentemenente insignificanti. Si vede dalla capacità di cogliere la bellezza dove meno te lo aspetti: nelle periferie urbane e nelle ciminiere fumanti.
Paesaggio urbano. Mario Sironi (Sassari 1885- Milano 1961). Nessuno, meglio di lui, almeno in Italia, ha saputo cogliere la segreta poesia degli opifici industriali.
Nella solitudine del paesaggio urbano qualcuno, uno sconosciuto, attende, forse, l’arrivo del tram. Ci da’ le spalle, perchè il suo aspetto è irrilevante; è la sua solitudine anonima ad essere una icona della modernità. Come sono buie le finestre di Sironi e come accrescono questo senso di spaesamento e di sottile angoscia. (Mario Sironi, paesaggio urbano).