Monthly Archives: ottobre 2014
NOTIZIE UE. La Commissione europea adotta l’accordo di partenariato con l’Italia sull’uso dei fondi strutturali e di investimento 2014-2020
. La Commissione europea ha adottato un “accordo di partenariato” con l’Italia in cui si definisce la strategia per un uso ottimale dei Fondi strutturali e di investimento europei in tale paese. L’accordo odierno apre la via all’investimento di 32,2 miliardi di euro di finanziamenti totali a titolo della politica di coesione nel periodo 2014-2020 (a prezzi correnti, compresi i finanziamenti nel campo della cooperazione territoriale europea e lo stanziamento per l’iniziativa a favore dell’occupazione giovanile). L’Italia riceve inoltre 10,4 miliardi di euro per lo sviluppo rurale e 537,3 milioni di euro per il settore marittimo e della pesca. - SEGUE -
Abbassate i manganelli!
Roma – Cariche e manganellate contro i metalmeccanici. Dura protesta della CGIL e della Fiom. Il Governo invitato a fornire spiegazioni in aula. La ricostruzione dei fatti del Ministro degli Interni Alfano.
di Vanni Tola
Sulla base degli accertamenti e della documentazione in possesso del Ministero degli interni risulta evidente che i disordini sono stati fomentati da un gruppo di provocatori infiltratisi nel corteo pacifico dei metalmeccanici. Per non farsi riconoscere gli infiltrati hanno evitato accuratamente i soliti travestimenti (casco, passamontagna, bavaglio) ed hanno sfilato a volto scoperto e totalmente disarmati tanto da essere facilmente individuabili come manifestanti pacifici. Relativamente agli episodi di violenza il Ministero ha potuto accertare che i manganelli erano li, tranquilli, nelle mani dei poliziotti, quando i facinorosi si sono improvvisamente mossi in avanti. Procedendo all’indietro per indietreggiare, alcuni poliziotti sono inciampati e, per recuperare l’equilibrio, hanno istintivamente abbassato le mani dall’alto verso il basso andando cosi a colpire, per fatale combinazione, le teste di alcuni operai che si erano incautamente posizionati sotto i manganelli.
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Leopolda e reparti antisommossa sono la controparte
di Andrea Pubusa su Democraziaoggi
Che senso ha il pestaggio degli operai delle Acciaierie di Terni in lotta per la difesa del lavoro? Sicuramente ha il valore che sempre hanno avuto questa azioni: la repressione della protesta in difesa delle posizioni padronali. Ma qui con Renzi ha un valore più pregnate. Il segretario PD ha celebrato la Leopolda, liquidando come vecchiume (antigoriu, dicono i sardofoni) tutto ciò che è legato alle lotte operaie o è espressione del disagio sociale. Un imprenditore rampante, ospite d’onore, rincarava la dose ventilando l’opportunità di limitare il diritto di sciopero. “Visto che non lo capiscono da sé che è uno strunento del secolo scorso, imponiamoglielo per legge“, questo il succo del discorso. Tanto più che in contemporanea si svolgeva una grande manifestazione dei lavoratori a Roma, che, al di là dei singoli punti della piattaforma, esprimeva, nelle persone e negli slongans, il malessere profondo che attraversa la società italiana , in particolare, i ceti popolari. Ora, è chiaro che si può dissentire su questa o su quella posizione, ma maltrattare quella piazza come ha fatto Renzi e le ragazzotte/i che gli stanno attorno è un manifesto politico: Renzi è contro il mondo del lavoro. Di più e peggio: vuole nasconderne le difficoltà, le necessità della stragrande maggioranza del popolo italiano, aiutato in questo da TV e stampa di regime. La ragione è semplice: quella piazza romana, riempita dalla CGIL, è la faccia vera del Paese, senza quegli imbellettamenti che Renzi e i suoi mettono in campo per nasconderla. Per disegnarne un’altra, spensierata e protesa verso un mondo tutto nuovo, dove la sofferenza sociale è bandita, non è ammessa, benché drammaticamente presente e in estensione.
Molti si chiedono se il pestaggio di Roma è stato ordinato o è scoppiato per incapacità di gestire la piazza da parte degli apparati di polizia. Ma è una domanda oziosa e perfino idiota, perché un pestaggio di quella portata sotto gli occhi del mondo non è e non può essere da addebitare al destino. Al di là di come sono andate le cose nella catena di comando, il pestaggio è il rifiuto di Renzi della realtà così com’è. Una realtà di profonda crisi, di grandi difficoltà, che non tollera risposte in forma di barzellette, battute o frasi ad effetto. Richiede anzitutto una presa d’atto dei veri termini della crisi e poi richiede un’iniziativa seria e instancabile per unire le forze sane, prima di tutto quelle del lavoro, per rimettere nei binari giusti il Paese. Si è fatto così in tanti alri momenti difficili della vita nazionale. Sarebbe stato battuto il terrorismo delle BR senza una unità di fondo delle forze democratiche? Sarebbero state le BR isolate senza la mobilitazione ferma e capillare dei sindacati e dei lavoratori a partire dalle fabbriche? O non è vero che è lì che gli si è fatta terra bruciata? I pesci sono rimasti senza acqua. La sconfitta del terrorismo è stata politica, non militare. Bene, ora l’emergenza è diversa, ma è altrettanto grave, i pericoli per la democrazia sono perfino più seri perché l’attacco è meno rozzo e grossolano, le forze della reazione sono ampie e occupano gran parte delle istituzioni e degli organi di informazione. Ed allora la difesa della democrazia passa anzitutto per il rilancio dei diritti del lavoro, parte dalla piazza romana della CGIL e dalla lotta dei lavoratori di Terni. La Leopolda e i reparti antisommossa sono la controparte. Prima lo si capisce, meglio è.
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di Nicolò Migheli *
La storia non è mai stata maestra di nessuno. Tanto meno per questi giovani rottamatori che hanno scalato il PD come se fosse una qualsiasi azienda quotata in borsa, e di storia a scuola ne hanno studiato poca. Tutti i giorni ci dimostrano la non conoscenza dei fatti. Non sanno ad esempio che lo Statuto dei lavoratori venne scritto e portato in parlamento dal Partito Socialista Italiano, partito di sinistra fino a prova contraria.
Ieri i celerini del ministro di polizia Alfano -prossimo ad entrare nel PD – hanno manganellato duramente gli operai ternani che manifestavano per la chiusura di una delle più antiche fabbriche d’Italia. Dopo gli insulti che l’on. Picierno ha rivolto a Susanna Camusso, lo scrittore Giulio Cavalli ha definito la politica di Renzi come neopaninara. Cambiano gli oggetti caratterizzanti. Ieri piumini e scarpe da barca di note marche, oggi aggeggi telematici di moda. Il mutamento antropologico dell’ex partito della sinistra è compiuto.
Lo descrive molto bene Luciano Gallino sulla Repubblica dove contrappone la Leopolda a Piazza San Giovanni. I giovani di ceto medio alto che si beano delle parole antisciopero del finanziere di riferimento Serra e il popolo sempre più precario e disperato delle fabbriche chiuse, dei contratti di un giorno. Renzi annuncia che vuole la “disintermediazione di un corpo intermedio”, tradotta in parole povere la distruzione dei sindacati. È vero che in questi anni i sindacati confederali hanno fatto molti errori, ma se dovessero sparire ogni lavoratore si troverà a contrattare individualmente la propria posizione. È quel che accade già oggi a milioni di precari.
Invece però di agire perché questa stortura venga eliminata, ci si augura che così sia per tutti. Renzi annuncia che l’epoca del posto fisso è finita, lo dice con un sorriso compiaciuto, senza rendersi conto che un politico di sinistra non può dire cose che portano con sé carichi di angosce profonde senza proporre soluzioni. Un mio caro amico mi chiama e mi confessa di essere disorientato. “Come è – si chiede- che le uniche cose di sinistra ormai le dicano Le Pen in Francia e la Lega e i Fratelli d’Italia qui da noi? Non è che mi sia spostato a destra a mia insaputa?”
Oggi una gran parte di elettori che si definiscono di sinistra non trovano più rappresentanza politica. Una realtà che si annuncia molto pericolosa per l’Italia. Abbandonare i ceti deboli, i colpiti dalla globalizzazione, significa in realtà ridurli a neo servi della gleba. Qualcosa di più: un regime schiavista senza diritto di vitto e alloggio. In politica non esistono vuoti, qualcuno li riempirà. È stato così nel 1919 con la nascita del fascismo. È così in Francia con Le Pen che dà risposte ai ceti popolari abbandonati dalla sinistra tradizionale.
Alain Soral uno dei pensatori di punta della destra francese teorizza il movimento lepenista come “Sinistra del lavoro e destra dei valori.” Il loro programma è improntato alla difesa dello stato sociale, dell’intervento pubblico in economia, del posto fisso. Tutti temi cari alla sinistra di un tempo. Il tutto però accompagnato ad una visione di destra nei valori, unita alla retorica della politica sprecona. Il ritorno di Dio, Patria e Famiglia, da cui sono esclusi i migranti.
Le Monde diplomatique, già un anno fa la definiva una “confusione rosso-bruna” visto che l’FN può contare sull’ingresso nelle sue file di ex militanti del Front de gauche. “Confusione” che ricorda cose tragiche, politiche nazional-socialiste. Non solo la Francia, tutta l’Europa è percorsa da movimenti simili. In Italia la Lega di Salvini, superando il recinto padano si offre come rappresentante del disagio e delle paure dei non garantiti, di chi perde lavoro e status. La Lega non è sola, sente la concorrenza di Fratelli d’Italia e dei partitini di estrema destra come Fronte Nazionale.
Il PD vuole essere l’autore di un simile smottamento? Vuole ancora rincorrere politiche di austerità che si tradurranno in una crisi fortissima della coesione sociale? Non credo, anche perché in quel partito esistono ancora persone con il senso della storia e delle conseguenze del proprio agire. Quanto contino oggi non si sa. Certo però che passare da Gramsci – a proposito chi era costui?- al finanziere Serra un certo effetto lo fa. Alla fine ci si potrebbe chiedere: l’unico leader di sinistra rimasto a Roma è papa Francesco?
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* anche su Sardegnasoprattutto
con gli occhiali di Piero…
ANNIVERSARI. Un anno fa, il 31 ottobre 2013, su Aladinpensiero.
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FUEDDA SARDU
DICIUS
Su cavuru narendi mali de s’aligusta:
Tenit is cambas trotas.
in giro con la lampada di aladin…
- Presentato il RAPPORTO UNAR. La Sardegna resta una terra di emigranti. Il numero di chi parte in cerca di lavoro supera quello di chi sbarca. Gli immigrati residenti sono 42mila. Felice Testa su La Nuova Sardegna on line.
- Il sito Unar.
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- Torniamo a parlare di spazi e di patrimonio pubblico al Comune di Cagliari? Una proposta di deliberazione. Informazione tratta dal sito del consigliere comunale Enrico Lobina.
con gli occhiali di Piero…
ANNIVERSARI. Luigi Einaudi, Alessandro Galante Garrone, Giaime Pintor, il piano Sulcis… Un anno fa, il 30 ottobre 2013, su Aladinpensiero.
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FUEDDA SARDU
DICIUS
In su bucconi sparziu s’angelu s’inci sezzit.
Renzi consegnerà i ceti deboli all’estrema destra
La storia non è mai stata maestra di nessuno. Tanto meno per questi giovani rottamatori che hanno scalato il PD come se fosse una qualsiasi azienda quotata in borsa, e di storia a scuola ne hanno studiato poca. Tutti i giorni ci dimostrano la non conoscenza dei fatti. Non sanno ad esempio che lo Statuto dei lavoratori venne scritto e portato in parlamento dal Partito Socialista Italiano, partito di sinistra fino a prova contraria.
Ieri i celerini del ministro di polizia Alfano -prossimo ad entrare nel PD – hanno manganellato duramente gli operai ternani che manifestavano per la chiusura di una delle più antiche fabbriche d’Italia. Dopo gli insulti che l’on. Picierno ha rivolto a Susanna Camusso, lo scrittore Giulio Cavalli ha definito la politica di Renzi come neopaninara. Cambiano gli oggetti caratterizzanti. Ieri piumini e scarpe da barca di note marche, oggi aggeggi telematici di moda. Il mutamento antropologico dell’ex partito della sinistra è compiuto.
Lo descrive molto bene Luciano Gallino sulla Repubblica dove contrappone la Leopolda a Piazza San Giovanni. I giovani di ceto medio alto che si beano delle parole antisciopero del finanziere di riferimento Serra e il popolo sempre più precario e disperato delle fabbriche chiuse, dei contratti di un giorno. Renzi annuncia che vuole la “disintermediazione di un corpo intermedio”, tradotta in parole povere la distruzione dei sindacati. È vero che in questi anni i sindacati confederali hanno fatto molti errori, ma se dovessero sparire ogni lavoratore si troverà a contrattare individualmente la propria posizione. È quel che accade già oggi a milioni di precari.
Invece però di agire perché questa stortura venga eliminata, ci si augura che così sia per tutti. Renzi annuncia che l’epoca del posto fisso è finita, lo dice con un sorriso compiaciuto, senza rendersi conto che un politico di sinistra non può dire cose che portano con sé carichi di angosce profonde senza proporre soluzioni. Un mio caro amico mi chiama e mi confessa di essere disorientato. “Come è – si chiede- che le uniche cose di sinistra ormai le dicano Le Pen in Francia e la Lega e i Fratelli d’Italia qui da noi? Non è che mi sia spostato a destra a mia insaputa?”
Oggi una gran parte di elettori che si definiscono di sinistra non trovano più rappresentanza politica. Una realtà che si annuncia molto pericolosa per l’Italia. Abbandonare i ceti deboli, i colpiti dalla globalizzazione, significa in realtà ridurli a neo servi della gleba. Qualcosa di più: un regime schiavista senza diritto di vitto e alloggio. In politica non esistono vuoti, qualcuno li riempirà. È stato così nel 1919 con la nascita del fascismo. È così in Francia con Le Pen che dà risposte ai ceti popolari abbandonati dalla sinistra tradizionale.
Alain Soral uno dei pensatori di punta della destra francese teorizza il movimento lepenista come “Sinistra del lavoro e destra dei valori.” Il loro programma è improntato alla difesa dello stato sociale, dell’intervento pubblico in economia, del posto fisso. Tutti temi cari alla sinistra di un tempo. Il tutto però accompagnato ad una visione di destra nei valori, unita alla retorica della politica sprecona. Il ritorno di Dio, Patria e Famiglia, da cui sono esclusi i migranti.
Le Monde diplomatique, già un anno fa la definiva una “confusione rosso-bruna” visto che l’FN può contare sull’ingresso nelle sue file di ex militanti del Front de gauche. “Confusione” che ricorda cose tragiche, politiche nazional-socialiste. Non solo la Francia, tutta l’Europa è percorsa da movimenti simili. In Italia la Lega di Salvini, superando il recinto padano si offre come rappresentante del disagio e delle paure dei non garantiti, di chi perde lavoro e status. La Lega non è sola, sente la concorrenza di Fratelli d’Italia e dei partitini di estrema destra come Fronte Nazionale.
Il PD vuole essere l’autore di un simile smottamento? Vuole ancora rincorrere politiche di austerità che si tradurranno in una crisi fortissima della coesione sociale? Non credo, anche perché in quel partito esistono ancora persone con il senso della storia e delle conseguenze del proprio agire. Quanto contino oggi non si sa. Certo però che passare da Gramsci – a proposito chi era costui?- al finanziere Serra un certo effetto lo fa. Alla fine ci si potrebbe chiedere: l’unico leader di sinistra rimasto a Roma è papa Francesco?
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* anche su Sardegnasoprattutto
RAPPORTO SVIMEZ. Avanti spopolo. Più case che abitanti
EDITORIALE de
il manifesto
Più case che abitanti
di Paolo Berdini
Belpaese?. Il rapporto Svimez sullo spopolamento del Mezzogiorno e i dati Istat sull’abnorme quantità di case inutilizzate raccontano di un inarrestabile declino e di un modello sbagliato. Lo stesso del decreto Sblocca Italia, che in realtà sblocca solo le speculazioni finanziarie e la cementificazione selvaggia
La lettura comparata del rapporto della Svimez sulle condizioni del Mezzogiorno d’Italia e l’analisi dei primi dati di dettaglio Istat sulle abitazioni degli italiani svolta da Alberto Ziparo definisce un quadro sconvolgente. Viene fuori un paese che versa in una crisi sempre più preoccupante che dovrebbe riempire l’agenda di qualsiasi governo degno di questo nome.
Dice la Svimez che nel 2013 sono emigrati ancora 116 mila lavoratori; che le famiglie povere sono aumentate del 40%; che – ancora una volta – il numero dei decessi supera quello dei nati: un evidente segnale di un inarrestabile declino. Nella Campania del quarto condono edilizio ci sono 65 mila appartamenti vuoti. In Calabria ce ne sono 90 mila e dice sempre Ziparo in alcuni paesi dell’Appennino interno ci sono più case vuote che abitanti. Il deserto.
Il quadro si completa in modo ancora più drammatico se si leggono le dinamiche dei valori immobiliari. A parte alcune città maggiori e i pochi luoghi di turismo di qualità, dall’inizio della crisi del 2008 i valori delle case delle famiglie sono diminuiti nella misura compresa tra il 30 e il 50%.
Ci sono famiglie che si sono indebitate per comprare un alloggio che oggi vale meno di quanto è stato pagato. Una popolazione che diventa sempre più povera, senza lavoro e sempre più priva della rete del welfare, vede svanire anche il risparmio rappresentato dalla propria abitazione.
Per completare il quadro del declino del paese aggiungiamo le due principali linee di azione con cui il governo Renzi intende dare riposta a questa sconvolgente realtà. Al primo posto troviamo le politiche di precarizzazione del lavoro dipendente del Jobs act. Dice la Svimez che gli investimenti produttivi nel sud sono crollati del 53% e il dato va letto insieme alla desertificazione umana. Chi mai investirebbe nel sud se la manodopera giovane emigra?
Non c’entrano dunque nulla i diritti dei lavoratori: occorrerebbe definire politiche industriali sostenute da risorse pubbliche per realizzare infrastrutture immateriali e servizi alle imprese. Ma di questo il governo non parla. È fermo all’articolo 18.
Del resto uno dei più ascoltati consiglieri di Renzi è il piagnucoloso esponente della finanza creativa che si lamentava di aver perduto sei ore per arrivare da Londra alla Leopolda. Conosco pendolari che ogni giorno perdono 4 ore della propria vita negli spostamenti per recarsi al lavoro, ma la cultura liberista ignora questi dati concreti dipingendo un mondo che non esiste. Peraltro, la finanza d’assalto non crea posti di lavoro ma solo immense fortune da reinvestire nella roulette finanziaria. Con le politiche del governo non si creeranno posti di lavoro e continuerà il declino del sud.
Al secondo posto delle priorità del governo Renzi è, come noto, lo Sblocca Italia, che contiene grazie alla strenua azione del ministro Lupi e dei poteri che lo sostengono, una ulteriore facilitazione alla costruzione di nuove case. Dai dati Istat viene invece fuori anche un altro numero sconvolgente: nel nostro paese ci sono 31 milioni di alloggi di cui 7 milioni vuoti. Ci sono 24 milioni di famiglie e se anche si considera la quota delle seconde case (pari circa a 4 milioni) esiste una quota invenduta localizzata in tutte le aree urbane italiane pari ad almeno 3 milioni di alloggi.
Anche nel caso dello Sblocca Italia è stata la finanza speculativa a pretendere l’approvazione di alcuni articoli. Quello per esempio che consente di agevolare l’azione delle Società di investimento immobiliare quotate (Siiq, art 26) e quella che fornisce ampie possibilità di intervento alla Cassa depositi e prestiti di Franco Bassanini nel poter mettere le mani nel prezioso patrimonio immobiliare pubblico (art. 10). Siamo pieni di alloggi vuoti? Costruiamone altri. I valori immobiliari sono ai valori minimi? Svendiamo alla finanza speculativa internazionale il patrimonio pubblico.
Il primo ministro Renzi diverte spesso il volgo con battute fulminanti, come quella sui gettoni telefonici che non possono essere utilizzati per far funzionare le attuali tecnologie. Divertente. Provi allora a mettere in fila i dati Svimez e Istat con le politiche che sta portando avanti con tanta determinazione. Se si impegna capirà che sta assestando l’ultimo decisivo colpo all’intero paese mentre la festa della speculazione finanziaria continua senza fine.
Ritiri allora Jobs act e Sblocca Italia e si concentri nelle azioni ragionevoli proposta dalla Svimez per il sud e, soprattutto avvii la messa in sicurezza del paese con soldi veri. Non con numeri propagandistici senza coperture reali.
- Da il manifesto on line, 28.10.2014
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Rapporto Svimez: Sud a rischio desertificazione umana e industriale, dove si continua a emigrare. La Sardegna inesorabilmente verso lo spopolamento? Che fare?
Rilancio degli investimenti, una politica industriale nazionale specifica per il Sud, fiscalità di compensazione, Sono alcune delle proposte di policy che la SVIMEZ avanza nel Rapporto 2014 sull’economia del Mezzogiorno presentato ieri 28 ottobre a Roma.
Di fronte all’emergenza sociale con il crollo occupazionale e a quella produttiva, con il rischio di desertificazione industriale, serve una strategia di sviluppo nazionale centrata sul Mezzogiorno con una “logica di sistema” e un’azione strutturale di medio-lungo periodo fondata su quattro drivers di sviluppo tra loro strettamente connessi in un piano di “primo intervento”: rigenerazione urbana, rilancio delle aree interne, creazione di una rete logistica in un’ottica mediterranea, valorizzazione del patrimonio culturale.
I numeri del Rapporto
Un Sud a rischio desertificazione umana e industriale, dove si continua a emigrare (116mila abitanti nel solo 2013), non fare figli (continuano nel 2013 a esserci più morti che nati), impoverirsi (+40% di famiglie povere nell’ultimo anno) perché manca il lavoro (al Sud perso l’80% dei posti di lavoro nazionali tra il primo trimestre del 2013 e del 2014); l’industria continua a soffrire di più (-53% gli investimenti in cinque anni di crisi, -20% gli addetti); i consumi delle famiglie crollano di quasi il 13% in cinque anni; gli occupati arrivano a 5,8 milioni, il valore più basso dal 1977 e la disoccupazione corretta sarebbe del 31,5% invece che il 19,7%.
- Programma della manifestazione del 28 ottobre
Intervento del Direttore Riccardo Padovani – Testo
- Intervento del Direttore Riccardo Padovani – Slides
Appendice Statistica al Rapporto SVIMEZ 2014
Comunicato stampa
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Dal Programma Regionale di Sviluppo 2014-2019
Un fenomeno sottovalutato: lo spopolamento
La Sardegna si distingue per il peggiore tasso di fecondità (fertility rate) tra le regioni italiane, e con un trend negativo si colloca negli ultimi anni fra le ultime 8 entro le 465 regioni europee di livello NUTS 2 Eurostat, mentre a sua volta l’Italia è fra gli ultimi 8 Paesi della UE sotto tale aspetto. – segue –
con gli occhiali di Piero…
ANNIVERSARI. Un anno fa, il 29 ottobre 2013, su Aladinpensiero.
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FUEDDA SARDU
DICIUS
Chini pappat e allogat ponit mesa duas bortas.
Frequenza200: un programma da proporre in Sardegna
- Frequenza200, il progetto
Frequenza200 è il primo Network realizzato in Italia per contrastare il fenomeno dell’abbandono scolastico. Il fenomeno in Italia ha dimensioni allarmanti: i ragazzi di età compresa tra i 10 e 16 anni che abbandonano gli studi prima della conclusione del ciclo scolastico obbligatorio rappresentano il 17%. Un numero spaventoso se si pensa che parliamo di oltre 600.000 studenti a rischio. La situazione in Sardegna è ancor più allarmante: lascia il 25,5 per cento dei ragazzi.
L’isola è la regione italiana con il più alto numero di abbandoni.
Chi sono questi ragazzi? Dove abitano? Perché arrivano a questa scelta? Sono tanti gli interrogativi da porsi per poter iniziare un percorso insieme a loro, per supportarli e motivarli. Frequenza200 è un programma di azione triennale che è la risposta alla qualità della società civile che vorremmo avere: cittadini consapevoli e capaci di scegliere. Questo progetto allo stato attuale non coinvolge la Sardegna. La nostra proposta è estenderlo alla Sardegna o, se non è praticabile questa strada, costruirne uno simile.
- Approfondimenti
in giro con la lampada di aladin…
- La legge di instabilità. Analogie tra Italia e Sardegna. Paolo Savona su L’Unione Sarda.
- Svimez: Sardegna sempre più povera Pil a -4,4%, boom di giovani disoccupati. Su L’Unione Sarda on line.
START CUP IDEE VINCENTI. La competizione tra business plan di idee imprenditoriali innovative
START CUP 2014: RICERCA, IMPRESA E TERRITORIO
A Ingegneria la finale delle dieci migliori idee sarde
Innovazione e ingegno: pavimenti che producono energia, chips di zucchine, software anti frode, app per lo shopping, servizi di condivisione audio-video, rapporti impresa-ricerca, eco-turismo eccetera. Domani, mercoledì 29 ottobre, dalle 16.30, la presentazione in aula magna di Ingegneria. In palio quattordicimila euro per i primi tre business plan che conquistano anche la bellissima nazionale.