Monthly Archives: agosto 2014
con gli occhiali di Piero…
Programmazione fondi europei 2014-2020: iniziativa del Miur che la Regione Sarda deve imitare
Aperta online la consultazione per il PON Ricerca e Innovazione 2014-2020
Il Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR) ha lanciato la consultazione pubblica sul documento del Programma Operativo Nazionale (PON) “Ricerca e Innovazione” 2014-2020 inviato il 22 luglio scorso alla Commissione Europea.
Tutti possono partecipare: c’è tempo fino al 30 settembre 2014. IL SITO WEB DELLA CONSULTAZIONE - segue -
con gli occhiali di Piero…
ANNIVERSARI. Tina Modotti, Gianni Agus, Giuseppe Verginella, Mikhail Botvinnik… un anno fa su Aladinpensiero.
con gli occhiali di Piero…
ANNIVERSARI. Muore Lina Merlin. Ebbe a dire: “non ne posso più di fascisti rilegittimati, analfabeti politici e servitorelli dello stalinismo.” Su Aladinpensiero un anno fa.
ELVIS PRESLEY. Il 16 agosto 1977 muore a Memphis, a soli 42 anni, uno dei più amati e idolatrati cantanti di tutti I tempi. Tanto è stato amato che molti credono sia ancora vivo, se fosse vivo avrebbe meno di 80 anni. Forse lo è, visto che nel 2001 It’s now or never, la sua versione di “O sole mio”, risultò il disco più venduto nel mondo.
BUKOWSKI Nasce ad Andernach, in Germania, il 16 agosto 1920, Heinrich Karl Bukowski.
A tre anni negli Usa diventa Henry Charles Bukowski. A 13 anni comincia a frequentare l’alcol, a 24 viene arrestato per renitenza alla leva, ma poi dichiarato inadatto al servizio militare.
Alcolizzato, vagabondo, postino, scrittore, poeta, sposa una poetessa senza averla mai vista, divorzia, convive con un’altra, ha una figlia, pubblica raccolte di racconti. con titoli irridenti (Confessioni di un uomo abbastanza folle da vivere con le bestie), pubblica in un giornale Note di un vecchio sporcaccione, impiegato alle poste lascia il lavoro (due alternative: restare alle poste e impazzire o giocare a fare lo scrittore e morire di fame), malato di tubercolosi, muore di leucemia a 73 anni, monaci buddisti celebrano il suo funerale. - segue -
in giro con la lampada di aladin
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Sardegna 2014, Ferragosto di lotta (ma con poca speranza).
di Vito Biolchini*
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Lo striscione esposto a Sassari contro le mancate bonifiche dell’Eni: una iniziativa del Comitato No Chimica Verde/No Inceneritore, Comitato Nurra Dentro-Riprendiamocil’Agro, Collettivo artistico Aznamusnart Idee al Pascolo e C.S.O.A. Pangea Porto Torres.
Ferragosto di lotta in Sardegna. A Sassari uno striscione di 25 metri è stato esposto durante la discesa dei Candelieri: “A fora li vel-Eni”. Se il tema che ha dominato nell’opinione pubblica sarda negli anni ’90 e 2000 è stato quello della tutela delle coste (risultando determinante per l’elezione nel 1994 di Federico Palomba e nel 2004 di Renato Soru) oggi l’argomento discriminante è quello dell’inquinamento e delle bonifiche. Discriminante ma non nuovo, giacché l’immagine del vagone ferroviario contenente rifiuti tossici che apriva il saggio di Salvatore Mannuzzu “Finis Sardinia” (nel volume Einaudi “la Sardegna”) è ancora tristemente vivo; ma, appunto, non attuale. Perché adesso l’inquinamento non viene dal mare: ora l’inquinamento siamo noi. Psicanaliticamente, c’è una bella differenza.
Tutto ruota ancora intorno al modello di sviluppo: quello che ha consentito alla Sardegna di uscire tra mille contraddizioni dai secoli della malaria e basato sullo stravolgimento delle campagne e su un carico ambientale impressionante, oggi non è più sostenibile né accettabile. Eppure anche questo esecutivo di centrosinistra e sovranista sembra voler proseguire sulla stessa strada di sempre. La chimica degli anni ’60 è diventata “verde” e per vivere ha la necessità di stravolgere l’agricoltura isolana coltivando a cardo migliaia di ettari. Ministri italiani magnificano il progetto, nel silenzio dell’assessore regionale all’agricoltura e del suo partito, quello che la parola “sovranista” si vanta perfino di averla inventata.
I poligoni militari (e tutti noi sappiamo quanto nel 2003, dopo decenni di manifestazioni, le dichiarazioni di Renato Soru contro la presenza americana a La Maddalena galvanizzarono l’opinione pubblica di sinistra: ma oggi Soru dov’è?) si apprestano a diventare altro pur rimanendo sempre quello che sono: ampi tratti di aria, di terra e di mare dove gli eserciti di tutto il mondo sparano, bombardano e inquinano.
In realtà sarebbe più giusto dire “inquinavano” vista la decisione della Camera di equiparare i limiti tollerati nelle aree militari a quelli, molto più alti, fissati per le aree industriali. Uno scandalo gigantesco (che ha avuto il via libera anche dei parlamentari sardi del Pd Emanuele Cani, Caterina Pes, Giovanna Sanna, Romina Mura, Giampiero Scanu, Siro Marroccu e Francesco Sanna, da quello dei Riformatori Pierpaolo Vargiu e da Roberto Capelli del Centro Democratico) a cui la giunta Pigliaru si è opposta blandamente, delegando all’assessore all’Ambiente Donatella Spano a fare la voce grossa: “La posizione della Regione era stata espressa anche con una nota inviata a tutti i parlamentari sardi” ha dichiarato dopo il voto alla Camera. E ancora: “Non mancheranno interlocuzioni forti con il Governo per arrivare a una soluzione quantomeno accettabile per la nostra Regione”. Perché questa è la giunta del “quantomeno accettabile”. E infatti i poligoni non verranno chiusi ma, come chiedono i militari, cambieranno semplicemente denominazione.
Così come molto difficilmente ci saranno le tanto attese bonifiche. Troppo costose per un paese come l’Italia che ormai non sa più a che buffone affidarsi pur di far finta di ignorare le terrificanti ricadute del fiscal compact. In grande, proprio quel pareggio di bilancio che, pintato da grande conquista, il presidente Pigliaru ha riportato in Sardegna dopo un viaggio a Roma da cui doveva tornare semplicemente con un po’ di soldi nostri. Un trionfo del “quantomeno accettabile”: per il governo italiano, non certo per l’isola.
Il passato non passa. Perfino le miniere di carbone si avviano ad un nuovo futuro di inopinato splendore, grazie al solito “centro d’eccellenza” sulle “energie pulite” (e cos’altro, d’altronde?), un polo “di ricerca avanzata” nelle miniere di Serbariu e di Carbonia dove verranno studiate e applicate “ tecnologie per l’uso sostenibile di combustibili fossili, l’efficienza energetica nell’edilizia, lo sviluppo delle fonti rinnovabili con sistemi di accumulo e la valorizzazione energetica dei rifiuti e degli scarti della chimica verde”. Trenta milioni di euro per un clamoroso ritorno al passato, grazie ad un’intesa firmata dalla Regione con Ministero dello Sviluppo Economico, Enea e Sotacarbo.
Eppure c’è ancora chi alla logica del ”quantomeno accettabile” si ribella e lo striscione di Sassari lo dimostra. L’isola è un pullulare di comitati e di gruppi che dal basso si oppongono allo sfruttamento del territorio, che chiedono un modello di sviluppo diverso e un cambio di rotta deciso.
Ma allora, se c’è tutta questa mobilitazione, perché questo è un Ferragosto di lotta e di poca speranza? Perché tutte queste lotte stentano a trovare una sintesi politica, una bandiera che le raccolga in maniera decisa e autorevole. Questo esecutivo fatica o non vuole proprio interpretare le istanze di rinnovamento deciso che arrivano dalla società sarda. E anche i sovranisti, che soprattutto del Pd dovevano essere un forte contraltare, al momento devono portarsi a casa in silenzio l’accusa di volere “uno Stato sardo per il futuro, la dipendenza solita per il presente” (come ha scritto oggi sull’Unione Sarda Alessandro Mongili).
Ci vorrà un lungo lavoro per creare le condizioni necessarie per far sì che cento teste mettano tutte la stessa berritta. Ma è l’unica battaglia politica che oggi in Sardegna merita di essere combattuta (magari a partire dalla manifestazione contro le servitù militari il prossimo 13 settembre a Capo Frasca).
Buon Ferragosto a tutti.
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* Sardegna 2014, Ferragosto di lotta (ma con poca speranza). Vito Biolchini su vitobiolchini.it
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Per connessione
Fernando Codonesu. Servitù militari modello di sviluppo e sovranità in Sardegna
con gli occhiali di Piero…
ANNIVERSARI. 15 agosto 1936. Muore a Roma Grazia Deledda. Vedi Aladinpensiero un anno fa e, a proposito del Nobel, vedi anche il 10 dicembre 2013.
It’s the economy, stupid
di Raffaele Deidda*
Anno 1992. James Carville, lo stratega elettorale del partito democratico americano, lanciò lo slogan della vittoriosa campagna presidenziale di Bill Clinton contro George Bush padre: “It’s the economy, stupid”. Il senso era che solo i numeri sulla crescita e sull’occupazione avrebbero determinato l’esito delle elezioni. Con l’economia Usa in grave crisi e la disoccupazione a livelli elevatissimi, l’allora giovane governatore dell’Arkansas combinò le sue capacità oratorie con l’intuizione di Carville. Sconfisse George Bush padre e conquistò la Casa Bianca.
Anno 2014. “Un lungo viaggio nella Sardegna che vuole ripartire“. Slogan della giornata conclusiva della campagna elettorale dell’economista Francesco Pigliaru, candidato governatore del centrosinistra che, partito da Cagliari, attraversò l’isola in pullman, fino a Olbia. Fece molte soste per mostrare una Sardegna ferma per cinque anni e che sarebbe potuta finalmente ripartire con azioni concrete e buona amministrazione. Si era presentato al popolo del centrosinistra con lo slogan: “Cominciamo da domani” dopo cinque anni di disastri nei trasporti, strade, occupazione e in tutti i settori economici. Pigliaru sconfisse Ugo Cappellacci col 42,4% dei voti, contro il 39,6 dell’avversario.
Perché confrontare il moscerino Sardegna e il gigante USA? Perché il tema delle campagne elettorali di Clinton e di Pigliaru è stato lo stesso: l’economia. Clinton ha lasciato la carica con il più alto indice di gradimento mai ottenuto da un presidente dopo la seconda guerra mondiale. Di lui si ricorderà la riforma del welfare e lo “State Children’s Health Insurance Program”, che ha fornito assistenza sanitaria a milioni di bambini. Durante il suo mandato gli Stati Uniti hanno vissuto uno dei più lunghi periodi di pace e prosperità economica.
Francesco Pigliaru ha incentrato il suo programma su lavoro, valorizzazione di competenze e persone, società inclusiva, ambiente sostenibile, collegamenti efficienti, istituzioni di alta qualità. Temi riconducibili tutti all’economia e peculiari di un PD moderno. Premessa per annoverarlo, in caso di successo, fra i migliori presidenti della Regione. La sentenza sulla “vera gloria” sarà a fine legislatura ma qualche considerazione, dopo sei mesi di governo Pigliaru, è azzardabile partendo dai punti programmatici.
Lavoro? Non è colpa di Pigliaru se non c’è. A causa della crisi globale manca in gran parte del mondo e in Italia in particolare. Molto di più in Sardegna, ma questo non deve far desistere dal perseguire ogni occasione per crearlo. Quando il presidente parla però di valorizzazione delle competenze, si riferisce alla sistemazione nelle strutture politico-amministrative della Regione delle persone che provengono dall’apparato dei partiti della sua maggioranza? A prescindere dal requisito della competenza – concetto soggettivo, per carità!- che come un mantra ha risuonato nel corso della campagna elettorale.
Società inclusiva? Cosa s’intende? Quella basata sul rispetto reciproco e sulla solidarietà, che garantisce pari opportunità e un tenore di vita dignitoso per tutti e considera la diversità come un elemento di forza e non di divisione? Se di questo si tratta va bene, è la visione europea. Cosa ha fatto, finora, la giunta regionale in questa direzione?
Ambiente sostenibile? Cosa significa? Ci si augura non sia, aldilà degli slogans ad uso della pubblica opinione, l’adeguarsi alle decisioni del Governo centrale sui poligoni militari che in Sardegna occupano ben 5mila ettari, il 60% dell’intero Paese, assimilati alle aree industriali.
Collegamenti efficienti? Quelli definiti dagli assessori del turismo e dei trasporti, già consulente di Cappellacci, efficienti ed economici? Quelli che pochi mesi prima, col centrodestra al governo della Regione, erano per il centrosinistra inadeguati, cari, inefficienti?
Istituzioni di alta qualità? Se il riferimento è alla giunta regionale, in cui sono presenti sette professori universitari ordinari e cinque laureati, la qualità dell’istruzione è sicuramente alta. E’ altrettanto alta l’efficienza e l’efficacia della loro azione politico-amministrativa? Come già detto, la sentenza non potrà che essere postuma. Non sarà però necessario aspettare la fine della legislatura per valutare la fragilità delle politiche messe in campo per il rilancio dell’economia sarda malgrado la “folla” dei laureati in giunta. Gli effetti promessi ed attesi, specie quelli sulla crescita e sull’occupazione, non si vedono. Non si vedono inoltre visione e chiarezza, quelle in grado di riconfermare la validità di una squadra e di una coalizione di governo di cui la Sardegna ha necessità. Buon Ferragosto di riflessione .
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* By sardegnasoprattutto / 13 agosto 2014 / Economia & Lavoro
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Sullo stesso argomento: Aladinpensiero del 13 luglio 2014 “aurea merdiocritas”- E il lavoro?
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Danzando sotto le stelle e sotto la grande luna di Tamuli
Un po’ di fresco notturno danzando e cantando sotto le stelle e la luna di Tamuli, con il bel video di Vanni Tola
con gli occhiali di Piero…
ANNIVERSARI. Su Aladinpensiero un anno fa.
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LA FARADDA
Sassari, i candelieri (Foto dal sito http://www.gremiodeifabbri.it/)
Il 14 agosto, tutti gli anni, da molti secoli, in Sassari si compie la discesa dei Candelieri.
E’ l’antica offerta del cero alla Madonna dell’Assunta, origine pisana, XIII secolo, divenuta voto religioso in seguito alle pesti che nel ’500 afflissero la città.
Dieci grossi candelieri, poiché dieci sono i gremì (Fabbri, piccapietre, viandanti, contadini, falegnami, ortolani, calzolai, sarti, muratori, massai), vengono portati, dalla chiesa del Rosario alla chiesa di S.Maria di Bethlem, passando davanti al Palazzo del Comune. E qui si fanno i tradizionali auguri al Sindaco (quest’anno pare ne abbia proprio bisogno…).
Approfondimenti sul sito del Comune di Sassari: http://www.comune.sassari.it/servizi/cultura/candelieri/candelieri.htm.