Monthly Archives: febbraio 2014

…attenzione sta passando il 64!

Passa il sessantaquattro!Beatles copertina When I'm sixty four
Dirinnova-2007
http://www.youtube.com/watch?v=eCss0kZXeyE

venerdì 21 febbraio, in giro con la lampada di aladin…

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la storia vera di Diego Henares di Nicolò Migheli- Oggi, venerdì 21 febbraio alle 18.30 appuntamento all’Officina dei libri, in via Tola 2 a Cagliari. Nicolò Migheli e Vito Biolchini ci accompagneranno alla scoperta del mondo e delle avventure di Diego Henares de Astorga, il protagonista del nuovo romanzo di Migheli. Pagina fb dell’evento

- Sull’attualità politica. Le elezioni regionali e il curioso “problema” di Pigliaru: non vuole assessori indagati!, di Paolo Pubusa su Democraziaoggi
- Assessori, candidati e indagati. E’ ora di finirla con la “doppia morale” Massimo Dadea su SardiniaPost – segue -

la tavolozza di Licia

Raffaello Madonna d' OrleansLe Madonne di Raffaello: Madonna d’Orleans (1506 circa). Fu dipinta per Guidobaldo da Montefeltro ma si chiama così dal nome di Luigi Filippo d’Orleans ( “Filippo Egalité”). E’ conservata al Museo Condé di Chantilly. Maria è seduta su una panca in un interno domestico: si intravede un armadio sullo sfondo scuro che fa risaltare bene i colori luminosi degli incarnati e delle vesti.
Il Bambino tenta di aprire il corsetto della Mamma per succhiare il latte…

Tanto per allentare la tensione… La Giunta di Sardegna (Im)possibile

jas-neninas11Ricordate l’esercizio scherzoso fatto dal Aladin con gli auguri del nuovo anno? Lo ritrovate quì. Poichè le elezioni si sono fatte e il vincitore è Francesco Pigliaru, lo riproponiamo paro-paro con la sola novità del presidente e con poche altre precisazioni, tutte segnalate tra parentesi quadre []
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iwantyou
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La Giunta di Sardegna (Im)possibile

. [Francesco Pigliaru], presidente
. Salvatore Cubeddu, vice presidente [senza portafoglio, con incarico su identità e lingua sarda]
. Giuseppe Pulina/ Sandro Dettori, agricoltura
. Michela Murgia/ Vito Biolchini/ Nicolò Migheli, cultura e sport
. Gianni Loy/ Piera Loi/ Salvatore Melis, lavoro [affari generali e personale]
. Aldo Berlinguer/ Tore Cherchi, economia e bilancio
. Alessandro Bianchi/ Cristiano Erriu, urbanistica e enti locali
. Maria Del Zompo/ Ettore Cannavera, salute e assistenza
. Massimo Dadea/ Antioco Gregu/ Bustianu Cumpostu, lavori pubblici
. Gianfranco Bottazzi/ Andrea Murgia, industria,
. Paolo Maninchedda/ Gianfranco Fancello, trasporti
. Aide Esu/ Francesco Soddu, turismo
. Vanni Tola/ Vincenzo Migaleddu, ambiente

COMUNICAZIONE DI SERVIZIO
Chi volesse vedere i dati elettorali, aggiornati alle ore: 13:52 del 20/02/2014, potrà visitare il sito predisposto dall’ufficio elettorale della RAS.
NE VEDRETE DELLE BELLE!

Sardi: in Europa, prima di tutto, dobbiamo esserci!

E’ fondamentale che anche i Sardi, vincendo la tradizionale tendenza a chiudersi in se stessi e la diffidenza verso altre formazioni politiche (più che giustificata dalle esperienze negative del nostro passato) si confrontino senza pregiudizi e riserve con le forze progressiste che intendono costruire una europa migliore. E’ un processo all’interno del quale dobbiamo riconoscerci dando il nostro contributo di analisi sulle problematiche dell’insularità, della appartenenza ad un mondo, l’area mediterranea, caratterizzato da specifiche particolarità culturali, economiche e geopolitiche.In Europa, prima di tutto, dobbiamo esserci.
L'Altra Europa
Tutte le informazioni sul sito web L’Altra Europa con Tsipras

giovedì 20 febbraio, in giro con la lampada di aladin su aladinews e dintorni

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- Vanni Tola
- Salvatore Cubeddu
- Nicolò Migheli
- Bustianu Cumpostu

- Elezioni regionali: chi ha vinto che cosa?
- Gonario Francesco Sedda su Democraziaoggi

Le elezioni europee mettono a prova l’area indipendentista: un’occasione a portata di mano

Sardegnaeuropa-bomeluzo-stelle-400x211111di Vanni Tola
Elezioni regionali. Mi pare che l’area di ispirazione indipendentista abbia avviato spontaneamente al proprio interno una sostanziale autocritica per l’eccessiva frammentazione delle liste. Emerge un potenziale elettorale di tutto rispetto, si dispone di almeno cinque parlamentari regionali che fanno riferimento esplicito a quell’area. Pur tralasciando alcune forze ostinatamente isolazioniste nella loro purezza assoluta di analisi e comportamento e gli indipendentisti dell’ultima ora alla Pili o lo stesso psdaz schieratosi all’ultimo momento con Cappellacci, direi che esistono i numeri e le potenzialità per fare un salto qualitativo importante. Penso potrebbe essere un utile esercizio quello di analizzare, all’interno di ciascuna formazione dell’area, le posizioni che uniscono ed accantonare temporaneamente (per ulteriori riflessioni) i punti che dividono. Penso che vadano accantonati i personalismi e i leaderismi, che pure talvolta affiorano, per arrivare subito ad un livello superiore di aggregazione e coordinamento possibile. L’occasione per farlo è li a portata di mano. Le elezioni europee. L’area indipendentista deve avere il coraggio di confrointarsi con questo problema, di valutare la possibilità di coordinarsi con altri movimenti che cercano di portare un punto di vista alternativo e mediterraneo all’interno del Consiglio Europeo. Penso, per esempio alla lista Tsipras che raggruppa realtà molto differenti ma con un minimo di posizioni comuni condivisibili. Proviamo a confrontarci senza paura e senza pregiudizi. Magari scopriamo che è possibile un percorso comune per cominciare a contare in Europa Per crescere ed aprirsi al confronto con altri che non la pensano esattamente come noi ci vuole molto coraggio, vera Balentia. Molta di più di quanta ne occorra per restare pochi e puri.sedia di van gogh

Al governo: politici o tecnici? Una riflessione al lume della lampada di aladin

lampadadialadmicromicroape innovativadi Franco Meloni
Governano i politici non i tecnici. Ovviamente devono essere buoni politici, di cui abbiamo bisogno come del pane. E purtroppo, specie negli ultimi tempi i meccanismi di selezione della classe politica hanno funzionato alla rovescia, privilegiando improvvisati, affaristi e via dicendo (la mamma del mio amico Piero Marcialis alla notizia che una persona mediocre si fosse impegnato in politica ne uscì con una frase colorita, che rende bene: eh itté? Immoi ogna culu e cani sinci ghettada in politica?). Sull’argomento ho scritto su Aladin. Scusate se mi cito: https://www.aladinpensiero.it/?p=13434. Il problema è allora: quali sono le caratteristiche di un buon politico?* - segue -

Elezioni e oltre

sardi-e-ape-32-MG_4800-1024x5751-300x168Cappellacci/Berlusconi hanno perso. La Sardegna ancora non ha vinto
di Salvatore Cubeddu *

Abbiamo un presidente votato da un sardo ogni cinque. E’ preoccupante. Ma se ne parlerà per qualche giorno, poi “chi ha vinto, ha vinto; chi ha perso, ha perso”.
Se qualcuno tra coloro che non è andato a votare ha creduto di fare un dispetto al ceto politico dominante ha sbagliato i conti. Pura reazione emotiva, infantilismo. O frustrazione. O rabbia. L’astensione preoccupa prima del voto. A voto mancato, chi ha scelto decide su tutto.
Cappellacci ha perso, a ulteriore conferma del tramonto del berlusconismo. L’uomo della Certosa ha – presso le istituzioni della Sardegna – un referente locale in meno. Gli emiri dovranno adattarsi a nuovi interlocutori. Mauro Pili dovrà guardarsi le spalle ogni volta che esce per strada. Speriamo di vedere Ugo rispondere almeno del disastro di Furtei.
Pigliaru ha vinto, la sua serietà ha prevalso. Ma su gran parte di quello che lo aspetta è, per tanti, un mistero. La sua breve campagna elettorale gli ha consentito di porsi alcune domande urgenti, con risposte esaurienti, almeno per la maggioranza dei votanti. Non conosciamo, però, un dato fondamentale: qual’è la sua idea di Sardegna?
Dell’Isola che c’è e, soprattutto, di “quella che non c’è”? Ne capiremo di più, ad iniziare da domani.
C’è chi è andato a votare, ma non deciderà niente. La legge elettorale sarda non reggerebbe probabilmente ad una seria disanima da parte della Consulta. Ma il danno è fatto. Coloro che hanno scelto un bipolarismo escludente si proponevano la riconferma di chi già stazionava in Consiglio. I consiglieri uscenti niente hanno fatto che non mettesse al primo posto la convenienza, propria o del proprio gruppo. Puniti dal popolo dei dieci referendum avevano nascosto nella notte la ricostituzione dei propri stipendi. Le vergogne dei consigli regionali d’Italia – da Torino fino a Scilla e Cariddi
avevano trovato il primo inciampo rivelatore in un’apparente caso di stalking all’interno di un piccolo gruppo politico del nostro consiglio. Questa legge elettorale è stata la seconda grande porcata.
Michela Murgia avrebbe potuto gridare oggi “vittoria!” se le sue attese avessero meglio tenuto conto della ferocia di quelle regole e della difficile raccolta dei consensi. Ma, col suo abbondante 10% ed il 7% delle liste, ha raggiunto in sette mesi quasi quanto il partito sardo ottenne dopo decenni di faticosa presenza nella società e nelle istituzioni.
La ripresa del terzo sardismo veniva enunciata nel 1979 quando il PSd’Az ebbe solo il 3,3% dei consensi. Il top del successo sardista arrivò nel 1984 e superò appena il 14% e, con esso, mandò Mario Melis alla presidenza della Regione. Il Progetto-Sardegna di un Soru vincente non andò oltre il 7%.
Se al voto della Murgia aggiungiamo l’1% di Devias e lo 0,8% di Gavino Sale, lo 0,7% di Gigi Sanna, il 4,7 del PSd’Az, il 2,6 % dei Rossomori e il 2,7 del Partito dei sardi si supera di molto il punto più alto di quanto raggiunto trent’anni fa. E poi: Mauro Pili (5,7%%) ha fatto una campagna elettorale che “più sardista non si può”. E lo “Stato
patrigno” di Ugo Cappellacci? Un’overdose di protesta e di analisi critiche dei rapporti della Sardegna con l’Italia da cui l’unico escluso sembra il PD. E con lui… anche la gran parte della maggioranza del prossimo consiglio regionale.
Cosa resterà, d’ora in poi, di un sardismo/sovranismo/indipendentismo se non riuscisse a condizionare il grave ritardo di elaborazione istituzionale della sinistra? Cosa risponderà – e si tratta solo della prima urgenza – la maggioranza di Pigliaru ai pericoli “renziani” del senato delle autonomie dove la Sardegna continuerebbe a non contare?
“Sardegna possibile”, con metà dei voti identitari, rappresenta un patrimonio di “possibilità”. Ma l’attività politica, anche per gli appassionati e per gli idealisti, domanda delle risorse. Di tempo e di forze, le più varie. Dopo qualche settimana di riposo si porranno per i loro candidati e militanti dei nuovi problemi. Intanto, in molti devono loro un grazie!

Volti-quadro-di-Anna-CSardegna 2014, fuga dal voto
di Nicolò Migheli
By sardegnasoprattutto

Domenica notte chi è andato alle urne ha scoperto che il proprio voto ne valeva due. Metà dei sardi che ne avevano diritto ha preferito andare al mare in campagna o semplicemente restarsene a casa. Un assenteismo così alto non si era mai visto. Non hanno funzionato neanche i 1500 candidati, che non sono riusciti a rompere il disinteresse e il risentimento. Eppure questa volta l’offerta politica era talmente vasta che chiunque avrebbe potuto riconoscersi. Fermo restando che chi non vota poi ha poco diritto di lamentarsi, è evidente che si è rotto quel rapporto di reciproca fiducia tra cittadino ed eletto, tra istituzione e diritto-dovere della scelta.

Le cause possono essere molte, ipotizziamone alcune. La legge elettorale ad esempio. Sì dirà che le regole sono regole. Hic rodus hic salta. Però solo la legge turca, proporzionale peraltro, ha uno sbarramento del dieci per cento. La giustificazione è la governabilità, è bloccare i Lupi Grigi, i partiti islamico radicali, i comunisti; negare loro l’accesso in parlamento. Nel nostro caso, invece, del tentativo riuscito, di impedire a terze forze di accedere alla massima istituzione sarda. Non regge la scusa della governabilità. Il nostro è un sistema maggioritario dove il presidente può agire in perfetta autonomia ed ha sempre dalla sua l’arma delle dimissioni con la quale può condizionare la maggioranza.

Quanto questa legge abbia funzionato come dissuasore al voto? Ovvero quanti elettori si sono sentiti demotivati nel dover scegliere la formazione politica che più aderiva alle proprie convinzioni e non l’hanno fatto perché sarebbe stato inutile ed hanno preferito non recarsi alle urne? Forse non lo sapremmo mai. È indubbio che il proceddu sardo è incostituzionale quanto il porcellum italiano. Non garantisce le minoranze, agisce da strumento di conservazione delle forze maggiori. Se fosse una disposizione commerciale potrebbe essere facilmente impugnata con successo presso qualsiasi Autorità della Concorrenza. Una barriera all’ingresso, né più né meno come certi ordini professionali usano l’esame di stato.

Benché importante la legge non spiega tutto. In Friuli nelle regionali del 2013 votò il 50,48% degli aventi diritto, in Basilicata nello stesso anno, addirittura circa sotto il 50. Entrambe regioni con leggi differenti. In Portogallo e Grecia, nelle ultime elezioni ci sono stati risultati simili. È indubbio che ogni realtà segue fenomeni propri, ma si può ipotizzare che è in atto una profonda crisi della democrazia rappresentativa. Nel caso degli stati citati, il dover sottostare alle regole della troika hanno fatto percepire l’inutilità delle elezioni. Chiunque andasse al potere doveva obbedire alle indicazioni di Bruxelles ed FMI.

Nel caso nostro, invece, è il fallimento dell’istituto regionale, percepito dai cittadini come lontano, causa di sprechi. Gli scandali dei fondi dei gruppi hanno accentuato il senso di distanza. La politica neo centralista propugnata da giornali come il Corriere della Sera, la riforma del Senato che viene definita delle Autonomie invece che delle Regioni, fa credere che il prossimo governo Renzi intenda abolirle di fatto. Le regioni come luogo della spesa incontrollata. Regioni come Sardegna e Friuli, ad esempio, che spendono milioni per difendere le lingue locali. Spesa motivo di scandalo per giornali come il Corriere e Repubblica, al contrario motivo di orgoglio per chi come me crede profondamente nelle lingue materne.

Notizie come queste, ripetute ogni giorno in tv e sui media costruiscono opinione e pubblico pregiudizio. L’allontanamento dal voto è una conseguenza di tale pensiero unico. La stessa non presenza dell’M5S nelle elezioni sarde, tra i tanti motivi, potrebbe rispondere a quelle sollecitazioni, visto che Grillo vorrebbe sopprimerle.

John Kenneth Galbraith economista e consigliere del presidente Kennedy, sosteneva che vanno a votare coloro che vogliono conservare il sistema. Considerazione giusta per gli Usa, un po’ meno per noi in Europa. Di sicuro c’è che chi va a votare esprime una grande motivazione, spesso indotta da rapporti non cristallini tra elettori ed eletti. Le elezioni di domenica, sembrerebbero dimostrare che le reti clientelari siano ancora in piedi ed efficienti. Forse, però, non come una volta. Quanto, ad esempio, le promesse tradite per impossibilità di essere soddisfatte a causa della crisi, hanno agito da disincentivante? Macchine elettorali di Forza Italia, con ampie reti sono rimaste a terra, non solo perché Cappellacci ha perso, ma perché evidentemente funzionano meno di un tempo. Non mantengono più la promessa.

Tutto questo in una Sardegna che vive una delle crisi più squassanti dal dopoguerra ad oggi, con una disoccupazione che è a tassi greci, il proprio territorio oggetto di speculazione, una popolazione impoverita e disperata. Ecco il panorama desolante che eredita Francesco Pigliaru diventato Presidente dei Sardi. A lui i miei migliori auguri affinché possa agire in maniera efficace.

La Sardegna ha bisogno di un governo che sappia toglierla dal baratro in cui è caduta. Il primo grande impegno della nuova giunta sarà quello di agire con atti concreti affinché chi non è andato a votare si riavvicini alla politica e alle istituzioni. Altri cinque anni come i precedenti sarebbero la fine.

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by SardegnaSoprattutto

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Sardegna-bomeluzo22
* L’articolo di Salvatore Cubeddu viene pubblicato anche sui siti di FondazioneSardinia, Vitobiolchini, Tramasdeamistade, Madrigopolis, Sportello Formaparis, Tottusinpari e sui blog EnricoLobina e RobertoSerra, SardegnaSoprattutto.

LE ELEZIONI REGIONALI RILANCIANO INDIPENDENTISMO E SOVRANISMO. VERSO LE ELEZIONI EUROPEE. Adesso ci sono i tempi e ci sono i numeri per fare sistema, misuriamoli alle prossime elezioni Europee. Abbiamo una nuova occasione per essere natzione, per essere espressione vera della cultura politica sarda ed essere un individuo sociale e politico unico in grado di lasciare proprie impronte nel territorio europeo, del quale è comunque oggi parte. Il nazionalismo sardo ha il dovere generazionale di porsi il problema della sua soggettività nell’ambito europeo, anche andando oltre e rimandando le tendenze contingenti di antieuropeismo e di anti euro.

SNI banderaSNI logoAppello di Sardinia Natzione
ELEZIONI 2014
SE L’INDIPENDENTISMO VUOLE LA DELEGA DI GOVERNO METTA IN MEMORIA E PREPARI UNA PROPOSTA DI SISTEMA

mercoledì 19 febbraio, in giro con la lampada di aladin: focus sulla pessima e incostituzionale legge elettorale sarda

aladin-lampada-di-aladinews312Una priorità: modificare la pessima legge elettorale sarda
- Abbiamo vinto, cominciamo il domani. Subito. Intervento su SardiniaPost del segretario Pd di Cagliari, Yuri Marcialis.
- E se, tra non molto, il Tar cambiasse la composizione del Consiglio regionale? Di Amsicora su Democraziaoggi
- Il centrosinistra lasci lavorare Francesco Pigliaru in pace. G.M.B su SardiniaPost

gli occhiali sardoaustraliani di Piero su…

Bomeluzo-Australia 15DALL’AUSTRALIA
Buonanotte. Qui è già la mattina del 19 febbraio e mentre la gran parte di voi amici si prepara ad andare a letto, io mi preparo ad andare verso Adelaide, la città capitale dell’Australia Meridionale.
Sarà difficile nei prossimi giorni mantenere il contatto, racconterò tutto al mio ritorno a Springvale (Melbourne).
Intanto voglio ricordare che il 19 febbraio di due anni fa è scomparso il nostro paterno amico prof. Giovanni Lilliu.
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In ricordo di Giovanni Lilliu
Giovanni Lilliu
Barumini, 13 marzo 1914 – Cagliari, 19 febbraio 2012.
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La tavolozza di Licia

Raffaello Madonna della seggiolaRaffaello: Madonna della seggiola – 1513-1514, Firenze, Galleria Palatina.
La tradizione dice che, andando a Velletri, Raffaello sia rimasto colpito dalla bellezza di una giovane donna che teneva in braccio il suo bambino: il copricapo e lo scialle sono tipici delle donne del popolo di quei tempi.
Dallo fondo scuro emerge la figura di San Giovannino. Anche questo è uno dei capolavori assoluti del Rinascimento.
Le Madonne di Raffaello Madonna BridgewaterLe Madonne di Raffaello : Madonna Bridgewater (1507 circa) – National Gallery, Edimburgo. Maria è rappresentata in un interno domestico, fatto abbastanza raro per Raffaello, che di solito preferisce le ambientazioni all’ aperto. L’interno è scuro, con una panca e uno “sportello” a destra: così le due figure risultano luminosissime. Splendido il “contrapposto” , cioè le due “direzioni” divergenti dei corpi di Maria e del Bambino.
Bellissimo l’effetto “plastico” e dinamico del Bambino…
Bridgewater è il nome del collezionista che l’ha acquistata, nell’ 800 e donata al Museo di Edimburgo.

martedì 18 febbraio, in giro con la lampada di aladin…

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- COMMENTI ELETTORALI. GIORGIO MELIS. La cacciata di Cappellacci, uno squarcio nelle tenebre. Ma sia un nuovo inizio. Articolo pubblicato il 17 febbraio 2014 da SardiniaPost

le lettere del sardoaustraliano Piero e i suoi gli occhiali su Michelangelo…

Bomeluzo-Australia 15LETTERE DALL’AUSTRALIA – N. 8
Ho già avuto occasione di dirlo (vedi Aladin Pensiero, 26 gennaio scorso), la festa nazionale dell’Australia e’ il 26 gennaio. E’ l’anniversario del giorno in cui nel 1788 la nave del capitano Arthur Phillip entra nel porto che egli stesso definì “il più bel porto del mondo, mille navi possono trovarvi rifugio sicuro” e che chiamò Sidney, in onore dell’allora ministro inglese degli Interni, lord Sidney.
Chi c’era in quella nave oltre ai marinai e a un prete metodista?
Galeotti e donne di malaffare. - segue -