Monthly Archives: dicembre 2013
In attesa del 2014. Una pausa di distensione con Jacopo Cullin
A oggi oltre 27.500 accessi. Eccolo!
La Sardegna senza Sardi? Drammaticamente di fronte alla necessità di compiere uno sforzo straordinario di elaborazione politica, di crescita culturale, di formulazione di strategie economiche alternative con le quali ci dovremo misurare. Saremo in grado di farlo?
Demografia e sviluppo nel prossimo futuro
di Vanni Tola
“La Sardegna senza Sardi?”.
Era questo il titolo di un convegno svoltosi a Sassari nei giorni scorsi. Un importante momento di discussione che ha stimolato ulteriori riflessioni nel merito di un problema poco esaminato: l’evoluzione demografica della Sardegna. Da decenni nell’isola si registra un incremento demografico negativo. In altri termini, il numero dei nuovi nati e degli immigrati è notevolmente inferiore a quello degli emigrati e dei deceduti. Gli studiosi di fenomeni demografici, elaborando dati reali (censimenti Istat in particolare), hanno indagato sul fenomeno e formulato delle previsioni prefigurando scenari futuri e realizzando ipotesi di evoluzione dell’andamento demografico fondate e attendibili. La considerazione che deriva dalla sintesi di tali elaborazioni è che la Sardegna rischia nei prossimi decenni un’implosione demografica. Una situazione che potrebbe essere caratterizzata da una consistente riduzione del numero dei sardi (alcuni parlano di 300-400 mila unità in meno, ed è l’ipotesi meno pessimistica), dalla scomparsa di centinaia di comuni minori, da un costante invecchiamento della popolazione attiva e da un insufficiente inserimento di intelligenze giovanili nel sistema Sardegna. (segue)
Santo Stefano
SANTO STEFANO
Oggi è Santo Stefano. Primo martire, lapidato. Muore nel 36, non si sa il giorno, ma si ricorda oggi nella data vicina a quella della nascita di Cristo. Dal fatto che non muore in croce si deduce che l’autorità romana è in quel momento assente: infatti Pilato è finito sotto processo per gli eccessi usati per domare la rivolta del monte di Gerazim. Trascinato dalla folla fuori dal Sinedrio il giovane Stefano muore a colpi di pietra: assiste un giovane, un certo Saulo che, da persecutore dei cristiani, diventerà poi san Paolo. Stefano è nome greco, vuol dire incoronato.
Auguri a tutti gli Stefano, Stefana, Stefania.
con gli occhiali di Piero…
STORIA SARDA
Il 26 dicembre 1668 arriva a Cagliari, col fratello Don Vincenzo e con notevole accompagnamento di truppe, Don Francesco Tutavilla, duca di S.Germano, nuovo Vicerè.
Deve far luce su due omicidi: quello del marchese di Laconi, il 20 giugno 1668, e quello del Vicerè, marchese di Camarassa, il 21 luglio dello stesso anno, ma soprattutto deve ristabilire l’autorità regia messa in dubbio dalle turbolenze della nobiltà sarda. E così farà.
DIAN FOSSEY
La zoologa americana, famosa per lo studio sui gorilla (la ricorda un bel film con Sigourney Weaver), il 26 dicembre 1985 viene assassinata nella sua capanna con un panga, un attrezzo usato dai bracconieri per uccidere i gorilla. Il lavoro della Fossey dava fastidio a molti.
Era nata a S.Francisco il 16 gennaio 1932. Laureatasi nel ’54, fa il primo viaggio in Africa, a sue spese, nel ’63, ma solo nel ’66 ha la possibilità di studiare i gorilla, grazie al paleontologo Louis Leakey.
Si stabilisce in una foresta del Ruanda e diventa in breve tempo un’autorità in materia di gorilla. Si batte per salvaguardare i gorilla, minacciati non solo dai bracconieri, ma anche catturati per gli zoo e ristretti nel loro habitat dal turismo crescente.
Nessuno ha pagato per la sua morte, che siano stati i bracconieri o sicari del governo del Ruanda.
AVVISO
Ai pochi interessati. Mi assento da oggi fino a nuovo ordine.
Se e quando possibile sarò presente (apparizioni…)
Buon Anno Nuovo!! (mai disperare…)
Buon 2014 ! I migliori auguri per la Sardegna e per i sardi. Forza paris nei suoi significati di forza insieme e forza uguali!
di Franco Meloni
PENSIERO CREATIVO PER IL FUTURO GOVERNO DELLA SARDEGNA
Attilio Mastino, presidente
Salvatore Cubeddu, vice presidente
Giuseppe Pulina/ Sandro Dettori, agricoltura
Michela Murgia/ Vito Biolchini/ Nicolò Migheli, cultura e sport
Gianni Loy/ Piera Loi/ Salvatore Melis, lavoro
Aldo Berlinguer/ Tore Cherchi, economia e bilancio
Alessandro Bianchi/ Cristiano Erriu, urbanistica e enti locali
Maria Del Zompo/ Ettore Cannavera, sanità
Massimo Dadea/ Antioco Gregu, Bustianu Cumpostu lavori pubblici
Gianfranco Bottazzi/ Andrea Murgia, industria,
Paolo Maninchedda/ Gianfranco Fancello, trasporti
Aide Esu/ Francesco Soddu, turismo
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E’ una provocazione? E’ una proposta? Come volete. Il mio intento è solo affermare che nel centro sinistra e nei raggruppamenti indipendentisti e sovranisti ci sono persone di grande capacità, affidabili e prive di coinvolgimenti giudiziari. Ne elenco solo alcune, prese dentro le variegate componenti di quell’area e avuto naturale riguardo alla rappresentanza di genere, generazionale e alla provenienza sociale e territoriale. Non guardate troppo alle assenze. Qualcuno potrebbe giustamente dolersi di non esserci. Si può fare di meglio? Certamente. E poi c’è da lavorare per tutti, per tutti gli uomini di buona volontà che vogliono mettere a disposizione scienza e impegno per la Sardegna, costruendo fiducia e alleanze tra generazioni. Solo come appunto (punta ‘e billettu) ricordo che c’è da costruire buone teorie su come sviluppare l’economia, in sintonia con l’impegno planetario, al riguardo seguendo sollecitazioni di varie provenienze, tra le quali mi piace richiamare quelle di papa Francesco. Tornando alla situazione sarda e alla contingenza politica, si potrebbe anche obiettare che ci sono persone rispettabili e competenti anche nel centro destra. Vero. Ma ritengo che il compito di governare la Sardegna spetti oggi al centro sinistra, dopo cinque anni di autentico disastro delle giunte Cappellacci. E’ possibile che il medesimo giudizio sia condiviso dalla maggioranza degli elettori sardi e che dunque il centro sinistra vinca le elezioni e riesca a portare al governo della Regione quanto di meglio dei figli della Sardegna? E’ possibile. Io lo credo. La condizione è che tutte le componenti di quest’area trovino un programma condiviso, una candidatura comune per un presidente che rappresenti tutti e che tutti rispetti, senza illusioni leaderistiche. Ci vuole responsabilità nei confronti della Sardegna e dei sardi, pensando soprattutto alle giovani generazioni, e consapevolezza che si vince insieme. Forza paris dunque, nei suoi significati di forza insieme e forza uguali! E’ il migliore augurio che possiamo farci. Per quanto possiamo, anche dalle pagine di questa nostra news contribuiamo a questo scopo, nella via pratica indicataci da Gramsci del pessimismo della ragione e dell’ottimismo della volontà.
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Pessimismo della ragione, ma ottimismo della volontà.
La foto di Valentina vuole rappresentare proprio questo bellissimo concetto del nostro conterraneo Antonio Gramsci
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La Sardegna senza Sardi?
Demografia e sviluppo nel prossimo futuro
di Vanni Tola
“La Sardegna senza Sardi?”. Era questo il titolo di un convegno svoltosi a Sassari nei giorni scorsi. Un importante momento di discussione che ha stimolato ulteriori riflessioni nel merito di un problema poco esaminato: l’evoluzione demografica della Sardegna. Da decenni nell’isola si registra un incremento demografico negativo. In altri termini, il numero dei nuovi nati e degli immigrati è notevolmente inferiore a quello degli emigrati e dei deceduti. Gli studiosi di fenomeni demografici, elaborando dati reali (censimenti Istat in particolare), hanno indagato sul fenomeno e formulato delle previsioni prefigurando scenari futuri e realizzando ipotesi di evoluzione dell’andamento demografico fondate e attendibili. La considerazione che deriva dalla sintesi di tali elaborazioni è che la Sardegna rischia nei prossimi decenni un’implosione demografica. Una situazione che potrebbe essere caratterizzata da una consistente riduzione del numero dei sardi (alcuni parlano di 300-400 mila unità in meno, ed è l’ipotesi meno pessimistica), dalla scomparsa di centinaia di comuni minori, da un costante invecchiamento della popolazione attiva e da un insufficiente inserimento di intelligenze giovanili nel sistema Sardegna. Ipotesi preoccupanti, difficili da accettare perché pongono in discussione certezze consolidate. La millenaria civiltà isolana messa in crisi dal fenomeno delle “culle vuote”? Eppure è cosi. L’indice di natalità dell’isola è notevolmente inferiore, circa la metà, di quello che sarebbe necessario per mantenere costante la popolazione. L’indice dell’incremento demografico è negativo ormai da decenni in quasi tutta la Sardegna con l’unica eccezione di alcune limitate aree costiere (della Gallura, del Cagliaritano e del Sassarese). Centinaia di paesi potrebbero scomparire per mancanza di abitanti già dai prossimi decenni. La programmazione economica della Sardegna, i programmi di sviluppo, le strategie delle forze politiche impegnate nell’ennesima tornata elettorale, non possono più ignorare il problema, devono anzi considerarlo il punto di riferimento per qualunque nuova ipotesi riguardante lo sviluppo dell’isola. Alcuni esempi. Non ha più senso oggi, per la maggior parte delle amministrazioni comunali, predisporre piani urbanistici di sviluppo considerato che si va incontro a importanti decrementi della popolazione. Allo stesso modo occorre rivedere la progettazione e il ridimensionamento di una serie di servizi pubblici (in primo luogo sanità, edifici scolastici e altri) con riferimento alle previsioni di spopolamento delle aree amministrate. Naturalmente le previsioni demografiche sono appunto delle previsioni, non sono realizzate con la speranza che si concretizzino ma soprattutto per consentire la possibilità di intervenire in modo adeguato per governare le dinamiche in atto. Già alcuni studiosi propongono una lettura meno pessimistica degli scenari di decremento della popolazione, qualcuno formula perfino l’ipotesi che il decremento della popolazione possa perfino rappresentare una opportunità per determinare migliori condizioni di vita per i Sardi “residui”. Altri propongono di esaminare la possibilità di invertire le tendenze demografiche registrate e prevedibili per il futuro prossimo. Una proposta molto interessante e innovativa e che farà certamente discutere è quella avanzata dal prof. Pulina direttore del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari. Partendo dalla considerazione che in Sardegna si registrano tassi di natalità che sono tra i più bassi al mondo e che i giovani continuano a emigrare, Pulina propone di attivare interventi concreti ed efficaci per invertire la tendenza ad un significativo spopolamento della Sardegna e delle zone interne in particolare. La principale attività dell’isola, l’agro-pastorizia, stante l’attuale andamento demografico tende a diventare nei prossimi decenni una attività praticata quasi esclusivamente da lavoratori anziani, e perfino a essere fortemente ridimensionata nel suo ruolo e nelle sue potenzialità economiche. La soluzione indicata è quella di programmare, per i prossimi dieci anni, l’accoglienza di quindicimila coppie di immigrati, un vero e proprio progetto di ripopolamento o se preferite di riantropizzazione di vaste aree dell’isola come è avvenuto in altre parti del mondo, per esempio in Argentina e Australia. Un progetto che non deve essere inteso esclusivamente in termini di trasferimento di forza lavoro bensì come progetto di inclusione di persone nella nostra realtà garantendo loro progetti di vita validi e accettabili a cominciare dal diritto di cittadinanza per i loro figli. La realizzabilità di tale progetto potrebbe essere favorita da finanziamenti europei già disponibili, ad esempio le risorse del programma Horizon 20.20 per le politiche di integrazione. Milioni di euro che potranno essere spesi dal 2014, se si avrà il coraggio, la capacità e la lungimiranza di predisporre adeguate programmazioni. La Sardegna potrebbe essere la prima realtà europea a realizzare un piano di questo tipo. L’isola si candiderebbe così a diventare un’area geografica di accoglienza e gestione programmata di flussi migratori che potrebbero, a loro volta, concorrere a rivitalizzare una società tendenzialmente minacciata di estinzione o comunque di un drastico ridimensionamento del proprio ruolo nel mondo. Ancora una volta la discussione, il confronto, lo studio di ipotesi di sviluppo valide e alternative alle logiche e alle scelte del passato ci pone drammaticamente di fronte alla necessità di compiere uno sforzo straordinario di elaborazione politica, di crescita culturale, di formulazione di strategie economiche alternative con le quali ci dovremo misurare. Saremo in grado di farlo?
Buon Natale!
(Natale)
CITAZIONE DELLA SERA
Nevica sui villaggi? Nelle veglie
le case tornano intime, sognanti;
le parole han riflessi di conchiglie.
Questa notte Gesù fa compagnia
al povero, al fringuello, al camminante
che come foglia fluttua per la via.
(Cesare Angelini, Dicembre)
E’ NATALE
Il 25 dicembre è Natale. Questo dal 354, quando Papa Liberio decise che questa data andava bene per ricordare la nascita di Gesù. Coincideva con quello che gli antichi romani ritenevano fosse il solstizio d’inverno, giorno dopo il quale la luce aumentava nel mondo e si preparava la primavera.
Giorno utile per imperatori (Carlo Magno, anno 800) e monarchi (Stefano d’Ungheria, anno 1000) per farsi incoronare.
A Natale del 1223 a Greccio, in provincia di Rieti, San Francesco inventa il presepe, vivente. Così lo descrive il suo biografo, Tommaso da Celano:
“Si dispone la greppia, si porta il fieno, sono menati il bue e l’asino.
Si onora ivi la semplicità, si esaltà la povertà, si loda l’umiltà, e Greccio di trasforma quasi in una nuova Betlemme”.
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Ma non solo auguri. Qualche ulteriore riflessione e notizia: la strage di Natale, Iacopone da Todi…
Buon Natale!
by Bomeluzo
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(Vigilia di Natale)
CITAZIONE DELLA SERA
Oggi siamo seduti, alla vigilia
di Natale, noi, gente misera,
in una gelida stanzetta,
il vento corre fuori, il vento entra.
Vieni, buon Signore Gesù, da noi, volgi lo sguardo:
perchè tu ci sei davvero necessario.
(Bertolt Brecht, Alla vigilia di Natale)
con gli occhiali di Piero…
STORIA SARDA
Il 24 dicembre 1582 Michele de Moncada, Vicerè di Sardegna, convocò una riunione straordinaria degli Stamenti per migliorare le difese dell’isola dai continui assalti barbareschi.
Michele de Moncada, di illustre famiglia aragonese, era già stato Vicerè di Catalogna, poi Vicerè di Sardegna dal 1578 al 1584 e dal 1586 al 1590.
Altri due de Moncada furono vicerè in Sardegna dopo di lui; Gastone, dal 1590 al 1595, e Guglielmo, dal 1644 al 1649.
EMANUEL LASKER
Parlando di scacchi è stato inevitabile citare spesso Emanuel Lasker, che fu campione del mondo per 27 anni di seguito, dal 1894 al 1921.
Oggi, anniversario della nascita (24 dicembre 1868), scrivo proprio di lui. (segue)
Gerrit van Honthorst – Natività. (1620)
Buon Natale a tutti anche nel ricordo di questo bellissimo dipinto che non c’è più, distrutto nell’ attentato-strage di via dei Georgofili, a Firenze, nel 1993, nel quale morirono 5 persone e furono perduti per sempre molti dipinti e sculture degli Uffizi.
Un motivo di più per detestare gli odiosi assassini di “Cosa Nostra” e combatterli con ogni mezzo e possibilmente cacciarli per sempre dalla faccia della terra. Auguri !
Is OLLIERAS (gli OCCHIALI) de PIERO sull’arcivescovo Melano e sulla Repubblica di Genova…
VITTORIO FILIPPO MELANO
Arcivescovo di Cagliari durante il triennio rivoluzionario, conte, nato a Cuneo il 27 settembre 1733, quasi sessantenne nei giorni della rivolta, era un abile diplomatico. Certo si sentiva superiore al Vicerè Balbiano, non solo per nobiltà di sangue, ma per cultura e intelligenza. Domenicano, maestro di teologia, nominato a Cagliari dal 10 giugno 1778, conosceva meglio le cose di Sardegna, mentre il cavalier Balbiano era vicerè da soli tre anni.
Così lo faccio parlare in “Sa dì de s’acciappa“: (segue)
(a due giorni dal Natale)
(a due giorni dal Natale)
Natale di Francesco De Gregori
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CITAZIONE DELLA SERA
Ustacchio, la viggija de Natale
te mettete de guardia sur portone
de quarche monziggnore o ccardinale,
e vedrai entrà sta priscissione.
Mo entra una cassetta de torrone,
mo entra un barilozzo de caviale,
mo er porco, mo er pollastro, mo er cappone,
e mmo er fiasco de vino padronale.
Poi entra er gallinaccio, poi l’abbacchio,
l’oliva dolce, er pesce de Fojjano,
l’ojjio, er tonno, l’anguilla de Comacchio.
Inzomma, inzino a notte, a mmano ammano,
te llì t’accorgerai, padron Ustacchio,
cuant’è divoto er popolo romano.