Monthly Archives: novembre 2013
La LAMPADA di ALADIN
- E’ in preparazione un DOSSIER su Bioeconomy e Chimica verde, coordinato da Vanni Tola. In attesa, poichè ci è stato richiesto di disporre subito in forma unitaria degli articoli di Vanni Tola, già pubblicati dalla nostra news in quattro puntate, ne abbiamo confezionato uno utilizzando un nostro blog dedicato ad attività formative per gli operatori dell’agricoltura, a cui vi rinviamo.
OGGI GIOVEDI’ 14 TRE INIZIATIVE CHE MERITANO: SCEGLIETE VOI!
La TAVOLOZZA di LICIA
Chiese romaniche della Sardegna: S.Maria di Sibìola, Serdiana (sec.X-XII))
Facciata priva di cuspide, con due portali, una monofora e una bifora.
Costruita dai monaci Vittorini in pietra arenaria, sorge in aperta campagna tra uliveti, fichi e vigneti. E’ divisa in due navate terminanti con due absidi, come si vede dalla foto e presenta una scalinata esterna… a toccare il cielo con un dito! (sulla copertura, penso, per facilitare l’opera di manutenzione dell’edificio. I Vittorini, come i tutti i Benedittini in genere, di cui fan parte, erano dotati di un forte senso pratico…)-
Gli OCCHIALI di PIERO
CITAZIONE DELLA SERA
La cultura è quello che resta quando tutto è stato dimenticato.(Giovanni Macchia *)
MOBY DICK
Il 14 novembre 1851 Herman Melville pubblica Moby Dick, il più grande romanzo di mare della letteratura mondiale di tutti i tempi.
Tradotto in italiano da Cesare Pavese, che lo definì “titanico e biblico”, aggiungerei omerico: infatti sullo scaffale si potrebbe mettere vicino alla Bibbia e all’Odissea.
“… specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in strada e gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in mare al più presto.”
ARCHIBUGERI SARDI
Il 14 novembre 1528 Carlo V ordinò al Vicerè di consegnare alle milizie sarde gli archibugi, per farle esercitare nel maneggio delle nuove armi.
E di esercizio c’era davvero bisogno. Narra Nicolò Migheli nel suo bel romanzo La storia vera di Diego Henares de Astorga:
“… caricare il fornello di innesco con la polvere fina, chiudere lo stesso con uno sportellino, versare la carica di polvere grossa in canna e pressarla con una bacchetta a cucchiaio, inserire la palla di ferro e pressare di nuovo, accendere la miccia o soffiarci sopra per ravvivare la brace, aprire lo sportellino di innesco e, all’ordine, sparare.
Gli archibugi avevano un tiro utile che non andava spesso oltre i trenta metri, massimo cinquanta. Il tiro era impreciso ma la palla poteva staccare l’arto di un uomo.”
S.ILARIO PAPA
Il 14 novembre 461 (altri dicono il 19) un sardo viene eletto Papa.
Si chiama Ilario, mantiene il suo nome da Papa, diventerà santo.
Non si conosce la data di nascita. Fu un Papa attivo, lodato e criticato, più o meno per le stesse cose: grandi opere che abbelliscono Roma.
Mori il 29 febbraio 468 e si commemora il 28 febbraio (il 29 nei bisestili).
E’ sepolto a S.Lorenzo fuori le mura.
Nello stemma dell’Università di Cagliari appare la tiara da Pontefice con la lettera H, che significa il nome di Sant (H)ilario papa, appunto il nostro Ilario. (seguono dettagli dal sito Unica)
La LAMPADA di ALADIN
OGGI MERCOLEDI’ 13. Presentazione Dossier sull’emigrazione
- Cagliari, a palazzo regio: Enea Leone recital chitarra (brani suonati con copia strumento d’epoca G.Fabbricatore).
DOMANI GIOVEDI’ 14
- Gianni Loy CRISI E ATTUALIDADI DE S’ISTATUTU DE IS TRABAGLIADORIS
- Nicolò Migheli “La storia vera di Diego Henares de Hastorga”
- Paolo Matta “I RACCONTI DI PAPA FRANCESCO”
Gli OCCHIALI di PIERO
CITAZIONE DELLA SERA
Gramsci non aveva mai molti soldi, e quelli che aveva li spendeva in libri.
A volte erano così pochi che non poteva comperare neanche i calzini e andava al giornale con ai piedi solo le scarpe.(Camilla Ravera)
S.ANTIOCO MARTIRE
Oggi si commemora Sant’Antioco del Sulcis (secondo altri il 13 dicembre).
Nato in Cappadocia nel 95 dell’era cristiana, medico, fu arrestato per propaganda cristiana e condannato “ad metalla” nelle miniere del Sulcis.
Convertì anche il suo carceriere Ciriaco e perciò fu condannato a morte.
Morì nel 127 e l’isola e la città di Sant’Antioco prendono nome da lui.
In un documento del 1520 a firma dell’allora Giudice di Cagliari, Sant’Antioco viene indicato come il santo patrono della Sardegna..
Auguri a tutti gli Antioco e agli Antiogu.
La TAVOLOZZA di LICIA
Chiese romaniche (ma anche un po’ gotiche) della Sardegna: San Pietro extra muros (Bosa). Si trova presso il bel fiume Temo, fuori dalle mura della città, in aperta campagna. Un tempo però fu cattedrale. Costruita in pietra trachite rosa-violacea; facciata a salienti scandita da tre arcate a sesto acuto. In quella centrale si apre il portale. Divisa all’ interno in tre navate. Sullaa sinistra, la torre campanaria.
Licia Lisei: ma avete visto il portale a righe verticali (direi a occhio e croce, gotico) e le finestre della torre a righe orizzontali (romaniche). Non sono una bellezza ? Dov’era la sovrintendenza ? dormiva ?
CRISI E ATTUALIDADI DE S’ISTATUTU DE IS TRABAGLIADORIS
CRISI E ATTUALIDADI DE S’ISTATUTU DE IS TRABAGLIADORIS
Seminario in lingua sarda in programma il 14 novembre, alle 16.30, nell’Aula magna di Scienze politiche, sul tema dell’attualità dello Statuto dei lavoratori.
Introdutzioni:
Salvatore Cubeddu, Fondazioni Sardinia
Piera Loi, Direttora de su Master de Relatzionis Industrialis
Coordinamentu:
Piersandro Pillonca
Arrexionanda:
Michele Carrus, Segretariu generali de sa CGIL Sarda
Gianni Loy, docenti de derettu de su traballu
Giacomo Meloni, Segretariu natzionali de sa CSS
Ubaldo Murgia, direttori (risorse umane di Porto Vesme srl)
Oriana Putzolu, Segretaria generali de sa Cisl Sarda
Marco Santoru, Direttori de sa “Associazione Industriali delle Province della Sardegna meridionale”
Maria Francesca Ticca, Segretaria generali de sa UIL Sarda
Casteddu, 14 novembre 2013 – ore 16,30 – Aula magna de Scientzias Politicas – Viale S. Ignazio
Riflessioni sul futuro di Cagliari: il mare come strategia di sviluppo per sbloccare e liberare la città. Ma occorre una diversa classe dirigente.
Il dibattito su Cagliari, intendendo quello che non si ferma alla contingenza dei problemi quotidiani dei suoi abitanti, che riesce a riflettere sul suo ruolo rispetto alla Sardegna e all’Europa, che prefigura scenari futuri rispetto ai quali organizzare le energie sociali, e così via, è presente anche se carente nella realtà culturale della città. Segue un andamento di tipo “carsico”: corre in modo prevalentemente sotterraneo, ogni tanto riaffiorando con i contributi di singoli intellettuali o, in misura più partecipata da diversi soggetti singoli o associati, in relazione a scadenze elettorali o ad altre particolari circostanze. Tra queste le più importanti negli ultimi anni sono state le fasi di elaborazione del “piano strategico della città” e del “piano strategico dell’area vasta”. A dire il vero il rilevante lavoro prodotto è stato in gran parte sprecato, seppure resta disponibile un’interessante documentazione, fruibile sul sito web del Comune (1) (2). Sono tutte parole, per fortuna in questo caso scritte, che però tali rimangono, senza tradursi, se non in minima parte, in effettive realizzazioni; sono elaborazioni interessanti ma in gran parte inutilizzate, come dimostra il piano del Comune per la candidatura a “capitale europea della cultura 2019″, che sembra prescinderne.
Si ripete anche in questo caso il vizio del “ripartire da zero” che fa sprecare risorse e fa perdere di efficacia all’azione politica e amministrativa delle Istituzioni.
Occorre invece rilanciare il dibattito su Cagliari, raccogliendo tutti i contributi del passato che mantengono validità insieme a quelli che si sono aggiunti e vanno aggiungendosi di recente, lasciando alla politica il compito di portare a sintesi operativa le indicazioni su cui si trova la più estesa convergenza.
Prima di riproporre le questioni strategiche vogliamo soffermarci su un altro comportamento patologico delle nostre Istituzioni: quello dei “compartimenti stagni”, cioè dell’incapacità di agire “a sistema” (la leale collaborazione istituzionale). Forse ci si illude che le decisioni prese in solitaria dai singoli Enti possano essere inserite da una “mano invisibile” in un coerente disegno complessivo, purtroppo inesistente. Così non si va molto lontano. Tra i molti esempi che si potrebbero fare al riguardo ci limitiamo a due, importanti ed emblematici: la zona franca e la questione delle abitazioni.
. Per quanto si riferisce alla zona franca, parliamo dei punti franchi doganali (non quindi delle fantasie demagogiche di Cappellacci o della pessima e inutile leggina approvata di recente dal Consiglio regionale), cioè di quelli che potrebbe essere già operativi (per il punto franco di Cagliari il ritardo assomma a oltre dodici anni) e che inspiegabilmente non si fanno, per colpevole inerzia di molte Istituzioni a partire dalla Regione. I punti franchi porterebbero benefici in termini di occupazione e di incremento di attività economiche innovative, se attuati con modalità intelligenti, come, per esempio, dimostra l’esperienza di Barcellona (ampiamente studiata dai nostri politici in innumerevoli viaggi-studio). Per quanto riguarda Cagliari (ma discorso analogo può farsi per gli altri 5 punti franchi previsti dalla normativa vigente) perchè la zona franca possa concretizzarsi con questa valenza occorre che si impegnino più soggetti, raccolti in una compagine sociale a cui partecipino la Regione, l’Autorità portuale, la Camera di Commercio, l’Università e, infine, il Comune capoluogo, che dovrebbe assumerne la guida politica.
Cosa si è fatto al riguardo? Quasi nulla, se si eccettuano alcune iniziative, pur apprezzabili, dell’attuale autorità portuale, Piergiorgio Massidda, giunto peraltro al capolinea del suo incarico. Per il resto i possibili partner si ignorano, quando non sono l’un contro l’altro armati.
. Veniamo ora della questione delle abitazioni. Cagliari, in costante emorragia di abitanti in favore dei centri limitrofi, non può pensare di risolvere il problema riattirando gli abitanti perduti per i quali costruire nuove abitazioni, che andrebbero a saturare le poche aree disponibili. L’operazione già di per sè non condivisibile di “Su Stangioni” potrebbe essere letta in questa luce, specie pensando al possibile aumento dell’edificabile (vedasi al riguardo l’ottimo dossier predisposto dal circolo PD Copernico di Cagliari) (3). Piuttosto occorrerebbe rimettere in gioco le numerose case sfitte e riqualificare il patrimonio edilizio esistente, soprattutto in favore dei ceti meno abbienti e delle fasce giovanili. Si deve pertanto affrontare la questione abitativa in termini di “area vasta urbana”, con appositi piani intercomunali. Occorre al riguardo pianificare il territorio insieme con gli altri Comuni dell’area vasta. Cosa che si dovrebbe fare subito e che non si fa, ma che sarebbe più agevole (e obbligatorio) fare con la costituzione della città metropolitana (vedasi al riguardo lo studio della Società geografica italiana in collaborazione con il CNR) (4). Le responsabilità di questa situazione negativa sono tutte della classe politica. Ne vogliamo parlare?
Tornando al dibattito sulle linee strategiche, volendo individuarne una prioritaria, ovviamente discutibile, ci sembra interessante proporre quella avanzata da Paolo Fadda, storico e studioso cagliaritano, nel suo recente libro “Da Karel a Cagliari”, riassunta nella rappresentazione di una “Cagliari città d’acqua”, che punta sui suoi stagni e soprattutto sul mare come nuova opportunità di sviluppo. Sostiene Fadda: “La nuova centralità assunta da Mediterraneo, per l’emergere di nuove potenzialità ed aspirazioni economiche fra i popoli rivieraschi, fa ben sperare che il mare ritorni ad essere la locomotiva trainante del progresso cittadino”.
In questa proposta, che condivido, trovo un ideale accordo, con Giovanni Lilliu, nel momento in cui invitava i sardi (e qui Cagliari può dare l’esempio e dimostrare l’intraprendenza dei cagliaritani) a “riconquistare” il mare (“per riconquistare la libertà”, diceva Lilliu), facendo leva, valorizzando e, se vogliamo, anche superando, la famosa “costante resistenziale” (al riguardo facciamo riferimento all’intervista fattagli da Francesco Casula per Cittàquartiere, nel maggio 1987) (5).
Bene! Dunque guardare al mare come nuova frontiera. Ma non si può ridurre tutto alla suggestiva enunciazione.
Cosa può significare questa “scelta strategica”, ovviamente se condivisa (ed è tutto da verificare)?
Possiamo trovare molte e significative implicazioni, che lasciamo all’approfondimento e alle integrazioni del dibattito, riconoscendo come in molti casi si tratta di sviluppare quanto di positivo si sta già facendo (porto, porto-canale, Poetto). Voglio però qui indicarne alcune, solo a mo’ di esempio, in aggiunta a quanto già detto. Si potrebbe:
- predisporre un utilizzo turistico del complesso lagunare;
- riprendere un utilizzo produttivo delle saline;
- riconvertire la Fiera internazionale e aprirla al mare;
- rafforzare le pratiche sportive sull’acqua;
- orientare investimenti d’impresa sulla cantieristica da diporto, proiettandoli verso nuovi mercati come quelli del nord Africa;
- rafforzare il sistema formativo, a partire dagli Istituti professionali nautici fino a dare vita all‘ “Università del mare”, basandosi sulle competenze esistenti negli Atenei sardi, anche con l’utilizzo delle aree e strutture da smilitarizzare.
Volutamente in queste riflessioni si tralasciano gli aspetti che attengono all’incontro tra differenti culture dei paesi del bacino del Mediterraneo, che potrebbero vedere Cagliari come centro di scambi e iniziative di rilevante importanza. Questo è un ulteriore filone di riflessione.
Per concludere. Pensare, progettare e fare tutte queste cose nella dimensione sarda, europea e internazionale implica una condizione: che emerga e si consolidi una nuova classe dirigente, non solo politica, che sappia ragionare e agire, con unità d’intenti, e che sappia coinvolgere i cittadini nelle scelte che li riguardano. Le elezioni regionali ed europee in questo senso sono la prima ravvicinata opportunità da non sprecare.
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(1) Piano strategico Cagliari: http://www.comune.cagliari.it/portale/it/terrirtorio_areavasta.page
(2) Piano strategico Area vasta Cagliari: http://www.comune.cagliari.it/portale/it/contentview.page?contentId=SCH50524
(3) Circolo Pd Copernico di Cagliari, dossier “Su Stangioni”: http://circolocopernico.wordpress.com/2013/05/27/lo-strano-caso-di-su-stangioni-politiche-residenziali-a-cagliari/
(4) Studio Società geografica italiana-CNR: http://www.societageografica.it/images/stories/Pubblicazioni/e-book_il_riordino_territoriale_dello_stato.pdf
(5) Intervista a Giovanni Lilliu: https://www.aladinpensiero.it/?p=545
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Oltre che su questo sito, questo articolo viene pubblicato anche sui siti Fondazione Sardinia, Vitobiolchini, Tramasdeamistade, Madrigopolis, Sportello Formaparis, Tottusinpari e sui blog EnricoLobina e RobertoSerra.
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Caro Massimo
Riprendiamo dal sito di Vito Biolchini la lettera inviata dal presidente del gruppo del Pd in Consiglio comunale Davide Carta al Sindaco Massimo Zedda, che nella parte di carattere più generale ci sembra corrispondere alle critiche sulle carenze di politiche di respiro per la città avanzate nel nostro editoriale.
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Caro Massimo,
la recente sentenza del TAR sulla illegittimità della nomina di Marcella Crivellenti a sovrintendente del Teatro lirico conferma, quanto fossero fondate le preoccupazioni, le sollecitazioni e poi le critiche del gruppo PD rispetto alla scelta del sovrintendente , sia sotto il profilo del metodo, che nel merito. Preoccupazioni e perplessità confermate rispetto poi alla concreta gestione del Teatro Lirico.
La sentenza del TAR lede non solo la tua immagine di Presidente della Fondazione, ma coinvolge il tuo ruolo di Sindaco e la nostra maggioranza in consiglio comunale, in quanto è stato messo in discussione uno degli aspetti di maggiore rilevanza del nostro programma: la trasparenza delle scelte politiche e degli atti amministrativi.
Non è stata la prima e purtroppo nemmeno l’ultima volta che hai deciso senza dare la giusta considerazione alle parole dei consiglieri e senza confrontarti con la tua maggioranza: il progetto collettivo che era la forza della nostra proposta per la città è rimasto lettera morta.
Per questi motivi ti chiediamo come PD di valutare con attenzione la possibilità di non procedere con il ricorso al Consiglio di Stato avverso tale sentenza considerando che si tratta di una scelta di natura anche politica, e non solo giuridico amministrativa, che merita attente valutazioni sotto molteplici profili.
Crediamo, inoltre, che sia importante convocare il CdA della Fondazione del Teatro per dare seguito agli esiti della sentenza ed avviare un ragionamento sulla nomina del sovrintendente, nei tempi più brevi possibili, al fine di non mettere a repentaglio la gestione e gli esiti economico – finanziari della Fondazione.
Questa scelta sarebbe un atto di grande consapevolezza e responsabilità politica e favorirebbe la ripresa del dialogo con i lavoratori ed i sindacati del Teatro lirico e il superamento del clima di persistente conflitto.
Credo, caro Massimo, che siamo arrivati ad un punto di non ritorno: il governo della città ha bisogno di un di più di politica, intesa come capacità di progettare il futuro, con una visione alta, e di trovare soluzioni concrete ai tanti problemi, un di più di capacità di ascolto e di dialogo con le forze sociali che la animano, un di più di guida dei processi amministrativi, oggi totalmente delegati alla struttura.
Il PD vuole dare il suo contributo costruttivo, come ha fatto dall’inizio della consiliatura, aprendo anche una fase di rinnovato impegno, mettendo a disposizione tutta la ricchezza di idee e di uomini che il partito possiede: sta a te scegliere se chiederlo, accoglierlo oppure ignorarlo come hai fatto troppo spesso fino ad oggi.
Il futuro di questa amministrazione si decide oggi, in questo passaggio difficile: a te il compito di fare la scelta.
Davide Carta
Presidente del gruppo PD
Cagliari, 14 novembre 2013
Questione morale
CITAZIONE DELLA SERA
Si è in genere più propensi a fare delle parole che dell’azione politica,
o si confonde l’una cosa con l’altra.
(Antonio Gramsci)
LA QUESTIONE MORALE NON ESISTE – 2
Non hanno fatto nulla di male.
E che? è un delitto, mo’, comprare libri? e non è un vanto e un vantaggio per un partito, sempre criticato per la sua incultura, che un gran calibro del partito acquisti libri di gran pregio e li tenga a disposizione degli iscritti in casa sua (non alla Regione, che lì se li rubano…) ?
E che delitto sarebbe matrimonio e banchetto nuziale, dove tutti i colleghi di partito vogliono il solito pezzo di torta? forse che la famiglia non è sempre stata al centro della nostra ideologia politica (Dio, Patria e Famiglia…) e non è il matrimonio il fondamento della famiglia? Si è speso per uno dei fondamenti della visione politica del partito, che diamine!
E i convegni sullo sport? medicina e sport? Non diciamo tutti “Mens sana in corpore sano”? Si son fatti in palestra, beh? quale luogo più adatto? caso vuole che la palestra sia gestita dalla consorte dell’onorevole, che male c’è? forse che la legge prevede che le mogli non possono gestire palestre?
Lasciateli liberi, candidiamoli, votiamoli ancora: hanno certe idee…
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L’incompetenza dei Politici È La Vera Questione Morale.
di Giovanni Dore*
Gli OCCHIALI di PIERO su Antonio Romagnino, San Martino…
ANTONIO ROMAGNINO
L’11 novembre di due anni fa, a quasi 94 anni, moriva Antonio Romagnino.
Cagliaritano, insegnante, giornalista e scrittore, era nato il 25 novembre 1917. Memoria della vecchia Cagliari, di cui scriveva sul quotidiano L’Unione Sarda, ebbe molteplici esperienze: due lauree, prigioniero di guerra, ambientalista e uomo di cultura, vero liberale, candidato nelle liste del PCI, fondatore e presidente della sezione sarda di Italia Nostra, presidente degli Amici del Libro.
Celebrandone la memoria un anno fa, alla Fiera del Libro di Torino, lessi, tra l’altro, un suo brano da “Torri e mare”:
“… dire ‘pirrese’ voleva dire tonto. Mio padre, che era nato a Pirri, incantava tutti con la sua parola. Ma pirrese non vuol dire quasi più nulla, ora che l’antico Comune se l’è mangiato tutto la città, cresciuta fin là e oltre. E neppure ‘pirreria’ che per i cagliaritani arroganti valeva per stupidaggine campagnola, è appena un poco comprensibile.”
SAN MARTINO
Oggi è san Martino. La data è celebre e celebrata in poesia (ricordate?
“La nebbia agli irti colli…”) e nei proverbi “S.Martino ogni mosto è vino”, infatti era in questo giorno che, fino a qualche tempo fa, si presentavano i vini novelli, la cui presentazione di anno in anno si sta anticipando.
Per san Martino però è bello ricordare proprio il santo, quello famoso che tagliò il suo mantello per darne metà a un poveretto che tremava per il freddo. Mi viene da pensare che c’è un insegnamento in quel gesto del santo: i tagli, quelli santi, si devono fare a quelli che hanno per dare a quelli che non hanno, il contrario non è nè santo, nè giusto, nè bello.
DISTURBI
Il disturbatore è stato arrestato.
Più che disturbatore pare fosse disturbato.
La TAVOLOZZA di LICIA
Dolianova: Retablo di San Pantaleo (sec.XV). Bellissimo retablo (cioè dipinto su tavola suddiviso in vari scomparti) mancante di alcune parti, che mostra, al centro,il santo con la sua “attrezzatura” da medico. Probabilmente il serpente è un suo “attributo”, essendo fin dall’antichità il simbolo di Esculapio, dio della medicina. (I serpenti sono ancora simbolo di farmacia e medicina).
Il retablo “racconta”, nelle 4 tavole laterali, alcuni episodi della vita del santo. In alto la Vergine col Bambino. Mancano predella e polvaroli.
E’ uno degli esempi più belli dell’arte del XV se. in Sardegna.
San Pantaleo di Dolianova: particolare di un capitello…
Gli OCCHIALI di PIERO
BIRAGO DIOP
Birago Diop (o Birango Diop), poeta senegalese, muore il 10 novembre (altri dicono il 25 novembre) 1989 a Dakar.
Nato l’11 dicembre 1906 a Ouakam (Dakar), compie gli studi di veterinaria a Tolosa, qui incontra nei primi anni ’30 il poeta Leopold Sédar Senghor e si associa al movimento della Negritudine.
Scrive e pubblica una sua prima raccolta di racconti e fiabe del “griot” Amadou Koumba nel 1947.
Ha inoltre pubblicato: Les nouveaux contes d’Amadou Koumba (1960), Contes et lavanes (1964), Contes d’Awa (1977). Il volume di poesie Leurres et lueurs (1960) contiene “Souffles”, poema già pubblicato nel 1948.
E anche autore di un’opera teatrale “L’Os de Mor Lam” (1966), messa in scena da Peter Brook a parigi nel 1979.
Sédar Senghor, divenuto primo presidente del Senegal (Aladin pensiero,
20 agosto), lo nomina ambasciatore del Senegal a Tunisi nel 1960-63.
Di lui ho citato tempo fa alcuni versi dalla poesia “I morti non sono morti” (vedi Aladin Pensiero, 27 agosto).
CITAZIONE DELLA SERA
Meglio dormire con un cannibale astemio che con un cristiano ubriaco.
(Herman Melville)
La LAMPADA di ALADIN
Giovedì 14 novembre allo Spazio Search (sottopiano del Palazzo Civico) alle 18, appuntamento con “La storia vera di Diego Henares de Astorga” per il festival letterario diffuso Èntula. Lo racconteranno insieme al suo autore, Nicolò Migheli, Maria Antonietta Mongiu, Bachisio Bandinu e Piero Marcialis.
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“Democrazia economica e politiche sociali in vista delle Elezioni Europee del 2014″
Lunedì 11 novembre alle ore 20.30, il Gruppo Europa del Circolo PD “Copernico” presenterà il lavoro che anticiperà l’incontro-dibattito “Democrazia economica e politiche sociali in vista delle Elezioni Europee del 2014″ previsto per giovedì 21 novembre alle ore 18.30, e che avrà come relatori Fausto Durante (Segretariato Europeo CGIL) e Valentina Usai (Movimento Federalista Europeo).
Il Gruppo Europa nasce con l’obiettivo di far conoscere il lavoro e le funzioni del Parlamento Europeo e stimolare il confronto fra le azioni governative nazionali e quelle europee, con maggiore considerazione per le politiche sociali e culturali.
Partendo da queste premesse, il lavoro sarà così articolato:
• analisi della situazione del mercato del lavoro in Europa, con particolare attenzione alla percentuale di disoccupazione giovanile ;
• illustrazione del piano europeo proposto dalla CES contro l’austerity;
• funzioni del Parlamento Europeo e importanza della partecipazione al voto.