Monthly Archives: ottobre 2013
SARDEGNA e BIOECONOMY: un dibattito aperto sul futuro dell’isola
di Vanni Tola
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Gli OCCHIALI di PIERO. Oggi su San Francesco, la Pravda, Ugo Ricci…
CITAZIONE DELLA SERA
Mi sono convinto che anche quando tutto sembra perduto bisogna mettersi tranquillamente all’opera ricominciando dall’inizio. (Antonio Gramsci).
Piero Marcialis AVVISO. Alle tre o quattro persone interessate: da domani e per 8 giorni sarò assente o comunque poco presente. Hasta luego.
SAN FRANCESCO
Il 3 ottobre 1226 muore ad Assisi, dove era nato il 26 settembre 1182, Francesco, figlio di Pietro Bernardone dei Moriconi, commerciante di stoffe con la Francia, e di Pica Bourlemont, nobile francese.
Fondatore dell’ordine dei Francescani, poeta e santo, patrono d’Italia con Caterina da Siena, la Chiesa celebra il “poverello di Assisi” il 4 ottobre, forse perchè la data del 3 era occupata da san Gerardo.
Ne “La casa dello Strego” (di Lisei-Marcialis, ed. Condaghes) il lupo di Gubbio così ne parla:
“… – E’ vero tutto quello che combini?
– E che si deve fare per campare? … Quelli della tua razza non sopportano di vederti libero. Accettano solo i leccapiedi. Appena vedono qualcuno un po’ diverso che vuol vivere a modo suo, cominciano a strillare,
– Lo dici a me, che ho rotto finanche con mio padre?
– Allora puoi capirmi.
– E come si fa?
– Che ne so io?
– Se li convinco a darti da mangiare, puoi smettere di rubare?
– Se non si tratta di lavorare sotto padrone…
– Va bene…
– Quando è così, qua la zampa!
E ci siamo accordati.
La Sardegna che ci piace
San Basilio (Cagliari). Inaugurato il telescopio più grande d’Europa (il 2° del mondo). E’ stato “acceso” il 30 settembre il “Sardinia radio-telescope”, al suono antico delle launeddas…
LA SARDEGNA E LA BIOECONOMY
di Vanni Tola
Sassari – Il Consorzio provinciale industriali ed il Dipartimento di Chimica e Farmacia dell’Università di Sassari hanno promosso un convegno avente per tema: “Il Nord Sardegna polo europeo della chimica verde” al quale hanno partecipato esperti internazionali. I temi principali, la chimica verde e la bioeconomy, sono stati sviluppati dai relatori con approcci differenti ma decisamente molto interessanti. Si è parlato di bioeconomia come prospettiva di sviluppo sostenibile, della filiera della trasformazione delle bioplastiche, della filiera della chimica fine applicata agli estratti vegetali, dello sviluppo delle tecnologie ambientali e della filiera dei biocarburanti. Alcuni relatori locali hanno poi illustrato importanti iniziative industriali avviate in Sardegna relativamente alle nuove metodologie ed alle tecnologie della bioeconomy. Riteniamo utile riportare in sintesi i contenuti di alcuni interventi per favorire una migliore conoscenza del dibattito in corso relativamente alla riconversione dei sistemi produttivi locali e internazionali. Cominciamo con l’analisi dell’intervento della Dott.ssa Giulia Gregori, esperta di politiche europee e responsabile della pianificazione strategica di Novamont, che ha svolto una relazione sul tema: “La bioeconomy, una prospettiva di sviluppo sostenibile”. Con il previsto aumento della popolazione mondiale fino a sfiorare 9 miliardi di abitanti nel 2050 e l’esaurimento delle risorse naturali, il nostro continente ha bisogno di risorse biologiche rinnovabili per produrre alimenti e mangimi sicuri e sani ma anche materiali, energia e altri prodotti. Il termine Bioeconomy indica una teoria economica proposta da Nicholas Georgescu-Roegen per realizzare un’economia ecologicamente e socialmente sostenibile. Parlare di bioeconomia significa quindi riferirsi a un’economia che si fonda su risorse biologiche provenienti della terra e dal mare e dai rifiuti, che fungono da combustibili per la produzione industriale ed energetica e di materia prima per la produzione di alimenti e mangimi. Significa anche parlare dell’impiego di processi di produzione fondati su bioprodotti per un comparto industriale sostenibile. L’Europa deve passare a un’economia ‘post-petrolio’ e ad un maggiore utilizzo di fonti rinnovabili. Non è più soltanto una scelta ma una necessità. L’obiettivo è quello di promuovere il passaggio a una società fondata su basi biologiche invece che fossili, utilizzando i motori della ricerca e dell’innovazione. La Commissione Europea ha adottato, da qualche tempo, azioni strategiche per indirizzare l’economia verso un più ampio e sostenibile impiego delle risorse rinnovabili. “L’innovazione per una crescita sostenibile: una bioeconomia per l’Europa” è una strategia della Commissione Europea che prevede un piano d’azione basato su un approccio interdisciplinare, intersettoriale e coerente al problema. L’obiettivo è creare una società più innovatrice e un’economia a emissioni ridotte, conciliando l’esigenza di un’agricoltura e una pesca sostenibili e della sicurezza alimentare con l’uso sostenibile delle risorse biologiche rinnovabili per fini industriali, tutelando allo stesso tempo la biodiversità e l’ambiente. Il piano europeo per la bioeconomia si basa pertanto su tre aspetti fondamentali:
- Sviluppare tecnologie e processi produttivi nuovi destinati alla bioeconomia;
- Sviluppare mercati e competitività nei diversi settori della bioeconomia;
- Stimolare una maggiore collaborazione tra i responsabili politici e le parti interessate.
(segue)
Gli OCCHIALI di PIERO
GROUCHO MARX
Nasce il 2 ottobre 1890 a New York, vero nome Julius Henry (Groucho vuol dire brontolone). Figlio di una coppia di ebrei emigrati, infanzia misera:
“non eravamo poveri, solo non avevamo un soldo”.
Lunga gavetta teatrale, il successo arriva a 33 anni con due commedie in teatro e nel 1929 nel cinema. Inventa la sua propria maschera: baffoni, che alla fine dipinge direttamente sulla pelle, sopracciglia folte all’eccesso, sigarone, andatura frenetica e danzante, giochi di parole, sarcasmo, battute corrosive, anche autoironiche.
Nel 1929 perse molti soldi: “avrei perso di più, ma non ne avevo altri”. Memorabili Una notte all’opera (1935) e Un giorno alle corse (1937).
15 anni di successi fino al 1940 coi fratelli Chico, Harpo e Zeppo, e poi da solo, non più in cinema ma in televisione.
L’autore satirico più divertente del secolo, così fu definito, morì a Los Angeles il 19 agosto 1977.
Lui – Ci sono delle buone cose che mi uniscono a te per la vita.
Lei – Davvero? e quali cose?
Lui – I tuoi buoni del Tesoro.
CITAZIONE DELLA SERA
Epoca terribile quella in cui degli idioti governano dei ciechi. (Shakespeare).
IL GOVERNO E’ STABILE
Riciclata la vecchia barzel/Letta.
Dice che la maggioranza è più forte e coesa che mai.
Che piacere sapere che quest’amore vince le avversità.
SASSARI-OLBIA
Due morti e cinque feriti, oggi.
Ormai son cinque anni che B. e Cappellacci (quello che la Sardegna deve tornare a sorridere) promisero di metterla in sicurezza.
In cinque anni son riusciti a mettere un po’ di firme sulle carte.
La promessa torna buona per un’altra campagna elettorale.
ALL’AUTOSCONTRO
Altro giro, altra corsa! Ci si scontra senza farsi male!
Presto avremo gli aeroplani!
Spengo tutto e me ne vado?
Ma no, ragazzi, questo è il Luna Park!
Qui si scherza, qui si gioca: Imu, Iva, posti di lavoro…
Qui si gioca, qui si scherza!
Indulto, amnistia, domiciliari, servizi sociali…
Vi gira la testa per un giro di giostra?
Altro giro, altra corsa!
La direzione ringrazia e vi invita a un altro giro!
IL MASSACRO DI TLATELOLCO
Il 2 ottobre 1968 a Città del Messico, quartiere di Tlatelolco, piazza delle Tre Culture, da carri blindati ed elicotteri esercito e polizia sparano sugli studenti e su chiunque si trovi a passare. Oltre 300 morti.
L’ordine era del presidente Gustavo Diaz Cordaz. Il governo parlò di circa 40 morti e che l’esercito aveva risposto al fuoco dei dimostranti.
I corpi furono rimossi coi camoin dell’immondizia.
Nel 1997 la commissione d’indagine del Congresso accertò che gli studenti erano disarmati e che il massacro era preordinato allo scopo di distruggere il movimento studentesco messicano dieci giorni prima dei giochi olimpici.
Solo nel 2003 si è saputo da documenti statunitensi che il Pentagono e la Cia erano implicati, con istruttori, armi, munizioni, materiale e attività di spionaggio, nella strategia del Governo “per difendere la democrazia”.
Su Riforma Sullo, “terribile diritto” e precarietà abitativa a Cagliari
di Enrico Lobina
Il 2013 è l’anniversario del tentativo – fallito – di riforma del regime dei suoli, operato dal democristiano Fiorentino Sullo nel 1963. La riforma prevedeva la prevalenza, nella pianificazione urbanistica, dell’interesse generale rispetto a quello privato.
La rendita è un guadagno non legato al lavoro, bensì al semplice possesso di un terreno, che per qualche ragione aumenta di valore. L’aumento è legato al fatto che un PUC stabilisce che in quel terreno, dove prima non si poteva costruire, ora si può. In linea di massima, questo atteggiamento ha fatto del male alle città, a chi ci abita ed al paesaggio.
Fiorentino Sullo voleva riportare quella rendita nella sfera del pubblico, mediante uno schema di appropriazione pubblica della rendita.
Per dare un senso della portata della riforma, si sappia che il tentativo di colpo di stato del generale De Lorenzo, progettato in quegli anni, non aveva come obiettivo principale il centrosinistra dei primi anni sessanta, come molti hanno scritto e sostenuto, bensì la riforma Sullo.
Contro Sullo si scatenò una violenta campagna denigratoria. Il suo partito lo abbandonò e da allora si smise di parlare di riforma del regime dei suoli. Nessuno, a parte il dipartimento di Architettura di Alghero, ricorda lui e quel progetto di riforma.
Ancora oggi sarebbe necessaria una legge su questi temi, che rimetta in discussione il “terribile diritto”, per riprendere una espressione usata, tra gli altri, da Stefano Rodotà e Paolo Carrozza. Il terribile diritto sarebbe la proprietà fondiaria, quando questa diventa un ostacolo alla realizzazione di spazi buoni. Per proprietà fondiaria intendiamo la proprietà sul fondo, sia esso rurale o urbano, così come stabilito dal codice civile.
Le questioni della rendita, dell’urbanistica, dei palazzinari e delle politiche abitative ruotano tutte intorno a questi temi.
Le posizioni che rivendicano il primato dell’interesse generale sull’interesse particolare della rendita vincono se hanno una base sociale e storica che li sospinge. Di questa base sociale e storica fanno parte tutte le vittime della precarietà abitativa.
Il sindaco di Cagliari, in campagna elettorale, raccontava come in Olanda se una persona scopre che una casa è disabitata, e poi nei tre anni successivi rimane disabitata, può entrarvi e utilizzarla come proprio alloggio, se ne ha bisogno.
A Cagliari viviamo una situazione abitativa esplosiva, di cui già si occuparono, spesso con successo, i movimenti per la casa degli anni settanta.
Esistono due Cagliari. La prima Cagliari è quella dei dipendenti pubblici e para-pubblici, delle professioni, i cui figli vanno a scuola e all’università, leggono i blog e i giornali.
C’è, poi, una seconda Cagliari, che non legge i nostri blog, o li legge raramente, la quale spesso è immersa nella precarietà abitativa: poco meno di 1.000 famiglie sono in graduatoria per un alloggio popolare, circa 400 chiedono una casa anche con standard minori ai limiti di legge (case-parcheggio), e secondo l’ultimo censimento sono più di 1.000 le famiglie in coabitazione. Tra case popolari del Comune e di AREA, sono circa 6.000 le famiglie che abitano in alloggi ERP (Edilizia Residenziale Pubblica).
A questo aggiungiamo che secondo il Ministero degli interni nel 2012 gli sfratti in Sardegna sono aumentati del 77%, quasi tutti per morosità incolpevole, cioè una morosità dovuta ad una situazione economica negativa sopravvenuta. Stanno ricominciando le occupazioni, dalle abitazioni dell’Aeronautica militare di Monte Urpinu a tutta l’area di Calamosca. E non solo.
In questo contesto, Cagliari ha più di 5.000 appartamenti sfitti, e interi quartieri (vedi lottizzazione Magnolia, a Genneruxi) dove non abita nessuno.
Intere aree andrebbero recuperate, e moltissimi volumi, attraverso processi di auto-recupero e riqualificazione, restituiti a chi ha diritto ad una casa. Non è costruendo nuovi volumi che si risolve la precarietà abitativa: la storia recente l’ha dimostrato.
È questa la base sociale e politica a cui guardare per discutere del nuovo rapporto tra proprietà privata dei suoli e delle abitazioni, governo del territorio e precarietà abitativa. Altrimenti ogni illuminato, come Sullo e altri che di recente hanno provato a fare politiche simili in Sardegna, sarà spazzato via da chi ha la maggioranza delle leve del potere.
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Ecco i siti/blog in cui sono pubblicati gli interventi concordati dal gruppo In Sardu.
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Il primo intervento di Salvatore Cubeddu
Il secondo intervento di Fabrizio Palazzari
Il terzo intervento di Nicolò Migheli
Il quarto intervento di Vito Biolchini
Il quinto intervento di Franco Meloni
Il sesto intervento di Salvatore Cubeddu
Il settimo intervento di Fabrizio Palazzari
L’ottavo intervento è di Vito Biolchini
Il nono intervento è di Piero Marcialis
Il decimo intervento è di Nicolò Migheli
L’undicesimo intervento è di Vito Biolchini
Il dodicesimo intervento è di Franco Meloni
Il tredicesimo intervento è di Vito Biolchini
Il quattordicesimo intervento è di Gianni Mascia
Il quindicesimo intervento è di Francesca Madrigali
Il sedicesimo intervento è la lettera di Frantziscu a Efis
Il diciasettesimo intervento è l’odierno di Enrico Lobina
La TAVOLOZZA di LICIA
La sedia di VANNI
Perchè la Pace fa meno notizia della guerra? Pare si vada verso un accordo internazionale per la distruzione controllata delle armi chimiche della Siria scongiurando uno scontro armato. Si ristabiliscono i rapporti diplomatici con l’Iran dopo trent’anni di guerra fredda. E quasi non se ne parla. Trasformiamo l’orrore per la guerra in azioni di sostegno per il rafforzamento della Pace. La Pace non è ne scontata ne definitivamente acquisita.
Gli OCCHIALI di PIERO
MESSINA
Il 1° ottobre del 2009 un nubifragio si abbatte su Palermo e Messina: decine di morti e dispersi. Si proclama lo stato di emergenza.
Forse si doveva pensare prima allo stato idrogeologico, alla sicurezza delle aree colpite dal nubifragio. Invece da qualche anno un signore, romantico, sosteneva che l’opera necessaria era il Ponte di Messina: “così se uno ha un grande amore dall’altra parte dello Stretto, potrà andarci anche alle 4 di notte, senza aspettare i traghetti…” (B., 8 maggio 2005).
Ah, l’amore! quante sciocchezze fa dire l’amore…
A completare la notizia: il processo per le responsabilità del disastro a Messina (imputati il sindaco, un altro sindaco di comune limitrofo, commissario straordinario, responsabile protezione civile, dirigenti regionali, tecnici, progettisti…) non si è ancora fatto. Dopo vari rinvii è previsto per il 16 ottobre prossimo: 37 morti, 168 parti lese, dal 2009 attendono giustizia e verità.
RAPPORTI ISRAELE – PALESTINA
1 ottobre 1985. L’aviazione israeliana bombarda il quartier generale dell’OLP a Tunisi.
SANTU AJNE (Mes’e ladàmini)
Santu Ajne! pone su cappotto
chi fit, s’annu passadu, ‘e babbu tou.
Su sole cun sos rajos a fagotto
che torrat mudu mudu a logu sou.
Eo semino totu su chi potto
e lasso sos pizzinnos a su prou
chi onore si fettana a iscola,
si no diventant ainos de mola.
(Popolare)
CITAZIONE DELLA SERA
La situazione politica in Italia è grave ma non è seria. (Ennio Flaiano)
CITO ME STESSO (e non mi fa piacere)
Fondi ai gruppi, acquisite nuove carte.(La Nuova Sardegna)
Chissà su 80 consiglieri regionali quanti risulteranno puliti?
A ottobre (c’è il processo) si dovrebbe sapere qualcosa di più.
Quanti avranno la faccia tosta di presentarsi alle elezioni a febbraio?
E quanti saranno i fessi che li votano?
(Piero Marcialis, 6 luglio 2013, vedi anche su Aladin Pensiero).
ENRICO DE NICOLA
Nasce a Napoli il 9 novembre 1877, avvocato e giornalista. Eletto pù volte alla Camera, ne fu anche Presidente, tra il 1909 e il 1924. Nel ’24, alle elezioni che videro la vittoria del listone fascista, non prestò giuramento e decadde automaticamente. Nominato senatore non partecipò ai lavori parlamentari. Svolse un ruolo di mediazione tra monarchia e repubblicani e fu eletto Capo provvisorio dello Stato, il 28 giugno 1946, risolvendosi così lo stallo tra la destra (che teneva per Vittorio Emanuele Orlando) e la sinistra (per Benedetto Croce). Con l’entrata in vigore della Costituzione assunse il titolo di Presidente della Repubblica, che mantenne fino all’elezione di Enrico De Nicola (maggio 1948). Senatore a vita fu Presidente del Senato nel ’51-’52. Nel 1955 fu nominato giudice costituzionale e fu il primo Presidente della Corte Costituzionale, nel 1956 fino a marzo ’57, quando si dimise per riprendere le funzioni di senatore.
Con questo si chiuse la carriera, unica nella storia, di un politico che ha ricoperto quattro delle cinque cariche più importanti dello Stato italiano (non fu Presidente del Consiglio). Morì a Torre del Greco il 1° ottobre 1959.
Gli OCCHIALI di PIERO
ULTIME GRIDA DALLA SAVANA
Era un bel documentario, fine anni ’70, ricordo un po’ male. è passato tanto tempo,… Ricordo scimmie urlanti, barbagianni inquieti, gufi maldisposti, e zebre e asini selvatici, pachidermi stanchi, e tutti, o quasi, strepitavano, volevano andarsene, forse la foresta bruciava, il re leone un po’ correva avanti, un po’ correva indietro, una gran confusione, chiamava a rapporto i capi branco e quelli un po’ applaudivano e un po’ storcevano il muso… Brutta faccenda tenere il branco quando tutto sta andando in fumo, uomini bianchi braccavano con le loro gabbie proprio il maestoso leone, divoratore di carni umane.
Lupi, sciacalli, avvoltoi si aggiravano intorno bramosi di preda…
A tutto poteva resistere l’intrepido sovrano, ma non sopportò la richiesta dello sciacallo dorato che chiedeva la parola: ti ho fatto canis aureus e ora vorresti cibarti della mia carogna?
Con un ruggito disperato il re abbandonò la savana… una triste gabbia lo attendeva all’uscita della giungla.