Monthly Archives: giugno 2013
No! No! Ho detto no!
di Vanni Tola
Poche cose uniscono i Sardi come la propensione alla costituzione di Comitati contro qualcosa, di Comitati per il No. Voci attendibili riferiscono dell’esistenza in Sardegna di circa centottanta Comitati di lotta o di protesta e di esplicita opposizione contro qualcosa. Di per sé, un elevato numero di Comitati spontanei rappresenta una preziosa risorsa. E’ un indicatore di partecipazione popolare alle scelte e alle decisioni sui destini del territorio. Pur tuttavia appare indispensabile riflettere su alcune particolarità di questo variegato mondo dei Comitati antagonisti. Una prima considerazione generale, che non vuole essere in alcun modo ironica o polemica. Non c’è traccia di nessun Comitato per il Sì o a favore di qualcosa ma soltanto comitati per il No. Come mai? I programmi, le parole d’ordine, le prospettive dei diversi Comitati antagonisti talvolta appaiono non ben definiti. L’affermazione “No alla chimica verde”, per esempio, che significa esattamente? No al progetto dell’Eni (Matrìca) per riconvertire il polo petrolchimico di Portotorres (ex Sir) verso produzioni che utilizzino materia prima di origine vegetale in sostituzione del petrolio e producano polimeri biodegradabili? O sott’intende un generale rifiuto della chimica in quanto tale a prescindere dalla materia prima impiegata? Nel primo caso andrebbero documentati e argomentati i perché del no, nel secondo caso sarebbe utile invece indicare quale modello alternativo di sviluppo dell’isola si ha in mente. Può il sistema Sardegna rinunciare all’industria chimica, al recupero e alla riconversione di quel che resta dei poli petrolchimici a favore di produzioni meno inquinanti? Non esiste in Sardegna alcun progetto per la produzione di energia con le cosiddette “fonti energetiche alternative” che non abbia fatto registrare una forte opposizione delle popolazioni interessate all’intervento. I generatori eolici altererebbero in modo irreparabile la bellezza del paesaggio . Lo afferma anche chi non ha mai speso una parola sulle centinaia di chilometri di elettrodotti e le migliaia di tralicci d’acciaio disseminati ovunque. Gli impianti eolici in mezzo al mare (off shore – vedi la foto dell’impianto di Malta), solitamente collocati a notevole distanza dalla costa e quindi invisibili dalla terra ferma, rappresenterebbero un grave oltraggio per le nostre rinomate spiagge. Gli impianti solari e le centrali fotovoltaiche sono definiti “ecomostri” di specchi che stravolgono le vaste distese di pascolo, spesso indiscutibilmente incolti o quasi abbandonati. Della realizzazione d’impianti per lo smaltimento dei rifiuti è quasi vietato parlarne. Lo smaltimento dei rifiuti è un problema anche per la Sardegna ma si preferisce fingere che non esista, rimuoverlo piuttosto che confrontarsi su possibili soluzioni ragionevolmente praticabili anche nell’isola. Poco importa che nel centro economico e commerciale di Vienna, una delle più belle città d’Europa, faccia mostra di se un grande inceneritore di rifiuti (vedi foto) che svolge magnificamente il proprio compito senza inquinare, senza deturpare l’ambiente circostante e rappresentando perfino un luogo di grande interesse turistico. Il geotermico, l’utilizzo del calore degli strati profondi del sottosuolo per produrre vapore e, da questo, corrente elettrica e acqua calda per riscaldamento industriale e domestico è qualcosa d’innominabile nell’isola. Si può quindi ragionevolmente affermare che una delle poche certezze espresse dei sardi, in questi anni, sia stata la determinazione nel rifiutare qualunque forma di produzione di energia con le fonti energetiche rinnovabili. Scelta che implica, piaccia o no, essere, di fatto, condannati a continuare a produrre energia con le fonti energetiche tradizionali, il fossile che inquina e genera costi energetici elevati. Ma non era l’alto costo dell’energia uno dei principali ostacoli per lo sviluppo industriale? L’Euroallumina non ha chiuso i battenti per l’impossibilità di ottenere forniture di energia a costi contenuti? Discorso a parte meriterebbe la vicenda della ricerca del metano nella zona di Arborea e in alcune aree del Campidano. E’ evidente che l’eventuale impiego del metano nell’isola comporterebbe certamente la realizzazione d’impianti di estrazione e lavorazione del prodotto con possibili effetti negativi sull’ambiente circostante. Detto questo rimane il problema fondamentale. Una volta accertata la disponibilità di metano nel sottosuolo sardo, una risorsa che in qualunque parte del mondo utilizzerebbero ben volentieri, il nostro sistema produttivo può permettersi di rinunciare tout court a produrre energia a basso costo? Non sarebbe meglio impostare un discorso di razionale impiego di questa importante risorsa fatta salva, naturalmente, l’esigenza di tutelare al meglio la salute degli abitanti e la difesa dell’ambiente? E questo discorso ci porta a un’ultima considerazione, forse quella che rappresenta l’essenza del problema. In Sardegna non esiste un piano energetico regionale. Non si conoscono neppure le reali esigenze energetiche dell’isola né quanta energia è attualmente prodotta né quali siano i fabbisogni energetici del sistema economico regionale. La conseguenza è la programmazione d’interventi energetici i più vari, calati in un sistema economico produttivo nel quale è assente un quadro definito di bisogni e necessità energetiche per l’immediato e in una prospettiva di medio e lungo periodo. E’ questa una delle cause del proliferare d’interventi totalmente slegati da un’ipotesi di sviluppo realistica e praticabile che la classe politica regionale stenta a definire. E i sardi allora continuano a dire no. No grazie, no non vi vogliamo, no al petrolio, no al trattamento dei rifiuti, no ai cardi, no alla chimica verde. Ma per fare che? Questo pochi lo sanno, solitamente, quando ci si esprime nel merito, non si va oltre l’enunciazione di programmi generici e indefiniti riassunti con termini quali lo sviluppo dell’agricoltura, del turismo, dei prodotti tipici, la tutela del paesaggio. Torna alla mente la canzone napoletana “basta che c’è sta o sole, che c’è rimasto o mare”. Purtroppo non basta.
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Vanni Tola
Nelle foto: incerenitore di Vienna, impianto eolico offshore di Malta
La TAVOLOZZA di LICIA
2 giugno. Associazioni e Cittadini per la Costituzione
2 giugno. Associazioni e Cittadini per la Costituzione. A Bologna ma anche a Cagliari e nelle altre città
A Bologna domenica 2 giugno dalle ore 13.30 in piazza Santo Stefano. Sul palco Gustavo ZAGREBELSKY, Roberto SAVIANO, Sandra BONSANTI, Stefano RODOTA’, Salvatore SETTIS, Nando DALLA CHIESA, Susanna CAMUSSO, Carlo SMURAGLIA, Maurizio LANDINI e tanti altri amici…
A Cagliari
Domenica 2 giugno 2013 – ore 19,30 (v. anche locandina) nella suggestiva cornice del Parco di Monte Claro, nello spiazzo antistante il Centro polifunzionale, davanti ai laghetti, si svolgerà, come ormai di rito dal 2006, la Festa della Costituzione e della Repubblica è organizzata dalla Sezione ANPI di Cagliari. Ci saranno gli alunni di due scuole cittadine che presenteranno i loro lavori e loro letture sulla Costituzione, don Ettore Cannavera della comunità “La Collina” che parlerà di “Lavoro fra gli ultimi e cultura dei diritti”, gli artisti Rita Atzeri ed Elio Arthemalle che ci intratterranno con piecès sul tema della festa, il trio di Rossella Faa che concluderà con un concerto musicale. Presenterà il giornalista Vito Biolchini.
L’ingresso è libero. Vi aspettiamo numerosi.
Partecipa, passa parola, è il primo appuntamento di un percorso comune: “Dobbiamo crescere fino a costituire una massa critica di cui non sia possibile non tenere conto, da parte di chi cerca il consenso e chiede il nostro voto per entrare nelle istituzioni”. Approfondimenti sulle manifestazioni su Aladinews.
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Gli OCCHIALI di PIERO
QUALE E’ IL FINE ?
Quale è il fine? L’attuazione della Costituzione in favore del popolo.
Chi sono mai i nostri nemici? Gli uomini viziosi e i ricchi.
Quali mezzi impiegheranno? La calunnia e l’ipocrisia.
Che cosa può favorire l’uso di questi mezzi? L’ignoranza dei sanculotti,
Bisogna dunque istruire il popolo,
Che cosa ostacola l’istruzione del popolo? La miseria.
Quando dunque il popolo sarà illuminato? Quando avrà il pane e quando i ricchi e il governo cesserano di assoldare penne e lingue perfide per ingannarlo, quando l’interesse dei ricchi sarà fuso con quello del popolo.
Ma quando l’interesse dei ricchi sarà fuso con quello del popolo?
Jamais!
(Maximilien de Robespierre, detto l’Incorrutibile)
La LAMPADA di ALADIN sulle grandi scelte per la Sardegna
Gli OCCHIALI di PIERO: OMAGGIO a MARILYN MONROE
MARILYN MONROE
Norman Jeane Morteson nasce il 1 giugno 1926 e muore il 4 agosto del 1962, in circostanze mai chiarite. Indimenticabile nel film A qualcuno piace caldo, quando canta I wanna be loved by you; così pure in Gli uomini preferiscono le bionde, quando canta Diamonds are a girl’s best friend; e ancora come appare seduttiva in Quando la moglie è in vacanza. Apparve in Giungla d’asfalto e in Eva contro Eva e fu poi protagonista di tutti gli altri suoi film, ultimo Gli spostati del 1961.
PREGHIERA PER MARILYN MONROE
La TAVOLOZZA di LICIA: In onore delle donne: Beatrice Cenci
I miei quadri preferiti: Elisabetta Sirani, (Bologna 1638-1665)
Ritratto di Beatrice Cenci. Beatrice Cenci è la fanciulla fatta giustiziare dal papa Clemente VIII nel 1599 a Roma. Era accusata, con la matrigna e i due fratelli di aver fatto uccidere il padre Francesco, un bruto che tormentava i suoi figli e in particolare le donne della famiglia, segregate e sottoposte alle sue voglie. Il tribunale ecclesiastico non volle sentire ragioni e nonostante la fortissima opposizione popolare condannò Beatrice e la sua matrigna alla decapitazione, il fratello Giacomo allo squartamento, il fratellino minore Bernardo, ad assistere, legato ad una sedia alla esecuzione dei suoi familiari e poi alle “galere” a vita, nel senso letterale del termine, cioè remare nella flotta pontificia senza speranza di condono… Alla esecuzione assistettero vari artisti, tra cui il Caravaggio….
A Roma, Beatrice Cenci è ricordata in una grande via vicino all’isola Tiberina.
Beatrice viene condotta al supplizio per volontà di un papa che si faceva chiamare Clemente (VIII)!
Licia Lisei
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Continua con ANGELICA KAUFFMANN