Monthly Archives: giugno 2013
Gli OCCHIALI di PIERO. ENRICHETTA BEECHER STOWE, LISA GHERARDINI
ENRICHETTA BEECHER STOWE
Nata il 14 giugno 1811 è l’autrice de La Capanna dello zio Tom, best seller del XIX secolo, alla sua uscita nel 1852 vendette 300mila copie. Sostenitrice della causa abolizionista, Abramo Lincoln incontrandola ebbe a dire: “Questa è dunque la piccola donna che ha scatenato questa grande guerra”. Il libro, considerato sovversivo all’epoca della sua uscita, è stato in seguito giudicato di modesto apporto alla causa dei neri afro-americani, per il suo sentimentalismo paternalistico. Comunque, non se ne può disconoscere l’importanza. Enrichetta morì il 1 luglio 1896.
“Non potrà conservarsi libera nessuna nazione in cui la libertà è un privilegio e non un principio”.
LISA GHERARDINI
E’ nata il 14 giugno 1479 Lisa Gherardini, ovvero Lisa del Giocondo, dal nome del marito Francesco del Giocondo, la faccia più conosciuta del mondo, perchè secondo il Vasari, avrebbe posato per il ritratto della Gioconda di Leonardo, ovvero Monna Lisa.
La LAMPADA di ALADIN
BANCA D’ITALIA. L’ECONOMIA DELLA SARDEGNA
Rapporto annuale, giugno 2013
Per correlazione: intervista al prof. Antonio Sassu (30 giugno 2011) - Progetto Orest della Camera di Commercio di Cagliari
Gli OCCHIALI di PIERO. Il partigiano Citterio, Amedeo Bordiga…
La TAVOLOZZA di LICIA. Omaggio mattutino
Ancora Louise Moillon (1610-1696)
Natura morta con frutta.
Licia Lisei. Louise acquistò grandissima fama proprio per questi suoi lavori…divenne una pittrice “di genere” (le nature morte con canestri di frutta) divenendo in questo campo una autentica “virtuosa”. Notate la patina delle susine!
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La falce di luna secondo Edward Robert Hugues….
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Altri quadri misteriosi e inquietanti
La LAMPADA di ALADIN
La TAVOLOZZA di LICIA
Quadri misteriosi e inquietanti:
William Holman Hunt (Londra 1827 – Kensington 1910)
Lisabetta da Messina e il vaso di Basilico. La storia è tratta dal Decameron: i fratelli malvagi uccidono Lorenzo che è l’ innamorato della loro sorella. Lisabetta ritrova il corpo, taglia il capo di Lorenzo e lo “seppellisce” in un vaso di basilico, in modo da averlo sempre accanto. (se volete sapere tutta la storia andate a leggervela…)
Gli OCCHIALI del PIERO ritornato. Sandro Penna, Tabak Ben Ammar e tzacca stradoni…
TZACCA STRADONI!
Questa sera, 18 e 30, accompagnerò all’Asarp (presso l’ex-manicomio, il noto pregiudicato Lucianetto Strappo alla presentazione di Tzacca stradoni!, il libro di Gianni Mascia. Lucianetto, amico d’infanzia dell’autore, racconterà alcuni particolari dell’infanzia trascorsa tra i più noti poni-peis della mala cagliaritana, nel colorito gergo degli antichi ospiti della Casanza di viale Buoncammino.
La LAMPADA di ALADIN
Presentazione di Acanta Mag: uno strumento finanziario partecipato per lo sviluppo dell’economia sarda.
Venerdì 14 giugno alle ore 17.30 presso la MEM Mediateca del Mediterraneo di Cagliari (via Mameli, 164)
La Sardegna e l’Europa si salvano insieme
Si ripropone con urgenza la modifica della legge elettorale per consentire ai sardi di eleggere propri rappresentanti nel parlamento europeo
di Franco Meloni
La scadenza delle elezioni politiche tedesche del prossimo settembre è dai più considerata come vero e proprio spartiacque rispetto ai destini dell’unione europea. I nuovi equilibri politici della Germania, attuale stato guida europeo, determineranno in sostanza quale di due opposte strade si dovrà percorrere, basate: la prima sull’ipotesi di un processo di maggiore integrazione politica fino alla costituzione di una nuova entità statuaria (Confederazione, Federazione?); la seconda sulla presa d’atto dell’attuale crisi con la probabile costituzione di almeno due gruppi di paesi selezionati per omogenei gradi di integrazione, che darebbero origine a due “aree euro”. Tutti iscritti entro una labile cornice che di Europa avrebbe soltanto il nome. In questo caso si tornerebbe clamorosamente indietro tutta! Ovviamente questa è una rappresentazione schematica che non da conto di possibili sfumature di scenari, che potranno essere prossimi alla prima piuttosto che alla seconda ipotesi. Gli altri paesi che fanno? Beh, a di là delle dichiarazioni (per rimanere alla Francia e all’Italia: svolta, a parole, verso gli stati uniti d’Europa di Hollande e rituale giuramento europeista di Letta, nonostante Berlusconi) più o meno si aspetta tutti la scadenza tedesca. Nelle ipotesi prospettate io sto sulla prima, nella consapevolezza che tutto potrà accadere. Non c’è certo da stare allegri: sempre meno peraltro ci si può fidare dei governi. Speriamo che infine prevalga la saggezza degli elettori. Cosa anch’essa abbastanza problematica. Ma, fatta questa premessa e soprattutto fatta, nonostante tutto, la scelta più autenticamente europeista, dobbiamo chiederci dal nostro punto di vista di sardi: che fare, oggi, nella prospettiva di breve, medio e lungo periodo? Ebbene, per quanto mi riguarda esplicito e propongo una risposta, che spero convincente, nel seguente modo: dobbiamo impegnarci a costruire una Sardegna indipendente e sovrana, radicata nell’appartenenza europea, di un’Europa che evidentemente vogliamo diversa, per missione e contenuti (l’Europa dei popoli) e per gli aspetti istituzionali, attraverso la realizzazione degli “stati uniti d’Europa”, con un modello originale che faccia tesoro delle migliori esperienze storicamente attuate e/o in atto. Quest’Europa e questa Sardegna, nella visione delineata – che richiede studio, negoziazioni, sperimentazioni, correzioni in itinere, etc. e soprattutto partecipazione dei cittadini europei (per quanto ci riguarda sardo-europei) e dunque, appunto per queste ragioni, impegno di lunga lena – vanno costruite da subito. Con questo faro d’orientamento, con questa certezza di prospettiva (di medio e lungo periodo), partiamo pure dal contingente. E il contingente è costituito in primo luogo dalle due scadenze elettorali, quasi contemporanee, quella sarda (elezione del consiglio regionale e del presidente della regione), presumibilmente nel febbraio 2014 e quella europea (elezione del parlamento europeo e, forse, designazione del commissario europeo) sicuramente nel maggio 2014. Dobbiamo nel dibattito per la costruzione dei programmi e per la designazione dei candidati intrecciare fortemente queste due tematiche, che sintetizziamo nello slogan: Sardegna e Europa si salvano insieme. Dico a tutti noi e soprattutto alla sinistra e al mondo indipendentista che non è consentito avere sull’Europa “riserve mentali”, cioè dobbiamo dichiararci ed essere profondamente europeisti (e agire di conseguenza), in questo riallacciandoci al miglior pensiero federalista dei pensatori universali e, tra questi, particolarmente dei pensatori sardi e, se vogliamo come io propongo, riferendoci esplicitamente al Manifesto di Ventotene di Altiero Spinelli e Ernesto Rossi, più che mai attuale nella visione europeista. Voglio rimarcare che proprio nell’attuale situazione di incertezza e di diffusa sfiducia verso la concreta realizzazione dell’unione europea è necessario avere e proporre una prospettiva certa. Considerato che tale situazione di sfiducia non riguarda il concetto di Europa e neppure la necessità di integrazione europea, ma piuttosto la sua deludente realizzazione storica. Mi chiedo infatti, con un esempio riduttivo ma significativo: come potrebbero non essere europeisti i giovani sardi che hanno fatto l’Erasmus, che si sentono cittadini sardi ed europei, che vedono nella virtuosa costruzione dell’Europa il superamento dell’assurdo impasse in cui si è cacciata l’Italia soprattutto (ma non solo) nell’orrendo ventennio berlusconiano. Analoghe considerazioni, mutatis mutandis, possono essere fatte con riferimento alla crisi dell’autonomismo e all’attuale condizione della Sardegna, che i giovani sardi (e non solo) vogliono diversa. Dobbiamo approfondire. Tuttavia in questo quadro azzardo un pensiero (forse illusorio): possiamo ritrovare un senso del nostro essere sardi ed europei in un rinnovato coerente impegno nella direzione indicata? E, con una buona dose di “ottimismo della volontà”, in certa parte tale impegno può fare da contraltare alle ragioni del “pessimismo della ragione”, spietatamente presenti nel primo intervento di Salvatore Cubeddu? Tornando al contingente, è evidente che in tema di elezioni europee non possiamo non batterci per la modifica dell’attuale legge elettorale (italiana) per l’elezione del parlamento europeo che penalizza la Sardegna, al fine di consentire l’elezione di almeno due parlamentari nell’unico collegio sardo. L’altro aspetto contingente -ma meglio sarebbe dire di breve e medio termine – è la programmazione dei consistenti fondi europei del periodo 2014-2020, che per i meccanismi di spendita si protrarrà al 2023 (proprio la data che indicava Nicolò Migheli come orizzonte temporale per il nostro impegno programmatico). Al riguardo occorre rimuovere l’attuale monopolio decisionale che nella crisi della rappresentanza politica di fatto esercitano burocrati, assessori di turno e altri “addetti ai lavori” per consegnare la competenza a una nuova classe politica (rappresentata in primis dal Consiglio regionale e dai nostri rappresentanti a Bruxelles). Ad essa spetta coinvolgere i sardi, nella misura maggiore possibile (e a questo fine anche noi siamo impegnati), unendo e finalizzando la materialità dei finanziamenti europei, governativi e di bilancio alle cose da fare su tutte le tematiche note (già elencate da Nicolò): la lingua, i beni culturali, le entrate, l’istruzione, le servitù militari, il sistema carcerario, l’agricoltura, i trasporti, il welfare… Per fare questo non fidiamoci dei partiti, senza peraltro demonizzarne nessuno, ma lavoriamo per creare molte occasioni di dibattito e di tavoli di lavoro, con tutti i mezzi disponibili (quelli tradizionali, fatti di assemblee e incontri, e quelli che ci forniscono le tecnologie dell’informazione e della comunicazione). Un po’ come stiamo già facendo, anche con i nostri blog, ma con maggiore spirito unitario e coinvolgimento di persone e organizzazioni e, ancora, con maggiore impegno per fare a scadenze programmate sintesi e rilancio di proposte condivise e concretamente attuabili, dandoci pertanto per ciascuna delle grandi tematiche obbiettivi chiari e misurabili, entro il quadro di riferimento temporale al 2023. Solo pochi esempi: “Di quanto riteniamo essere in grado di ridurre la dispersione scolastica? Di quanto ci riteniamo capaci di incrementare l’occupazione e ridurre la disoccupazione? Di quanto riteniamo possibile ridurre il gap infrastrutturale tra la Sardegna e le regioni europee più dotate? E così via. Per tutte queste questioni si tratta ovviamente di partire dalla situazione odierna e dallo “stato dell’arte”, tenendo prioritariamente in conto le “emergenze”, quali quelle ben segnalate dall’intervento di Vito Biolchini. Evidentemente anche per contribuire a cambiare impostazioni e ricercare diverse soluzioni, attraverso piani e programmi costruiti con l’ausilio dei migliori esperti e con la più diffusa partecipazione e ricerca del consenso delle popolazioni interessate.
Non vado oltre su queste ed altre questioni, che saranno oggetto di prossimi interventi anche con opportune ricognizioni di dibattiti avviati in altre sedi.
Mi piace invece chiudere con una sintetica considerazione sul problema dei problemi, cioè sulla classe dirigente (non solo politica, ma in tutti i settori e livelli della società): dentro una virtuosa alleanza generazionale, che riconosca il diritto dei giovani di essere protagonisti e decisivi nei posti di comando, occorre individuare e far emergere le persone dotate di idee ed energie nuove (che senz’altro ci sono in Sardegna in tutti i campi e che sono spesso sconosciute, come ben rilevato nell’intervento di Fabrizio Palazzari) per affidare loro i destini della nostra Isola, sostituendo le persone obsolete e inadeguate, perché come sosteneva Albert Einstein: Non si può risolvere un problema con lo stesso modo di pensare che ha creato il problema!
Franco Meloni
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Il presente contributo viene pubblicato anche in altri siti/blog, nell’ambito di un accordo tra diverse persone (tutte impegnate nel movimento culturale “In sardu”), le quali dispongono di detti spazi virtuali che mettono a disposizione per favorire la circolazione di idee (e l’organizzazione di iniziative di carattere politico-culturale) sulle problematiche della Sardegna, senza limiti di argomenti e nel pieno rispetto delle diverse opinioni e impostazioni politiche e culturali, ovviamente nella condivisione dello spirito e dei comportamenti democratici. I contributi saranno pubblicati in italiano e/o in sardo.
Ecco i siti/blog (a cui nel tempo se ne aggiungeranno altri, auspicabilmente) :
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Il primo intervento di Salvatore Cubeddu
Il secondo intervento di Fabrizio Palazzari
Il terzo intervento di Nicolò Migheli
Il quarto intervento di Vito Biolchini
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La LAMPADA di ALADIN
Bisogna opporre al pessimismo dell’intelligenza l’ottimismo della volontà (Antonio Gramsci)
- Sardegnamondo. Il circolo vizioso tra ignoranza e declino
Il RITORNO di PIERO con Anna Acmàtova
ANNA ANDREEVNA ACHMATOVA
Come a una voce lontana presto ascolto,
ma intorno non c’è nulla, nessuno.
“Una lama di luce in una stanza buia”, così Victor Sklovskij definiva il mondo poetico di Anna Acmàtova. Nata l’11 giugno 1889, nel 1910 sposò il poeta Nicolaj Gumilev. Nello steso anno e nel 1911 trascorse la primavera a Parigi dove conobbe Amedeo Modigliani, che la ritrasse più volte (ma un solo disegno si è salvato). Viaggiò anche in Italia.
La TAVOLOZZA di LICIA. Anselm Feuerbach: Ifigenia in Tauride
Approfondimenti su Aladinews forma&comunica
- La TAVOLOZZA di LICIA. Louise Moillon (1610-1696)
LA TAVOLOZZA di LICIA
Quadri strani, misteriosi, angoscianti: Anselm Feuerbach (Spira 1829-Venezia 1880) Medea, in riva al mare di Corinto medita la sua vendetta.
Licia Lisei. Ditemi se non è bello questo quadro…ma al contempo suscita orrore. L’ autore mostra una madre che ama i suoi figlioletti ma che, nello stessso tempo, medita di ucciderli. I toni del tramonto , il teschio di cavallo sulle rocce, la donna nerovestita che piange (forse è la nutrice che sa, o ha il presagio di quel che deve accadere) fanno di Medea un personaggio tragico senza pari. Lo stile di F. è da riferirsi al contesto del Decadentismo europeo. Credo che P.P.Pasolini nel progettare la sua Medea avesse in mente questo quadro.